La preghiera per i vivi e per i defunti
L
’invito a pregare per i vivi e per i defunti si basa su una grande e splendida verità: la comunione dei santi. La Chiesa educa in continuazione in tutta la Liturgia, che è la sua preghiera pubblica e ufficiale, all’esercizio di quest’opera di misericordia. Infatti, nella Preghiera eucaristica, noi preghiamo sia per i vivi che per i defunti. Quindi, partecipando consapevolmente alla Liturgia, esercitiamo già quest’opera di misericordia. Ma nel costume della comunità cristiana ci sono anche altre forme individuali e personali: ad esempio, fare celebrare la santa Messa per determinate persone vive, in difficoltà (malati, famiglie in crisi, ecc..) o in date significative della loro vita come l’onomastico, il compleanno, l’anniversario di matrimonio o per i propri parenti defunti, particolarmente nell’anniversario della morte.
Offrire una santa Messa Un regalo speciale per coloro che ami… Dai primi tempi della Chiesa, dei cristiani chiedono che durante la santa messa siano presentate delle intenzioni. Oggi il senso spirituale di questa pratica è spesso ignorato. Di che si tratta? • Per i vivi... Ogni santa Messa viene celebrata per la salvezza del mondo intero: «Questo è il mio corpo donato per voi. Questo è il mio sangue versato per molti» ha detto Gesù. Ma è sempre stata riconosciuta al celebrante la possibilità di aggiungere a quest’intenzione generale un’intenzione particolare che gli viene affidata: per ringraziamento, per un malato, per una persona provata, per la conversione dei peccatori, secondo le intenzioni del Santo Padre, per un’intenzione particolare,
per un anniversario di matrimonio, per un avvenimento importante, etc… • Come non pensare al papà di santa Teresa di Gesù Bambino che quando vide questa sua figlia, che gli era carissima, in preoccupanti condizioni di salute (i medici ormai disperavano e non sapevano cosa fare) decise di far celebrare una novena di Messe per la sua guarigione.
E proprio l’ultimo giorno della novena la figlia all’improvviso recuperò la salute. Come non pensare ancora alla stessa Santa Teresa di Gesù Bambino, che quand’era ancora ragazza aveva sentito dire di un criminale condannato a morte con la ghigliottina. E niente lasciava sperare in un suo ravvedimento. Chiese al Signore che le desse un segno del suo ravvedimento. Fece celebrare una Messa per la conversione di quel criminale. E questi, proprio prima di morire prese dalle mani del sacerdote il crocifisso e lo baciò per tre volte con devozione. • ...e per i morti Nel mistero della comunione dei santi, pregare anche per i nostri fratelli defunti è un atto di carità. Dall’inizio del cristianesimo, la Chiesa ha offerto per loro dei suffragi, secondo una pratica già presente nell’Antico Testamento: «Egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato» (2 Mac 12, 45). Come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio» (1032). Facendo celebrare il sacrificio della santa Messa per loro, il fedele chiede a Cristo di applicare loro la grazia della sua Salvezza: «Presentando a Dio le preghiere per i defunti, anche se peccatori,... presentiamo il Cristo immolato per i nostri peccati, cercando di rendere clemente per loro e per noi il Dio amico degli uomini» (San Cirillo di Gerusalemme). • Santa Teresa di Gesù racconta: «Dopo la morte improvvisa di un benefattore il Signore mi disse che la sua salvezza era stata molto in pericolo, ma che Egli gli aveva usato misericordia per il servizio reso a sua Madre con la donazione di quella casa per un Monastero del suo Ordine, però non sarebbe uscito dal purgatorio fino a quando
non si fosse celebrata la prima messa (nel nuovo Monastero): solo allora ne sarebbe uscito». Cosa che la Santa vide accadere in una visione mentre riceveva la santa Comunione. • L’offerta per la santa Messa Chiedere una santa Messa, è offrire se stessi in unione col sacrificio di Gesù. Come segno di ciò, il fedele che chiede una santa Messa può offrire un servizio, un gesto di carità o ancora un’offerta in denaro. Non si tratta in nessun modo di “pagare” la santa Messa, perché la Messa non ha prezzo. Quindi con l’offerta non si «compra» la Messa e l’eventuale intenzione particolare non esaurisce il sacrificio di Cristo che è sempre celebrato per tutti i vivi e per tutti i defunti. Non esiste la «mia» Messa! L’offerta data dai fedeli ha primariamente questo significato: di volersi unire più intimamente al sacrificio di Cristo con un sacrificio personale. Non dimentichiamo infine che il sacrificio di Cristo diventa pienamente efficace per noi e i nostri defunti nella misura in cui la nostra esistenza diventa concreta partecipazione alla Sua vita.
Le indulgenze • Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice: «Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch’essi membri della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l’altro, ottenendo per loro delle indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati» (1479). L’indulgenza plenaria è concessa, sia per i vivi (per se stessi) che per i defunti, compiendo una delle opere buone a cui è annessa l’indulgenza, come ad esempio: recitare in chiesa o in famiglia il santo Rosario; partecipare all’adorazione eucaristica per almeno mezz’ora; visitare i cimiteri nei giorni 1-8 novembre; un’indulgenza importante
ma poco conosciuta è quella per chi legge e medita devotamente la Sacra Scrittura per almeno mezz’ora. A questo deve aggiungersi: la confessione sacramentale, per ottenere il perdono dei peccati; la comunione eucaristica, per essere spiritualmente uniti a Cristo; la preghiera secondo le intenzioni del Papa (Padre Nostro - Credo), per rafforzare il legame con la Chiesa.
Copertina e interno: Pontormo, Trasporto di Cristo al sepolcro (part.), 1526-1528, Firenze, Chiesa di Santa Felicita
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