Aleanews 2014 1 1 0

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ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985

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editoriale

Alea News, Marzo 2014

di Maurizio Beraldo Chi frequenta un social network come linkedIn, ed è iscritto a qualche gruppo, riceve spesso posts da altri membri, alcune volte riscontrando una certa partecipazione, altre con scarso seguito. Può essere frustrante, ma una domanda tipo “Se poteste dare UN suggerimento, al titolare di una piccola azienda, per vendere di più quale suggerimento dareste ? “, che effetto avrebbe in rete ? Nel nostro primo articolo, vediamo come passare dalla teoria alla pratica: essere attivi in rete, in questo caso, ponendo una domanda forse generica, ma analizzando dopo le numerose risposte ottenute applicando competenze spesso non considerate quando si entra nel mondo dei social networks. L‟articolo di Antonella Grana e Duccio Cosimini illustra come affrontare il problema della comunicazione nei social network, quali strategie adottare, come inserire la propria azienda in LinkedIn e rendere il profilo coerente con il sito web aziendale. La rubrica Imprese nuove inizia da questo numero a pubblicare gli articoli di Vega, il Parco Scientifico e Tecnologico veneziano, che ospita al suo interno VegainCube, un incubatore in grado di rispondere alle necessità di dar vita a nuove iniziative imprenditoriali dedicate alle attività innovative; VegainCube accoglie al suo interno anche un FabLAb, come il TIS di Bolzano del quale pubblichiamo il relativo articolo, luoghi dotati di attrezzature tecnologiche con interfacce digitali, nei quali persone particolarmente creative possono passare dall‟idea all‟oggetto: forse nasceranno gli “artigiani digitali” ?

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Sommario Come Mr. Magoo capì qualcosa dei social, di Antonella Grana e Duccio Cosimini

Imprese nuove Coltiviamo nuove idee, di Milena Bortolotto, AREA Science Park, Trieste Al BIC Incubatori Friuli Venezia Giulia S.p.A, un esempio concreto di come trasformare attività di ricerca in attività imprenditoriale, BIC Incubatori FVG S.p.A Udine, la nuova partecipata di Zucchetti vince BeStartup2013, di Francesca Pozzar, Friuli Innovazione Start Cup, la fabbrica del successo, di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino VegainCube, l’incubatore certificato del VEGA, Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia, di Gabriella Parmesan, Vega Il TIS apre la sua officina, di Astrid Brunetti, Heiko Schoberwalter, Eva Pichler, TIS innovation park

InALEA Convegno Capitani coraggiosi, prossimo appuntamento ALEA a Venezia, dalla Redazione ALEA Ca’ Foscari

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Come Mr. Magoo capì qualcosa dei social di Antonella Grana, a.grana@aidamarketing.it, e Duccio Cosimini, d.cosimini@centocento.it

Parte prima Doverosa premessa: mi occupo di marketing e vendite, in particolare dell‟integrazione tra marketing e vendite e per quanto riguarda l‟impatto dei Social sul marketing sono una “fai da te”, da qui il titolo dell‟articolo. Ricordarte tutti Mr. Magoo, vero? Vi voglio raccontare in termini molto pratici ciò che è avvenuto lo scorso anno dopo aver postato una domanda in un gruppo di LinkedIn e la lezione che ho appreso nel frattempo sull‟integrazione ANCHE dei Social con marketing e vendite. Quale era la domanda? Ecco a voi: “Se poteste dare UN suggerimento, al titolare di una piccola azienda, per vendere di più quale suggerimento dareste? Il mio sarebbe: condividi le informazioni con il tuo staff e considera la vendita un processo integrato con gli altri processi” Come potete notare è una domanda molto ampia, anche un tantino tendenziosa lo ammetto, che ha scatenato 285 risposte. Risultato casuale? Non proprio. Prima di postare la domanda avevo valutato attentamente i vari gruppi a cui sono iscritta e ne avevo selezionati due. Entrambi i gruppi hanno risposto in modo propositivo, il secondo è stato un po‟ più lento nelle risposte e ho preferito far abbandonare la discussione perché non ero in grado di gestire un thread di quella portata in entrambi i gruppi.

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Alea News, Marzo 2014 Sì gestire, perché le discussioni vanno gestite se si vuole ricavarne qualcosa di utile in termini di contatti e di condivisione di informazioni e conoscenza. In fin dei conti i Social servono proprio a questo: a darsi visibilità (chiamiamola anche “personal branding”) e a condividere. Gioco forza che devo rendermi visibile nei posti virtuali che reputo interessanti per la mia carriera. Perciò che cosa ho appreso in questa prima fase? 1. Valuta attentamente i gruppi di discussione a cui ti iscrivi; 2. Per un breve periodo fai un monitoraggio sul tipo di domande postate; 3. Valuta il livello dei commenti alle domande e se possibile verifica i profili di chi ha risposto; 4. Posta una domanda che sia interessante per te e per gli altri; 5. Dedica il tempo necessario a leggere tutto e rispondere. Personalmente mettevo almeno un like a tutti, anche se a volte non ero proprio d‟accordo, per far vedere che avevo letto. A me piacerrebbe molto che fosse inserito un “thank you” su cui cliccare. In fin dei conti c‟è gente che investe parte del suo tempo per rispondermi e mi sembra giusto ringraziare. A prescindere dagli scopi di alcuni che poi vedremo! Quali risultati sono emersi ? Soprattutto una grande differenza di visione del problema e tipi di approccio alla possibile soluzione. I risultati emersi sono riassunti in questi grafici: Maggiore focus delle risposte sul livello strategico più che operativo. Le risposte prese in esame sono solo quelle pertinenti alla domanda. Infatti molte risposte erano fuori tema ma alcune così interessanti che hanno fatto scaturire nuove discussioni. All‟interno dell‟area strategica sono emersi altri quattro segmenti: cultura d‟impresa, marketing, vendite e WEB. Un grande focus è emerso sulla “cultura

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Alea News, Marzo 2014 d‟impresa” di cui si sente la mancanza. Purtroppo pochi imprenditori hanno detto la loro sulla problematica culturale. N e i s u g g e r i m e n F IGURA 1 - SUDDIVISIONE DELLA TEMATICHE DELL ' AREA S TRATEGICA t i Nei suggerimenti più operativi la concentrazione maggiore dei commenti è sull‟area WEB. In genere questi suggerimenti arrivavano dai partecipanti più giovani.

