Chi sa parli!

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Chi sa parli! voci dalla via Maestra

Periodico quadrimestrale

MI CANDIDO A SINDACO DI SAN GIOVANNI: UN IMPEGNO PER IL FUTURO DELLA NOSTRA CITTÀ!

Da tempo ho riflettuto sulla decisione di candidarmi a Sindaco di San Giovanni, una scelta che mi ha portato ad analizzare profondamente le ragioni che mi spingono verso questo impegno diretto e personale.

Innanzitutto, devo confessare che il mio legame emotivo con questa città è profondo e radicato. San Giovanni è il luogo che mi ha visto nascere, crescere e realizzarmi in molteplici ambiti della mia vita: dall’istruzione allo sport, dalla formazione di una famiglia alla costruzione di un’attività professionale soddisfacente. Questa città mi ha offerto opportunità e ha plasmato il mio percorso di vita in modi che non potrò mai dimenticare.

Tuttavia, oltre all’aspetto emotivo, c’è una consapevolezza lucida della realtà attuale di San Giovanni. È evidente che la città sta attraversando un periodo di cambiamento, non sempre positivo, e sento il dovere morale di contribuire al suo miglioramento. L’assenza di una politica di sviluppo ha lasciato spazio a problematiche che richiedono soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita dei cittadini e garantire un futuro migliore per le generazioni future.

Al centro del mio programma elettorale ci sono ciò che definisco “obiettivi emozionali”. Priorità assoluta è data ai giovani, i veri custodi del futuro di San Giovanni. Dobbiamo offrire loro prospettive di vita migliori, investendo in istruzione, opportunità lavorative e spazi di aggregazione. Le donne, anch’esse pilastri fondamentali della nostra comunità, meritano attenzione speciale, con servizi di supporto e sostegno che rispondano alle loro esigenze.

La cura delle persone e del territorio sono aspetti imprescindibili del mio programma.

CON LISA, PER UNA SAN GIOVANNI CHE TORNA GRANDE!

Francesco Carbini

La nostra storia viene da lontano, da quando alcuni di noi si sono resi conto che per poter amministrare bene la nostra Città occorreva far prevalere le idee, le competenze, la serietà e anche una buona dose di passione e coraggio nelle scelte da compiere per il bene comune.

Al di fuori e al di sopra di ogni schieramento, in modo trasversale e soprattutto mettendosi al servizio della gente.

Ascoltandone i problemi, cercando di interpretarne gli umori, mettendo sempre al centro le persone e mai gli interessi di parte.

In questi giorni mi sono imbattuto in una lettura che molti di voi conosceranno: “il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Lo avevo letto da studente, e già allora avevo dato la giusta interpretazione di

quel volume. La famosa frase “ perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi” si adatta molto bene a ciò che è avvenuto negli ultimi anni nella città di Masaccio.

Fingere il cambiamento per mantenere lo status quo.

Hanno buttato a mare i 10 anni di amministrazione Viligiardi, come se fosse stato

sostenuto da altri, come se il segretario comunale del pd e la consigliera regionale del PD non si chiamasse Valentina Vadi. Diventata sindaco facendo credere che lei non avesse alcuna responsabilità sul passato, che venisse da Marte.

Con la faccia tosta, appunto, di chi fa carta straccia della verità e non ha mai

Dobbiamo garantire servizi sanitari efficienti e accessibili, promuovere il benessere sociale e prendere provvedimenti per la manutenzione e la valorizzazione del nostro territorio, dal centro storico alle periferie.

La sostenibilità ambientale è un’altra priorità. Dobbiamo proteggere il nostro ambiente naturale e combattere l’inquinamento, adottando politiche e progetti che favoriscano la transizione verso un modello di sviluppo più verde e sostenibile.

Inoltre, non posso ignorare l’importanza dell’infrastrutture e dello sviluppo economico. San Giovanni ha bisogno di investimenti mirati per favorire la crescita delle imprese locali e migliorare le connessioni con altre aree del territorio.

La partecipazione e la trasparenza sono principi fondamentali della mia visione per San Giovanni. Voglio coinvolgere attivamente i cittadini nel processo decisionale e garantire che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo efficiente ed equo.

Se sarò eletta, mi impegnerò con determinazione e dedizione per realizzare questa visione per San Giovanni. Il nostro motto, “LiberiAmo San Giovanni”, riflette il nostro amore e impegno per questa città. Sono consapevole delle sfide che ci attendono, ma sono anche ottimista sulle potenzialità e sulle risorse di cui disponiamo per affrontarle con successo.

