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anno xvIII - n째 192 - novembre 2015
TROFEO TOPOLINO
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antonio esposito world junior champion
SOMMARIO Pag. 2
D-FIGHT 2015
Evento
Pag. 4
Trofeo Topolino
Karate
Pag. 10
24^ Venice Cup 2015
Evento
Pag. 12
Giochi Europei di Baku
FITA
Pag. 16
Quattro volte podio
Aikido
Pag. 20
Manuale di Ukemi
Boxe
Pag. 22
La Boxe femminile conquista l’Ungheria
Boxe
Pag. 25
Cotto VS Canelo
Judo
Pag. 26
Le sorprese degli esclusi e la “noia” Riner
Judo
Pag. 28
Il signore del Judo che volle farsi Ronin
Folgore
Pag. 34
Murtisport Marziale - Campionato Pankration
Folgore
Pag. 35
Sunlight Park Day
Folgore
Pag. 36
14° International Eurocamp di Karate
Evento
Pag. 38
Arena Fighting Games
Muay Thai
Pag. 40
The Ice - Sveva Melillo
Kick
Pag. 41
Vadim Garau Imbattuto
Muay Thai
Pag. 42
Invictus Fight Night
MMA
Pag. 44
Pro Shooto
Muay Thai
Pag. 48 prefazione di
West Coast Fighting
Training
Pag. 50
Tactical Functional Training
MMA
Pag. 55
The Holy War Angel
MMA
Pag. 57
UFC parla italiano
WFC
Pag. 58
I campioni del futuro
Boxe
Pag. 61
Salute
Pag. 62
WFC
Pag. 65
FIJLKAM
Pag. 66
Soggetto perfettamente integrato a Trieste, Atleta di spessore, Uomo onesto e generoso. Un tributo pensato, elaborato e concretizzato attraverso un progetto avvolto da un’emozione sempre crescente e dalla determinazione nel voler portare a termine un atto dovuto. Perché, come sostiene Federica Laboranti a nome di tutti: Manchi! Manca la tua voce, il tuo sorriso, il tuo italiano perfetto ma strampalato, la tua camminata tronfia. Manca il tuo orgoglio, il tuo fare bambinesco, i tuoi abbracci, i tuoi consigli saggi e persino il tuo atteggiamento spavaldo per il quale a volte qualcuno ti chiedeva: “Ma chi credi di essere?”. E tu, candidamente, rispondevi: “IO - SONO - MAMADOU!”.
Io sono Mamadou
Una storia di immigrazione, integrazione, amicizia e ring
Mamadou Cheikh Sy nasce il 27 novembre 1987 a Medina Gounass e cresce nel villaggio di Ngaye (periferia di Dakar, Senegal). A soli 18 anni lascia la numerosa e affiatata famiglia per raggiungere l’Italia, via Spagna, dopo un viaggio tanto avventuroso quanto pericoloso. Si stabilisce a Trieste da clandestino ma, dopo un paio di anni durissimi, si integra in maniera esemplare. Musulmano osservante, ragazzo onesto e riservato, lavoratore instancabile, si dedica con passione anche al volontariato. Grazie a un fisico straordinario e a un coraggio da leone, si rivela eccellente atleta sul ring ottenendo risultati di caratura internazionale. Dopo la sua prematura scomparsa, avvenuta in drammatiche circostanze, a Trieste è stata fondata un’associazione benefica eponima in sua memoria.
Io sono Mamadou
a per giorni volo n auo coiente Italia,
Giorgio Petrosyan
Daniele Benvenuti
Evento
Io sono Mamadou Il ruolo della postura nella vita Esami cinture nere Siminario di Karate
ISBN ############# I ricavi ottenuti dalla vendita di questo volume saranno interamente devoluti all’Associazione Mamadou Sy e alla famiglia dello sfortunato protagonista.
di Associazione ‘Mamadou Sy’
Daniele Benvenuti
Budo International 1
Evento
D-FIGHT 2015 Spettacolo sul ring a Bergamo
Testo di: Budo International e Alex Gualandris
Foto di: Mirko Rossi e Budo International
Incontri di Muay Thai, K1, Kick Boxing e Chauss Fight hanno animato la serata del pubblico che sabato 17 ottobre si è presentato al Centro sportivo Piscine Italcementi di Bergamo per assistere allo spettacolo del “D-Fight”, organizzato da Boxe Madone e trasmesso su Rai Sport. La serata è stata emozionante, vi riproponiamo il commento che l’organizzatore, il Maestro Alex Gualandris, ha diffuso in rete.
Dopo tanti articoli, discussioni e commenti è arrivato il momento anche per me di scrivere sul D-FIGHT 2015 (precisando che sono l’UNICO organizzatore di tale evento). Quest’anno l’obiettivo era mettere uno show d’ apertura d’effetto e alzare il livello dei combattimenti. Boxe Madone schiera Pedro Cavalcanti e Gazment Halimi, entrambi disputano due begli incontri. Il primo ha dato segnale di buona crescita lavorando sodo, il secondo ha fatto capire che è arrivato il momento di dare uno sguardo all’ estero. Olanda vs. Francia: sicuramente atleti di alto livello hanno fatto guerra fino alla fine di ogni incontro. Complimenti all’italiano Emanuele Tetti che tiene testa ad un olandese forte. Grande match tra Doru Manolea e Enderson Bonat: si vede il primo portare colpi tipici di Muay Thai e il secondo colpi prevalentemente di Boxe. L’incontro rosa: Sandy Manfrotto non riesce ad esprimersi in quanto Laurora parte in quinta e la sua strategia le darà ragione. Peccato per De Stefani Vs. Urraci, l’incontro finisce subito per un infortunio. 2 Budo International
Evento
Per quanto riguarda il derby bergamasco tanto discusso, devo precisare che i due atleti Alex Avogadro e Elio Pinto fino all’ ultimo secondo sono stati agguerriti dando vita ad un incontro tecnico ed emozionante. Un pari che sta stretto ad entrambi gli angoli, i due coach hanno visto vincente il proprio atleta; quindi penso che il pareggio sia il verdetto più azzeccato. Attenderemo il re-match a Marzo 2016 al Gala organizzato dal Maestro Marco Antognaccetti (Burnout Figthing): sicuramente sarà un momento di grande adrenalina, vinca il migliore. Buon successo ha ottenuto il torneo DE MITRI TOURNAMENT CHAUSS FIGHT , vinto dall’italiano Piensi Enrico che ha chiuso con il suo micidiale destro sia la semifinale ( Vs. l’algerino Mohamed Kira) e la finale ( Vs. lo svizzero Ivan Forza) prima del limite. P.S. Un ringraziamento a Bugada Massimo per il prezioso aiuto ricevuto nel momento di impegno maggiore per l’organizzazione dell’evento. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato: staff, arbitri, amici , centro italcementi, etc... Da oggi attendo nomi di nuove promesse, scrivetemi, noi stiamo già lavorando. Saluti a tutti, Alex Gualandris Budo International 3
Evento
TROFEO TOPOLINO Karate, Judo e Lotta in scena a Monza
Foto articolo e copertina di: Emanuele Di Feliciantonio - FIJLKAM
Il Trofeo Topolino è ormai un appuntamento immancabile per i giovani atleti Fijlkam e Fikta. Il 3 e 4 ottobre si sono svolti il 21° Trofeo Topolino Karate e il 5° Trofeo Topolino Judo e Lotta presso il Palazzetto dello Sport di Monza (MB), utilizzato già in altre occasioni per ospitare eventi di Arti Marziali. La giornata organizzata dalla Disney è stata un successo di pubblico e divertimento grazie ai numerosi stand e alle attività proposte, come il Villaggio Topolino in cui si sono alternati momenti di intrattenimento grazie allo staff Disney, gestito da Giangi Paris: il Mago Massini si è esibito in numeri spettacolari per grandi e piccini; la truccatrice e la disegnatrice Disney si sono dedicate con cura a ogni bambino presente; nell’area Get Active i piccoli ospiti hanno sperimento la loro fantasia nell’area coloring/laboratorio creativo. Tutti i piccoli atleti sono stati infine premiati e hanno ricevuto in omaggio le ultime copie dell’immancabile Topolino e diversi gadget, senza dimenticare il diploma e la medaglia di partecipazione.
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Evento
Il presidente FIJLKAM Domenic o Falcone
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Evento
Nella giornata dedicata al Karate, sabato 3 ottobre, si sono svolte al mattino le attività della FIKTA, con i suoi oltre 500 partecipanti. Il pomeriggio è stato il momento della Fijlkam (circa 500 partecipanti), che ha disposto un circuito di prove diviso per fasce di età (Scuola Primaria I-II anno, Scuola Primaria III-IV-V anno, Scuola Secondaria Primo Grado I - II – III anno) rispettando le capacità di ogni atleta. La domenica ha visto impegnati in mattinata i quasi 400 atleti del Judo e al pomeriggio i 40 della Lotta.
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Evento
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Evento
Le presenti manifestazioni rappresentano la coerente applicazione del percorso formativo illustrato nei volumi della collana FIJLKAM “Manuale Teorico – Pratico (Judo-Lotta-Karate) nella Scuola dell’obbligo”. Il progetto tiene conto delle fasi sensibili dello sviluppo umano, tra i 5 e i 13 anni, e delle esigenze del mondo della Scuola (“Lo Sport è un mezzo, non un fine”), espresse nelle linee guida fissate alcuni anni fa dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e sulle quali è imperniato il Progetto approvato dalla Commissione C.O.N.I.–M.I.U.R.. Obiettivo dell’attività è stato il consentire la massima partecipazione, evitando preclusioni determinate da prove eccessivamente tecniche e tarando la difficoltà delle prove in modo crescente, ma sempre adeguandola all’età e alle capacità dei partecipanti. Da qui l’esigenza di articolare le prove tenendo conto del progressivo passaggio dallo sviluppo degli schemi motori di base alla formazione dei presupposti cognitivi, coordinativi e condizionali indispensabili per il conseguimento delle competenze motorie specifiche delle discipline marziali in oggetto.
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rivivi un'emozione mondiale, sara che vince la medaglia d'oro a brema!
Karate Folgore
24^ VENICE CUP 2015 Sport, Karate e agonismo a Caorle
Testo di: ASD Germinal Karate Castelfranco – Sport Target Foto di: ASD Germinal Karate Castelfranco – Sport Target, Budo International, Alberto Maffini
Venerdì, sabato e domenica 23, 24 e 25 ottobre 2015 sono stati tre giorni molto impegantivi in cui il mondo del Karate si è riunito per quella che ormai non è più solo una competizione ma un vero e proprio evento che si ripete da 24 edizioni: la Venice Cup di Caorle. Si è potuto assistere a spettacoli, stage e soprattutto a tante competizioni. Più di 1750 atleti, 24 le nazioni presenti e 13 aree di gare: divertimento, agonismo e intrattenimento le parole d’ordine. Fra gli iscritti era presente anche la Nazionale Italiana Under 18 che ha partecipato alle gare e conquistato diversi podi. Grandi novità di quest’anno sono state l’allenamento e le dimostrazioni con i grandi campioni, Viviana Bottaro, Campionessa d’Europa e Campionessa Italiana Assoluta e Mattia Busato, del Germinal Karate Castelfranco, Campione d’Europa, Argento ai Giochi Olimpici Europei e Campione Italiano Assoluto. Occasione per i più piccoli per ispirarsi direttamente ad atleti esperti assunti come modello sia a livello tecnico sia sportivo. Si aggiunge poi l’evento serale del sabato, durante il quale sono state concentrate le migliori finali della Venice Cup trasformate per la prima volta in show. Gli sketch sono stati organizzati proprio con l’obiettivo di intrattenere il pubblico che forse per la prima volta ha partecipato numeroso a un evento considerato da molti come di nicchia ma che invece si propone in questa occasione anche ad un pubblico più vasto. Elemento chiave è stata la presenza di Sara Cardin, caporale dell’Esercito Italiano, Campionessa del Mondo, Campionessa d’Europa, vincitrice del trofeo Premiere League nonché commentatrice dei primi Giochi Olimpici Europei di Baku. Proprio grazie alla sua esperienza come commentatrice ha saputo facilitare la comprensione delle tecniche adottate dagli atleti durante le finali, che ha commentato in diretta streaming. Emozionante anche la dimostrazione della nazionale di Kata, con Mattia Busato, Alessandro Iodice e Alfredo Tocco che hanno affascinato il pubblico con il Bunkai portato anche ai Mondiali tenutisi a Brema 10 Budo International
Karate in Gemania lo scroso marzo. Tantissime le categorie premiate, due i palazzetti coinvolti: il Palamare Valter Vicentini di Caorle e il Palaexpomar adiacente, andando a creare una piccola cittadella dello sport con punti ristoro, stand e aree allestite per il pranzo e la cena, il tutto per accogliere al meglio le presenze previste. Fra gli stand erano presenti diverse firme, tra le quali adidas della Jute Sport di Milano, distributore ufficiale adidas per le arti marziali e gli sport da combattimento e presso il quale la stessa Sara Cardin, campionessa del Mondo, era a disposizione degli atleti iscritti alle gare per scambiare consigli sul mondo dell’agonismo, fare fotografie e firmare qualche autografo. Non solo una gara quindi ma un’occasione per celebrare questo sport e i valori propri dell’agonismo, creando un bellissimo momento di incontro e vicinanza tra le stelle di questa disciplina e i campioni di domani. Tutto questo è stato reso possibile grazie alle capacità organizzative del comitato Venice Cup, allo sforzo dei tanti volontari che mettono a disposizione il loro tempo, le loro capacità e la loro passione e ai diversi sponsor che hanno creduto in questo progetto e lo sostengono economicamente ogni anno. Fra questi citiamo il Comune di Caorle, la cui amministrazione non manca mai di accogliere e supportare questa manifestazione mettendo a disposizione le strutture ricettive, i palazzetti e il supporto tecnico necessari.
