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Anno I - Numero 0 - 8 Settembre 2017. In attesa di registrazione. Distribuzione gratuita presso i nostri sponsor e nelle migliori edicole di Catania e provincia. © Tutti i diritti riservati: è vietata la riproduzione, anche parziale di testi e foto
Fanzine dei Tifosi Rossazzurri © Foto Nino Russo
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Cristiano Lucarelli La sfida di un passionale
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Cavallo pazzo
Intervista all’ex difensore rossazzurro Roberto Ricca
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Il poster del Catania La squadra che affronterà il prossimo campionato
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Fanzine dei Tifosi Rossazzurri
2 • 8 settembre 2017
L’Editoriale di Giovanni Giacchi
La sfida di un passionale
© Foto Nino Russo
Q
uando Lucarelli decise in pochi minuti di lasciare il Torino e i soldi dell’ingaggio per tornare a giocare nella sua Livorno, capimmo chi era Cristiano: un generoso istintivo, appassionato del suo mestiere prima che del business che si cela dietro. “Tenetevi il miliardo” è diventato un libro di successo. Sono passati quasi quindici anni, ma le motivazioni di Lucarelli sono le stesse – dove c’è una grande sfida, eccolo comparire. L’allenatore giusto per una Catania avvilita dalle recenti vicende sportive (e non solo), capace di ridestare l’entusiasmo in una capitale del calcio. Fra l’altro, Lucarelli giocherà d’attacco, come ha fatto in tutta la sua vita, proponendo un 3-5-2 modulo diverso dal 4-3-3 di stagioni memorabili, di quella trionfale di Pasquale Marino in ascesa verso la A, alle indimenticate performance spettacolari di Mihajlovic, Montella e Maran. Da giocatore, Lucarelli cresce nel Perugia, dove vince un campionato Primavera, poi esplode a Cosenza in serie B dove contribuisce alla salvezza dei calabresi e si merita la convocazione di Cesare Maldini nella Nazionale Olimpica per i giochi di Atlanta. A Parma di passaggio, va a Padova – dove tra i pali giocava Walter Zenga – dove segna molto e poi all’Atalanta. Gioca bene e realizza, ma solo all’estero, con il trasferimento a Valencia, cominciano a capire il valore del centravanti. La squadra spagnola è allenata da
Claudio Ranieri. A Lecce, alle soglie del Duemila, mette in rete 27 palloni e diventa il miglior puntero in serie A della squadra salentina. È il momento del Toro. Segnerà un gol importantissimo in un derby, ma rifiuterà i colori granata per andare in B e riportare gli amaranto del Livorno in serie A. Compiuta la missione nella città natale, va in Ucraina allo Shakhtar Donetsk e poi al Parma: la sua carriera sembra stia già declinando, nonostante il ritorno anche a Livorno. E invece lo chiamerà il Napoli, dove però è in agguato la mala sorte: alla seconda partita, in Europa League contro l’Utrecht, si infortuna, lesione del legamento crociato anteriore e stop forzato di quattro mesi, che di fatto (passerà un’altra annata nella città partenopea) chiuderà la carriera. Ha giocato anche in Nazionale, sia con Lippi che con Donadoni. Contro il Sudafrica segna una doppietta e tre saranno i gol siglati in azzurro. Da allenatore, vince con il Parma un titolo con gli Allievi nazionali, passa per Perugia, Viareggio e Pistoia, si cimenta in C col Tuttocuoio e con un Messina già problematico, tutte tappe necessarie per far esperienza sulla panca. Adesso è arrivata la sua grande occasione. In una città di buongustai del calcio, dove le vicende sportive si pesano e annusano, con una straordinaria passione popolare che dura tutta la settimana, si parrà la sua nobilitate.