Invito tutti i cittadini di San Giovanni a unirsi a me in questo viaggio verso un futuro migliore per la nostra amata città. Sono convinta che insieme possiamo fare di più e meglio.

Lisa Vannelli

2019-2024: Altri 5 anni di amministrazione lontana dai bisogni reali dei cittadini • C. Lalli

Il villaggio del Mulino

PNRR:

La mia esperienza in Provincia • S. Scarnicci

Ambiente e partecipazione • C. Naldini

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di informazione ’”Associazione San Giovanni città aperta” - Dir. responsabile: Siro Pasquini - Resp. di redazione: Francesco Carbini - Iscrizione al tribunale di Arezzo in data 8/11/2016 - Grafica: Leonardo Nassini - Stampa IGV srl
In questo numero
Anno VIII - numero 6 - maggio 2024
..................... p. 2
p. 3
Bianco • M. Marziali .............................
.................... p.3
p. 4
Non è tutto oro quel che luccica • D. Marzi
Lisa Vannelli: 10 punti per San Giovanni ................
p. 6
p. 6
Una MetaCittà Giovane • M. Meacci p. 7
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Manutenzione, verde, cura della città • S. Biondi p.

2019-2024: ALTRI 5 ANNI DI AMMINISTRAZIONE LONTANA DAI BISOGNI REALI DEI CITTADINI

2019-2024 Altri cinque anni prigionieri di un gruppo dirigente, quello del Partito Democratico, e di un Sindaco, Valentina Vadi, lontani dai reali bisogni della città.

Quando 3 anni fa mi fu offerta dalle Liste Civiche Sangiovannesi la possibilità di ricoprire il ruolo di Segretario politico accettai con un preciso obiettivo: mettere me stesso ed il nostro gruppo ancora una volta al servizio della città.

Sembrerà un’ovvietà ma, credetemi, non è così scontato.

Viviamo ormai da anni in uno dei periodi più difficili nella storia di San Giovanni Valdarno.

I mutamenti profondi della società in senso generale e più nello specifico mutamenti che viviamo nel nostro territorio dovrebbero mettere qualunque gruppo che si voglia candidare a guidare San Giovanni davanti ad una domanda ben precisa: cosa possiamo fare per incidere in senso positivo nella vita quotidiana dei nostri cittadini e quali sono le ricette per provare ad invertire un declino che, se si ha un minimo di onestà intellettuale, è sotto gli occhi di tutti.

Veniamo da una consiliatura certamente particolare, il Covid e la pandemia sono stati uno spartiacque.

Ricordiamo i primi mesi della consiliatura appena passati come mesi in cui l’inerzia pigra e indolente della giunta iniziava a manifestarsi e che, senza brillare per iniziative particolari, seppe solo tagliare qualche nastro delle poche opere “messe a terra” dalla giunta Viligiardi.

Come non ricordare che nel programma del Sindaco Vadi si parlava di “6 mesi per sbloccare Borgo Arnolfo”, altrimenti si sarebbe dovuti procedere a farne un parco pubblico.

Alla fine la soluzione è arrivata ed è arrivata come auspicavamo noi: solo con un intervento privato si poteva rimettere in moto il cantiere. E così è stato.

Poi è arrivato il grande buio: la pandemia.

In un’epoca in cui tutti Sindaci del Valdarno si ingegnavano per far sentire forte la presenza accanto ai propri cittadini il nostro Sindaco preferiva stare ben serrato in ufficio.

È letteralmente sparita per settimane. Salvo poi riapparire per far si che il bilancio comunale iniziasse ad essere saccheggiato. Si, saccheggiato. Proprio nei mesi del Covid chiedemmo una serrata decisa sui cordoni della borsa ed una gestione rigorosa delle risorse. L’e-

state del 2020 è stata invece il momento in cui è iniziato il grande saccheggio ai danni delle casse del comune.

Non solo, ma nei mesi seguenti la giunta fu chiamata ad primi atti concreti del proprio mandato amministrativo, con i primi provvedimenti che segnavano nero su bianco l’impronta della giunta Vadi.

In quei mesi prese infatti il via l’iter autorizzativo per la costruzione del Tempio Crematorio, argomento tornato prepotentemente di attualità in queste settimane grazie alla petizione organizzata dal Comitato Aria Pulita Valdarno per il blocco dell’opera, e che ha visto un nostro preciso impegno per il blocco dell’opera. Sempre in quei mesi il Sindaco Vadi cercò

avuto quel minimo di onestà intellettuale per riconoscere gli errori commessi e magari dare a “cesare quel che è di cesare”, anche nei confronti degli avversari che di volta in volta hanno fatto proposte concrete nel solo interesse della città ( Put e passerella oltrarno, opere di compensazione autostrada, uffizi 2 e brand masaccio, casa della comunità spostata da via peruzzi, aiuti alle attività produttive lo diciamo da più di 10 anni, manutenzioni in continuo….).

