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Acquista il tuo biglietto www.datapix.it nei negozi ragazzini agazzinigenerali generali Ag. Viaggi Blue Animation - Trecastagni (CT) Anno III - n. 02 Aprile 2011

giornale d’informazione, attualità e cultura

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ALL’INTERNO ACI: L’auto elettrica è anche sicura PAGINA 2

Trecastagni: Un gol per la vita, 7 maggio PAGINA 3 Il grado di civiltà di un Paese PAGINA 4

Generazione Rent: l’affitto condiviso PAGINA 5

Caos rifiuti: un virtuoso esempio di cambiamento PAGINA 6 L’incontenibile successo di “Allakatalla” PAGINA 7 Energia Nucleare: non disertiamo il referendum PAGINA 12

La Ragazza

Allakatalla


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ACI: L’auto elettrica è anche sicura I crash-test EuroNCAP per la prima volta esaminano una vettura elettrica

Automobile Club d’Italia

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’auto elettrica è anche sicura: lo dimostrano gli ultimi crash-test di EuroNCAP, il programma internazionale per la sicurezza dei veicoli promosso dall’ACI con altri Automobile Club europei, insieme a varie associazioni di produttori,consumatori ed assicurazioni, nonché da sette governi europei. Nell’ultima serie di test sono state esaminate la Citroen CZero, la Mitsubishi i-MiEV e la Peugeot iOn – gemelle per design e dotazioni di sicurezza – che hanno conseguito l’ottimo punteggio di 4 stelle su un massimo di cinque. Pur sottoposte alle stesse sollecitazioni degli altri veicoli,

L’Editoriale

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le vetture non hanno manifestato criticità rilevanti, soprattutto alle batterie e al circuito elettrico. Anche negli urti più violenti non sono state registrate perdite di liquidi dagli accumulatori di energia o pericolose scariche elettriche, grazie anche all’efficienza dei dispositivi che interrompono automaticamente la corrente in caso di pericolo. «I risultati raggiunti dalla ri-

cerca tecnologica sulle auto elettriche – ha dichiarato il presidente dell’ACI, Enrico Gelpi – dimostrano la grande attenzione delle Case automobilistiche alla sicurezza oltreché alla sostenibilità della mobilità del futuro. Le cinque stelle di EuroNCAP che oggi contraddistinguono molte auto in commercio, dalle piccole utilitarie alle grandi ammiraglie, sono un obiettivo già raggiunto nel 2010

Aprile 2011 da alcune vetture ibride e non sono certo un traguardo irraggiungibile per i veicoli elettrici». «Come membro del board EuroNCAP – ha aggiunto Gelpi – l’ACI sta promuovendo nuove prove di crash per valutare soprattutto la sicurezza attiva dei veicoli». Superano gli ultimi test anche la Nissan Juke, la Hyundai ix20 e la Mitsubishi ASX, tutte con il massimo punteggio di 5 stelle. Chiude la serie con una valutazione di 3 stelle la Dacia Duster. Per l’occasione, EuroNCAP ha assegnato un premio speciale a Infiniti per il sistema LDP, Lane Departure Prevention: una telecamera rileva il superamento della linea di mezzeria e manda un impulso al dispositivo di controllo dei freni e dello sterzo che rimette in carreggiata l’auto.

AUTOMOBILE CLUB CATANIA

di Tiziana Campo

L’Italia che va a rotoli

n Italia un giovane su tre è disoccupato. Nel 2011, il tasso di disoccupazione per il terzo mese consecutivo si è attestato all’8,6%, aumentando di 2,8 punti rispetto al 2010. Due occupati su cinque sono precari, assunti con gli astrusi contratti elaborati negli ultimi anni da un Governo che sempre più tutela i datori di lavoro, a scapito di qualsivoglia forma di diritto per il lavoratore. Dati che fotografano una situazione “lavoro” italiana sull’orlo del baratro, specie con riferimento al tasso di disoccupazione giovanile. Quest’ultimo dal gennaio 2004 - anno in cui l’Istat ha dato il via a questa tipologia di statistiche - ha raggiunto il massimo storico, toccando quota 29,4%. Italia fanalino di coda dell’Europa. Peggio solo Spagna, Slovacchia e Ungheria. Ma le problematiche italiane sono a più ampio raggio: inflazione al 2,4% (l’aumento più alto dal 2008); prezzo del petrolio alle stelle (da 95 a 113 dollari al barile); consumi delle famiglie in calo (-18 miliardi di euro in meno dal 2007 secondo la Cga di Mestre); e debito pubblico con l’ultimo Governo aumentato, di 200mld di euro (il 12% in più) secondo Banca Italia. In vertiginoso aumento anche il numero di poveri in Italia: ben

8 milioni e 370mila, pari al 13% dell’intera popolazione. Dentro la soglia di povertà entrono a pieno titolo le donne sole con figli, i precari, le famiglie monoreddito, i pensionati, i separati. Nel 2010 si è registrato un incremento del numero di persone che si sono rivolte alla Caritas per ricevere assistenza. Oltre 650mila sono le persone indigenti e di queste sette su dieci nel Meridione. Difficoltoso persino pagare l’affitto. Secondo l’Istat, nel 2010 gli sfratti eseguiti sono stati oltre 27mila. Un quadro a tinte fosche, per risolvere il quale i nostri politici poco si scervellano. C’è altro a cui pensare, magari più futile, ma certamente più conveniente per chi il potere lo gestice. E per questo ben più urgente. «Tra gli argomenti trattati dal nostro Palamento al primo posto ci sono i processi penali. Il calo dei consumi e dei risparmi delle famiglie rispettivamente al 219esimo e al 252esimo posto; il debito pubblico al 512esimo posto, il caro vita al 577esimo e il lavoro giovanile al 594esimo. Considerando lo speciale punteggio adottato da Openpolis per misurare l’indice di attenzione del Parlamento, il diritto penale ha ottenuto 6800 punti e la disoccupazione giovanile 99» (Fonte Tgzero). Poco importa se l’Italia è un Paese che va a puttane. Del resto, per dirla con lo scrittore francese Paul Valery, «la politica è l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda».

BALLARÒ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Caporedattore: Antonella Capizzi. Collaboratori:Simone Rausi, Laura Monteleone, Andrea Giuffrida, Veronica Mannino, Stefania Patanè, Carmelo Guglielmino, Giulia Calì. Foto della modella Alessia: PhotoGrafic. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: giovanni.cali@saperexguidare. it -Pubblicità: Itaca Group tel. 3286925521. Stampa: Grafiche Cosentino - Caltagirone. Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, in tutti i Comuni dell’hinterland, nella edicola Marzà Salvatore v. Bellini, 7/A S. Agata Li Battiati; Edicolè v. Roma 261, S. G. la Punta; p.zza Don Diego 3 Pedara; p.zza Stesicoro (CT) presso Winplay; Free Time v. Re Martino, 8 b-c Acicastello; New & Friends, v. Provinciale 88, Acitrezza. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Per l’edizione on line, www.ballaronews.it, in cui troverete anche uno spazio dedicato ai redazionali delle varie aziende. Buona lettura.


