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EDITORIALE
Paolo Ceccarelli
Il pianeta si sta riscaldando. Il fenomeno dell’innalzamento delle temperature è ormai sotto gli occhi di tutti, nel 2020 il livello mondiale delle temperature è stato di 1,25 °C superiore al periodo 1850 – 1900.
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Specifche misure di salvaguardia del clima e dell’ambiente, se saranno adottate, avranno effetti a lungo termine per evitare serie problematiche in tutti i settori produttivi e sullo stato di salute delle popolazioni.
In questo scenario noi, che dobbiamo confrontarci quotidianamente con le problematiche delle terre alte, viviamo già le prime conseguenze della riduzione di approvvigionamento idrico perché, in taluni casi, le acque piovane e di fusione della neve non sono più suffcienti a soddisfare le necessità essenziali di alcuni rifugi in alta quota e stiamo con il fato sospeso per le strutture ricettive più in basso in quanto anche le falde acquifere faticano a ricaricarsi. I nostri rifugi Bozano e Pagarì, ubicati rispettivamente a quota 2453 m e 2650 m in ambienti privi di sorgenti, potrebbero già quest’anno essere costretti a ridurre il periodo di apertura estiva a causa dello scarso innevamento invernale il cui scioglimento è l’unica fonte di rifornimento di acqua. Si sta valutando la possibilità di costruire a servizio di questi rifugi delle capienti cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e di scioglimento da utilizzare nei periodi più siccitosi; una soluzione possibile ma di non immediata realizzazione e che comporta costi rilevanti per i quali occorre trovare adeguata copertura.
Nel frattempo il CNR, in collaborazione con il CAI, ha avviato un ambizioso progetto di monitoraggio meteo-climatico al fne di delineare un realistico quadro dello stato del clima delle nostre montagne, dove l’aumento delle temperature si manifesta in misura quasi doppia rispetto alla scala globale. I dati saranno raccolti attraverso il monitoraggio dei parametri meteorologici e l’attività scientifca svolti in 15 rifugi, denominati Sentinelle del Clima, ubicati in aree particolarmente signifcative. È previsto anche l’ampliamento delle funzioni di questi rifugi a studi correlati al clima, alle analisi geologiche e delle aree glaciali e periglaciali. Uno di queste Sentinelle del Clima è il nostro rifugio Pagarì (vedi articolo dedicato) che vedrà Aladar, che lo gestisce da 30 anni, impegnato in questi rilievi di natura scientifca che certamente gli sono congeniali, avendo anche l’opportunità di portare a valle materiale utile per organizzare interventi divulgativi di sicuro interesse per tutti i frequentatori della montagna.
Con questa iniziativa il Club Alpino Italiano è ancora una volta in prima fla nello studio delle montagne in collaborazione con uno dei più prestigiosi istituti italiani di ricerca scientifca, in perfetta sintonia con le fnalità enunciate dai Padri fondatori nel primo Statuto del 1873.
Excelsior! ■