Cani Utili - WorkDogs

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editoriale Auguri e... grazie!

è doveroso in questo periodo augurare a tutti un sereno Natale e un prospero 2011. Ma è altrettanto doveroso ringraziare, a nome di tutta la redazione di Cani Utili e dello staff di Edizioni Cinque, Voi amici lettori, Voi amici Allevatori e Voi amche Aziende che sostenete tutti la nostra “famiglia”. Mi scuso in anticipo per l’enorme spazio dedicato su questo numero alle razze da pastore. Ci sembrava utile dedicare al folto e nutrito gruppo 1 della classificazione FCI buona parte della rivista permettendoVi di avere a portata di mano le principali caratteristiche di molte razze delle quali, forse, non tutti ne sapevano l’esistenza. Mentre ci leggete stiamo già preparando il numero doppio di Gennaio/Febbraio e Vi assicuriamo che anche per il prossimo anno il nostro impegno sarà al massimo, grazie al Vostro sostengno che ci gratifica e ci sprona sempre più.

In copertina: Sky Della Mezzaluna Ch. Italiano e Internazionale Allevatore e Proprietario: Allevamento della Mezzaluna di Rossella Ungaro Bartoli Petrelli 00060 Sacrofano (Roma) - www.dellamezzaluna.it

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di Mauro e Titti De Cillis Schede di Lorena Quarta

di Mauro e Titti De Cillis

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68 Conoscere il proprio cane

Rubriche

74 Libreria 80 Storia della Toelettatura 82 Pillole di saggezza

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di Cesare Gilardi

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Pagine Gialle - Allevatori

2 Il Chinese Crested Dog di Fabrizio Bonanno

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9ÂŞ puntata

Salvataggio: Diario di una sezione 2010 di Maurizio Basciu

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Maremmano Abruzzese: Intervista a Paolo Damiani Presidente del CPMA di Silvia De Cillis

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e l a i c e p S Prima che agricoltore, l’uomo è stato pastore. I primi greggi di pecore furono addomesticati nelle steppe dell’Asia Centrale, circa 6.000 anni fa. E con esse anche i primi “cani da lupo”, gli antenati degli attuali cani da custodia del gregge. Il termine è quanto mai appropriato perchè il destino di questi cani resta inscindibilmente legato a quello del più intelligente ed organizzato dei predatori: il lupo. Senza lupo viene automaticamente meno anche la funzione del cane da custodia. Senza ladri non ci sarebbe più bisogno di guardie. Tant’è vero che in Gran Bretagna, dove il lupo è stato sterminato già da molti secoli, non esistono cani da custodia ma solamente cani da conduzione (“toccatori”). Le razze da custodia del gregge, oltre ad essere le più antiche, sono anche abbastanza omogenee nell’aspetto, nella mole e nelle caratteristiche attitudinali. I nomi cambiano a seconda delle località geografiche (Pastore del Caucaso, Charplanina, Komondor, Cane di Sierra Estrella, Mastino dei Pirenei) ma ovunque venga praticato il pascolo estensivo, con relativa transumanza, lì c’è il cane da custodia. Un animale robusto, dal folto mantello, di mole medio-grande, asciutto, rustico, frugale il cui compito è quello di difendere il gregge dal lupo e dall’orso. Già ai tempi dell’antica Roma, autori quali Marco Terenzio Varrone (116-27 a. C.) e, più tardi, Columella (I sec. d. C.) ce ne forniscono descrizioni piuttosto dettagliate che ricordano in modo sorprendente le caratteristiche dei cani attuali, come, ad esempio, il maremmano abruzzese. Scrive Varrone (Rerum Rusticarum Liber II): “..dovrebbero essere di grande taglia ed avere un bello sguardo, occhi scuri o grigio-giallastri, labbra e nari nerastre o rossicce, il labbro superiore dovrebbe coprire i denti senza essere breve ma neppure abbondante; la mandibola è preferita corta, con le punte dei due canini un po’ divaricate mentre i canini superiori dovrebbero essere dritti e preferibilmente più uniti che curvi; la testa grande, le orecchie pendenti, i piedi grossi e larghi che si aprano quando vengono posati, con gli unghioni duri e curvi; la pianta dei piedi non callosa e dura ma spugnosa e morbida, i fianchi rientranti e la schiena né gobba né insellata; il cane dovrebbe avere la coda spessa, il latrato profondo, una grande apertura della bocca, il manto preferibilmente bianco, affinché si possa facilmente distinguere e l’aspetto generale leonino. Le cagne inoltre, debbono avere capezzoli e mammelle di uguale

lunghezza. E’ necessario curare che siano di buona razza che, pertanto, prende il nome dalla regione di provenienza: Spartana, Epirotica e Salentina. Bisogna evitare di acquistare cani da cacciatori o da macellai perchè nell’un caso si distrarrebbero alla vista di un cervo o di una lepre, nell’altro perchè sarebbero troppo pigri. E’ meglio quindi comprare da un pastore una cagna addestrata a seguire le pecore, o acquistarne una senza alcun addestramento, perchè un cane prende certe abitudini molto facilmente e si lega più ai pastori che alle pecore. Publio Auficio Pontiano di Aminterno, aveva comprato alcune greggi di pecore in Umbria; l’acquisto escludeva i cani e prevedeva che le pecore fossero condotte nei pascoli di Metaponto e poi al mercato di Eraclea. Quando gli uomini che le condussero tornarono in Umbria, i cani tornarono a casa qualche giorno dopo, benché si trattasse di un viaggio molto lungo, vivendo delle risorse della campagna. Eppure nessuno di quei pastori aveva fatto ciò che consiglia Saserna nel suo libro di agricoltura: un uomo che vuol essere seguito da un cane gli deve gettare una rana lessa!” “..per impedire che vengano feriti dalle fiere si pone loro un collare, chiamato melium ( oggi: vreccale N.d.A) che consiste in una cinghia di cuoio spesso da cui escono le punte di tanti chiodi; una striscia interna di cuoio morbido impedisce che le capocchie dei chiodi freghino sul collo. La ragione di questo accorgimento è che se un lupo o altra fiera si ferisce una volta su tali chiodi, in seguito evita anche i cani che ne siano sprovvisti. Il numero dei cani dipende normalmente dalla grandezza del gregge; si considera che un cane per pastore sia giusto (ai tempi di Varrone ogni pastore aveva in consegna 100 pecore. Quindi 1 cane x 100 pecore, rapporto adottato anche ai nostri giorni N. d. A.)” E Columella (Rei Rusticae, Liber VII): “ Comprare e tenere un cane dovrebbe essere tra le prime cose da fare per un agricoltore perchè è custode della masseria, del prodotto, della famiglia e del bestiame. Un tipo di cane si sceglie per combattere le trame degli uomini e serve a sorvegliare la masseria ed i suoi annessi; un secondo tipo per respingere gli attacchi degli uomini e delle fiere ed a tenere d’occhio le stalle e il bestiame che pascola; un terzo per andare a caccia ma non aiuta l’agricoltore perchè lo distrae dal lavoro. Dobbiamo quindi parlare del cane da guardia e da pastore, perchè la caccia non ha nulla a che vedere con l’arte che professiamo.