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Trecastagni: Un gol per la vita, 7 maggio Nazionale Attori VS Vip e Giornalisti siciliani Partita di beneficenza e raccolta fondi, sport e festa per fare prevenzione stradale

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itorna anche quest’anno Un gol per la vita – ideato dall’Associazione SaperexGuidare, da anni impegnata in campagne di sensibilizzazione e prevenzione stradale - si terrà il 7 maggio presso il campo sportivo di Trecastagni, grazie al sindaco Giuseppe Messina, all’assessore allo Sport Salvatore Lo Monaco e al sostegno della Provincia di Catania. Una giornata in cui lo sport diventerà uno strumento per veicolare messaggi dalla fortissima rilevanza sociale. Una partita di beneficenza che vedrà coinvolte in un incontro diretto, la Nazionale di

calcio Attori e la squadra Vip e Giornalisti siciliani, con un giudice di gara d’eccellenza, ex arbitro internazionale Rosario Lo Bello. «Abbiamo voluto riproporre questo evento,- spiega Giovanni Calì, presidente nazionale dell’Associazione SaperexGuidare - per raccogliere fondi che serviranno in parte per l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada e per la realizzazione di progetti su prevenzione e sicurezza stradale con l’intento di sensibilizzare i giovani sull’uso dei sistemi di sicurezza e sul rispetto del codice della strada. La partita è dedicata a quei giovani che hanno perso la vita in incidenti stradali non per tragica fatalità ma a causa di violazione di regole».

di Tiziana Campo Un evento che ha raccolto grandi riscontri, come dimostrato da quanti hanno sposato l’iniziativa: «Desidero ringraziare quanti parteciperanno a quest’evento, le istituzioni che ci stanno supportando, il Calcio Catania, l’attore Francesco Giuffrida, uno dei dirigenti della nazionale Attori, Giuseppe Castiglia che hanno fortemente sostenuto questa nostra iniziativa». Un gol per la vita vedrà il coinvolgimento di attori famosi, di vip nostrani e di rappresentanti del mondo giornalistico e sportivo siciliano. Tutti insieme, con la loro entusiasta partecipazione, si faranno portavoce dell’importanza di simili campagne di sensibilizzazione e prevenzione stradale. Giuseppe Castiglia - che, da anni testimonial di SaperexGuidare, supporta l’associazione anche con “ospitate” nella sua trasmissione di successo Allakatalla, su Radio Studio Centrale insieme al direttore Fabio Formosa - sarà il mattatore dell’evento e intratterrà il pubblico sugli spalti e i giocatori in campo con la sua verve comica. Di sicuro effetto sarà il momento musicale che vedrà protagonista il cantautore catanese Daniele Barbagallo con la canzone “Sabato sera”, sulle stragi stradali che vedono coinvolti molti giovani specialmente nel weekend. «È un onore per me partecipare a questo evento, ringrazio l’associazione SaperexGuidare che mi consente di giocare con i Vip e Giornalisti siciliani e cantare questa canzone che è stata patrocinata dall’associazione Familiari e Vittime della strada - spiega il cantante - a breve sarà

prodotto anche un video che spero possa essere divulgato nelle scuole catanesi e nazionali». «Un grazie va agli sponsor ufficiali di Un gol per la vita - puntualizza Calì – Ragazzini Generali, Appear Group Acquasanta disco, Corona Group, Arredo Tre, Suzuki Village, Carrozzeria Puglisi Aiello, Grand Hotel Bonaccorsi, Windjet, Ristorante La Scogliera, DS sport, Centro Revisione Pruiti Auto, Maurizio Ciancio di Pianeta Vacanze, Bruno Marchese grafico che ha curato l'immagine di tutta la campagna pubbl ic it a r i a , datapix che ha realizzato il sito e Ceramiche Boria di Caltagirone per la realizzazione dei trofei». Il costo www.ungolperlavita.com del biglietto è di 5 euro. Non possiamo che condividere in pieno l’appello del presidente Giovanni Calì: «Venite in tanti perché è fondamentale che si divulghi, nella maniera più capillare possibile, il messaggio sulla sicurezza stradale. Sarà una partita per la vita».

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«Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri» (Voltaire)

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al 2000 al 2011 sono oltre 1765 i morti in carcere, con un aumento notevole dei casi di suicidio e tentato suicidio negli ultimi anni. Nelle 206 carceri italiane, a fronte di 44.612 posti letto regolamentari, sono ristretti 68.527 detenuti, di cui 15.233 in attesa di primo giudizio. Ben il 38,2% i detenuti per reati di droga, più del doppio della media europea (15,9%). Un detenuto su quattro è tossicodipendente. Su un flusso di 100mila unità, la seconda causa di carcerazione (18,5% dei casi) è per violazione della legge sugli stupefacenti; mentre il 6,4% dei detenuti del periodo post-indulto è rappresentato da immigrati che hanno violato la legge liberticida “Bossi-Fini ", per lo più per irregolarità amministrative relative al soggiorno. In totale i detenuti stranieri in Italia sono 25.164 (14.057 nel 2000): incremento provocato da leggi che puniscono l’inottemperanza dell’obbligo di espulsione e prevedono aggravi di pena per i recidivi (“Bossi Fini”, “Ex Cirielli” sulla recidiva e “Fini Giovanardi”sulle droghe ). In Italia si registra un eccesso di custodia cautelare: siamo uno dei pochi paesi ‘occidentali' (se non l'unico) dove il numero dei detenuti in attesa di giudizio è nettamente superiore a quello dei condannati definitivi, più del 60%! Quale la soluzione, allora? Sarebbero necessari interventi che riducano il sovraffollamento, prevenendo violenze e suicidi

di Antonella Capizzi

e assicurando condizioni di vita umane a chi è recluso. Anche la riforma di quelle leggi attualmente in vigore contribuirebbe a ridurre il numero complessivo di detenuti, mantenendo inalterato il livello di sicurezza collettiva. Il sistema carcerario è ispirato al principio dell’art. 27 della Costituzione per cui ogni pena deve tendere alla “rieducazione del condannato”, dettato costituzionale spesso disatteso. Da un’indagine dell’ associazione Antigone emerge che la maggior parte degli istituti penitenziari italiani visitati, in base agli indicatori utilizzati (numero detenuti presenti, mq a disposizione per detenuto, luminosità della cella e possibilità di apertura del blindato durante la notte per favorirne la ventilazione nel periodo estivo; frequenza di accesso alle docce in comune e condizioni igieniche delle stesse, numero di ore trascorse al di fuori della cella, presenza della cucina

