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Salendo si impara

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Panino stellare

Salendo s’impara che il sapore delle cose semplici si fa via via più buono man mano che la quota aumenta, che ci si avvicina alla cima, che si riducono i minuti che ci separano dal fermarci là in alto a riposare, contemplare, mangiare. Gli stessi pane, salame, formaggio di sempre, per esempio, in qualche modo maturano al meglio. Eppure, i prodotti son quelli che consumiamo abitualmente anche quando ce ne rimaniamo in valle. Il salumiere, mica lo abbiamo cambiato, è uno di fiducia; simpatico. Ma lo stesso panino, gustato in vetta, è tutta un’altra cosa. È sublime: aggettivo più adatto non c’è, avendo in sé il concetto di apice. Sarà merito della conservazione nello zaino? Dell’acquolina che viene camminando? Dell’aria di montagna, frizzante e leggera, in grado di agire sugli alimenti? Ha a che fare con la scienza o è pura suggestione? Poco importa. Ciò che conta è la soddisfazione. La felicità del palato e dei sensi: chi l’ha provata, difficilmente scambierebbe quel panino stellare con un pranzo in un ristorante stellato. ▲

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