Alea News - Settembre 2019

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ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985 www.aleacafoscari.com

Editoriale

Alea News, Settembre 2019

di Maurizio Beraldo

In Italia abbiamo un gran numero di piccole aziende, con piccoli e grandi problemi; molto probabilmente la crisi ha fatto una certa selezione però i problemi sembrano rimanere gli stessi, presenti anche prima della stretta a livello mondiale. Di questo ne parla Antonella Grana in un articolo pubblicato in questo numero, frutto di molti anni di osservazione come consulente, non solo in piccole imprese. Il problema di trovare ed assumere nuovo personale, investire in nuove tecnologie non collegate strettamente alle lavorazioni, soprattutto, molto probabilmente difficoltà di accesso al credito, sono situazioni ancora presenti. Anche la difficoltà di fare rete è un punto di riflessione. Proprio in questo numero però Trentino Sviluppo, l’azienda della provincia autonoma di Trento che si occupa di promuovere le attività del territorio, mette in campo iniziative e fornisce supporto per far incontrare grandi aziende e le piccole e medie imprese: un esempio di come le realtà territoriali tentano di cambiare la situazione. Anche il sistema cooperativistico è stata una risposta per fare rete, ma si è limitato a pochi comparti. Nella nostra rubrica Imprese nuove vediamo ancora piccole imprese nascere con idee innovative, dalla realtà aumentata agli scooters elettrici, spesso attorno a centri di ricerca o a realtà industriali complesse, molto probabilmente saranno piccole imprese in rottura con i modelli del passato (cioè Imprese nuove).

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Alea News, Settembre 2019

Sommario Le micro aziende sono l’ossatura dell’economia italiana ma hanno tutte (quasi) l’osteoporosi , di Antonella Grana

Imprese nuove MaDCrow: il monitoraggio dell’ecosistema marino diventa ”social” , Redazione Area Science Park, Trieste Realtà Immersiva per la Cultura e la Creatività, di BIC Incubatori FVG Srl Desamanera: la stampa 3D a letto di minerali in polvere, di Alberta Bazzotti e Enrico Segantin, t2i, Treviso BIC Open Challenge: si riapre in Trentino la sfida hi-tech che fa incontrare aziende grandi e piccole, di Martina Dei Cas, Trentino Sviluppo Nito, un nuovo scooter elettrico da città , di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino

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Alea News, Settembre 2019

Le micro aziende sono l’ossatura dell’economia italiana ma hanno tutte (quasi) l’osteoporosi di Antonella Grana a.grana@aidamarketing.it

Riprendo un articolo pubblicato qualche mese fa su LinkedIN e aggiungo le ultime esperienze, del tutto personali, che ho avuto nel cratere del sisma in Centro Italia. Perché proprio quelle aree? Semplice. Dove è rimasto poco appare con maggiore chiarezza il “buono” e il “cattivo”, i punti “forti” e quelli “deboli”, anzi dovrei chiamarli “punti che necessitano di miglioramento”. Dovrei ma non lo farò: sono deboli e basta. Evitiamo di continuare a nasconderci dietro a un dito mignolo e chiamiamo le cose con il loro nome. Una delle debolezze è nel non riuscire a fare RETE, è macroscopica ma ve ne sono altre. Il titolo dell’articolo è un po' forte, me ne rendo conto, ma con questa storia del "piccolo è bello" si stanno perdendo di vista alcune problematiche. Quando si parla di micro aziende sembra di sentire parlare di Venerdì, il Buon Selvaggio di Robinson Crusoe. Intendo dire che si esalta l'artigianalità, il saper fare, l'eccellenza italiana e poi ci ritroviamo con tante aziende – micro aziende – in difficoltà. Uno dei problemi, anche se non il principale, sta proprio nel concetto di “eccellenza” che costringe a rivolgersi alle nicchie di mercato. In Italia abbiamo tutte eccellenze, cosa di cui comincio a dubitare, micro aziende che per quanto eccellano non sono uniche e non riescono a competere. Eccellenze che chiudiamo oppure vendiamo beatamente allo "straniero", eccellenze che si bloccano di fronte allo sviluppo di una strategia di mercato e di crescita nel medio/lungo periodo. Per quanto eccellenti le micro aziende (mi riferisco in particolare ad aziende di produzione a vocazione artigiana) sono FRAGILI, molto fragili a rischio di chiusura perenne, con personale ridotto all'osso (sempre con osteoporosi...), faticano ad assumere nuovo personale che dicono di non trovare, mancanza di tempo per fare tutto ecc. ecc. ecc. Tutto vero e allora che si fa?