Addio terzino d’acciaio Il Russo-azzurro di Alessandro Russo
S
e n’è andato uno dei più forti terzini di sempre. Si chiamava Giorgio Michelotti e, pur essendo nato a Bengasi e aver girovagato per l’Italia, è stato catanese di adozione. Qua si era fermato a vivere. Faceva parte di quel Catania che negli anni Sessanta affrontava tutti gli squadroni della massima serie senza timori reverenziali: è rimasta nella storia la partita con l’Inter con nerazzurri e rossazzurri entrambi in testa alla classifica. In Italia Michelotti giocò al Viareggio, poi a Vicenza e Como prima di raggiungere Catania. Marcò campioni del calibro di Josè Altafini, Jair e Omar Sivori; poi, da allenatore, una lunga gavetta, tutta siciliana, con Paternò, Riesi, Akragas e Folgore Castelvetrano; con il grande Guido Mazzetti sedette sulla panchina del Catania nella stagione 1981-82 per un breve periodo. Innamorato della città etnea, aveva stabilito a tempo debito che questo sarebbe stato il suo mondo: ci si fermò con la famiglia e lavorò anche in Comune dove era stato assunto. I tifosi non lo dimenticheranno.
Il Catania calcio e i suoi tifosi
L
adies and Gentlemen, in questa paginetta si parlerà d’una storia d’amore lunga quasi novant’anni. Tutto cominciò in pieno regime fascista, in un afoso pomeriggio datato 27 ottobre 1929. È la prima giornata della Seconda Divisione Sud, il quarto livello del calcio italiano. Nonostante l’opprimente calura, gremita è la tribuna del ‘Dopolavoro Ferroviario’ e dagli spalti rumoreggiano i tanti sostenitori. La S.S. Catania indossa una camiciola azzurra con striscia orizzontale rossa sul petto, ospita la Reggina e perde per 0-7: perdindirindina! Un anno dopo nello slargo di piazza Verga s’inaugura il “Campo dei cent’anni”. Per entrare si pagano 8 lire per la tribuna e 4 per il prato: i tifosi cominciano con fioretti e giuramenti. «Regalerei mille lire - promette uno - pur di vincere contro il Siracusa», «Oggi ho fatto 15 chilometri a piedi - gli risponde un altro - ho perduto l’autobus, ma sono venuto lo stesso al campo», «Tralascio la domenica di pranzare e litigo sempre con mia moglie» conclude un terzo. Ordunque i loro idoli si guadagnano la pagnotta, sudano la maglia e vincono le partite: il pubblico ordinatamente festeggia.
Così il ‘Littoriale’: «Al primo gol grandi applausi, al secondo manifestazioni di gioia frenetica con lancio di cappelli». «Hey Alessandro - mi rimbrotta Giovanni Giacchi - non avrai intenzione di raccontare roba del passato remoto e bonu chiu?». Il Direttore della fanzine Stadio Angelo Massimino ha ragione, passo di corsa agli ultimi anni di tifo rossazzurro, più o meno da quando ai piedi del nostro vulcano son capitati eventi che han scavato solchi profondi. Capitò che si retrocedette dapprima in B e poi in serie C (per illecito sportivo) e perfino che s’iniziò per due anni filati con pesanti penalizzazioni. Sciami di calciatori s’alternarono a un gregge d’allenatori e dirigenti: pochi i momenti elettrizzanti, supporter da un lato e squadra e società dall’altro. Se tra le fila della tifoseria fanno oggi capolino i disfattisti, altri non sono che coloro i quali chiedono un pizzico di rispetto. I cosiddetti ‘disfattisti’ son quelli che non fanno parte d’alcun cerchio magico, detestano le frasi fatte, tengono la testa piantata sul presente e reclamano chiarezza. In bocca al lupo, Catania.
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Fanzine dei Tifosi Rossazzurri
8 settembre 2017 • 3
Ex rossazzurri a cura di G. G.