Certamente per noi non erano e non sono una priorità Palomar ( e tantomeno la sua intitolazione) tutti soldi che sono stati già spesi e stanziati per il Teatro Comunale Ex Cinema Bucci e per il quale ci viene negata una commissione di inchiesta per gli errori commessi nelle varie progettazioni o le varie mostre autoreferenziali che ancora si svolgono in Casa Masaccio, senza portare alcun lustro.

E non era una priorità un Viale Gramsci che con gli 800.000 euro presi come indennità di disagio per il transito delle terre di scavo della TAV, potevano essere spesi meglio, con meno errori e con meno disagi per i cittadini e gli

“velenosi” (ai Padroni Democratici piace definire così le donne e gli uomini delle Liste Civiche) cittadini Sangiovannesi si sono opposti, in maniera ferma, alle scelte di chi, come i componenti della giunta Vadi, semplicemente vive in maniera completamente distaccata dalla vita quotidiana dei Sangiovannesi.

Poi è arrivata la pioggia di danari del PNRR...

E noi a San Giovanni li abbiamo usati bene?

Direi proprio di no, visto che abbiamo gettato nella “fornace” del cantiere eterno (ma quante volte lo hanno inaugurato?) dell’Ex Teatro Bucci 3 milioni di euro; abbiamo investito milioni nella ristrutturazione delle case popolari del Villaggio minatori ed ancora qualche milione in progetti fumosi e poco chiari sugli asili (era proprio necessario “spianare il Rosai Caiani?)

Ed infine, giusto per completare una carrellata dei momenti significativi degli ultimi 5 anni, arriva l’intervento su Viale Gramsci.

Un cantiere invasivo, che ha trasformato un’arteria importante come Viale Gramsci in un vero e proprio far-west. Lasciando intatto il problema principale, cioè il congestionamento automobilistico, specie in alcuni momenti della giornata, e con finiture che lasciano forti dubbi: si contano infatti già decine di piastrelle rotte della pavimentazione; alcuni aspetti tecnici, come il passaggio dei sottoservizi, sembra prefigurare già altri lavori di rattoppo.

Anche qui, quando la giunta Vadi è stata chiamata alla prova dei fatti ha fallito senza appello.

di “serrare” in casa i cittadini del Ponte alle Forche con un progetto che prevedeva di imporre il senso unico sulla via principale del quartiere, soffocando per altro le poche attività rimaste, peraltro in concomitanza con transiti dei treni con le terre di scavo della TAV. Progetto bloccato solo dopo la nostra ferma opposizione ed alla petizione del comitato spontaneo dei Cittadini del Ponte alle Forche (in questa città la concertazione si fa dopo progetti... non prima...).

E poco tempo dopo, dovendo scegliere un luogo adatto per collocare la casa della comunità, fu scelto di cementificare i giardini del Calambrone.

Anche in quel caso il progetto (scellerato) fu bloccato solo perché un gruppo di

esercenti. Forse, era meglio progettare e realizzare l’unica rotatoria mancante fra i due ponti, da noi proposta anni fa insieme alla ormai famosa passerella ciclopedonale al Ponte Ipazia d’Alessandria. Ma c’è un’altra frase di quel libro che forse è meno conosciuta ma che si adatta bene ad una città alla quale abbiamo dato in questi anni la speranza di cambiare il sonno è ciò che i siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali” Ho azzardato il paragone, lo so. Ma per troppo tempo anche sangiovannesi hanno creduto alle favole, alle false promesse… e si sono addormentati, assuefatti al peggio.

Noi pensiamo di averli almeno in parte svegliati, abbiamo loro aperto gli occhi. Abbiamo detto loro che non è vero che “ sono tutti uguali” e che non si può cambiare in meglio la città. Che non è vero che soldi sono quelli che sono e che meglio di così non si possa governare.

Ci abbiamo sempre creduto e abbiamo sempre portato proposte concrete, e denunciato le cose fatte male e i quat-

IL VILLAGGIO DEL MULINO BIANCO

Ci sono tanti modi di scegliere destinazioni di finanziamenti che piovono dall’alto per grazia ricevuta oramai a tutti comuni (PNRR).

Il primo requisito è di essere presenti sul territorio ed avere coscienza dei reali bisogni dei cittadini e della comunita in generale;

Il secondo avere la capacità di portare a compimento gli intendimenti come da impegni economici presi;

Il terzo è la capacità più importante, quella di saper scegliere le priorità di intervento.