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Alea News, Settembre 2019 Facciamo il nuovo sito internet e apriamo le pagine social. Il sito lo fa il cugino della zia di secondo grado, i social li gestiamo per un po' poi li lasciamo lì. Tanto funzionano da soli. O forse no? Parola d'ordine DIGITALIZZAZIONE, nel 2018 c'è stato uno splendido (ironico) bando di finanziamento dove sono stati dati soldi a pioggia a circa 97.000 aziende anche per l'acquisto di hardware o qualche software. Ma sono progetti da finanziare quelli? Non è togliere risorse a chi potrebbe fare di più? Dimenticavo "piccolo è bello"... Facciamo RETE, ottimo. Il significato di rete di per sé è già sfuggente. Cosa significa fare rete? Da tutto a niente. Può essere un contratto, un consorzio, una cooperativa. Inseriamo per praticità il solito schemino, già utilizzato in precedenza, banale e super semplificato:

ATI

RETE

Aggregazione limitata ad uno specifico progetto

Programma comune duraturo e non limitato al compimento di un progetto specifico

Un mezzo tecnico tramite il quale ciascuna impresa persegue un interesse “proprio”, distinto da quello delle altre imprese partecipanti

Accrescimento collettivo ed individuale attraverso l’incremento di innovazione e competitività dei soggetti aderenti alla rete. Si pone l’accento su un programma strategico comune

CONSORZI Un’organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese

RETE Organizzazione comune per esercitare una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali. Si pone l’accento su un programma strategico comune

Come accennavo all’inizio dell’articolo in questo ultimo periodo, in effetti più di due anni, mi sono trovata più volte ad operare in Centro Italia dove la percezione di individualismo spinto delle micro aziende è diventata ancora più forte. Un individualismo, sia ben inteso, non diverso da altre parti d’Italia e presente anche

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Alea News, Settembre 2019 nel periodo pre-sisma. Solo per citare un esempio – ne troverete anche altri nei numeri della Rivista Progetto Re-Cycle - : “Purtroppo, anziché una propensione al lavoro in squadra, le aziende coinvolte nel progetto hanno dato prova di una certa tendenza all’individualismo che ha inibito in partenza la possibilità di agire entro una dimensione che fosse effettivamente di rete. L’aggregazione, come sottolineano le direttive emanate a tal riguardo dall’Unione Europea, è l’unica opzione che queste aziende hanno oggi per rilanciare la propria produzione all’interno del mercato globale: un’opzione che il sistema dell’imprenditoria umbra sembra non essere ancora pienamente maturo ad accogliere.” 1 Tutto ciò ora è acuito e colpisce maggiormente a causa della situazione contingente legata alla ricostruzione. Ho trovato fortunatamente anche alcuni casi virtuosi tra giovani imprenditori che con una fatica immane tentano di creare delle aggregazioni, non importa di che tipo, spero con tutto il cuore che ci riescano. Lo scoglio maggiore resta sempre l’individualismo. Ribadisco fortemente,in ogni caso, che è una situazione comune a tutta Italia. Può accadere che una micro azienda faccia parte di una rete, senza avere la seppur minima consapevolezza di fare parte di qualcosa. Talvolta il decantato “fare rete” mi sembra più la moda del momento, in cui peraltro io crederei, di cui purtroppo non ho ancora visto molti veri casi di successo. Andrà meglio, siamo ottimisti. Per certo va bene ai consulenti, meglio se il consulente è il cugino della zia di secondo grado che faceva anche il sito. Un altro problema, che ho riscontrato per esperienza, sta nell'atteggiamento dell'imprenditore stesso e nella gestione organizzativa dell’azienda incentrata sempre sulla figura dell'imprenditore/artigiano. Azienda organizzata con l’approccio tipico di chi lavora in conto terzi. Più che disponibile a farsi in quattro quando arriva una grossa commessa da un cliente importante, e invece di un 1

Si veda http://progettorecycle.org/net/www.progettorecycle.net/ceramica-made-in-umbria/index.html Elisabetta Furin