Straordinario Cavallo Pazzo
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ei ancora conosciuto così perché quando correvi assomigliavi a un purosangue. E lo sei rimasto, sempre a difendere le tue idee, senza peli sulla lingua. Abbiamo incontrato Roberto Ricca, indimenticato difensore rossazzurro nelle stagioni 1996-97 e 1997-98 in Serie C2 (62 presenze e 4 reti) e ci ha raccontato della passione viscerale per Catania, che gli «è entrata nella pelle», lui novarese e proveniente dalle giovanili della Juve. Ricca è rimasto uno dei pochi del calcio di allora, quello dei suoi compagni di squadra Ciccio Pannitteri, Pasquale Marino, Maurizio Pellegrino, Alessandro Cicchetti, Orazio Russo, Patrizio Fimiani, il calcio pulito così diverso da quello di oggi. «Ho capito che i pregiudizi sono sbagliati e mi sono innamorato di questa città e della sua gente». Il suo scetticismo prima di arrivare a Catania. “Sono di fronte al box della Juventus. Sto aspettando che Luciano Moggi mi faccia entrare e mi comunichi la squadra in cui andrò a giocare. Arrivato il mio turno, Big Luciano mi dice più o meno così: «Ricca, quest’anno voglio vedere se hai le palle. Andrai a giocare al sud e precisamente a Catania». Lo guardo in faccia, deglutisco e gli rispondo: «No guardi direttore, non ci penso neanche. Io in un posto dimenticato da Dio come quello non ci metto piede». Non faccio in tempo a finire la frase che Moggi esplode: «Chi c…o ti credi di essere? Beckenbauer? O vai a Catania o ti faccio smettere» [...]. Ecco, penso, adesso mi fa prendere a calci nel sedere e a calcio ci giocherò col subbuteo (non c’era ancora la play-station). Moggi invece mi risponde con molta calma: «Vedi Ricca, non ci sono molte richieste per te. Se voglio ti posso piazzare in qualsiasi squadra, ma andresti solo a fare numero. A Catania, invece, cercano un giocatore con le tue caratteristiche, hanno preso informazioni e sono veramente interessati a te; oltretutto stiamo parlando di una squadra importante, seguitissima dai suoi tifosi, una piazza che ha veramente fame di calcio. E poi tu ci sei mai stato in Sicilia?». «No, è l’idea di andare a giocare nel profondo sud mi preoccupa non poco»[...]. Il primo approccio con la Società. “Alla fine accetto di parlare con i dirigenti, riservandomi di avere la possibilità di rifiutare il passaggio in rossazzurro. Ho quindi il piacere di fare la conoscenza di Angelo Russo, di Gianfranco Grasso e di mister Angelo Busetta. Angelo Russo rappresenta la proprietà. È il nipote del presidentissimo Angelo Massimino, deceduto nel mese di marzo di quello stesso anno. È un ragazzo dalla faccia pulita, i suoi occhi sono quelli di chi ancora non si è fatto “intaccare dal marciume e dagli intrighi del calcio”[...]. Non ha fatto nessun accenno su chi fosse suo nonno, io l’ho saputo in seguito. Questo particolare è secondo me molto significativo: tutti nel mondo del calcio sanno che Angelo Massimino è stato un personaggio quasi leggendario, il cui nome incute rispetto, ma lui non ha voluto be-
arsi con me di esserne il nipote e tantomeno ha cercato di far valere la sua illustre parentela per spingermi ad accettare il trasferimento; insomma ha giocato le sue carte senza barare e per questo motivo si è subito guadagnato la mia stima. Ho parlato poi con Gianfranco Grasso che all’epoca rivestiva il ruolo di consulente di mercato della società etnea. Persona gentilissima ed educata, Gianfranco mi ha parlato del grandissimo entusiasmo e della voglia di rivincita della piazza. Mi ha parlato del fatto che da qualche anno a Catania, si era insediata un’altra squadra, l’Atletico, che militava in C1 e puntava a divenire l’alter ego del Catania 1946 (quello vero per intenderci), ma che per i veri tifosi esisteva solo un Catania, quello di Massimino. Mi ha detto che la domenica ci sarebbero state migliaia di persone a tifare, che agli allenamenti la squadra era seguita da centinaia di persone e che anche nelle trasferte, lunghe o brevi che fossero, avremmo avuto un numero impressionante di tifosi al seguito. Una parte di me, quella più irrazionale, quella che vive di sensazioni, cominciava ad esaltarsi all’idea di vivere un’esperienza così stimolante. Quella più razionale invece, mi portava a pensare che le parole di Gianfranco fossero solo di convenienza per convincermi ad accettare il trasferimento; «Suvvia mi dicevo - non può esistere un posto al mondo che mette al primo posto il calcio e ne fa una ragione di vita e di riscatto sociale». L’incontro con il mister. “Infine ho conosciuto Angelo Busetta. Uomo di grande personalità, siciliano verace, Busetta aveva due baffoni lunghi, il volto abbronzato, un modo di parlare tutto particolare (un misto di siculo-italiano) e due occhi che scrutandoli bene, ti accorgi che ne ha vissute tante di situazioni, magari non sempre piacevoli, ma nonostante i modi risoluti e l’aria da duro, si percepisce che è