Un esempio su tutti è il nostro stadio Fedini dove negli ann 80/90 si svolsero gare nazionali e internazionali dove furono battuti numerosi record italiani tra quali quello di Evangelisti nel salto in lungo, quello di Andrei nel lancio del peso e quello di De Benedictis nella marcia.

Se capitiamo in piazza Arduino Casprini (che da lassù guarderà sconsolato) potremo renderci conto del tipo di restyling fatto solo esternamente con New Jersey autostradali, che a pochi potrà piacere, ma inaugurato come sempre in pompa magna con tanto di fascia tricolore e clack al seguito.

UNA SCATOLA VUOTA

Pista di atletica impraticabile e inguardabile, pedane per salto in lungo e salto in alto oramai distrutte, torri faro abbattute oramai dal 2018; Oramai è così il Fedini, ed è una triste immagine della città per le tifoserie che provengono da altre realtà, un bel biglietto da visita per il luogo di nascita di Masaccio, Masolino da Panicale, lo Scheggia, Giovanni da San Giovanni. Di solito una comunità ha bisogno di grandi strutture per ritrovarsi non solo per lo sport ma anche per scopi ludici, (concerti-raduni)… ed è da tempo che non possiamo farlo visto la mancanza di illuminazione notturna, che pregiudicherebbe anche una nostra possibile

Troppo facile Sindaco Vadi lustrarsi le scarpe con progetti dei privati (come per la cittadella dello sport), troppo facile! Quando questa giunta è stata chiamata a mettere a terra opere concrete non ne ha azzeccate una.

Facendo vedere un’incapacità non solo nel non saper dare una svolta decisa agli interventi “ordinari” ma anche e soprattutto nel non avere un’idea chiara di cosa dovrà essere San Giovanni nei prossimi anni.

In questi giorni girano ormai per la città programmi dei Candidati Sindaco, il Sindaco uscente ci ricorda nel suo programma che nei prossimi anni “bisogna lavorare sulle manutenzioni”.

Beh, almeno su questo… meglio tardi che mai. Che dire... benvenuta sulla terra, Valentina.

Claudio Lalli

trini buttati via in cose inutili.

Chi scrive si è impegnato per decenni su questo. Ricevendo insulti, talvolta minacce non troppo velate. Lo ha fatto insieme a uomini, donne, ragazzi e ragazze fantastici. Quando, all’indomani delle mie dimissioni pubbliche dopo 25 anni di consiglio comunale, qualcuno mi diceva di non farlo, io risposi così: è giusto far crescere altri, ai quali darò la mia mano se vorranno, da San Giovanni non ci si dimette mai!” Ebbene, in questi anni posso dire che un bel po’ di persone sono cresciute, e tanto.

E sono in grado di governare al meglio questa città.

Ci siamo guardati negli occhi, negli ultimi mesi… e la scelta non poteva che andare su di lei, su Lisa Vannelli. A lei, adesso, andrà tutto il mio sostegno, le mie conoscenze, la mia energia.

Per San Giovanni!

Si può fare di meglio, si può fare di più

Francesco Carbini

vittoria in campionato dato che per la lega pro sono obbligatorie le torri faro. Che dire? Del resto è quanto accaduto al nostro cinema Bucci, ma di tutto questo forse è giusto non parlarne, perché chi lo fa strumentalizza per fini politici danneggiando chi vuol fare apparire la nostra città come “il villaggio del mulino bianco”.

Che dire poi della tribuna scoperta dove gli spettatori possono entrare perché è stata accordata una deroga sulla presenza di criticità dal punto di vista strutturale; se ne sente parlare in giro per la città, sarà vero?

E se è vero quanto durerà la deroga? E’ ancora in essere? Sta scadendo o è già scaduta?

Se questo è siamo consapevoli che chi, eventualmente l’avesse concessa, dorma sonni tranquilli o magari una mattina si svegli e si voglia togliere dalla testa questa preoccupazione?

Quindi che succede nel paese del mulino bianco dove la capacità importante di saper scegliere le priorità di intervento, inducono a trascurare una struttura comunale ormai fatiscente come lo stadio, ma di abbattere l’asilo ROSAI CAIANI POLVERINI che dal mio umile e non professionale pensiero era funzionale, bellissimo e pieno di storia... UN MONUMENTO per noi sangiovannesi.

Ma forse ho capito il perché. Ma per caso non sarà che questi finanziamenti siano piovuti dall’alto per grazia ricevuta nel paese del mulino bianco dove le idee erano assenti e andavano spesi per forza?