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Cani da Pastore a cura di Mauro e Titti De Cillis

Per la guardia alla masseria dobbiamo scegliere un cane di ampia mole, con voce forte e sonora, in modo da impaurire il malfattore prima col latrato e poi con l’aspetto; anzi a volte dovrebbe bastare il suo ringhio per mettere in fuga il malintenzionato. Sono da preferire i cani di colore uniforme, bianco per il cane da pastore e nero per quello da masseria; un manto variegato non è consigliabile per nessuno dei due impieghi. Il pastore preferisce il cane di manto bianco, perchè in questo modo lo distingue dall’animale selvatico; quando si scacciano i lupi nella luce incerta del crepuscolo è necessario poter riconoscere facilmente i cani perchè, in caso contrario, si rischierebbe di colpire gli stessi al posto dell’animale selvatico. Essendo nero il cane della masseria, che serve contro le trame degli uomini, ha maggiormente un aspetto formidabile mentre di notte ciò lo rende invisibile per cui può meglio sorprendere il ladro..” “..non è necessario che un cane guardiano di bestiame sia snello ed agile come quello che insegue daini, cervi e la selvaggina più veloce, né così pesante e massiccio come quello che custodisce la masseria e il granaio, ma dovrà essere insieme robusto, vigoroso e svelto nell’agire perchè il suo compito è quello di dar battaglia, lottare e nel contempo correre per respingere il lupo insidioso ed inseguirlo per togliergli la preda. Quindi un cane asciutto e lungo è più idoneo a far fronte a queste situazioni che non uno corto o anche quadrato, dato che, come ho già detto, serve per l’inseguimento delle fiere. Tuttavia se il cane da pastore, pur avendo le membra agili, ha una corporatura che ricorda quella del cane dell’aia, ciò costituisce senz’altro un pregio...”

loro territori d’origine, il mogano intenso nel setter irlandese perchè spicca sul verde delle praterie dell’Isola permettendo più agevolmente al cacciatore di seguirlo nel suo frenetico zigzagare alla ricerca delle emanazioni del selvatico e così via. A questo punto sorge spontanea la domanda: perchè il cane guardiano dovrebbe essere preferibilmente bianco e il cane conduttore, al contrario, grigio, nero, bianco e nero o nero focato (bergamasco, belga, border, pastore tedesco ecc.)? La maggior parte degli autori prende per buona la spiegazione fornita da Varrone e Columella: per poterlo meglio distinguere dal lupo nella luce incerta del crepuscolo. E allora perchè il cane conduttore deve essere per forza scuro? Perchè negli standard di questi cani il bianco non è ammesso? Per poterli meglio distinguere dalle pecore? E se le pecore fossero nere? Ma procediamo per gradi.

IL SIGNIFICATO DEL COLORE In natura il colore risponde a precise esigenze di mimetismo (le striature della tigre o della zebra, le macchie del leopardo, il grigio o il nero del lupo e dell’orso delle foreste, il bianco del lupo e dell’orso artico) di territorialità (pesci delle barriere coralline) o infine di richiamo sessuale (pavone, gallo, fagiano ecc.). Anche la scelta di selezionare il colore negli animali domestici risponde prevalentemente ad esigenze pratiche piuttosto che estetiche. Il nero nel cane da guardia perchè intimorisce, nel labrador e nel Terranova per assorbire le scarse irradiazioni solari dei

UNA PECORA “ONORARIA” Al principio degli anni ‘70 il prof. Raimond Coppinger, dell’Hampshire University (Massachusset) compì uno studio approfondito sui cani da custodia in Europa e in Asia Minore. Il suo scopo era quello di trovare un sistema efficiente per difendere i greggi americani dagli attacchi del lupo, del coyote e dei cani rinselvatichiti che ogni anno causavano danni sull’ordine dei 50 milioni di dollari. Ogni altro sistema (trappole, bocconi, battute di caccia) era miseramente fallito. Ci voleva un cane in grado di convivere con le pecore senza spaventarle o peggio ancora aggredirle e di rimanere nel gregge anche quando il proprietario era assente.

il cane da custodia (bassorilievo ellenistico)

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e l a i c e p S Cani da Pastore

Tavola del ‘400 con cane da custodia (notare la somiglianza del cane con le pecore)

Importò dai luoghi d’origine diverse razze (pastore dell’Anatolia, charplanina, Castro Laboreiro e maremmano-abruzzese). I requisiti fondamentali richiesti a questi cani erano: 1) Affidabilità con le pecore, ovvero non dovevano aggredirle né molestarle. 2) Devozione: amare la loro compagnia e non abbandonarle per nessun motivo. 3) Protettività: difenderle dagli intrusi. Alla fine della sperimentazione, di gran lunga i migliori si rivelarono i maremmanoabruzzesi, con uno scarto del solo 13% dei soggetti contro il 16% degli anatolici e il 50% dei mastini tibetani e dei Castro Laboreiro. Il progetto ebbe pieno successo e consentì agli allevatori americani di risparmiare milioni di dollari. Ma permise altresì a Coppinger la formulazione di un’interessante teoria sull’evoluzione delle razze canine, la cosiddetta neotenia (permanenza di caratteristiche infantili nell’individuo adulto), successivamente corretta integrata dallo stesso con quella dell’eterocronia (variazione dei tempi di sviluppo, rispetto alla condizione ancestrale). Studiandone l’aspetto e il comportamento, lo scienziato si accorse che questi cani erano più simili a un cucciolo che a un adulto. Leccavano il muso delle pecore come avrebbero fatto con la madre, si sottomettevano ad esse, non osavano allontanarsi dal gregge, mostravano una forte reazione di diffidenza e di autodifesa verso gli estranei e infine, a differenza dei cani conduttori (Border, pastore tedesco ecc.) mancavano totalmente di istinto predatorio. Questa differenza di comportamento tra conduttori e guardiani era stata notata da Enrico Dandolo già quasi due secoli prima nel suo “ Del governo delle pecore “ (1801): “ ..i nostri cani da lupo non sono avvezzi, come quelli che io vidi in Francia, a impedire che le pecore non vadano nei luoghi seminati e a risparmiare quindi ai pastori la pena di ritenerle o correndo o tirando

