Le Vie Nuove Notiziario del Camper Club Etruria Luglio 2019
Sommario
Le Vie Nuove
I miei primi quarant’anni
pag. 3
L’eccellenza non basta
pag. 4
Mons - Vallonia
pag. 5
Direttore Responsabile Giorgio Raviola
Educazione e rispetto
pag. 7
Fumone
pag. 9
Direttore Editoriale Beppe Tassone
Scorrano - Le luminarie
pag. 10
E la finestra del camper sembrava…
pag. 12
Anziano ci sarai
pag. 13
Assemblea generale
pag. 14
A spasso tra Lucania e Puglia
pag. 16
La Fiera di Parma
pag. 19
“No alla plastica”
pag. 21
Tagliatelle “In attesa di mare”
pag. 22
Sentirsi a casa propria in tutt’Italia
pag. 23
Notiziario del Camper Club Etruria Luglio 2019
Redazione Roberta e Fabrizio Laser Editore Camper Club Etruria
Affiliato
Aderente
Camper Club Etruria Sede:
Via Prato Maremmano 24 00052 CERVETERI (RM)
Cell.: 331.7450232 Sito: www.camperclubetruria.it E mail: info@camperclubetruria.it Facebook: Camper Club Etruria
In copertina La Cattedrale di Trani Le Vie Nuove - Luglio 2019
Notiziario distribuito ai Soci del Camper Club Etruria
Amici e lettori vorrei festeggiare con voi una ricorrenza per me importante: i miei primi quarant’anni. Non è uno scherzo, festeggio per davvero quegli anni lì, ma da camperista. Era proprio il 1979 quando ritiravo il mio primo camper, un mezzo fatto allestire su meccanica Ford Transit, usato, piccolo, color giallo daytona, non tanto bello a vedersi, ma per noi, Teresa, Giorgio e la piccola Manuela, era una reggia viaggiante. E’ l’anno in cui l’Italia lotta ancora contro il terrorismo; in Europa entra in vigore lo SME - Sistema Monetario Europeo e si tengono le prime elezioni a suffragio universale del Parlamento Europeo; Stati Uniti ed Unione Sovietica siglano il SALT II, un accordo che limita l’impiego di armi nucleari. Nello sport Pietro Mennea stabilisce il record del mondo nei 200 metri piani e la Ferrari con Jody Scheckter vince il titolo mondiale piloti, cosa che non si ripeterà fino al 2000. C’era grande fermento, ma soprattutto imperava la certezza di futuro, il lavoro non mancava ed i lavoratori si sentivano ancora importanti e tutelati. E noi col camper giallo, così lo chiamavamo, inebriati, dopo tende e roulotte, iniziavamo la nostra lunga avventura nel fantastico mondo del turismo itinerante, passione ancora ben presente, viva, che tanta parte ha avuto ed ha nella nostra vita. Ovviamente, da tempo, il camper giallo è entrato a far parte dei ricordi belli, piacevoli, ai quali se ne aggiungono sempre tanti altri. Ciò che sembra mancare oggi è proprio la speranza in un futuro degno di essere vissuto. Sono di questi giorni i dati statistici che ci dicono di un turismo in calo per l’Italia. Una notizia che lascia esterrefatti per un paese come il nostro che, come ripetiamo fino alla nausea, è ricca di eccellenze, a partire dall’enogastronomia per arrivare ad arte, cultura, storia, monumenti, moda , ma soprattutto capacità ed ingegno. E’ significativo il fatto che l’Italia vanti il maggior numero di siti tutelati dall’Unesco affinché vengano conservati, bene e giustamente mostrati per consegnarli ai posteri quali testimonianze di antiche genialità. E’ semplicemente vergognoso tutto questo. Il Colosseo, la Costiera Amalfitana, le Dolomiti, tanto per citare alcuni esaustivi esempi, non possono delocalizzare. Mentre aziende, anche importanti e storiche, dopo aver infuso speranze, creato aspettative, sfruttato i migliori momenti, ci salutano e portano dove più conviene la produzione, lasciando qui macerie e disperazione. In questo gioco non rientra il turismo, il nostro oro nero, il nostro petrolio. Vi chiedo scusa, forse mi sto facendo prendere un po’ la mano, ma una ricorrenza è pur sempre un momento di riflessione, un’occasione nella quale si tirano delle somme, si fanno bilanci. Ed in questo caso il risultato è veramente negativo, perché non è possibile che, come abbiamo già detto troppe volte, in campagna elettorale si sbandieri lo sviluppo turistico e poi passata la festa gabbato lo santo. Non è più ora, la discesa verso il precipizio è iniziata ed il piano si fa sempre più inclinato. Si dice solitamente: prima che sia troppo tardi, no, nella fattispecie è già troppo tardi, comunque la si voglia leggere. Giorgio Raviola Le Vie Nuove - Luglio 2019
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I primi dati non stanno promuovendo questa estate: pare che, dopo anni di crescita, le presenze turistiche stiano conoscendo un calo, soprattutto dall’estero. Un fenomeno che è stato spiegato da alcuni come naturale, essendo venute meno forti emergenze in alcuni Paesi che si affacciano sul Mediterraneo che avrebbero ripreso quota registrando presenze in crescita. Non vorrei che, al solito, si cercassero delle scusanti e ci si volesse nascondere dietro una realtà che chi viaggia con il camper e gli altri veicoli ricreazionali conosce molto bene. Una realtà fatto di immagini assai poco edificanti, di immondizia e di discariche, di atteggiamenti sessuofobi a tratti anche violenti che spaventano chi legge le notizie sui giornali o vede le immagini in televisione, di deturpamento del territorio e di abbassamento