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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, NE/VR - MEDIAPRINT SRL - Taxe Perçue - ANNO 4 - 41 Giugno 2015 - MENSILE
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INSIDER TESTO E F OTO MAURO COTTONE
CRESCIUTO A PANE E AMMORTIZZATORI,
PEPI INNERHOFER È IL GURU ALTOATESINO DELLE
SOSPENSIONI. LA PRIMA FORCELLA L’HA SMONTATA E RIMONTATA OLTRE QUARANT’ANNI FA, QUANDO NE AVEVA QUATTORDICI E PRATICAVA MOTOCROSS. SIAMO ANDATI A FARE DUE CHIACCHIERE CON LUI DAVANTI A DUE AMMORTIZZATORI FUMANTI...
Il pranzo dei
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Si scrive Pepi ma si legge Bike Suspension Center. Provate anche voi, funziona pure su Internet. Del resto Pepi Innerhofer è il re indiscusso delle sospensione da mtb in Italia. In vent’anni di attività nel settore bici, per le sue mani sono passate oltre diecimila tra forcelle e ammortizzatori! Un numero incredibile, che va sommato alle sospensioni da moto, il primo amore. Pepi la prima forcella l’ha smontata e rimontata oltre quarant’anni fa, quando ne aveva quattordici e praticava motocross. Oggi potrebbe farlo ad occhi chiusi e più velocemente di tutti. Ma non lo farebbe mai, se non per scommessa o per gioco. Ma in genere Pepi non scommette e quando lavora non gioca mai! Precisione e calma sono il suo credo, non per niente lo chiamano “il pignolo”.
Pensate che per poter entrare “nell’antro del re delle sospensione” ed intervistarlo, abbiamo dovuto promettergli che ci saremo fermati due giorni interi e che saremo andati a cena con lui: è stato un immenso piacere. «Sai Mauro, è l’unico modo per capire come sono fatto realmente e, soprattutto, come lavoro…» Come dargli torto, anche se in questi tempi di frenesia e internet, non funziona più così. E allora, insieme a Roberto Diani, sono andato a trovarlo nella sua Bsc, su per la collina vicino a Merano, per una full immersion tecnica tra forcelle e guarnizioni, ammortizzatori e banchi prova. Una due giorni intensa e molto interessante, nella quale abbiamo ripercorso la sua storia, che spesso coincide con la storia stessa della mountainbike. Per molti aspetti vanno di pari passo, come dimostrano anche i diversi cimeli sparsi qua e la sui muri. Come la mail incorniciata di David Turner, in cui il “progettista-produttore” americano afferma di non aver mai visto un negoziante di bici così preparato (risale a a quando Pepi aveva il negozio). Oppure la foto insieme a Bob Fox, o i vari poster, con tanto di dedica, dei campioni che hanno ricevuto le sue cure, come Paola Pezzo, Bruno Zanchi, Richie Schley e molti, molti altri. In realtà la storia di Pepi inizia con le moto da cross, con le quali correva, e poi con le macchine, per le quali è diventato meccanico professionista. «Mi avevano pure chiesto di fare l’assistenza per un team svizzero
di macchine da corsa, ma non volevo lasciare casa. Comunque a 26 anni ero già capo officina alla Ford di Merano, ma non andavo d’accordo col capo e un bel giorno ho mollato tutto. Sono fatto così, ho sofferto per due anni, ma mi sono messo a fare sport. Penso fosse nel 1985 quando comprai la mia prima bici, una Bianchi da seicentocinquanta mila lire. Uscii tre o quattro volte e mi piacque a tal punto che presi subito una Colnago Master Super Record e cominciai a pedalare sul serio. Sai, andavo benino come passista scalatore». Già, ma quando hai iniziato a vivere di bici? Nel 1987, Gruber di Merano cercava un meccanico. Non era il mio settore, ma imparai subito, già dopo pochi mesi i ciclisti agonisti si rivolgevano a me, mi ero fatto all’interno del negozio un’officina specializzata in alta gamma. Mezza giornata lavoravo sulle bici e mezza mi allenavo, anche perché nel frattempo erano iniziate le prime gare di mtb. Quindi sei stato un biker pioniere? Sì, ho corso anche per la Alpinestars di Costa di Maser e le Marmotte di
