2 minute read

PUNTI DI VISTA

Next Article
UNIVERSO CAI

UNIVERSO CAI

Pandemie a confronto Norme igieniche, rimedi e amor di montagna

Sara Fagherazzi

Advertisement

Spagnola, 1918 e Covid-19, 2020. Sono passati 102 anni ma sembra non essere passato un solo giorno. Il mondo si è fermato, due volte. Ma cosa è cambiato da una volta all’altra?

Non starnutire e non tossire senza essersi coperti la bocca con un fazzoletto; non sputare in terra. Non baciare, non dar la mano. Non frequentare caffè, osterie e ristoranti. Non viaggiare, salire in tram e treno il meno possibile. Non far visite né riceverne. Evitare di recarsi negli ospedali o nei luoghi in cui siano presenti dei malati. Disinfettarsi le mani prima di mangiare; curare l’igiene personale. Arieggiare le abitazioni, non sollevare polvere nelle case e lavare il pavimento con disinfettante.

Vecchie norme sempre valide, quindi. Non sono mancati, poi, già all’epoca nuovi rimedi e speculazioni. Nel 1918 venivano pubblicizzate miracolose sigarette all’eucalipto, dentifrici universali, birra fresca o cognac.

Il 2020 è stato l’anno della pubblicità dell’Amuchina o similari. E i social? La Bell spingeva a comprare telefoni per passare le ore in quarantena e non sentirsi soli, noi abbiamo passato le giornate su Zoom.

Eppure qualcosa di sostanzialmente diverso c’è stato. Sì, durante il lockdown del 2020 ci è stato chiesto di non andare in montagna. Non sarebbe stato sicuro, quindi tutti a casa a fare pane e preparare una lista di scalate e trekking futuri. Non fu lo stesso nel 1918, quando le nostre Alpi erano un affollato e pauroso teatro di battaglia. Sui monti dove abbiamo sognato di salire nei giorni di quarantena centinaia di soldati morivano ogni giorno di spagnola, di freddo o per le ferite incurabili.

Il Club Alpino Italiano in quegli anni era totalmente impegnato a sostenere i suoi uomini nell’esercito e a ricordarne vittorie e cadute. Un panorama cosi drammatico che lasciava poco spazio alla fantasia e al pensiero positivo. Eppure sulle pagine delle riviste del CAI, dopo le notizie di guerra, comparivano le ascensioni degli anni precedenti, come a dimenticare la situazione presente per rifugiarsi nella bellezza di qualche riga dedicata alla scalata.

Come ieri, nei mesi di lockdown, grazie alle riviste ed attività CAI, ci siamo sentiti più vicini e abbiamo volato in giro per il mondo con i racconti del passato. ■

This article is from: