Le Vie Nuove Notiziario del Camper Club Etruria e Camminare InCamper Novembre 2017
Il giardino incantato
Il letargo del Camper
Capodanno Salento 2018
Raduno di Marca
GAVI: il Forte, la cucina e il vino Cortese
Panissa Ligure
Le Vie Nuove
Sommario E basta cimiteri e stadi
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Assessorato al “vivere meglio”
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Raduno di Marca
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Il letargo del Camper
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20° Raduno del 1° raggruppamento alpini
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Panissa ligure
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La Panissa a Savona
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Camper Club Etruria - Assemblea Generale
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Gavi: il Forte, la cucina e il vino Cortese
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Capodanno Salento 2018
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Area di sosta del mese - Niardo (BS)
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Ordine Obertengo
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Il giardino incantato
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Andar per erbe - Ventaglina
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Area sosta camper Abruzzo
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Le ricette di Roberta e Fabrizio
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Ma quanto gas abbiamo ancora?
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Le Vie Nuove Relax
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Notiziario di Camminare InCamper e Camper Club Etruria Novembre 2017 Direttore Responsabile Giorgio Raviola Direttore Editoriale Beppe Tassone Redazione Valter Rosso Anna Maria Luciano Matteo Cadorin - Laser Patrizia Boaglio - Laura Pozzuolo Roberta e Fabrizio Angela Zillio - Grazia Nicoli Anna Maria Zandomeneghi Adriana Vottero Fotografie Michele Dinoia Alessio Volpe Giovanni Vada Anna Bertranda Editori Camminare InCamper Camper Club Etruria
Aderenti UCA Camminare In Camper Sede: Piazzetta Santa Maria, 6 12037 SALUZZO (CN) Cell. 348.3575007 Sito Internet: www.camminareincamper.it E-mail: camminareincamper@gmail.com Facebook: Camminare InCamper
Camper Club Etruria Sede: Via Prato Maremmano, 24 00052 CERVETERI (RM) Tel. 06.99326040 Cell. 331.7450232 Sito Internet: www.camperclubetruria.it
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Non voglio scrivere il solito editoriale post Salone del Camper, momento in cui chi si occupa di Turismo Itinerante sembra obbligato ad essere ottimista, però da lì voglio partire per capire quale sia il margine di sviluppo che questo nostro settore può avere. C’è stata euforia all’ultimo Salone del Camper a Parma, è vero, non solo per il raggiungimento di un nuovo record in quanto a numero dei visitatori, ma soprattutto per qualche cosa di ancor più positivo: l’incremento delle vendite. Ed allora questa altro non è se non una ulteriore conferma che il Turismo itinerante è un settore in continuo sviluppo, nonostante le crisi economiche. Di questo gli amministratori della cosa pubblica se ne rendono conto? La risposta non può essere che una: NO! Altrimenti ci sarebbe maggiore attenzione, coordinamento, pianificazione, un fare sistema utilizzando tutte le risorse interessate, che non sono poche. Invece quel poco che c’è lo dobbiamo alle iniziative personali, a volte persino all’ostinazione di chi non vuole arrendersi. Valicando le Alpi si capisce subito che il turismo itinerante è considerato una delle tante forme di turismo, con pari dignità e meritevole delle giuste attenzioni, e non un turismo minore. L’Italia è un paese che grazie alle sue ricchezze artistico culturali, all’ambiente ed all’enogastronomia sarebbe turistico tutto l’anno. Ho usato il condizionale perché mai come nella fattispecie è d’obbligo. Sembrerebbe un paradosso, ma non so se avete fatto caso, laddove maggiori sono i motivi di attrazione minori sono le strutture atte ad accogliere i camper, al contrario i luoghi dove non hanno ragioni diverse o proposte allettanti si organizzano per accogliere il nostro turismo. Tanto per esemplificare: a Sanremo non ci vogliono però a Val di Ranco c’è un’area attrezzatissima con 14 stalli e relativi servizi. Lo so che quasi nessuno sa dove sia Val di Ranco, ed è proprio questo l’aspetto che intendo sottolineare: l’accoglienza camper, fatte salve le debite eccezioni, è considerata un ripiego, “non viene nessuno qui, realizziamo un’area sosta camper.” Non è così, vogliamo anche noi sostare vicino ai centri urbani, ai luoghi belli ed interessanti, basta essere sbattuti su di un piazzale malmesso, spesso nemmeno asfaltato, vicino allo stadio, quando va bene, sennò ci toccano il cimitero e l’aeroporto, o magari una piazza da lasciare libera nei giorni di mercato. E lo credo che così si ha l’impressione che il camper porti disordine, invece servono strutture accoglienti e sicure, curate e funzionanti tutto l’anno; perché se ci sono parcheggi ben tenuti e comodi una parte di questi non possono essere dedicati al nostro turismo? Un turismo che spende e destagionalizza i flussi turistici. Giorgio Raviola Le Vie Nuove - Novembre 2017
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La notizia può sembrare stramba, ma a ben pensarci non lo è ed è assolutamente vero, visto che ero personalmente presente. In una grande città turistica europea, una di quelle nelle quali le presenze si contano a milioni, è stato creato un assessorato al “viver meglio”. Un assessore, anzi un adjoint au Maire, come si chiamano in Francia, e tutto il suo staff si daranno da fare per mettere in atto tutte le condizioni perché la vita dei propri cittadini migliori, perché si creino spazi di maggior serenità, perché la città sia per tutti più sostenibile e più vivibile. Letta così la notizia indurrebbe a pensare ad un assessorato “inventato” per dare un contentino a qualcuno, per tenere calmo un politico consentendogli di potersi stampare qualche biglietto da visita e di non dare fastidio a chi gestisce veramente il potere. Ma non è così: non solo perché l’assessore al “Mieux vivre dans sa vie et sa ville” è una persona di azione e soprattutto perché in una città turistica il “viver meglio” conta e, soprattutto, produce ricchezza. In un piccolo stato dell’Asia, chiuso tra l’India e la Cina, il Buthan hanno addirittura sostituito l’indice di felicità a quello del Prodotto Interno Lordo e non è che le cose siano andate a carta quarantotto. La grande città turistica europea che cerca ora di istituzionalizzare il “vivere bene” inserendolo concretamente nel programma di chi l’amministra, fa un’operazione di tipo economico e turistico di portata eccezionale. Per nulla nuova, al punto che mi è venuto il dubbio (e ho voluto verificare la cosa) che tra gli ideatori vi fosse qualche camperista o qualche utente del turismo all’aria aperta. Perché quello che può apparire strambo o strampalato a qualcuno, per altri è del tutto scontato. Da sempre chi viaggia in camper predilige le località belle, amene, accoglienti, nelle quali sostare è un piacere ai luoghi dai quale si scappa e l’unica azione che inducono a fare è quella di mettere la chiavetta e di accendere il motore per andare altrove. A Nizza, dove è stato appunto creato l’assessorato al “viver meglio la propria vita nella propria città” hanno fatto i calcoli di quanto può rendere, sotto forma di ricaduta turistica, il successo dell’iniziativa. Si fa del bene ai propri cittadini, li si aiuta a vivere meglio e a “voler vivere” nella propria città e, contemporaneamente, s’incentiva la presenza turistica e con essa i ricavi. Forse bisognerebbe che anche in Italia qualcuno ci pensasse, non per iniziative estemporanee, ma per dare vita, concretamente, ad una rivisitazione delle nostre città e dei nostri paesi. Ci vuole coraggio, perché qualche azione sarebbe anche dolorosa, ma alla fine il risultato ci sarebbe e sicuramente avrebbe ricadute forti sotto il profilo economico ed occupazionale. Io direi ci provarci… ma con serietà e passione. Si tratta di una “delega” pesante, per persone serie: chi ha intenzione di trastullarsi o, peggio ancora, di “mangiarci su” è pregato di accomodarsi da un’altra parte.