Io non so se ho una visione distorta sull’amministrazione di questa comunità, perche da quello che leggo e appare sui media, si intravede una frenetica e settimanale corsa ad ogni tipo di inaugurazione, con tanto di tricolore, clak e sorrisi, che vanno dall’agroalimentare, alle manutenzioni correnti, ai tagli dell’erba, ai raduni dei bersaglieri. Nastri tagliati due a settimana nel paese dei biscotti.

PNRR: NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA

La situazione economica del nostro comune è sempre più critica, lo abbiamo constatato durante l’ultimo Consiglio Comunale ordinario dello scorso 9 aprile. Numeri preoccupanti sottolineati anche dai revisori dei conti che hanno prospettato il rischio di probabili e serie “tensioni di cassa”. Il tutto dovuto ad una insufficiente politica di controllo delle entrate con “aumenti considerevoli dei residui attivi”; ad una cospicua presenza della spesa corrente, dove revisori sollecitano “particolare attenzione in particolare circa il possibile contenimento riguardo alle spese non obbligatore”; al rischio di criticità nel monitoraggio e rendicontazione dello stato dei lavori finanziati con il PNRR, che possono portare seri ritardi nell’incasso puntuale dei finanziamenti stessi. Per ultimo, ma non meno importante, un debito di 21 milioni, di cui 13 milioni da finanziamenti. Debito che ha comportato nel 2023 una spesa per l’ammortamento ed il rimborso dei mutui di ben 1.400.000 € tra oneri finanziari (aumentati a dismisura) e quota capitale. Visto che i nuclei familiari di San Giovanni sono circa settemila è come se ogni famiglia abbia pagato una ulteriore tassa di 200 € all’anno, oltre all’IMU, TARI e addizionale IRPEF, solo per richiamarne alcune tra imposte e tariffe tre le più “famose”. Una tassa che graverà ancora per molto considerato che negli ultimi due anni l’indebitamento è aumentato di quasi mezzo milione di Euro. Si poteva e doveva fare di più e meglio

per limitare questa condizione: limitando le spese, controllando seriamente residui ancora da incassare, monitorando puntualmente lo stato dei lavori finanziati con il PNRR, ma anche non accendendo mutui per interventi che siamo convinti potevano essere gestiti e finanziati diversamente. Un esempio tra tutti è dato dal Rosai Caiani. Un plesso storico, funzionante, tanto da sopportare per quattro anni anche l’utenza dei bambini di Oltrarno, che si demolisce perché se ne deve costruire un altro dati i finanziamenti del PNRR. Il problema è che il PNRR copre solamente 2.400.000 € dei 3.500.000 € che occorrono per la demolizione e la ricostruzione. La differenza (più di un milione) è stata coperta con indebitamento dell’ente: nuovi mutui e nuove

“tasse” per sangiovannesi. Perché non si è recuperato l’esistente? magari ampliandolo. Sicuramente non avremo accesso nuovi mutui a 6 zeri in un periodo di chiara impennata dei tassi d’interesse. Ma la cattiva gestione degli interventi finanziati parzialmente con il PNRR (che in questo caso sarebbe più consono definire Piano Nazionale Recupero Ritardi, piuttosto che di Ripresa e Resilienza) si è registrato nel vero e proprio sperpero di risorse pubbliche utilizzate per il Teatro Comunale ex Bucci. Alla fine, mal contati, in 15 anni per l’acquisto e la ristrutturazione del Teatro sono stati stanziati più 10 milioni di Euro, ed ancora non siamo in grado di sapere quanti effettivamente ne siano stati spesi, ma sicuramente ci avviciniamo alla

cifra sopra riportata. Una gestione della ristrutturazione, e quindi di soldi pubblici, che abbiamo più volte cercato di portare alla luce, sulla quale purtroppo Il PD sangiovannese ed il Sindaco Vadi non hanno invece mai voluto far chiarezza. Per ben due volte abbiamo presentato in Consiglio Comunale mozioni per istituire commissioni di indagine e d’inchiesta dedicate a portare trasparenza su uno degli esempi più chiari di malagestione del bene pubblico; anche, e soprattutto, per chiarire eventuali responsabilità per permettere all’ente il recupero di parte delle risorse destinate a questo pozzo senza fondo. Come detto abbiamo però trovato un “muro di gomma”, e purtroppo le commissioni richieste non sono mai state istituite. E così siamo arrivati alla “comica” di una inaugurazione di un bel niente, triste spettacolo del settembre scorso, e ad un ulteriore cantiere che ha distrutto tutto ciò che precedentemente era stato lautamente pagato, sia nelle opere e soprattutto nella progettazione: una Tela di Penelope nostrana. Con poi una ultima sorpresa: anche in questo caso per il costo dell’intervento che dovrebbe portare la fine di questa “novella” non bastano soli 3 milioni reperiti del PNRR, ma ne occorrono ancora 1.100.000 €. Differenza coperta in parte da un nuovo contributo regionale ed in parte, più di 200.000 €, da indebitamento dell’ente, altri debiti sulla testa dei cittadini sangiovannesi.