O k d i r e t e F IGURA 2 - SUDDIVISIONE DELLE TEMATICHE DELL ' AREA O PERATIVA

v OK direte voi, “e allora?” Altra fase di apprendimento.

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Alea News, Marzo 2014 Se una domanda genera un tale interesse, non disperdetene i risultati. Fate un favore a voi e agli altri e traetene le conclusioni utili per tutti. Fate un’analisi, un riassunto, un report da condividere con gli altri. Nel caso specifico è stato elaborato un report1 che, con l‟aiuto di Duccio Cosimini, è costato circa un mese di lavoro. E‟stato un lavoro abbastanza faticoso ma ne è valsa la pena per il livello di contatti che mi ha permesso di acquisire con altri professionisti e per la quantità e qualità delle informazioni elaborate. Che contatti ho acquisito: chi ha risposto e perché ha risposto Nella maggior parte dei casi le risposte sono arrivate da consulenti, pochi gli imprenditori e un fatto per me macroscopico pochissime donne. Molte le risposte interessanti, alcune che si intersecavano, si ripetevano e rimbalzavano con nuovi spunti tra un partecipante e l‟altro. Il fatto più palese è stato che, mentre alcuni volevano condividere informazioni, altri volevano soltanto fare il proprio show personale e tendevano a provocare. Ne ricordo uno in particolare con la sindrome da “piccolo professore” che tentava di provocare in ogni modo con tecniche di guerrilla marketing da poveracci. Che cosa ho imparato? Per attrarre le risposte è necessario non cadere nelle provocazioni altrimenti tutto diventa solo un gran schiamazzo, la parola chiave è RISPETTO per le opinioni altrui. Dopo la pubblicazione del report ci sono state varie telefonate e incontri con alcuni partecipanti alla discusssione. Sono nati due gruppi di lavoro, uno di cui faccio parte con Duccio, un secondo di altri consulenti, con i quali siamo comunque in contatto, in rete in varie regioni. Altre persone invece erano veramente fasulle. Ultimo apprendimento: la realta‟ della rete non sempre corrisponde al vero, bisogna incontrare le persone, in tanti tendono a mascherarsi quando sono dietro a un computer.

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Per scaricare il report: Report di una discussione

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Alea News, Marzo 2014 Fortunatamente altrettante sono le persone vere, come Duccio, Claudio 1 e 2, persone con le quali iniziare uno splendido rapporto professionale con una interessante integrazione tra marketing digital e off digital e vendite.

Parte seconda Antonella ha raccontato efficacemente una caso “realmente accaduto”. Ha raccontato l'uso di un social media per utenza tipicamente business. Il social media business, cioè LinkedIN. Con questo racconto ha descritto come funziona la comunicazione sui canali sociali: 

quali sono i meccanismi di ingaggio e di interrelazione;

l'utilità della iniziale produzione di valore espressa tramite contenuto;

contenuto interessante e coerente all'audience di riferimento;

contenuto talmente rilevante da contenere intrinsecamente una chiamata all'intervento (non per niente Antonella è esperta sul ciclo di vendita e sulla sua integrazione con quello di marketing);

il contenuto di valore provoca coinvolgimento, partecipazione e condivisione;

l'emittente iniziale, Antonella, aiuta se stessa mentre aiuta gli altri;

partecipazione significa anche “user generated content”, o “crowdsourcing”, ovvero un sistema virale dove generazione di interesse genera ulteriore interesse, contenuto genera altro contenuto.

Mi sembra davvero tanta bella roba espressa da un caso vero e adatto a pratiche sia di “personal branding” (cioè politiche di promozione individuali) che di “brand engagement”, dove chi cerca ingaggio è un'impresa. Le parole non sono usate a caso e, se non vi sono già note, il suggerimento è quello di approfondire. Io, per completare quanto Antonella ha scritto, ho cercato di produrre una sintesi che possa costituire una guida di accelerazione verso una proficua presenza in LinkedIN. L'uso frequente di elenchi puntati è inteso a supportare realmente il momento della produzione. Le cose sono molte e tutte da approfondire: la logica dell'approccio è però pressoché definitiva. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.

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Alea News, Marzo 2014 La partenza: stabilire l'obiettivo Intanto, cosa è LinkedIN? LinkedIN è il social media che ha trasferito la rete sociale professionale sui canali digitali, dando possibilità uniche in termini di accesso a persone, discussioni professionali ed altre opportunità tra le quali le più importanti sono le offerte di lavoro. Lo spunto iniziale circa la partecipazione a LinkedIN è data da una richiesta esterna (“è giunto il momento di realizzare la mia/nostra presenza LinkedIN”), dove veniamo chiamati in causa quali consulenti, oppure dal desiderio di essere presenti noi stessi su LinkedIN (come la maggior parte di coloro che partecipano alle discussioni). Il problema relativo al primo punto è che chi chiede la presenza spesso non sa perché la chiede. E' probabile che l'abbia letto sul giornale oppure gliene abbia parlato vagamente il suo amico imprenditore. E‟ quindi facile che il primo pezzo della consulenza, quella discorsiva, precontrattuale, sia esprimere una logica d'intervento che in progressione consenta il raggiungimento di: 

Obiettivo delle attività raggiungimento di...);

Obiettivo delle attività di social media marketing (che concorra al raggiungimento di...);

Obiettivo delle attività raggiungimento di...);

Obiettivo delle attività di marketing (che concorra al raggiungimento di...);

Obiettivo aziendale.

sul

di

canale

LinkedIN

marketing

digitale

(che

(che

concorra

concorra

al

al

Far capire che serve un obiettivo da raggiungere e stabilirlo all'interno di questa progressione di obiettivi sarà interessante sorgente di discussione. Fatto sta che se non c'è un obiettivo non ci può essere un processo per raggiungerlo. Alla luce di quanto detto, il primo passo è stabilire (oppure suggerire e condividere) l'obiettivo che ci si prefigge. http://infographic.it/wp-content/uploads/2012/11/the-marketing-map.jpeg

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Alea News, Marzo 2014 http://www.hallaminternet.com/assets/TUBEMAP_HALLAM_INFOGRAPHIC_ FINAL_72dpi.jpg http://ovrdrv.com/blog/wp-content/uploads/2013/10/Social-Media-Map10.09.jpg Quale tipo di obiettivo? Il generico obbiettivo che le organizzazioni pubbliche e private possono raggiungere tramite l'uso consapevole dei social media è quello di aumentare l'efficienza delle azioni di marketing. Un social media come LinkedIN consente di: 

Distribuire informazioni in modo molto rapido

Verificare la rilevanza dei contenuti progettati

Aumentare l'impatto di messaggi importanti

Fare leva sulle reti social per facilitare la condivisione

Creare messaggi diversi per corrispondenti diverse audience

Ingaggiare il pubblico di riferimento.