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Alea News, Settembre 2019 immobilismo pericoloso quando si tratta di muoversi verso il mercato con prodotti propri. Aziende in apparenza sane ma con una grande fragilità strutturale. Aziende con osteoporosi “una malattia che non dà alcun segno di sé fino a quando non si sviluppa una frattura.” C'è del buono, e ce n'è tanto nello micro aziende, ma sono poche quelle che riescono a fare il salto dimensionale. In apparenza sono in salute ma, non appena vai oltre la superficie, ti accorgi che sono FRAGILI. In ormai più di 20 anni di lavoro tra formazione e consulenza ne ho viste, fortunatamente, alcune che hanno fatto il salto. Ci ho pensato un attimo e sapete quale era l'arma vincente? Le relazioni umane e il tipo di rapporto con i dipendenti. Ricordo in particolare un'azienda, magari si riconosce, di qualche anno fa che mi è rimasta particolarmente nel cuore. Sapete da dove era iniziato il giro conoscitivo? Dagli spogliatoi dei dipendenti. Spogliatoi che, mi dissero con grande orgoglio, erano appena stati rifatti perché "i dipendenti devono stare bene". Quell'azienda non aveva, e non ha, di sicuro l'osteoporosi. E' bella sana con ossa forti, niente malattie nascoste. STA BENE.

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MaDCrow: il monitoraggio dell’ecosistema marino diventa ”social” La raccolta dei principali parametri per valutare la qualità delle acque di mare, temperatura, salinità e pH affidata a volontari privati e pubblici disponibili a montare sensori a basso costo sulle proprie imbarcazioni. Redazione Area Science Park, leo.brattoli@area.trieste.it

Un'infrastruttura innovativa per la raccolta, l’integrazione e la diffusione di dati marini, in grado di fornire in tempo reale informazioni sullo stato di salute del mare. E’ questo ciò che ha realizzato il progetto MaDCrow (Marine Data Crowdsourcing), aprendo una nuova prospettiva alle attività di monitoraggio marino: dare a qualsiasi operatore del mare la possibilità di assumere le vesti di citizen scientist, acquisendo svariati parametri oceanografici e di minuendo così i costi di campionamento. In effetti il monitoraggio dell’ambiente marino è piuttosto costoso e per questo motivo è limitato ad alcuni punti, spesso vicini alla costa. La raccolta di dati in tempo reale e su larga scala e la costituzione di banche dati accessibili e condivise consente di valutare più nel dettaglio lo stato del mare. Con gli attuali sistemi di rilevamento è logisticamente difficile ed economicamente non sostenibile effettuare questo tipo di rilevazioni in continuo su larga scala. Entra qui in gioco MadCrow, progetto avviato nel 2017 con fondi POR-FESR 2014-2020 da un team di cui fanno parte Transpobank (capofila), l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, l’Università degli Studi di Trieste e lo Studio Peloso, i cui risultati vengono presentati oggi a Trieste. Grazie all’utilizzo di sensori a basso costo installati su imbarcazioni e piattaforme di registrazione che permettono di misurare parametri quali temperatura, salinità e pH dell’acqua, i dati raccolti da diversi natanti

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Alea News, Settembre 2019 saranno trasmessi immediatamente a terra e raccolti da un gateway posto in AREA Science Park. Da quisaranno convogliati in un sistema di validazione e mappatura in tempo reale, elaborati in sistemi di supporto decisionale e resi disponibili a tutti in modo aperto ed interoperabile con altri sistemi nazionali e internazionali di condivisione dati già esistenti, rispettando quanto previsto dalle direttive Europee e dalle normative nazionali in tema di dati georeferenziati. Le informazioni così raccolte ed elaborate saranno utilizzabili per svariate finalità: il monitoraggio ambientale, la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione della pesca, ma anche le attività ricreative o la balneazione. Sono previste applicazioni di tipo mobile per la fruizione e la condivisione dei dati su una piattaforma social web oriented dedicata sia a operatori professionali sia all’utenza generalista. Ciascun utente, a seconda del proprio profilo, potrà accedere a livelli di informazioni sempre più elevati.

“Al momento è stato sviluppato il sistema di prototipo avanzato e funzionante dell’infrastruttura – spiega Paolo Diviacco dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – OGS. La raccolta delle informazioni avverrà grazie al coinvolgimento di volontari e istituzioni pubbliche e private che, installando i sensori a basso costo sui loro mezzi navali/nautici, permetteranno di acquisire un gran numero di dati che andranno ad alimentare un’architettura appositamente sviluppata per la gestione ottimizzata di dati eterogenei e distribuiti in modo non regolare. Il sistema consentirà di validare questi dati, comparandoli a quelli rilevati da sensori ad alta risoluzione impiegati nelle campagne scientifiche o posizionati sulle boe oceanografiche, per poi creare mappe che rappresentino lo stato del mare”.