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ogni 200 detenuti) sono fuori legge. Sono oltre 1300 le richieste di ricorsi alla Corte Europea sui diritti umani per denunciare condizioni di vita inumane (meno di 3 mq a disposizione) ed altre richieste (trasferimento, diritto alla salute, consulenza legale, accesso ai benefici, maltrattamenti e violenze, denunce di morti sospette ed altro ancora). E la drammatica situazione delle carceri in Italia è emersa anche in una recente inchiesta di Riccardo Jacona, nella nota trasmissione “Presa Diretta” su Rai3. Un surplus di 25mila detenuti, disperazione e condizioni di vita carcerarie indegne per un paese civile. Il carcere vissuto così è un vero fallimento e in un certo senso, favorisce la commissione di nuovi reati. La vera alternativa, di conseguenza, non può essere identificata nella costruzione di nuovi edifici penitenziari, quanto piuttosto nel ricorso a misure alternative che abbattono il tasso di recidiva e restituiscono maggiore sicurezza ai cittadini. Ci sono però rare eccazioni che escono fuori dal coro, carceri per così dire “virtuosi”, come nel caso della casa di reclusione di Bollate vicino Milano: uno o massimo 2 detenuti per stanza, attività di catering, vivaismo e lavoro all'esterno che consentono ai detenuti un ritorno alla società, abbattendo e di molto il rischio di recidiva. In una società civile e democratica la soluzione dei problemi relativi all’emergenza penitenziaria rappresenta uno degli obiettivi

principali, in quanto strettamente connesso ad un'efficiente amministrazione della giustizia. Il carcere così strutturato diventa un'istituzione totale deviante e - come si legge nell'ultima Relazione annuale al Parlamento sulla situazione della Giustizia - "non reca alcun beneficio al singolo in termini rieducativi e non protegge la collettività, minandone la fiducia nella capacità punitiva del sistema penale" (fonte Antigone, Ristretti Orizzonti, A Buon Diritto, associazioni per la tutela e garanzia dei diritti delle persone detenute).

Il Circo della politica di Tiziana Campo

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mberto Bossi trascorsi da cantante incompreso; la Mussolini attrice mai emersa; la Santanchè pseudosoubrette; Vladimir Luxuria noto/a drag queen; Mara Carfagna ex showgirl appesa a un muro; Michela Brambilla ex modella di calze; Nicole Minetti ex valletta di “Scorie”...il Governo italiano è un circo. Alle prossime elezioni potrebbero candidarsi Moira Orfei e il Mago Pancione. Chissà che l’Italia si risollevi!


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Generazione Rent: l’affitto condiviso conquista gli over 30 di Stefania Patanè

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utti insieme sotto lo stesso tetto: da “generazione mille euro” a “generazione rent”! Il nuovo che avanza si chiama condividere un appartamento: affitto prolungato e soprattutto spartito con amici e/o sconosciuti. Storie di vite in affitto si moltiplicano perché la casa di proprietà per i giovani è diventata un sogno, tra lavori precari e mutui inaccessibili. E un appartamento in locazione, visti i prezzi, spesso è proibitivo anche se pagato in coppia. Così la coabitazione diventa sempre più la risposta, spesso l’unica via di uscita, per non tornare da mamma e papà e garantirsi allo stesso tempo alloggi più belli e anche compagnia. Le abitudini e i costumi, seguono sì le mode, ma anche l’andamento economico di un Paese: chi vive con mille euro e, per motivi di lavoro, è costretto a lavorare fuori dalla propria città o semplicemente, dato che l’età avanza, ha l’esigenza di non vivere più con i genitori, decide di fare necessità virtù attraverso la coabitazione. La generazione over 30, in affitto condiviso con amici e sconosciuti, è la comune dei nostri tempi: il modello americano tratto della celebre serie Friends. Secondo i dati, negli ultimi anni, In Italia, gli over 35 che condividono un appartamento sono raddoppiati. Per gli esperti la scelta di condividere un appartamento non è dettata soltanto da

motivi economici, ma dietro ci sarebbero anche motivi psicologici che spingerebbero la generazione cresciuta negli anni ‘80 a ricercare nel gruppo lo stesso senso di protezione della famiglia e un modo per condividere e affrontare meglio problemi e responsabilità. Il fenomeno non è in espansione solo in Italia, come dimostrano i siti internet dedicati agli annunci di coabitazione: okroommate. com offre stanze in 5000 città di 50 Paesi; l’inglese easyroommate.com assicura che sono circa due milioni e settecentomila in Gran Bretagna gli emuli di Friends che hanno scelto di dividere spazi, compiti, turni di pulizia e spese. Il sito francese pioniere negli annunci di condivisione, colocation.fr, organizza delle feste settimanali per fare incontrare i futuri coinquilini e si attesta su numeri importanti: 130.000 domande al giorno. All’interno dei siti gli annunci sono suddivisi anche in base alle richieste. I proponenti la condivisione possono scegliere l’età del futuro compagno di casa, il sesso e indicare la preferenza per un fumatore o un non fumatore. L’Italia segue Gran Bretagna e Francia a ruota e le coabitazioni tra sconosciuti non

sono più un’eccezione limitata al periodo universitario.Basta scorrere le pagine telematiche di easystanza.it e coinquilini.it (con 120mila iscritti) per rendersi conto di quanto la tendenza sia in aumento. Se nel 2007 il 38% di chi voleva un alloggio in comune era composto da professionisti, oggi i dati evidenziano che il 59% delle coabitazioni nelle grandi città riguardano persone che hanno già un lavoro. Dai dati risulta anche una crescita dell’età di chi decide, indipendentemente da motivi di studio, di condividere una casa. Nel 2007 gli over 35 rappresentavano l’8% dei coinquilini, mentre oggi sono il 15,3%. La condivisione di un appartamento permette anche di concedersi qualche lusso: locali grandi, più bagni, saloni spaziosi, cucine abitabili, posizione centrale e tutti quei comfort che spesso, chi vive da solo non può permettersi. Nuove soluzioni e stili di vita che forse non saranno tipici della cultura italiana, e benchè meno meridionale, ma che invece ben si adattano alle esigenze economiche degli over 30. Insomma, oggi per riuscire a vivere decorosamente bisogna stringere non solo i denti ma anche i metri quadrati.


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Caos rifiuti: un virtuoso esempio di cambiamento Città sommerse dai rifiuti. Cassonetti stracolmi. Servizio raccolta e smaltimento in tilt. Cittadini esasperati. Rimpalli di accuse e dichirazioni di non responsabilità. Un quadro che specie le città del sud conoscono bene. Ma ci sono esempi virtuosi, dai quali prendere spunto: è possibile rimediare al caos e assumere quella veste di civiltà da più parti auspicata ma mai concretamente messa in atto. Pubblichiamo per intero un articolo di qualche tempo fa, tratto da La settimana di Beppe Grillo: «Rifiuti, cambiare si può». Temi dal blog www.beppegrillo.it. Lo riproponiamo senza nessun commento. Del resto il pezzo parla da solo.