LinkedIN, usato per creare consapevolezza e credibilità, può essere un ottimo strumento in fase di gestione del customer care e di supporto alla customer satisfaction. In generale, i social media contribuiscono a generare la “decisione finale” da parte del potenziale “adopter”. Il caso classico, ma non certo unico, è il consumatore che, durante il suo percorso d'acquisto utilizza i social media per raccogliere informazioni da altri utenti ed esperti. Creare contenuti La generazione di contenuti per i social media deve tener conto della tipo di navigazione che il fruitore adotta in questo caso. Infatti non si focalizza su di un solo documento e la lettura è poco lineare. Piuttosto che iniziare dando i (molti) suggerimenti circa il fare bene, data la necessaria sintesi, suggerisco cosa NON fare: 

L‟uso di acronimi, parole e frasi non comunemente comprese dalle persone alle quali ci stiamo rivolgendo;

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Alea News, Marzo 2014 

Contenuti lunghi e densi, che non danno chiare indicazioni e che non suggeriscono azioni;

Elementi distrattivi quali icone o testo troppo piccolo.

Si tratta di realizzare dei contenuti utili per chi legge e con uno stile a loro accessibile. In generale il contenuto dei social media dovrebbe essere generato cercando di scrivere nella consapevolezza del destinatario al quale ci si rivolge e si (cerca di) raggiungere e adottando un linguaggio semplice e lineare cioè contenuti: 

Rilevanti, utili ed interessanti;

Facile da capire e condividere;

Amichevoli, non formali e coinvolgenti;

Orientati a produrre azioni.

Profili e pagine Come accennato in premessa, LinkedIN è progettato e strutturato per ospitare due principali profili di presenza: 

Un profilo che organizzi ed ospiti efficientemente la presenza di organizzazioni che, in qualche modo, abbiano una relazione con un pubblico;

Un profilo per persone fisiche che aggiornano i propri dettagli con testi, immagini, video e link con la possibilità di poterlo rendere pubblico. Le persone fisiche accrescono il proprio network collegandosi ad altri profili e partecipando ad attività svolte dai profili delle organizzazioni.

Dal momento che mi rivolgo ad un'audience che immagino composta da persone che, come me, sono chiamate a contribuire al successo delle aziende, d'ora in poi mi dedicherò alla presenza di quest'ultime, e della loro relazione con profili individuali. Quindi, passiamo ad esplorare qualche componente fondamentale della presenza aziendale LinkedIN con qualche suggerimento operativo. La company page su LinkedIN LinkedIN inizia assicurando all'azienda di poter essere inserita (e trovata) nell'elenco delle aziende presenti su LinkedIN e di poter essere “seguita” da utenti

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Alea News, Marzo 2014 che desiderino essere aggiornati. Nel frattempo la company page LinkedIN è diventata una potente, gratuita e soprattutto nota sorgente di informazioni. Un'azienda dev'esserci. Queste le componenti principali della “company page”: 

Nome dell'azienda: verificare che il nome dell'azienda corrisponda al nome che è inserito nei profili degli individui presenti su LinkedIN e che riportano relazioni con l'impresa stessa;

Assegnazione del ruolo di amministratore: dal momento che LinkedIN chiede chi amministrerà la pagina, è necessario scegliere un amministratore;

Caricare il logo dell'azienda: può essere caricato sia normalmente che contenuto in una “piastrella” che sarà usata per gli aggiornamenti verso la rete di relazioni dell'impresa;

Descrivere l'azienda: nella sezione di descrizione dell'azienda, è possibile descrivere l'impresa e cosa fa, è importante verificare che l'informazione sia coerente con ciò che è riportato sul website dell'azienda e, ancora più importante, generare informazioni rilevante per chi legge piuttosto che autoreferenziale;

Elencare i rami d'attività dell'impresa: da descrivere con 2 o 3 parole chiave al massimo;

Campi per la tipologia e dimensione dell'azienda e il link al website: si seleziona semplicemente l'opzione giusta tra quelle proposte, il link potrebbe portare, oltreché all'homepage naturalmente, ad una pagina realizzata appositamente per coloro che provengono da LinkedIN;

Selezionare il fondazione;

Locazione geografica: possono essere aggiunti fino a 5 indirizzi diversi;

Immagine di copertina: è possibile aggiungere un immagine all'inizio della company page, il suggerimento è di usare un'immagine che sia originale, coerente e significativa, che aggiunga valore e non semplicemente replichi l'informazione.

comparto,

lo

stato

operativo,

l'anno

di

Aggiornare lo stato dell'impresa La parola aggiornamento immediatamente mi ricorda alcuni recenti lavori e l'approccio strutturato verso l'aggiornamento. Una presenza social strutturata richiede un progetto editoriale ed un piano di interventi di aggiornamento. Ma, in questo contesto di alta artigianalità, siamo nel frattempo arrivati alla E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.

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Alea News, Marzo 2014 realizzazione della company page seppure lo sforzo sia quello successivo: aggiornare, aggiornare regolarmente la company page, possibilmente inserendo link al website e al blog, se esistente. Aggiornare arricchendo, non stancandosi di generare valore, rendendo il contenuto dinamico e interattivo. Il tutto con 140 caratteri. Lo stile è quello suggerito in apertura: chiaro ed amichevole, costruito per ottenere una reazione fino al suo suggerimento espresso. Prodotti e servizi “Prodotti e servizi” è la sezione ideata per elencare i propri prodotti e servizi ma anche e, auspicabilmente, raccogliere le raccomandazioni di utenti che testimoniano a favore dell'impresa. Altra caratteristica della sezione è che ciascun prodotto o servizio può rimandare traffico verso il website dell'impresa e verso la pagina di prodotto/servizio corrispondente: questa possibilità aumenta sensibilmente la capacità di produrre dei lead di vendita. Il 70% degli utenti segue i link dei propri amici e famiglie che è il motivo primo dell'esistenza delle raccomandazioni. Gli utenti LinkedIN sono in grado di vedere le raccomandazioni fatte e le connessioni di altri membri LinkedIN riconosciuti. Tramite questo meccanismo LinkedIN offre un sistema di generazione d'interesse d'alto valore per il quale è utile lavorare. Anche in questo caso qualche suggerimento: 

È bene iniziare con l'aggiunta del prodotto/servizio più rappresentativo dell'impresa sia perché più popolare sia perché più significativo;

Qual è la caratteristica del prodotto per la quale ricordarlo, per quale fattore dovrebbe essere raccomandato; è necessario essere informativi ma con personalità:

Inserire sempre un link che rimandi al website per l'approfondimento;

Nel caso si volesse accelerare sulla leva commerciale è possibile linkare una pagina di offerta di prodotto;

Arricchire i contenuti della scheda con video è molto utile.