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voci dalla via Maestra
Mario Marziali Daniele Marzi
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LA MIA ESPERIENZA

IN PROVINCIA AMBIENTE E PARTECIPAZIONE UNA METACITTÀ GIOVANE

Il 18.12.2021 ha segnato la storia del nostro gruppo civico Liste Civiche Sangiovannesi. Infatti, a seguito dell’alleanza siglata con altre importanti realtà civiche presenti nei vari consigli comunali delle vallate aretine e della stessa città di Arezzo, dopo aver fondato il “Patto Civico Intra Tevere et Arno”, abbiamo raggiunto l’obiettivo di arrivare in Provincia con la mia elezione a Consigliere Provinciale e la mia entrata a pieno titolo nella Sala dei Grandi.

È stata un’esperienza costruttiva e fondamentale per il nostro gruppo e per San Giovanni Valdarno stessa.

Com’è noto il potere amministrativo dell’Ente è in mano al Presidente ma ai consiglieri provinciali spetta comunque un potere di iniziativa anche rispetto alle funzioni di indirizzo politico e di controllo sul Presidente della Provincia e sulla Giunta provinciale, attraverso la promozione di interrogazioni, mozioni, ordini del giorno e risoluzioni.

Sebbene con la Legge Del Rio questo ente sia stato depotenziato nelle sue originarie funzioni ad oggi conserva ancora importanti competenze, come la sicurezza sulle strade, l’ambiente e l’edilizia scolastica.

Proprio su questo fondamentale tema, durante l’espletamento del mio mandato, mi sono sempre fatta parte attiva, mediante il deposito di atti formali, nel sollecitare, fra i vari settori di competenza provinciale, soprattutto interventi su opere fondamentali per la città di San GiovanniValdarno.

Stessi atti formali ovviamente presentati nel nostro consiglio comunale ma rimasti inascoltati, come sempre.

Prima fra tutti la Palestra cd “Fantasma” ancora incredibilmente non realizzata nel nostro Comune.

È pazzesco pensare che la Provincia di Arezzo dall’anno 2006 ha versato in favore del Comune di San Giovanni la somma di ben € 540.000,00 per la realizzazione di una nuova Palestra a servizio delle attività didattiche e delle associazioni sportive cittadine nella zona nord della città ove insiste il polo scolastico di Piazza Palermo. Nonostante tale consistente stanziamento l’opera non è stata realizzata nonostante i pubblici proclami, dalla Giunta del Sindaco uscente Valentina Vadi.

I cittadini del Comune di San Giovanni V.no e gli studenti del polo scolastico succitato stanno attendendo da ben 18 anni la costruzione di tale importante opera che valorizzerebbe sia la città che il polo scolastico stesso. Stessi atti formali ovviamente sono stati presentati nel nostro consiglio comunale ma rimasti inascoltati, come sempre.

Come sul grave problema del crollo del solaio dell’Istituto Professionale Ip “ G. Marconi” San Giovanni Valdarno di proprietà del Comune di San Giovani Vno avvenuto lo scorso settembre scorso.

Considerato che per legge, la gestione della manutenzione sia ordinaria che straordinaria è attualmente in carico alla Provincia di Arezzo, all’indomani del sinistro, dopo aver eseguito idoneo sopralluogo nell’edificio e partecipato all’ incontro con il dirigente scolastico, ho presentato prontamente un’interrogazione al Presidente della Provincia al fine di sollecitare un’immediata e definitiva risoluzione della problematica circa la stabilità e la sicurezza che aveva costretto alla chiusura della Scuola e al trasferimento del’indirizzo Moda nel Comune di Montevarchi. Lo stesso è accaduto nel nostro Consiglio Comunale. Il notevole disagio a cui sono stati sottoposti gli alunni, le famiglie ed il personale della scuola sangiovannese è inaccettabile e dimostra tutta le lentezza della macchina amministrativa che il nostro gruppo civico da anni combatte con ogni strumento a nostra disposizione sia dentro che fuori consigli comunali e provinciali.

La consigliera provinciale Stella Scarnicci

L’ambiente costituisce “l’involucro” entro il quale tutte le attività umane si svolgono e l’insieme delle risorse naturali senza le quali non sarebbe possibile sopravvivere.