Beppe Tassone
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Bene, sistemato il Capodanno, che come sapete trascorreremo in Puglia, più precisamente a Conca Specchiulla – Otranto, cominciamo a parlare della prossima Pasqua. Lo abbiamo chiamato “Raduno di Marca” perché saremo ospiti della zona denominata la Marca Trevigiana, un'espressione sorta nel XII secolo per indicare il territorio che si estendeva attorno alla città di Treviso, una straordinaria combinazione di paesaggi, arte, storia, bellezze naturali, ospitalità e buona tavola, capace di far innamorare il viaggiatore e di restare nel cuore di chi ne percorre gli scenari. Di tutto questo ne prenderemo coscienza e conoscenza, con visite culturali guidate e gustosi assaggi dei piatti tipici. Cosa vedremo? Treviso E’ una città tranquilla, da scoprire in tutti i suoi scorci originali. La piazza dei Signori è il cuore cittadino, con il Palazzo dei Trecento e l’elegante Loggia dei Cavalieri, luogo prediletto dai cittadini per incontrarsi. Tra le vie si insinuano i fiumi Sile e Cagnan, conferendo un particolare fascino al centro storico racchiuso tra le antiche mura. Tra i monumenti più importanti vi sono il Duomo, con all’interno la Cappella Malchiostro, custode degli affreschi del Pordenone e la pala con l'Annunciazione del Tiziano, come altre importanti opere sono custodite nel polo Le Vie Nuove - Novembre 2017
museale di Santa Caterina dei Servi di Maria. Meritevole di visita anche la chiesa domenicana di San Nicolò, con la celebre sala del Capitolo affrescata da Tommaso da Modena. Abbazia Santa Maria di Follina Situata in terra di incroci e di passaggi, fondata n e l 11 4 6 c o m e m o n a s t e r o cistercense, ha assistito alle traversie delle Pag 5
signorie medievali venete. L’abbazia ci accoglierà, oltre che per la visita, per assistere alla messa di Pasqua. Villa Emo Siamo nei territori caratterizzati dall’ingegno
dell’architetto Andrea Palladio, famoso per le ville, tra le quali visitiamo Villa Emo, una delle sue opere più compiute e nel 1996 entra a far parte del patrimonio Unesco. Gli esterni sono essenziali, privi di decorazioni, mentre gli interni sono riccamente decorati con affreschi di Giovanni Battista Zelotti, autore di opere analoghe in altre ville palladiane. Asolo Chiamata la “Città dei cento orizzonti” possiede una cinta muraria ben conservata, dominata dalla Rocca del XII secolo. Possagno E’ il luogo natale del celebre Antonio Canova che qui ha progettato il Tempio Neoclassico ispirato al più noto Pantheon.
Chiericati, Palazzo Barbaran da Porto, Palazzo Va l m a r a n a , p e r arrivare al Teatro Olimpico, un’opera architettonica particolarmente apprezzata per la s o l u z i o n e scenografica adottata. Paesaggio Il nostro itinerario di visita attraversa la pianura per salire i rilevi delle Pealpi Trevigiane, per raggiungere le morbide colline dove si coltiva uno dei più importanti prodotti del territorio: il Prosecco, attraversando piccoli e grandi paesi. Enogastronomia Il pranzo di Pasqua ed il banchetto di benvenuto li facciamo proprio nel cuore delle colline del Prosecco, in un’azienda nei pressi di Valdobbiadene dove a tenere banco è la buona cucina casalinga. Ed anche la cena di saluto ci vede ospiti in un agriturismo dove genuinità e tipicità della cucina completano una visita che ci lascerà bei ricordi e la voglia di ritornare.
Vicenza Inserita dal 1994 nel patrimonio Unesco è caratterizzata da una maestosa architettura che porta la firma di Andrea Palladio. Edifici eleganti rendono il centro cittadino alla stregua di uno scenario cittadino, tra questi spiccano Palazzo Le Vie Nuove - Novembre 2017
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Vi sono camperisti che durante la stagione fredda scelgono di non utilizzare il camper, quindi questi mezzi vengono lasciati fermi ed inutilizzati per qualche mese. A questi amici sono dedicati i preziosi consigli del nostro Laser per preparare l’amato mezzo ad affrontare al meglio l’inattività. La prima importante regola è di lavare bene all’esterno il camper utilizzando uno shampoo cerato (possibilmente di buona marca), che oltre a pulire assicura una buona protezione dall’aggressione di polvere ed intemperie. Stacchiamo i tergicristalli dal vetro, sollevandoli del tutto o mettendo due tappi di sughero sotto le stanghette in modo che non aderiscano, scongiurando così l’eventuale incollamento. Sarebbe buona regola lasciare il camper rimessato con le ruote sollevate da terra, quanto basta per non far gravare il peso sulle gomme per evitarne l’ovalizzazione, e questa è un’operazione semplice per chi ha un mezzo dotato dei piedini di stazionamento, un po’ più complicato invece per chi deve ricorrere a blocchi da mettere sotto il telaio. Chiudiamo bene le bombole del gas e dedichiamoci all’interno del nostro mezzo. Aiutandoci con disinfettanti antibatterici puliamo bene i mobili dentro, lasciando possibilmente gli armadi socchiusi per far circolare l’aria, poi il piano cottura, lavello e frigorifero, ed anche quest’ultimo lasciamolo aperto. Svuotiamo bene i serbatoi, disinfettando quello delle acque grigie, e vuotiamo l’impianto idrico, facendo girare un po’ la pompa con i rubinetti aperti. Pulire i sifoni per evitare ristagni d’acqua che potrebbero diventare maleodoranti e ghiacciarsi in caso di freddo intenso. La cassetta del wc deve essere pulita a fondo oliando poi le guarnizioni con appositi oli o paste, lasciando aperti valvola e tubo di scarico Le Vie Nuove - Novembre 2017
in modo da creare un ricircolo d’aria. Non lasciamo in camper alimenti deteriorabili e bottiglie con liquidi, questo perché potrebbero scoppiare con temperature al di sotto dello zero. La biancheria e gli indumenti possono essere lasciati a bordo. Dopo aver pulito i cuscini della o delle dinette rimettiamoli al loro posto ma, se possibile, lasciamoli un po’ scostati dalla parete in modo che l’aria circoli. Le guarnizioni di finestre ed oblò vanno oleate perché così si mantengono morbide evitando indurimenti e screpolature. Gli oscuranti plissettati, per non perdere la piega, lasciamoli aperti, mentre quelli lisci è meglio se avvolti per non tenere sempre in carico la molla che ne consente l’arrotolamento. Fatto tutto questo, prima di andare a casa, spegniamo la centralina in modo da togliere la corrente alla cellula. Per non perdere l’efficienza delle batterie dei servizi, se c’è la possibilità, almeno una volta al mese e per circa 48 ore allacciamoci alla corrente, diversamente stacchiamo le batterie, scollegando i cavi di alimentazione o azionando lo stacca batterie, se il mezzo ne è dotato. Un’ultima avvertenza: chi sospende l’assicurazione deve sapere che in caso di furto ed incendio, con danni a terzi, l’assicurazione non risponde, mentre la tassa di proprietà ed il bollo per il CB si pagano per intero, anche se il mezzo non circola. Buon lavoro. Laser Pag 7