IL MIO RAPPORTO CON FOX ERA SPECIALE: HO LAVORATO CON I LORO INGEGNERI E HO DATO TANTI IMPUT. CI SONO COSE NELLE SOSPENSIONI FOX CHE SONO NATE DA UNA MIA IDEA, AD ESEMPIO LA PRIMA CARTUCCIA FIT NEL 2007. OPPURE DIVERSI ATTREZZI CHE ABBIAMO PRODOTTI QUI IN ALTO ADIGE E SPEDITO IN AMERICA, COME UN SISTEMA PER CARICARE IL GAS NEGLI AMMORTIZZATORI
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VOGLIO FARE UN LAVORO IL PIÙ POSSIBILE PERFETTO E SONO IO MIO RIFERIMENTO. SE POI ARRIVA QUALCUNO ALTRETTANTO BRAVO, MI STIMOLA SOLO A FARE MEGLIO. NON HO PAURA DELLA CONCORRENZA, ANCHE PERCHÉ DI MATTI COME ME NON È CHE SE NE TROVANO TANTI IN GIRO
Bergamo. Poi nel 1991 ho aperto il mio negozio, proprio qui dietro casa, dove prima c’era la falegnameria di mio padre, e da allora sono sono stato chiuso in “officina” dieci anni. Avevamo prodotti esoterici, come le Rocky Mountain, che montavo anche per Bonandrini (l’importatore, ndr) o le forcelle Bergaman che ho contribuito a progettare… Appunto, ma come sei finito da meccanico/biker ad occuparti professionalmente di sospensioni? In quegli anni mandavo le forcelle agli unici centri d’assistenza ufficiali della Fox in Europa, in Germania e Svizzera. Al tempo non si usava, ma io lo proponevo lo stesso ai miei clienti, era ed è fondamentale per il funzionamento
di marchingegni così sofisticati. Fu proprio il mio amico svizzero Gary ad avvisarmi che Fox cercava un referente per l’Italia. Mi feci aiutare a preparare il curriculum perché non sapevo l’Inglese e lo inviai. Era la fine del 1988. La primavera dopo squillò il telefono, era la Fox America…mi caddero gli attrezzi dalle mani. Non ho mai saputo perché scelsero me per rappresentarli in Italia. Mi piace pensare che nella mia storia Bob Fox abbia rivisto qualcosa di famigliare (anche lui praticava Motocross, ndr), più probabilmente avranno chiesto a qualcuno ben informato. Sai, gli americani son difficili da capire. In ogni caso ero stato convocato per il mese di Agosto ad andare in America per il corso tecnico. E come hai fatto con l’Inglese? Mi sono subito messo a studiare, ma i mesi erano troppo pochi per impararlo e allora Davide Bonandrini (il titolare della Dsb,ndr) mi ha accompagnato, seguendomi come interprete durante tutte il corso tecnico e… poi controllava che non li facessi arrabbiare. Sai, sono sempre stato un po’ critico, e nel bene e nel male in Fox si ricordano ancora di me... Beh, in effetti ti sei fatto la fama di uno molto pignolo e… un po’ puntiglioso. Lo so, ma quando mi dicono Pepi è anche troppo preciso, io non capisco. Io mi faccio pagare proprio per la mia precisione e per me non è mai troppa. Se vuoi meno precisione, magari per risparmiare un po’, mi devi firmare una carta, perché io non faccio “lavoracci”. Nelle garanzie è la stessa cosa. Le regole le fa il produttore, ma quando è chiaro, dopo mille prove, che la riparazione non rientra nei termini di garanzia io la faccio pagare. Il paradosso è che tutti vogliono prodotti d’alta gamma e sofisticati, ma poi pensano che non debbano essere curati nel modo appropriato. Un’ottima sospensione mal regolata, o senza manutenzione, può lavorare peggio di una pessima sospensione.