La tutela dell’ambiente e le scelte sul nostro territorio, sono strettamente connesse con la nostra salute e la nostra qualità di vita e questi sono temi particolarmente sentiti dai cittadini Sangiovannesi, soprattutto come conseguenza dei molteplici impatti ambientali che il nostro territorio subisce da decenni.

La vocazione industriale del nostro territorio, le linee ferroviarie e autostradali che solcano la nostra piccola Valle umida e stagnate, gli impianti altamente disturbanti che sorgono sui confini, una politica locale e regionale ove prevalgono gli interessi economici e settoriali, se da un lato hanno favorito lo sviluppo del nostro territorio e arginato i problemi più urgenti, dall’altro ha determinato problematiche di accettabilità sociale e ambientale, rendendo difficoltoso il dialogo fra le parti.

L’assenza di adeguate forme di “ascolto” delle esigenze della comunità e di coinvolgimento nelle decisioni, ha acuito il divario tra Pubblica Amministrazione e i cittadini, che hanno sviluppato un forte senso di sfiducia nelle istituzioni, sfociato spesso in organizzati movimenti di protesta, in grado di bloccare progetti e cantieri.

A podere Rota, dove il partito che governa da decenni, non ha avuto il coraggio di fare politicamente un passo indietro a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, lo ha fatto fare la magistratura a cui si sono dovuti rivolgere i cittadini del Comitato “Le Vittime di Podere Rota” preoccupati e stanchi di continui rimpalli con le istituzioni.

Lo stesso passo indietro che sta chiedendo il Comitato “Aria Pulita” al sindaco di San Giovanni V. contro la realizzazione del forno Crematorio, un progetto già appaltato, di un impianto di cui si discute la necessità, e l’ubicazione in una realtà critica già sofferta.

Non è un caso quindi che nella nostra città siano sorti molteplici Comitati ambientalisti e Associazioni rappresentative di quartiere, (il comitato oltrarno NO PUT, Il comitato del Quartiere Ponte alle Forche, i cittadini e le attività di Viale Gramsci, e de quartiere Monteceneri e Calambrone), per contrastare e bloccare scelte e realtà impiantistiche impattanti e decisioni a livello urbanistico (vedi il senso unico nelle principali arterie dei quartieri e la cementificazione del Parco Falcone e Boresellino) che andavano a compromettere la vitalità e l’accessibilità di interi quartieri. Progetti già approvati, fermati dai cittadini con una sorta di processo partecipato nato dal basso, che doveva e comunque poteva essere istituito dalla pubblica amministrazione precocemente per non incorrere in ritardi e costi aggiuntivi ed abbracciare il vero senso della partecipazione. La vera legittimazione di un’opera, specie se capace di modificare l’ambiente o di mettere a repentaglio la salute pubblica, discende dalla effettiva partecipazione di tutte le parti coinvolte dalla sua realizzazione Il ruolo chiave del governo locale è raggiungere e mantenere una crescita equilibrata e duratura della società nel suo complesso e nelle sue diverse dimensioni: sociale, ambientale ed economica.

Catia Naldini

Si sente spesso dire che una città è veramente “giovane” se abitata da una vasta percentuale di giovani. Verrebbe quindi da pensare che San Giovanni Valdarno sia in questo fanalino di coda nel Valdarno intero, attestata come la città più “vecchia” della Vallata.

Allora come fare concretamente per invertire questa preoccupante rotta?

Innanzitutto, bisogna accrescere tutte quelle possibilità che sono condizioni necessarie per poter abbassare l'età media della città, attraverso un maggior numero di nascite. Ma ritengo che questo fondamentale passaggio possa essere subordinato solo ad una precisa e repentina applicazione della politica del “dare più vita per giovani”, che conseguentemente risulterà in un naturale “dare vita a più giovani”.

Non è accettabile infatti che in una città di oltre 16.000 abitanti si respiri, in circostanze normali, aria di staticità, ed è automatico attribuire l'opposta dinamicità ai giovani stessi.

Ma come si può ottenerla?

La risposta è stavolta semplice: creando una comunità che si senta coinvolta e “abbracciata” a tuttotondo e in cui giovani e anziani non siano agli antipodi, ma costruttori attivi dello stesso bene comune.