Il mitico Roberto Ricca con il figlio Gianmarco, tifosissimo del Catania, e il direttore del giornale, Giovanni Giacchi
un uomo di sani valori. Il mister mi ha spiegato come intendeva giocare, in quale posizione intendeva impiegarmi, e quali erano le qualità non solo tecniche che richiedeva ai suoi giocatori. Siamo entrati subito in sintonia. Nonostante i miei dubbi non si fossero dissolti del tutto, accetto comunque di sposare la causa rossazzurra e firmo per un anno. L’arrivo nella città etnea. “Atterrato a Catania mi dirigo verso l’uscita dei passeggeri in transito e noto due signori con un cartello che indica il mio nome. Faccio così la conoscenza di mister Franco Indelicato e di Stefano Merenda. Durante il tragitto dall’aeroporto alla città transitiamo lungo la zona del porto. Lungo la strada (trafficatissima), il mio sguardo è attratto da un muraglione nero, da alcuni carretti che vendono pesce appena pescato, da alcuni chioschi che scoprirò vendono seltz-limone e sale e mandarino e limone, bevande delle quali farò incetta al termine di ogni allenamento, quando dal campo farò la strada per Acitrezza. Transitiamo poi per la zona della stazione, del polo delle Ciminiere e tra me e me penso: «Strano, qua mi sento molto a mio agio, come se fossi a casa». Non è una sensazione facile da spiegare, ma è come quando il tuo animo è sereno e ti senti perfettamente calato nella realtà che ti circonda. A ripensarci adesso credo che ogni dubbio che mi aveva assillato prima di scendere in Sicilia, si sia dissolto dopo nemmeno un’ora che avevo messo piede in questa meravigliosa terra. Le visite mediche me le fa il dottor Filippo Conti, uno dei generi del presidentissimo Massimino (la sua figura aleggerà sempre nell’aria). Persona squisita e simpaticissima, con una grande passione per gli orologi, il dottor Conti mi “dichiara” abile e arruolato nella truppa rossazzurra. Prima di essere accompagnato all’hotel “I Malavoglia” di Acitrezza dove pernotterò prima di partire per il ritiro precampionato, ho il tempo di fare finalmente colazione. (1. continua)
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6 • 8 settembre 2017
Preview partita e squadra avversaria di Salvo Emanuele Precedenti favorevoli ai rossazzurri
Catania a caccia della manita Quattro vittorie degli etnei in tredici gare
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l confronto odierno tra Catania e Lecce, valido per la terza giornata di andata del campionato di Serie C 2017/18, sarà il numero quattordici in terra catanese disputato dal 1946. Il bilancio dei tredici precedenti – distribuiti tra Serie A, B e C – vede prevalere nettamente il segno X, uscito in otto circostanze: cinque 0-0 e tre 1-1, l’ultimo dei quali in massima serie, nel 2008/09, con reti di Paolucci per gli etnei e Castillo per i pugliesi. Quattro le affermazioni per i rossazzurri, a caccia della manita. Il primo successo dell’elefante dell’Etna sul lupo del Salento risale al 20 febbraio 1983, in cadetteria: secco 2-0 in virtù dell’autorete del leccese Pezzella e dal bomber Aldo Cantarutti. Vittoria importane verso la scalata della Serie A conquistata al termine degli spareggi romani contro Como e Cremonese. Vent’anni più tardi, esattamente il 2 febbraio 2003, Lulù Oliveira e Michele Fini (con una conclusione direttamente dalla bandierina del calcio d’angolo) regalano a mister Edoardo Reja la vittoria proprio nella gara d’esordio sulla panchina etnea; di Bruno Cirillo la rete dei pugliesi. Nel 2011, ancora in quel di febbraio, va in scena una gara da infarto piena di gol, emozioni e colpi di scena a ripetizione: rossazzurri in vantaggio con Matias Silvestre, rimonta giallorossa con le reti del brasiliano Jeda (ex sempre a segno contro il Catania) e Gianni Munari, controsorpasso catanese siglato da una straordi-
I PRECEDENTI 1974-75 Catania-Lecce 0-0
(Serie C)
1976-77 Catania-Lecce 0-0
(Serie B)
1980-81 Catania-Lecce 1-1
(Serie B)
1981-82 Catania-Lecce 0-0
(Serie B)
1982-83 Catania-Lecce 2-0
(Serie B)
1984-85 Catania-Lecce 0-0
(Serie B)
1986-87 Catania-Lecce 1-1
(Serie B)
2002-03 Catania-Lecce 2-1
(Serie B)
2008-09 Catania-Lecce 1-1
(Serie A)
2010-11 Catania-Lecce 3-2
(Serie A)
2011-12 Catania-Lecce 1-2 (Serie A) 2015-16 Catania-Lecce 0-0 (Lega Pro) 2016-17 Catania-Lecce 2-0 (Lega Pro) naria doppietta su punizione di Ciccio Lodi. Lo scorso 23 ottobre il poker etneo: un tiraccio di Gladestony Silva, una pregevole diagonale di Andrea Di Grazia e le grandi parate di Matteo Pisseri condannano il Lecce di Pasquale Padalino al primo stop in campionato. L’unico acuto salentino a Catania è datato 11 aprile 2012: vantaggio etneo con Bergessio, rimonta ospite con Corvia e Di Michele per il definitivo 1-2.