della qualità della vita. L’Italia è ricca di aree di eccellenza, ma non sono sufficienti quando l’immagine Paese fatica ad imporre modelli virtuosi. Hanno fatto il giro del mondo le foto delle buche di Roma, dell’immondizia che invade le strade, dei siti archeologici che vanno a pezzi. Non hanno fatto certo bene le immagini di persone, tenute a distanza dalla polizia, che, impunemente, al porto di Lampedusa o nella periferia di Roma, auguravano di venire stuprate a giovani donne e inveivano col peggior vocabolario sessuofobo. Non depone nemmeno bene l’immagine complessiva di un Paese di colpo diventato, agli occhi degli stranieri, antipatico. Tutto questo, ed altro ancora, dirotta i flussi turistici e innesca un fenomeno che ha ricadute sull’economia e sull’occupazione. Saranno le statistiche, a fine estate, a dire se nei mesi di luglio e agosto la tendenza è stata invertita, me lo auguro, ma temo che qualche brutta sorpresa alla fine possa emergere. Occorre partire proprio dai fondamentali del turismo: l’accoglienza, il territorio, la qualità della vita, la sicurezza delle persone, lo spirito di accoglienza. Sono elementi scontati per chi si occupa, sotto il profilo professionale, del tempo libero, sono dati essenziali per chi viaggia col camper ed è abituato a comprendere in pochi attimi l’aria che tira, pronto a mettere in moto e andare da un’altra parte. Ma quando la meta la si sceglie da casa il rischio non è quello che si finisca col mettere in moto e con l’andare in un altro posto, ma che proprio non si giunga. L’assenza di un sistema turistico integrato ed anche di una immagine positiva del nostro Paese rischiano di pesare proprio mentre il resto d’Europa dà forti segnali di ripresa economica e quindi vede crescere le disponibilità da destinare al tempo libero. Se un Paese come l’Italia, che di turismo campa, assieme con altri settori in ogni caso correlati, non riesce a imboccare la giusta strada, il rischio è che, al tirar delle somme, anche la nostra maggior industria regredisca. Spero lo capiscano là dove “si dovrebbe comprendere”, ma la strada da imboccare non mi sembra quella che stiamo percorrendo. Il che non mi fa certo piacere! Beppe Tassone
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Mons
MONS - VALLONIA Umberto Mantaut questa volta, per raccontarci dei siti tutelati dall’Unesco, ci porta in Belgio, più precisamente a Mons. Il Beffroi, Torre del Castello dalle splendide linee barocche, svetta sui tetti d’ardesia del centro storico di Mons nella regione francofona del Belgio. L’UNESCO lo ha inserito a pieno titolo fra le meraviglie da preservare come patrimonio prezioso dell’umanità, quando fra il 1999 e il 2005 ha protetto tutti i “Belfries of Belgium and France”, già “Campanili di Fiandra e Vallonia” nella transnazionale World Heritage List. Gli abitanti della città sono avvezzi a sentire scandire il tempo dalle 47 campane del carillon del Beffroi, ma la città di provincia non conosce fretta in un ambiente armonioso, nonostante le tendenze distruttive dell’umanità, la quale in assenza di regole trasformerebbe in un desolante deserto il proprio habitat naturale. Mons è un esempio di cittadina di provincia capace di trasformarsi in un sofisticato polo turistico semplicemente stringendosi intorno al suo campanile, unico e prezioso oggetto Le Vie Nuove - Luglio 2019
dell’attenzione dell’UNESCO, promotore e motore non solo d’iniziative di salvaguardia delle meraviglie del mondo, ma anche occasione di sviluppo nell’ambito di quella grande industria che è oggi il turismo di massa. L’Hainaut, del quale Mons è capoluogo provinciale, fa parte del cosiddetto “Pais noir”, area mineraria nera di carbone e tragica anche per la nostra storia di popolo d’emigranti. Non lontano da Mons si trova Marcinelle, tristemente famosa per la sciagura del 1956 con tante vittime fra i lavoratori italiani della miniera. Oggi l’oro nero è d’altra natura e provenienza, sicché la Vallonia, punteggiata di strane colline formate da materiali di scavo e detriti carboniosi, si presenta come una regione verde e serena. La crisi economica seguita alla perdita d’importanza della locale materia prima s’avverte come il classico male che non vien per nuocere, nel senso che Mons non si è riempita 5
di costruzioni moderne, grossi centri commerciali ed altre cafonerie. Al centro di Mons s’ammira la bellissima Grand’ Place chiusa da palazzotti dei secoli XV-XVIII con lo storico Hôtel de Ville del 1458. Le strade che s’irradiano dalla Grand’ Place sono state liberate dalle auto e conservano il vecchio selciato consunto che invita ad un tranquillo passeggio fra vecchie botteghe. A Mons gli abitanti mostrano di avere particolarmente a cuore il verde pubblico. I giardini sono assai ben tenuti e nelle quiete strade le sole tracce di sudiciume sono rappresentate dalle foglie che la brezza autunnale fa cadere dai platani ingialliti. Al turista che giunge per ammirare Mons, la gente del luogo con amabilità ed arguzia fa notare non solo le bellezze monumentali, ma anche alcuni curiosi dettagli. A sinistra del portale del municipio, una piccola scimmia di ferro, detta “Singe du Grand Gard”, è un portafortuna che dev’essere sfiorato. Chi accarezza il capo della scimmia con la mano del cuore, ottiene salute e lunga vita. Chi usa la mano destra dopo aver palpato il portafoglio avrà denaro a volontà. Purtroppo la scimmietta dispettosa esaudisce un solo voto. Desiderando Le Vie Nuove- Luglio 2019