Pensavo di esserci ormai abituata, dopo un certo numero di Adunate degli Alpini cui ho partecipato con il Gruppo S t o r i c o “ M I L I TA R I A 1848-1918”. E invece no. L’emozione è sempre grande, amplificata questa volta anche dal fatto che il raduno si teneva nella mia città, Saluzzo. Un’Adunata vista dal di fuori può sembrare una grande kermesse, una sfilata di centinaia di penne nere, di reduci, di bande e fanfare che sfilano per il paese a passo di marcia, di labari e di gagliardetti e di bandiere e di fasce tricolori. Ci può essere emozione, commozione, stupore... Ci può essere chi scappa al mare o al lago, definendo questa manifestazione “nazionalLe Vie Nuove - Novembre 2017
popolare”, perché non ha capito, chi si lamenta che per un giorno non può arrivare con l’auto fin dentro la porta di casa… Ma, vista “dal di dentro” è qualcosa di più. Senza fare della retorica, è “dal di dentro” che si coglie tutta l’essenza dell’“alpinità”, dei legami esistenti tra i partecipanti, quelli già consolidati dal ritrovarsi ogni anno nelle Nazionali e nelle Settoriali, e quelli nuovi che si formano nel corso del raduno. Si rinnovano amicizie e se ne fanno di nuove, ci si scambiano idee, ci si
confronta, si scherza, si beve e si canta insieme. Ti ritrovi fianco a fianco con l’alpino che hai conosciuto a Pordenone, o all’Aquila, o in altre città, ritrovi i reduci, ogni anno un po’ più stanchi, ma sempre carichi di entusiasmo, ti unisci a un coro di perfetti sconosciuti per cantare “Tranta sold…” E’ una festa, una grande festa, che però mette in primo piano quello che è stato e quello che
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continua ad essere l’impegno degli Alpini, nelle guerre e nelle attuali missioni di pace, negli interventi in caso di calamità, nell’aiutare chi ha bisogno. Ma non bisogna dimenticare che alle spalle c’è tutta la preparazione tecnica e logistica (dal definire il percorso di sfilamento, la sequenza dei partecipanti, la
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sistemazione per chi arriva da lontano, i parcheggi, la distribuzione dei pasti, gli accordi con commercianti ed esercenti, i punti di soccorso, alla messa in sicurezza del percorso e dei varchi di accesso e, non ultimo l’imbandieramento di tutta la città…) che impegna i volontari, giovani e meno giovani, fin dal momento in cui viene stabilito il luogo del raduno.
hanno portato tantissima gente a conoscere la nostra città, le sue bellezze, i suoi tesori artistici, la sua gastronomia e il territorio circostante, e mi sento di dire grazie a ci mi ha permesso di vivere questa esperienza. Alda Uberti del Gruppo storico “MILITARIA 1848-1918” di Torino, ma saluzzese.
Penso che per Saluzzo siano stati giorni belli, giorni che
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a cura di Anna Maria Luciano
Se vi trovate in Piemonte, precisamente nel vercellese, chiedendo una "panissa" vi serviranno il loro tipico risotto con fagioli e cotiche di maiale; in Liguria invece, ordinando la panissa, vi ritroverete a gustare uno sfizioso snack da piluccare come aperitivo da passeggio, una ricetta che riporta in auge la tradizione culinaria delle friggitorie di un tempo. Oggi abbiamo scelto di presentarvi proprio la nostra versione di quest'ultima, la panissa ligure, che come tutti gli street food che si rispettino, si assaggia passeggiando tra i vicoli più caratteristici delle città e dei borghi. Tremendamente gustosa, la panissa ligure è simile per gusto alla farinata di ceci, si prepara infatti con farina di ceci e acqua senza aggiunta di olio nell'impasto), da consumare fredda oppure fritta, come ve la proponiamo noi in croccanti bocconcini! Un piatto tanto povero quanto buono, che da sempre conquista con il suo gusto semplice e genuino, il suo profumo intenso e inconfondibile che mantiene le sue promesse al palato. Come
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molti piatti della tradizione, anche la panissa ligure nasce come pasto frugale ma sostanzioso per diventare ai giorni nostri uno sfizio goloso. Per realizzare la panissa ligure iniziate setacciando la farina di ceci all’interno di una ciotola capiente, poi aggiungete il sale, aggiustate di pepe e versate a filo l’acqua mescolando la farina con una frusta in modo da evitare la formazione di grumi Una volta terminato di versare tutta l’acqua e quando il composto risulterà omogeneo, trasferitelo in un tegame (l’ideale sarebbe cuocere la panissa in una pentola di rame ma anche una di acciaio andrà bene), cuocete il composto a fuoco basso mescolando di continuo con la frusta fino a quando non otterrete un impasto più sodo, a questo punto sostituite la frusta con il cucchiaio di legno e proseguite a mescolare finchè il composto non si staccherà dalle pareti, ci
vorranno circa 80 minuti di cottura. A cottura ultimata, oleate uno stampo rettangolare da 23 cm x 10 cm (tipo quello da plumcake) e versate all’interno il composto cotto, pressatelo e livellate la superficie con il dorso di un cucchiaio. Quando il composto si sarà raffreddato, ricoprite lo stampo con la pellicola per alimenti e lasciate rassodare per circa 2 ore in frigorifero. Trascorso il tempo di riposo rovesciate lo stampo su un tagliere, estraete la panissa che deve risultare ben compatta e tagliatela prima a fette e poi a cubetti da circa 2-3 cm. A questo punto potete passare alla frittura: scaldate in una pentola l’olio di semi e quando raggiungerà i 170° immergete i cubetti di panissa per circa 5 minuti o fino a quando non risulteranno dorati. Scolate la panissa fritta con una schiumarola e trasferitela su un vassoio rivestito di carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso. Servite la panissa ligure ben calda.