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dei pezzetti di terra per intimorirle. Ma noi, in cambio, non siamo esposti a veder ferite le pecore da codesti cani i quali, se non sono assai bene istrutti, si scagliano contro di esse con gran forza quando pronte non siano a lasciare il luogo vietato e talvolta giungono anche a farne abortire alcune. Il pastore, per verità, ha tanto maggior pena a far pascolare una greggia, quanto più picciolo è lo spazio non seminato, di cui può servirsi, o quanto più è attorniato da terre di coltivazione, dalle quali dee stare lontana la greggia.. E’ grandissimo l’attaccamento che il cane ha per le pecore. Né il bisogno più pressante, né il disagio maggiore possono determinarlo ad abbandonarle. E’ anche osservabile la previdenza di questi cani. Appena hanno messo il lupo in fuga che, invece di inseguirlo ritornano affannati alla greggia, temendo qualche sorpresa da parte di altro nemico. L’inquietezza che mostrano, denota abbastanza quanto un tal timore li agiti..” Cresciuto in seno al gregge, ben mimetizzato con esso nel mantello, nel colore e nell’aspetto, il cane da custodia si trasforma (e viene considerato) una specie di “pecora onoraria”. Si sente protetto e insieme protegge. E’ in tale prospettiva che va intesa l’ansia e la preoccupazione che lo assalgono quando, dopo aver respinto l’intruso, ritorna precipitosamente nel gregge dove si sente al sicuro! Completamente diverso è il rapporto tra il gregge e il cane conduttore. Qui, considerato il suo aspetto e il suo atteggiamento da predatore, le pecore si guardano bene dall’accettarlo come conspecifico perchè risveglia in loro reazioni ataviche di fuga e difesa. Al suo apparire compattano i ranghi, cercando di mantenere una certa distanza di sicurezza. Il cane, dal canto suo, le considera una specie di sua proprietà da cui attingerebbe volentieri se non ci fosse quel guastafeste del pastore ad impedirglielo, bloccando il suo istinto predatorio con la selezione genetica e con l’addestramento. Così è costretto ad accontentarsi di un piccolo “assaggio” mordicchiando qualche pecora recalcitrante sui garretti (donde la definizione di “toccatore”). Per quanto riguarda infine il colore bianco del mantello dei cani guardiani, oltre alla

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spiegazione classica di Columella e Varrone ci sono altre due buone ragioni che lo giustificano. 1) Mimetismo col gregge, ingenerando tranquillità nel primo e confusione nel predatore il quale, trovandosi davanti quella strana pecoracane, rimane sconcertato e finisce spesso per battere in ritirata. 2) Garanzia di purezza genetica. Il bianco è un carattere recessivo e, di conseguenza, si manifesta solo in forma omozigote, il che sottintende maggior omogeneità e stabilità del genotipo anche per molti altri caratteri psicomorfologici. Rapporto che, seppur intuitivamente, era stato compreso fin dai tempi di Varrone. Ancor oggi, in Abruzzo, i pastori sono soliti sopprimere i cuccioli non completamente bianchi: “pelo rosso e cane pezzato, uccidilo appena nato “ (sic!) Durante gli spostamenti i pastori abruzzesi usavano il “manziero” ariete castrato, addestrato con molta pazienza a guidare il gregge. In seguito, con la crisi della mano d’opera, furono costretti a ricorrere al cane toccatore, non necessariamente di razza pura, ma comunque di tipo lupoide. LA RITIRATA DEL LUPO E L’AVANZATA DEI “CONDUTTORI” “ Il nostro cane da pastore non è enorme, grande e grosso, ma di statura e di taglia indifferenti, poiché non deve avere a che fare con il lupo assetato di sangue, giacché non ve ne sono più in Inghilterra, ad opera del potente principe Edgar che li ha sterminati..questo cane alla voce del padrone così come al suo fischio acuto, riconduce le pecore vaganti e disperse laddove il suo padrone vuole e desidera, donde il pastore trae il suo vantaggio, vale a dire con poco lavoro e senza muovere un passo, egli può governare il gregge secondo il suo desiderio..” Johannes Caius “De Canibus Britannicis” (1576)

“Che il pastore mostri interesse per il suo cane. Né la fame, né la fatica, né il peggiore dei trattamenti lo allontaneranno dal suo fianco, accompagnandolo nelle avversità senza mai lamentarsi..” Ettrich Shepherd Più forte, più resistente, più organizzato, più intelligente di qualsiasi cane (1/3 in più di capacità cranica) il lupo pareva il predatore perfetto, invincibile. E lo sarebbe rimasto senza la concorrenza di una specie ancor più aggressiva e intelligente di lui, l’uomo, che, nel giro di qualche millennio, lo ha quasi completamente sterminato, relegandolo in aree sempre più ristrette e impervie. Con la scomparsa del lupo sembrerebbe venir meno anche la funzione del cane guardiano. Per fortuna non è sempre così perchè, al suo posto, sono subentrate torme di cani rinselvatichiti, effetto collaterale della moderna civiltà dei consumi e delle discariche e in Abruzzo come negli Usa, in Asia come in Australia, il cane guardiano sta vivendo una nuova primavera. Nel frattempo, nel Vecchio Mondo, all’agricoltura estensiva si è sostituita quella intensiva e, con essa, è sorta la necessità di difendere dalle pecore i campi coltivati. Tra pastori e contadini, per la verità, non è mai corso buon sangue, tant’è vero che Caino (agricoltore), ammazzò il fratello Abele (pastore). Tuttora le cronache riferiscono ogni tanto di solenni scazzottate tra le due categorie. Da qui la necessità di creare un nuovo tipo di cane: il conduttore, la cui funzione, aspetto, carattere e comportamento sono esattamente l’opposto di quelli del guardiano. Se al guardiano è richiesto un aspetto “simil-

Cucciolo di lupo artico (notare la somiglianza con il pastore maremmano abruzzese adulto)

“ Senza il cane da pastore tutto il terreno montano aperto della Scozia non varrebbe sei pence, sarebbero necessari più uomini per governare un gregge di pecore, condurlo giù per la collina, spingerlo nei recinti e negli ovili e guidarlo ai mercati, di quanti il profitto dell’intero gregge ne potrebbe mantenere..” James Hoog (1824)

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e l a i c e p S Cani da Pastore

Il povero pastore lamenta la morìa di pecore e solo il suo cane lo consola (incisione dell’800)

Un gregge di pecore al pascolo. Cercate il cane!

pecora”, un comportamento infantile, una taglia considerevole, un grande attaccamento al gregge cui fa riscontro un certo disinteresse nei confronti dell’uomo, il conduttore deve essere leggero e scattante, di manto scuro, di orecchio eretto o semieretto, non deve in alcun modo familiarizzare ma, al contrario, tenere le distanze dal gregge e avere un fortissimo legame con l’uomo. In altre parole trasformarsi nel braccio armato del pastore, operando in perfetta sintonia con lui. Per questo i conduttori presentano un altissimo grado di intelligenza ubbiditiva (border, belga, pastore tedesco, bergamasco) e si prestano ad essere utilizzati con successo anche in molti altri generi di impiego. Ma quello della conduzione resta di gran lunga il più complesso e insieme il più naturale, là dove il binomio cane-uomo ha l’opportunità di esprimersi in tutta la sua pienezza e spettacolarità. Tanto che da come lavora il cane si capisce il carattere del padrone, come ci spiega H. Stephens nel suo “The book of the farm” (1876): “ Si può facilmente dedurre il carattere del pastore da come lavora il suo cane. Quando vedrete un cane non più giovane, correre rumorosamente e impetuosamente, inseguendo le pecore e mordendole alle orecchie e ai garretti per farle girare rapidamente, vuol dire che il padrone è un uomo dal carattere frettoloso. Perché se è vero che i cani giovani sono impetuosi e tendono a strafare, se il pastore consentirà loro di continuare a lavorare in questo modo, significa che anche lui svolge in fretta e poco accuratamente il suo lavoro.” “ Se osserverete un altro pastore che permette al