Conclusione Si può fare social media perché “lo fanno gli altri” o perché se ne parla, ma il social media marketing funziona. Il fatto che il canale non costi trae in inganno. Non è l'apertura della presenza il costo maggiore, tutt'altro. L'apertura è solo l'inizio. Poi c'è il mantenimento. E' una strada senza ritorno. Quindi farla se si è nelle condizioni di farla pensando a fare poco ma fare bene.

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Alea News, Marzo 2014 Un approccio diverso può potenzialmente generare grosse delusioni, perché l'attività è impegnativa per tempo e competenze. Non per niente si trovano spesso presenze social abbandonate. Ma, attenzione, i social funzionano se adoperati correttamente come dimostra il caso reale da cui siamo partiti.

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Coltiviamo nuove idee

di Milena Bortolotto, milena.bortolotto@area.trie ste.it

Campus d’impresa è il progetto che raccoglie idee innovative nate nel mondo della ricerca per farle diventare business attraverso la creazione di impresa. La creatività e l'innovazione non sono elementi distintivi che da soli possono tramutare un‟idea in un‟impresa di successo. Per essere “business” l‟intuizione deve generare profitti, altrimenti viene meno, fin dall'inizio, la possibilità di trasformarla in un'attività imprenditoriale. Qualsiasi business idea si deve concretizzare in un processo di produzione di un bene o un servizio, che abbia degli acquirenti e che generi, in definitiva, ricchezza. È solo quando dalla business idea si passa a definire con precisione le caratteristiche del prodotto che si può cominciare a dare forma al complesso sistema di creazione e sviluppo di una startup. Campus d‟impresa è un progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, nell‟ambito della programmazione del Fondo Sociale Europeo, offre un servizio a supporto dei ricercatori che vogliano valorizzare know-how e tecnologie sviluppati in ambito accademico attraverso la nascita di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. I partner del progetto, AREA Science Park, Innovation Factroy e Università di Trieste, offrono un percorso formativo ai ricercatori con delle potenzialità imprenditoriali, dando loro l‟opportunità, attraverso un programma si seminari specialistici, di incrementare le competenze in tema di gestione d‟impresa e acquisire il ”giusto piglio” imprenditoriale. Ogni partecipante può contare sull‟assistenza di un coach d‟impresa, nonché su servizi reali destinati allo sviluppo applicativo di prodotti e servizi, alla tutela della proprietà intellettuale, alle convalide tecnologiche e prestazionali. Viene garantito anche un primo supporto nella stesura di piani strategici e nell‟elaborazione di una strategia commerciale e di marketing. Ad oggi Campus d‟Impresa assiste 67 aspiranti imprenditrici/imprenditori (27 femmine, 40 maschi) per un totale di 36 business idea, di cui 25 in ambito scientifico e 21 in quello umanistico. Nei primi nove mesi di attività sono stati depositati tre brevetti. Interessante osservare che, ad oggi, i seminari più seguiti

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Alea News, Marzo 2014 e le consulenze più ricercate sono inerenti i temi del marketing, della contrattualistica e delle analisi di mercato. Tale apertura verso tematiche market oriented rappresenta un grosso cambiamento culturale, che testimonia dell‟attitudine a intraprendere un processo di valorizzazione dei propri studi avendo come sbocco occupazionale non la sola carriera universitaria, ma anche la creazione di uno spin-off o di una startup. E‟ utile sentire dalla viva voce di uno degli aspiranti imprenditori, Alberto Tessarolo, ricercatore dell‟Università di Trieste, il vissuto della propria esperienza di partecipante a un progetto come Campus d‟Impresa. Alberto, oltre a essere impegnato in attività di ricerca in ateneo, ha sviluppato una forte competenza nella consulenza aziendale. Per questo la sua inclinazione appare già strutturata rispetto alle esigenze del mercato - non tutti i progetti hanno lo stesso livello di definizione - e la sua idea è quella di realizzare uno spin-off in cui poter coniugare la vocazione per la ricerca applicata con l‟aspirazione a realizzare software che possano aiutare le aziende a rendere più efficienti i loro processi interni di progettazione e di analisi. In effetti, uno dei valori aggiunti di Campus d‟Impresa è quello di aprire un nuovo scenario professionale e di competenze a persone che nel loro bagaglio di conoscenze non hanno una formazione orientata alla finanza, al marketing o alla commercializzazione di prodotti e servizi. Le competenze di molti ricercatori, infatti, normalmente non sono orientate nella direzione di saper maneggiare in modo corretto risorse e opportunità così come i rischi e le problematiche connessi al rapporto con i clienti. “Affrontare un percorso come Campus per un ricercatore non è semplice – ammette con franchezza Alberto. Una delle maggiori criticità sta nella capacità di gestione del tempo, poiché se sei dedicato alla ricerca normalmente sei troppo assorbito dai tuoi studi per riuscire a dedicare attenzione ad aspetti che esulino dal risultato scientifico”. Altra criticità normalmente riscontrata è quella legata all‟individuazione dei ruoli nel team della futura impresa. “Tutti i vorrebbero continuare a fare attività di ricerca e sviluppo con le stesse modalità alle quali si è abituati dentro l‟Università – chiosa il ricercatore - ma bisogna capire che quando si costituisce un team che vuole fare impresa servono altre competenze e quindi bisogna mettersi in gioco sotto altri punti di vista”. Ci sono poi da considerare gli aspetti finanziari, che sicuramente rappresentano uno dei tasti dolenti quando si parla di creazione di startup. “Nel nostro caso – spiega Tessarolo - i fondi non sono un particolare problema poiché, grazie ai contatti sviluppati con le attività dell‟Università, abbiamo collezionato diversi contratti di consulenza che ci hanno permesso di fidelizzare i clienti e di accompagnarli. Il problema dei fondi è legato, più che all‟avvio, al sostentamento delle attività”. Insomma, la ragionevole possibilità che nel 2014 lui e i suoi colleghi possano avanzare una proposta di E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.