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a più grave accusa che si può fare alla politica, alla burocrazia che ne è figlia, alle municipalizzate e alle società concessionarie che ne sono la diretta emanazione, è di essere incapaci di gestire la cosa pubblica, quello per cui sono pagate. I “rifiuti” sono una invenzione dei partiti, un alibi per la costruzione di inceneritori, una scusante per creare discariche, per usare l’esercito contro i cittadini. I partiti sono inadatti a gestire il Paese, creano emergenze per giustificare la loro esistenza. A Cesena i cittadini hanno dimostrato che si può riciclare il 91% dei cosiddetti “rifiuti”. Cosiddetti in quanto non esistono “rifiuti” in natura, ma materie prime secondarie che possono essere vendute. In due giorni i partecipanti a Woodstock 5 Stelle hanno prodotto “rifiuti” pari a una città come Forlì, li hanno riciclati quasi interamente e venduti con un ricavo per l’organizzazione di 2.000 euro. Se può farlo il Movimento 5 Stelle lo può fare qualunque amministrazione pubblica e, se non riesce a farlo, può andare a casa. “Grazie ai 50 volontari e volontarie trasformati in spazzini per raccogliere sacchi, sacchetti, pacchettini, mettendo mano in ogni materiale e dando consigli ai partecipanti. Grazie alle decine di migliaia di persone che in due giorni hanno dato il loro contributo, separando i materiali post consumo (chiamati “rifiuti”) negli appositi contenitori e contribuito a ridurli, bevendo prodotti alla spina o portandosi borraccia e stoviglie multiuso da casa. Woodstock 5 Stelle Rifiuti Zero è realtà. Abbiamo battuto ogni record per grandi manifestazioni dimostrando che “Volere è potere”. Nei Mondiali Antirazzisti di Casalecchio lo scorso luglio sono stati differenziati il 73% dei materiali (30mila partecipanti in cinque

da Matteo Incerti-Raffaella Pirini responsabili progetto Woodstock 5 Stelle-Rifiuti Zero” e Federica Cuppini responsabile coordinamento squadre “Woodstock 5 Stelle-Rifiuti Zero”

giorni per 9.570 kg di rifiuti prodotti, dei quali 6960 inviati a riciclo-compostaggio). Woodstock 5 Stelle ha fatto meglio con il 91%! Record assoluto per ogni evento mai tenuto in Italia. I numeri. Sono stati prodotte 56,64 tonnellate di “rifiuti”. Considerando per una manifestazione esterna+campeggio una produzione giornaliera di 400 gr. pro capite (dato medio di produzione giornaliera per porta a porta senza assimilati industriali) si è avuta una produzione pari a circa 141.625 persone concentrata nei giorni 25/26 settembre. I risultati. Ciclo-compostaggio: in totale, secondo i dati di Hera che ha effettuato il trasporto degli svuotamenti dei cassonetti di materiale organico ed indifferenziato, sono stati

avviati all’impianto di compostaggio “rifiuti” tra le 40-45 tonnellate. A smaltimento indifferenziato invece 5,1 tonnellate. I dati forniti dal Centro Riciclo Vedelago invece parlano di 10,54 tonnellate di materiale riciclabile e trasformabile raccolto in maniera differenziata. Di questi: 2.920 kg di carta-cartone conferiti alle cartiere (prezzo di mercato 86 €/ton) ,60 kg di nylon (prezzo mercato 240 €/ton), 894 kg alluminio /acciaio (prezzo medio 422 €/ ton), 2.137 kg di Pet (445 €/ton) - Pet ossia polietilentereftalato, utilizzato per la produzione di flaconi, bottiglie e contenitori per liquidi e altro - , 4.320 kg di vetro (42 €/ton), 100 kg di legno (110 €/ton), 110 kg di materiale di “secco riciclabile”, (160 €/ton). Il valore del materiale conferito al Centro Riciclo Vedelago è stato di circa 2.000 euro. Riciclare 4.320 kg di vetro, ha permesso di risparmiare per la produzione di nuovo vetro 5.184 kg di materie prime. Se si considera che per produrre 1 kg di alluminio riciclato si utlizza 0.7 kWh e invece 14 kwh se prodotto con materie prime, si sono risparmiati 11.890 Kwh. Per produrre una tonnellata di carta da materia prima si tagliano 15 alberi e si usano 440.000 litri acqua, 7600 kwh. Se la carta è invece riciclata: 0 alberi, 1800 litri acqua, 2700 kwh. Woodstock 5 Stelle ha salvato 43 alberi e fatto risparmiare 1.270.780 litri d’acqua, 14.210 Kwh. La produzione di Pet è stata limitata al 3,77% dei “rifiuti”, solitamente rappresenta il 10% dei rifiuti, ha fatto risparmiare 6.000 kg di Pet, la cui produzione avrebbe richiesto 105.000 litri di acqua e provocato emissioni in atmosfera pari a 240 kg di idrocarburi, 150 kg di ossidi di zolfo, 108 kg di monossido di carbonio e 13.800 kg di anidride carbonica (CO2).”


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L’incontenibile successo di “Allakatalla” su Radio Studio Centrale Intervista al suo mattatore Giuseppe Castiglia

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llakatalla, termine greco che significa “tutto e niente”, “quantità indefinita”, “altro e altro ancora”. Ma Allakatalla ha ormai assunto un altro significato, per così dire, moderno: è il nome della trasmissione radiofonica più seguita in Sicilia nella storia della radio. E il successo del programma, in onda su Radio Studio Centrale dal lunedì al venerdì, dalle 11.30 alle 14, non sortisce battute d’arresto. Mattatore indiscusso Giuseppe Castiglia, affiancato brillantemente dal direttore artistico di RSC Fabio Formosa. Giuseppe, Allakatalla si conferma un trionfo. Il segreto di un format vincente? «Credo sia la spontaneità con la quale ogni puntata viene affrontata, il fatto che non ci siano testi e copioni scritti prima. Lo spunto per le gag o gli argomenti ci viene dato dagli stessi ascoltatori che interagiscono con noi tramite diversi canali (internet, sms ecc.). Potremmo dire che gli ascoltatori sono i nostri “autori”. In questa maniera io mi diverto tanto, Fabio Formosa un po’ meno visto che deve spesso appoggiare le argomentazioni senza ovviamente sapere dove andremo a finire. Però, in fondo, anche lui si diverte». La trasmissione è una fucina di “storici” e nuovi personaggi stereotipati da te interpretati, che ormai hanno conquistato un pubblico di tutte le età.

di Tiziana Campo

«I personaggi “storici” hanno ormai consolidato la loro posizione all’interno della trasmissione e della mente degli ascoltatori. Mi riferisco a Nunzia che, tra i lavori svolti per sbarcare il lunario, si è stabilità a casa mia in qualità di baby sitter; a Jonathan e ai suoi “particolari” amici, con disavventure annesse; a Jachino, il muratore che gira il mondo insieme ai suoi fedeli collaboratori in cerca di appalti di un certo livello. Personaggi che addirittura hanno contribuito col loro linguaggio a un nuovo gergo parlato che prende sempre più piede non solo nella nostra città. Ma non mancano le novità, a partire da Genny Procida, cantante neo-melodico di stile partenopeo che sostiene di aver scritto lui alcune tra le più belle canzoni del panorama musicale e ne ripropone le versioni, a suo dire, originali. Poi c’è “Radio Varagghi” che si inserisce sulle frequenze di RSC abusivamente e trasmette quello che gli pare, con Gesualdo FM alla consolle; per non parlare di Agatino Catania tifosissimo rossazzurro, tanto tifoso da avere una figlia di nome “Alessia Catania” che affettuosamente

