ALEA News Dicembre 2018

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ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985 www.aleacafoscari.com

editoriale

Alea News, Dicembre 2018

di Maurizio Beraldo

Al momento le innovazioni nel settore industriale e dei servizi sono focalizzate sull’introduzione di applicazioni di Intelligenza Artificiale, sistemi in grado di prendere decisioni, di analizzare grandi quantità di dati per predire eventi ed andamenti, parte di quello che si definisce Industria 4.0. L’hardware comunque esiste ancora, l’economia delle cose che si toccano sta anche lei attendendo o affrontando sistemi innovativi per l’approvvigionamento di materie prime e come possono essere ricavate: nella nostra rubrica Imprese nuove alcune start up innovative si inseriscono nella cosiddetta economia circolare, spingere al massimo il riutilizzo di materiali con anche la produzione di energia. La modifica delle dinamiche dei mercati delle materie prime, se Industria 4.0 è un fattore competitivo fra sistemi economici, può anch’essa avere effetti sui costi di produzione e sulla bilancia commerciale di un paese. Accanto all’economia circolare appare la parola “energia”: in questo numero ospitiamo un articolo sulla lo stato dell’arte relativo alla fusione nucleare; se le innovazioni in essere sono molto importanti per l’economia e l’ambiente, con relativi effetti sulla distribuzione del PIL mondiale, possiamo solo immaginare cosa significa arrivare al traguardo della fusione per produrre energia. Nell’articolo troviamo lo stato dell’arte, i concetti e i vocaboli dei due progetti, ITER e SPART, per arrivare alla fusione e, non ultimo, il ruolo del nostro paese, questa volta non di retroguardia.

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Sommario Fusione nucleare per la produzione di energia: sogno o realtà ? , di Antonio Candiello

Imprese nuove DECISIVE: Energia elettrica e acqua calda dai rifiuti grazie a piccoli impianti urbani, di Leo Brattoli, AREA Science Park, Trieste GEMMA: una tecnologia circolare per la gestione degli scarti, di BIC Incubatori FVG Srl La sfida vinta: Longato SRL, start up innovativa, di Alberta Bazzotti e Enrico Segantin, t2i, Treviso Progetto Manifattura, l’hub dove architettura postindustriale, innovazione sportiva e green economy si incontrano, di Martina Dei Cas, Trentino Sviluppo Easyrain: aumento di capitale di 5 milioni di euro per la startup che previene l’aquaplaning, di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino

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Fusione nucleare per la produzione di energia: sogno o realtà ? 1. Fissione nucleare: l’energia atomica di Antonio Candiello

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La fissione nucleare, realizzata artificialmente per la prima volta da Enrico Fermi nel dicembre del 1942, consiste nello scindere nuclei pesanti – molto pesanti … oltre duecento volte più pesanti dell’idrogeno! – in nuclei più piccoli. L’operazione è mediata dai neutroni, “cugini” neutri del protone, che altro non è che l’idrogeno senza il suo elettrone. L’atomo è composto dal nucleo, carico positivamente e dagli elettroni carichi negativamente, in un legame elettrostatico. Il nucleo, che ha quasi tutta la massa dell’atomo, a sua volta è composto dai protoni (carichi positivamente) e da neutroni (neutri). Protoni e neutroni hanno praticamente la stessa massa e sono legati nel nucleo dalla forza “forte” (detta anche nucleare) che è a brevissimo raggio (a differenza di quella elettromagnetica) ma molto intensa. Generalmente il nucleo è tenuto assieme stabilmente dalla forza nucleare che vince sulla repulsione elettromagnetica dei protoni carichi positivamente. Succede però che, per nuclei molto pesanti, il sistema non sia più così stabile e che basti un “neutrone lento” esterno a innescare la “fissione” del nucleo in nuclei più piccoli ed in altri neutroni, liberando energia. Il processo, ora ben noto, innesca una reazione a catena che induce tutti i nuclei pesanti con queste caratteristiche a scindersi con una reazione esplosiva, se incontrollata, o con una reazione in grado di generare energia, se controllata. Il nucleo “fissile” più facilmente reperibile è l’uranio-235 (92 protoni e 143 neutroni), che si ottiene per “arricchimento” dell’uranio naturale che contiene solo lo 0,7% di questo isotopo, mentre al 99,3% si tratta di uranio-238 (92 protoni e 146 neutroni).

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PhD in fisica teorica, è consulente e formatore per i processi di innovazione in informatica, tecnologia, sistemi di gestione, qualità e ambiente presso imprese e pubbliche amministrazioni. Ha collaborato con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e con diverse realtà accademiche e di ricerca; da alcuni anni insegna Economia e Organizzazione Aziendale all’Istituto Universitario Salesiano Venezia (IUSVE). Twitter: @candiello. Web: www.anthonycandiello.it. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 3


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F IGURA 1 - F ISSIONE NUCLEARE DELL' URANIO -235 ( FONTE : ELECTROPAEDIA 2).