ASD Germinal Karate Castelfranco – Sport Target Via Ortigara, 42 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) Cell. 347 076 2213 www.sporttarget.it www.karatecastelfranco.it - info@sporttarget.it Budo International 11
Evento
Giochi Europei di Baku Testo di: Daniele Poto, Giovanna Grasso, Enzo De Denaroi
La grande kermesse sportiva dei primi Giochi Europei della storia, una sorta di Olimpiade del “Vecchio Continente”, si è conclusa con un sesto posto della squadra italiana di tutto rispetto. Sono state in tutto 47 le medaglie vinte dagli Azzurri: di queste 10 d’oro, 26 d’argento e 11 di bronzo. La vittoria finale è andata alla Russia che ha portato a casa la bellezza di 164 medaglie. Sul podio vanno anche i padroni di casa azeri, al secondo posto e buona terza la Gran Bretagna. L’Italia, forse, non ha realizzato in pieno il suo potenziale considerando l’alto numero di medaglie d’argento. Ma ha senz’altro regalato una buona impressione al Presidente del CONI Giovanni Malagò, come attestano le sue parole: “Sono molto soddisfatto, il bilancio della prima edizione dei Giochi Europei disputati a Baku è sicuramente positivo. Si trattava di una nuova esperienza ed è stata vissuta con l’atteggiamento giusto e con la volontà di soddisfare la curiosità e le attese che avevano caratterizzato la vigilia della manifestazione. Credo che i risultati ottenuti dall’Italia abbiano confermato il nostro ruolo preminente nel contesto europeo e nello stesso tempo abbiamo ottenuto quelle indicazioni giuste per cercare di superare le criticità, migliorandoci e ottimizzando il percorso di avvicinamento a Rio 2016. Baku è stata una tappa importante verso le prossime Olimpiadi. In questo senso bisogna dare atto ai COE, al suo presidente Patrick Hickey, e al Comitato Organizzatore di aver allestito una manifestazione dagli interessanti contenuti tecnici, che ha costituito una prova generale in vista dei Giochi Olimpici. Voglio complimentarmi con tutti gli atleti, con i tecnici, con le Federazioni e con l’intera delegazione azzurra per aver onorato l’evento con capacità e passione, facendo trasparire uno spirito di squadra che, sono convinto, saprà regalarci altre soddisfazioni tra un anno in Brasile.”. La #FightingFamily targata FIJLKAM ha sostanzialmente contribuito ad appesantire il medagliere Azzurro: cinque medaglie tra le tre discipline in gara (tre al Karate, una alla Lotta, una al Judo) e una pioggia di attenzioni da parte del CONI e dei media nazionali accorsi a verificare il grande spettacolo di queste quasi-olimpiadi europee. 12 Budo International
Luigi Busà
Luca Maresca
Foto di: Emanuele Di Feliciantonio
Evento Karate: suoi i primi tre argenti italiani È stata cronologicamente del Karate e con molto legittimo orgoglio la prima medaglia azzurra dei Giochi Europei di Baku, piccola grande Olimpiade continentale ospitata con sfarzo e degna accoglienza dagli Azeri a Baku con la presenza e il riconoscimenti dei comitati olimpici, una validissima e qualificata partecipazione tecnica oltre che un congruo ingaggio della stampa che ha seguito l’evento. Per lo staff tecnico diretto da Aschieri era senza dubbio l’evento clou dell’anno e la partecipazione italiana è stata altamente finalizzata al conseguimento di un risultato. In Azerbaigian c’erano le eccellenza azzurre di specialità e ha emozionato ritrovare i primi medagliati dell’intera manifestazione nella foto di rito con il presidente del Coni Malagò a Casa Italia, un riconoscimento non solo simbolico per il mondo del Karate che anche grazie a questa partecipazione, a questo rilievo, conta, in tempi possibilmente non infiniti, di approdare alla fatidica partecipazione ai Giochi Olimpici ufficiali, grandi e veri. Il Karate era chiamato a giocare subito le proprie carte e lo ha fatto nel migliore dei modi sfruttando l’occasione particolare di visibilità, lasciando subito un segno e proiettando l’Italia in buona evidenza nel medagliere con il botto iniziale delle medaglie d’argento di Maresca e Busà, alle quali si è aggiunto il risultato di Busato. L’aspetto più interessante è che tutti e quattro gli azzurri selezionati avevano in un certo modo la testa a Tokyo 2020. E il ricordo più vivido di Maresca forse non era la finale ma la stretta di mano con il presidente del CIO Thomas Bach, un parere certo influente verso la nomination per Tokyo. Per Busà il sogno è ben vivo. “Bach ci ha fatto i complimenti per lo spettacolo aggiungendo che non manca nulla al nostro sport per diventare disciplina olimpica. E non credo che siano parole di circostanza. Noi non siamo da meno degli altri sport”. Maresca racconta così la finale persa contro l’uomo di casa: “Il punteggio indica una mia netta sconfitta (4-0, ndr). In effetti, ho esitato troppo prima di rompere gli indugi contro Farzaliyev che avevo già battuto per 6-4 agli europei di Tampere. Così è stato bravo lui a prendermi tempo e iniziativa consumando la sua rivincita. Sono deluso ma questa sconfitta sarà uno stimolo a riprendere alla grande dopo la convalescenza”. Evidentemente cova un rammarico ancora maggiore Luigi Busà, sconfitto sul filo di un impercettibile 1-0. “Ero convinto di aver colpito Agayev con un calcio ma il colpo non mi è stato riconosciuto. Sarebbe stata un’impresa doppia conquistare l’oro proprio a casa dell’avversario più importante ma, tutto sommato, ci sono andato molto vicino. Forse per vincere in Azerbaigian sarebbe servito un mezzo miracolo”. In fondo si è arreso a 6” del termine in un match condizionato anche dal formidabile tifo del pubblico presente. Evidentemente l’argento era il metallo predominante in questa spedizione in cui Roma olimpica ha progressivamente scoperto di avere come avversarie, tra le altre, anche Baku. Solo Maestri, pur autore di una gara pregevole, non è riuscito a salire sul podio. C’è riuscito, a imitazione di Maresca e Busà, Mattia Busato anche Busato nel Kata, battuto in una finale senza palpiti dallo spagnolo Damian Hugo Quintero per 5-0. “Qualche errore nei calci mi è costato caro. Ho provato ad andare oltre i miei limiti ma non ci sono riuscito”. Comunque un 75% di medaglie (a segno 3 concorrenti su 4) è una percentuale di riuscita invidiabile da tutti gli altri sport azzurri del cimento di Baku da cui il Karate italiano esce assolutamente ingigantito. Lotta: Argento Azzurro al sapor di Caribe “Abbiamo scommesso su Frank e la nostra fiducia è stata ripagata”, sono queste le prime parole con le quali il DT della nazionale di Lotta esordisce al telefono da Baku, dove l’italocubano Frank Chamizo Marquez (in Caneva) ha appena conquistato la medaglia d’argento europea nell’ambito della grande kermesse dei Giochi di Baku. L’argento di Chamizo ha fatto poker con i metalli accumulati dagli Azzurri del Karate nei giorni di esordio di Baku (Busà, Maresca, Busato): grande orgoglio non solo per la Federazione, ma in primis per il CONI che in questi Giochi ha investito risorse notevoli, anche a livello di prestigio personale. Basti pensare che il Presidente Malagò era alla sua prima prova (quasi)olimpica. E la famiglia FIJLKAM ha risposto all’appello esordendo con una pioggia d’argento e attirando l’attenzione dei numerosi media giunti nella capitale azera a misurare la bontà della “nuova gestione CONI”. “Frank ha fatto una gara straordinaria - riprende il racconto Nino Caudullo - il suo avversario in finale è stato il Campione Olimpico di Londra dei 60 chilogrammi, mica uno qualsiasi. Inoltre è stato impressionante il tifo per lui che lottava in casa, sugli spalti c’era anche il Presidente dell’Azarbaijan Aliyev. Qui la Lotta è lo sport nazionale, come lo è da noi il calcio. Lascio immaginare cosa è venuto giù quando Frank e Asgarov hanno iniziato a lottare per l’oro. È finita presto con il nostro atleta che ha subìto una schienata che si è procurato da solo. Ha sbagliato tecnica, ha fatto un attacco che lo ha sbilanciato e il suo avversario è stato veloce ad accompagnarlo con le spalle a terra e bloccarlo lì. Peccato, ma non più di tanto perché ha fatto un’ottima gara e l’argento ci colma di gioia e ci regala ottimi presagi per le Olimpiadi di Rio.” Frank Chamizo ha esordito negli ottavi contro il georgiano Kentchadze con il quale ha avuto un incontro al cardiopalma che si è concluso quattro pari con vantaggio dell’italocubano. Ai quarti si è trovato opposto il turco Mustafa Kaya (campione europeo e bronzo mondiale 2012) contro il quale ha messo in atto il suo estro di fantasista della lotta: dieci a sette Frank Chamizo il responso finale. La semifinale con l’atleta romeno George Bucur ha fatto registrare Budo International 13
Evento Evento un picco d’ansia tra il pubblico tricolore, da troppo tempo abituato ai gradini più bassi dei podi continentali: cinque a quattro il responso finale a favore dell’azzurro che ha scatenato il grido liberatorio. È finale! Molto più breve il percorso degli altri azzurri; all’attivo quattro incontri vinti (due in libera e due in greco romana) su sedici disputati. “Non sono scontento della prova complessiva della squadra - conclude il racconto il DT Caudullo - che, come ho spiegato prima, è per la maggior parte composta da juniores. Timoncini ha vinto un incontro ed è rimasto lontano dal podio, ma è un atleta di valore e nella greco romana contiamo su di lui. So che alla fine del percorso può fare belle cose. Del resto non era a questi Europei che puntavamo, quanto ai Mondiali di settembre che saranno la prima prova di qualificazione per Rio. Sarà una gara molto dura, ma la squadra c’è.”
La squadra femminile di Judo
Judo: si apre con Giulia portabandiera e si finisce con il bronzo femminile a squadre Il Judo azzurro si è tolto lo sfizio di prendersi la scena all’inizio, con Giulia Quintavalle, prima judoka portabandiera azzurra nella cerimonia di apertura ed alla fine, con la medaglia di bronzo della squadra femminile, una delle ultime ad essere assegnate ai Giochi a Baku. Prima della partenza per Baku la FIJLKAM ha indetto una conferenza stampa cui ha partecipato anche il presidente del CONI Giovanni Malagò. Scontata la domanda sulle previsioni di risultato, l’ottimismo però, quello lo si è percepito e le ragioni che lo giustificavano non sono sfuggite a chi presta attenzione al tour di tornei che freneticamente aggiornano la classifica mondiale. Ed anche se il nome di Odette Giuffrida non è stato fatto, alzi la mano chi non avrebbe scommesso su di lei per una medaglia? Ebbene, la rabbia del team azzurro nella prima giornata delle gare di Judo a Baku, si lega proprio a questa aspettativa non espressa e covata in silenzio. “Oggi è andata male – è stato il commento di Massimiliano Benucci, al suo esordio da capodelegazione – e c’è ancora tanta rabbia per la medaglia sfumata di Odette”. Odette Giuffrida è giunta ad un passo dal podio, quinta nei 52 kg, con tre vittorie determinate dalle penalità su Ilse Heylen (Belgio), Distria Krasniqi (Kossovo) e Tetiana Levytska (Ucraina), sconfitta soltanto da Andreea Chitu (Romania), che poi ha vinto e da Natalia Kuziutina (Russia). Le sanzioni sono state determinanti in tutti gli incontri di Odette, un fatto anomalo per lei. “Sono molto arrabbiata con me stessa. – è stato lo sfogo a caldo della giovane romana - Era un incontro ed una medaglia alla mia portata, sebbene non fossi al massimo della condizione a causa di un problema ad una caviglia”. Nei 48 kg, Valentina Moscatt si è dovuta accontentare di un settimo posto che non l’ha soddisfatta: “Mi ero preparata bene e dopo un primo incontro con l’azera Aisha Gurbanli, che si sapeva essere un incontro difficile, in cui ho espresso tanto carattere e sono riuscita a recuperare il waza ari subìto, le cose si sono messe male. Ai ripescaggi infatti, per recuperare una sanzione, ho fatto un attacco sbagliato prendendo un contrattacco e poi è stato difficile recuperare”. Valentina è stata sconfitta due volte, prima dall’ucraina Maryna Cherniak e poi dalla spagnola Julia Figueroa. Eliminati purtroppo anche gli altri azzurri in gara nella prima giornata, da Giulia Quintavalle nei 57 kg, “Mi dispiace essermi fermata al secondo incontro - ha detto Giulia - ma le sensazioni sono più positive rispetto al passato. Con la continuità di lavoro posso ritornare quella di prima”, a Carmine Di Loreto nei 60 kg, Elio Verde ed Emanuele Bruno nei 66 kg. La seconda giornata non è stata migliore con Andrea Regis e Marco Maddaloni subito fuori dai giochi nei 73 kg, Edwige Gwend nei 63 kg, Giulia Cantoni nei 70 kg ed anche Antonio Ciano, che nonostante l’uchi mata su Antti Virta sia stato una perla, poi si è arreso a Sven Maresch per 4 sanzioni. È andata leggermente meglio il giorno dopo e pur senza strafare tutti hanno superato il primo turno, Assunta Galeone ha fatto ippon all’azera Gunel Hasanli, Domenico Di Guida al serbo Stefan Jurisic (Srb), Walter Facente ha schiantato il polacco Patryk Ciechomski, mentre Elisa Marchio ha prevalso su Sandra Jablonskyte (Ltu) per 4 sanzioni a 2. Fatale per tutti invece, il secondo round, con Facente sconfitto da Kirill Denisov, lanciato verso la conquista del titolo dei 90 kg, Di Guida ha incassato il gaeshi di Toma Nikiforov, che salirà sul terzo gradino del podio. Galeone viene stoppata da Audrey Tcheumeo, che si piazzerà quinta, mentre Marchiò è stata bloccata a terra dall’immobilizzazione di Iryna Kindzerska, che chiuderà al settimo posto. La gara a squadre del Judo è stata l’ultima in programma, poi è rimasta solo la cerimonia di chiusura, ma le ragazze sono riuscite nell’impresa e hanno portato il prezioso contributo di bronzo al medagliere della spedizione. “Questa medaglia è importante per l’orgoglio, per il morale e per l’immagine, anche perché non era semplice vista la forza delle altre squadre… Deve servire da stimolo per lavorare e migliorare ancora di più in vista dei Mondiali”, è stato questo il commento del capodelegazione Massimiliano Benucci. Giuffrida, Quintavalle, Gwend, Cantoni, Galeone si sono battute sino in fondo, senza mai darsi per vinte e dopo il 2 a 3 dalla Slovenia, hanno vinto sulla Russia rimontando da 0-2 a 3-2. “È stato bello perché è stata una vittoria di gruppo, abbiamo dimostrato di essere una buona squadra. – hanno detto le ragazze - La cosa più bella è stata vincere in rimonta riscattando le prestazioni individuali, scrollandoci di dosso anche qualche critica di troppo. Ci tenevamo che il Judo potesse salire sul podio nella prima edizione dei Giochi Europei”. Con il terzo posto a Baku la squadra azzurra femminile è andata in doppia cifra nel medagliere del campionato europeo a squadre: 10, con l’oro del 2010 a Vienna e nove medaglie di bronzo, 1986 a Novi Sad, 1989 a Vienna, 1990 a Dubrovnik, 1992 a Leonding, 1997 a Roma, 1998 a Villach, 1999 a Istanbul, 2001 a Madrid e, appunto, 2015 a Baku. 14 Budo International
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QUATTRO VOLTE PODIO Agli Europei di forme a Belgrado un oro, un argento e due bronzi per la Nazionale azzurra. Il trio cadetti è campione d’Europa
Testo e foto di: FITA
La nazionale italiana di forme torna a far inorgoglire il mondo del taekwondo azzurro. È stata ottima, infatti, la prestazione agli Europei di categoria disputati a Belgrado, in Serbia. L’Italia torna con un bottino di quattro medaglie: una d’oro, una d’argento e due di bronzo. Il livello era alto, la competizione agguerrita e il risultato, di conseguenza, tutt’altro che scontato. Anche questa volta, però, il team azzurro ha dimostrato di essere tra quelli da battere e i risultati mostrano anche che le nuove leve stanno crescendo bene e sono pronte a dare ancora filo da torcere agli avversari nelle prossime competizioni internazionali. Il trofeo più ambito è arrivato nell’ultima giornata di gare, con la vittoria del trio maschile Notaro Botrugno - Sampognaro nella categoria cadetti. Messa in cassaforte la medaglia, i campioni d’Europa esultano orgogliosi e stupiti: forse neppure loro si aspettavano di arrivare sul gradino più alto del podio. “Hanno preso fiducia pian piano”, conferma il direttore tecnico della Nazionale forme Andrea Notaro, “sono stati davvero molto bravi, vista anche la loro età e la loro inesperienza. Hanno gestito la pressione come dei senior navigati, anche quando in finale si sono trovati di fronte gli atleti della Turchia, fortissimi”. Per Notaro la soddisfazione è doppia, visto che nel trio campione c’è anche il figlio Alessio: “A lui, come agli altri, ho consigliato di stare tranquillo. Poi prima della finale ho detto: ragazzi, andiamoci a prendere quella medaglia, perché è nostra. Mi hanno dato retta!”. E pensare che due dei componenti del trio affrontavano una gara di questo livello per la prima volta. Solo Sampognaro poteva far riferimento all’esperienza di tornei passati: Michelangelo, infatti, a soli tredici anni conquistò l’oro cadetti insieme a Carolina Giannola, agli Europei di due anni fa. “Stavolta ho fatto il veterano”, scherza Michelangelo, “mentre gareggiavamo mi sono subito tornate in mente le emozioni provate nel 2013: sapevo bene cosa provavano i miei compagni: ho cercato di tranquillizzarli, oltre a cercare di tranquillizzare me stesso. Noi tre funzioniamo bene insieme, ci completiamo, e credo che potremo fare grandi cose”.
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Anche a Belgrado, dunque, la Nazionale italiana ha dimostrato di saper eccellere nelle categorie giovanili: segno che l’impegno dedicato dalla Federazione agli atleti in erba continua a dare i suoi frutti. Al livello di campionati europei poomsae la categoria cadetti è stata introdotta solo nel 2013 ad Alicante, in Spagna. Sempre in quell’occasione gli junior si confrontarono per la prima volta nella coppia e nel trio. Due anni fa gli azzurrini diedero filo da torcere agli avversari, tornando a casa con un carniere ricco di medaglie. Anche in Serbia i giovani hanno messo in scena prestazioni notevoli. Come se non bastasse l’oro dei cadetti, l’argento arriva infatti da un’atleta junior, Giulia Marra, che oltre al secondo posto nell’individuale ha conquistato anche un bronzo insieme a Donato Cipolla. “In generale mi trovo meglio quando gareggio sola”, ammette Giulia, “perché riesco a concentrarmi con più facilità. Con Donato, però, c’è un grande feeling, fondamentale nelle gare di gruppo”. L’argento è stato per lei piuttosto inaspettato. Giulia, infatti, ha saputo solo il giorno prima delle gare di dover sostituire una compagna non in perfetta forma fisica.