cane, vecchio o giovane che sia, di girare attorno alle staccionate, conducendo le pecore come se stesse raggruppandole, potrete star certi che il pastore è un essere pigro, più propenso a farsi condurre le pecore accanto dal cane piuttosto che prendersi la briga di controllarle di persona. Facendo lavorare i cani in tal modo si può arrecar danno alle pecore, perché, se abituate ad essere inseguite, ogni volta che sentiranno un cane abbaiare, smetteranno di brucare, correranno a raggrupparsi verso la recinzione e ci vorrà molto tempo prima che si tranquillizzino. E anche quando si sono raggruppate, un cane a cui venga permesso di rincorrerle, le sparpaglierà qua e là senza motivo, provocando aborti nelle pecore gravide e palpitazioni negli agnelli appena slattati che riprenderanno a respirare normalmente solo dopo molto tempo.. ..se udite un gran baccano fatto dal cane tra le pecore, potrete star certi che il suo padrone non è uomo adatto a questo mestiere..” “ Il pastore giudizioso farà lavorare il cane in modo del tutto diverso. Non disturberà mai le pecore durante il giro di controllo al mattino, mezzogiorno e sera. Il cane lo seguirà al piede, come se non avesse niente da fare, ma sarà pronto a compiere il suo dovere in caso di imprevisti, per esempio a recuperare una pecora passata da un campo all’altro, senza per questo morderla od abbaiare. Le pecore andranno comunque radunate con calma, dando loro tempo a sufficienza e, una volta radunate, il cane le sorveglierà intervenendo solo in caso di necessità. Insomma, cane e pastore dovranno fare ciascuno la sua parte, nell’ambito delle rispettive competenze..” LA SEQUENZA PREDATORIA Nel lupo la sequenza di comportamenti predatori, necessaria per la sua sopravvivenza si esplica attraverso 7 stadi fondamentali: 1) individuazione della preda 2) agguato fissando la preda (occhio ipnotico) 3) avvicinamento furtivo 4) inseguimento 5) morso per fermare 6) morso per uccidere 7) consumo

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Per selezionare una razza specializzata ad eseguire determinati compiti (ferma, conduzione, guardia gregge ecc.) si interviene sulla sequenza predatoria, rafforzando alcuni stadi ed attenuando o addirittura eliminandone altri. Nel border (conduttore) ad esempio, è stato conservato il primo (individuazione della preda) grandemente rafforzato il secondo (occhio ipnotico), mantenuto il terzo (avvicinamento furtivo) e il quarto (inseguimento), eliminati il quinto e il sesto (morso per fermare, morso per uccidere). Permane ovviamente il settimo (nel caso la preda è rappresentata dal cibo offertogli dal padrone). Nel pointer (fermatore) è stato mantenuto il primo, enfatizzato il secondo (ferma) eliminato il terzo e il quarto, mantenuto il quinto (riporto), eliminato il sesto, mantenuto il settimo. Nel maremmano (guardiano) è assente l’intera sequenza predatoria (tranne ovviamente il consumo, perché anche lui deve mangiare!). Ciò gli consente di vivere insieme alle pecore senza costituire alcuna minaccia. L’assenza del sesto stadio (morso per uccidere e sbranamento) spiega perchè anche il maremmano più affamato non tocca un agnellino morto mentre si ciba senza problemi di un altro già semisbranato dal lupo. L’OCCHIO IPNOTICO In linguaggio tecnico l’eye (occhio) definisce il particolare atteggiamento del cane da gregge al lavoro. A seconda dello stile di conduzione delle varie razze, distinguiamo: a) I lose eyed: cani che lavorano a testa alta e fanno muovere gli erbivori più abbaiando e pizzicando che intimidendoli con lo sguardo (p. es. Australian, Corgy) b) Gli strong eyed o addirittura gli sticky eyed (occhio “pungente”, tipico del border) c) I medium eyed: una sorta di via di mezzo tra i primi e i secondi (p. es. bergamasco, pastore tedesco, pastore scozzese). Lo sticky eyed è proprio del predatore, sia esso un canide, un felide o un rettile, ed è caratterizzato dal grado di pazienza, di autocontrollo e di assoluta concentrazione con i quali, individuata la preda, le si avvicina con lentezza esasperante (clapping), immobilizzandosi una volta raggiunta la soglia critica, limite varcato il quale essa si vedrà

costretta a tentare la fuga. Un vero e proprio duello tra pistoleri vinto da chi dei due dimostrerà di avere i nervi più saldi. Predatore e preda si studiano, consci che il minimo errore sulla scelta dei tempi potrebbe risultare fatale. Naturalmente è il primo a guidare il gioco, l’occhio fisso sulla preda, pronto ad anticiparne lo scatto della fuga. In certi casi la tensione è tale che la preda subisce un vero e proprio shock adrenalinico e perde i sensi, come accade al topo “ipnotizzato” dal serpente. In questa specialità il border non teme rivali: il capo leggermente abbassato e proteso in avanti, i muscoli vibranti, avanza lentamente, fissando la pecora negli occhi, immobilizzandola in attesa del comando del pastore. Altrettanto fanno il setter o il pointer quando, individuata l’emanazione del selvatico, ne segnalano la presenza al cacciatore immobilizzandosi nella classica posa della “ferma”. Ma l’enfatizzazione oltre ogni limite di un certo istinto può riservare seri inconvenienti e qualche volta il cane va “in tilt”. Coppinger racconta di un border talmente concentrato nell’ipnotizzare la pecora che ha finito per ipnotizzare se stesso, cadendo in una specie di trance e di un pointer andato “fuori controllo” e ritrovato dal padrone qualche ora più tardi pietrificato nella posizione di ferma!

Di sentinella in Calabria

Border Collie al lavoro mentre “guida” un gruppo di pecore.

L’ADDESTRAMENTO A differenza di altre razze canine che, per svolgere un determinato lavoro hanno bisogno dell’imprinting, nel toccatore la predisposizione a condurre il gregge è di natura genetica e si manifesta già a partire dalle otto settimane di vita, indipendentemente dall’ambiente nel quale è stato allevato. In assenza di pecore, raggrupperà galline, membri della famiglia, formiche o qualsiasi altra cosa!