Altri nuclei fissili, come il plutonio-239 e l’uranio-233, sono ottenuti per via artificiale per assorbimento di neutroni rispettivamente dell’uranio-238 e del torio-232. Il vantaggio che offrono le reazioni nucleari è legato alla quantità di energia che sono in grado di generare, milioni di volte superiore all’energia chimica. Se la combustione di gas metano, petrolio o carbone produce circa dieci kcal (chilocalorie) per grammo di combustibile, la fissione nucleare è in grado di generare ben venti milioni di kcal per grammo di uranio-235. I problemi della fissione sono connessi alla difficoltà di controllarne la reazione – nelle centrali atomiche sono utilizzate allo scopo barre di assorbimento dei neutroni, ma si tratta di un controllo “attivo”: in assenza di sistemi di contenimento la reazione procede senza fermarsi fino al rischio di fusione (non nucleare) del nocciolo e conseguente fuoriuscita del materiale radioattivo in ambiente. I sottoprodotti di reazione sono inoltre sostanze radioattive con vita lunghissima, tali da rendere inabitabili intere regioni – questo è un problema sia per l’uso pacifico che per l’uso militare di tale tecnologia. Senza dimenticare che lo stesso combustibile nucleare fissile è materiale radioattivo e quindi richiede particolari attenzioni nel trattamento. 2. La grande sfida della fusione nucleare Con la fusione nucleare 3, invece, nuclei leggeri si combinano in un nucleo più pesante in una configurazione energeticamente più conveniente generando quindi energia. E’ il processo grazie al quale le stelle, e tra esse il nostro Sole, generano energia per miliardi di anni trasformando idrogeno in elio: il nucleo di 2 3

Cfr. https://www.mpoweruk.com/nuclear_theory.htm. Vedasi quale introduzione, ad esempio: https://www.ifp.cnr.it/la-fusione-nucleare

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Alea News, Dicembre 2018 elio ha infatti una massa leggermente inferiore a quella di quattro nuclei di idrogeno e la differenza diviene energia. Con lo stesso meccanismo, con la fusione dei nuclei via via più pesanti, nelle stelle più massicce vengono creati tutti gli elementi di cui siamo fatti: il carbonio, l’azoto, l’ossigeno e così via fino agli elementi più pesanti come il piombo e l’uranio. Sulla Terra, la fusione dei nuclei di idrogeno-1 (ovvero dei protoni) è fuori portata per via della fortissima repulsione tra le cariche elettriche positive di tali particelle. E’ invece più accessibile la fusione tra gli isotopi più pesanti dell’idrogeno-2, ovvero del deuterio, o dell’idrogeno-3, ovvero del trizio, radioattivo.

F IGURA 2 - LA FUSIONE DI DEUTERIO (IDROGENO -2) E TRIZIO (IDROGENO -3) PRODUCE ELIO (ELIO -4) ED UN NEUTRONE , CON L 'EMISSIONE DI 17,6 MEV (MEGA ELETTRONVOLT ) DI ENERGIA ( FONTE : CNR4). A DESTRA : LA REAZIONE A FUSIONE CHE AVVIENE NEL SOLE (6 H  H E + 2H; IN QUESTA IMMAGINE SONO EVIDENZIATI ANCHE I PRODOTTI LEPTONICI ).

I vantaggi della fusione rispetto alla fissione sono diversi. L’energia sprigionata dalla fusione è ancora maggiore di quella ottenuta dalla fissione di un fattore dieci: da un grammo di deuterio si possono ottenere centinaia di milioni di kcal.5 Non solo: i prodotti di reazione – a parte l’elio, inerte, ci sono i neutroni che possono essere assorbiti da particolari materiali – non sono pericolosi come nel caso della fissione, pertanto non deve essere gestito il grave problema delle scorie 4

Cfr. https://www.ifp.cnr.it/la-fusione-nucleare. Recentemente è emerso che la fusione di quark (i costituenti elementari dei protoni e dei neutroni) potrebbe generare ancora più energia – ma le applicazioni pratiche sembrano molto improbabili allo stato attuale, cfr. https://www.forbes.com/sites/startswithabang/2017/11/08/no-melting-quarks-will-never-work-as-an-energy-source/ 5

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Alea News, Dicembre 2018 nucleari. Inoltre non c’è il pericolo di perdere il controllo della reazione: abbassando la temperatura o la densità, la fusione si ferma istantaneamente. Da ultimo, il deuterio non è radioattivo, quindi non servono particolari cautele per la sua manipolazione. Poco meno di un atomo di idrogeno ogni seimila è deuterio, quindi si può estrarre dall’acqua. Il trizio invece è radioattivo, e si produce per assorbimento di neutroni da parte di materiali leggeri (deuterio, litio o berillio). Il problema è che, se la reazione a fusione in forma incontrollata è stata ottenuta (è la famigerata “bomba H”), la reazione a fusione controllata per usi pacifici rappresenta una sfida formidabile, che impegna da diversi decenni i più importanti laboratori del mondo. 3. Il progetto ITER Con un investimento da ben 20 miliardi di euro, il progetto europeo ITER, che ha visto le prime attività di costruzione quest’anno (2018) nel sito di Cadarache in Francia, prevede l’accensione di un reattore sperimentale a fusione nel 2025 e la prima reazione di fusione nel 2035, con una “taglia” energetica di 500 megawatt. Nel cantiere lavorano diverse migliaia di persone e sono in costruzione circa quaranta edifici alti fino a 60 metri.

F IGURA 3 - S CHEMATICA DEL REATTORE ITER IN CONSTRUZIONE A CADARACHE IN F RANCIA.

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Alea News, Dicembre 2018 Il reattore, un anello tokamak6 con un diametro di 30 metri, un’altezza di 30 metri ed un peso di oltre 20mila tonnellate, dovrà mantenere confinato un plasma di deuterio e trizio ad una temperatura di ben 150 milioni di gradi, ovvero pari a dieci volte la temperatura del nucleo del Sole. Il plasma avrà un raggio di 6,2 metri ed occuperà un volume di 840 m 3. Allo scopo verranno utilizzati i più potenti magneti attualmente disponibili, in grado di generare campi di 10 Tesla ( = 100.000 Gauss, ovvero 200mila volte più forti del campo magnetico terrestre). Campi magnetici di questa portata richiedono avvolgimenti con materiali superconduttori (ovvero conduttori con resistività bassissima) che devono essere mantenuti a temperature pari quasi allo zero assoluto (alcuni gradi Kelvin, ovvero -269 gradi centigradi) da un circuito di raffreddamento ad elio liquido. 4. Fusione nucleare … in Italia? Forse non a tutti è noto che, dal 1992, a Legnaro (Padova), è operativo il laboratorio RFX (Ricerca, Formazione, Innovazione) 7 di avanguardia sulla fusione nucleare. Non solo. E’ italiano e sarà insediato a Frascati – uno dei siti possibili era Marghera8 – il laboratorio DTT (Divertor Tokamak Test Facility) da mezzo miliardo di euro (e due miliardi di indotto) per sperimentare le condizioni di estrema temperatura necessarie per ITER.