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Alea News, Marzo 2014 spin-off all‟Università avviando una nuova impresa è sul tappeto. Un po‟ di ottimismo tutt‟altro che scontato, considerando i tempi di crisi. Tra i progetti supportati da Campus d‟impresa, alcuni dei quali sottoposti a brevetto, ci sono sistemi di ottimizzazione dell‟efficienza degli impianti fotovoltaici, soluzioni per consentire a motori elettrici a magneti permanenti di operare alle alte velocita (utile per macchine utensili e altri congegni), un test di ultima generazione per la diagnosi precoce del cancro alla cervice dell'utero, un nuovo tipo di rilevatori per raggi X o una tecnologia che permette il riciclo delle capsule per espresso, separandole dal caffè residuo. Campus d‟Impresa è un progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, nell‟ambito della programmazione del Fondo Sociale Europeo Asse 4 – “Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico”, Programma specifico n. 50 “Sostegno ai processi di creazione d‟impresa”.

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Al BIC Incubatori Friuli Venezia Giulia S.p.A, un esempio concreto di come trasformare attività di ricerca in attività imprenditoriale Ufficio Relazioni Esterne info@incubatori.fvg.it

Nealys S.r.l. un‟azienda costituita nel 2010 con sede al BIC Incubatori di Trieste, nasce dall‟esperienza di ricercatori di un gruppo farmaceutico multinazionale e dalla loro volontà di utilizzare le conoscenze tecnico scientifiche acquisite su biomateriali specifici e su tecnologie chimico-biofarmaceutiche per realizzare nuovi prodotti e nuove tecnologie in campo diagnostico e terapeutico. Il management vanta un‟esperienza ventennale nel settore della chimica e biochimica di biopolimeri e della sperimentazione farmaceutica. Nel settore della biologia molecolare e della diagnostica clinica, l‟attività aziendale è incentrata sull‟utilizzo e lo sviluppo di nuove procedure diagnostiche per la rilevazione di biomarcatori tumorali, ed in particolare per il carcinoma prostatico. Questo, infatti, è il tumore più diffuso nel sesso maschile, con una frequenza pari al 20% rispetto a tutte le forme tumorali, con eccezione di quelle cutanee. L‟utilizzo di nuove procedure diagnostiche mirate ad aumentare la specificità dei risultati analitici è il target per ridurre l‟esecuzione di biopsie non necessarie e contribuire al miglioramento della diagnosi precoce. La metodica di elezione presso il nostro laboratorio consiste nell‟analisi molecolare dei vettori di espressione del PCA3, gene iper-espresso nel tumore prostatico e ottima “sentinella” della presenza e progressione neoplastica. Nel settore della ricerca, Nealys sviluppa tecnologie per la produzione di delivery systems basati sull‟utilizzo di trasportatori biomolecolari per la veicolazione e

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Alea News, Marzo 2014 rilascio controllato „a bersaglio‟ (drug targeting) di molecole terapeutiche. Il fine è quello di sviluppare forme innovative di trattamento chemioterapico che indirizzino il farmaco specificatamente nel sito tumorale, aumentandone la biodisponibilità e limitando i suoi effetti tossici a livello sistemico e di organo. Dalla sua costituzione, l'azienda ha visto approvato un progetto nell‟ambito dei contributi comunitari POR-FESR 2007-2013, per una linea di ricerca sperimentale intitolata “Sintesi e valutazione di scaffolds biomolecolari per applicazioni in nano medicina”, nel campo dei nanovettori ad uso terapeutico. Il tema dei sistemi di rilascio dei farmaci (scaffolds o anche drug delivery systems) rimane un argomento molto attuale, in quanto, tanto maggiore è la specificità delle molecole terapeutiche tanto più importante è il “veicolo” grazie al quale esse giungono a destinazione. L‟impegno della ricerca Nealys, in tale direzione, ha generato incoraggianti risultati ottenuti anche in collaborazione con enti di ricerca riconosciuti come l‟Ospedale Infantile Burlo Garofolo di Trieste. L‟efficacia di trasporto attraverso le membrane cellulari è stata comprovata dalla capacità di promuovere l‟ingresso, in cellule specifiche, di molecole modello, quali frammenti di acidi nucleici ad alta specificità di riconoscimento del bersaglio (studi in vitro).

Rappresentazione idealizzata della potenziale veicolazione genetico per mezzo di un vettore nanomolecolare.

di materiale

Tali risultati sono uno sprone importante per l‟impresa a perseguire la progettazione di sistemi di drug delivery applicabili a varie patologie di grosso

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Alea News, Marzo 2014 impatto sociale (in particolare in ambito oncologico) e per applicazioni in altri settori biotecnologici.

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Udine, la nuova partecipata di Zucchetti vince BeStartup2013 di Francesca Pozzar, Friuli Innovazione francesca.pozzar@friulinno vazione.it

È Easystaff srl, azienda ICT che ha creato l’unico software per il planning di spazi e risorse umane dedicato alle università italiane, ad aver vinto la seconda edizione del premio istituito dall’incubatore friulano Techno Seed di Friuli Innovazione. Fare leva sul proprio potenziale innovativo, sull'elevato capitale umano ed investire in azioni di ricerca, sviluppo e innovazione, sono state le caratteristiche che hanno fatto ottenere a Easystaff srl, oltre all‟interesse da parte del gruppo informatico italiano Zucchetti, il riconoscimento di miglior start up nata nell‟incubatore certificato Techno Seed di Udine. Il premio BeStartup è un‟iniziativa di Friuli Innovazione per mettere in luce le start up nate all‟interno dell‟incubatore friulano che, dopo la fase “assistita”, hanno saputo stare sul mercato con le proprie gambe ed è stato istituito nel 2012. Ogni anno BeStartup individua fra le imprese nate in Techno Seed che hanno terminato il proprio percorso di incubazione da almeno tre anni, quelle che hanno avuto i migliori esiti. Risultati economici, risorse umane coinvolte e progressivamente strutturate in azienda e capacità di valorizzare risultati di ricerca nel proprio modello di business, sono i criteri di valutazione per l‟aggiudicazione del premio del valore di 2.500 euro per consulenze in servizi per lo sviluppo d‟impresa. Alla seconda edizione, oltre a Easystaff, hanno partecipato tre imprese, tutte appartenenti al settore ICT e fondate nel biennio 2006-2007: si tratta di Fill in The Blanks, MoBe e Mobile3D. Fill in The Blanks, è un‟azienda di ICT Architects, ovvero architetti delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, che progetta e gestisce soluzioni ICT ad hoc per i propri clienti. Specializzata in Business Continuity,

