Campanaelefante.com - 547^ Fiera della Ronza

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547 a FIERA DELLA RONZA CAMPANA 6 – 7 GIUGNO 2011

“La tradizione continua ..…. Mantenere vivo il passato per preparare il futuro”

Lunedì 6 Giugno: ore 18,00 Gara di break dance acrobatica, nell’ambito del progetto “Io non bullo ma ballo” ore 21,30 Serata di Musica etnica Martedì 7 Giugno: ore 7,30 Apertura fiera, esposizione capi di allevamento di razze autoctone; esposizione

di mezzi agricoli ore 10,00 Tecniche di lavorazione e degustazione di “mozzarelle e strazzate nostrane” ore 10,30 Convegno-Dibattito moderato dal giornalista Marco Le Fosse (Giornale Calabria Ora) sul tema

“Fondi Comunitari e prospettive per l’agricoltura locale” partecipano: - On. Giovanni DIMA ,

Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, responsabile della Consulta Nazionale Agricoltura del Pdl - On. Giuseppe CAPUTO , Presidente prima commissione consiliare della Regione Calabria - Prof. Gennaro NICOLETTI P r e s i d e n t e C o m u n i t à M o n t a n a D e s t r a Crati-Sila Greca Presidente regionale C.I.A. - Dott. Mauro D’ACRI , - Dott Pasquale MANFREDI ,

Sindaco di Campana

CONCLUDE

On. Michele TREMATERRA ,

Assessore all’Agricoltura –Regione Calabria

Nel corso della manifestazione saranno premiati i ragazzi vincitori del concorso “150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA”


“FIERA DELLA RONZA” CAMPANA (CS) 6 e 7 giugno “ La tradizione continua…… mantenere vivo il passato per preparare il futuro” Si ripete ormai da 546 anni a Campana, nei giorni del 6 e 7 giugno l’antica e tradizionale “Fiera della Ronza”. Notizie certe della fiera, ne troviamo già nel Privilegio del 1464, col quale Re Ferdinando d’Aragona “concede all’Università medesima la Fera, o vero Mercato della Ronza, franca e libera d’ogni angaria: e dura dagli undici di giugno per tutto il diciotto: e per ciò vi si negozia da chi si voglia con tutta libertà, e senz’alcuna gravezza”. Non si hanno notizie certe su quando le date della fiera passarono dall’ 11 – 18 al 7 – 8 giugno. Di certo nel l’ottocento la celebrazione della fiera avveniva in data diversa, Vincenzo Padula, nel suo “Calabria prima e dopo l’Unità d’Italia”, scriveva che intorno alla metà dell’ottocento la fiera durava dal 1° al 10 giugno, che era destinata al mercato delle sete lavorate, di animali e di ogni genere di prodotti soprattutto artigianali. Ancora oggi la fiera, finalizzata sopratutto al mercato di bestiame e tutto ciò ad esso connesso, ha avuto nei tempi importanti riflessi nell’economia di Campana centro di estrazione agricolo-zootenico. Anche per la sua specifica destinazione la fiera aveva acquistato nella zona una forte rilevanza, tanto da diventare termine di riferimento per i contatti e per le scadenze dei pagamenti. Oggi, che i tempi hanno inferto modifiche alle realtà di una volta, la nostra Fiera non avverte tanto il segno dei tempi e continua a richiamare la gente del circondario, a rivivere un passato mai spento, anche se l’antico mercato di bestiame, che pure ancora permane, ha ceduto spazio ad attività commerciali diverse. Restano di notevole interesse le esposizioni dei capi di bovini di razza podolica, ovini e caprini di razza autoctona, di suini neri di Calabria, nonché quella commerciale di moderne macchine agricole. Molteplici le aziende, eccellenze dell’agro-alimentare calabrese, che prendono posto ed espongono nelle caratteristiche “botteghe” i loro prodotti tipici rigorosamente artigianali.


Sono infatti molte le maestranze presenti a questa manifestazione che si impone sempre più di fungere da volano per l’economia di questo territorio, che necessita sicuramente, per potersi riscattare, di puntare sulle risorse locali. Questo evento rappresenta, dunque, una occasione importante per scoprire e valorizzare i numerosi imprenditori, nonché esaltare la tipicità dei prodotti locali. Numerose le presenze, si aggirano su circa cinquemila in media, con punte anche superiori allorquando l’evento ha luogo in date festive o prefestive. È alla luce di questi motivi che si chiede, l’ISTITUZIONALIZZAZIONE DELLA FIERA DELLA RONZA. Attribuire, pertanto all’evento attraverso un’apposita legge regionale un budget annuale che consenta alla manifestazione di non perdere la propria identità, e che anzi le permetti di poter ampliare il suo bacino di utenza anche attraverso adeguate forme di pubblicizzazione dell’evento, nonché attraverso una razionalizzazione dell’utilizzo delle importanti strutture di cui il “Parco fieristico della Ronza” è già dotato (parcheggi, sale convegni, sala ristorante, botteghe espositive nelle caratteristiche strutture in pietra e legno, già restaurate, ma che abbisognano di continua manutenzione, nonchè dei box per l’esposizioni zootecniche costruite all’aperto nell’ampio terreno, interamente perimetrato, del parco). A questo scopo l’Istituzionalizzazione della Fiera della Ronza potrebbe favorire la nascita di un organismo deputato alla gestione della stessa, che di concerto con le amministrazioni già coinvolte ed in via di coinvolgimento, possa favorire oltre che lo sviluppo dell’antica fiera della Ronza anche la nascita di nuovi eventi, per far si che una struttura importante come quella del “Parco fieristico della Ronza” possa essere sfruttato per quello che è realmente in grado di produrre, con l’obiettivo di voler diventare il centro di promozione e di incontro di tutte le realtà del mondo agricolo e zootecnico di un vasto territorio la cui economia è a ciò storicamente votato. Non, dunque, l’istituzionalizzazione di un semplice evento fieristico, ma la istituzionalizzazione di una economia che, anche per evitare il perpetrarsi del continuo spopolamento dei territori montani, non deve morire travolta dalla modernità, ma che per sopravvivere ha bisogno del lavoro e dell’attenzione di quegli enti che a ciò sono preposti. Sono questi, dunque, i motivi che ci spingono a sollecitare la realizzazione della richiesta Istituzionalizzazione, certi che non si tratti di un semplice passo, ma al contrario dell’inizio di un cammino nuovo, che consenta, attraverso la promozione di un territorio e dei prodotti della sua economia, di continuare a coltivare quella speranza di una economia agricola sostenibile anche in territori lontani dai soliti circuiti, ma che vogliono e devono continuare a sopravvivere.

A cura di Campanaelefante.com


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