Catania-Lecce, quando la Serie A è di casa Trentadue campionati di Serie A in due, rispettivamente diciassette per gli etnei e quindici per i salentini. È questo quanto può offrire la storia e la tradizione calcistica di Catania e Lecce, due club che fino a qualche stagione fa – la 2010/2011 – si affrontavano in massima serie senza esclusione di colpi. Match di cartello del Girone C tra due delle quattro nobili decadute ad assaporare il paradiso calcistico italiano. Oltre a Catania e Lecce le altre due formazioni inserite nel raggruppamento meridionale della Serie C aventi un passato in Serie A sono Catanzaro e Reggina, rispettivamente con nove e sette stagioni.
Catania batte Lecce 4 a 2 Duelli interessanti degni di un ricco passato
C
uriale, Lucarelli, Conticchio e Vanigli da una parte, Rizzo e Di Piazza dall’altra. Se la gara tra Catania e Lecce dipendesse dal numero di ex in seno ai due organici il risultato finale sarebbe di 4 a 2 per i padroni di casa. Si parte dalla panchina, con mister Cristiano Lucarelli (attaccante dei salentini tra il 1999 e i 2001) coadiuvato da Richard Vanigli (23 presenze in Puglia) e, soprattutto, da Alessandro Conticchio protagonista in giallorosso dal 1997 al 2002 con pagine importanti scritte anche in Serie A. Sulla panchina dei pugliesi risponde Roberto Rizzo, leccese di San Cesario, passato sotto l’Etna come vice di Gigi De Canio (altro doppio ex) nell’amara stagione 2013/14. In campo, a seguire le orme dei vari Loriano Cipriani, Jeda e Orazio Russo, due attaccanti: Davis Curiale (4 reti in 26 gare nel Lecce 2015/16) e il palermitano Matteo Di Piazza, prodotto del vivaio rossazzurro a segno al Catania con la maglia dell’Akragas qualche stagione fa. Tanta roba, duelli interessanti, degni di un passato denso di personaggi memorabili che hanno fatto grandi cose sia con la maglia rossazzurra sia con quella giallorossa: i portieri Luca Anania e Emanuele Manitta (a Catania come preparatore); i difensori Elio Grani, Eliseo Croci, Vincenzo Marino, Walter Dondoni, Beppe Baronchelli, Alberto Malusci, Nicola Mariniello, Cristian Silvestri, Lorenzo Stovini, Antonio Mazzotta, Raffaele Schiavi, Stefano Ferrario e Leonardo Nunzella; i centrocampisti Guido Biondi, Angelo Pereni, Gennaro Delvecchio, Enrico Engel, Aldo Gavazzi, Osvaldo Biancardi, Giovanni Degni, Maurizio Raise, Ennio Mastalli, Piero Braglia, Claudio Bonomi, Mark Edusei, Fabio Caserta, Renato Olive, Manuel Coppola, Luigi Falcone e Matteo Pessina; gli attaccanti Giovanni Picat Re, Luigi Della Rocca, Graziano Pellè, Inacio Pià e Babù; gli allenatori Mario Magnozzi, Piero Andreoli, Gianni Di Marzio, Antonio Renna, Mario Russo, Nedo Sonetti e Francesco Moriero (a Lecce da calciatore).