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L’ u l t i m a t i p i c a f r i g g i t o r i a savonese si trova in Vicolo dei Crema, nel bel mezzo di un “caruggiu”, dove si respira un’aria di altri tempi. Qui i Savonesi vanno a comprare le “fette” ben calde e cosparse di sale, cioè la panissa tagliata a fette sottili ma non troppo, ben fritte, e le consumano passeggiando per i vicoli della città.
La panissa si può anche preparare a tocchetti in insalata, con cipolle fresche e rosmarino, condita con pepe oppure aceto ed accompagnata da un buon bicchiere di vino bianco fermo delle colline savonesi: Lumassina, Vermentino o Pigato.
L’Assemblea Generale 2017 del Camper Club Etruria si terrà il giorno 25 novembre a Castelnuovo Don Bosco (AT), presso la Sala del Comune in via Roma. Per l’occasione verrà organizzato un raduno di più giorni nei quali effettueremo visite ai luoghi e parteciperemo alla fiera del tartufo organizzata proprio quel fine settimana. Tenetevi liberi, è importante esserci, infatti quest’anno l’Assemblea assume particolare importanza in quanto scade il mandato per l’attuale Direttivo e dobbiamo nominarne uno nuovo. Con l’occasione si ricorda che chi volesse presentare la propria candidatura lo può fare inviando una mail al Camper Club con la quale manifesta la propria volontà. Programma con il camper Venerdì 24 Arrivo Sabato mattina Giro del Colle di Vezzolan e visita ad una Cantina Pomeriggio Assemblea Sera Cena Sociale Domenica Fiera del Tartufo Nota All’area dove saremo ospitati non c’è possibilità di carico ed allaccio alla rete elettrica, mentre nelle vicinanze si può scaricare. Assemblee Sabato 24 novembre Ore 14:30 Assemblea del Direttivo Ore 16:30 Assemblea Generale Ordine del Giorno Assemblea Generale 1 - Relazione del Presidente 2 - Approvazione Bilancio Consuntivo 2017 3 - Approvazione Bilancio Preventivo 2018 4 - Dimissioni del Direttivo 5 - Elezione nuovo Direttivo 6 - Attività 2018 7 - Varie ed eventuali Le Vie Nuove - Novembre 2017
Sabato sera a Cena Il menù prevede: • • • • • • • • •
Affettati misti Peperoni con Bagnacauda Barchetta con fonduta al Tartufo Agnolotti di magro burro e salvia Brasato all’Albugnano Patate Dolce Acqua e Vino Caffè
Costo €. 25,00 a persona
L’Assemblea è libera per tutti gli iscritti, e quindi per partecipare non c’è bisogno di avvisare nessuno, mentre chi viene in camper al raduno, e chi intende rimanere insieme alla cena del sabato sera, è pregato di avvisarci per e-mail a info@camperclubetruria.it o con una telefonata al numero 331.7450232 Ritrovo Camper N 45°02’31.162 E 7°57’29.15” Pag 11
Gavi: il Forte, la cucina e il vino Cortese a cura di Anna Maria Luciano
Dal 20 al 22 ottobre 2017 Gavi, un centro del basso Piemonte, più ligure che piemontese, ci accoglie nel pomeriggio di venerdì nello spiazzo antistante l'Osteria del Molino. Sabato mattina iniziamo di buon'ora con la visita alla cantina “Produttori del Gavi”. La sua nascita risale al 1951 grazie alla felice intuizione di
25.000 q.li di vino DOCG. I comuni interessati sono 8, oltre a Gavi e da questo si intuisce che i terreni di coltivazione della vite sono collocati in un'ampia zona, con conseguente diversificazione del prodotto. La signora Orietta, bella donna molto preparata e gentilissima, ci accompagna durante la visita e ci illustra i vari passaggi della produzione.
10 soci fondatori e alla disponibilità di uve bianche di varietà Cortese. Attualmente i soci sono circa 100, con una produzione di
Nell'ampio spazio antistante la cantina arrivano le uve, già divise per gradazione, che vengono pesate e successivamente scaricate
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nelle vasche. Nei primi anni la cantina aveva una vasca soltanto e, nel periodo di maggior afflusso, la coda dei trattori conferenti era lunga circa un chilometro (iniziava a Gavi) e durava dalle 9 di sera fino al mattino successivo. Orietta ci racconta che tutte le aziende aderenti sono state ereditate dalle famiglie e quindi si respira un forte senso di appartenenza. Pertanto si tiene sempre uno sguardo al passato, non perdendo di vista l'esperienza tramandata, ma con uno sguardo aperto al futuro, non disdegnando le moderne tecnologie. Pertanto si pratica “Una moderna tradizione”. Altra curiosità: personaggi famosi hanno investito nel territorio del Gavi e tanto per citarne due... Diego Abatantuono ed Eros Ramazzotti. Dopo il gossip procediamo con la visita alla cantina e passiamo in mezzo a numerose e gigantesche cisterne dove il mosto diventa vino. A questo punto, dopo essere transitati nel punto vendita dove fanno bella mostra di sé Pag 12
le preziose bottiglie, passiamo all'assaggio del famoso Gavi accompagnato da una deliziosa focaccia... ovviamente di Gavi pure lei. Nel punto vendita troviamo il vino prodotto in cantina, ma anche altri vini. Orietta ci spiega che la cantina non vinifica vino rosso per scelta, però ce l'ha in rivendita sia sfuso che in bottiglia. Il Gavi DOCG viene prodotto con l'uva coltivata nei vigneti di Gavi (cortese Piemonte o dell'alto Monferrato) e non è addizionato di anidride carbonica. Il Divino e il Brio (sempre da vitigno cortese) hanno questi nomi perché le uve sono coltivate da produttori che hanno le terre aldilà del confine di Gavi. Il Brio è un vino frizzante, mente il Divino è un vino fermo. Un pochino allegri per gli assaggi, recuperiamo energia e ci arrampichiamo sulla collina fino a raggiungere il maestoso forte che si erge su una rocca naturale a strapiombo sul borgo antico di Gavi. Dal 1946 la soprintendenza ha in consegna il forte e vengono attuate delle opere di restauro che riportano alla luce cannoniere, fuciliere, bastioni, realizzando una grande sala congressi per 130 persone, servizi, caffetteria. Andrea (ingegnere e v o l o n t a r i o dell'Associazione Amici del Forte) ci accompagna durante la visita e ci racconta la storia Le Vie Nuove - Novembre 2017
antica di questo luogo che ci affascina e incuriosisce. La visita è molto interessante e ci permette di immaginare la vita all'interno del forte nel periodo della Prima Guerra Mondiale, quando fu adibito a carcere. Nel cortile della parte bassa del forte affacciano le vecchie celle in cui venivano stipati i prigionieri di guerra, le celle di punizione per i prigionieri che tentavano la fuga e il bar. In fondo al cortile si trova quella che fu la chiesa del forte che, durante l'utilizzo come carcere, venne adibita a locale per la doccia; ci sono ancora le canaline scavate nel pavimento che servivano per far defluire l'acqua. Al piano superiore ci sono i locali che erano adibiti alla mensa e all'infermeria. E' molto interessante il racconto che Andrea ci fa rispetto alle celle di punizione.