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Alea News, Settembre 2019 “La forza delle architetture crowd-based, ossia strutture a collaborazione volontaria di massa – sottolinea Antonio Nadali di Transpobank - sta proprio nel mix tra pervasività del campionamento, economicità dello stesso e reattività di un sistema che, idealmente, creerebbe una flotta di sentinelle del mare, pronte ad identificare in tempo reale e comunicare le anomalie della superficie o suoi cambiamenti repentini, attivando quindi meccanismi di indagine da parte dei policy maker e/o della comunità scientifica. Abbiamo messo a disposizione del progetto il nostro team di esperti di sistemi di tracciamento satellitare, telemetria e data collector, progettando e realizzando delle black box GPS che acquisiscono i dati dei sensori a mare e strutturando l’intera parte di trasmissione da remoto, che include anche la ricezione a terra dei dati presso il data center Transpobank in Area Science Park. Le sfide che abbiamo fronteggiato, acuite dall’ambiente marino e dalla complessità tecnica di un dispositivo multi-sensore, sono state davvero molte ma, grazie alla sinergia con gli altri partner, le abbiamo superate con successo”.

La piattaforma costituirà un valido strumento per la divulgazione scientifica e per la gestione delle informazioni legate all’ambiente marino (turismo, condivisione di politiche ambientali, sicurezza, ecc.) per raggiungere una “coscienza ambientale informata” orientata al monitoraggio, alla valutazione dello stato dell’ambiente e al coinvolgimento della cittadinanza alle politiche di salvaguardia del territorio. MaDCrow è finanziato nell’ambito del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, Programma operativo regionale, Obiettivo «Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione» 2014-2020, 'Asse 1- "Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e

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Alea News, Settembre 2019 l'innovazione", Azione 1.3 - "Sostegno alle attività collaborative di R & S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi ".

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Realtà Immersiva per la Cultura e la Creatività BIC Incubatori FVG Srl, info@incubatori.fvg.it

La realtà immersiva (virtuale, aumentata e mista) è già qui e ci rimarrà a lungo. Dai navigatori satellitari ai Pokemon GO, soluzioni che sembravano lontane nel futuro sono diventate alla portata di tutti; e possono trovare usi anche più interessanti in ambito culturale e creativo! La cattiva congiuntura economica sta offrendo, a chi usa soluzioni innovative in ambito espositivo e museale, grandi opportunità: spazi troppo grandi o costosi da riutilizzare, progettati troppo tempo fa per adattarsi alle esigenze di oggi, intoccabili a causa di regolamenti o di limiti di budget, oppure con necessità solamente temporanee che non giustificano interventi permanenti. Tutti questi casi possono trasformarsi da incubi a grandi opportunità per mezzo della realtà immersiva, virtuale e aumentata: spazi “hackerati” digitalmente per tornare in vita!

Nasce così il prototipo del MIRA, il Museo Immersivo in Realtà Aumentata. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 11


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Alea News, Settembre 2019 MIRA permette di trasformare una stanza di 50 metri quadrati in un museo virtuale di 5 e più piani, con opere d'arte sia reali (quadri, grafiche, stampe, foto, ...) che virtuali (ologrammi volumetrici tridimensionali, video immersivi a 360°, audio spazializzato, opere digitali multimediali, ...), in cui camminare e muoversi liberamente. MIRA permette di valorizzare collezioni museali, artistiche ma anche archeologiche sia esistenti che di nuova costituzione. MIRA permette di riqualificare spazi, anche dismessi o abbandonati, creando realtà espositive contemporanee e di design, che possono cambiare facilmente per richiamare i propri visitatori nel tempo. MIRA è pensato per quei musei, siti archeologici, gallerie d'arte ed operatori culturali e creativi in senso lato che vogliono un allestimento contemporaneo, innovativo e di qualità, senza incorrere nei costi e nei vincoli di realizzazione e gestione, in modo soft. Proviamo ad immaginare una mostra immersiva, con elementi interattivi e contenuti progettati assieme a curatore ed organizzatori, che riutilizza e riqualifica gli spazi senza bisogno dei grandi investimenti e delle trasformazioni permanenti che una soluzione tradizionale richiede.