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“Non ho avuto nemmeno il tempo di metabolizzare: il primo turno, comunque, l’ho passato molto bene; alle semifinali, invece, ero più incerta e ho cominciato a preoccuparmi. Vinta la prima finale la medaglia di bronzo era certa, ma a quel punto ho iniziato a crederci e la mia fame di vittorie è cresciuta: ho avuto la meglio contro il Portogallo, ma la Serbia era troppo forte, oltre a giocare in casa”. Il quadro dei risultati azzurri si chiude con il bel bronzo ottenuto da Elena Blundu e Gabriele Peighinu nella specialità free style, che prevede un’esibizione totalmente ideata dagli atleti sulla base di elementi fissi e identici per tutti coloro in gara. Elena e Gabriele gareggiavano insieme per la prima volta, ma assicurano di aver trovato subito un ottimo feeling. “Era difficile andare oltre il bronzo all’esordio”, ammette Pieghinu, “anche perché la coppia che ha vinto l’oro gareggia da anni ed è di altissimo livello: ora noi possiamo puntare molto in alto, però, dobbiamo solo lavorarci”. Andrea Notaro non ha dubbi quando gli chiediamo di commentare i risultati complessivi della “sua” Nazionale: “Sono soddisfattissimo. Ovviamente se andiamo ad analizzare il torneo gara per gara potremmo anche pensare che qualche medaglia in più ci sarebbe stata, soprattutto nello junior e nel senior maschili. D’altra parte, visto il livello altissimo della competizione, la differenza tra chi sale sul podio e chi no la fanno i centesimi. L’arbitraggio è stato equo, nulla da dire”. Acquisito il risultato, per i campioni italiani di forme inizia un periodo di breve e relativo riposo: i Mondiali del 2016 sono sullo sfondo, ma tra impegni nazionali e tornei Open in giro per il mondo non c’è di che star troppo fermi. La fame di medaglie, d’altra parte, è sempre tanta.
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ALLENATI CON I VIDEO DI CARLO MOLFETTA
Aikido
MANUALE DI UKEMI La tutela del corpo nelle cadute accidentali o provocate
Il M° Ugo Montevecchi, 6° Dan Aikikai d’Italia e laureato in Scienze Motorie, ha concentrato in questa opera il frutto della sua esperienza, più di 40 anni di pratica e oltre 20 di insegnamento, che dapprima ha svolto in qualità di assistente presso il Dojo Aikikai Milano del compianto M° Fujimoto e poi come Maestro presso il Dojo Aikidomus di Rimini e l’Aikikai Repubblica di San Marino di cui è il Direttore Didattico. Il Maestro, in virtù della sua alta competenza, tiene attualmente anche seminari specifici sull’argomento delle Ukemi presso Dojo di Aikido e di altre Arti Marziali. Presentato di recente al Salone internazionale del libro di Torino presso lo stand dell’Aikikai d’Italia, questo manuale è composto da un libro illustrato a cui è allegato un DVD. Costituisce un vero e proprio trattato completo sull’argomento ukemi, ovvero le tecniche di tutela del corpo in occasione di cadute accidentali o provocate. Il testo, redatto con grande chiarezza e semplicità, è comprensibile anche al profano e descrive i percorsi per l’apprendimento di tutti i vari tipi di caduta, a partire dal livello di assoluto principiante fino alle forme più sofisticate e acrobatiche riservate ai praticanti avanzati. È diviso in paragrafi che affrontano ciascuno un argomento specifico o una tappa dei vari percorsi didattici e ad ogni paragrafo corrisponde sul DVD una sequenza video che dimostra in modo inequivocabile i particolari di ogni esercizio proposto, degli errori ricorrenti e delle contromisure da prendere per prevenirli e correggerli. Si affrontano anche aspetti tecnici relativi ad esecuzioni in condizioni speciali, come le variazioni da apportare alla tecnica qualora la si esegua su superfici dure o si debbano valicare ostacoli. È interessante sottolineare che la didattica del M° Montevecchi è programmata fin dagli esercizi più elementari in modo da puntare, a fine percorso, al risultato ottimale, cioè alla esecuzione delle tecniche più sofisticate che sarebbero irraggiungibili in mancanza dei dovuti presupposti o in presenza di errori di impostazione.
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Aikido
Il metodo proposto prende nettamente le distanze da quello tradizionale e trae invece il suo fondamento dagli indiscutibili principi delle leggi fisiche. Ne derivano percorsi didattici originali che potranno sorprendere chi è già avvezzo alla materia. Talvolta l’impostazione della tecnica è addirittura opposta a quella tradizionalmente adottata nella stragrande maggioranza dei Dojo, ma le argomentazioni presentate a supporto delle soluzioni innovative risultano assolutamente convincenti. Questo manuale per la sua efficacia e semplicità di comprensione è una guida utilissima per ogni praticante di Arti Marziali ed è un testo che non può mancare nella libreria di ogni Maestro di mentalità aperta che abbia il desiderio di arricchire ed affinare le proprie conoscenze. Il trattato è stato prodotto in collaborazione fra due case editrici: “Boodo Books” ed “Il Cerchio”. Per acquisto online al prezzo promozionale di 26€ visita la pagina dedicata nel sito www.aikidomus.it. Troverai anche pagine che presentano anteprime su parti del testo e alcune video-sequenze del DVD. Per ulteriori chiarimenti sull’opera contatta l’indirizzo mail ugomonte@ interfree.it
Ushiro ukemi usando solo il braccio di rotolamento
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Pugilato
LA BOXE FEMMINILE CONQUISTA L’UNGHERIA Otto podi per l’Italia a Keszthely
Testo di: Tommaso Gregorio Cavallaro Foto di: Marcello Giulietti
“Bilancio Trionfale, quello delle nostre Azzurre in questo Europeo Ungherese. Risultato straordinario figlio sia delle indubbie qualità delle Ragazze ma anche del grande lavoro fatto dallo staff tecnico.” Queste le parole del Presidente FPI Alberto Brasca alla conclusione delle sesta edizione degli European Wmone’s Junior/Youth Boxing Championships, svoltasi a Keszthely in Ungheria tra il 16 e il 23 agosto us. L’Arena Sport Hall della nota località turistica sul lago di Balaton ha visto le Azzurre salire ben 8 volte sul podio in virtù di 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi. Allori europei che hanno dato l’ennesima conferma della vitalità del settore giovanile al femminile della Boxe italiana. La kermesse magiara, infatti, viene dopo I successi ottenuti nel Mondiale di Categoria dello scorso Maggio (Oro per Testa e Carini e Argento per Concetta Maarchese) e la pioggia di medaglie nell’Europeo del luglio 2014 di Assisi. “Non posso che essere soddisfatto per questo straordinario successo”, queste le dichiarazioni di Coach Renzini, “perchè dimostra l’ottimo stato di salute del nostro settore giovanile. Vorrei soffermarmi prima di tutto sulle Junior. 4 Medaglie su 5 atlete, oltretutto al loro primo evento internazionale e al primo anno in questa qualifica, è un qualcosa di eccezionale. Tra le Youth, in cui si sono confermate regine delle loro categorie la Testa e la Carini, vorrei fare i complimeti alla Martusciello,che a mio parere avrebbe meritato di vincere l’oro.” Cinque le Italiane che sono arrivate nelle finali del 22 agosto. Tra le Youth l’orose la sono messa al collo nei 60 Kg Irma Testa (MIGLIOR BOXER CATEGORIA YOUTH - Stesso Premio conquistato a Taipei per i Mondiali Youth, dove conquistò l’Oro), che ha battuto 3-0 la Yldiz TUR, e nei 64 KG Angela Carini (Oro anche per lei a Taipei nei Mondiali), che ha sconfitto 3-0 la Nemtseva RUS. Per le due Azzurre si tratta del secondo oro consecutivo in questa competizione dopo quello dello scorso anno ad Assisi. Argento, invece per la 57 Kg Martusciello, sconfitta 2-1 dalla Broadhurts IRL. 22 Budo International
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Programma gare e risultati Azzurre 16/08 Junior PL 46 Kg: Cavallo vs Callander Cloe IRL 0-3 PL 52 Kg: Tessari vs Jarus TUR 3-0 Youth PL 60 Kg: Testa vs Sigh GER 3-0 PL 54 Kg: Esposito vs Cruvellier FRA 1-2 17/08 Junior PL 54 Kg: Bressan vs Yagmun TUR 3-0 PL 63 Kg: de Carlo vs Spaniuk UKR 3-0 Youth Pl 57 Kg: Martusciello vs Gibka POL 3-0 18/08 PL Junior 52 Kg: Tessari vs Wonyou (FRA) 3-0 PL Youth 48 Kg Bonatti vs Chungalkova (RUS) 1-2 PL Youth 51 Kg Garofalo vs Voronina (UKR) 3-0 PL Youth 64 Kg: Carini vs Zvanca (ROM) 3-0
19/08 Quarti Youth 60 Kg: Testa vs Borzei ROM 3-0 Quarti Youth 57 Kg: Martusciello vs Cosma ROM 3-0 Quarti Junior 50 Kg: Marchese G. vs Cumentor TUR 3-0 Quarti Youth 51 Kg: Garofalo vs Nuren SWE 3-0 20/08 Semifinale Junior 52 Kg: Tessari vs Nedilko UKR 3-0 Semifinale Junior 63 Kg: De carlo vs Phelan IRL 3-0 Semifinale Youth 51 Kg Garofalo vs Plea GRE 1-2 Semifinale Youth 57 Kg Martusciello vs Shaidova RUS 3-0 Semifinale Youth 64 Kg Carini vs Zakrzewska POL 3-0 21/08 Semifinale Youth 60 Kg: Testa vs Thour SWE 3-0 Semifinale JUnior 50 Kg: Marchese vs Molchanova RUS 1-2 Semifinale Junior 54 Kg: Bressan vs Endre HUN 1-2 22/08 FInale Junior 52 Kg: Tessari vs Rodionova RUS 0-3 Finale Junior 63 Kg: De Carlo vs Aluc TUR 3-0 Finale Youth 57 Kg: Martusciello vs BroadHurst IRL 1-2 Finale 60 Kg: Testa vs Yldiz TUR 3-0 Finale Youth 64 Kg: Carini vs Nemtseva RUS 3-0
Nella qualifica Junior, oro per la 63 Kg De Carlo, che ha superato 3-0 la Aluc TUR. Argento, infine, per la Tessaari, battuta 3-0 dalla Rodionova RUS. Tre Azzurre hanno conquistato il bronzo: JUNIOR: 50 Kg Marchese G. ; 54 Kg Bressan; YOUTH 51 Kg Garofalo. “Felicissimo per il rendimento e le medaglie conquistate”, così si è espresso il Team Leader Sergio Rosa, “dalle nostre atlete. Successi figli sia del grande lavoro fatto dai Tecnici dell’Italia Boxing Team che di quello dei tecnici delle nostre società, nelle quali si allenano le ragazze della Nazionale. Questo Torneo ha dato le conferme che ci aspettavamo e evidenziato delle piacevoli novità nelle categorie Junior.”
ITABOXING Keszthely2015 Youth Kg. 48 Roberta BONATTI (EM - Pug. Salus et Virtus); Kg. 51 Lucy GAROFALO (SC- ASD Eagle); Kg. 57 Francesca MARTUSCIELLO (CP - Excelsior Boxe); Kg 60 Irma TESTA (LZ GS Fiamme Oro); Kg. 64 Angela CARINI (CP - GS Fiamme Oro), Annunziata Esposito kg 54 (CP Boxe Vesuviana) Junior Kg. 50 Giovanna Marchese (CP); kg. 54 Manuela BRESSAN (VE - Sport Village Santa Minica), Kg. 63 Vittoria DE CARLO (PM - DMS Team); Kg. 46 Siria CAVALLO (SC ASD Eagle); Kg. 52 Biancamaria TESSARI (VE Verona Boxing Fighters). Team leader Sergio Rosa Consigliere Federale Team Doctor Antonio Motta Fisioterapista: Giulietti Marcello Tecnici: Renzini Emanuele, Laura Tosti. Budo International 23
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Boxe
COTTO VS CANELO La resa dei conti
Testo e foto di: Andrea Galbiati , inviato da New York
Cotto vs Canelo
Novembre di fuoco al Mandalay Bay di Las Vegas. Il titolo WBC e RING MAGAZINE dei pesi medi sarà finalmente conteso tra due indiscussi campioni della boxe: il portoricano Miguel Cotto (40 vittorie, 4 sconfitte), già due volte campione del mondo, affronterà il giovane messicano Canelo Alvarez (45 vittorie, 1 sola sconfitta). A New York è iniziato il tour promozionale nelle città più importanti del Centro e del Nord America per promuovere l’evento ed entrambi i campioni si sono dimostrati molto disponibili e molto professionali. Chi vincerà tra i due fighters è molto difficile da pronosticare: l’esperienza e la tecnica di Cotto avranno la meglio o l’aggressività e la freschezza atletica del messicano lo porteranno alla vittoria? Il 21 novembre è una data da segnare per non prendere altri impegni ed assistere a questo grande match, aspettando poi il 2016 per capire chi è veramente il numero uno dei 72.5 kg con una sfida infuocata tra il vincente del Fight Golovkin contro Lemieux. Gli appassionati di boxe attendono!
Cotto - De La Hoya - Canelo
Andrea Galbiati con Cotto
Cotto vs Canelo per il titolo WBC dei pesi medi
Andrea Galbiati con Freddy Roach
Andrea Galbiati alla Press Conference
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Judo
LE SORPRESE DEGLI ESCLUSI E LA “NOIA” RINER Mondiali ad Astana
Testo di: Pino Morelli Foto di: Archivio IJF
Un Mondiale noioso ma ricco di sorprese che, a tratti, lo hanno rivitalizzato facendo spuntare quel poco di curiosità utile a seguire un Judo che non è più Judo e che stenta a decollare, come spettacolo, vanificando gli sforzi dei vertici mondiali che tanto si sono applicati perché questo avvenisse. Per mettere le cose in chiaro è bene dire che io non condivido per nessuna ragione questo regolamento che fa del nostro sport un non Judo, un judo monco. Sarebbe come dire ad un calciatore che i colpi di testa annoiano i telespettatori per cui se si eseguono il calciatore stesso viene cacciato dal campo. Capisco che l’esempio potrebbe sembrare azzardato ma l’esasperazione serve proprio a far comprendere che hanno ridotto il Judo ad una parvenza dell’arte dello squilibro, della tecnica e della tattica alla quale eravamo abituati. I regolamenti c’erano e andavano fatti rispettare, e sarebbero bastati da soli a migliorare l’agonismo e renderlo appetibile al gran pubblico televisivo. Sembra quasi che si sia voluta coprire una pecca arbitrale togliendo quello che non sapevano gestire o che gestivano male gli stessi arbitri, ma a chi è servito questo regolamento scellerato? Si è scoperto che non è migliorato il livello tecnico e che lo stesso pubblico di judoka non si diverte molto quando assiste allo spettacolo di uno sport che non riconosce più. Proprio ad Astana nasce il caso dell’atleta che va a terra insieme alla sua avversaria e dalla posizione in ginocchio prende la sua gamba. L’avversaria si rialza e l’arbitro decreta l’hansokumake. Una decisione idiota che ha visto cadere ancora più in basso la classe arbitrale che non ha saputo dirigere questo campionato comminando sanzioni diverse a fatti identici così come non ha saputo concedere stessi punti ad azioni altrettanto uguali. Tra l’altro, non si è capito perché alla nostra Giulia Quintavalle non è stato concesso nessun punto quando ha contrattaccato la Karakas facendola rotolare sul fianco. Al di là delle polemiche campaniliste, questo campionato ha dimostrato i limiti di questo nuovo regolamento che scontenta tutti. Si è visto, almeno dal mio punto di vista (scusate il gioco di parole) un Judo che ha premiato, in molti casi, il meno peggio e molti combattimenti sono 26 Budo International
Judo finiti per due ammonizioni ad una o tre ammonizioni ad una. Insomma, chi era stato meno scarso vinceva. Ci sono state fasi molto interessanti nei combattimenti ma i più hanno giocato alla tattica dell’ammonizione e questo Judo lanciato a tutto gas verso la medaglia o alla conquista dei punti lascia un po’ di amaro in bocca a chi del Judo piaceva la ricerca dell’ippon, della tecnica perfetta, del tiro impeccabile. L’ippon era una tecnica portata con velocità, controllo e schienata diretta dell’avversario. Vediamo, con questo regolamento, ippon con rotolamento che per nulla rispettano i tre principi fondamentali del punto. Infatti, quando avviene, ci si solleva con un grido di sorpresa. Così come è stata grande la sorpresa di vedere eliminato Zantaraia o Iliadis tanto per fare due dei nomi più conosciuti. Un Campionato del Mondo, dunque, che non ha regalato nulla a nessuno e che non ha fatto sconti ai grandi del tatami. Il Giappone la fa da padrone con 6 medaglie d’oro, 4 d’argento e 5 di bronzo più un quinto posto, seguito dalla Francia e dalla Korea. L’Italia è ventiquattresima con un quinto e un settimo posto e, credo, che da qui riparta il nuovo corso delle nostre nazionali.