continuare a tempo indeterminato il pellegrinaggio nei luoghi protetti dall’UNESCO, ormai numerosissimi dei diversi continenti e paesi del mondo, conviene usare la mano sinistra. Meglio viaggiare a lungo in salute ed economia, piuttosto che a cinque stelle con i giorni contati. Umberto Mantaut
La scimmietta portafortuna
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Finora abbiamo parlato di tecnica e tecnologia riguardanti i nostri camper, mai abbiamo trattato di aspetti, diciamo così, comportamentali. Si, quelle attenzioni che si debbono adottare nel rispetto dei nostri simili, dell’ambiente e della natura, cose particolarmente care a noi turisti itineranti. Comunque tutti indistintamente, a prescindere dal nostro status, dovremmo tenere sempre ben presente quanto affermava saggiamente Martin Luther King: “La mia libertà finisce dove comincia la tua.” L’idea di scrivere tutto ciò mi è venuta guardando una foto apparsa su uno dei più diffusi social network, un’istantanea di un camper che viaggiando in autostrada azionava l’apertura della saracinesca dello scarico delle acque grigie. Immaginate quanto provato da chi seguiva il maleducato, sentitosi giustamente in dovere di immortalare la deprecabile azione per renderla pubblica. Ecco dunque una prima cosa da non fare nel modo più assoluto. Rimanendo in tema di scarico acque grigie c’è anche chi il serbatoio che le contengono lo lascia costantemente aperto, svuotando saponi e grassi da cucina direttamente nel terreno, inquinando non poco ed aggredendo le narici dei vicini con puzze nauseabonde. E’ vero che un noto scrittore classico affermava che anche una gran dama, se non vista, si infila le dita nel naso, però un conto è quando i comportamenti maleducati attengono solo alle questioni personali di buon gusto, altro è se si rischia di creare disturbo o, ancor peggio, fastidi pesanti ad altri. Tanto per restare in tema di puzze dovremmo porre attenzione quando accendiamo i barbeque, situazione in cui il nostro incauto comportamento potrebbe avvolgere nel fumo chi ci sta intorno, spesso causando anche danni nel caso in cui svolazzino incontrollate pericolose faville. Oltre a puzze varie arrechiamo molto fastidio ledendo proprio la libertà altrui quando ascoltiamo radio e televisioni ad alto volume, magari e soprattutto nelle ore riservate al silenzio. Un altro rumore fastidioso ed insopportabile lo possono produrre i generatori con motore a scoppio che forniscono corrente elettrica, quindi non andrebbero messi in funzione nelle ore dedicate al Le Vie Nuove - Luglio 2019
risposo e stando vicino ad altri. Ora l’uso di tali aggeggi è ben regolamentato dalla legge, però più che le costrizioni e le minacce pecuniarie dovrebbe essere sempre il buon senso a guidarci. A mitigare il fenomeno ci stanno venendo in soccorso generatori di corrente a reazione chimica, assolutamente silenziosi e per nulla inquinanti. Fortunatamente si va sempre più diffondendo la raccolta differenziata dei rifiuti, una qualche cosa che all’inizio potrebbe arrecare apparente fastidio, ma alla quale ci si abitua presto e si prova persino soddisfazione nel praticarla. Capita però che qualcuno di noi provenga da luoghi dove ancora questa cosa non si attua, per cui manca l’educazione di base necessaria per metterla in atto. In questo caso imponiamoci un piccolo sforzo ed adattiamoci rispettando le condizioni praticate dove ci troviamo. Si va sempre più diffondendo l’abitudine di avere un cane, un essere che alla fine viene considerato come uno di famiglia e quindi ci segue ovunque, anche in camper. È questo un caso emblematico dove un 7
comportamento scorretto dei proprietari di questi amici a quattro zampe potrebbe creare ad altri disagi e persino paure. “Non abbia paura, è buono” o addirittura c’è chi arriva a dire “Stia tranquillo, è castrato.” Che bestialità è mai la prima affermazione. Come può non aver paura chi si vede puntare da un bestione ringhioso solo perché il padrone gli dice che è buono? Nel secondo caso la prendo a ridere ricordando un conoscente che di fronte a quella affermazione ha risposto più o meno così: “Signò, io c’ho paura che me morde, mica che m’abusi sessualmente.” Il cane quando è tra altra gente va tenuto a bada, addirittura a guinzaglio, senza che giri libero, magari a segnare il territorio negli ambiti d’altri. Poi si sa, il cane è coprofago e per questo motivo ci può essere chi non gradisce di essere annusato, nemmeno se si tratta di una evidente dimostrazione di affetto. C’è un’ultima cosa che vorrei raccomandare, che più di un atteggiamento da adottare è una raccomandazione seria, perché una nostra leggerezza potrebbe costare cara: controllare bene e serrare oblò e finestre prima di mettersi in viaggio.