MIRA è visitabile indossando il visore di ultima generazione Oculus Quest, appena uscito sul mercato e, per dimostrare l'accessibilità anche per realtà di piccole dimensioni, il prototipo MIRA è stato realizzato e testato a San Giorgio di Nogaro, comune di 7mila abitanti in provincia di Udine.

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Alea News, Settembre 2019 Il prototipo MIRA fa parte del progetto “Hackerare lo spazio reale”, con cui gpa// gabriele pitacco architetto è stato selezionato e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia sul Bando del Fondo Europeo POR FESR FVG 20142020, Azione 2.1b.2 “Concessione di sovvenzioni per il finanziamento di programmi personalizzati di accelerazione e consolidamento d’impresa, finalizzati allo sviluppo imprenditoriale di progetti a valenza culturale, rivolti alle imprese culturali e creative”. Il progetto integra nuove tecnologie con l'esperienza progettuale maturata in più di 10 anni negli studi dei migliori architetti al mondo. Un approccio pragmatico che integra ricerca, innovazione e pratica per offrire un vantaggio competitivo in progetti di tutte le tipologie e scale, dall'appartamento privato al masterplan urbano, dai grandi spazi di lavoro dagli allestimenti immersivi, dal masterplan Kodrina a Pristina, in Kosovo, per cui è stato selezionato, assieme a studi di fama internazionale quali Daniel Libeskind (New York) e Miralles Tagliabue (Barcellona) per la realizzazione di 7.000 alloggi al complesso scolastico EkoKampus a Saranda in Albania, dal Museo della Centrale Idrodinamica allo spazio per il co-working Fresco srl a Trieste fino al MIRA Morandini. Per informazioni e contatti: gpa// gabriele pitacco architetto via Timeus 12 I-34125 Trieste Tel: +39 340 4006238 Mail: info@gp-a.it Web: www.gp-a.it Facebook: ww.facebook.com/GABRIELE.PITACCO.ARCHITETTO/ Instagram: www.instagram.com/gabriele_pitacco/

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Desamanera: la stampa 3D a letto di minerali in polvere di Alberta Bazzotti e Enrico Segantin comunicazione@t2i.it

Nata nel dicembre del 2014 e con sede a Rovigo, Desamanera è una startup innovativa che opera nel campo della manifattura additiva, comunemente conosciuta come stampa in 3D. Con lo sviluppo di una particolare tecnologia di produzione additiva per le grandi dimensioni, unica al mondo, e due brevetti patent pending, si pone l’ambizioso obiettivo di liberare la creatività dai limiti realizzativi imposti dalle tecnologie manifatturiere tradizionali. “Offriamo, a tutte le menti del mondo, la possibilità di esprimere il proprio talento ed il proprio stile utilizzando i minerali come mai fatto finora. Lo facciamo rispettando l’ambiente e la natura che, generosamente, ci mette a disposizione meravigliose risorse” afferma il fondatore e General Manager Antonino Italiano. E, per farlo, hanno formulato tre distinte aree di Ricerca e Sviluppo che si traducono poi nei tre rispettivi servizi e prodotti offerti alla loro clientela: -

La progettazione, la costruzione e lo sviluppo, di stampanti Desamanera ha sviluppato e ottimizzato la tecnologia di stampa 3D a letto di polvere, per grandi dimensioni, che utilizza esclusivamente minerali (marmi, sabbie, dolomie, materiale inerte in polvere, …scarti di cava) e leganti naturali inorganici. Grazie alla profonda conoscenza della tecnologia stessa, costruisce macchine e sistemi con caratteristiche personalizzate, quale la dimensione, la risoluzione, l’utilizzo di un materiale specifico. Questo permette di “modellare” ed adeguare le loro funzioni operative in base alle esigenze del settore in cui devono operare ed alle condizioni logistiche di operatività.

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Il service di stampa 3D di oggetti in pietra di grandi dimensioni

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Alea News, Settembre 2019 Partendo da un disegno digitale oppure da una scansione 3D, stampano conto terzi oggetti in pietra di medio-grandi dimensioni, ovvero a partire da circa mezzo metro per lato. Il processo sviluppato permette di creare anche oggetti molto complessi con forme non realizzabili dalle tecnologie tradizionali sottrattive o da colate in stampi. -

Il service di applicazione della finitura superficiale da loro formulata e brevettata PellediMarmo™. Tutte le superfici, anche le più complesse, possono essere caratterizzate e personalizzate con quasi ogni tipo di minerale presente in natura, grazie ad una formula di legante naturale e ad un particolare processo applicativo, entrambi sviluppati internamente e brevettati. Si tratta di un rivestimento molto sottile e molto versatile che viene applicato sulla superficie di oggetti realizzati non solo in pietra ma anche legno, polistirolo, plexiglass, PLA, ... consentendo un'ampia scelta di caratteristiche estetiche.