Infatti si tratta di locali completamente bui, le cui finestre sul cortile sono visibilmente murate. I
prigionieri che tentavano la fuga venivano rinchiusi in questi locali per 15 giorni, uscivano all'aperto per 1 giorno, rientravano per altri 15 e così via, fino allo sconto della pena. Queste celle erano chiamate ghiacciaia. Emblematico è il racconto della storia di Micky Barr, giovane e bell'atleta di rugby australiano che fu fatto prigioniero e tentò la fuga più volte senza mai riuscire. Passò molto tempo nella ghiacciaia, ma si salvò comunque dopo la guerra e visse ancora molti anni. Siamo stati anche nella polveriera, che fu costruita in luogo non idoneo perché umido; pertanto la polvere da sparo doveva essere periodicamente spostata all'esterno per farla asciugare e ciò richiedeva tempo e fatica. Successivamente il locale è stato adibito a camera mortuaria. Dall'alto del forte si può godere di una vista stupenda, ce l'hanno detto gli amici che ieri erano già quassù e noi ci crediamo. Oggi c'è la nebbia e la vista spazia davvero poco! Peccato! Scendiamo dal forte attraverso una scorciatoia e ci gustiamo il pranzo in camper. Nel primo pomeriggio risaliamo la collina fino a raggiungere i vigneti. La comitiva è allegra e chiacchierona e non mancano i discorsi seri, semiseri e molto divertenti. La passeggiata si snoda dapprima in salita e poi quasi in piano; si passa dal bosco al vigneto e viceversa e, Pag 13
in scena Patrizia, una di noi per intenderci, e prende parte attiva all'ultima fase della lavorazione. Segue un assaggio di ravioli passati nel forno per la pizza e li gustiamo come una piacevole sorpresa, annaffiandoli con un assaggio di Gavi doppia G. E' giunta l'ora della cena e ci avviamo ai tavoli carichi di appetito. Alle 9,30 di Domenica mattina, ci aspetta la guida per il tour della città.
a parte la terra molto asciutta dopo mesi di secca totale, ci possiamo godere il giallo delle foglie di vite che brillano sotto il pallido sole... sole che prova a far capolino tra la prima nebbiolina autunnale e a tratti ci riesce pure! Altra discesa verso Gavi per prepararci alla prossima avventura: un laboratorio di ravioli di Gavi. Alle 18,30 il signor Antonio dell'Osteria del Mulino ci aspetta per un laboratorio in cui ci illustrerà la preparazione dei ravioli di Gavi, che vengono serviti nel suo locale. Sul tavolo da lavoro troviamo ben quattro tipi di carne e il signor Antonio ci illustra e ci mostra i pezzi con orgoglio, ci spiega la cottura di ciascun tipo e non smette di sorridere, fiero della tradizione che ci sta proponendo. Oltre alla carne vediamo in bella mostra un cespo di scarola e un mazzolino di maggiorana. La scarola verrà sbollentata e poi tagliuzzata, mentre la maggiorana verrà spezzata insieme ad un po' di pane sbriciolato. Le Vie Nuove - Novembre 2017
Tu t t i q u e s t i i n g r e d i e n t i andranno a formare il ripieno dei ravioli. Per la pasta si usa farina OO e uova in proporzione. Dopo la spiegazione teorica, dal frigo esce il ripieno già preparato in precedenza e il signor Antonio inserisce nel macchinario apposito il necessario per impastare e, dopo poco tempo, vediamo uscire delle lunghe fasce di pasta pronta per essere riempita. La fase successiva vede l'uscita dei ravioli... sono perfetti e sono solo più da staccare l'uno dall'altro. A questo punto entra
Si chiama Angela ed è originaria della Sicilia, ma abita a Gavi da quando aveva sei anni. Ne parla come se fosse nata qui e si percepisce che la conosce bene, che si sente a casa. La incontriamo in centro e qui inizia il suo racconto. Il paese di Gavi è uno dei più pittoreschi della provincia di Alessandria, conta circa 5.000 abitanti e si trova sulle rive del torrente Lemme, affluente del torrente Neirone. Sulle rive di questi corsi d'acqua è possibile intraprendere passeggiate naturalistiche alla scoperta di
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piccole cascate. Un sentiero da percorrere a piedi è quello detto della “Stradella del Forte”, che conduce appunto al forte situato sul Monte Moro, che domina la cittadina dall'alto. Qui è anche possibile praticare arrampicata. Il percorso di visita inizia nel porticato posteriore della Chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore e qui Angela ci parla della storia di Gavi, che abbiamo già sentito in parte ieri al Forte e di cui abbiamo già raccontato nello scorso numero di Le Vie Nuove. Sentendo la storia molto complessa di queste terre, fatta di passaggi, di scambi, di supremazie alternate nel corso dei secoli, si può ben intendere il motivo per cui i Gavesi si sentono tutt'ora liguri e non alessandrini. Gavi si chiamava Gavi Ligure ma, così come altri comuni, perse il Ligure e rimase solo Gavi. Nei dintorni soltanto Novi Ligure ha mantenuto il nome completo. Il Vescovo di Gavi è quello di Genova. Svoltando l'angolo possiamo Le Vie Nuove - Novembre 2017
vedere che la chiesa e il comune sono vicini. La nostra passeggiata continua fino a raggiungere l'ultima delle quattro porte di accesso alla città rimasta intatta “Il Portino”, risalente al XII secolo. Gavi è una città di impianto medioevale che è stato mantenuto con forma triangolare all'interno dell'ansa del fiume Lemme, così come è città romana la vicina Libarna. Arriviamo poi alla chiesa di San Giacomo, di impianto romanico. La prima cosa che ammiriamo è lo splendido portale d'ingresso che si è mantenuto intatto. La leggenda narra che il diavolo si oppone alla costruzione della chiesa ma, con l'aiuto di Dio, la sua realizzazione termina nel giro di una notte. Il rosone centrale non è un cerchio perfetto ma, come ben si sa, non si poteva fare diversamente perché nel medioevo la perfezione era solo di Dio. Entriamo all'interno e Angela ci spiega che nel 900 un sacerdote rimosse molti dei
marmi che rivestivano le pareti. E' stato un danno, ma nello stesso tempo un atto dagli effetti positivi, poiché ci ha restituito la chiesa nel suo aspetto originale. I blocchi di arenaria ben evidenti rilasciano un colore abbastanza luminoso anche in giornate buie. La nostra guida ci fa notare le colonne con ricchi capitelli... che sono storte. Nel 600 la chiesa viene alzata aggiungendo un livello e vengono inserite le vetrate. Aumenta quindi il carico, ma la chiesa è ben costruita e riesce a reggere il peso, sopportando anche un terremoto. Vicino all'ingresso vediamo un affresco che ritrae una Madonna, che protegge la comunità. E' del XIV secolo ed è di scuola lombarda. Ammiriamo anche un organo notevole che ha dei registri diversi, che permettono di suonare le operette. Da qui si deduce che la chiesa svolgeva anche un ruolo sociale e veniva utilizzata, oltre che per scopi religiosi, anche in sostituzione del teatro mancante. Tornando fuori alziamo gli occhi al cielo e ammiriamo il campanile ottagonale, anch'esso di forma irregolare. Angela ci guida ancora per un breve tratto e ci fa notare i bei palazzi dipinti appartenuti ai genovesi, che coltivavano i terreni intorno. Dall'ottocento in poi sono diventate case di vacanza. In una delle vie possiamo notare dei palazzi che ci ricordano Via Garibaldi a Genova. Prima di concludere la visita, la nostra guida fa un breve cenno allo scandalo del metanolo, che fu un momento di confine Pag 15
tra una storia vecchia e la storia nuova, fu un momento di scelta, scelta di qualità che portò a lavorare con
impegno e con fatica sul DOC e sul DOCG. Il pioniere di questa avventura fu Giorgio Soldati dell'Azienda
Agricola “La Scolca”, che ha lanciato il vino all'estero. Tutto il resto è venuto dopo.