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e l a i c e p S Cani da Pastore

Pastori Tedeschi al lavoro

Il cucciolo lecca il muso della pecora come fosse la madre

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L’addestramento verrà dunque impostato sullo schema predatorio ereditato dal suo progenitore selvatico. Lo stile di caccia dei lupi, licaoni, dingo ecc. consiste nell’abilità di raggruppare il branco di erbivori, sospingerlo nel luogo più propizio per abbattere il maggior numero di capi. Nella Mongolia Interna, i lupi, non potendo gareggiare in velocità con le antilopi, le compattano e le sospingono in anguste gole montane dove la neve accumulata impaccia i loro movimenti, rendendole facili prede. I licaoni africani fanno gioco di squadra, “palleggiandosi” la preda come fanno i calciatori col pallone. Questi comportamenti si fondano su cinque istruzioni geneticamente programmate: 1) contatto: avvistata la preda, ciascun membro del branco le si avvicina mantenendo una certa distanza. 2) accerchiamento: il branco assume una formazione “a ventaglio”, formando un cerchio quasi perfetto. 3) agguato: mentre il branco di lupi circonda la preda, uno di essi si allontana di soppiatto, si nasconde e si acquatta, in attesa che i compagni glie la sospingano a tiro e, avvistatala, la blocca con il suo famigerato occhio ipnotico, pronto a continuare l’inseguimento se questa riprende la fuga. 4) guida: per mantenere raggruppato il branco di erbivori e condurlo al contempo nella direzione voluta, di tanto in tanto i cacciatori abbozzano una “carica” frontale, indu-

cendo i capi recalcitranti a ritornare in gruppo, mordendoli ai garretti o ai fianchi. 5) gerarchia organizzativa: il branco opera al comando del leader o capobranco che guida e coordina la caccia mentre gli altri lo seguono pronti ad imitarne il comportamento. Il cane conduttore segue il medesimo schema di caccia, con la piccola differenza che in coppia col pastore, è costretto svolgere il lavoro di un intero branco di lupi! Per poterci riuscire deve far ricorso all’immaginazione. Così, nell’accerchiamento, descrive attorno al gregge un cerchio perfetto occupando di volta in volta la posizione dei compagni immaginari e, dopo una breve pausa, prosegue il lavoro di accerchiamento, di bloccaggio e di compattamento, spingendo le pecore nella direzione voluta dal pastore-capobranco, il quale, mediante comandi gestuali o vocali, si mantiene in costante collegamento con lui. John Templeton, autore del prezioso trattato “Il cane da pastore al lavoro” e vincitore di innumerevoli gare di conduzione, ce ne elenca i più importanti: 1) Qui: il cane si avvicina al pastore 2) Fermo: il cane interrompe l’azione 3) Va a destra, va a sinistra: il cane si muove nella direzione indicata 4) Gira a destra, gira a sinistra: il cane inizia la manovra d’accerchiamento 5) Giù: il cane si acquatta nella posizione d’agguato 6) Vicino: avvicinamento al gregge 7) Via: allontanamento dal gregge 8) Piano, svelto: controllo della velocità o dell’intensità con cui il cane lavora 9) Basta: operazione compiuta, puoi tornare al mio fianco I comandi possono venir trasmessi indifferentemente con parole, gesti o fischi variamente modulati. Templeton, dal canto suo, preferisce questi ultimi, perchè possono venir percepiti anche a grande distanza. “Se vuoi fare il pastore è meglio che impari prima a fischiare!” conclude, tra il serio e il faceto.

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e l a i c e p S Cani da Pastore Schede a cura di Lorena Quarta

Il Cane Lupo Cecoslovacco L’ultima stesura dello standard ufficiale risale al 2001, mentre la prima è datata 1878.

I cardini del tipo

Sopra: Soggetto dell’allevamento Foresta Incantata Sotto: Testa dell’allevamento Colle del Lupo

Le peculiarità attitudinali

È

nato grazie all’ingegnere Karel Hartl, che, con un lavoro di oltre trent’anni, riuscii a unire, ricorrendo a incroci con pastori tedeschi e lupi dei Carpazi, il sangue del cane con quello del suo cugino selvatico ed è dal 1993, anno di riconoscimento della razza, che gli accoppiamenti avvengono solo tra lupi cecoslovacchi. È un cane vivace, molto attivo, docile ma con grande rapidità di azione, intrepido e coraggioso, sospettoso ma mai aggressivo senza motivo, molto leale verso il padrone, resistente alle condizioni atmosferiche più sfavorevoli e molto versatile nel suo utilizzo. Può vivere serenamente in famiglia, è molto rispettoso delle gerarchie ma mantiene una certa diffidenza nei confronti degli estranei e quindi può essere buon guardiano.

Aspetto generale - taglia medio-grande ben costruito, con struttura rettangolare, costituzione solida, arti ben muscolosi, con costituzione corporea, movimento, colore del manto e maschera che ricordano il lupo Testa - simmetrica e di buona muscolatura, , tartufo ovale di colore nero occhi piccoli e a mandorla, di color ambra, con palpebre ben aderenti, orecchie diritte e sottili, di forma triangolare e corte (non più lunghe di 1/6 dell’altezza al garrese) Altezza al garrese - almeno 65 cm nei maschi (peso almeno 26 kg) e almeno 60 nelle femmine (peso almeno 20 kg) Mantello - il sottopelo, insieme al pelo di copertura, forma una vera e propria barriera di protezione dalle intemperie perché copre interamente il corpo, compresi il ventre, la parte interna delle cosce, lo scroto, la parte interna delle orecchie e gli spazi interdigitali, il pelo di copertura è forte e liscio Colore - dal giallo grigio al grigio argento con una caratteristica maschera chiara (pelo chiaro è ammesso anche attorno al collo e al petto) Coda - attaccata alta ma portata bassa, portata a falcetto quando il cane è eccitato

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 393 soggetti, 453 nel 2007, 485 nel 2008 e 639 nel 2009

CLUB Club Cane Lupo Cecoslovacco sito web www.clubcanelupocecoslovacco.it

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Il Cane da Pastore Tedesco Le peculiarità attitudinali

I

suoi progenitori sono i cani da pastore della Svevia, della Turingia e del Wuttemberg e Max von Stephaniz è il padre di questa razza, sicuramente una delle più versatili e che, abbandonata la conduzione del gregge, ha trovato impiego nel servizio civile, come cane guida per ciechi e cane da polizia. Deve essere equilibrato, saldo di nervi, sicuro di sé, disinvolto e (salvo provocazione) di indole assolutamente buona, vigile e docile (per essere idoneo come cane da accompagnamento, da guardia, da difesa, di servizio e da pastore) e deve possedere coraggio, combattività e tempra.