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Un acronimo russo che sta per “camera toroidale con campi magnetici” (тороидальная камера с магнитными катушками). 7 Cfr. https://www.igi.cnr.it/?q=content/history 8 Per un approfondimento in merito, cfr. https://candiello.wordpress.com/2018/01/17/fusione-nucleare-a-margheracerchiamo-di-capire/. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 7


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F IGURA 4 - S CHEMATICA DEL DTT IN COSTRUZIONE A F RASCATI ( FONTE : IL S OLE 24ORE 9).

“In questo cilindro ipertecnologico alto dieci metri con raggio cinque, saranno confinati 33 m3 di plasma e portati alla temperatura di 100 milioni di gradi con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere, un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di Watt per metro quadro e un’intensità di campo magnetico di 60 mila Gauss [6 Tesla]. Mentre il plasma “scaldato” tramite corrente elettrica dall’effetto Joule lavorerà ad una temperatura di milioni di gradi, i 26 km di cavi superconduttori in niobio e stagno e i 16 km di quelli in niobio e titanio, distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 °C sotto zero”, fonte: Enea News10. 5. Strategie concorrenti: SPART Vs ITER Si segnala l’ingresso di Eni nel 2017 con 50 milioni di euro in un nuovo progetto del Mit di Boston per un reattore a fusione nucleare che promette dimensioni ridotte, con costi più bassi e tempi di realizzazione più stretti grazie a campi magnetici più forti (circa il doppio di quelli di ITER): SPARC. L’idea è che, grazie al materiale YBCO (yttrium-barium-copper oxide, superconduttore ad “alta” temperatura, “solo” -90 gradi) sarà possibile concentrare il plasma molto di più.

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Cfr. https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-04-05/cuore-made-italy-il-reattore-fusione-nucleare-2-miliardiindotto--111045.shtml?uuid=AEvipFTE 10 Cfr. http://www.enea.it/it/Stampa/news/energia-fusione-sempre-piu-vicino-progetto-dtt-in-italia E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 8


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Risultato: 1. minore complessità del reattore (in metri, 3×1 di SPARC contro 30×30 di ITER), 2. minori costi, 3. maggiore concentrazione del plasma, 4. più elevata densità di energia a pari condizioni, 5. più reazioni, 6. break-even più facilmente raggiungibile.

F IGURA 5 - IMMAGINE MIT NEWS 11).

DEL REATTORE A FUSIONE PROGETTATO DAL

MIT DI B OSTON ( FONTE :

“Il gigante ITER e il pulcino SPARC: il futuro in due macchine – Messi a confronto sembrano un gigante e un pulcino: il gigante Iter nato da un progetto internazionale e Sparc, la macchina che il Mit intende realizzare. Il primo, la cui accensione è prevista nel 2025, sarà un cilindro dal diametro di 30 metri e alto 30; Sparc è progettato per produrre 5 volte meno energia di Iter, ma con un dispositivo 65 volte più piccolo. Tuttavia, secondo il Mit, i suoi magneti saranno in grado di generare un campo magnetico quattro volte più potente di quello 11

Cfr. http://news.mit.edu/2018/mit-newly-formed-company-launch-novel-approach-fusion-power-0309.

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Alea News, Dicembre 2018 utilizzato negli altri esperimenti sulla fusione. Queste notevoli differenze sono dovute al materiale scelto per costruire i magneti, che sono il cuore di entrambe le tecnologie. Per Sparc è stato scelto un materiale da Nobel: messo a punto alla fine degli anni '80, è un nastro di acciaio rivestito di ossido di ittrio bario e rame, che valse nel 1987 il Nobel per la Fisica a Karl Müller e Johannes Georg Bednorz, che ne scoprirono le proprietà di superconduttore ad alta temperatura. Funziona a circa 200 gradi sotto lo zero e per questo è in grado di generare campi magnetici più potenti, rispetto ai superconduttori a bassa temperatura, scelti per Iter.”12 Progettato per produrre 100 megawatt (un quinto della “taglia” di ITER, 500 megawatt), SPARC dovrebbe però essere molto più compatto di ITER, nell’ordine di 65 volte, grazie alla maggiore potenza dei campi magnetici. “By using magnets made from the newly available superconducting material — a steel tape coated with a compound called yttrium-barium-copper oxide (YBCO) — SPARC is designed to produce a fusion power output about a fifth that of ITER, but in a device that is only about 1/65 the volume, Hartwig says. The ultimate benefit of the YBCO tape, he adds, is that it drastically reduces the cost, timeline, and organizational complexity required to build net fusion energy devices, enabling new players and new approaches to fusion energy at university and private company scale”13 Il punto critico di questo progetto è proprio il fatto di utilizzare una tecnologia “di frontiera” ( i magneti superconduttori ad alta temperatura) per la quale non ci sono certezze, mentre ITER utilizza una tecnologia consolidata (superconduttori a bassa temperatura) già in produzione in macchine come l’acceleratore di particelle LHC al CERN di Ginevra. Di fatto ITER e SPARC sono strategie complementari, più che concorrenti. In ogni caso le entità economiche in gioco e le capacità abilitanti dovute alle nuove tecnologie ci fanno confidare che ormai l’obiettivo della fusione nucleare per la produzione di energia sia ormai “in vista” entro i prossimi decenni.