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Anche per questo hai “rotto” con Fox? La Fox di adesso non è quella che avevo conosciuto nel ‘99. Altri quantitativi, molti più soldi in gioco. Io penso e agisco da tecnico e alcune politiche industriali non possono coincidere con il mio modo di pensare. Con le mie critiche ho fatto incazzare mezzo mondo e mi sono fatto male, ma non voglio essere diverso da quello che sono. …e poi Fox voleva che io lasciassi tutto il resto, compreso X-fusion con la quale sono andato
sempre d’accordo… io non ho mai accettato il contratto da esclusivista. Ma tu eri considerato mister “Terra Logic”. Già, in Italia proporzionalmente ne abbiamo venduto in “after market” più di tutti gli altri paesi, anche della stessa Germania. Eravamo super specializzati, ne ho parlato anche con Bob Fox che mi ha spiegato tanti segreti, tanto che una volta che ero in Fox per un corso di aggiornamento ho aiutato un loro tecnico, che non riusciva a venirne a capo. C’era una piccola “sbavatura di fabbrica”, l’ho sistemata davanti a tutti e fu una soddisfazione immensa. Lui mi regalò pure il suo cacciavite... Quando smisero la produzione, per questioni di brevetto, per me fu un duro colpo. Ho ritirato tutti i pezzi di ricambi e ancora oggi posso sistemare qualsiasi Terra Logic…
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Ma allora cosa è per te e Bsc il tuning? Il tuning vero è un adattamento alle esigenze del cliente che ha bisogno di tarature specifiche per peso e stile di guida, per cui andiamo ad incidere sulle valvole interne e sul flusso dell’olio. Ma serve poche volte e in genere a “piloti” di un certo livello, che vanno molto più forte anche rispetto l’agonista medio, oppure a bikers molto più leggeri o pesanti della media. In genere sono operazioni molto complesse, da fare sempre con un banco prova che registra ogni singolo parametro, prima e dopo gli interventi. L’altro giorno per preparare tre ammortizzatori per un team di Dh che seguiamo ci ho messo quasi ore. Non so quante volte ho verificato sul banco, ci vogliono anni e anni di esperienza, gli ingeneri che progettano mica sono scemi.
Altro che specialisti del tuning! Non mi fare parlare… (conta fino a due, ndr): il tuning è diventato una moda perché è un business, anche noi abbiamo sempre più richieste, ma in realtà non è vero che ognuno di noi ha bisogno di un tuning personalizzato per avere sospensioni che funzionino bene. Le aziende produttrici tengono conto della fascia media e di parametri, quali peso, tipologia della bici e stili di guida e in più ci sono un sacco di registri sugli ammortizzatori per trovare la giusta taratura, con range piuttosto ampi basta saperli usare. Quello che alcuni spacciano per tuning, per noi fa parte della manutenzione ordinaria: senza sovrapprezzo forniamo sempre oli speciali, additivi anti attrito, guarnizioni Racing Bross low friction. Perché per noi anche la manutenzione deve essere un miglioramento rispetto a quello che offre il prodotto di serie e non è una cosa semplice.
Beh, ma fatto così non è proprio un business!. Infatti, certi lavori li facciamo perché vogliamo continuare ad essere i numeri uno, non per arricchirci. Insomma, da chi dovrebbe andare uno che ha delle esigenze particolari se non da noi? Ma ti assicuro che tra macchinari utilizzati, attrezzi, ogni settimana praticamente, faccio fare qualcosa di nuovo, e tempo impiegato non sempre conviene. Ma tanto lo so già che scriveranno sulla mia tomba: era un gran coglione, però era bravo. A proposito, ma è vero che controllate ogni forcella o reggisella telescopico di quelli che distribuite in Italia di X-Fusion? Sì, ogni ogni prodotto prima di essere venduto passa per il reparto tecnico e viene controllato ed eventualmente modificato. In genere per le forcelle mettiamo un po’ d’olio in più, perché così ovviamo anche un po’ all’eventuale ritardo delle manutenzioni programmate e ai reggisella da 27,2 mm aumentiamo un po’ la pressione, perché il cliente italiano preferisce un ritorno più veloce. Una ad una? Ma che ti dicono quelli di X-Fusion? Che sono matto… ma in fondo X-Fusion in Italia ha la maggior percentuale di gradimento da parte dei clienti. Per me è una questione di soddisfazione personale.