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Data 9/9/2017 9/9/2017 9/9/2017 9/9/2017 9/9/2017 9/9/2017 9/9/2017 9/9/2017 9/9/2017
PROSSIMO TURNO Orario 20.30 20.30 18.30 18.30 18.30 20.30 18.30 20.30 20.30
4 Giornata - Andata Akragas-Paganese Bisceglie-Catanzaro Cosenza-Fidelis Andria Juve Stabia-Trapani Lecce-Rende Racing Fondi-Siracusa Reggina-Matera Sicula Leonzio-Monopoli V. Francavilla-Catania Riposa: Bisceglie a
Fanzine dei Tifosi Rossazzurri
Numero 0 in attesa di autorizzazione. Esce come allegato a “L’Opinione” Autorizzazione registro pubblicazione tribunale MC n. 621. Direttore: Giovanni Giacchi Fotografo: Nino Russo Progetto grafico: www.graficaemmebi.it Stampa: www.ital-grafica.it
Data 17/9/2017 17/9/2017 17/9/2017 17/9/2017 17/9/2017 17/9/2017 17/9/2017 17/9/2017 17/9/2017
Orario 20.30 20.30 18.30 18.30 18.30 20.30 18.30 20.30 20.30
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Fanzine dei Tifosi Rossazzurri
8 settembre 2017 • 7
I “Carusi” del Catania di Vincenzo La Corte
Giovanili, il futuro non è lontano, anzi comincia proprio adesso
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Di Grazia, Rossetti e Manneh rispettivamente presente e futuro del movimento giovanile rossazzurro già pronto a scommettere sul talento che verrà
mister Gaetano Bellia che prende in carico l’Under 17, mentre resta confermato Peppe Mascara alla guida della più piccola delle squadre nazionali; rinnovata la fiducia a tutti gli altri tecnici, Vezzosi, La Causa e D’Amico. La nuova stagione ricomincia con un obiettivo preciso, ovvero sviluppare ulteriormente l’importante percorso di formazione e di crescita dei ragazzi, con attenzione particolare, anzitutto, alla promozione del calcio come stile di vita e divertimento. Filosofia che allo stesso tempo ha portato a importanti traguardi sul campo. Nella scorsa stagione gli elefantini hanno ottenuto per il secondo Data esordio Calciatore Età all’esordio Partite Minuti anno consecutivo il terzo posto 6/12/2016 Giacomo Graziano 17 a 8 m 20 g 1 7 nella kermesse della Final4 Berretti, unitamente all’approdo ai 15/04/2017 Davide Di Stefano 17 a 3 m 29 g 2 85 quarti di finale per le altre due 23/04/2017 Kalifa Manneh* 18 a 7 m 21 g 4 334 formazioni nazionali, Under 17 e Under 15. * compresa gara play-off Juve Stabia-Catania 0-0 (96’)
i parte! L’ennesima stagione del settore giovanile rossazzurro, che ci permetterà di raccontare le storie di tanti nuovi profili emergenti, è ai nastri di partenza. Domenica 10 settembre, infatti, scenderanno in campo a Torre del Grifo entrambe le formazioni Under contro le parigrado della Reggina per la prima gara del campionato, mentre continua ad allenarsi - in attesa della definizione del calendario - la maggiore squadra giovanile, la Berretti sempre guidata da mister Giovanni Pulvirenti. E a proposito di allenatori, i migliori auguri a
Si riparte, dunque, con il grande entusiasmo di tutti i ragazzi, vecchi e nuovi, dello staff tecnico e di quello dirigenziale, sotto il coordinamento di Alessandro Failla. Storie, dicevamo, ma non solo: racconteremo le vittorie, i sorrisi, i campionati, i personaggi, gli avversari. Certo, non mancheranno le note meno liete, ma puntualmente vi riferiremo sulla crescita di un movimento il cui scopo finale è quello di alimentare dal vivaio la prima squadra, portando all’esordio - anche da titolari - un manipolo di ragazzi di belle speranze. I gol e le accelerazioni del catanese Andrea Di Grazia sono ormai certezze, Mattia Rossetti è pronto a ripercorrere i fasti dell’esordio e del gol di Bari in Serie B; entrambi classe ’96, sono i prodotti di punta dell’ultima Primavera. Anche la scorsa stagione ha portato in luce nuovi spunti in tal senso, visto che tre “Berretti” hanno esordito in prima squadra, come noto; prima l’attaccante classe ‘99 di origini palermitane Giacomo Graziano, poi, nei “titoli di coda” del campionato, il centrocampista catanese (ancora un ’99) Davide Di Stefano e - con più continuità l’esterno di origini gambiane Kalifa Manneh, ’98. Dei tre, solo quest’ultimo è restato in lista, peraltro già utilizzato da mister Lucarelli in campionato e in coppa. Gli altri, insieme ai tanti compagni classe 1999 e 1998 (anche 2000) già ceduti in prestito, avranno l’opportunità di vivere un’ulteriore esperienza di formazione e di crescita umana e sportiva, giocando con continuità in società partecipanti del campionato di Serie D, e vivendo il calcio con una visione da “adulti”. Si parte, anzi, si riparte. Di Grazia e Rossetti il presente, Manneh il futuro; avanti a chi tocca!