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Cfr. https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/energia/2018/03/09/fusione-mit-punta-a-realizzarla-in-15anni-con-eni_e06c271f-65be-4929-8bf1-b17d11d202e2.html. 13 Cfr. http://news.mit.edu/2018/mit-newly-formed-company-launch-novel-approach-fusion-power-0309. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 10


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DECISIVE: Energia elettrica e acqua calda dai rifiuti grazie a piccoli impianti urbani

di Leo Brattoli, leo.brattoli@areascience park.it

Nei Paesi OECD la produzione di energia elettrica dalle biomasse è incrementata costantemente a partire dal 2000. In questo scenario si inserisce “DECISIVE - A Decentralized management scheme for innovative valorization of urban biowaste”, progetto finanziato dal programma europeo H2020. Il progetto, del valore di 8 milioni di euro, punta a trasformare i rifiuti organici in energia rinnovabile prodotta a km zero, da utilizzare per scaldare le nostre case, oppure in compost di alta qualità per l’ agricoltura, promuovendo una gestione locale dei rifiuti secondo criteri di economia circolare, riutilizzando i materiali di scarto. L’idea è valorizzare i rifiuti organici urbani, ovvero l'umido, in piccoli impianti di smaltimento a livello di quartiere, ospedali, mense, e università, trasformando il rifiuto in una risorsa, ovvero in energia elettrica e termica (acqua calda) da utilizzare direttamente sul luogo di produzione, grazie a nuove soluzioni tecnologiche. La raccolta differenziata dei rifiuti organici, infatti, permette la produzione di risorse preziose, quali l’energia rinnovabile sotto forma di elettricità, calore e/o biometano. Inoltre il compost, ottenuto come sottoprodotto, può essere utilizzato come fertilizzante o bio-pesticida dagli agricoltori locali. È quindi possibile trasformare rifiuti biodegradabili in una risorsa locale che possa ridurre in modo rilevante l’impatto ambientale sui territori, sostenere la loro economia, creare posti di lavoro e migliorare, nel complesso, la loro capacità di recupero, riducendo la necessità di importazioni di cibo e di energia. Il progetto DECISIVE vuole rispondere alla seguente domanda: “Come passare da un tradizionale sistema di gestione dei rifiuti a uno schema eco-innovativo e circolare che consente di chiudere il ciclo biologico?”

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Alea News, Dicembre 2018 Unico partner italiano di DECISIVE è la goriziana ITS Energy, entrata nel progetto grazie ad Area Science Park e alla rete Enterprise Europe Network, la cui missione è lo sviluppo e la produzione di motori Stirling ad alte prestazioni. Lo Stirling è un motore a combustione esterna, inventato da Robert Stirling nel 1816. Funziona a ciclo chiuso utilizzando un gas come fluido termodinamico (aria, azoto, elio o idrogeno) ed entra in funzione quando si raggiunge un’opportuna differenza di temperatura tra il suo punto caldo ed il punto freddo. Può funzionare con combustibili fossili ma, soprattutto, con energia solare, biomasse o biogas prodotto dai rifiuti organici. Suoi principali benefici sono: riduzione delle emissioni di CO2, contemporanea produzione di acqua calda ed energia elettrica rinnovabile e facilità di manutenzione.

Verranno realizzati due impianti pilota, uno in una fattoria a Lione per testare l'accoppiamento della gestione dei rifiuti organici con l'agricoltura urbana, l’altro a Barcellona all'interno di un campus universitario, per valutarne la funzionalità in un contesto prettamente urbano. DECISIVE si avvale di un partenariato coordinato dall’IRSTEA di Grenoble e di cui fanno parte tre università, due istituti di ricerca, organizzazioni non profit, PMI - tra le quali ITS

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Alea News, Dicembre 2018 - e il colosso francese di Suez Environment, secondo gruppo mondiale nel campo della gestione delle acque e dei rifiuti.

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GEMMA: una tecnologia circolare per la gestione degli scarti BIC Incubatori FVG Srl, info@incubatori.fvg.it

Il riciclo della plastica, della carta e del vetro fa parte del nostro immaginario collettivo ormai da diversi anni e per imprese e cittadini è prassi comune differenziare per avanzare verso il tanto agognato traguardo dell’ecosostenibilità. Ma cosa succede a quei prodotti che non rientrano in tali filiere? La risposta affonda le sue radici nella ricerca effettuata nel campo dell’ingegneria dei materiali che ha come scopo primario quello di misurare le proprietà di sistemi considerati complessi come vetroresina, fibre di carbonio, mattoni e poliuretano. Indagare i prodotti di oggi per progettare quelli di domani con lo scopo di dirottare l’inevitabile fine vita – leggi discarica – verso una dimensione di riutilizzo o riciclo.