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Un oblò strappato dalla forza del vento, o una finestra che si apre all’improvviso, potrebbero arrecare danni veramente seri. Non dimentichiamoci che le finestre scorrevoli sono state adottate in Germania dopo che la malaugurata apertura di una finestra di una caravan, mentre viaggiava, ha causato la decapitazione di un motociclista. Laser
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Ci sono luoghi che possiamo definire insoliti, molto belli, meritevoli di una visita, ma poco noti, non propagandati, probabilmente perché non dispongono di una ricettività adeguata, o non sono dislocati su vie di grande transito, quindi fuori dai circuiti turistici tradizionali. Uno di questi luoghi insoliti è sicuramente Fumone, nel Lazio, in provincia di Frosinone. Da una trentina di anni viene citato anche come “piccola Parigi,” un appellativo che non piace ai residenti perché si riferisce ad una torre di ferro piazzata nel punto più alto di Fumone, proprio al centro paese, non certo per ammirare il panorama che da lassù si domina, ma per sostenere un ripetitore di segnale della Rai. Tralasciando ciò ci dedichiamo invece alla scoperta delle peculiarità locali. La presenza dell’uomo a Fumone si fa risalire ai tempi degli Ernici, un popolo del VII secolo a.C., ma il borgo è ricordato quale luogo di prigionia di Papa Celestino V avvenuta a seguito della rinuncia al soglio pontificio. Il periodo di m a g g i o r splendore Fumone lo raggiunse nel medio evo, grazie anche alla sua posizione dominante e strategica per la sicurezza di Roma nel periodo dei saccheggi operati da saraceni e normanni. Il nome Fumone risale proprio a quei tempi quando, in caso di assedio, proprio da queso luogo, partivano segnali di fumo per avvertire che c’era un assedio in atto. Storia vuole che si dicesse “Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema.” E sul punto dominante del borgo, situato sulla sommità di un colle a m. 783 di altitudine, sorge il Castello, considerato il monumento più importante del luogo, chiamato di Longhi De-Paolis, conosciuto anche come “La terrazza della Ciociaria,” proprio perché tra I più alti Le Vie Nuove - Luglio 2019
d’Europa. Basti pensare che da quassù, quando le c o n d i z i o n i atmosferiche lo consentivano, si poteva osservare tutta la provincia di Frosinone, per lasciar correre lo sguardo fino alla cupola di San Pietro e la cima del Vesuvio quando le sue eruzioni s’innalzavano minacciose. Come dicevamo prima la sua posizione, in cima ad un colle a forma di cono, lo rendeva pressoché inespugnabile, per questo la sua proprietà fu sempre molto ambita, fino a che non è passato sotto il dominio della Chiesa che ne fu proprietaria fino al 1584, quando il tutto passò alla famiglia Longhi De Paolis. Del castello oggi si visitano le sale del Piano Nobile, il Santuario di Papa Celestino V, I giardini pensili e la Galleria d’arte contemporanea. Nelle immediate vicinanze del castello c’è la piccola chiesa dedicata a San Gaugerico, costruita nel XII secolo per volere dell’allora scrittore Apostolico Prof. Giovanni da Fumone, probabilmente poggiando su mura di un edificio preesistente. Recenti lavori di ripristino hanno restituito alla chiesa l’antica atmosfera che la caratterizzava. Passeggiare nel centro storico di Fumone, molto ben conservato, rappresenta un vero e proprio salto nel medioevo, percorrendo stretti vicoli acciottolati che sembrano farsi largo tra solide case in pietra, aprendosi spesso su scorci panoramici di rara suggestione. Ed è proprio nel centro del paese che troviamo la Collegiata di Santa Maria Assunta, edificata nel 1147 ma completamente cambiata a seguito dei massicci lavori di ristrutturazione della fine del settecento. Nell’interno, di stile tardo rinascimentale, sono conservate importanti opere d’arte quali un altare di marmo del settecento, una fonte battesimale del XXII secolo e statue di pregevole fattura. Gli affreschi della volta della navata centrale arricchiscono l’opera. 9
Vi sono eventi e spettacoli che da soli valgono un viaggio ed ai quali almeno una volta nella vita sarebbe bello potervi partecipare. Uno di questi, senza tema di smentita, è lo spettacolo unico offerto dalle Luminarie che si tengono ogni anno a Scorrano, in Salento in occasione della festa patronale di Santa Domenica, in calendario ad ogni 6 luglio. I giorni dei festeggiamenti però nel tempo sono aumentati, ad oggi sono sei. Scorrano, un comune di circa 7000 abitanti, è la capitale mondiale delle luminarie, grazie essenzialmente all’impegno ed all’attività delle tre Ditte più importanti che questi capolavori realizzano: De Cagna, della vicina Maglie; Mariano luminarie, di Scorrano; Marianolight, di Corigliano d’Otranto. La perizia e la maestria di queste ditte è testimoniata dal fatto che hanno dato vita gli eventi più importanti in tutto il mondo, di recente si sono aggiudicati l’illuminazione di Dubai. Ma spendiamo due parole sull’origine di queste tradizioni, risalenti addirittura a prima dell’avvento dell’energia elettrica, dove comunque l’addobbo legato agli elementi luminosi era molto inchiesto. Basti pensare che alla loro progettazione ed ai disegni hanno contribuito nomi di sicuro valore quali: Bernini, Piero da Cortona, Fanzago, Rinaldi persino lo stesso Michelangelo. A questi periodi d’oro è seguita una crisi culturale che ha un po’ spento queste Le Vie Nuove - Luglio 2019