Il team associa alle esclusive tecnologie di produzione additiva il valore di pluriennali competenze manifatturiere; integra professionalità diverse e complementari (Meccanica, Meccatronica, Software, Elettronica, Fluidodinamica, Scienze dei Materiali, … ma anche Artigianato) ed è costantemente impegnato in ricerca e sviluppo sia internamente che tramite collaborazioni con Università,

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Alea News, Settembre 2019 Enti Pubblici ed aziende private. Tecnicamente, la tecnologia di produzione in 3D sviluppata è di tipo indiretto; è un ibrido che loro stessi definiscono “waterjet su letto di minerali in polvere”. Desamanera ne è proprietaria poiché ha sviluppato internamente – e continua a farlo – l’hardware (la stampante), i software (di comando, di controllo e di slicing) ed i leganti naturali che utilizza (brevettati). Infatti, ad oggi, Desamanera è l’unica azienda che utilizza leganti per la manifattura additiva totalmente naturali e senza componenti chimici, garantendo all’oggetto in pietra un legame alla natura forte e originale. I benefici per l’ambiente si fanno sentire anche in quanto il processo di manifattura non produce scarti di lavorazione, anzi, permette di riutilizzare gli "scarti" delle altre lavorazioni. Materiali di pregio che per dimensione o forma sono considerati scarti di cava si trasformano in materia prima. Con queste premesse, l’innovazione portata costituisce un nuovo “paradigma produttivo”: rappresenta uno dei propulsori dell’Industria 4.0 che sta rivoluzionando, settore dopo settore, anche i processi della produzione industriale. Permette, ad esempio, forme e geometrie molto complesse;la produzione di più oggetti diversi, contemporaneamente; la produzione di più copie dello stesso oggetto, o parti di esso, anche a distanza di tempo; la produzione in serie di oggetti che differiscono tra loro solo per piccoli particolari. Tutto questo senza differenze di costo, con maggiore rapidità e una consistente riduzione degli sprechi. Cambia il concetto di economia di scala e ci si libera dalle esigenze di gestione di magazzino. Le sue caratteristiche intrinseche rendono la stampa 3D ugualmente proficua per realizzare prototipi, per sviluppare nuovi prodotti, per produrre quantità industriali e perfino per rendere finalmente accessibile la “personalizzazione di massa”. Le applicazioni, potenzialmente numerosissime, oggi si concentrano nei settori dell’arte, del design e dell’architettura. Elementi complessi, a sbalzo, forati permettono di giocare con un materiale finora difficile, a causa del peso, della durezza, dell’impegno in termini di costi e tempi necessari alla sua lavorazione.

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Alea News, Settembre 2019 Tuttavia sono stati investigati anche ambiti prettamente tecnici, come la protezione costiera, attraverso la realizzazione di barriere coralline (i Reef) che riproducono fedelmente le forme dell’ambiente marino. Il materiale naturale, che può essere anche quello locale, si integra perfettamente con la fauna e la flora; collocate lungo le coste, queste barriere artificiali, ma naturali, assolvono alla loro principale funzione di protezione dal fenomeno di erosione delle coste e, ingegnerizzate nelle forme, possono anche contribuire al ripopolamento della fauna marina. La continua e costante attività di R&S, sia per le tecnologie di produzione che per i minerali da utilizzare, e la relativa “gioventù” delle tecnologie e dei processi evidenziano ampie prospettive di ottimizzazione e sviluppo, sia dei prodotti che dei processi produttivi in settori in cui già operano, ma anche per portare l’innovazione in altri settori e per l’individuazione di nuovi mercati. Desamanera è oggi impegnata nello sviluppo del progetto ADMIN 4D, LA SMART MANUFACTURING DEL FUTURO, in collaborazione con t2i e RIR IMPROVENET. L’obiettivo di progetto è lo sviluppo di un sistema innovativo che consenta la raccolta e l’elaborazione, mediante algoritmi sviluppati ad hoc, di informazioni tecnico–chimiche provenienti dai nuovi materiali e leganti usati nei prodotti e dalle strumentazioni di produzione (stampa 3D) brevettati dai partner di progetto e tutt’oggi oggetto di attività di R&D orientate al loro perfezionamento e diffusione sul territorio http://www.desamanera.com/blog/40/it/admin-4d-lasmart-manufacturing-del-futuro . DESAMANERA dal 30 settembre avvia la propria campagna di equity crowdfounding sualla piattaforma www.starsup.it; soggetti investitori anche privati potranno investire e finanziare la startup innovativa acquistando quote societarie dell'impresa."