© Foto Nino Russo
Una formazione tipo della Berretti stagione 2016/17, qualificatasi al secondo posto del proprio girone alla fine della regular season. Prima nel mini-girone di qualificazione alla fase finale, ha successivamente superato i quarti di finale contro la Fidelis Andria grazie alla vittoria in entrambi gli incontri. Guadagnato l’accesso alla Final Four tenutasi a Prato, Il Catania in semifinale cede il passo al Renate, che conquista l’accesso alla finale del campionato “Berretti” dopo un’estenuante serie di 28 calci di rigore. In piedi, da sinistra: Spataro, Pantò, Noce, Bonaccorsi (cap.), Napolitano, Longo; in basso, da sinistra: Maccioni, Papaserio, Di Stefano, Rizzo, Manneh. Altri giocatori della rosa: Manno, Giuffrida, Indelicato, Calì, Condorelli, Ferraù, Biondi, Costantino, Graziano, Pannitteri, Sallustio.
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8 • 8 settembre 2017
Città Metropolitana di Catania
Rivista enogastronomica
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Comune di San Gregorio di Catania
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Città Metropolitana di Catania
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Comune di San Gregorio di Catania
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8•9•10 settembre 2017 8•9•10 settembre 2017
PIAZZA IMMACOLATA PIAZZA IMMACOLATA
S. GREGORIO CATANIA S. GREGORIO DI DI CATANIA birre artigianali | vini dell’Etna|| local local food | arte & artigianato birre artigianali | vini dell’Etna food | arte & artigianato VENERDÌ 8 SETTEMBRE
VENERDÌ SETTEMBRE ore 8 17,00 ore 17,00 Inaugurazione ore 18,00 Inaugurazione Laboratorio del gusto: “L’oro ore 18,00 sull’Etna” Laboratorio gusto: “L’oro ore del 19 ,30 sull’Etna”Itinerario enogastronomico ore 19 ,30 ore 21,30 “Oro incenso e sugar” Itinerario Live: enogastronomico Zucchero tribute band ore 21,30 ore 02,00 Live: “OroChiusura incenso e sugar” Zucchero tribute band ore 02,00 Chiusura
SABATO 9 SETTEMBRE
SABATO ore 17,00 9 SETTEMBRE ore Apertura 17,00 ore 18,00 Apertura Laboratorio: “I microbirrifici ore dell’Etna” 18,00 Laboratorio: ore 19 ,30 “I microbirrifici Percorso guidato sui vini dell’Etna” ore etnei 19 ,30 ore 21,30 Percorso guidato sui vini Live: Pink Style - Pink Floyd etnei tribute band ore ore 21,30 02,00 Chiusura Live: Pink Style - Pink Floyd tribute band ore 02,00 Chiusura
DOMENICA 10 SETTEMBRE DOMENICA 10 SETTEMBRE ore 17,00 Apertura ore 17,00 ore Apertura 18,00 Laboratorio: “Quando la ore 18,00il vino” birra incontra “Quando la ore Laboratorio: 19 ,30 Il local food incontra il la vino” birra birra incontra e il ore vino 19 ,30 ore 21,30 Il local food incontra la birra Live: Magic Pie - Oasis e il band vino tribute ore ore 02,0021,30 Chiusura Live: Magic Pie - Oasis
IL NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO UOMO CASUAL
tribute band ore 02,00 Chiusura
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