La noia Riner Riner vince. Vince sempre, forse perché è il più forte o, forse, perché è l’unico nella sua categoria a possedere le doti speciali che necessitano ad un “oltre”. La sua mole lo rende inattaccabile e scontato l’incontro. Ad oggi non si è presentato nessuno, per quanto siano tutti bravissimi atleti, capace di impensierirlo almeno quel poco che basta per farlo mettere sulla difensiva. Se non riesce a portare via i suoi avversari con il suo Harai Maki Komi, li trascina con un suo personalissimo Sumi Gaeshi e il combattimento si chiude. Un fenomeno, dunque, che non vede tramonto e nessuno all’orizzonte che sia capace di destabilizzare la sua mole poderosa. Ma
sarebbe la stessa cosa con il vecchio regolamento? Sarebbe la stessa cosa se i suoi avversari potessero attaccarlo alle gambe o aspettarlo in contro-tecnica? Ai posteri, semmai cambiasse di nuovo il regolamento, il piacere di saperlo. Il grande circo del Mondiale va agli archivi ma dovrà far riflettere chi è preposto ad organizzare gli eventi. Il Judo spettacolo esiste solo se si riesce a praticare il vero Judo, completo nelle sue tecniche, perché così lo ha ideato il suo fondatore ed è per questo che ce ne siamo innamorati tutti. Budo International 27
Judo
IL SIGNORE DEL JUDO CHE VOLLE FARSI RONIN I veri maestri ti restano nel cuore
Testo di: Pino Morelli Foto articolo di: Emanuele Perini
I miei ricordi di Alberto Di Francia risalgono ai miei 18 anni, quando lo vedevo circolare per i tatami di gara con passo leggero, signorile, come se ci scivolasse sopra. Una cosa che mi piacque particolarmente fu il fatto che fosse uno dei pochi insegnanti di Judo che sapeva parlare correttamente l’italiano. Non me ne vogliano tanti maestri che ho conosciuto ma, quando ero un “ragazzino” del Judo, la cultura e il parlare correntemente la nostra lingua non era una dote particolarmente richiesta. Lui sapeva parlare ma, soprattutto, sapeva far capire quello che spiegava.
Ji: Quando hai iniziato a praticare Judo? Mi guarda, mi sorride sornione e… ADF: Tu devi pensare che io sono nato nel 1930, ottantacinque anni fa. Pensa, dunque, a quale periodo mi riferisco. Un periodo difficile per la nostra nazione, poi con l’arrivo della guerra tutto si è complicato maggiormente. Non c’era nulla, proprio nulla, considera anche che mio padre era disperso in Albania per cui i nostri sacrifici erano enormi e le difficoltà insormontabili. I miei primi anni sono stati duri, disagiati, senza risorse. Ji: Quando è iniziata, quella che potremmo definire una vita normale? ADF: Quando sono entrato alle poste, nel 1947, come fattorino. Io ho sempre avuto una concezione della vita: non bisogna mai fermarsi, non ci si deve sentire soddisfatti dei traguardi raggiunti perché c’è sempre da imparare. Allora ho iniziato a fare concorsi interni, esami e ancora concorsi, passando man mano di grado fino a raggiungere quello di Capo Ufficio Superiore. Ji: Ma il Judo quando entra nella tua vita? ADF: Nel 1960. Mi ricordo che lessi un’intervista di Nicola Tempesta che era diventato Campione Europeo. Questo avvenimento mi affascinò e poi devi pensare che nel 1964 il Judo è entrato nelle Olimpiadi di Tokyo come sport dimostrativo. Ji: E la tua prima palestra qual è stata? ADF: Io ho iniziato a frequentare una palestra a Centocelle con il mio amico Porceddu. In quella palestra non si faceva agonismo ma per me è stato molto interessante perché l’approccio che ho avuto è stato più didattico che agonistico e queste basi hanno creato la mia formazione. Pensare che il Judo sia solo competizione non è una cosa giusta. Il Judo è anche competizione ma, soprattutto, didattica, insegnamento, ricerca, studio. Se non ci si avvicina a questi argomenti si perde una parte fondamentale del Judo. Il Judo, se praticato con tutti questi elementi, ti aiuta a costruirti, a conoscere te stesso e ti fa riconoscere i tuoi limiti. Al Judo non puoi mentire. E, poi, devo dire, la mia parte agonistica è stata veramente modesta. Ji: I tuoi risultati? ADF: Guarda, per caso sono arrivato primo in un torneo che si faceva a Velletri, mediamente importante, e uscì un articolo che parlava proprio della gara. L’articolo uscì sulla “Voce Repubblicana” e il curatore era Silvano Addamiani. A quel tempo Addamiani era il Direttore Tecnico dell’Edera e, se allacci alla politica il simbolo, capisci subito che l’Edera era il simbolo del Partito Repubblicano. Non mi ricordo bene come andò la gara, comunque vinsi e uscì l’articolo. Ji: A questo punto? ADF: L’articolo fu letto da un personaggio del Partito Repubblicano e Presidente del Dopolavoro delle Poste. Leggendo l’articolo collegò il mio nome con quello di mio zio (sindacalista delle Poste Italiane) e gli andò a chiedere chi era questo Di Francia Alberto. Mio zio, vantandosi, disse che ero un campione. Ma io non ero un campione, ero un appassionato di Judo ed ero appassionato del Judo che si insegna, che non è la stessa cosa di chi frequenta l’agonismo. Praticare Judo è un conto, saperlo insegnare è tutta un’altra cosa.
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Judo
Ji: Cosa è successo poi? ADF: Questo Presidente chiese a mio zio se poteva incontrarmi per parlarmi e mio zio ci fece incontrare. Mi chiese se ero interessato a creare un gruppo di Judo all’interno delle Poste Italiane. Io, allora, ero ancora cintura marrone. Ti dico la verità, ci pensai un po’ e poi ne parlai con il mio amico Ornello Vignola che frequentava l’Edera con me (io nel frattempo ero passato all’Edera). Lui era già cintura nera e trovò il progetto interessante. Allora andammo a parlare con questo Presidente che ci mise a disposizione un locale al prenestino. Ji: Era già una palestra attiva? ADF: No, ma abbiamo avuto i mezzi per costruirci dentro una palestra, di sana pianta. A quel punto abbiamo iniziato a lavorare. Ovviamente la mia disponibilità era estremamente limitata per i turni in ufficio. Devo dirti che i risultati sono stati molto lusinghieri. Venne gente e noi trovammo, tra tutti gli iscritti, dei veri campioni. Io poi ho preso la cintura nera e, per come vanno le cose della vita, io e Ornello ci siamo divisi. Ognuno per la sua strada ma siamo rimasti sempre amici, sempre. Ji: Quale fu la tua scelta? ADF: Io ho voluto fondare una mia società, il Judo Preneste. Ornello, invece, stava a Casalbertone con il Judo Club Roma. Ci siamo rincorsi nei risultati. Sempre, estremamente, lusinghieri. Io ho avuto atleti nazionali. Tanto per citarne qualcuno: Felice Mariani, Calvesi, Nardini, Silvio, Alessandra. Abbiamo dato molti ragazzi alla nazionale e ai gruppi sportivi militari. Sempre tutto con molta fortuna. Ji: Perché la fortuna, c’era anche un gran lavoro dietro… ADF: Sì certo, ma un briciolo di fortuna ci vuole sempre nella vita, anche solo quella che ti entrino in palestra ragazzi motivati e tagliati per il Judo. Poi ci fai sopra un gran lavoro ma le congiunzioni devono essere tante…Poi mi sono interessato di arbitraggio, sono diventato arbitro nazionale e sono stato premiato dal Maestro Gaddi come miglior arbitro italiano…ma non mi ricordo la data. Ji: Anche in questo campo non sei rimasto fermo. ADF: No, sono entrato a far parte della Commissione Nazionale Arbitri, ho contribuito alla formazione degli arbitri regionali e nazionali. Ji: Con il Judo “attivo”? ADF: Prima ho ricevuto l’incarico di allenatore della Nazionale Universitaria e poi ho ricevuto l’incarico di Direttore Tecnico della stessa Nazionale, con la quale ho partecipato a tre Campionati del Mondo e alle Universiadi in Giappone, a Kobe. Ji: Fu un periodo intenso di impegni. ADF: Fu un periodo formativo molto bello per me. Anche pieno di opportunità. In questo periodo ho affinato la mia conoscenza del Judo e ritengo che ci sia sempre qualcosa da imparare nella vita. Ancora oggi sento di dover apprendere tante cose.
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Judo Ji: Insomma da quando hai aperto il Judo Preneste il Judo ti ha assorbito completamente anche grazie ai continui successi. ADF: Mah…devo dire che si sono alternati periodi molto belli a periodi più bui, ma è nelle cose della vita. Adesso siamo in un momento favorevole, per esempio: abbiamo molti ragazzi presenti nelle maggiori competizioni, un altro nostro ragazzo ha vinto il titolo italiano ed è entrato in nazionale (Claudio Pepoli categoria – 100 Kg ndr). Insomma, siamo in ripresa e speriamo che duri. Ma, ti ripeto, questo fa parte della vita. La vita è fatta così, c’è una fine e un nuovo inizio, sempre, di seguito e la bravura sta nel saper ricominciare. Ji: Hai un consiglio per questo? ADF: Non bisogna mai scoraggiarsi e non bisogna mai esaltarsi troppo perché le due cose sono talmente vicine tra loro che ci vuole un attimo perché cambi uno stato di grazia. Io ho avuto sempre una regola nella vita. Ho sempre fatto le cose di testa mia. Non ho mai accettato i consigli a scatola chiusa. Io li ho ascoltati tutti ma poi ho sempre fatto di testa mia, seguendo un aforisma di mia madre che diceva: “Non datemi consigli, so sbagliare da sola”. Mi sono sempre assunto tutte le mie responsabilità e le decisioni comportano responsabilità, piccole o grandi che siano. E, allora, non puoi esaltarti molto ad una vittoria perché non hai finito, così come non puoi scoraggiarti per una sconfitta, perché non hai ancora finito. Ji: Del Judo odierno cosa ne pensi? ADF: Penso che sia un buon Judo, evoluto, ma che c’è molto da migliorare. Se vogliamo far crescere il Judo dobbiamo far crescere tutte le società perché il risultato, in termine di atleti, è il resoconto del lavoro svolto dalle società. Più in alto si porta il livello di base più bravi saranno i nostri atleti nazionali. Ji: Si costruisce un campione? ADF: Non credo lo si possa costruire di sana pianta. Un minimo di luce interiore la deve avere, deve avere dentro l’amore per questo sport, poi da qui puoi ripartire. Come dice giustamente il mio amico Monti, se allevo somari, tutt’al più riuscirò ad allevare somari da corsa… Ji: Allora la formula migliore per migliorare il nostro Judo, secondo te qual è? ADF: Far crescere le società. Come? Attraverso corsi specifici nazionali per i tecnici, e questa informazione deve essere continua. D’altronde se vuoi far crescere le società devi far crescere i tecnici, bisogna “investire” su di loro. Se un ragazzo sta in nazionale e ritorna alla propria società sportiva per un periodo breve o lungo, non importa, deve trovare il tipo di allenamento che ha praticato in nazionale, non può essere altrimenti. Io, quando avevo i miei ragazzi in nazionale andavo a vedermi gli allenamenti e mi studiavo i tempi, i modi, le sedute di preparazione o di tecnica e poi facevo trovare ai ragazzi lo stesso tipo di allenamento. Buon testimone di questo è il Maestro Tempesta che era il tecnico e mi ricordo che mi chiedeva: “Né guagliò, tu che vieni a fà?” e io rispondevo: “Maestro, vengo a vedere il suo allenamento per poterlo copiare”. Capisci? Questo è lavorare, vivere, imparare il Judo, non aver mai paura di dire “io questo non lo conosco”. Solo così si cresce e così sono cresciuto io. Poi, qualcuno potrebbe ribattere che ho avuto soddisfazioni e riconoscimenti al di là dei miei meriti. Ji: Visto che prima parlavamo dei cicli della vita, noi ora in che ciclo ci troviamo con il Judo? ADF: Strano, è un momento molto strano. Non mi riesco a spiegare perché abbiamo atleti a livello internazionale, come cadetti, speranze, junior che riescono a vincere medaglie importanti e poi non abbiamo più nulla a livello senior. Quando questi atleti passano a Senior non riescono più a fare il loro Judo. Come mai? Molto probabilmente non c’è una programmazione adeguata e, senz’altro, non c’è una metodica nostra di Judo. La conoscenza di base deve permettere ai ragazzi di essere protagonisti a tutti i livelli. Se non c’è una preparazione tecnica di base più che valida non possiamo pensare che questi ragazzi abbiano una lunga vita agonistica. Questi piccoli prodigi cresceranno e tutto quello che li ha portati a vincere una medaglia nei cadetti sarà cambiato. Il loro Judo stesso non sarà più un Judo adeguato, per esempio, alla loro altezza o alla possenza del fisico. Insomma, la tecnica di base che si sviluppa con il ragazzo, che va di pari passo con il ragazzo che cresce è fondamentale. Altrimenti non ci si spiega perché un giapponese che non esce mai a livello cadetto vince poi i Campionati del Mondo o le Olimpiadi da senior. Ji: La tecnica soprattutto… ADF: Ma non è solo un lavoro tecnico, che è importante al 95%, ma anche motivazionale. Quali sono le motivazioni che spingono questi atleti a spingersi sempre avanti, tra sacrifici e rinunce? Perché è vero che il bravo agonista ha la possibilità di entrare nei gruppi sportivi militari, ma, mi chiedo, è questo l’obiettivo di questi ragazzi? Il posto fisso? Quelli che fanno parte dei gruppi militari sembrano ormai 30 Budo International
Judo soddisfatti per il loro risultato ma non può essere così. Questi ragazzi non hanno ambizioni. Oggi la Pennetta (tennis, ndr) è arrivata in finale a New York: solo questo è già un risultato storico. Nell’altro tabellone c’è la Vinci che dovrà vedersela con la Williams (e poi ha vinto, ndr) e mi chiedo: cosa le ha portate fino a quel livello? La motivazione giusta! queste due atlete hanno creduto nel sogno e alla fine ci saono riuscite. Ji: Da cosa dobbiamo partire? ADF: Dalle società, dagli insegnanti tecnici. Bisognerà partire da loro. Noi abbiamo un Centro olimpico invidiato da tutti, sfruttiamolo. Secondo te, basta la qualifica da allenatore che si prende oggi? Io non credo. I corsi regionali non bastano più bisogna dare di più a questi tecnici perché solo loro ci porteranno i nuovi campioni. Ji: Un bravissimo tecnico è quello che ci serve, dunque? ADF: Oggi non basta più, abbiamo bisogno di creare degli insegnanti che siano capaci anche nella preparazione fisica, atletica. Oggi è impossibile pensare che un tecnico possa insegnare la sua tecnica e basta. Sono cambiati i ritmi. Puoi arrivare bene ad un campionato italiano, puoi arrivare bene ad un torneo importante, ma poi? Sappiamo valutare la preparazione dei nostri ragazzi? Lo sport si è evoluto e il Judo si deve adeguare ai tempi. Ji: Ma ai nostri tempi, quelli attuali, come lo vedi il Judo? ADF: Non lo capisco. Non so se è ancora Judo quello che ho visto in questi mondiali. In molti casi ha vinto il meno peggio. Si sono vinti tanti combattimenti per sanzione, per somma di sanzione e non mi vengano a parlare di tattica del combattimento. La tattica non deve essere quella che fa infliggere sanzioni all’avversario ma quella che produce punti buoni per noi. E poi, questo Judo “amputato” senza quei bellissimi contro colpi. Chi ha pensato questo regolamento? Chi ha pensato di cambiare il Judo e con quale scopo? A me non sembra sia più spettacolare, anzi, il contrario. Ji: C’è qualcosa che vuoi dire alle nuove generazioni di insegnanti tecnici? ADF: Conoscete voi stessi. Non abbiate paura di ammettere che non conoscete un argomento. Non abbiate paura di chiedere, di guardare quelli che ritenete più bravi. Il Judo è questo, è un continuo divenire, un approccio continuo alla conoscenza. Non smettete mai di essere curiosi, di imparare, di conoscere. Già fare tutto questo è fare Judo. Non gli avevo detto che era un’intervista. Mi riguarda sornione e sorride come lui sa fare. “Quando ritorni a trovarmi?”. Lo saluto e lo bacio perché lui già sa che quando voglio sapere una cosa lo chiamo e, come sempre, mi aspetta. Il Maestro Di Francia ha attraversato una vita nel Judo sempre alla ricerca del modo migliore per insegnarlo e, per questo, gli sono testimoni i tanti atleti che ha cresciuto. Ad un certo punto della sua vita ha deciso che il Judo così come era organizzato non gli piaceva e si è ritirato vivendo come un Ronin, aprendo a tutti le porte della sua esperienza e del suo Judo. È vero, come dice lui, c’è una grande differenza tra un agonista e un maestro, perché i grandi campioni si ricordano mentre i veri maestri ti restano nel cuore.