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Alea News, Dicembre 2018 L’innovazione di prodotto nasce quindi dalla ricerca scientifica e punta dritto verso un consumo delle risorse e una produzione responsabili, tema tanto caro al legislatore europeo da essere incluso nei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030. Associare poi l’aspetto green dei nuovi prodotti a delle prestazioni competitive e all’estetica dell’applicazione finale è la chiave di volta per cambiare il paradigma manifatturiero facendolo deviare da una prospettiva lineare ad un’orbita circolare. Un’innovazione a tutti i livelli che parte da quella di prodotto che passa dal modello di business per arrivare infine al cambio di mentalità generazionale. MaterialScan è una start-up fondata nel 2015 con l’obiettivo di offrire soluzioni innovative ad alto valore tecnologico nel campo della scienza dei materiali. Con il progetto GEMMA, l’azienda propone ai clienti una tecnologia basata su un modello circolare capace di trasformare scarti non riciclabili in un nuovo materiale isolante eco-sostenibile ad elevata efficienza per i settori dell’arredocasa e design e della cantieristica di lusso. Il prodotto finale è un materassino fonoassorbente altamente performante composto da una componente riciclata (50%) e da additivi di origine naturale (50%). La miscela degli ingredienti utilizzati viene variata in base alla tipologia di scarto in ingresso e funzionalizzata al fine di ottimizzare la densità e le proprietà meccaniche, acustiche e termiche del pannello. Una delle caratteristiche principali del prodotto è la totale assenza di rilascio di polveri o fibre. Le dimensioni e la forma finale sono ampiamente modulabili in quanto il prodotto viene realizzato direttamente in stampo. Successivamente il materiale può essere sottoposto alle tradizionali lavorazioni di taglio, finitura e incollaggio al fine di venir abbinato a legno o tessuti. L’azienda sta sviluppando il progetto in collaborazione con l’Università di Trieste per la parte scientifica e con importanti realtà imprenditoriali del territorio per la parte relativa alla definizione dei requisiti di prodotto e a quella commerciale. L’azienda partecipa inoltre ad un progetto di ricerca finanziato con lo scopo di sviluppare il proprio materiale

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Alea News, Dicembre 2018 migliorandone la resistenza al fuoco. Il metodo di produzione è brevettato ed è applicabile a tutte le tipologie di scarto senza apportare alcuna modifica all’impianto. Nel corso dell’ultimo anno, MaterialScan ha già prodotto ulteriori miglioramenti pronti a confluire nel deposito di almeno un altro brevetto che rafforzi il proprio vantaggio competitivo. Lo stesso processo può essere applicato infine per la realizzazione di materiali alla rinfusa, ovvero di piccole sfere isolanti aventi le stesse caratteristiche dei pannelli ed impiegabili per riempimenti e imbottiture. Il passo successivo è quello di riuscire a mettere in piedi un impianto pilota che funga da “dimostratore” e che sia lo strumento attraverso il quale far toccare con mano il prodotto sia al grande pubblico sia ad investitori privati. Il team di MaterialScan è formato da persone con quasi dieci anni di esperienza in progetti di ricerca e sviluppo e nella consulenza tecnica nel campo dell’ingegneria dei materiali. Nel corso del 2017, MaterialScan ha ricevuto un prestigioso riconoscimento in quanto è stata inserita nell’Atlante Italiano dell’Economia Circolare promosso da Legambiente e ha vinto con il progetto GEMMA il Premio Start Cup Friuli Venezia Giulia nella categoria AGRIFOOD - CLEANTECH.

Per ulteriori informazioni: Materialscan S.r.l. Via A.Valerio 6/A, 34127, Trieste – Italy Tel: +39 040 5583446 Mail: material@materialscan.it Web: www.materialscan.it Facebook: www.facebook.com/materialScan Linkedin: www.linkedin.com/company/materialscan Twitter: www.twitter.com/materialscan

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La sfida vinta: Longato SRL, start up innovativa di Alberta Bazzotti e Enrico Segantin comunicazione@t2i.it

“Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia” E’ questo il motto che ha spinto il fondatore Dott. Riccardo Longato a cogliere la sfida ricevuta nel 2015, quando perde il lavoro a causa del fallimento della società nella quale era impiegato, come responsabile dell’ufficio tecnico. L’esperienza ventennale nel settore della trasmissione di potenza inizia come disegnatore meccanico di macchine alimentari per la lavorazione della pasta. La voglia di crescere professionalmente lo fa lavorare in gruppi industriali italiani noti nel settore della produzione di riduttori ed ingranaggi. Durante questo periodo diventa l’inventore di due brevetti su cambi di velocità. La conoscenza del mercato e delle applicazioni amplifica lo spirito commerciale del fondatore che aiuta, in qualità di consulente tecnico/commerciale, la vendita di riduttori di velocità speciali definiti come “prodotti fuori catalogo”. Nel gennaio 2016 costituisce infine la Longato Riccardo Srls, una società di ingegneria innovativa. La specializzazione dell’azienda e l’alto tasso di innovazione sui prodotti hanno portato in breve tempo la Longato Riccardo Srls a diventare una start-up innovativa ed a collaborare con enti di ricerca tra i quali l’Università degli Studi di Padova. Attualmente l’azienda fa parte del recente polo tecnologico T2i: l’incubatore T2i, certificato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, è un sistema che accoglie nella propria struttura start-up, e aziende con attività ad alto tasso di competenza ed innovazione. Valori e Codice Etico La società vuole proporre il nuovo approccio della “consulenza condivisa”.

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Alea News, Dicembre 2018 Questo significa accompagnare e supportare il cliente nella scelta più appropriata della soluzione da adottare per risolvere un problema o realizzare prodotti innovativi. Siamo per la condivisione delle scelte e degli obiettivi che portano alla stesura finale di un progetto. Riteniamo, infine, che la responsabilità del progettista sia di seguire anche le fasi di costruzione, montaggio e collaudo finale. Per realizzare questo percorso è necessario innanzitutto possedere una onestà intellettuale, anche a scapito di andare in contrasto ideologico con il cliente: ci sono molti modi per produrre un bene e bisogna scegliere il modo più razionale e funzionale. Il fondatore è convinto che la curiosità e l’aggiornamento siano una delle basi dell’attività di consulenza, perché senza la conoscenza di nuovi processi/metodi di calcolo o aggiornamento sulle normative, si rimane legati a concetti ed idee che potrebbero risultare fuori tempo. Mission La Longato Riccardo Srls vuole creare e lanciare il messaggio che è possibile realizzare un approccio innovativo rispetto ai normali metodi di progettazione meccanica grazie all’utilizzo del know-how acquisito in 25 anni di esperienza nella progettazione e project management nel settore metalmeccanico. I servizi offerti: Dimensionamento del riduttore / organo meccanico Questa è la fase nella quale la fantasia del progettista sviluppa modelli ed idee e raggiunge l’obiettivo quando il calcolo teorico ne verifica la reale applicazione. Si crea un modello teorico/matematico del cinematismo utilizzando e programmando KissSys, uno dei migliori software presenti nel campo della progettazione meccanica. Il modello realizzato non è “statico” ma “dinamico”. Si deve tener conto, infatti, che in fase di studio si potrebbero apportare delle modifiche ai dati di input dell’applicazione ed il modello deve di conseguenza essere in grado di accettare tali modifiche.