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tradizioni, almeno fino a quando nel mezzogiorno si è nuovamente sentita la necessità di manifestare, ricordare, celebre e gioire con questi spettacoli di suoni e luci. Scorrano ben rappresenta tutto questo, ed ogni anno lo ricorda con rinnovata dedizione e crescente partecipazione che vede la presenza sempre più massiccia di turisti, ma anche di operatori economici internazionali che qui vengono per consultare questo strepitoso catalogo a cielo aperto. E lo spettacolo a cui si assiste è veramente unico e sensazionale. Nel corso delle serate dedicate alla manifestazione le opere preparate ogni anno dai paratori vengono accese ad orario combinando luci, colori, architetture, musiche in un insieme armonico e suggestivo al punto da emozionare anche gli animi meno suggestionabili. Ogni anno è uno spettacolo che si rinnova con motivazioni e scenari, mai nulla è uguale alla volta precedente. Nel 2019 i messaggi veicolati dalle miriadi di luci colorate e musiche erano essenzialmente “Insieme si può” “La porta d’Oriente” e “Non c’è festa senza banda.” Bancarelle multicolori che propongono di tutto, stand gastronomici, musica, corteo, fuochi d’artificio e tanta, ma tanta voglia di festeggiare insieme sono gli ingredienti che fanno da degno contorno alla grande festa delle luminarie.
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Vi sono accadimenti che rimangono impressi nella mente ed ogni tanto riaffiorano. Ve n’è uno che, oltre ad essere simpatico, descrive una situazione reale e della quale gestori di strutture ricettive per camper ed organizzatori di eventi ne debbono tener conto. È capitato un po’ di anni fa. Era il giorno di arrivo e sistemazione equipaggi, come si suol scrivere nei programmi, quand’ecco sopraggiungere un camper; saluto di rito e poi accompagnamento alla piazzola che intendo assegnarli. Il guidatore scende, apre la camicia e mostrandomi una bella cicatrice verticale sul petto mi dice: “Sono cardiopatico, come vedi mi hanno anche operato al cuore e tu mi metti al sole?” “Non preoccuparti, rimediamo subito” gli rispondo quasi mortificato, e lo sistemo sotto un albero. Passano un paio di anni, altro raduno, e vedo arrivare il signore dell’operazione al cuore, saluto lui e moglie poi, memore del suo stato di salute, lo sistemo ben bene all’ombra. L’amico, ormai siamo tali, scende e mi dice: “Che fai, mi metti sotto le piante? Così l’antenna satellitare non prende.” “Ma tu non sei quello cardiopatico?” gli dico io. “Si ma adesso sto meglio” è stata la risposta. Questi sono altri problemi ai quali si trovano di fronte gestori di strutture ricettive ed organizzatori. Ed il camperista si è anche specializzato nelle pretese, perché vorrebbe vedere la tv con il refrigerio degli alberi. Ecco allora scattare la ricerca della piazzola che concili le due esigenze cominciando ad individuare in che direzione puntare l’antenna. In questo sono molto attive anche le mogli. “Mettiti qua, no un metro più indietro che così becchi quel buco tra le fronde.” C’è ancora un aspetto simpatico della questione: la colpa. Probabilmente consapevoli dell’eccesso in cui si cade c’è la necessità di giustificarsi. Appena sistemato il camper si avvicina il marito e, quasi furtivamente: “Mi devi scusare ma se lei salta una puntata della sua telenovela preferita s’innervosisce.” La moglie invece, sempre furtivamente: “Mio marito se non guarda la Formula Uno diventa una bestia.” Che belli i tempi in cui piazzavi il tuo mezzo su di una scogliera e mentre eri a tavola conversavi godendo degli scenari offerti dalla natura, e la finestra del camper sembrava un quadro d’autore. Giorgio Raviola
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Non sempre, e fortunatamente, le notizie che ci circondano sono negative. Una di queste, buona senza tema di smentita, ci dice che stiamo invecchiando sempre meglio ed il periodo medio di esistenza in vita si è mediamente allungato. A raccontarlo è Umberto Bridani su Oggi, rifacendosi alle parole di Carlo Vergani, sostenendo anche che una volta raggiunto il traguardo dei sessanta anni possiamo tranquillamente bearci aggiungendone almeno una trentina in più come aspettativa di vita. Ovviamente parlando di persone in buona salute. Interessi vari tra i quali trovare e scegliere quello che più ci aggrada ed un’esistenza più evoluta rispetto a quella che avevano i nostri nonni, ci fanno stare meglio, e finché il fisico ci regge di certo la mente è giovane proprio perché alimentata, occupata, interessata. Pure il fisico è più curato, non dobbiamo più ammazzarci di fatica in campagna per mettere insieme il pranzo con la cena e poi doverci buttare a riposo per recuperare la tonicità fisica, bensì possiamo fare ginnastiche mirate, salutari passeggiate, persino sport che consentono di mantenerci attivi senza sfruttare il nostro fisico oltre il limite consentito. E noi amanti e praticanti dell’andar con il camper di interessi ne abbiamo, primo fra tutti il viaggio, che significa pianificare, andare, scoprire, anche assaggiare, gustare per soddisfare così la mente ed il fisico. Ho sempre sentito dire che gli anni sono quelli che si avvertono, indipendentemente dagli spietati e freddi dati anagrafici, e bisogna ammettere che è vero. L’importante è non lasciare inattivo il cervello, facendo progetti, leggendo, partecipando alla vita sociale, cercando anche di sostenerlo in un corpo non ancora spento. E, rubando le parole ad Umberto Brindani, “il nemico non è l’età ma la rassegnazione”. Giorgio Raviola
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Assemblea Generale Tutto è pronto per il raduno in occasione dell’Assemblea (Generale e Direttivo), grazie all’interessamento del nostro amico e Socio Silvano Memmi. I dettagli vi saranno inviati insieme alla convocazione.