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Alea News, Marzo 2014 ricerca di strategie e soluzioni per l‟ottenimento di un sistema informativo sempre disponibile a supporto dei processi aziendali, si occupa anche di sicurezza dati e infrastrutture reti, protezione e monitoraggio dei sistemi. Core business di MoBe è la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per dispositivi mobili e sistemi web e multimediali. Dal 2009 ha avviato l‟attività di progettazione e sviluppo di applicazioni mobili su misura con particolare attenzione ai settori turistici, della mobilità e della logistica. A questo, si affianca la progettazione di soluzioni per l‟automazione industriale e la domotica, lo sviluppo di software desktop tradizionale e gestionale e l‟offerta di consulenza e formazione. Mobile 3D, vanta invece un expertise significativo nel campo dell‟animazione grafica 3D ottimizzata per smartphone e tablet. Anche per Mobile 3D i mercati di riferimento sono prevalentemente quelli del turismo e dell‟industria, cui offre prodotti come guide turistiche su smartphone e palmari, progettazione e sviluppo di software per dispositivi mobili, grafica 3D, simulazione e realtà virtuale. EasyStaff srl, la vincitrice dell‟edizione 2013 del premio, è nata nel 2007 e insediata da sempre al Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine. Offre consulenza e soluzioni informatiche personalizzate nel settore dell‟ottimizzazione di orari e calendari di lavoro. L‟intuizione iniziale avuta dai fondatori, tutti giovani laureati dell‟Università di Udine, è stata quella di lavorare a un prodotto per coprire un mercato di nicchia - quello degli atenei, per i quali prima della suite EasyAcademy – il primo prodotto di EasyStaff - non esistevano software specifici per la pianificazione in automatico del calendario didattico. La peculiarità delle soluzioni offerte, anche nei prodotti successivi, è lo sviluppo di moderne tecniche algoritmiche integrate nelle soluzioni proposte ai clienti che garantiscono un valore aggiunto per velocità e qualità. Collaborando con l‟Università di Udine, EasyStaff ha mantenuto il focus dei suoi prodotti sulla ricerca, tanto che Workforce Planner, un avanzato motore di calcolo per la gestione dei turni di lavoro e l‟assegnazione dei servizi del personale aziendale, ha suscitato l‟interesse di un player internazionale nel settore dei software gestionali. Il gruppo Zucchetti, infatti, intuendo il potenziale di mercato di EasyStaff ha rilevato la maggioranza dell‟impresa friulana nell‟estate 2013 e già dai primi mesi del 2014 la nuova compagine societaria sta portando i primi frutti in termini di progettualità (con un orizzonte internazionale) e di fatturato (in netta crescita).

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Il traguardo raggiunto, celebrato con l‟assegnazione del premio Bestartup, è merito di un modello di business che pone costante attenzione alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, linea che l‟incubatore Techno Seed raccomanda a tutte le proprie aziende. Finora Techno Seed ha contribuito alla creazione e allo sviluppo di 34 imprese, di cui 19 attualmente in fase di incubazione. Altre 15 hanno ormai superato i 4 anni di vita quindi sono uscite dalla fase di incubazione. Dal 2005 sono state raccolte quasi 400 richieste di supporto per lo sviluppo di idee imprenditoriali. Circa un centinaio sono state accompagnate fino alla realizzazione del business plan. Attualmente nell‟ambito di Techno Seed vengono supportati una decina di progetti imprenditoriali (quindi non ancora imprese), cinque dei quali hanno una

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Alea News, Marzo 2014 propria sede fisica nell'open space dedicato alla pre-incubazione del Parco scientifico e tecnologico Luigi Danieli di Udine, dove l‟area dedicata a Techno Seed copre 520 mq arredati uso ufficio e connessi con fibra ottica.

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Il TIS apre la sua officina Il primo FabLab altoatesino al TIS innovation park

di Astrid Brunetti, Heiko Schoberwalter, Eva Pichler, TIS innovation park astrid.brunetti@tis.bz.it Foto di ©TIS/martinajaider

Un’officina dove si possono usare gratuitamente diversi macchinari per la fabbricazione digitale dove si incontra la Community locale e internazionale e che è aperta a tutti: questo è un FabLab. In tutto il mondo al momento ne esistono circa 270, di cui 43 solo in Italia. Il primo FabLab altoatesino è insediato al TIS innovation park e verrà trasferito al futuro parco tecnologico a Bolzano Sud. Il FabLab al TIS è attrezzato con una stampante 3D con la quale si possono stampare prototipi e una tagliatrice laser che può stampare e intagliare diversi materiali. Inoltre a disposizione c‟è anche una mini fresa computerizzata per fresare plastiche, legno e circuiti stampati elettrici. «Al momento i macchinari del FabLab vengono usati soprattutto da architetti e artigiani per stampare modelli o tagliare qualcosa con il laser» afferma Walter Weissensteiner, collaboratore del Centro Sviluppo di Prodotto & Nuove Tecnologie al TIS e responsabile del progetto FabLab. «Ma anche la cooperativa sociale GWB lavora già da mesi in totale autonomia nel FabLab» continua Weissensteiner. Il FabLab al TIS è aperto a tutti: dagli studenti ai designer fino ai ricercatori o gli hobbisti. «Tutti posso realizzare qui i propri progetti, che si tratti della stampa 3D di un portabatterie o dell‟incisione con il laser di un piatto di marmo o del taglio di una confezione in legno. L‟unica condizione è che l‟utilizzatore, dopo un‟introduzione iniziale, lavori in autonomia» spiega Weissensteiner. Ma non

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Alea News, Marzo 2014 solo: c‟è anche la possibilità di imparare a usare i macchinari e i relativi programmi e, cosa ancora più importante, ci si incontra e aiuta vicendevolmente. «Tutti i FabLab nel mondo sono messi in rete. Nel momento in cui si incontra un problema che nessuno è un grado di risolvere in loco, la Community internazionale può aiutare a trovare la soluzione. Si ha quindi la possibilità di attingere al sapere di tutta la FabLab Community» afferma Weissensteiner. «A breve al FabLab si svolgeranno corsi base per l‟uso delle apparecchiature, workshop ed eventi, un cosiddetto “repair-café”, dove possono essere riparate insieme elettrodomestici e verrà organizzato anche un programma apposito per gli studenti» afferma Weissensteiner.