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BIC Open Challenge: si riapre in Trentino la sfida hi-tech che fa incontrare aziende grandi e piccole di Martina Dei Cas, martina.deicas@trentinosvilu ppo.it

Riparte BIC Open Challenge, la sfida hitech di Trentino Sviluppo che mette in connessione i grandi gruppi industriali con sede nei poli tecnologici trentini e le migliori piccole e medie imprese italiane. Con sempre maggiore frequenza, infatti, le circa cento imprese che operano nei Business Innovation Centre – in sigla BIC – di Rovereto, Trento, Mezzolombardo, Pergine e Borgo Valsugana si sono trovate e si trovano a dover cercare soluzioni tecnologiche rispondenti a esigenze concrete legate all’innovazione di prodotti o processi. Di qui, l’idea di Trentino Sviluppo di farlo in un’ottica di open innovation, coinvolgendo i migliori talenti del territorio nazionale. La call: 50 mila euro in denaro e servizi per sviluppare un “data lake” innovativo per Technoalpin La BIC Open Challenge quest’anno si rivolge a micro e piccole imprese attive nel settore dell’ict, e in particolare della gestione di dati e cloud. Partner dell’iniziativa dal lato industriale sarà invece il colosso dell’innevamento artificiale Technoalpin, insediato nel BIC di Trento. Le piccole e medie imprese candidate avranno tempo fino a lunedì 18 novembre per presentare un prototipo di “data lake”, ovvero un sistema capace di analizzare una grande quantità di dati presenti nei cloud dei vari impianti di innevamento di Technoalpin, dislocati in tutto il mondo. L’obiettivo del progetto è quello di partire dalla messa in rete dei dati stoccati per costruire algoritmi predittivi che permettano di migliorare l’efficienza degli impianti stessi, ma anche di ottimizzare l’uso delle risorse idriche ed energetiche, compattare i tempi e massimizzare la produzione di neve nelle finestre temporali più adatte a questo scopo. Una commissione composta dai rappresentanti di Trentino Sviluppo, Technoalpin e delle principali realtà trentine dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, valuterà poi le soluzioni proposte e individuerà le cinque più innovative, fattibili, con le migliori potenzialità industriali e prospettive nel

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Alea News, Settembre 2019 medio-lungo termine. Una volta completata la short-list, la commissione avrà una settimana di tempo per decretare il vincitore assoluto della competizione, che sottoscriverà con Technoalpin e Trentino Sviluppo un contratto di challenge per definire tempi e modalità di sviluppo del programma di innovazione collaborativa. L’impresa vincitrice del bando riceverà – oltre alla possibilità di insediarsi in uno dei Business Innovation Centre di Trentino Sviluppo – un premio del valore massimo complessivo di 50 mila euro, ripartiti tra denaro e servizi, quali l’utilizzo della piattaforma di prototipazione ProM Facility in Polo Meccatronica a Rovereto e l’accesso alle attività di tutoraggio e consulenza da parte di temporary manager individuati dalla commissione sulla base delle caratteristiche specifiche del progetto vincitore.

2018: l’edizione pilota sulla misurazione dei dati industriali Avviata lo scorso anno e premiata alla kermesse del digitale SMAU Padova come “modello di eccellenza per i progetti di innovazione in corso”, l’edizione pilota della BIC Open Challenge ha avuto per protagonista la multinazionale Eurotech, insediata nel BIC di Pergine Valsugana, la quale ha aderito alla call con l’obiettivo di individuare una startup capace di aiutarla a sviluppare una nuova piattaforma IoT per facilitare il dialogo tra macchinari automatizzati nei settori della misurazione dell’energia e della rilevazione dei dati. La proposta vincente si è rivelata quella della genovese Swhard che, a percorso ormai concluso, ha scelto di rimanere in Trentino per portare avanti i propri progetti innovativi nell’ambito dell’edge computing.