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Folgore
MULTISPORT MARZIALE “Nuovi Orizzonti” per l’ASD 187° Folgore
Testo e foto di: Brigata Paracadutisti Folgore
Roma, Treviso, Rimini: giugno è stato ricco di appuntamenti per l’ASD Esercito – 187° Folgore, che molto interesse sta suscitando con il progetto “Multisport Marziale”. I tecnici Antonio Citi, Alessio Loni e Alessio Martelloni, dopo un incontro a Roma con Daniela Berrettoni, tecnico del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito – CSOE settore Karate, in cui si è discusso del progetto per possibili attività congiunte con i settori giovanili, sono stati invitati all’evento “Nuovi Orizzonti”, tenutosi a Castelfranco Veneto (TV) ed organizzato dal maestro Niki Mardegan. Il progetto “Multisport Marziale” consta in un insieme di propedeutici, ovvero esercizi non specifici di una disciplina particolare, ma che sviluppano le abilità motorie orientate verso tutti i tipi di sport. La peculiarità del lavoro “verticale” (posizione eretta) e “orizzontale” (a terra), consente, infatti, di dare input diversificati a 360°, che altrimenti rimarrebbero settoriali, lasciando delle lacune posturali, nei gesti e movimenti dell’atleta. Il tour si è concluso al “Rimini Welness”, la nota fiera del fitness che ogni anno richiama sportivi da tutta Italia, dove l’ASD - 187° Folgore è stata ospite degli stand “Panatta” e “Jute Sport”.
Castelfranco Veneto Karate e ASD Folgore
CSOE e ASD Folgore
Niki Mardegan e ASD Folgore
Fasi di acquisizione
Partenership tra ASD Folgore e Jute Sport
Campionato Europeo di Pankration La Nazionale Italiana a Tiblisi
Testo e foto di: Brigata Paracadutisti Folgore
Locandina della gara 34 Budo International
Marco Colaianni
Momenti di Pankration
PANKRATION (dal greco “Tutta Forza”, combattimento totale). In Georgia, dal 26 al 28 Giugno, si è svolto il “Campionato Europeo di Pankration” indetto dalla United World Wrestling – UWW, presso la città di Tbilisi. La Nazionale Italiana della Federazione Italiana Pancrazio Athlima ha partecipato con una delegazione composta da 7 atleti e un ufficiale di gara, seguita dal Presidente FIPA M° Italo Morello. Tra gli atleti convocati presente Marco Colaianni, della ASD Esercito – 187° Folgore di Livorno, che si è distinto nella competizione aggiudicandosi il 5° posto nella categoria -66kg specialità a contatto pieno “Traditional”.
Folgore
SUNLIGHT PARK DAY
Quando il Multisport Marziale unisce “Famiglia, Divertimento e Relax” Testo e foto di: Brigata Paracadutisti Folgore
Domenica 7 giugno grande successo per la giornata del “Multisport Marziale” che ha registrato 130 presenze tra tecnici, atleti “pre agonisti”, genitori ed amici, presso il parco acquatico di “Sunlight Park” di Tirrenia – Pisa. La direzione tecnica è stata tenuta dal Corpo Docenti del “Multisport” a cui hanno preso parte Antonio Citi, Daniele Pilagatti, Alessio Loni, Claudio Sanna, Massimiliano Parolin, tutti paracadutisti del 187° Folgore, Luca Lembo, Maurizio Baldi, Rico Simonetti, Sonia Rovini, Cristiano Cianti, Jacopo Pagni, il preparatore atletico Alessio Martelloni e l’allenatrice di nuoto Cristina Corrain, che ha condotto nelle prime ore della mattina la preparazione multilaterale giovanile e avviamento agli sport. Nell’area verde sul fresco prato, a piedi nudi, i giovanissimi provenienti dalle province di Firenze, Pisa e Livorno, si sono esercitati in una serie di propedeutici atti allo sviluppo delle abilità motorie. Nella medesima sessione sono stati coinvolti i genitori cimentandosi con i propri figli nell’esplorazione motoria. Aria di festa, musica, entusiasmo e allegria hanno caratterizzato l’allenamento, concretizzandosi nel tema previsto dedicato alla “Famiglia, Divertimento e Relax”.
Multisport Marziale - ASD Folgore
Il Corpo Docenti del Multisport Marziale
La famiglia nello sport
ASD Folgore e organizzazione Sunlight Park Luca Lembo
Famiglie - genitori e figli Budo International 35
Folgore
14° International Eurocamp di Karate Il corpo istruttori della ASD 187° Folgore a Cesenatico
Testo e foto di: Brigata Paracadutisti Folgore
Grande soddisfazione per il “corpo istruttori” della ASD Esercito – 187° Folgore, che dal 14 al 27 giugno, è stato protagonista e parte attiva dello staff del Direttore Tecnico della Nazionale Italiana FIJLKAM settore Karate prof. Pierluigi Aschieri al “14° International Eurocamp di Karate”, organizzato dal maestro Carlo Maurizzi, presso l’impianto logistico di Cesenatico. Tra lo schieramento nomi di spicco come Salvatore Loria allenatore della Nazionale, Massimo Portoghese allenatore della Nazionale giovanile, Giorgio Rainoldi collaboratore tecnico attività giovanile, Claudio Scattini e Miso Berak (Croazia) arbitri mondiali e con la prestigiosa partecipazione dei “modelli di prestazione” Mattia Busato, medaglia d’argento alle Olimpiade Europee di Baku, Samuele Marchese e Boran Berak campioni Europei in carica. Tra gli ospiti d’eccezione il Presidente del settore Karate Sergio Donati e il Dott. Roberto Ruberti Presidente del settore Karate del Friuli Venezia Giulia e storico organizzatore dello Stage Internazionale di Lignano giunto alla 30^ edizione. Nelle giornate di domenica 14 e lunedì 15, mentre la direzione tecnica era di rientro dai Giochi Olimpici Europei in Arzerbaigian, i test d’ingresso e l’avvio alla preparazione multilaterale giovanile del camp è stata condotta dai “baschi amaranto” Antonio Citi, Alessio Loni, Claudio Sanna, tutti graduati dell’Esercito Italiano, dal preparatore atletico Alessio Martelloni e Veronica Maurizzi.
Organizzatore Eurocamp M° Carlo Maurizzi
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Il D.T. della Nazionale prof. Pierluigi Aschieiri e ASD Folgore
Il Collaboratore Tecnico Giovanile Giorgio Rainoldi, Citi A. e i Folgorini
I Tecnici Antonio Citi e Francesco Maffolini
I folgorini Jacopo e Giulio Citi esibizione Eurocamp
M. Busato, S. Marchese, A. Citi, V. Maurizzi e i giovani del Karate
D.T. della Nazionale prof. P. Aschieri e lo Staff
I settori Giovanili dell’Esercito sezione Karate
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Evento
ARENA FIGHTING GAMES Caruso vince il titolo WAKO PRO di Full Contact Testo di: Budo International Foto di: Arena Fightign Games - FotografOZ
Si è svolta domenica 4 ottobre l’edizione 2015 del Galà “Arena Fighting Games”, organizzata dal Maestro Omar Vergallo, DT della nazionale Kick Light Fikbms. Il famoso Bobino, noto locale della movida milanese, ha per una sera cambiato veste e allestito un ring per dare una location d’eccezione a questo galà di sport da combattimento; la serata è stata a ingresso gratuito e accompagnata da un buffet offerto dall’organizzazione, che ha regalato un ottimo spettacolo al folto pubblico presente. Il Maestro Vergallo ha creato un ottimo mix tra incontri di KickBoxing, K1 Rules, Muay Thai, Mma e delle tante altre discipline che trovano spazio nella sua palestra milanese, la “Ludus Magnum”, fondata nel 2005. Tra i vari match professionisti è stato messo in palio il titolo WAKO PRO - World Association of Kickboxing Organizations, di Full Contact nella categoria femminile -66 Kg tra l’italiana
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Omar Vergallo, Budo International
Evento Cristina Caruso e la francese Elsa Hemat in sostituzione dell’infortunata Christelle Barbot. Il match è stato molto combattuto e si è concluso solo ai cartellini dopo l’ottava ripresa: il risultato è stato all’unanimità (79:73 - 80:75 79:75) a favore di Caruso, che con soddisfazione e orgoglio vince il titolo. Fondamentale nella preparazione di Caruso è stato il lavoro del Maestro Vergallo e del Maestro Bruno Campiglia che, con la sua grande esperienza da campione, ha dato preziosi consigli tecnici.
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Muay Thai
The Ice
Il glorioso cammino di Sveva Melillo Testo di: M° Cristiano Tredici
Circa cinque anni fa, Sveva si iscrive in palestra presso il centro sportivo Le Cupole, dove ero già presente con il mio Team Tredici; la giovanissima Sveva all’epoca aveva circa 15 anni: capisco dopo poco tempo di avere nel gruppo una ragazza di grandi potenzialità. Instauriamo subito un rapporto speciale di autentica simbiosi, costruito nel rispetto e nella stima reciproca. Sveva si allena e cresce nel vivaio della F.I.M.T., la sua carriera è costellata di innumerevoli vittorie, una valanga di match vinti nel light thai, poi passa nella classe c a contatto pieno, dove si impone su chiunque le capitasse a tiro. Vince il titolo italiano Fimt, il titolo italiano FISCAM, vince anche in WTKA e si aggiudica un posto in nazionale Fimt, con la quale partecipa al mondiale I.F.M.A. ad eliminazione diretta a Bangkok (Thailandia), dove vince lo scontro con la Cina e poi perde ai punti contro la fortissima atleta svedese, la quale alla fine conquisterà la medaglia d’oro. Entra nel Team Hanuman contest pro, passando al professionismo, e al suo primo esordio sconfigge una bravissima atleta, Giulia Esposto, già medaglia d’oro al mondiale Wtka e poi a seguire, sconfigge Gabriella Rutigliano, campionessa italiana Fikb. In Spagna, a Madrid, nella sua prima esperienza internazionale, vince contro la campionessa europea Wmc Sarai Medina; dopo sole tre vittorie da professionista, ci viene offerto dal nostro manager e quindi dalla nostra scuderia Hanuman Contest Pro, l’enorme privilegio e la grande opportunità di partecipare il 07 marzo 2015 in Francia, a Parigi, alla sfida per il titolo mondiale W.B.C., contro la campionessa di Francia ed Europa Wbc, Lailla Akounad. Con un po’ di incertezza, visto la sua breve carriera da pro, alla fine decidiamo di accettare, per fare un’ulteriore esperienza ed incredibilmente, a soli 20 anni, Sveva Melillo, dopo 5 riprese da 3 minuti, si aggiudica all’unanimità il titolo e la cintura mondiale Wbc 53 kg e improvvisamente un sogno si realizza: siamo campioni del mondo Wbc! Fieri ed onorati di aver rappresentato l’Italia all’estero e di aver portato a Roma e in Italia, il titolo mondiale di Muay Thai Wbc, torniamo a casa carichi di entusiasmo e felici di condividere la gioia di questa memorabile impresa, con tutti i nostri tifosi e il nostro team. Abbiamo ottenuto grandissimi risultati di enorme prestigio, tramite una preparazione piscofisica e tecnica di altissimo livello. Abbiamo passato gli ultimi due anni ad allenarci sempre e costantemente, due volte al giorno, tutti i giorni, sei volte alla settimana. Un grande ringraziamento è indirizzato al Team Hanuman Contest Pro e al suo maestro e promoter, Davide Carlot, per l’eccellente lavoro svolto in tutti questi anni nella Fimt e all’intramontabile grande Maestro Mauro Bassetti, che non potrò mai ringraziare abbastanza per tutto ciò che mi ha insegnato in questi anni. È grazie anche a lui che oggi sveva Melillo è riuscita a diventare campionessa del mondo Wbc. La bravissima, fortissima e bellissima Sveva Melillo “The Ice” è un’atleta di spessore internazionale, di una serietà unica, una donna e un’atleta eccezionale, ricca di infinita determinazione e di grande umiltà. Oggi Sveva si allena nella Muay Thai e nella Boxe con il Maestro Cristiano Tredici, presso la società le cupole, in via Gino Bonichi,17 – Acilia (Rm), presso la società Village Fiumicino (Rm), via della Foce Micina, 32/a e presso la società Il Delfino, in via Fanano, 15 – Axa (Rm). Il Team Tredici ha una scuderia di ottimi atleti sia nel settore maschile sia in quello femminile, come Nicole Vurchio che quest’anno ha ottenuto un’altra grandissima soddisfazione, il 16 maggio scorso a Roma: ha conquistao il titolo italiano F.I.M.T. femminile cat. 63 kg. Mi auguro che tutto questo sia solo l’inizio! Alla prossima.
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Kick Boxing
VADIM GURAU IMBATTUTO È Campione del Mondo WFC di Franco Scorrano
Testo e foto di: Andrea Galbiati, inviato da New York
Il forte atleta moldavo Vadim Gurau, con più di 10 anni di esperienza amatoriale nella boxe ex USSR e ora pugile professionista internazionale e imbattuto kickboxer professionista, ha aggiunto nella sua bacheca di infiniti trofei vinti la cintura di campione del mondo pro di Kickboxing. L’allievo del coach Andrea Galbiati da New York ha portato alla vittoria Gurau dopo un match difficile contro il forte francese Bejuy Fabrice. Il presidente WFC Franco Scorrano ha consegnato personalmente la nuova cintura al fighter moldavo Gurau. Più di 500 atleti e ben 23 nazioni erano presenti a questi enorme evento sportivo che ogni anno cresce d’importanza. Sempre in attacco, Gurau vince con spettacolari combinazioni di pugilato sulla corta distanza ed elevata elasticità e tecnica di gambe. Per Vadim Gurau ora il 2016 si presenta ricco di appuntamenti sportivi in tutto il mondo sia per la Boxe pro sia per il nuovo titolo di campione del mondo di Kickboxing.
Budo International 41
K-1
INVICTUS FIGHT NIGHT Irene Martens vola in Germania
Testo di: Didier Le Borgne Foto di: Maik Fleischhauer, John Kallenbach, Daniel Zeuner v
Era un match molto atteso in Germania, quello che doveva opporre la campionessa tedesca Michaela Michl alla toscana Paola Cappucci. Purtroppo, una settimana prima dell’incontro, Paola ha dovuto rinunciare con grande rammarico a questo match per una dolorosa infiammazione al tendine del piede che le ha impedito di farsi valere in Germania. Con grande professionalità , la Pro Fighting ha saputo trovare una sostituta nella persona di Irene Martens. Un esordio internazionale per l’allieva di Roberto Stefani, della palestra Sempre Avanti
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K-1
di Bologna, mica da ridere: Michaela Michl ha un record internazionale di tutto rispetto, Irene ha saputo gestire un incontro molto combattuto dall’inizio alla fine delle tre riprese previste nelle regole del K-1. Le prime due riprese hanno visto la tedesca all’attacco cercando il KO in ogni colpo, e l’italiana in movimento con rimesse e combinazione molto efficaci. Il ritmo era molto sostenuto e fino alla seconda metà della terza ripresa non ha permesso di fare notare un qualsiasi vantaggio per una o l’altra combattente. Un leggero calo di ritmo della Martens alla fine dell’ultima ripresa ha permesso alla tedesca di mettere a segno, secondo i giudici, qualche punto che le ha fatto portare la vittoria dalla sua parte. Sicuramente il più bel match della serata, un pubblico molto sportivo era presente ad acclamare anche l’Italiana per lo spettacolo offerto, permettendo a Irene di guardare al futuro della sua carriera agonistica con grande ambizione.