chiama “Alè Catania”. E ancora i personaggi che escono direttamente dalla sms-line come Gregory il panettiere, Oliver il ristoratore e altri. Insomma ce n’è per tutti i gusti». Il pubblico è protagonista di Allakatalla. Cosa significa per te instaurare un rapporto così stretto con i tuoi ascoltatori? «Il rapporto col pubblico, come avviene spesso dalle nostre parti, è particolare, fatto di affetto e calore, che si manifestano anche con la presenza fisica in studio: non rimaniamo mai senza cipolline e arancini caldi innaffiati da chinotto gelato. Personalmente credo che anche questa sia un’arma vincente della trasmissione, la possibilità di un’interazione quasi “familiare” tra emittente e ascoltatori». Grande il tuo coinvolgimento in tema di sicurezza e prevenzione stradale. Sei testimonial dell’associazione SaperexGuidare e parteciperai all’evento un “Gol per la vita”. L’importanza per te di simili progetti? «Saperexguidare è un progetto che abbracciai tanti anni fa e che vorrei seguire più da vicino, soprattutto quando si va nelle scuole a parlare faccia a faccia con i giovani, cercando di far capire loro quanto sia importante la vita e quanto basti poco per perderla. Purtroppo col mio lavoro è difficile essere fisicamente presente agli incontri, ma spesso approntiamo dei collegamenti telefonici con le scuole che ci permettono almeno di fare un saluto agli studenti, grazie sempre al lavoro incessante di Giovanni e Antonella Calì». Coinvolgimento del pubblico e improvvisazione allo stato puro, conditi con risate, allegria, divertimento e fervida fantasia. Questa la ricetta del successo di Allakatalla.

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mienti, siamo ancora qui; e non è solo il tedio che ci impedisce di andar via. Le cose sono cambiate e stanno cambiando in peggio, e se arriva qualche cosa di nuovo la si guarda con sospetto, invidia, fastidio. Alla fine, e non è retorica, si risalirà; e forse riusciremo a dare alle future generazioni quello che a noi è stato tolto».

Catania vista da chi la vive di Stefania Patanè

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ual è la reale condizione della città di Catania? Tralasciando classifiche ufficiali sulla vivibilità in Italia - che ci attestano agli ultimi posti - e non contemplando le dichiarazioni di chi ricopre cariche istituzionali, vogliamo cercare di "fiutare" l'effettiva opinione di chi questa città la vive quotidianamente, da studente, lavoratore, cittadino. Diamo voce ai giovani. Valeria 27 anni, studentessa Catania «Le prime parole che mi vengono in mente? Trasporti carenti, abusivismo, delinquenza. Con il problema dei mezzi pubblici ci combatto ogni giorno. Per raggiungere la mia facoltà, in C.so Italia, sono costretta a prendere l’autobus con un tempo medio di percorrenza che va dai 45 minuti all'ora e mezza; e non abito dall’altra parte del mondo. I parcheggiatori abusivi agiscono indisturbati ovunque e ad ogni ora, autonominandosi padroni della zona. I cambiamenti li ho visti ma tutti in peggio. Villa Bellini e via Etnea sono in mano a delinquenti e ragazzetti malintenzionati, specie il sabato pomeriggio. La sporcizia regna sovrana; l'inciviltà è dilagante. L'amministrazione concretamente fa poco. E le pattuglie miste che passeggiano in Via Etnea inutilmente? Perché non si appostano nelle traversine poco più distanti dove si nascondono i veri pericoli? Il degrado di cui si parla è reale. Catania ad oggi rimane una città potenzial-

mente eccellente, ma concretamente disastrata. Penso sempre ai turisti che arrivano qui e mi viene lo sconcerto immaginando la pubblicità pessima che poi faranno ai servizi da noi offerti, se confrontati con quelli esistenti nei loro bei paesini puliti e civili». Dario 28 anni laureato e impiegato - Catania «Catania apparentemente, per noi che ci siamo nati e vissuti, è una città vivibile e piacevole. Lo ribadiamo quando per poco tempo ci spostiamo in altre località e non troviamo quello che per noi è quotidiano: non troviamo il cibo da strada (la "tavola calda") che ti riempie con meno di due euro; il panino del paninaro; il sole che anche quando fa freddo ti riscalda; quel mare misterioso e quieto; a muntagna che ci sorveglia e che in fondo anima tutti noi. La nostra è una città che può darci tanto e ci manca visceralmente; una città in cui è piacevole farsi coccolare. Ma se restiamo in quelle località "altre" per un po' più di tempo, scorgiamo altre cose che, seppur impareggiabili rispetto alle comodità tipicamente catanesi, sono più affini al concetto di vivibilità, civiltà e condizioni di vita adeguate. Ho vissuto per 5 anni lontano da Catania e per altri due anni ho fatto la spola con altre città italiane: amo Catania, ma non è una città vivibile. Lentamente negli anni si sta spegnendo. A volte sembra risorgere: barlumi di novità sembrano rianimarla; ma come le eruzioni della nostra montagna, il fuoco che ci affascina all'improvviso celermente si spegne e rimane

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sciara che ci sorregge, ma che è pur sempre sciara: terra estremamente fertile ma difficile da coltivare. Questa è la nostra città: un potenziale umano splendido, variegato, che difficilmente si riesce a coltivare; una terra dove si semina a fatica e si raccoglie raramente. Non c'è lavoro, apertura culturale, infrastrutture, servizi, mezzi, trasporti; non c'è rispetto per il bene comune; nè possibilità per agevolare la vita dei disabili; non c'è informazione, conoscenza della tutela ambientale; non c'è umiltà e non c'è voglia di fare e soprattutto di cambiare le cose. Eppure io son tornato, con la voglia di provare anche io a seminare e coltivare. A volte la voglia scema e la stanchezza o forse l'apatia con la quale ci si scontra incominciano a divorare da dentro. Eppure io e tanti altri, anche quanti sono ancora dor-

Viviana 29 anni studentessa di Siracusa ma vive a Catania «Sono una studentessa fuori sede, vivo a Catania stabilmente da 5 anni. La città gode nel mio cuore di un posto privilegiato per affetti creati, luoghi piacevoli, fervore culturale, per il paesaggio che dalla mia finestra mi permette di ammirare l’immensità del mare e la bellezza dell’Etna. Ma le pecche sono troppe: prima fra tutti, la situazione di degrado ambientale e la scarsa sicurezza. I cittadini vivono la città non come la propria casa. Si convive con qualunque difficoltà come fosse normalità, ci si abitua all’indifferenza nei confronti di un evidente degrado. Nella tristezza di queste condizioni di quasi povertà vige la mia amarezza nei confronti dello sfarzo più esagerato che si esprime, ad esempio, nei giorni della festa di Sant'Agata. A Catania ci sono luoghi che non appartengo a qualunque cittadino, ma sono la residenza dorata delle attività illecite, senza alcun controllo pubblico. Catania è una miniera di bellezza non sfruttata. Solo la consapevolezza e l’agire con politiche e strumenti adeguati possono restituite coerenza alla sua meraviglia, ma soprattutto mutare le condizioni in opportunità di crescita e sviluppo».