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Alea News, Dicembre 2018 Per esempio: cambio del rapporto di riduzione, applicazione di un ciclo di carico, modifica delle durate dei cuscinetti ed ingranaggi, applicazione di carichi esterni, ecc. Il modello viene presentato al cliente in una forma snella e comprensibile, infine si creeranno tutti i report di calcolo che verranno richiesti. Per la realizzazione di questo modello matematico si utilizzano software all’avanguardia nel settore e si seguono corsi di aggiornamento costantemente per essere al passo con le normative vigenti.

Realizzazione disegni esecutivi e modello 3D del progetto Attraverso l’utilizzo di programmi di modellazione solida in 3D (Solidworks, Solid Edge) viene steso il progetto definitivo, corredato di tavole 2D e disegni esecutivi. In questo ambito entra in gioco l’esperienza di anni passati in officina meccanica e la conoscenza dei processi produttivi e delle macchine utensili. I particolari meccanici sono quindi realmente realizzabili perché i disegni esecutivi sono coerenti alla macchina utensile che deve eseguire le lavorazioni.

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Reverse Engineering Spesso si presenta la necessità di eseguire la manutenzione di un riduttore/organo meccanico prodotto molto tempo addietro e che per questo è mancante di pezzi di ricambio che ormai sono andati fuori produzione. La nostra esperienza ci aiuta a seguire tutte le fasi del ricondizionamento del prodotto. Possiamo quindi riprodurre i particolari meccanici che devono essere sostituiti analizzando con strumenti appositi (evolventimetro, tastatore tridimensionale, ecc) i particolari usurati, calcolandone poi l’esatta geometria. In alcuni casi chiediamo la collaborazione di aziende italiane nostre clienti, che in questo caso diventano nostri fornitori di servizi di officina. Se ci spingiamo oltre: è possibile sostituire un vecchio riduttore con uno nuovo avente le stesse interfacce ma con prestazioni migliori.

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Metal Replacement Con lo scopo di sviluppare ed ampliare la conoscenza sugli ingranaggi realizzati in materiale plastico, Longato Riccardo Srls collabora con l’Università di Padova e con l’azienda svizzera KissSoft AG. In questo ambito il team è in grado di fornire una consulenza completa partendo dalla caratterizzazione del materiale plastico, calcolo della geometria e resistenza dell’ingranaggio ed infine la costruzione dello stampo pilota. Una volta realizzato l’ingranaggio, il team è in grado di eseguire dei test su banco prova.

Email: info@longatosrls.it Web: www.longatosrls.it

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Progetto Manifattura, l’hub dove architettura postindustriale, innovazione sportiva e green economy si incontrano di Martina Dei Cas, martina.deicas@trentinosvilu ppo.it

Ieri era il tabacchificio più grande dell’impero austroungarico. Oggi è un hub di riferimento internazionale nel settore della green economy e dell’industria dello sport. Domani sarà un complesso iconico, in cui l’architettura tradizionale si mescola ad ampie vetrate, giardini pensili e moduli produttivi a basse emissioni disegnati dalla matita dell’archistar giapponese Kengo Kuma. Sono questi i tanti volti di Progetto Manifattura, l’incubatore d’imprese che a Rovereto, in Trentino, ospita e aiuta a crescere una cinquantina di startup, aziende e gruppi industriali amici dell’ambiente, attivi nei settori dell’edilizia e della mobilità sostenibile, delle energie rinnovabili, dell’economia circolare e dello sport-tech. Academy, acceleratori e network per un ecosistema a misura d’impresa Progetto Manifattura è uno dei sei Business Innovation Centre, in sigla BIC, attivi in Trentino e gestiti da Trentino Sviluppo, la società controllata della Provincia autonoma di Trento per la business location, l’attrazione di investimenti, il rafforzamento dei cluster strategici, l’innovazione aziendale, l’internazionalizzazione, gli interventi di sistema a carattere immobiliare e finanziario, il supporto del turismo – tramite la controllata Trentino Marketing – e delle produzioni cinematografiche e televisive, grazie a Trentino Film Commission. Nello specifico, Progetto Manifattura aiuta le imprese del green a irrobustirsi, innovare, conquistare nuovi network e mercati, accompagnandole fino al momento in cui sono pronte a spiccare il volo da sole per inserirsi nel contesto produttivo del territorio. A tal fine, Trentino Sviluppo prevede percorsi di affiancamento individuali e di gruppo pensati per gli aspiranti imprenditori – interessati a scoprire come gestire i rapporti con il commercialista, le banche e i