I cardini del tipo Aspetto generale - taglia media, leggermente allungato, forte e ben muscoloso, con ossatura asciutta e struttura solida Testa - cuneiforme e proporzionata alla taglia, muso cuneiforme, canna nasale diritta, tartufo nero, occhi di media grandezza, a mandorla, leggermente obliqui e di colore il più possibile scuro, orecchie di media grandezza, portate erette, con padiglioni sono rivolti in avanti Altezza al garrese - maschi 60-65 cm (peso 30-40 kg), femmine 55-60 cm (peso 22-32 kg) Mantello - il pelo corretto è quello duro con sottopelo, pelo di copertura il più possibile fitto, duro e ben aderente; più corto su testa, parte interna delle orecchie, davanti degli arti, i piedi e dita, un po’ più lungo e folto sul collo, parte posteriore degli arti e parte posteriore della coscia dove forma dei moderati pantaloni

Sopra: Soggetto piazzato dell’allevamento Antico Maniero Sotto: Testa di maschio dell’allevamento Golden Knopf

Colore - sottopelo di tonalità leggermente grigia, pelo di guardia nero con focature rosso-brune, brune, gialle fino al grigio chiaro; nero e grigio unicolore, con sfumature grigie più scure, sella e maschera nere; ammesse, ma non auspicabili, piccole macchie bianche sul petto, colore bianco non ammesso Coda - deve arrivare almeno all’altezza del garretto, la parte inferiore è ricoperta da pelo un po’ più lungo e viene portata pendente, leggermente piegata ad arco, quando il cane è eccitato o in movimento, è portata più sollevata ma mai oltre l’orizzontale

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 14527 soggetti, 16742 nel 2007, 14223 nel 2008 e 14856 nel 2009

CLUB Società Amatori Schäferhunde sito web www.sas-italia.com

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore di Beauce I cardini del tipo

Sopra: Soggetto dell’allevamento Corte di Clema Sotto: Adulto e cucciolo dell’allevamento Bologna Dogs

Le peculiarità attitudinali

P

roviene dalla regione della Beauce, è noto anche come beauceron o Bas Rouge (“calze rosse” perché i primi soggetti avevano focature all’estremità degli arti) ed è strettamente imparentato con il pastore della Brie. Deve essere assennato e coraggioso, mai cattivo né pauroso né inquieto, è intelligente, obbediente, sempre vigile e attento, calmo, paziente, sensibile, molto fedele nei confronti del padrone, protettivo con tutti i membri della famiglia ma riservato verso chi non conosce quindi ottimo guardiano

Aspetto generale - taglia grande, solido, rustico, potente, mediolineo, ben costruito e muscoloso, non pesante Testa - ben cesellata, muso né stretto né appuntito, stop poco pronunciato, tartufo nero, occhi di forma leggermente ovale con iride marrone scuro (ammesso l’occhio gazzuolo nella varietà arlecchino), orecchie piazzate alte, semi diritte o cadenti, piatte e piuttosto corte Altezza al garrese - nei maschi 65-70 cm, nelle femmine 61-68 Mantello - sottopelo corto, fine, denso e lanoso, preferibilmente grigio topo e pelo di guardia raso sulla testa, forte, corto, spesso, fermo e steso sul corpo di 3-4 cm di lunghezza; le natiche e la parte inferiore della coda sono leggermente ma obbligatoriamente frangiate Colore - a) nero-focato, nero è molto marcato e focature al disopra degli occhi, sui lati del muso, sul petto, alla gola, sotto la coda, sugli arti; b) arlecchino: grigio, nero focato ripartiti a macchie ben distinte, con medesima disposizione del fulvo per quanto riguarda le focature (tollerata una piccola macchia bianca sul petto) Coda - intera, portata bassa, arriva almeno fino al garretto, senza deviazioni, formando un leggero uncino a forma di “J” , in movimento è portata al massimo all’altezza della linea dorsale

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 77 soggetti, nel 2007, 114 nel 2008 e 112 nel 2009

CLUB Club Amici Beauceron sito web www.amicidelbeauceron.it

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Il Cane da Pastore di Brie Le peculiarità attitudinali

C

ane molto antico di cui si parla già nel XIII secolo che deve il nome all’omonima regione del bacino parigino a est delle capitale. È equilibrato, non aggressivo né pauroso, intelligente, dotato di forte personalità, calmo in famiglia ma giocherellone con i più piccoli, affettuoso con il padrone di cui ricerca sempre il contatto e riservato con chi non conosce e quindi valido cane da difesa della famiglia e della proprietà; oggi è considerato soprattutto un cane da compagnia e da utilità ma mantiene intatte le qualità naturali di cane da pastore conduttore e per la sua versatilità può essere impiegato in agility e obedience mentre alcuni soggetti trovano impiego nella guida per ciechi e in Protezione Civile

I cardini del tipo Aspetto generale - rustico, agile, compatto, dotato di una buona muscolatura, ben proporzionato e inscritto nel rettangolo, arti diritti e paralleli Testa - testa forte, lunga, muso né stretto né appuntito, stop ben pronunciato, tartufo grosso e nero, occhi ben aperti, piuttosto grandi e non ovali, di colore scuro e con espressione intelligente, orecchie inserite alte, ricoperte da pelo lungo, portate erette se amputate, non aderenti e piuttosto corte se lasciate integre Altezza al garrese - nei maschi 62-68 cm, nelle femmine 56-64 Mantello - leggero sottopelo, pelo di copertura flessuoso, lungo, secco (tipo pelo di capra),

Colore - ammessi tutti i colori uniformi (ma non bianco, marrone e mogano); il bicolore non va confuso con una tinta un po’ più chiara alle estremità, che deve rimanere nella stessa gamma di colore (fulvo scuro su fulvo chiaro, nero intenso su nero meno carico, grigio scuro su grigio più chiaro, ecc.) Coda - integra, portata bassa, deve raggiungere la punta del garretto o oltrepassarlo al massimo di 5 cm, ben guarnita, forma un uncino all’estremità

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 88 soggetti, 69 nel 2007, 116 nel 2008 e 83 nel 2009

Esemplari dell’allevamento Nebbie di Avalon

CLUB Club Briards & Amici sito web www.briardseamici.it

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore di Piccardia

Soggetti dell’allevamento Poggio al Vento (foto sopra: Lia Stein)

Le peculiarità attitudinali

R

azza molto antica (una delle più antiche immagini è un quadro del XVIII secolo) è stato per molto tempo selezionato badando più alle capacità lavorative che alla morfologia. È equilibrato, veloveloce nell’apprendere, intelligente, un po’ brusco, volitivo e un po’ furbo, vivace, si integra bene in famiglia, ama giocare con i più piccoli e per il suo istinto protettivo può essere un valido cane sia da guardia sia da difesa