Budo International 43
MMA
Pro Shooto Anche in Giappone sono permesse le gomitate
Testo e foto di: Mirko Zax (Maza Fight), inviato da Tokyo
Il 26 luglio si svolge nella mitica Korakuen Hall Arena di Tokyo un evento Pro Shooto di alto livello tecnico con una card molto solida e due match titolati. Ma andiamo con ordine: anche lo Shooto giapponese (si pronuncia “Sciuto”) accoglie, da poco tempo, le regole internazionali unificate delle MMA e quindi si apre per la prima volta alle gomitate consentite anche nell’azione a terra e alla durata dei 5 round di 5 minuti per i match valevoli per il titolo mondiale (non main event e non titolo Pacific Rim). La card, come dicevamo, vede nomi importanti e nuove leve alla riscossa: in totale si sono disputati 11 match, molto pochi per lo standard giapponese che normalmente ne vede inseriti in scaletta almeno una ventina per ogni evento, ma questo non è un punto a sfavore, anzi, l’evento in totale dura il giusto, circa tre ore e mezza. Per chi non lo sapesse il Pro Shooto (cioè l’evento dedicato ai fighters professionisti con regole professionistiche) ha una classificazione delle categorie di peso sfalsata in avanti, per esempio: normalmente la categoria di peso Flyweight (pesi mosca) è di 125 lb, cioè 56,7 kg; nello Shooto questo peso è relativo alla categoria superiore e cioè Bantamweight (pesi gallo) e così via per tutte le categorie, quindi di seguito le categorie di peso indicate saranno quelle utilizzate nello Shooto. Il primo match della main card vede contrapposti due pesi Flyweight: Tateo Iino e Sho Nishida che vince per decisione unanime, migliorando il suo record e portandolo a 9 vittorie e 3 sconfitte. Il secondo match della main card vede il veterano Hiroki Aoki soprannominato “AB” con quasi trenta match all’attivo, contrapposto alla giovane promessa della palestra MASTER JAPAN di Tokyo Kazumasa Sugawara; questo match sorprendentemente finisce in soli due minuti e vede vincitore AB grazie ad un’azione repentina che costringe l’avversario a dare la schiena per finirlo con una rear naked chocke senza via di scampo. 44 Budo International
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MMA
Il match successivo non è uno dei più spettacolari della serata, ma è importante per il vincitore via decisione unanime Fumihiro Kitahara che prosegue la sua strada al titolo di categoria flyweight, conquistando la terza vittoria consecutiva ai danni di Hiroshi Osato, il quale, invece, purtroppo per lui, vede svanire la quarta vittoria consecutiva. Quello tra Yosuke Saruta (Maza fight/Ho-stile Team, palestra Hearts Shinjuku) e Taku Kajima è un classico incontro grappler vs striker. Saruta limita i danni e porta a terra il suo avversario ad ogni double leg controllandolo a terra grazie al suo jiu-jitsu (è vice campione mondiale 2012 IBJJF cinture marroni pesi Rooster): il match finisce ai punti vedendo vincitore Saruta Yosuke per decisione unanime, riportandolo cosi alla vittoria dopo due sconfitte consecutive e pronto per un nuovo match di avvicinamento al titolo di categoria. Arriviamo quindi ad uno dei match più attesi della serata, quello che vede scontrarsi la leggenda delle MMA giapponesi Caol Uno e il campione in carica dei pesi featherweight di GRACHAN, Shigeki Osawa: dopo un primo round sostanzialmente di studio, il ritmo cresce subito nel secondo round, soprattutto da parte di Osawa che scambia duri colpi in piedi e finisce il match vincendo per TKO (pugni). Osawa firma così la sua richiesta al titolo di categoria featherweight. Budo International 45
MMA
Il co-main event è valido per il titolo Shooto Pacif Rim welterweight division (campione asiatico): Matsumoto Koshi (Master Japan Tokyo) è alla sua prima difesa del titolo, il suo avversario è l’imbattuto Kawana Yuki (Maza Fight/Ho-stile Team, palestra Shinwa Academy), giovane di grande talento e promessa delle MMA giapponesi con uno strepitoso record di 9 vittorie e nessuna sconfitta contro avversari di rilievo. Da parte sua, Matsumoto è forte di un solidissimo lavoro a terra (cintura marrone di BJJ) e di un migliorativo lavoro di boxe e kickboxing; il primo round vede Matsumoto, come previsto, controllare le entrate alle gambe di Kawana e piazzare dei bei colpi precisi al viso; il secondo round vede crescere il ritmo dello sfidante e lo vede predominare grazie al suo pressing e ai take down andati a segno; il terzo e ultimo round è simile sostanzialmente al secondo, ma incredibilmente i giudici, forse grazie ad un tentativo quasi andato a segno di una ghigliottina da parte di Matsumoto, alla fine danno uno score di un round a Kawana e due round pari, quando, a detta di tutti, lo score più veritiero sarebbe stato: primo round a Matsumoto e secondo e terzo a Kawana. Quindi il match finisce pari (majority decision) e Matsumoto mantiene il titolo di campione dei pesi Welter Pacific Rim, ma da grande sportivo annuncia al microfono a fine match che è fin da subito disponibile per un re-match contro Kawana: sicuramente i due fighters sono tra i migliori in assoluto della loro categoria. Il main event della serata è valevole per il titolo mondiale dei pesi Flyweight ed è tutto in salsa giapponese: protagonisti il campione in carica Yoshitaka Naito soprannominato “NOBITA” (sì, come il co-protagonista del famoso anime DORAEMON) e il giovanissimo wrestler Ryuto Sawada (20 anni). Naito “Nobita” ormai è molto famoso in Giappone personificando il character dell’anime di Doraemon tanto che fra il pubblico erano presenti la doppiatrice attuale di Doraemon e il doppiatore di Giant (“amico-nemico” di Nobita).
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Questo main event si disputa al meglio dei 5 round da 5 minuti ciascuno e ne servono 4 per ridare la vittoria al campione NOBITA via Arm-Triangle Choke; conosciuto anche per la sua SUPER STAMINA (grande resistenza), infatti, è grazie a questa che contiene l’aggressività del giovane sfidante, tant’è che al quarto round chiude l’incontro grazie ad una submission non tanto precisa ma stoica e persistente. Ottimo evento quindi, senza tanti fronzoli in puro stile Shooto; il prossimo evento è “VTJ” - VALE TUDO JAPAN, l’evento in gabbia firmato Shooto. Un saluto e alla prossima a tutti gli amanti delle MMA giapponesi e per chi volesse seguirmi può aggiungermi agli amici cercandomi su FB (Mirko Zax, è gradito un messaggio di presentazione).
Muay Thai
WEST COAST FIGHTING Cappucci e Faraoni combattono in Francia Testo di: Dider Le Borgne Foto di: Shanelle -
N.Shanelle photographie
Veramente una grandissima serata di Muay Thai, quella organizzata il 7 agosto a Lacanau Ocean, accanto alla più grande spiaggia d’Europa. Quattro gli organizzatori di questa serata: Axel Dubos, Aziz Hlali, Sandra Sevilla e Ayoub El Khaidar. Tre di loro si sono anche riservati il compito di effettuare i match clou dell’evento. Per complicare ancora di più le cose, hanno scelto degli avversari di prima classe, anzi tra i più forti in circolazione, soprattutto sui ring thailandesi. Prima di questi match, due italiani erano presenti per sfidare altri due combattenti locali di alto rilievo. K1 - 86kg - 3x3: Yassine AHAGGAN (Francia) vs Mattia FARAONI (Italia) Mattia Faraoni, allievo di Riccardo Lecca, affronta nelle regole del K-1, Yassine Ahaggan. Match tutto in potenza che vede l’italiano rispondere colpo su colpo e prendere anche un leggero vantaggio fino alla metà della terza ripresa, quando il francese riesce a toccare e a fare barcollare il giovane romano. Un match difficile ad aggiudicare, quest’ultima azione del francese gli permette di ottenere la vittoria. 63,5kg - 5x3: Jennifer COLOMB (Francia) vs Paola CAPPUCCI (Italia) Secondo match Francia/Italia: niente di meno che la francese campionessa in carica della cintura europea WMC di Muay Thai, Jennifer Colomb, contro la toscana Paola Cappucci, che per l’occasione faceva il suo primo match nelle regole della Muay Thai. Bellissimo incontro, 5 round da 3 minuti l’uno senza sosta; Jennifer Colomb cerca il clinch, Paola Cappucci domina negli scambi pugni/gambe. È sempre difficile giudicare questo tipo di incontro, se il match fosse nelle regole della K-1, senza discussione Paola avrebbe vinto, invece, nella Muay Thai, con il controllo nella fase di clinch, la francese poteva avere un leggero vantaggio. Verdetto dei giudici: vince a maggioranza Paola Cappucci! Dopo un reclamo dal gruppo della francese, il supervisor della serata cambia il verdetto in PARI (un giudice per Paola, 2 per il pari da un punto). Risultato comunque molto soddisfacente per l’italiana che disputava il suo primo match in queste regole contro un avversaria molto esperta in Muay Thai.
Risultati
67kg - 5x3 : Azize HLALI (Francia) batte SINGMANEE Kaewasamrit (Tailandia) 57kg - 5x3 : Sandra SEVILLA (Francia) batte SAIFA Sor Surapat (Tailandia) 60kg - 5x3 : SANGMANEE Sor Tienpo batte Ayoub EL KHAIDAR (Francia) K1 - 86kg - 3x3 : Yassine AHAGGAN (Francia) batte Mattia FARAONI (Italia) 63,5kg - 5x3 : Jennifer COLOMB (Francia) e Paola CAPPUCCI (Italia), Pari
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Muay Thai
60kg - 5x3: SANGMANEE Sor Tienpo (Tailandia) vs Ayoub EL KHAIDAR (Francia) Il giovane Sangmanee è la star degli stadium in Tailandia, infatti le superstar tipo Buakaw o Yodsenklai non combattono quasi mai in Tailandia. Sangmanne, 18 anni, 230 combattimenti, 4 cinture del Lumpinee, 2 del Radjadamnoern, è considerato in Tailandia come l’erede del grande Samart Payakaroon. Mai uscito dalla Tailandia, personalmente non volevo perdermi questo incontro e infatti ho visto uno dei più bei match di Thai. Già dal primo round il giovane Ayoub ha capito che il compito sarà difficilissimo, ma non si è arreso, anz,i per 5 rounds ha continuamente cercato di far girare il combattimento a suo favore. Niente da fare però, il giovane tailandese è un mostro e ha vinto un grandissimo match in cui l’avversario è sempre stato presente e pericoloso.
57kg - 5x3: Sandra SEVILLA (Francia) vs SAIFA Sor Surapat (Tailandia) Sandra Sevilla è sicuramente una delle più forti Nak Muay Ying al mondo, ha combattuto su tutti ring del pianeta con grandi successi. Co-organizzatrice dell’evento, anche lei ha scelto un’avversaria molto esperta per quello che è l’ultimo match di una lunga e bella carriera. Dopo un bellissimo ram muay da parte di entrambe le combattenti, abbiamo assistito a 5 rounds tecnici e tattici d’alto livello. Un po’ più fresca, la francese accelera alla fine del match e naturalmente si prende una meritata vittoria. Molto emozionante è stato l’addio al ring e all’agonismo da parte di Sandra, con uno speaker (Daniel Allouche, quello dei grandi eventi TV) che ha saputo rendere questi momenti indimenticabili per il pubblico e soprattutto per una molto emozionata Sandra Sevilla. Lei si consacrà ormai alla sua scuola di Muay Thai e all’organizzazione di eventi come questo.
67kg - 5x3: Azize HLALI (Francia) vs SINGMANEE Kaewasamrit (Tailandia) L’ultimo match clou della serata ha offerto al pubblico la presenza di Singmanee Kaewasarit, vincitore del Toyata Tournament, Thai Fight, Max Muay Thai...un curriculum impressionante. È proprio quello che voleva offrire al suo pubblico Aziz Hlali, il Thai in forma del momento: non una vittima scontata ma sudata. Aziz è stato ancora più grande, sostenuto del suo pubblico: è riuscito a contenere tutta l’esperienza di Singmanee e anche a dominarlo nel clinch. Si prende una grande vittoria contro un ottimo avversario.
Grande serata, organizzatori/combattenti che sfidano i più forti atleti in circolazione. Questa serata mi ha ridato il gusto di essere spettatore. Budo International 49
WTA
TACTICAL FUNCTIONAL TRAINING ® La Preparazione Fisica Operativa per le Forze Militari e dell’Ordine
Testo di: Emilio Troiano Ufficiale dell’Esercito in servizio e Formatore di Istruttori ginnici delle Forze Armate, di Polizia e dei corpi dello Stato (Scuola dello Sport/CONI). Fondatore e Master Trainer della WTA Functional Training Academy (1^ Accademia Europea specializzata nel Functional Training, operativa dal 2009)
ANALISI GENERALE Partendo dal destinatario finale di un programma di allenamento ed analizzandone le sue caratteristiche ed i suoi obiettivi, risulta lampante come la preparazione fisica operativa degli addetti alla sicurezza nazionale sia ben diversa dalla preparazione atletica di una qualsiasi disciplina sportiva. Il vigile del fuoco, l’operatore delle forze dell’ordine, al pari del soldato che opera in teatro di Guerra, si trova in una condizione tale che in ogni attimo può essere chiamato ad intervenire in contesti operativi caratterizzati dalla tempestività ed efficacia d’azione, in modo tale da poter salvare la vita altrui nonché assicurarsi di portare a casa la propria. L’atleta di qualsiasi disciplina sportiva utilizza la preparazione atletica per essere in grado di esprimere al massimo il proprio potenziale fisico e tecnico nel giorno della gara. L’operatore delle forze dell’ordine, il soldato, il vigile del fuoco, non ha il giorno della gara, ogni giorno deve essere pronto! Da questa breve analisi si evince quanto risulti fondamentale l’adozione di un sistema di allenamento che porti ad un incremento di tutte le qualità fisiche contemporaneamente in modo tale da mirare ad un livello di condizionamento fisico medio-alto durante tutto l’anno, pur non potendo attuare una programmazione e periodizzazione tipica delle varie discipline sportive. 50 Budo International
www.wta-functionaltraining.com
WTA
L’operativo deve avere: - mobilità articolare per: riequilibrare il proprio corpo e non portarlo all’usura; prevenire infortuni e predisporlo all’incremento delle altre qualità fisiche; accelerare le fasi di recupero; - forza per: creare una solida struttura che sopporti lo stress quotidiano e da cui esprimere poi le altre qualità fisiche; - propriocettività, agilità e reattività per: sviluppare la capacità di reazione ad eventi improvvisi, qualità determinante per il buon esito di attività operative; - velocità e potenza per: essere incisivi nelle azioni operative; - resistenza per poter protrarre nel tempo in maniera lucida ed efficace i numerosi e ciclici impegni operativi in modo da condizionare l’operatore ad agire efficacemente sotto stress.