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Alea News, Dicembre 2018 finanziatori, come costruire un business plan o tutelare la proprietà intellettuale della propria invenzione – ma anche per i responsabili di aziende più strutturate che vogliano affinare il sistema di controllo di gestione o la strategia di marketing oppure sviluppare nuovi prodotti e processi cercando soluzioni al di fuori dell’azienda in un’ottica di open innovation. Tra questi percorsi formativi, ormai consolidata è l’esperienza dell’Innovation Academy che ha all’attivo oltre 900 ore di lezione erogate, per un totale di circa 70 docenti e duemila startupper coinvolti. Per i professionisti del green-tech e dell’edilizia sostenibile partirà invece all’inizio del 2019 un programma specifico, denominato Eco-Innovation Academy. E un ciclo di accelerazione personalizzato quadrimestrale è stato attivato – a dicembre 2017 – anche per le startup dell’innovazione sportiva, intesa nei suoi diversi ambiti quali fan engagement, materiali, attrezzature e impianti intelligenti e sensoristica per il monitoraggio delle performance degli atleti. Denominato SPIN Accelerator e unico nel suo genere in Europa, il programma è promosso da Trentino Sviluppo e Università di Trento in collaborazione con la fondazione israeliana Hype-Sports innovation. E dopo il successo della prima edizione, l’acceleratore si prepara a riaprire le iscrizioni con una seconda call nel febbraio 2019. Agli strumenti formativi, si aggiungono infine, quelli della Finanza d’impresa impegnata a far incontrare la creatività degli startupper e delle piccole e medie imprese con la solidità e l’esperienza di business angel e potenziali investitori industriali.

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Alea News, Dicembre 2018

A Rovereto, 9 ettari di innovazione in chiave green L’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto sorge su una superficie di 9 ettari. Ad oggi, sono stati recuperati e adibiti a spazi ad uso ufficio per le aziende insediate buona parte degli edifici storici, come il corpo centrale delle Zigherane, l’Edificio dell’Orologio, il Magazzino Botti e l’Essiccatoio, che, a seguito della riqualificazione ultimata in estate, è pronto a trasformarsi nella casa delle startup sportive made in Trentino. In autunno, sono stati avviati poi i lavori di ristrutturazione della “Ciminiera”, che verrà convertita in plesso universitario e – a partire dal marzo prossimo – ospiterà la Facoltà di Scienze motorie, nata dalla collaborazione tra gli atenei di Trento e Verona. Anche l’edificio Stampati, che nel secolo scorso fungeva da archivio di documenti e pratiche legate ai monopoli di Stato, si prepara infine a mutare veste: a partire dall’anno prossimo ospiterà infatti i laboratori TESS Lab (Technology and services for Sustainability), nati dalla collaborazione tra provincia di Trento, Trentino Sviluppo, Fondazione Bruno Kessler e Università di Trento e dedicati alla ricerca industriale in materia di modellistica, infrastrutture, ict e accumuli energetici nei settori della domotica, della mobilità sostenibile e dello sport-tech.

A completamento del compendio storico, in maggio, hanno preso il via i lavori per la riqualificazione dell’Ambito B, una superficie spoglia che unisce la manifattura alla città di Rovereto. Lì, sorgeranno 25 mila metri quadrati di nuovi moduli produttivi, ma anche uffici e luoghi d’incontro e svago, progettati dalla matita di Kengo Kuma, impreziositi da un articolato sistema di terrazze e giardini pensili e collegati al centro storico tramite la pista ciclabile lungo il torrente Leno. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 24


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Alea News, Dicembre 2018 I lavori, che termineranno nel gennaio 2020, vedono impegnate oltre trenta imprese con punte di 250 operai al giorno, per un appalto che supera i 38 milioni di euro. Legno e vetro i materiali più utilizzati per le nuove costruzioni a basse emissioni, che saranno certificati Leed, (Leadership in Energy and Environmental Design), il sistema internazionale che “misura” l’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici. Il progetto porterà a raddoppiare le superfici produttive ad oggi disponibili nell’incubatore, offrendo spazi a 100 nuove imprese per un totale stimato di 1200 addetti. Un hub ricco di storia…e di storie! Se è vero, come scriveva Eduardo Galeano, che gli uomini non sono fatti di atomi, bensì di storie, lo stesso potremmo dire di Progetto Manifattura, un luogo in cui mattoni, corsi di formazione e momenti di networking non sono altro che strumenti finalizzati a irrobustire e moltiplicare le storie di successo delle startup e delle imprese insediate, che ad oggi sono più di 50, impiegano circa 200 addetti – con un’età media degli imprenditori di 32 anni e un’imprenditrice donna ogni due – e hanno un fatturato complessivo di 250 milioni di euro l’anno.

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Alea News, Dicembre 2018 Corehab e la riabilitazione a distanza dagli infortuni sportivi Fondata nel 2012 a Trento da David Tacconi, Corehab progetta e commercializza sistemi di prevenzione e riabilitazione dagli infortuni sportivi, basati sull’integrazione tra sensori wearable e software che rilevano i movimenti dell’atleta o del paziente e permettono ad allenatori e medici di analizzarli e correggerli anche a distanza. In questi sei anni la startup, che oggi conta 11 dipendenti, ha registrato brevetti internazionali in 12 Paesi, avviato uno specifico percorso di corporate wellness con un noto gruppo assicurativo italiano e sviluppato – in collaborazione con un pool di medici sportivi e ortopedici dell’Università di Innsbruck – il percorso “Back in action”, un’anamnesi clinica informatizzata basata su parametri oggettivi, che valuta il grado di recupero da un infortunio al crociato e dà allo sportivo il “via libera” per riprendere gli allenamenti, ma può essere utilizzata anche per rilevare eventuali asimmetrie e quindi prevenire il rischio di rottura. Accelerata dal programma sport-tech di Progetto Manifattura Spin Accelerator, Corehab ha riscosso l’interesse di tre investitori, due trentini e uno statunitense, che le hanno permesso di puntare in grande e partecipare con successo all’ambito programma europeo per la ricerca Horizon 2020 con il progetto “Magic”, che prevede lo sviluppo di un nuovo dispositivo per la riabilitazione domiciliare post-ictus in collaborazione con alcune aziende sanitarie italiane e nordirlandesi.