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A spasso tra Lucania e Puglia
Matera
La settimana itinerante in Puglia é stata all’altezza delle aspettative. La prima tappa il gruppo l’ha effettuata a Trani, nell’area camper posta a poche centinaia di metri dal centro storico. Percorrendo una stretta via cittadina improvvisamente gli spazi si aprono e si è di fronte ad uno scenario semplicemente sorprendente: una piazza che si protende nel mare, lastricata di pietra di Trani, una roccia estratta da cave situate nei pressi della città e dalla quale prende il nome, con alla destra il Castello Svevo, al Centro la Cattedrale di San Nicola Pellegrino e nell’entroterra un grande palazzo, anch’essi costruiti con la stessa pietra rosea che dà una particolare luminosità. Il Castello Svevo, uno dei più importanti e tipici fatti edificare da Federico II, si trova al centro di un’insenatura naturale con fondali molto bassi, caratteristiche che garantiscono una buona difesa dalla furia del mare e da eventuali attacchi. La Cattedrale, vero esempio di architettura romanica pugliese, è caratterizzata da un grande transetto ed un arco a sesto acuto che consente il passaggio sotto al maestoso campanile. Nel lato posteriore spicca un transetto con tre alte absidi che in particolare modo contribuiscono a rendere unica questa Chiesa. Si accede attraverso una doppia rampa di scale, per trovarsi di fronte alla copia fedele della porta bronzea, opera di Barisano da Trani (l’originale si trova all’interno delle Basilica). L’entrata è sopraelevata di 5 metri dal piano stradale, ciò lascia intendere che sottostante c’è una cripta, ed in effetti siamo in presenza di due chiese sovrapposte. Alle spalle della Basilica si apre un’altra insenatura naturale che ospita il porto, circondato da un’ampia passeggiata dove su Le Vie Nuove - Luglio 2019
animate bancarelle si trova il pesce appena pescato. Di fronte si affacciano costruzioni e palazzi antichi, come a formare una degna cornice di un prezioso quadro. Sull’altro estremo del porto c’è il Fortino di Trani, dal quale vale la pena di affacciarsi per vedere il mare avvolgere la città e lasciar scorrere lo sguardo sul porto. Siamo già nella Villa Comunale,
La Cattedrale di Trani
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completamente affacciata sul mare e dove, tra la freschezza delle sue frondose piante, si possono vedere pappagalli, tartarughe e pesci. Passeggiare nelle vie che arrivano al porto si ha la sensazione di fare un salto all’indietro nel tempo, per incontrare anche bellissimi e storici palazzi, chiese ed anche qualche Sinagoga, perché Trani nel tempo ha ospitato una importante comunità ebraica. Da Trani ci siamo trasferiti a Matera, città storica e monumentale che per il 2019 è stata eletta capitale europea della cultura. L’area camper che ci ospita è fuori città ma con una navetta in pochissimi minuti siamo alla stazione, a qualche centinaio di metri dall’affaccio che mostra una parte dei Sassi, la tipicità del luogo. Matera è entrata a far parte del patrimonio mondiale dei beni tutelati dall’Unesco ed è una delle città più antiche al mondo, infatti l’uomo è qui a partire dal paleolitico, vale a dire dai tempi dell’utilizzo del fuoco e delle prime espressione d’arte. Inizialmente le abitazioni erano semplici grotte naturali scavate nella roccia che, nel tempo, venivano modellate ricavando strutture più complesse. Tutto il nucleo urbano si è sviluppato in due grandi anfiteatri naturali, il Sasso Caveoso ed il Sasso Barisano. Chi meglio di tutti è riuscito a sintetizzare Matera è stato Carlo Levi nel libro “Cristo si è fermato a Eboli”, di cui ne citiamo un breve stralcio. “Arrivai ad una strada che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera. Di faccia c’era un monte pelato e brullo, di un brutto color grigiastro, senza segno di coltivazioni né un solo albero: soltanto terra e pietre battute dal sole. In fondo un torrentaccio, la Gravina, con poca acqua sporca ed impaludata tra i sassi del greto. La forma di quel burrone era strana: come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso da un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca: S.Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi, Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Hanno la forma con cui a scuola immaginavo l’inferno di Dante. La stradetta strettissima passava sui tetti delle case, se quelle così si possono chiamare. Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone. Le strade sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelli di sotto. Le porte erano aperte per il caldo, Io guardavo passando: e vedevo l’interno delle grottesche non prendono altra luce ed aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette” (Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli) Le Vie Nuove - Luglio 2019