Aspetto generale - taglia media, aspetto rustico ma elegante nelle forme, corpo leggermente più lungo che alto,

molto muscoloso e di solida costituzione, dal caratteristico aspetto di griffone per la presenza di barba, baffi e sopracciglia, presenza di sopracciglia molto marcate che, con barba e mustacchi, conferisce un aspetto tipico Testa - occhi, di grandezza media, hanno colore scuro, con colorazione che varia a seconda del colore del manto e comunque mai più scuri del color nocciola né troppo chiari dall’espressione non cattiva né sfuggente, le orecchie sono portate erette in modo naturale, di grandezza media, larghe alla base, con attaccatura molto alta e punta leggermente arrotondate Altezza al garrese - maschi 60-65 cm e nelle femmine 55-60, peso circa 30 kg Mantello - sottopelo fine e serrato che garantisce un’ottima protezione dalle intemperie, pelo di guardia duro e semilungo, non frangiato, non piatto, grossolano e frusciante sotto le dita; su tutto il corpo deve essere lungo 5-6 cm Colore - grigio, grigio-nero, grigio con riflessi neri, grigio blu, grigio rosso, fulvo chiaro o scuro o qualsiasi mescolanza di questi colori. Non deve essere presente nessuna macchia grande bianca, è tollerata una piccola macchia bianca sul petto e macchie alle estremità dei piedi Coda - pelosa con pelo di lunghezza uguale a quello del resto del corpo; a riposo raggiunge il garretto e pende diritdirit ta con leggera curvatura all’estremità, in azione può essere portata più rialzata ma mai ricurva sul dorso

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 0 soggetti, 18 nel 2007, 18 nel 2008 e 1 nel 2009

Non esiste in Italia, club francese www.berger-picard.fr

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Le peculiarità attitudinali

Il Border Collie

N

ato per radunare e spostare i grossi greggi delle zone al confine tra Inghilterra e Scozia che potevano disporre di immensi pascoli dopo che, nel XVII secolo, erano stati sterminati tutti i grandi predatori, è un cane da pastore ideale, molto ubbidiente, addestrabile con facilità, molto intelligente e dall’agilità e velocità impressionanti; è molto attaccato al padrone e con lui è molto affettuoso, ma è anche serio nel suo lavoro, protettivo nei confronti del gregge, sempre vigile e attento a tutto quello che succede intorno a lui

I cardini del tipo Aspetto generale - ben proporzionato, in lui la nobiltà, l’eleganza e l’equilibrio della silhouette si combinano con una struttura tale da dare l’impressione di resistenza Testa - cranio abbastanza largo, muso che si assottiglia all’estremità, stop ben marcato, tartufo nero (bruno nei cani a manto cioccolato, ardesia nei cani a mantello blu), occhi di forma ovale di colore bruno (uno bruno e uno blu o entrambi blu nei cani merle) con espressione vivace e intelligente, orecchie di medie dimensioni portate diritte o semierette Altezza al garrese - ideale nei maschi 53 cm, nelle femmine un po’ meno Mantello - due varietà, moderatamente lungo e corto; sottopelo morbido e compatto e pelo di copertura fitto e di media consistenza che con il sottopelo costituisce una efficace protezione contro le intemperie

Esemplare dell’allevamento Border Collie Ranch Testa dell’allevamento Spirit’s Dog

Colore - ammessi tutti i colori (bianco e nero che è il più diffuso, bianco e marrone, blue, tricolore, blu merle e red merle), il bianco non deve predominare Coda - moderatamente lunga, arriva al garretto, attaccata bassa, ben fornita di pelo, termina con una curva verso l’alto e in azione è sollevata ma non è mai portata sulla schiena

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 1358 soggetti, 1554 nel 2007, 1517 nel 2008 e 1847 nel 2009

CLUB Italian Border Collie Club sito web www.bordercollieclub.it

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Scozzese (Shetland Sheepdog)

Le peculiarità attitudinali Foto Internet www.kellshelties.com

P

roviene dall’omonimo arcipelago situato a nord della Scozia, caratterizzato da coste rocciose e terreni impervi battuti da venti freddi e un clima rigido e piovoso nei quali era ideale un cane da pastore di piccola taglia, agile e capace di lavorare in modo autonomo. È vivace, dolce, intelligen intelligen-te, attivo, estroverso, giocherellone, fedele, molto affettuoso in famiglia, specialmente coi più piccoli, ma diffidente con gli estranei e talvolta un po’ testardo

I cardini del tipo Aspetto generale - piccolo cane da lavoro a pelo lungo di grande bellezza, mai pesante né grossolano, ben proporzionato

Testa - dalle linee raffinate, stop poco marcato ma netto, tartufo nero, occhi di medie dimensioni, a mandorla e di colore marrone (nei blue merle possono essere azzurri), orecchie piccole e moderatamente larghe alla base, poste abbastanza vicino alla sommità del cranio, in attenzione portate avanti e semierette Altezza al garrese - altezza ideale maschi 37 cm, 35,5 nelle femmine, ogni eccedenza in più o in meno di 2,5 cm costituisce difetto grave Mantello - sottopelo morbido, corto e fitto e pelo di copertura lungo, diritto e duro, che forma criniera e collare molto abbondanti e arti posteriori ben frangiati Colore - a) fulvo, chiaro o carbonato, ammesse tutte le tonalità dall’oro pallido al mogano intenso ma nella sua gradazione il colore deve essere di tono sostenuto b) tricolore, nero intenso sul corpo con focature vivaci; c) blue merle, blu chiaro argentato schizzato e marmorizzato di nero, con focature preferibilmente vivaci; d) nero e bianco e nero e focato sono colori riconosciuti, le macchie bianche possono apparire (tranne che nel nero focato) su petto, collare, arti ed estremità della coda Coda - attaccata bassa e con pelo abab bondante, deve arrivare almeno alla punta del garretto, curva leggermente verso l’alto e in attenzione può essere portata leggermente alta ma mai al di sopra della linea dorsale

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 86 soggetti, nel 88 2007, 109 nel 2008 e 96 nel 2009

CLUB Shetland Club d’Italia sito web www.shetlandclubitalia.it

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Le peculiarità attitudinali

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hiamato anche old english sheepdog e nato in Inghilterra per la conduzione del gregge (ma utilizzato anche come cane da fattoria e per il lavoro con i bovini), fin dal 1800 l’assenza della coda è stata fissata come caratteristica di razza. È un cane affettuoso, allegro e intelligente, molto ubbidiente e facilmente addestrabile, assai docile con i bambini e con chi conosce ma sa anche essere un temibile e deciso cane da guardia, mai nervoso o aggressivo senza motivo

Il Bobtail

I cardini del tipo Aspetto generale - cane forte, di aspetto quadrato, di grande simmetria e vigoroso nell’insieme, non alto sugli arti, con possente muscolatura, atletico e con espressione intelligente, la cui andatura ha un tipico rollio all’ambio o al passo Testa - cranio ampio e di forma quadrata, muso abbastanza lungo e quadrato, stop ben accentuato, tartufo largo e nero, occhi scuri, gazzuoli o uno scuro e uno gazzuolo, con rime palpebrali preferibilmente pigmentate, orecchie piccole, portate a piatto sui lati della testa e ricoperte di pelo Altezza al garrese - maschi 61 cm e oltre, femmine da 56 e oltre Mantello- sottopelo impermeabile e pelo di copertura di tessitura dura, non diritto ma ispido e senza riccioli, molto folto su testa e cranio, orecchie moderatamente ricoperte, collo ben fornito, anteriori ricchi di pelo, quarti posteriori più abbondantemente forniti più del resto del corpo Colore - Colori ammessi: qualsiasi tono del grigio, brizzolato, blu, il tronco e