Flowbag Training
Kettlebell Swing
Altra caratteristica propria dell’operativo è che durante la sua giornata non dispone di tanto tempo da poter dedicare alla preparazione fisica, in quanto è chiamato continuamente ad esplicare le proprie funzioni operative oltre che addestrative tecniche in base alla propria specialità. Per cui se da una parte per un operativo risulta determinante avere un ottimale condizionamento di tutte le sue qualità fisiche, dall’altra spesso gli impegni operativi stessi limitano la disponibilità temporale ed energetica da dedicare alla preparazione fisica. La soluzione è ottimizzare i tempi e le risorse con un sistema di allenamento che: - alleni continuamente tutte le qualità fisiche necessarie senza privilegiarne una a scapito delle altre; - consenta un rapido adattamento delle qualità fisiche ed un incremento a livelli, da quello base iniziale a quello avanzato, fino a raggiungere la fase di mantenimento durante tutta la stagione operativa; - consenta l’allenamento di gruppi organizzati in unità funzionali tipiche delle specialità operative; - permetta l’esecuzione dei programmi in ogni contesto ambientale, senza essere costretti ad interrompere la preparazione per sopraggiunti impegni operativi. Budo International 51
WTA Il WTA Tactical Functional Training ® si basa su: - il ripristino della consapevolezza corporea, caratteristica fondamentale per un recupero posturale dell’individuo su cui poi costruire tutte le qualità fisiche di cui necessita; - il recupero della mobilità articolare e del controllo propriocettivo dinamico, in modo da costruire il controllo del corpo nello spazio; - l’incremento della Forza come qualità fisica di base da cui poi far derivare la Resistenza, la Velocità e la Potenza; - l’utilizzo di strumenti e protocolli operativi che allenando più qualità fisiche contemporaneamente, consentono di ottimizzare i tempi; - l’adattabilità dei protocolli di lavoro alle condizioni e al livello del praticante; - l’utilizzo di strumenti operativi che a partire dal proprio sovraccarico corporeo, poi arriva ad attrezzi che fanno dell’adattabilità a tutte le qualità fisiche allenabili, loro la loro caratteristica tecnica fondamentale: Flying Suspension Training, Kettlebell, Clubs, Flowbag, Med Ball, Speed Bands, Power Ropes, ecc. Questi attrezzi hanno anche la caratteristica di poter essere facilmente trasportabili e quindi impiegabili praticamente ovunque.
Flying Suspension Training Workout
STRUTTURA DEL CORSO DI FORMAZIONE ISTRUTTORE DI TACTICAL FUNCTIONAL TRAINING®: Quattro giornate di formazione full immersion per un totale di 32 ore, che hanno come obiettivo formare Istruttori all’impiego in maniera sicura ed efficace del sistema di allenamento WTA Tactical Functional Training ®. 52 Budo International
WTA
Clubs Training
Flying Suspension Training
Kettlebell Training
Programma del 1° corso di formazione dal 08 all’11 ottobre 2015: • Il metodo Wta Tactical Functional Training ® • Le qualità fisiche allenabili nel Wta Tactical Functional Training ® • Possibilità di impiego del Wta Tactical Functional Training ®: indoor e outdoor • Principi di base che regolano il Wta Tactical Functional Training ® • Norme di sicurezza ed esercizi preparatori di riscaldamento • Gli esercizi del Wta Tactical Functional Training ® con l’utilizzo di: - Primitive functional movement ® (mobilità articolare e preparazione fisica a corpo libero a terra) - Calisthenics functional training ® (allenamento per la forza a corpo libero in sospensione a sbarre, parallele, anelli e a terra) - Kettlebell (palle di ghisa con maniglia) - Flying (allenamento in sospensione) - Flowbag (sacche con acqua) - Med ball (varie palle mediche) - Clubs (clave appesantite) - Barbell training (bilancieri olimpici) - Elastici (per esercizi controresistenza) - Rope (funi) • Programmazione del Wta Tactical Functional Training ® con realizzazione di protocolli di allenamento specifici per preparazione fisica di gruppi di operativi e per il recupero delle capacità operative dei singoli.
Primitive Functional Movement®
Barbell Training
Calisthenic Functional Training® Budo International 53
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MMA
THE HOLY WAR ANGEL Il cammino di Bamgbose: 5 fight e 5 KO
Testo e foto di: Andrea Galbiati, inviato da New York
Dopo soli 24 secondi del 1 round il mio allievo di MMA Pro Oluwale “The Holy War Angel” Bamgbose vince il suo quinto match di Mma con 5 ko tutti al primo round. Che dire! Io e Luis Azeredo (campione di Mma), l’altro trainer che insegna le tecniche a terra ad Oluwale, siamo molto soddisfatti del lavoro svolto in palestra e che ha dato i suoi frutti nella gabbia di Atlantic City al Tropicana Casino. Partito molto aggressivo come al solito, Bamgbose, con uno spendido low kick di tutta potenza, scrive l’epilogo dell’incontro con una presa al collo poderosa, che fa cadere a terra l’avversario Brian Booth dell’Illinois (3 vittorie, 1 sconfitta) e, con una serie implacabile di colpi al viso, il match è OVER. IL Campione della categoria 185 libbre Ring Of Combact è sempre lui: Oluwale Bamgbose, dal Bronx di New York. La bandiera italiana sventola sempre alta al centro del ring! Alla prossima!
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giuseppe is all in
Via Marco Aurelio, 35 Tel.: 02 26145255 20127 Milano Fax: 02 2613232 Italia info@budomarket.com www.budomarket.com
MMA
UFC PARLA ITALIANO Bamgbose entra in gabbia, Galbiati al suo fianco
Testo e foto di: Andrea Galbiati, inviato da New York
È notte fonda quando mi arriva la telefonata del manager del mio allievo Bamgbose, professionista di MMA: c’è un match fra 15 giorni nel Tennessee Ufc Fight Night 73, con un contratto della Ufc. Prendere o lasciare: accettiamo. L’avversario è Uriah Primetive Hall, 11 vittorie e 5 sconfitte, decisamente più esperto del mio studente Oluwale “The Holy War Angel” Bamgbose, con all’attivo 5 match, 5 vittorie, 5 ko tutti al primo round. La Bridgestone Arena di Nashville è sold out: 21000 persone ci acclamano all’uscita del tunnel che ci porta dentro la gabbia, io con la bandiera italiana tricolore alta, Oluwale
al centro con quella bianca e verde della Nigeria e il campione Luiz Azeredo con quella brasiliana. Bruce Buffer annuncia i fighter e via al primo round! Oluwale parte molto bene con combinazioni di gambe e braccia e domina la prima parte del round, poi i due fighter finiscono a terra e con un gancio sinistro molto preciso di Uriah Hall il match è over, finito. Purtroppo il sogno si è spento velocemente ma il mio fighter ha grossi margini di miglioramento e io e Luiz crediamo ciecamente in lui. Comunque sia andata, l’Italia è stata ancora una volta tra i protagonisti del mondo dei fight. Budo International 57
I CAMPIONI DEL FUTURO Finale Campionato Italiano ed Europeo Contatto Pieno
Testo e foto di: Ufficio Stampa W.F.C.
L’atteso epilogo, dell’ormai consolidato circuito “I Campioni del Futuro” si è concretizzato a Sesto San Giovanni il 7 giugno 2015. Questo appuntamento è l’appuntamento più importante dell’annata sportiva, a contatto pieno, W.F.C. sia per gli atleti italiani che quelli europei. Il circuito inizia tutti gli anni a ottobre e generalmente si svolgono almeno 13 tappe distribuite tra Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio e Puglia. A questi appuntamenti hanno preso parte circa 500 atleti, provenienti da tutta Italia ed Europa. La WFC è fiera di aver dato la possibilità a tutti gli atleti partecipanti, di accrescere la propria esperienza, affrontando sempre atleti dello stesso livello. La tappa finale di Sesto San Giovanni è stato il coronamento di una intensa stagione che ha permesso di poter competere l’ambita finale, valevole per il Titolo Italino o il Titolo Europeo. Si vuole sottolineare che nessun partecipante a queste finali e tutte le tappe precedenti, ha dovuto versare alcuna quota d’iscrizione. Tutti gli atleti hanno potuto partecipare GRATUITAMENTE. Un centinaio di atleti si sono affrontati nelle specialità di: Full Contact, Kick Boxing, K1 Rules, K1 3G, Fight Code, Thai Boxe, Muay Thai e Mixed Martial Arts. Alle 10:00 in punto è iniziata la fase della registrazione di tutti gli atleti, del controllo del peso e della prescritta visita medico-sportiva pre-gara. Il briefing tenuto alle 12,00 in punto ha chiarito gli ultimi accorgimenti e fugato ogni perplessità. I match sono partiti contemporaneamente sui due ring. Tutti i match hanno espresso un alto tasso tecnico/tattico e la spettacolarità di ogni match ha entusiasmato tutti i presenti. 58 Budo International
Queste le palestre intervenute: A.S.D. Muay Thai Chianti, A.S.D. Team Polizzano-Perlungher, Athletic Club Domodossola, Bellator Elite, Black Fighters/Iron Team, Boxe Island, Boxe Madone, Boxe Ursus, Combat Soul, A.S.D. Elite Combat, School Fight, Gym Club Lugano, Fighter Training School, Fitness Club Biella, Full Contact Lumezzanese, Lucci Team, Mari’s Team Asd, Muay Thai Institute, Muay Thai Team Lincetto, New Dragon Academy, Officina Del Corpo, Pele Team, Real Combat/La Palestra Gallaratese, Ringo Boxing Team, Asd Scuderia Varesina, Shark Valtellina, Spartaco Team, Team Combattimento.Com, Team Cortese, Team Dibari, Team Pendolino, Team Som E Twins Fighter.
GUARDA TUTTI I RISULTATI DELLE GARE Budo International 59
Da parte del Presidente Franco Scorrano, un sincero ringraziamento a tutti i Club, gli Insegnanti, Atleti, Arbitri, Giudici e Addetti ai lavori per la preziosa collaborazione, come sempre leale e corretta, all’insegna dell’Amicizia e dello Sport. L’appuntamento per tutti i fighters è rinnovato al CAMPIONATO DEL MONDO A CONTATTO PIENO che si svolgerà a Bussero il 7 e l’8 novembre 2015, per una nuova giornata all’insegna degli sport da combattimento nella loro più vasta e completa accezioni.
Campioni Italiani ed Europei KO 2015
Per informazioni: WWW.FRANCOSCORRANO.IT wfcitalia@gmail.com Tel.: +39.3387059641
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Boxe Tailandese
IO SONO MAMADOU Una storia di immigrazione, integrazione, amicizia e ring
L’emozionante e coinvolgente storia di Mamadou è finalmente diventata un libro che racconta al meglio il grande cuore di questo giovane fighter. Soggetto perfettamente integrato a Trieste, Atleta di spessore, Uomo onesto e generoso. Un tributo pensato, elaborato e concretizzato attraverso un progetto avvolto da un’emozione sempre crescente e dalla determinazione nel voler portare a termine un atto dovuto. Perché, come sostiene Federica Laboranti a nome di tutti: Manchi! Manca la tua voce, il tuo sorriso, il tuo italiano perfetto ma strampalato, la tua camminata tronfia. Manca il tuo orgoglio, il tuo fare bambinesco, i tuoi abbracci, i tuoi consigli saggi e persino il tuo atteggiamento spavaldo per il quale a volte qualcuno ti chiedeva: “Ma chi credi di essere?”. E tu, candidamente, rispondevi: “IO - SONO - MAMADOU!”. Mamadou Cheikh Sy nasce il 27 novembre 1987 a Medina Gounass e cresce a Ngaye, un villaggio nella periferia di Dakar, in Senegal. Arriva in Italia da clandestino, a soli 18 anni, ma, dopo un paio di anni durissimi, si integra perfettamente a Trieste. Musulmano osservante, ragazzo onesto e riservato, lavoratore instancabile, si dedica con passione anche al volontariato a Ponziana. Grazie a un fisico straordinario (una potenza incredibile nel suo metro e 75 cm di altezza) e a un coraggio da leone, si rivela eccellente atleta sul ring ottenendo risultati di caratura internazionale. A soli 26 anni perde la vita tornando da una festa di laurea, guidando la sua bici in una discesa dissestata, che gli ha impedito di evitare quel palo della luce… La sua prematura scomparsa ha portato alla fondazione di un’associazione benefica in sua memoria, l’Associazione Mamadou Sy, che opera tenendo sempre a mente il suo sorriso e la sua tenacia. L’associazione, insieme alla Audace Fight and Fitness Club di via Geppa 4 (società sportiva che ha accolto Mamadou), ha voluto la pubblicazione di questo libro per raccogliere fondi a scopo benefico e per la famiglia del giovane appassionato campione di Boxe Tailandese. La grafica e l’impaginazione del libro è a cura dello Studio Mark di Trieste, mentre la stesura è stata curata da Daniele Benvenuti, triestino, classe 1968, che racconta la storia del campione innamorato della vita. Questa non è una biografia agiografica. E tantomeno, purtroppo, non è un’autobiografia. Né un instant book realizzato al volo in una manciata di giorni. Questo è un tributo! Pensato, elaborato e concretizzato con un progetto benefico avvolto da un’emozione sempre crescente e dalla certezza di voler portare a termine un atto dovuto. Perché, come diceva Nereo Rocco: “No basta esser zogadori, bisogna prima esser omini!”. E tu, Mamadou, lo hai insegnato a tutti. Per acquistare il libro potete contattare l’Associazione Mamadou Sy al 347/8562872 o la S.s.d. Audace allo 040/765240.
Giorgio Petrosyan
Questa non è una biografia agiografica per celebrare un piccolo-grande eroe dei giorni nostri. Né un instant book realizzato al volo in una manciata di giorni. Questo è un autentico tributo a Mamadou Sy! Ragazzo coraggioso in Senegal, Viaggiatore incosciente verso l’Europa, Clandestino spaesato in Italia,
Soggetto perfettamente integrato a Trieste, Atleta di spessore, Uomo onesto e generoso. Un tributo pensato, elaborato e concretizzato attraverso un progetto avvolto da un’emozione sempre crescente e dalla determinazione nel voler portare a termine un atto dovuto. Perché, come sostiene Federica Laboranti a nome di tutti: Manchi! Manca la tua voce, il tuo sorriso, il tuo italiano perfetto ma strampalato, la tua camminata tronfia. Manca il tuo orgoglio, il tuo fare bambinesco, i tuoi abbracci, i tuoi consigli saggi e persino il tuo atteggiamento spavaldo per il quale a volte qualcuno ti chiedeva: “Ma chi credi di essere?”. E tu, candidamente, rispondevi: “IO - SONO - MAMADOU!”.
Io sono Mamadou
Una storia di immigrazione, integrazione, amicizia e ring
Mamadou Cheikh Sy nasce il 27 novembre 1987 a Medina Gounass e cresce nel villaggio di Ngaye (periferia di Dakar, Senegal). A soli 18 anni lascia la numerosa e affiatata famiglia per raggiungere l’Italia, via Spagna, dopo un viaggio tanto avventuroso quanto pericoloso. Si stabilisce a Trieste da clandestino ma, dopo un paio di anni durissimi, si integra in maniera esemplare. Musulmano osservante, ragazzo onesto e riservato, lavoratore instancabile, si dedica con passione anche al volontariato. Grazie a un fisico straordinario e a un coraggio da leone, si rivela eccellente atleta sul ring ottenendo risultati di caratura internazionale. Dopo la sua prematura scomparsa, avvenuta in drammatiche circostanze, a Trieste è stata fondata un’associazione benefica eponima in sua memoria.
Io sono Mamadou
Daniele Benvenuti, triestino, classe 1968. Laureato in Scienze politiche, è giornalista professionista con ormai cinque lustri abbondanti di attività sulle spalle e oltre 15mila servizi pubblicati da alcune tra le principali testate e agenzie di stampa della penisola. Studioso di ‘popular music’, tra le sue produzioni editoriali predilige biografie e monografie come quelle già dedicate a Bruce Springsteen o ad atleti di prestigio come il karateka Davide Benetello e gli ex calciatori Totò De Falco e Marco Negri. Già responsabile di uffici stampa nelle massime categorie sportive nazionali, attivo nel mondo del volontariato, è specializzato anche nella promozione di rassegne musicali ed eventi sportivi. È tuttora vicepresidente dell’USSI FVG.