Fu proprio grazie al libro di Carlo Levi che la politica cominciò ad interessarsi delle tremende condizioni di vita ed igienico-sanitarie degli abitanti di Matera, tant’è che Palmiro Togliatti, a seguito della sua visita nel 1948, la definì “La vergogna d’Italia”. Iniziò così la costruzione di case popolari nelle quali furono trasferiti gli abitanti dei Sassi. Fu la cinematografia ad essere attratta dagli scenari unici del luogo e piano piano crebbe l’interesse per la località ma, soprattutto, ci si interrogava sulle sorti future di Matera. Da vergogna d’Italia a Sito Unesco e Capitale europea della cultura è la miglior risposta all’interrogativo. Pochi chilometri ed eccoci in un’altro luogo mitico e simbolico d’Italia: Alberobello, la città dei Trulli, sito Unesco dal 1996. L’area di sosta, più che altro un parcheggio sotto gli ulivi, ma attrezzato con carico, scarico e corrente elettrica, è veramente a due passi
I Trulli di Alberobello
dal centro storico. I Trulli sono abitazioni costruite con lastre di pietra a secco, una tecnica adottata fin dall’era preistorica ed ancora in auge. Venivano utilizzati come ricovero di campagna o come vere e proprie abitazioni; possono essere composti da una o più stanze, hanno piccole aperture nei muri a doppio strato che fungono da finestre, un caminetto e la cisterna nella quale vengono raccolte le acque piovane. In Valle D’Itria sono ancora molto diffusi, ma la maggior concentrazione si ha proprio ad Alberobello dove tra i rioni Monti ed Aja Piccola ve ne sono più di 1500. Passeggiare in mezzo ai trulli, scoprire angoli fioriti e ben curati, scambiare parole con chi ha lo spirito e la volontà per perpetrare 17
I Trulli di Alberobello
quella che ormai è tradizione, è veramente interessante. Così come deve essere affascinante vivere, anche per poco tempo, nei trulli adattati per
accogliere il turista. Noi ne abbiamo visitato uno a più vani e con giardino, corredato con tutti gli strumenti ed accorgimenti adattati per la quotidianità. La prossima meta è Polignano a Mare, noi ci arriviamo scendendo dall’altopiano delle Murge, ed il panorama che si gode appena la strada si affaccia nella piana sottostante è altamente suggestivo. Una distesa di ulivi arriva a lambire le coste dell’Adriatico dove si affacciano le bianche case di Monopoli e Polignano a Mare. L’area camper è a qualche chilometro dal centro, non ci si sente a proprio agio, ma ci sono tutti i servizi inclusa la navetta. Polignano a Mare è unica, le case sono poggiate su rocce a parete verticale con grotte che le fanno sembrare sospese mare. Per tuffarsi in acqua bisogna scendere nelle rare ma belle calette, la più conosciuta è Lama Monachile, oppure essere arditi ed esperti ed emulare gli atleti del Red Bull Cliff Diving che si tuffano da grandi altezze in un vero e proprio campionato del mondo. Un cittadino illustre di Polignano a Mare è Domenico Modugno, al quale è stato dedicato un monumento che si trova sul lungomare a lui intitolato. Una bella settimana dunque, trascorsa alla conoscenza di luoghi giustamente noti, guidati dall’esperto Angelo, guida turistica specializzata, che con le sue professionalità e simpatia ha reso ancor più gradevole il nostro soggiorno.
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IL SALONE DEL CAMPER Il Salone del Camper di Parma è la più importante fiera dedicata al caravanning e al turismo en plein air alla quale partecipano i principali produttori europei di veicoli ricreazionali, i più famosi marchi della componentistica e dell’accessoristica, una significativa selezione di carrelli tenda, tende, verande, ed altre attrezzature per il campeggio. La sezione “Percorsi & Mete” consente di conoscere luoghi e destinazioni ideali per il turismo in libertà, con una ricca proposta di guide e prodotti editoriali in grado di indirizzare e consigliare esperti e neofiti di questo life-style.