Domenica 27 agosto si è tenuta la 5° edizione dell’evento “DI GAVI IN GAVI”. La manifestazione è promossa dal Consorzio Tutela del Gavi per valorizzare il territorio in cui nasce il Gavi Docg, il Grande Bianco Piemontese. Quest’anno l’evento ha avuto come testimonial Carlo Cracco, il celebre Chef chiamato a esplorare le corti del Borgo e giudicare i migliori abbinamenti tra vino e cibi del Gavi. I Wine & Food lovers cui è dedicata la manifestazione hanno potuto quindi degustare le specialità degli 11 Comuni della denominazione.
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Programma Il raduno si svolge dal 28 dicembre 2017 al 3 gennaio 2018 28 dicembre
29 dicembre
30 dicembre
31 dicembre
1 gennaio 2 gennaio
3 gennaio
Arrivo e sistemazione equipaggi Presentazione Raduno Cena di benvenuto Passeggiata sulle scogliere Lecce – Visita guidata a Lecce con sosta per Pizzata salentina e visita di Lecce in notturna Visita di Gallipoli Pranzo a Porto Cesareo Serata danzante Santa Maria di Leuca e ritorno attraversando uno dei più belli e suggestivi tratti di costa Pomeriggio dedicato alla preparazione per il Cenone di Capodanno Cenone con veglione in attesa della prima alba dell’anno in Italia Otranto – Messa e visita alla città Serata danzante Galatina con visita a Santa Caterina d’Alessandria Degustazione presso Azienda Oleovinicola Cena d’arrivederci e Saluti Fine raduno, Buon anno e… alla prossima
Il luogo che ci ospita è la bella ed attrezzata area sosta dell’Hotel Solara di Conca Specchiulla, a ridosso di incantevoli scogliere, baie, falesie ed a pochissimo da Otranto.
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LECCE Lecce è il capoluogo di provincia più orientale d’Italia, architettonicamente marcata dallo stile barocco, che la caratterizza in modo univoco. La città nel tempo è diventata un vero e proprio laboratorio della lavorazione della pietra leccese, un calcare malleabile e adatto per la lavorazione con lo scalpello. Il tessuto urbano è dominato dall’architettura barocca, con linee austere dei suoi palazzi nobiliari che sono segni incantevoli di edilizia civile in stile liberty, testimonianze messapiche e precristiane e vestigia romane di epoca imperiale.
GALLIPOLI La città si divide in borgo nuovo e borgo antico. Il centro storico di Gallipoli è praticamente un’isoletta collegata alla terra ferma da un ponte in muratura. Da non mancare una visita tra gli antichi palazzi e chiese in stile barocco, costruita dai greci come una sorta di labirinto dove tutte le stradine s’incrociano l’una nell’altra, tra le case dalle mura bianche e cornicioni azzurro intenso, tracciando percorsi che conducono tutti alle mura della città. SANTA MARIA DI LEUCA Santa Maria di Leuca è un centro balneare e peschereccio che sorge laggiù dove finisce la terra, e dove da sempre si crede che il Mare Adriatico e il Mar Ionio si incontrino. Ci troviamo all'estremo lembo d’Italia, in questa vera e propria perla incastonata in un tratto di costa alternato da scogliere e piccole calette di sabbia. Al ritorno percorreremo uno degli itinerari litorali più belli e suggestivi in assoluto. OTRANTO Ci troviamo nel punto più ad est dello stivale, in quella che viene definita la città dei Martiri, un vero e proprio gioiello del Salento, un territorio pieno di spiagge caraibiche, un luogo ricco di storia, arte, cultura. GALATINA E’ il terzo centro più importante della provincia di Lecce, ricca di palazzi e chiese di notevole pregio, dove domina il caratteristico barocco leccese. Tra le Chiese spicca Santa Caterina d’Alessandria, realizzata negli anni 1384-1391 in stile gotico-romanico, con all’interno una grande ricchezza di affreschi, tra i quali risaltano, per fantasia e narratività, alcune “allegorie” e le scene dell’Apocalisse; per eleganza gotica si fanno apprezzare alcuni particolari del “Transito”, della “Pietà” e le “Storie di Santa Caterina”. Il programma potrebbe subire piccole variazioni non dipendenti dalla volontà del Camper Club Etruria Le Vie Nuove - Novembre 2017
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COSTI per CAMPER
Per equipaggio (2 persone ed 1 camper) Con assicurazione polizza rinuncia Ogni persona aggiunta Con assicurazione polizza rinuncia
€.
565,00
€.
594,00
€.
226,00
€.