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Separazione e Sindrome di Alienazione Parentale Conflitti tra coniugi e disturbi comportamentali nei figli

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l percorso di separazione coniugale è una fase difficile e faticosa, quasi sempre condizione di stress e di tensioni. La possibilità che la separazione diventi lo scenario di vissuti negativi e comportamenti disfunzionali è davvero molto alta, dal momento che i partners si trovano coinvolti in un processo decisionale continuo sulla propria vita, sul rapporto con i figli. Proprio per la consapevolezza della potenzialità distruttiva di queste situazioni, soprattutto per i minori coinvolti, negli ultimi anni, si è diffuso ed affermato, a livello nazionale e comunitario, il concetto di bi-genitorialità come diritto soggettivo dei figli. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea riconosce espressamente, fra i diritti dei bambini, il diritto ad intrattenere relazioni personali con entrambi i genitori: per cui il principio di bigenitorialità, riconosce al figlio di genitori separati il diritto naturale di mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori. Questo concetto trova il proprio referente normativo nella legge 54/2006 che, rivoluzionando il diritto di famiglia, ha introdotto il principio della ‘condivisione genitoriale’, che vede gli operatori del settore ( avvocati, psicologi, mediatori familiari, assistenti sociali) impegnati nell’affrontare problematiche che, oltre al mondo del diritto, coinvolgono principi etici, sociali e culturali relativi alla posizione del minore nella famiglia e nella società in cui vive. In fase di separazione, in particolare se non è consensuale, le coppie entrano in tribunale con un altissimo livello di conflittualità, che non si attenua minimamente, semmai al contrario si acuisce, quando viene decisa la modalità di affidamento dei figli ai genitori. Quest’alta conflittualità emotivo-relazionale può creare danni enormi ai figli, che possono reagire mettendo in atto comportamenti

D.ssa Laura Monteleone Psicologa – Psicoterapeuta/Gruppoanalista www.monteleonedrlaura.it Avv. Concetta Angela Casella Avvocato esperto in diritto dei minori e della Famiglia Ketty.casella@libero.it

anomali o patologici, in particolare verso uno dei due genitori. Per tale condizione, sempre più spesso oggi nell’ambito delle consulenze tecniche, compare il termine “P.A.S.”, dall’acronimo di Parental Alienation Syndrome o S.A.P (se letta in italiano),”sindrome di alienazione genitoriale”. Secondo questa teoria, il figlio di genitori separati comincerebbe a nutrire astio e disprezzo nei confronti del genitore lontano, a causa delle manipolazioni della sua volontà da parte del genitore affidatario. A parlare per primo di questa condizione e a definirla “patologica” fu - secondo quanto viene generalmente citato in letteratura- lo psichiatra americano Richard Alan Gardner, figura molto controversa e discussa, autore di molti saggi sull’argomento. Gardner definì la Pas ”un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. In questo disturbo, un genitore (alienante) attiva un programma di denigrazione contro l’altro genitore (alienato)”.

La Pas in Italia, è una condizione citata in ambito giuridico, ma dal punto di vista psicologico invece non è ancora considerata una patologia vera e propria. I disturbi comportamentali espressi da un minore nell’ambito di una separazione genitoriale devono essere letti all’interno di un “processo” che determina cambiamento ed evoluzione delle relazioni familiari sul piano coniugale, su quello genitoriale e su quello riguardante l’ambiente esterno, la famiglia d’origine e gli amici. Più coerentemente la Pas dovrebbe essere trattata come un comportamento scorretto da parte di un genitore, che potrebbe creare disagi esistenziali al figlio, ma non necessariamente espressione di una patologia psichiatrica. In realtà, ciò che appare disfunzionale per il sistema famiglia, è arrivare alla separazione con un conflitto coniugale ancora aperto, e ciò rende ciechi i genitori dei bisogni effettivi ed affettivi dei propri figli. Quando i genitori non riescono a superare la crisi personale innescata dalla separazione e quindi a trovare dentro di sé motivi di autostima, hanno bisogno di definire il coniuge negativamente e quindi di definirlo “inidoneo” nel ruolo genitoriale. Da qui la sempre più frequente denigrazione dell’altro genitore agli occhi del figlio e la richiesta, formulata in modo più o meno esplicito, che anche il figlio contribuisca a tale definizione scegliendo lui come unico genitore. Per poter gestire il conflitto emergente dalla separazione è in realtà necessario che la coppia attui un’elaborazione del fallimento del proprio legame, vale a dire il divorzio psichico. Contemporaneamente a livello genitoriale è necessario che gli ex coniugi continuino a svolgere i ruoli di padre e madre e a riconoscersi come tali ed instaurare un rapporto di collaborazione e cooperazione per tutti gli aspetti che riguardano l’esercizio della genitorialità.

LUCIA MANGANO

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Energia nucleare: il 12 e 13 giugno non disertiamo il Referendum

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icordate quello spot trasmesso a dicembre su tutte le televisioni nazionali che usava la metafora della partita a scacchi in cui due opposte “fazioni” - una favorevole al nucleare e l’altra contraria - si affrontavano? Bene, quello spot non lo vedrete più. Dopo le numerose proteste di Greenpeace il Giurì dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha bloccato la messa in onda dello spot promosso dal Forum Nucleare, perché “ingannevole”. Greenpeace si era, da subito, informata su chi fossero i finanziatori dell’iniziativa, che furbescamente non venivano indicati all’interno dello spot. Poco male perchè è facile intuire a quale mulino lo spot voleva tirare acqua. Tra i soci del Forum Nucleare (ufficialmente un’associazione no-profit) troviamo i nomi noti dell’industria nucleare: Enel, Edf (Électricité de France), Ansaldo Nucleare, E.On Italia.

di Giulia Calì Sono loro ad aver investito i 6 milioni di euro necessari per “stimolare” il dibattito nelle case degli italiani. Sempre secondo Greenpeace, è molto facile smascherare le bugie che si celano sotto questo messaggio promozionale. Infatti nonostante lo spot dichiari che «tra 50 anni non potremo contare solo sui combustibili fossili», non dichiara che anche l’uranio è destinato ad esaurirsi nel giro di pochi decenni. Lo spot continuava affermando che «le fonti rinnovabili non bastano» mentre, di contro, analisi dell’Ue e dell’industria dimostrano che uno scenario energetico totalmente basato sulle rinnovabili è realizzabile. Per quanto invece riguarda le scorie, secondo la voce pro nucleare, quelle che verrebbero a prodursi sarebbero poche, «una pedina a testa» e «si possono gestire in sicurezza». Peccato che se si sommano le teste si ottengono tonnellate di scorie e che in nessuna parte del mondo, dopo 60 anni e miliardi di dollari di investimenti, sono riusciti a sviluppare una gestione in sicurezza delle sco-

rie. Inoltre non esistono ancora reattori nucleari intrinsecamente sicuri: infatti, anche se ben progettato, un reattore nucleare è vulnerabile ai terremoti. La centrale nucleare di Fukushima, con i danni subiti a seguito delle scosse che hanno recentemente colpito il Giappone, è un esempio evidentissimo. Da non dimenticare, poi, che l’Italia è un paese ad elevato rischio sismico. E da non sottovalutare anche un altro “piccolo” neo in materia: i tumori e le leucemie infantili sono in aumento in prossimità dei reattori, che anche durante il loro normale funzionamento rilasciano sostanze radioattive sia in aria che in acqua. E ancora: le centrali nucleari rappresentano degli obiettivi “sensibili” per il terrorismo e non esistono sistemi di protezione in caso di incidenti aerei. Inoltre dovremmo ricordarci che col referendum abrogativo del 1987 è già stato sancito l’abbandono, da parte dell’Italia, del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico. Il 12 e 13 giugno, saremo chiamati ad un altro referendum, per decidere sul nucleare in Italia. Detto questo...tu da che parte stai?