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Le Vie Nuove - Luglio 2019
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Il Salone del Camper ti aspetta a Parma dal 14 al 22 settembre 2019 Con la
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Vi presentiamo questa bella iniziativa alla quale è necessario aderire per provare a salvare questa nostra povera Terra, bistrattata e devastata solo e sempre in nome del profitto. Grazie
Cari Amici, mi giunge l’invito per far sì che, anche l’Unione Club Amici partecipi alla campagna a favore dell’abolizione della plastica . Non posso che condividere, con entusiasmo, e, a nome della nostra Federazione, invitare tutti voi a diffondere il messaggio su ogni singola pagina dei social. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può rappresentare un GRANDE aiuto per tutti. Pertanto, vi invito ad utilizzare, specialmente in questi giorni di vacanze, il logo “NO alla PLASTICA” che vi allego. Per fare grandi cose basta cominciare da piccoli passi. Grazie a Franco Gadaleta e a tutti voi per quanto vorrete fare e… buone vacanze. Ivan Perriera Presidente Nazionale Unione Club Amici Ciao Ivan, sono Franco Gadaleta del Club Terra d'Ofanto. Come ci siamo detti a Peschici, vorrei che valutassi la possibilità di chiedere ai club associati UCA di dare un concreto contributo alla salvaguardia ambientale utilizzando nei raduni, per tutto quanto attiene alle stoviglie, solo materiali riutilizzabili o compostabili. In altri termini, piatti e bicchieri di plastica dura lavabili o compostabili. I materiali compostabili sono prodotti con sostanze biodegradabili (amido di mais per esempio) e quindi che si degradano in un tempo breve a differenza delle plastiche che, al contrario, restano in circolazione per centinaia di anni andando ad ingrossare quelle odiosissime isole di plastica che si sono formate negli oceani le cui dimensioni sono superiori a nazioni come la Francia. Senza dilungarmi troppo voglio solo ricordare che dopo la faticosa degradazione della plastica il problema continua a persistere in quanto si formano delle microplastiche che entrano nel ciclo della materia vivente con conseguenze disastrose. Dove siamo arrivati! Certo l’uso di materiali riutilizzabili comporta il bisogno di lavarli e l’acquisto dei prodotti compostabili risulta più costoso (in attesa che il mercato cresca), però è un piccolo prezzo da pagare per garantire un mondo migliore ai nostri figli e nipoti. Il nostro Club ha già iniziato a utilizzarli acquistandoli dalla catena di supermercati Eurospin, ma credo che anche altre organizzazioni si siano attrezzate. In internet l’offerta non manca a partire da Amazon. Quante volte ci siamo interrogati su come aiutare l’ambiente? Bene, questo lo possiamo fare subito! Allego il link di un impressionante filmato legato alle isole di plastica esistenti negli oceani a cui accennavo prima: https://youtu.be/ZgRsgmWTIJQ Ti saluto cordialmente. Franco
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Le ricette di
Roberta e Fabrizio TAGLIATELLE “in attesa del mare”
Ingredienti per 4 persone: 400 gr di tagliatelle all’uovo 100 gr di funghi porcini surgelati (meglio se a cubetti) 100 gr di vongole surgelate 100 gr di cozze surgelate 100 gr di gamberetti surgelati 100 gr di piselli surgelati 30 olive nere greche Due cucchiai di concentrato di pomodoro Mezzo bicchiere di vino bianco Uno spicchio di aglio Olio evo qb Sale e peperoncino qb
Esecuzione: In un tegame, abbastanza largo, mettete un filo di olio e fate soffriggere l’aglio. Aggiungete i funghi, le vongole, le cozze, i gamberetti ed i piselli ancora surgelati. Cuocete per una decina di minuti a fuoco vivace e tegame coperto, togliete l’aglio e sfumate con il vino bianco, aggiungete il concentrato di pomodoro e aggiustate di sale e peperoncino. Cuocere le tagliatelle in abbondante acqua salata. Scolatele al dente (tenete da parte 1 mestolo di acqua di cottura) e versatele nel tegame, fatele saltare per 1-2 minuti, se vedete che il sugo è troppo asciutto aggiungete l’acqua di cottura. Servire ben caldo. Vino consigliato per l’abbinamento: Orvieto classico servito freddo.
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SENTIRSI A CASA PROPRIA IN TUTTA ITALIA grazie ai Club aderenti all’Unione Club Amici
Cari amici, l’Unione Club Amici vi offre l’opportunità di poter trovare un approdo sicuro, informazioni per assistenze varie, su tutto il territorio nazionale, grazie alla rete di reciproca assistenza creata nel 1996 fra i club aderenti. Grazie a questa organizzazione, tutti voi, in quanto soci dei club aderenti all’UCA, potrete viaggiare in tutta Italia contando concretamente sull’ospitalità dei Club in archivio. Siamo certi che questo vi permetterà di ampliare il vostro giro di amicizie fra i tanti soci delle Associazioni dell’Unione Club Amici. Oltre a quanto sopra, iscrivendovi alla pagina Facebook dell’Unione Club Amici (o visitando il sito www.unioneclubamici.com), potrete attingere a tutte le informazioni di comune interesse.
Fra queste, potrete informarvi sulle norme dei raduni/incontri per i quali, i Club organizzatori, potranno richiedere il Patrocinio dell’Unione Club Amici e questo garantirà a tutti voi che: i soci dei Club aderenti all’Unione Club Amici: 1) per partecipare ad un raduno di altri club dell’Unione Club Amici, non avranno MAI alcun obbligo di iscrizione al Club che organizza; 2) se ci sono tariffe di partecipazioni diverse potranno pagare, al massimo, una somma maggiore compresa fra lo “0” e il 30% delle quote riservate agli iscritti del club organizzatore. Questo ci è sembrato il modo migliore per rendere concreta l’appartenenza ad una Federazione Nazionale potendo offrire il massimo servizio sull’intero territorio nazionale.
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