339,00
COSTI per HOTEL
Per stanza (2 persone) colazione e ½ pensione Con assicurazione polizza rinuncia Per stanza (2 persone) colazione Con assicurazione polizza rinuncia
€. 1.035,00 €. 1.087,00 €. 900,00 €. 945,00
I costi comprendono: Area Camper o Hotel per 6 notti Borsa di benvenuto Cena di benvenuto Pizzata a Lecce Degustazione in azienda oleovinicola Pranzo a Porto Cesareo Cenone di Capodanno Veglione con musica dal vivo Cena di arrivederci Pullman per escursioni Guida qualificata per escursioni Musica e ballo nelle serate libere Mance Siae I costi non comprendono: Tutto quanto non indicato alla voce “I costi comprendono” TEMPI E MODALITA’ DI ISCRIZIONE E PAGAMENTO Le iscrizioni sono aperte dal 10 novembre e si chiudono il 10 dicembre 2017 L’iscrizione sarà ritenuta valida a tutti gli effetti solo a ricezione del pagamento Stipula Assicurazione – Polizza rinuncia per motivi di salute Coloro i quali intendono usufruire della polizza rinuncia debbono effettuare il pagamento entro il 30 novembre 2017 e comunicare il Codice Fiscale di tutti i membri dell’equipaggio. Regolamento di penale Si fa presente che in caso di rinuncia al raduno la quota verrà restituita solo se l’organizzazione avrà la possibilità di sostituzione dell’equipaggio rinunciatario entro i limiti utili. Coordinate bancarie CAMPER CLUB ETRURIA – Unicredit Cerveteri - IBAN IT 06 B 02008 39030 000103569891 A versamento effettuato inviare copia all’indirizzo mail info@camperclubetruria.it Come raggiungere l’Hotel SOLARA Da Nord: Autostrada sino a Bari, quindi superstrada Bari – Lecce, a Lecce prendere la tangenziale est e da qui l’uscita per San Cataldo. A San Cataldo proseguire sulla litoranea salentina per circa 30 Km in direzione Otranto proseguire sulla litoranea salentina per circa 30 km in direzione “Otranto” Le Vie Nuove - Novembre 2017
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L’area di sosta camper del Comune di Niardo, in provincia di Brescia, realizzata grazie al Bando APC “I Comuni del Turismo in Libertà”, si trova nel cuore della Valcamonica, punto di riferimento ideale per tutti quei camperisti che vogliano immergersi nel verde di una delle valli più estese delle Alpi centrali. L’area si estende su una superficie complessiva di 1.000 mq, all’interno dei quali sono collocate 20 piazzole per la sosta dei camper. La struttura è dotata di tutti i servizi base per consentire un soggiorno comodo e adeguato alle esigenze dei camperisti: sono presenti tre colonnine per il rifornimento elettrico, due pozzetti di scarico, servizi igienici e due docce. Un’ampia area verde, spazi destinati al picnic, ai giochi per i bambini e un campo da beach volley completano i servizi offerti da questa struttura ricettiva.
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Dall’area di sosta di Niardo, strategicamente ubicata dal punto di vista turistico, si può agevolmente accedere a diverse mete di interesse storico, artistico, culturale e naturalistico: la casa natale del Beato Innocenzo, il Centro Camuno di Studi Preistorici, la Chiesa di San Giorgio, il rifugio Sambuco in Val Camonica e il Parco Archeologico del Santuario di Minerva a Breno. Indirizzo: Via Crist, bivio per Losine – Niardo (BS) Per info: Cell. 334 9003069 – 335 273512 www.areadisostavallecamonica.it
A cura di APC - Associazione Produttori Caravan e Camper
http://www.associazioneproduttoricamper.it
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Ordine Obertengo dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi Tratto dalla pagina facebook dell’Ordine
Nel 1973 alcuni insigni e lungimiranti amanti dei Ravioli e del Cortese di Gavi fondavano, su iniziativa di Carletto Bergaglio (in realtà Giuseppe, detto Carletto, detto anche Rocchin o anche Carulli) farmacista, gastronomo e storico del territorio, l’Ordine dei Cavalieri del Raviolo e del Cortese di Gavi. L’Ordine aderisce alla F.I.C.E. (Federazione Italiana delle Confraternite enogastronomiche cui partecipano oltre 300 associazioni). Aderisce, altresì, alla CEUCO (Confederazione Europea delle varie confraternite italiane, spagnole, francesi, greche, ungheresi e lettoni). Obiettivo dell’Ordine: promuovere il territorio e la
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gastronomia gaviese, in particolare i ravioli, che la leggenda (supportata da diverse "coincidenze storiche") racconta essere nati proprio a Gavi, nella locanda del pedaggio della famiglia "Raviolo" ed il vino bianco DOCG Gavi, primo bianco "secco", in ordine di tempo, ad ottenere la docg in Piemonte. Si ricordano altri manufatti gastronomici, che raggiungono il top del gusto, quali l'amaretto, che viene offerto da parecchi produttori artigianali Gaviesi e la "testa in cassetta" che, a detta dei buongustai, a Gavi raggiunge una prelibatezza quasi unica nel territorio dell'Oltregiogo Genovese.
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Questa storia racconta del giardino di un Castello... e dunque non poteva che incominciare in questo modo... C'era una volta... un bellissimo Castello juvarriano,detto il Castello di Re Carlo Alberto di Savoia, Re di Piemonte e Sardegna, che è il personaggio sabaudo più legato al luogo. Il giardino di questo Castello è qualcosa di più di un semplice giardino. E' magico. Sembra vivo. Io ho avuto la fortuna di frequentarlo fin dalla tenera età e mi ricordo dei giochi più semplici, che con un po' di fantasia diventavano giochi fantastici, come ad esempio l'arrampicarsi sui rami dell'albero secolare, un lauroceraso, insieme a mia sorella e alle figlie dei proprietari del Castello e poi restare con le gambe penzoloni ridendo come ridono solo i bambini. O mi ricordo delle due tartarughe centenarie, che sembrava facessero una ronda continua al prato del giardino.
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O ancora, di aver avuto la fortuna di giocare, io bambino e lui scrittore affermato, insieme a Nuto Revelli, che andava lì in vacanza a scrivere. A distanza di molti anni ho avuto la fortuna di andare a presentare un mio libro in quel giardino, che aveva ospitato molti personaggi, come appunto Nuto Revelli o il filosofo Alessandro Galante Garrone e, nel passato, il Re Carlo Alberto di Savoia che andava a trascorrervi le vacanze. E poi quel giardino, con i suoi alberi, le sue rose, addirittura con una palma, sembra davvero magico. Sembra che partecipi anch'esso, che segua con attenzione ogni evento. Sembra che gli alberi si lascino coinvolgere nei dibattiti, che guardino e ascoltino in rispettoso silenzio e, qualche volta, un timido refolo di vento faccia partire dalle loro fronde come un timido applauso.
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di Patrizia Boaglio
E' una pianta perenne. Le foglie (che sono la parte commestibile) sono pieghettate e si aprono proprio come un ventaglio, con i bordi ricamati da una dentellatura uniforme e perfetta: sono veramente belle da vedere!
fiori di primula, si ottiene una tisana calmante che concilia il sonno.
L' alchemilla prospera nei pascoli, dove forma estese praterie, e lungo le sorgenti, da 800 a 3000 m di altitudine.
Conosciuta già dai medici arabi, era da questi denominata “Alche-melych”, perchè gli alchimisti ne facevano largo uso; al mattino raccoglievano le goccioline che si formavano sulle foglie per il fenomeno della guttazione (eliminazione dell'acqua in eccesso da parte della pianta) e con esse preparavano le loro pozioni, tra cui l'elisir di lunga vita.