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Alea News, Settembre 2019 Technoalpin Dal 1990 TechnoAlpin lavora nel settore degli impianti di innevamento. La società ha 12 filiali internazionali, 25 partner commerciali e oltre 2.200 clienti in tutto il mondo. Dalla fondazione ad oggi, ha prodotto oltre centomila generatori di neve. Partner ufficiale della Federazione Internazionale Sci, la società ha fornito i cannoni sparaneve in sei delle ultime otto edizioni dei Giochi Olimpici Invernali, tra i quali quelli di Pyeongchang del 2018.

Info e iscrizioni bando “BIC Open Challenge” su:www.bicopenchallenge.com Manifestazioni d’interesse entro lunedì 18 novembre

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Alea News, Settembre 2019

Nito, un nuovo scooter elettrico da città Nuova Industria Torinese nasce nel 2015 da un’idea di César Mendoza, Founder e CEO della giovane startup torinese. Consapevole del problema ambientale, e convinto che il futuro è elettrico, combina ricerca, esperienza e divertimento per realizzare un progetto che migliori la circolazione urbana con dei mezzi di design innovativi ed

di Alessandro Tibaldeschi, ale@agenziapressplay.it

efficienti. In soli quattro anni di lavoro l’idea di mobilità di NITO - Nuova Industria Torinese è diventata una realtà industriale pronta a sfidare i grandi marchi delle due ruote. NITO progetta, produce e commercializza veicoli su due ruote a spinta ed elettrici, che combinano design ed emozione della guida. Infatti, in questi quattro anni l’azienda ha sviluppato una gamma di prodotti che corrispondesse a un’idea di mobilità intelligente, per muoversi divertendosi e risparmiando tempo e denaro. Il risultato sono oggetti dallo stile inconfondibile, mezzi innovativi, che non inquinano e regalano nuove sensazioni negli spostamenti in città o in vacanza. Oggi il loro prodotto più importante è lo scooter elettrico NES, omologato per due persone, in versione motociclo (NES 10 velocità max 90 km/h, con un’autonomia di 80 km) e ciclomotore (NES 5 velocità max 45 km/h, con un’autonomia di 100 km). Compongono inoltre la gamma NITO: il monopattino pieghevole e personalizzabile N1 (in due versioni a spinta ed elettrico), la bicicletta convertibile in monopattino N2 e il ciclomotore leggero pieghevole N3.

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Alea News, Settembre 2019 “Siamo pronti ad affrontare mercati sempre più grandi - afferma César Mendoza - con 6 importatori in Europa e 1 negli Stati Uniti, 23 dealer nella rete italiana e impegni di vendita per più di 800 unità nel 2019. L’obiettivo per il 2020 è di conquistare un posto anche in Cina, dove si vendono più di 20 milioni di scooter all’anno”. Una particolarità riguarda anche il suo modello produttivo che fa leva sul modello e il know how italiano, ma anche su quello cinese: concepisce e ingegnerizza i suoi prodotti sul territorio nazionale, si avvale per la parte industriale pesante di un partner manifatturiero cinese e di fornitori Italiani per alcuni componenti. Per i veicoli venduti in Europa importa le basi pre assemblate dalla Cina e l’assemblaggio con il relativo controllo di qualità avviene a Torino; per la commercializzazione in Cina, vengono inviati i componenti Made in Italy per completare l’assemblaggio a Chongqing (Cina). Questa combinazione permette di proporre dei prodotti di qualità ad un prezzo competitivo e con un margine, al netto delle commissioni, che può variare dal 18 al 25%. L’azienda ad oggi, ha costruito una rete di 23 Dealer in Italia, 6 importatori in Europa e uno negli Stati Uniti, che complessivamente rappresentano un impegno di vendita di circa 1.000 unità per il 2019. Per raggiungere questo obiettivo, Nito ha scelto una strada in linea con il proprio approccio moderno: quella del

crowdfunding. Per farlo, ha deciso di appoggiarsi a Mamacrowd, una delle principali piattaforme italiane. La formula è quella dell’equity crowdfunding, che permette di non effettuare dei semplici pre-order, ma di diventare degli investitori. Questo in aggiunta ai diversi benefit offerti dalle quote, che consistono soprattutto in sconti sui diversi prodotti dell’azienda. Il CEO César Mendoza ha dichiarato, in merito alla campagna: “Coloro che crederanno nel nostro progetto e lo finanzieranno non solo ci accompagneranno nel divenire un futuro player mondiale delle due ruote elettriche, ma saranno protagonisti del cambiamento epocale che porterà finalmente ad avere una mobilità sostenibile“.

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