«Le emozioni non hanno barriere» di Tiziana Campo

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uando sei in volo non hai termini di paragone con la cosiddetta “normalità”. Riacquisti un senso di libertà pieno e ti accorgi che lassù siamo tutti uguali e che abilità e disabilità sono la stessa cosa». A dirlo è Andrea Marchese, primo pilota disabile in carrozzina di aerei ultraleggeri dell’Italia meridionale della “Scuola Etnafly Angelo D’Arrigo”. Il trentunenne catanese, da sei anni costretto in carrozzina a seguito di un incidente in moto, ha partecipato a un progetto dell’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali), sezione di Acireale, per far conoscere e sperimentare il volo sportivo a quattro ragazzi disabili di 5 regioni, tra cui la Sicilia. Dopo sva-

riate selezioni e ore di teoria e pratica, Andrea ha così conseguito gratuitamente l’attestato di volo, seguito dagli istruttori di volo da diporto sportivo Nicola Chimisso e Giovanni Marano, entrambi della scuola Etnafly. «Ho praticato molte attività sportive dopo l’incidente - spiega - dal paracadutismo al parapendio, dallo sci, alla subacquea. Ho partecipato a numerose maratone e ho fatto atletica diventando campione nazionale dei 100 mt in carrozzina. Tutti gli sport sono belli ma nessuna disciplina mi ha mai regalato emozioni paragonabili al volo. Ho molti progetti in mente, per tutti un comune denominatore: trasmettere a chi ha problemi fisici - continua - la voglia di cimentarsi in attività che potrebbero sembrare off limit, di provare forti emozioni. Volando i problemi si vedono dall’alto e possono essere appianati, anche se solo momentaneamente.

Ministero del Turismo

Regione Siciliana

Da sinistra: l'istruttore Giovanni Marano, Andrea Marchese e l'istruttore Nicola Chimisso

Lassù il mondo è diverso: il gradino che non ti fa muovere liberamente non esiste; le barriere che ti rendono diverso dagli altri non le trovi. E quella rabbia con cui, da disabile, ti confronti ogni giorno sparisce. Vedere l’orizzonte, osservare spazi aperti ti regala pace e tranquillità. Le emozioni non hanno barriere perché mettere barriere alle emozioni?»

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La più importante esposizione del versante Ionico della Sicilia


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Ogni sabato alle 15.00 riparte l'allegria di “Quei favolosi anni...” Ruggero Sardo e Carmelo Caccamo in uno show radiofonico spensierato

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gi sono cascati nella trappola ed anche quest’anno non mancheranno vittime illustri! Inoltre saranno improvvisati duetti musicali in diretta e all’ormai tradizionale spazio novità, dedicato alla musica emergente, si alterneranno alla presenza in studio di importanti ospiti. Durante la settimana tutte le radio del Gruppo Radio Amore trasmetteranno pillole del“Meglio di...”, con i più bei sketch della coppia di conduttori. Il pubblico sarà protagonista: potrà interagire inviando sms, e-mail o scrivendo sui social network. I messaggi più simpatici saranno premiati dai conduttori! Questi sono solo alcuni degli ingredienti che caratterizzano “Quei favolosi anni…”, un radio show spensierato che dona il sorriso: ascoltare per credere!

itorna sulle frequenze del Gruppo Radio Amore “Quei favolosi anni...”, lo splendido show radiofonico dedicato ai grandi successi della musica anni ’60, ’70, ’80 e ’90, senza trascurare le hit del momento. Il noto showman Ruggero Sardo e la “sig.ra Santina”, interpretata dal bravissimo Carmelo Caccamo, saranno ogni sabato alle 15.00 su Radio Amore Italia, in compagnia delle radioascoltatrici e radioascoltatori per trascorrere momenti di grande divertimento ascoltando insieme ottima musica. La simpatica Santina darà come sempre il meglio di sé raccontando le proprie “avventure”. E che dire delle fantastiche imitazioni di personaggi famosi e degli scherzi telefonici di Ruggero? Già in passato importanti personag-

Serenusa Happiness Village 2011, la vacanza per tutte le esigenze

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al 2 al 5 giugno la nuova e confortevole struttura del Resort 4 Stelle “Serenusa Village”, sita a Licata (AG), ospiterà un evento organizzato da Appear srl, il “Serenusa Happiness Village 2011” III edizione. Appear srl - collaudata società di eventi e comunicazione il cui amministratore è Fabio Caltabiano - si è saputa ritagliare un importante spazio nel settore collaborando con enti pubblici e clienti privati per manifestazioni di rilievo come la Sagra Internazionale del Carciofo di Ramacca (Ct) o l’Estate Puntese di San Giovanni La Punta (Ct). Tra gli eventi organizzati da Appear srl, grande successo hanno riscosso le due edizioni consecutive del “Panarea Happiness Island”, sulla bellissima isola di Panarea, trasformata per l’occasione in un vero e proprio villaggio riservato ai partecipanti della manifestazione. Quest’anno verrà spostata

al Serenusa Village di Licata (AG), dove si svolgeranno molteplici attività volte a soddisfare le esigenze più disparate dei partecipanti. Sport, wellness, cabaret, disco music, animazione, mare, sole e tanto divertimento per un soggiorno esclusivo. Appear srl ha “reclutato” un numeroso staff di collaboratori tra istruttori sportivi, animatori, dj e artisti. Gli sportivi potranno quindi praticare ogni giorno attività come calciotto e calcetto, tennis, basket, pallavolo, beach volley, nuoto, acqua gym, trx, campi di bocce, tiro con l'arco, ping pong ed una grande area fitness con spinning, step, aerobica, e poi ancora balli di gruppo, yoga e pilates. E per chi ama gli sport sul mare, è possibile praticare vela, windsurf e canoa. Mondanità e divertimento grazie agli aperitivi a bordo piscina e happy hour in spiaggia, con animazione e musica. Due spettacoli di cabaret con protagonisti i comi-

ci siciliani Carlo Kaneba e Massimo Spata, presentati da Sabina Rossi. E ogni notte fino all’alba otto dj provenienti da tutta la Sicilia si alterneranno alla consolle della discoteca in spiaggia: guest star dj sarà Vincenzo Calea from Ti.Pi.Cal, protagonista da decenni della scena dance mondiale. Il Serenusa Happiness Village è una manifestazione organizzata nel minimo dettaglio e strutturata con diverse attività per poter offrire ai suoi ospiti una tipologia di soggiorno esclusivo, in cui ogni partecipante può costruire la propria vacanza, giorno dopo giorno, in base alle personali esigenze e aspettative. Gli sportivi doc, gli amanti della mondanità e della buona musica, o semplicemente coloro che vogliono rilassarsi in riva al mare su una splendida spiaggia attrezzata, troveranno al Serenusa Happiness Village l’ideale formula “vacanza” a partire da € 159 in pensione completa.