E' un'erba molto nutriente per il bestiame; il latte delle mucche che si cibano di essa dà una quantità di burro notevolmente superiore. Si raccolgono le foglie tenere, che si consumano in insalata miste ad altre erbe; molto indicate anche nelle frittate e nelle minestre.
L'infuso di foglie secche pare sia un ottimo sostituto del the.
Il sacerdote ed erborista svizzero Kunzle, all'inizio del XX secolo, ha dimostrato l' efficacia dell'alchemilla nell'alleviare i dolori premestruali.
Con alcune foglie di alchemilla e l'aggiunta di
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L’area sosta camper Area Sosta Camper Abruzzo, a Prati di Tivo (GranSasso) sul versante nord del Corno Grande in Abruzzo, è fatta su misura per il camperista italiano, dell’Europa e del mondo. L’area, costituita da un parco di circa 1000 mq, con zone ombreggiate, offre al camperista la riservatezza e la quiete indispensabili per una piacevole sosta. Area Sosta Camper Abruzzo è situata a soli 500 mt dalla stazione Prati di Tivo operativa in stagione estiva ed invernale, nel cuore del suggestivo Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga… MARE E MONTAGNA IN UN SOLO COLPO!! Siamo ad appena 30 min dal litorale Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica, Rosetto, S.Benedetto ..!! Ideale per un soggiorno MARE E MONTAGNA !!
Sostare con il camper da Area Sosta Camper Abruzzo consente di godersi una vacanza ottimale , usufruendo di: * Sosta camper in piazzole individuali * Servizi acqua-luce-scarico * Servizi igienici collettivi con bagni, docce, punti lavaggio * Servizio lavanderia a gettoni * Area pic-nic e barbecue riservata agli ospiti * Area giochi per bambini * Noleggio bici * Servizio navetta su richiesta …il tutto accompagnato da un caloroso clima che sa offrire una struttura montana come quella che Area Sosta Camper Abruzzo sa dare!!
Sito: www.areasostacamperabruzzo.it Mail: ospitalita@areasostacamperabruzzo.it Disponibili i pacchetti promozionali per Ottobre e Novembre A disposizione per qualsiasi informazione o richiesta Hotel MIRAMONTI formula village Località: Prati di Tivo 64047 Pietracamela (TE) Tel.: 0861 959621 Cell. 345 2598055
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Peperoni alla siciliana Ingredienti per 4 persone: 1 peperone rosso 1 peperone giallo 20/30 capperi sotto sale ¾ filetti di acciuga sott’olio 20 olive nere (meglio se denocciolate) 20 olive verdi (meglio se denocciolate) Pane grattugiato Olio extra vergine pepe qb Esecuzione: Spelare i peperoni (noi li massaggiamo con l’olio e li passiamo in forno ventilato a 180°, appena vediamo che la pellicina esterna prende colore e si ragrinza li tiriamo via e li mettiamo in una busta di carta del pane ben chiusi e quando si sono intiepiditi li spelliamo e li priviamo dei semi e dei filamenti bianchi) ed affettarli a striscioline di circa 1/1,5 cm. Intanto in una ciotola prepariamo un impasto tritando i filetti di acciuga, i capperi che avremmo dissalato in acqua e le olive, amalgamando il tutto con poco olio. Ora in una pirofila alterniamo uno strato di peperoni a filetti con l’impasto di acciughe olive e capperi e una spolveratina di pepe. Continuare così fino a terminare gli ingredienti, per ultimo cospargiamo con il pane grattugiato. Mettiamo in forno a 180° per circa 20/25 minuti, fino a quando non si saranno ben gratinati. Non consigliamo il vino, ma è un ottimo contorno per il pollo arrosto!!! Vino consigliato: un ottimo Ribolla Gialla, freddo ovviamente.
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TMa quanto gas c’è ancora nella bombola? Si chiama Truma LevelControl l’ultima novità in casa Truma. E’ un misuratore di livello del gas nelle bombole del nostro camper e lo trasmette allo smartphone o al tablet, grazie alla Truma App. Si, avete capito bene, consultando il telefonino o il tablet si può sapere con precisione il gas rimanente nella bombola, in percentuale ed in chilogrammi, evidenziando anche l’autonomia residua. Ma vediamo nel dettaglio come funziona. Il Truma LevelControl è un apprecchio grande più o meno come il telecomando di un televisore, calamitato, da porre sotto la bombola, ovviamente solo quelle in acciaio o alluminio. E’ alimentato da due batterie mini stilo da volt 1,5 e tramite bluetooth trasmette il segnale ad un’unità centrale, Truma iNet System, che a sua volta invia l’informazione all’App, sul telefonino ed al tablet. Il Truma iNet System è un’apparecchiatura che consente anche di controllare il riscaldamento Combi, un condizionatore Aventa ed il livello del
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gas nella bombola. Molte case produttrici montano di serie questa unità centrale, diversamente occorre installarla per poterci collegare il Truma LevelControl.
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Le nostre ricette Bucatini piccanti Una ricetta veloce per un primo gustoso. Ingredienti per 4 persone •
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350 gr di bucatini 150 gr di pomodori maturi o passato 2 peperoni gialli (anche sott’olio) 12 olive nere 12 olive verdi mezza cipolla prezzemolo aglio peperoncino olio sale pepe
Relax Sei così bella che stento a tenere gli occhi sul tassametro. (Woody Allen) Affittasi campeggio in Val di Tenda. (Fichi d’India) Quanto ho sofferto quando ho saputo che l’inventore dell’alta fedeltà è cornuto. (Marcello Marchesi) Se Colombo avesse convocato un’assemblea consultiva sarebbe probabilmente ancora fermo al molo. (Arthur Goldberg)
I guai sono come i fogli di carta igienica: ne prendi uno, ne vengono dieci. (Woody Allen)
Affettate mezza cipolla e uno spicchio d’aglio, fateli soffriggere con 4 cucchiai di olio. Tagliate i peperoni a listarelle (sbucciateli se sono freschi), passateli alla fiamma ed uniteli ai pomodori a pezzetti. Salate, coprite e cuocete aggiungendo un po’ d’acqua se necessita. A cottura finita aggiungete un cucchiaio di prezzemolo tritato, le olive snocciolate ed il peperoncino intero. Lessate i bucatini, scolateli e conditeli con il sugo che avete preparato. Buon appetito.
Certo che la fortuna esiste. Altrimenti come potremmo spiegare il successo degli altri? (Jean Cocteau) Dio, dammi un assegno della tua presenza! (Marcello Marchesi)
Essendo un filosofo, ho un problema per ogni soluzione. (Robert Zend) Il matrimonio è una decisione che dimezza i diritti e raddoppia i doveri. (Arthur Schopenhauer)
Democrazia significa semplicemente colpi di randello dalla gente per la gente. (Oscar Wilde)
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