Ciò si realizza solo favorendo la creazione di maggiori luoghi di incontro, di dialogo, di

sosta e di svago, quindi, naturalmente, bar e pub, zone di aggregazione come locali diurni, serali e notturni nonché di aree verdi inclusive per le disabilità, e manutenendo in modo puntuale e accurato le strutture dedicate allo sport. O, ancora, mettendo a disposizione dei ragazzi stanze adibite a sala-prove e registrazione per i tanti giovani con la passione per la Musica; promuoverei anche rassegne teatrali per Compagnie Giovani, “seminando” quindi la rinascita di un nuovo Teatro nella nostra città tramite

la creazione di appositi spazi, mettendo così lo svago alla portata di tutti. Bisogna avere il coraggio di creare una “MetaCittà”, e, cioè, una città nella città, che favorisca il divertimento e anche la riflessione dei giovani cittadini, pur senza perdere la tipica connotazione genuina della piccola cittadina come è San Giovanni Valdarno.

È necessario che tutte le diverse personalità vengono accolte e abbiano “strumenti” per sentirsi a proprio agio, e, quindi, favorire

non solo uno sviluppo di una cultura immobile, ma di una cultura mirata ad un totale sviluppo del senso di comunità che ad oggi si fatica a vedere, anche attraverso il potenziamento di maggiori possibilità lavorative, a partire da più frequenti esperienze di alternanza scuola-lavoro, per esempio, per non fare “fuggire” i tantissimi studenti Sangiovannesi altrove bensì per inserirli nel mondo del lavoro locale. O, anche, creando una sede che funzioni da orientamento in uscita (universitario o lavorativo), ma anche da luogo di socialità munito di apparecchiature informatiche e una mensa, per tutti gli studenti del Territorio; questo non per “murarci” nella nostra cittadina, ma, al contrario, per aprirla sempre di più alle altre. Oggi, come sosteneva Nietzsche, è come se la società si sia adagiata su un'eccessiva razionalità a discapito di una maggiore istintualità positiva che risiede naturalmente dentro di noi. Ed è proprio a partire dai giovani che si può cercare di ripristinare questa emozione così importante e da cui la comunità intera beneficerebbe sotto tanti aspetti, a partire dagli adulti che risveglierebbero il “fanciullino” pascoliano che è in loro, meravigliandosi maggiormente di ciò che li circonda e vivendo con entusiasmo una vita cittadina al momento in drammatica quiete.

MANUTENZIONE, VERDE, CURA DELLA CITTÀ

La presenza delle aree verdi e degli alberi in città ha ricadute positive sulla vita e sulla salute dei cittadini e mitiga l’impatto negativo del clima.

Gli anni in cui gli enti locali gestivano con proprio personale la manutenzione del verde sono un lontano ricordo, ma abbiamo un patrimonio prezioso che occorre gestire con accuratezza e con azioni che seguano le linee guida dello Stato e delle associazioni di settore.

Per la cura del verde sono necessarie le stesse attenzioni e competenze di un progetto di opera pubblica, perché anche i giardini e gli alberi durano decenni, sono vissuti, frequentati e portano benefici a tutti. Sono un vero e proprio investimento per nostri ragazzi.

Le fasi di lavoro non possono essere improvvisate, ma oc-

corre pianificare e curare al meglio lo sviluppo e la salute degli alberi. Occorre affidarsi a ditte in possesso di certificazioni ETW (European Tree Worker) e ETT (European Tree Technician) e adottare la pratica di controlli visivi o strumentali per la stabilità degli alberi, a partire da quelli delle scuole, in modo continuativo.

Per la pianificazione del lavoro si deve investire sul personale, completare e rendere pubblico il censimento degli alberi e in base a questo avviare un piano di manutenzione pluriennale.

Invece, a parte l’intervento su viale Gramsci, negli ultimi 3 anni sono stati abbattuti, anche per validi motivi, circa 150 alberi provvedendo alla sostituzione solo in pochi casi. Non

si può pensare di compensare ciò con progetti tipo “Carbon Neutral”: si devono piantare più alberi proprio in città per intercettare la CO2 dove viene prodotta e non in aree distanti dalle abitazioni e dalle principali vie di comunicazione. Ci sono numerosi parcheggi, fermate del bus, aiuole stradali o giardini dove poter piantare nuovi alberi. A partire dalla ricostruzione di filari incompleti, compreso quello di lecci vicino alla pista pattinaggio (lung. Risorgimento) lasciato a metà in fase di realizzazione.

E gli ultimi interventi di potatura su diversi alberi sono stati eseguiti in modo scellerato compromettendo seriamente la vita e la sicurezza delle piante interessate.

Chi sa parli! voci dalla via Maestra 6 Chi sa parli! voci dalla via Maestra 7
Simone Biondi
ELLA A N ZA LIBERAL DEMOCRATICIE R I F O ITSIMR PER SAN GIOVANNI sindaco

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