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«Africa continente in guerra. Cosa sta succedendo?»

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a lettura di uno stralcio del poema “Solo andata” di Erri De Luca, il drammatico viaggio di un gruppo di emigranti clandestini verso i porti del nord, interpretata dall’attore e regista Alfredo Lo Piero, ha aperto la conferenza Africa continente in guerra. Cosa sta succedendo?, organizzata dal presidente dell’Asse Afro-Mediterraneo l’avv. Corrado Labisi, presso l’Hotel Nettuno di Catania. «Libia, Algeria, Eritrea, Angola, Congo, Ruanda, Tunisia, Zimbabwe, ogni giorno in Africa i conflitti si moltiplicano in maniera esponenziale – ha spiegato Labisi – perché a tutto il mondo fanno gola le ricchezze africane. Anche

a cura dell'Ufficio stampa Ass. Inter. Asse Afro-Mediterraneo la Costa D’Avorio vive la stessa situazione ormai da mesi, con una guerra civile in corso, e dalla Sicilia noi vogliamo dare il nostro sostegno ai fratelli africani.» Presenti alla tavola rotonda Pierre Yere Lobougnon, Ambasciatore presso l’Onu e portavoce del presidente della Repubblica Costa D’Avorio Laurent Gbagbo, il diplomatico Mireille Dibero Anokoua e il

giornalista Jacob De Mel. «Dobbiamo bloccare la risoluzione presentata dalla Francia all’Onu che sta cercando di creare le condizioni per attaccare militarmente la Costa d’Avorio», ha dichiarato Pierre Yere Lobougnon. «Noi non siamo venuti qui a piangere, perché la Costa D’Avorio è il paese più ricco e sviluppato di tutti i Paesi francofoni dell’Africa. La nostra è una ri-

chiesta di cooperazione, per creare un partenariato che ci aiuti a rilanciare le imprese e che possa sbloccare l’embargo voluto dalla Francia, specialmente sui medicinali.» Totale isolamento economico con chiusura del porto di Abidjan, embargo sui prodotti locali e sulle medicine che sta portando la popolazione ivoriana a morire, anche solo a causa delle mancate vaccinazioni, vere e proprie sanzioni antiumanitarie adottate dalla Francia ai danni della Costa D’Avorio, questa la situazione illustrata dai relatori ed enfatizzata dalle agghiaccianti immagini che documentano tensioni, scontri armati e guerriglie quotidiane.

Club Centro Studi Danza Valverde «Insegnamo la danza con la tecnica e col cuore»

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bbiamo fatto della nostra passione un lavoro, per diffondere e inculcare l'amore che nutriamo per la danza», parola di Maria Letizia Luca, con Loredana Guttà, titolare e maestra di danza del Club Centro Studi Danza Valverde; da sette anni un punto di riferimento per chi vuole coltivare questa splendida disciplina che per Mata Hari rappresenta “una poesia in cui ogni parola è un movimento”. Dalla danza classica, alla danza moderna; dall'hip hop (I e II livello) al latino americano; dai balli di gruppo al caraibico, passando per la breakdance - sia baby che adulti - e per la danza contemporanea. Un'ampia scelta di specialità che può offrire solo chi,

di Tiziana Campo come Loredana e Maria Letizia, vanta alle spalle anni di studio serio e dedito. «Studiamo dall'età di tre anni - puntualizza Maria Letizia Luca - pian piano ci siamo specializzate: io in latino americano e hip hop, Loredana in danza classica e hip hop. Non ci siamo improvvisate maestre di danza: abbiamo preso un attestato qualificato dal Coni per l'insegnamen-

to e ogni anno ci aggiorniamo, partecipando a stage in giro per la Sicilia con personaggi di spicco del settore, tra cui Rossella Brescia, Ilir, Kledy e Kriss, per citarne solo alcuni. Abbiamo fatto anche parte del tour della trasmissione “Insieme”, lavorando con Salvo La Rosa e Giuseppe Castiglia». «La danza per noi è rispetto, dedizione, educazione, disciplina - sottolinea Maria Letizia - non basta solo entrare in sala e insegnare a ballare, è necessario farlo instaurando un rapporto umano. La nostra è una scuola di danza, ma anche una scuola di vita. Abbiamo dai bimbi di 3 anni fino ai ragazzi di 18-20 anni, altrechè allievi adulti, e invitiamo tutti a ballare con passione e a portare rispetto. La nostra scuola è una

famiglia, una seconda casa per i nostri ragazzi. Li accogliamo a braccia aperte e insegnamo loro con la tecnica e col cuore». Sfatando un luogo comune che vorrebbe la danza una disciplina prettamente femminile, al Club Centro Studi Danza Valverde molti sono i maschietti che si avvicinano a questa disciplina, facendone una passione. Due ampie sale da ballo, spogliatoi confortevoli, accoglienza calorosa, professionalità e passione al motto “non smettete mai di sognare” o “non mollate mai” vi attendono al Club Centro Studi Danza.


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La strenua resistenza dei piccoli esercizi commerciali

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egastore», «Ipermercati», «Centri commerciali», termini ormai all'ordine del giorno, entrati nella cultura, negli usi e nei costumi di ciascuno di noi. Magnificenza, atmosfera ovattata, musica di sottofondo e una miriade di negozi e articoli di ogni genere, per tutti gli sfizi, in nome del consumismo più esasperato, Il tutto concentrato in un'unica grande struttura dotata di ogni confort. La grande distribuzione organizzata ha cinturato Catania, offrendo certo

di Tiziana Campo nuova occupazione - spesso con contratti precari, interinali, a termine ecc. - ma portando anche alla chiusura di numerose piccole e medie attività commerciali, frutto della microimprenditorialità dei piccoli esercenti e del loro coraggio. Una triste scia di saracinesche abbassate e di impegno infranto. Si stima che per ogni posto di lavoro nei grandi centri commerciali, se ne perdono 8 nei piccoli esercizi.

Un danno economico, certo, ma anche una perdita di valori e di piccole ma grandi cose: la visione di scorci di città, piuttosto che una volontaria e piacevole reclusione in gabbie di cemento che in alcuni casi vorrebbero ricalcare i viali all'aperto; per non parlare del rapporto umano e di fiducia tra cliente e commerciante, con un'attenzione nei confronti del consumatore che viene considerato e coccolato nei suoi acquisti, senza che venga trattato come una goccia nel mare del marketing

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