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Alea News, Dicembre 2018

Windcity e la turbina intelligente che accende i lampioni sul Garda Nata nel 2016 in Progetto Manifattura, dove si è trasferita dopo la vittoria al Premio Gaetano Marzotto, e capitanata da Tommaso Morbiato, WindCity conclude in queste settimane un 2018 denso di attività. Dopo aver conquistato importanti riconoscimenti – come il bando Seed Money FESR 1 - 2017 per l’innovazione e il Climate-Kic Startup Accelerator, promosso dalla prestigiosa Comunità europea della conoscenza sui cambiamenti climatici – la startup delle energie pulite festeggia infatti l’installazione a Torbole sul Garda, di una turbina eolica intelligente, capace di adattarsi al variare delle condizioni meteo convertendo quindi in corrente elettrica anche le folate di vento irregolari. Una vera e propria rivoluzione tecnologica: l’equivalente di una barca a vela dotata di un sistema di programmazione così avanzato da permetterle di “ammainare” da sola le vele durante il temporale. La turbina, alta 7 metri, è stata progettata, assemblata e montata da Windcity in collaborazione con la multiutility Alto Garda Servizi, il Comune di Nago Torbole e il Servizio Bacini Montani della Provincia autonoma di Trento. Inizialmente utilizzata per alimentare i lampioni sul lungolago, l’energia prodotta verrà poi immessa direttamente in rete, grazie ad un accordo di open innovation tra WindCity e importanti player internazionali di settore.

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Alea News, Dicembre 2018 EVclick e la mobilità elettrica che parte dal web Tempo di bilanci e conti alla rovescia anche per EVclick, il business amico dell’ambiente nato in Progetto Manifattura da un’idea di Emanuele Liboni e del giovanissimo Federico Teresi, 18 anni appena compiuti. Debutterà infatti tra meno di un mese la piattaforma web progettata dalla startup, una gallery virtuale per incentivare l’utilizzo di veicoli sostenibili e ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico urbano, dove imprese, associazioni per il tempo libero e privati cittadini potranno orientarsi per acquistare e noleggiare i veicoli elettrici più adatti alle loro esigenze, tra cui biciclette, monopattini, auto e furgoni, ma anche camion, motoscafi e aeroplani.

La moda green di Nojolia: dai mercatini di quartiere all’e-commerce in Europa Conciliare famiglia, lavoro, etica e design? È impegnativo, ma in Progetto Manifattura si può. Parola di Janne Geyer, fondatrice di Nojolia, l’atelier di moda green che – dopo un anno di affiancamento nell’incubatore green – si prepara a spiccare il volo in una nuova sede tutta per sé ad Arco. Grazie al tam tam sui social, infatti, la startup – nata per combattere con ago, filo e creatività l’obsolescenza programmata dei vestiti per bambini – è cresciuta fino a diventare una vera e propria community al femminile che esporta in tutta Europa, specialmente nella penisola iberica. Tra le novità del 2018 anche un intenso lavoro sul web per sviluppare una linea di abbigliamento sportivo da donna

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Alea News, Dicembre 2018 personalizzabile online in pochi semplici clic. Passo che ha segnato per Janne Geyer un vero e proprio cambio di strategia nell’organizzazione di Nojolia, che consiste sempre meno nel presidio dei mercatini di quartiere e sempre più nello studio di un’efficiente strategia di digital marketing per raggiungere le piazze commerciali più lontane. Di qui la necessità di razionalizzare la produzione, aprendo un vero e proprio laboratorio, dove produrre abiti da fibre biologiche secondo i più alti standard internazionali GOTS per la tutela delle risorse naturali e dei diritti dei lavoratori e magari anche assumere qualche collaboratore, per trasformare quella che era nata come la passione di una mamma in lotta con lo spreco in una vera e propria attività d’impresa.

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Alea News, Dicembre 2018

Easyrain: aumento di capitale di 5 milioni di euro per la startup che previene l’aquaplaning di Alessandro Tibaldeschi, ale@agenziapressplay.it

Con il sistema che previene il fenomeno dell’aquaplaning Easyrain, la startup cresciuta all’interno di I3P, l’incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino, ha conquistato gli investitori: si è chiuso infatti un aumento di capitale in tranche successive di 5 milioni di Euro. I fondi provengono da due investitori: Indaco Ventures I, fondo promosso da Indaco Venture Partners SGR, attore leader nel panorama del Venture Capital italiano per gli investimenti in nuove tecnologie, e Aldo Bianchi Vimercati, imprenditore che ha a lungo operato nel settore della componentistica meccatronica per auto. Le nuove risorse finanziarie saranno necessarie al completamento dello sviluppo del progetto di Easyrain: si tratta di una soluzione tecnologica innovativa che permetterà, contrastando gli effetti derivanti dal fenomeno dell’aquaplaning, di migliorare le prestazioni delle auto su asfalto bagnato per abbattere il rischio di incidenti mortali. Giovanni Blandina, l’inventore e founder di Easyrain, ha infatti progettato e brevettato un dispositivo integrato in vettura, composto da un sistema di iniettori alloggiati davanti agli pneumatici, che viene attivato da un software di controllo che non necessita di nessun sensore aggiuntivo, capace di rilevare l’innesco del galleggiamento della vettura e la conseguente perdita di controllo su fondi particolarmente bagnati. Attraverso un getto ad alta pressione ed i ridotti tempi di reazione, viene rimossa l’acqua in eccesso ristabilendo l’immediato controllo della vettura. Il dispositivo è pensato per poter essere installato su qualsiasi vettura e poter funzionare in qualsiasi condizione dinamica del veicolo.

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