Daniele Benvenuti
prefazione di
ISBN ############# I ricavi ottenuti dalla vendita di questo volume saranno interamente devoluti all’Associazione Mamadou Sy e alla famiglia dello sfortunato protagonista.
di
Daniele Benvenuti
Associazione ‘Mamadou Sy’
Daniele Benvenuti Laureato in Scienze politiche, è giornalista professionista con ormai cinque lustri abbondanti di attività sulle spalle e oltre 15mila servizi pubblicati da alcune tra le principali testate e agenzie di stampa della penisola. Studioso di ‘popular music’, tra le sue produzioni editoriali predilige biografie e monografie come quelle già dedicate a Bruce Springsteen o ad atleti di prestigio come il karateka Davide Benetello e gli ex calciatori Totò De Falco e Marco Negri. Budo International 61
RUBRICA SPORT E SALUTE
Sport e salute
IL RUOLO DELLA POSTURA NELLA VITA Postura, benessere, prestazione atletiche e patologie
Il sistema posturale è un sistema cibernetico autoregolato e molto complesso, che comprende un insieme di vari organi e strutture del nostro corpo (fig. 1): • Occhio • Piede • Sistema cutaneo • Muscoli (interazione tra muscoli tonici e fasici) • Articolazioni • Apparato stomatognatico (sistema occlusale e lingua) • Orecchio interno
Fig. 1 - Interazione dei diversi organi con il complesso sistema posturale
L’insorgere di una perturbazione patologica a livello di uno di questi recettori si ripercuoterà a livello di altri sistemi. Poiché il sistema posturale è cibernetico, l’organismo umano cercherà di riequilibrare a tutti i costi le posizioni viziate, creando adattamenti posturali che verranno registrati come corretti. Così tutto il sistema inizia a funzionare con programmi di auto-adattamento che, però, non potrà più correggere da solo. Questi autoadattamenti saranno sempre maggiori sino alla comparsa della sintomatologia dolorosa. La postura, infatti, viene influenzata da parti del nostro organismo che percepiscono e trasmettono informazioni al sistema nervoso; quest’ultimo elabora i dati ricevuti e crea una serie di risposte. Se soltanto uno degli elementi corporei sopradescritti inizierà a malfunzionare, tutta la condizione di equilibrio organico sarà compromessa. Il concetto appena descritto permette di comprendere come l’intervento, nelle patologie posturali, debba avere necessariamente un approccio multidisciplinare che comprenda 62 Budo International
diverse branche della medicina fisica e riabilitativa, soprattutto nell’ambito sportivo (dal fitness alla preparazione atletica). La postura gioca infatti un ruolo fondamentale per il raggiungimento di molteplici obiettivi, dalla salute fisica generale alla preparazione sport-specifica. Ogni movimento (spinta, trazione, rotazione ecc.) eseguito su qualsiasi piano, che sia lavorativo, sportivo o legato alla quotidianità, determina una reazione sul “sistema corpo”. Se il gesto sarà ripetuto nel tempo, l’organismo tenderà, in risposta, a creare uno specifico atteggiamento di compenso. Risulta pertanto determinante acquisire un buon controllo posturale, che permetta di percepire al meglio la posizione spaziale del corpo, riducendo così al minimo i compensi corporei che potrebbero diventare patologici. Capita spesso di vedere nelle palestre persone di ogni età sollevare carichi eccessivi, utilizzando posizioni totalmente scorrette, soltanto per riuscire nell’intento di aumentare i chilogrammi di ghisa sul bilanciere. Quando si altera la postura del corpo per cercare di ottenere una performance migliore, la biomeccanica corporea verrà influenzata negativamente e, di conseguenza, si creeranno molti danni al sistema articolare. La correzione di eventuali disfunzioni o di difetti posturali e l’educazione all’utilizzo di corrette posture nella vita quotidiana e durante l’attività sportiva risultano essere fondamentali sia in un progetto di benessere che in uno prestazionale. Il nostro equilibrio è gestito funzionalmente da due sistemi posturali (uno statico e uno dinamico) e un terzo sistema modulatore: - Il sistema posturale statico fine o di primo tipo determina la configurazione spaziale del corpo umano nella posizione ortostatica (stazione eretta). Il nostro organismo è infatti paragonato ad un pendolo invertito che oscilla di quattro gradi di amplitudine attorno al sottosistema piede-caviglia. Il controllo dell’equilibrio è gestito da questo sistema di primo tipo (fig. 2); - Il sistema posturale dinamico o di secondo tipo controlla la Fig. 2 - Oscillazione del corpo umano attorno al sottosistema piede-caviglia configurazione spazio-temporale del
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corpo umano. Il sistema posturale dinamico interviene quindi in occasione dei movimenti complessi, i quali richiedono l’intervento coordinato dei muscoli fasici; questi ultimi coinvolgono sistemi neurologici più complessi ed inoltre la percezione e stimolazione proprio-esterocettiva avviene in base a meccanismi molto rapidi; - Il sistema modulatore (principalmente il cervelletto e il tronco encefalico) integra tra loro i due sistemi precedenti, bloccando o facilitando le articolazioni per alcuni gradi di libertà, in modo da gestire una posizione di equilibrio mediante meccanismi funzionali ergonomici (minima spesa energetica). Il corpo umano può essere paragonato ad un aereo: quest’ultimo rappresenta la struttura (ossa e muscoli), il pilota dell’aereo rappresenta la funzione del nostro corpo (propriocezione ed equilibrio), mentre il sistema nervoso è rappresentato dai comandi e pedali dell’aereo. Potremmo dunque avere un aereo in perfetta manutenzione, ma con un pilota incapace di guidarlo; un bravo pilota costretto a condurre una aereo pessimo; oppure pilota ed aereo perfettamente funzionanti, ma con i comandi fuori uso. Con questo esempio si comprende che soltanto nel caso in cui tutti i sistemi siano funzionanti, il corpo umano potrà trovare un perfetto equilibrio. POSTURA, BENESSERE E PRESTAZIONE ATLETICA Un allenamento mirato a correggere le alterazioni della statica e a migliorare la biomeccanica funzionale permette di creare le condizioni più favorevoli per raggiungere la massima performance, minimizzando contemporaneamente il rischio d’infortunio. È sufficiente pensare alle rotazioni anomale delle ginocchia (valgismo e varismo), che causano usura delle cartilagini articolari o degenerazioni e lesioni legamentose; oppure al piede piatto o cavo, che altera la funzione di sostegno causando una variazione dei carichi e, conseguentemente, difficoltà nell’equilibrio; oppure alle spalle ruotate, al dorso curvo, all’atteggiamento lordotico o cifotico, ecc. Queste sono soltanto alcune delle condizioni che si potrebbero riscontrare nell’organismo se si sollecitano le strutture articolari in modo scorretto e usurante. A fronte di questa realtà appare evidente che l’obiettivo di un professionista che studia i principi del movimento e dell’esercizio fisico sia quello di riprogrammare il sistema posturale statico e dinamico, intervenendo con un programma personalizzato e multidisciplinare. Gli effetti di un programma di correzione posturale/funzionale non si limitano solo all’incremento dell’efficienza della biomeccanica articolare, ma si estendono inoltre al miglioramento di altri sistemi corporei. Oltre al coinvolgimento del sistema strutturale, che come abbiamo visto si traduce in un maggior controllo dell’equilibrio ed in una maggiore efficacia del movimento (compreso il movimento della respirazione), si ha un coinvolgimento anche del sistema dei fluidi e di quello neurologico. Il riequilibrio di un postura patologica agisce infatti sul sistema dei fluidi, facilitando la circolazione del sangue e della linfa. Si ottiene così un miglior ricambio di anaboliti e cataboliti con influenza positiva nel rendimento fisico, nella bellezza del corpo e nell’incremento della difesa immunologica. Alcune volte le alterazioni posturali creano delle compressioni e/o trazioni nervose patologiche, che possono influire in modo importante sul funzionamento e/o causare dolore. Curando l’elasticità del sistema posturale è possibile diminuire il carico laddove si crea uno schiacciamento nervoso, in modo da ristabilire la funzionalità corporea. Eseguendo gli esercizi di riequilibrio posturale si viene inoltre a creare una sorta di ginnastica interna creata dal sistema muscolo-scheletrico (contenitore) che agirà su organi e visceri (contenuto), mobilizzandoli e favorendone il funzionamento. Le
strutture fasciali avvolgono e contengono tutto, fino a creare distorsioni e modificazioni della normale fisiologia. L’EVOLUZIONE DELLA PATOLOGIA POSTURALE Una postura scorretta può rimanere a lungo in latenza subclinica, ovvero senza un’evidente sintomatologia sino a quando, per il trascorrere del tempo (fattore condizionante) o per il sovrapporsi di altri fenomeni stressanti (fattori scatenanti), non vengono oltrepassate le potenzialità genetiche/compensatorie che costituiscono il “range di tolleranza” (fattori costituzionali predisponenti). A questo punto insorgeranno alterazioni morfofunzionali (cioè modificazioni della forma e della funzionalità) con conseguenti limitazioni nel movimento. L’evoluzione di questo stato porterà in seguito a vere e proprie alterazioni organico-strutturali (cioè modificazioni delle strutture che compongono l’organismo), che procurano dolore. La ricerca della posizione antalgica non farà altro che consolidare maggiormente l’alterazione posturale (fig. 3).
Fig. 3 - L’evoluzione della patologia posturale
La patologia posturale è subdola perché difficile da riconoscere: infatti, tanto più lento è l’insorgere della disfunzione, tanto più l’organismo riuscirà a compensarla. Il soggetto non mostrerà sintomi evidenti perché l’eventuale degenerazione strutturale assume un carattere graduale ed il movimento risulterà funzionale, in quanto compensato. La totale assenza di difficoltà nel compiere i movimenti permetterà di continuare a svolgere le proprie attività, determinando però, con ogni probabilità, un’importante lesione accompagnata dal dolore solo nelle sue fasi finali. Il lavoro del chinesiologo, tramite un’accurata valutazione anamnestica, è quello di correggere gli adattamenti patologici, mantenendo il sistema in buona funzionalità, mobilità ed elasticità per evitare che non insorga dolore. La mancanza di una valutazione chinesiologica nel percorso della vita si potrebbe assimilare banalmente alla costruzione di casa, nella quale non viene eseguita una valutazione delle fondamenta. Lo stile di vita del XXI secolo, le abitudini scorrette, i gesti lavorativi e ripetitivi e lo sport alterano la postura in modo Budo International 63
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RUBRICA SPORT E SALUTE
importante. Specialmente nell’ambito sportivo, non è accettabile iniziare un qualsiasi programma di condizionamento fisico-sportivo senza prima possedere la “mappa” degli aspetti posturali e funzionali del soggetto in esame. La valutazione chinesiologica può essere eseguita nel “modo tradizionale”, ricercando i dati attraverso lo specchio quadrettato, il goniometro e il filo a piombo oppure si può far ricorso alla tecnologia (fig 4).
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Fig. 4a/4b - Valutazione della statica eseguita con il filo a piombo e con la Medical Fitness Stability della TecnoBody
In ogni caso l’operatore deve conoscere le modalità d’intervento, ma, con il metodo tradizionale, la mappa degli aspetti posturali assumerà un carattere più approssimativo, mentre, con l’utilizzo della tecnologia, gli strumenti informatici e meccanici permettono all’operatore di eseguire precisi esami strumentali, in grado di effettuare ed elaborare dati volti alla valutazione e al trattamento; si tratta di numeri e di indici matematici che possono essere archiviati, confrontati e richiamati in qualsiasi momento, fornendo la possibilità di avere uno screening non invasivo, ma soprattutto un dato ben definito, ripetibile e prodotto in tempo reale. Lo studio del chinesiologo o dell’istruttore di ginnastica posturale dovrebbe essere fornito di: 1) Lettino per massaggi; 2) Spalliera; 3) Podoscopio; 4) Specchio quadrettato (centimetrato); 5) Filo a piombo; 64 Budo International
6) Inclinometro d’Osualdo; 7) Goniometro; 8) Nastro medico; 9) Appoggi Douman; 10) Bastoni ed elastici; 11) Pedane propriocettive; 12) Pedana stabilometrica e propriocettiva. Nel prossimo numero descriveremo il trattamento delle patologie posturali. Dott. Giuseppe Porcellini Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia della spalla presso l’Ospedale “D. Cervesi” di Cattolica. Davide Carli Ex campione mondiale di sport da combattimento; Esperto dell’Applicazione dei Programmi Motori ai Fini Sportivi; Tecnico degli Sport da Combattimento; Chinesiologo; Laureando in Biologia della Nutrizione
ESAMI CINTURE NERE Istruttori e Maestri 2014/2015
Testo e foto di: Ufficio Stampa W.F.C.
Il 28 giugno a Bovisio Masciago (MB), presso la bella struttura della KALEIDO SPORT, si sono svolti gli esami Federali di passaggio grado di Cintura Nera e gli esami finali dei corsi di Istruttore e Maestro. Le varie prove hanno avuto inizio alle 14,00. La commissione Nazionale, presieduta dal Presidente Franco Scorrano, comprendeva: Franco Zurlo (Maestro 3° Dan), Antonino Nega (Maestro 3° Dan), M° Francesco Lincetto (Rappresentante Nazionale settore Insegnanti), M° Indica Salvatore, Gianluca Merati (Maestro 5° Dan), Vincenzo Arnò (Maestro 6° Dan), M° Dante Federici (Commissione Nazionale Krav Maga), Antonio Di Salvo (Responsabile Nazionale Kung Fu e Sanda) e M° Ivan Mapelli (Responsabile Nazionale MMA e Submission/Grappling). Terminata la parte puramente fisica, con le varie tecniche richieste dal programma, si è passati a commentare la tesi, che ogni candidato era tenuto a consegnare, prima degli esami. Il livello tecnico, è stato all’altezza della situazione e molti sono stati i complimenti, da parte di membri della commissione, ai candidati esaminati. Gli aspiranti Istruttori e Maestri, che hanno iniziato il loro percorso formativo il 18 ottobre 2014 (vedi sito: WWW.FRANCOSCORRANO.IT), sono arrivati all’esame finale frequentando 16 lezioni con oltre 60 ore, tra teoria e pratica, e 40 ore di praticantato presso i Club e Maestri W.F.C. Le 40 ore sono state certificate su apposita scheda di valutazione. L’affiancamento, a un Maestro qualificato W.F.C. non è stata solo figurativa, ma alla fine di ogni seduta di allenamento, quest’ultimo, assegnava la propria valutazione al candidato. Solo quattro candidati su 36, non sono stati ammessi all’esame finale. L’esame consisteva in una prova teorica scritta (30 domande che vertevano su medicina sportiva, 30 domande che vertevano sulla preparazione atletica e 30 domande che vertevano sulla tecnica e la tattica). La seconda prova, esclusivamente pratica, si è basata sull’esecuzione corretta di alcune tecniche, ma soprattutto sulla capacità metodologica di applicare queste tecniche nello sparring condizionato e nelle passate. Dopo due ore, si è passati alla terza ed ultima prova, quella della prova orale, dove ad ogni candidato veniva richiesto di spiegare e commentare, argomenti di tecnico-tattica, preparazione atletica, medicina sportiva etc... Di seguito i nominativi dei neo promossi: Togni Tommaso Cn 2° Dan Di Kick Boxing E K1; Rullo Fiorentino Cn 1° Dan Kick Boxing E K1; Pierluigi Biagetti Istruttore Kick Boxing, Mauro Paniccia Cn 3° Dan Istruttore Kick Boxing; Marco Romiti Allenatore Kick Boxing; Franco Giorgi Cn 5° Dan Istruttore Kick Boxing; Guido Capuano Istruttore Di Kick Boxing E K1; Avogadro Alex Istruttore Muay Thai; Cardani Simone Istruttore Mma 1° Livello E 2° Dan Di Kick Boxing E K1; Caverzaghi Fabio Istruttore 1° Livello E Istruttore Di Muay Thai, Cherchi Gianluca Istruttote Di Mma 2° Livello; De Padova Ettore Istruttore Di Krav Maga; Duca Alessandro Istruttore Di Kick Boxing E K1; Fedrigo Marco Istruttore Di Muay Thai; Giglio Ottavio Istruttore Di Kick Boxing E K1; Lombardo Giovanni Istruttore Di Mma 1° Livello; Longhi Paolo Istruttore Krav Maga; Milani Paolo Istruttore Di Kick Boxing E K1; Moschella Diego Istruttore Di Kick Boxing E K1; Pereira Ross Carlos Istruttore Di Kick Boxing E K1; Sigismondi Marco Istruttore Di Kick Boxing E K1; Smenghi Roberto Maestro Di Kick Boxing E K1; Vitale Antonino Istruttore Di Kick Boxing E K1; Zaminato Federico Istruttore Di Kick Boxing E K1; Zardini Stefano Irish Istruttore Di Muay Thai. Per La Difesa Personale: Crepaldi Fabio, Valenzuela Ronnie, Villa Dario, Camisasca Fabiano, Giraldo Alberto, Caputo Alberto, Conzatti Alessandro, Cirrincione Fabio, Lo Briglio Antonio E Bortolon Andrea. Budo International 65
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8-9-10 Gennaio 2016 - Cesenatico (FC)
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