Il primo evento del FabLab del TIS è già fissato: si tratta dell‟ “Arduino Day”, che si svolgerà il 29 marzo dalle 14:00 alle 18:00 al Kurhaus di Merano. Arduino è una specie di mini-computer che, semplicemente, viene messo in collegamento con dei sensori e altre componenti elettroniche per poter così costruire velocemente soluzioni intelligenti per hobby o a scopo didattico. A questo evento, che viene organizzato dal TIS insieme all‟Arduino User Group BZ, si incontrano gli “Arduino-User” e tutti quelli che aspirano a diventarlo. Arduino è un hardware aperto, un software libero e la Community tutto in uno, e proprio elementi come questo sono costitutivi di un FabLab che funziona bene» conclude Weissensteiner. Per maggiori informazioni sul FabLab e sull‟ ”Arduino Day” rivolgersi a Walter Weissensteiner, walter.weissensteiner@tis.bz.it, T 0471 068037.

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VegainCube, l‟incubatore certificato del VEGA, Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia

di Gabriella Parmesan, g.parmesan@vegapark.ve.it

L‟incubatore VegainCube è una struttura di più di 1000 mq con locali arredati e dotati delle infrastrutture tecnologiche più all‟avanguardia al fine di potenziare la funzione del Parco quale attuatore del trasferimento tecnologico e facilitatore dell‟innovazione d‟impresa. In funzione del Decreto agenda Digitale 2.0 il VegainCube è un incubatore certificato che garantisce un sistema di servizi e di assistenza dedicato alle startup innovative e agli spin-off universitari, con particolare attenzione per le attività di giovani e per quelle ad elevato contenuto innovativo e tecnologico . Ad oggi al VegainCube sono insediate 21 start up che operano nell’ambito di ambito ICT e Green Economy e molte di loro hanno ricevuto premi e riconoscimenti a livello regionale e nazionale. L‟incubatore certificato del Vega rappresenta l‟unico Incubatore Certificato della Provincia di Venezia e pur essendo un‟iniziativa “giovane” sta producendo delle ricadute positive sul territorio sia in termini di occupazione che di imprenditorialità. Al Vega, l’innovazione digitale a portata di artigiani, studiosi e creativi Quattro giovani professionisti, passione per la progettazione, la tecnologia e il lavoro manuale: questi sono gli ingredienti che hanno dato vita a FABLAB VENEZIA, insediata all‟interno di VegaInCube. La prima start up che in Veneto si sta strutturando per dotare la città di Venezia di un laboratorio di fabbricazione digitale, nasce dall‟obiettivo di soddisfare il mondo della produzione offrendo ad artigiani e imprenditori servizi di formazione e produzione nella modellazione digitale avanzata, nella prototipazione rapida e nella fabbricazione seriale di pezzi unici.

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Alea News, Marzo 2014 «Il FABLAB VENEZIA, ad oggi, è uno spazio dove condividere conoscenze e fare rete tra professionisti. – afferma Elia De Tomasi, AD di FABLAB VENEZIA – Offriamo a designer, artigiani e imprenditori l‟opportunità di creare oggetti e prototipi di ogni genere a prezzi contenuti, utilizzando macchinari tecnologicamente avanzati. Sono già partiti i primi workshop ed è prevista la realizzazione di un laboratorio con stampanti 3D, frese, laser cutter e plotter vinilici». FABLAB VENEZIA ha tutti i requisiti per entrare a far parte del circuito internazionale FABLAB NETWORK. «Siamo felici di ospitare questa start up all‟interno di Vega InCube. – dichiara Tommaso Santini, Ad di Vega Scarl - L‟incubatore, che si colloca all‟interno del VEGA Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia, nasce proprio con l‟obiettivo di sostenere la nascita di nuove imprese, seguendone lo sviluppo dal concepimento dell‟idea, alla sua prima concretizzazione in un piano d‟impresa, fino alla sua costituzione e gestione. Una struttura, quindi, che contribuisce a potenziare la funzione del Parco quale attuatore del trasferimento tecnologico e facilitatore dell‟innovazione d‟impresa». «Il Comune di Venezia è attento alle attività di innovazione scientifica e tecnologica che si svolgono all‟interno del Vega e guarda con particolare interesse allo sviluppo delle start up innovative quali il Laboratorio FabLab. – dichiara Alfiero Farinea, Assessore allo Sviluppo Economico, Comune di Venezia - Il Parco Scientifico Tecnologico e le attività svolte dalle numerose imprese innovative e dai centri di ricerca di eccellenza insediati al suo interno costituiscono infatti un patrimonio di conoscenze e di relazioni di straordinaria potenzialità per lo sviluppo del nostro territorio e di Porto Marghera in particolare».

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Start Cup, la fabbrica del successo di Alessandro Tibaldeschi, ale@agenziapressplay.it

«Hai un‟idea imprenditoriale che ti gira per la testa? Prova a sottoporcela, ti aiuteremo a realizzarla!». Recita così l‟invito a partecipare alla Start Cup Piemonte Valle d'Aosta, la competizione che da dieci anni premia i progetti d‟impresa innovativi e ad alto contenuto di conoscenza. Ma in cosa si caratterizza un‟impresa “innovativa”? Le imprese innovative sono quelle che apportano, in un prodotto o in un processo, nell‟organizzazione o nel rapporto con il mercato, caratteristiche di novità rispetto allo stato della tecnologia riscontrabile nelle imprese del territorio e che rappresentino una valorizzazione economica di saperi e competenze scientifiche. La Start Cup punta alla nascita di imprese innovative presso gli incubatori universitari piemontesi (I3P del Politecnico di Torino, 2i3T dell'Università di Torino e Enne 3 dell'Università del Piemonte Orientale) o nelle province degli enti sostenitori. La Start Cup rappresenta quindi un‟opportunità per promuovere lo sviluppo economico del territorio. Ma non solo. L‟evento punta a sensibilizzare i giovani (e non) alle tematiche relative all‟imprenditorialità. Ed inoltre, cerca di offrire ai partecipanti l'opportunità di confrontarsi con idee e persone già coinvolte nel mondo produttivo. Il concorso, a partecipazione gratuita, si articola in due fasi. Nella prima fase, il “Concorso delle Idee”, si presenta un'idea di impresa descrivendo sinteticamente il progetto ed evidenziando il contenuto innovativo e i settori applicativi. Nella seconda fase, il “Concorso dei Business Plan”, si presenta un business plan completo, che deve descrivere un progetto imprenditoriale caratterizzato da un alto contenuto di conoscenza, tecnica o tecnologica, indipendentemente dal suo stadio di sviluppo. A questa fase possono partecipare sia i vincitori del Concorso di Idee, sia soggetti esterni portatori di un business plan. Partecipare alla Start Cup è semplice: basta compilare il form disponibile sul sito ufficiale del concorso

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Alea News, Marzo 2014 www.startcup-piemonte-vda.it entro le due scadenze prefissate (4 maggio per il Concorso delle Idee, 20 luglio per il Concorso dei Business Plan). La Start Cup, oltre a rappresentare un'occasione di visibilità, può essere un trampolino di lancio per il successo. È il caso di Niso Biomed, start up operante nel settore biomedicale, che nel 2009, dopo essersi classificata tra le prime cinque idee di impresa alla Start Cup (con il nome di PM Biomedical) è stata inserita tra le finaliste del Premio Nazionale dell‟Innovazione. Nel 2013, grazie anche al percorso di incubazione all‟interno di I3P del Politecnico di Torino, la start up si è aggiudicata il Premio “Start-Up dell‟anno 2013″. Inoltre, durante la settima edizione dei premi UK-Italy Business Awards, la start up ha ricevuto il “Bright future ideas Award - Vision for growth”, ovvero il riconoscimento per le giovani imprese in rapida crescita che, come tutti gli altri premiati, hanno scelto il Regno Unito per i propri piani di crescita e internazionalizzazione. La lunga serie di riconoscimenti a Niso Biomed è culminata lo scorso 20 febbraio con la consegna da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del "Premio Leonardo Start-up". Il riconoscimento è stato ottenuto da Niso Biomed grazie al suo EndoFaster 21-42, un dispositivo in grado di analizzare in tempo reale il succo gastrico prelevato durante gli esami endoscopici. In soli 60 secondi fornisce una diagnosi sulla presenza dell'Helicobacter Pylori e individua potenziali fattori di rischio per tumori allo stomaco e al colon. Il dispositivo è in uso nelle più importanti strutture ospedaliere specializzate nel settore, in Inghilterra, Italia, Spagna, Portogallo, Arabia Saudita e Israele. “Sono davvero orgoglioso di questo riconoscimento. Niso Biomed ha un suo mercato internazionale e globale ed il premio è un ulteriore stimolo a continuare nella nostra opera di diffusione di EndoFaster in tutte le migliori strutture del mondo” ha dichiarato Paul Muller, socio fondatore e presidente di Niso Biomed. “Niso Biomed è un nostro fiore all‟occhiello, che dimostra la capacità dell‟ecosistema torinese delle start up di generare imprese ad elevato contenuto tecnologico" ha aggiunto Marco Cantamessa, presidente di I3P. "Più in generale, noto come il livello delle start up italiane stia sempre più innalzandosi, creando le premesse per un reale rinnovamento del tessuto industriale del nostro Paese”.

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Convegno Capitani Coraggiosi, prossimo appuntamento ALEA a Venezia

dalla Redazione ALEA Ca’ Foscari

Imprenditori e Manager della Cultura, Università Ca' Foscari Venezia Capitani Coraggiosi si pone quale appuntamento annuale di confronto tra protagonisti del Nord-Est italiano, capace di illuminare la necessaria metamorfosi nel ruolo imprenditoriale e manageriale per competere a livello internazionale nei diversi settori cruciali per l'economia del nostro territorio. Ideato e organizzato da Ca‟ Foscari Alumni e ALEA, in seno alle iniziative realizzate dall'Ateneo veneziano, il convegno affronta i temi in discussione mettendo a confronto le concrete esperienze di influenti accademici, grandi imprenditori e manager di successo. L'appuntamento del 2014 è dedicato al tema di Economia e Cultura, intendendo presentare importanti esperienze di produzione, gestione e valorizzazione nel settore della cultura capaci di creare realmente valore e occupazione e che sono emerse nel corso degli ultimi due decenni in Italia. In molti casi, la chiave del successo è stato rappresentata proprio dal corretto connubio fra sensibilità culturale, scommessa sull'eccellenza, competenze manageriali e spirito imprenditoriale. Fenomeni quali la crescente eperienzialità dei processi di consumo o l'esteticità della produzione industriale, combinati alla globalizzazione dei flussi turistici e all'iper-competizione fra manifestazioni artistiche, richiedono competenze nuove e aggiuntive per saper utilizzare correttamente la risorsa strategica costituita dal patrimonio culturale. Il convegno intende presentare esperienze di successo di manager e imprenditori della cultura per dibattere sul necessario rapporto fra economia e cultura quali autentiche risorse per lo sviluppo del Nord-Est e dell'Italia intera. Interverranno i seguenti relatori: - Franco Bernabé (President FB Group, Presidente MART Trento e Rovereto) - Roberto Cecchi (Direttore Generale del Ministero dei Beni Culturali) - Matteo Marzotto (imprenditore, Presidente Fiera di Vicenza spa) - Andrea Moretti (Direttore Dipartimento di Scienze Economiche, Università di Udine)

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Alea News, Marzo 2014 - Renato Quaglia (già Direttore della Biennale di Venezia e del Festival di Napoli) Scopri la scheda dettagliata del Convegno Capitani Coraggiosi: Imprenditori e Manager della Cultura. Iscriviti all'appuntamento del 24/05/2014 su: Eventbrite, Convegno Capitani Coraggiosi 2014

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