Foto internet (www.besfern.com)

l’anteriore sono di colore uniforme con o senza macchie bianche all’estremità degli arti, mentre la testa, il collo, gli anteriori e l’addome sono bianchi o senza macchie con o senza pezzature bianche Coda - tradizionalmente amputata o con coda mozza dalla nascita; se amputata lo è completamente, se integra è portata con discrezione da fermo, inserita bassa, non arricciata o portata sul dorso, ben coperta di pelo di tessitura ruvida

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 59 soggetti, 33 nel 2007, 72 nel 2008 e 65 nel 2009

CLUB Club Bobtail Italia sito web www.bobtailitalia.it

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Bergamasco

un’antica razza italiana da pastore la cui area di diffusione comprendeva l’arco alpino e prealpino, con particolare concentrazione nelle valli del bergamasco, capace di guidare gli ovini anche sugli impervi terreni di montagna. Nella guida e custodia del gregge si distingue per attenzione, riflessione ed equilibrio, apprende facilmente, è un ottimo cane da guardia e da compagnia, in grado di instaurare con l’uomo uno stretto legame e di sentirsi parte integrante della famiglia che tende istintivamente a proteggere

corpo, fortemente costruito ma molto ben proporzionato il cui tronco sta nel quadrato Testa - grossa a forma di parallelepipedo, muso e cranio di uguale lunghezza, assi cranio/muso paralleli, stop accentuato, occhi grandi di colore marrone più o meno scuro a seconda del mantello con espressione dolce e serena, orecchie al di sopra dell’arcata zigomatica, semipendenti con i 2/3 terminali cadenti, leggermente rialzate in attenzione Altezza al garrese - ideale nei maschi 60 cm (peso 32-38 kg), nelle femmine 56 (peso 26-32 kg) Mantello - sottopelo corto, folto e untuoso al tatto, pelo di guardia molto abbondante, di tessitura ruvida (caprina) sulla metà anteriore del tronco, dalla metà del torace per tutta la parte posteriore del corpo e per tutti gli arti tende ai bioccoli o è già a bioccoli, sulla testa il pelo è meno ruvido e ricade sugli occhi ricoprendoli, sugli arti è distribuito uniformemente su tutte le parti a fiocchi molli Colore - grigio uniforme o a chiazze di tutte le gradazioni, dal grigio molto chiaro al nero, anche con sfumature isabella e fulvo chiaro, è ammesso il nero uniforme purché opaco (zaino), il bianco uniforme è proscritto; sono tollerate chiazze bianche se la loro superficie non supera il quinto della superficie totale del mantello Coda - inserita nell’ultimo terzo della groppa, grossa alla radice e affusolata in punta, ricoperta di pelo caprino, portata a scimitarra a riposo, sbandiera in movimento

I cardini del tipo

La recente popolarità numerica

Aspetto generale - media taglia, aspetto rustico, pelo abbondante su tutte le parti del

Nel 2006 sono stati iscritti 110 soggetti, 94 nel 2007, 87 nel 2008 e 89 nel 2009

Le peculiarità attitudinali Esemplari dell’allevamento Lupercali

È

CLUB Associazione Amatori del Cane da Pastore Bergamasco sito web www.pastore-bergamasco.net 26

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Il Cane da Pastore Maremmano-Abruzzese Le peculiarità attitudinali

I

l suo antenato è l’antico canis pastoralis ed è un’antica razza da gregge le cui origini vanno ricercate in cani da pastore tuttora utilizzati in Abruzzo dove ancora oggi prospera la pastorizia e in cani da pastore un tempo presenti nella Maremma toscana e laziale. Sa essere un cane da pastore e da guardia perspicace, coraggioso e deciso, capace di lavorare in piena autonomia, dal carattere fiero e alieno alla sottomissione ma devoto al padrone; formatosi attraverso secoli di vita dura a guardia delle greggi in condizioni ambientali difficili ha un carattere fiero, indipendente, poco docile e malleabile, è ubbidiente ma secondo un suo metro di giudizio ed è poco espansivo nelle sue dimostrazioni di affetto

I cardini del tipo Aspetto generale - grande mole, fortemente costruito, di aspetto rustico e allo stesso tempo maestoso e distinto, con tronco più lungo dell’altezza al garrese Testa - grande e piatta ricorda quella dell’orso, stop poco accentuato, tartufo grosso e nero, occhi non grandi per la mole, con iride ocra o marrone scuro dall’espressione vigile e intelligente, orecchie piccole rispetto alla mole, pendenti ma molto mobili, a forma triangolare Altezza al garrese - maschi da 65 a 73 cm (peso 35-45 kg), femmine da 60-68 (peso 30-40 kg) Mantello - sottopelo abbondante solo in inverno, pelo di guardia molto abbondante, lungo, piuttosto ruvido al tatto,

forma collare al collo e limitate frange al margine posteriore degli arti, è corto su muso, cranio, orecchie e margine anteriore degli arti Colore - bianco unicolore, tollerate sfumature avorio o arancio pallido o limone purché in numero limitato Coda - bassa di inserzione oltrepassa il garretto, pendente a riposo e portata sopra la linea dorsale in eccitazione, ben guarnita di pelo folto senza frange

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 555 soggetti, 691 nel 2007, 547 nel 2008 e 542 nel 2009

Foto archivio Edizioni Cinque

CLUB Circolo del Pastore Maremmano-abruzzese sito web www.cpma.it

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Bianco Svizzero I cardini del tipo

Esemplare adulto e cucciolo di 9 settimane dell’allevamento Foresta Incantata

Le peculiarità attitudinali

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eriva dalla variante bianca del pastore tedesco (da cui si distingue per il tronco più allungato e minor angolazioni) allevata e selezionata da allevatori che intendevano mantenere la morfologia originale del pastore tedesco nelle linee di colore bianco, sia in Europa sia Oltreoceano e infatti, prima del riconoscimento del 2002, era conosciuto come pastore bianco canadese. È un cane di grande temperamento, mai nervoso ma sempre attento e vigilante, veloce nell’apprendere, piuttosto riservato con gli estranei, pur senza mai mostrarsi timoroso o aggressivo, molto affezionato al padrone, ai bambini e a tutta la famiglia verso i quali è molto protettivo, inoltre è molto territoriale e quindi sa essere un valido cane da guardia della proprietà

Aspetto generale - taglia media, tipico cane da pastore robusto, forte, potente, muscoloso, ben costruito, con eccellente struttura scheletrica e ottima muscolatura, dalle linee eleganti e armoniose Testa - di giuste proporzioni, rapporto cranio/ muso di 1:1, assi cranio-facciali nettamente paralleli, tartufo di colore scuro, occhi a mandorla, disposti leggermente obliqui, di colore da bruno a bruno focato, orecchie grandi e di forma triangolare, portate perfettamente erette Altezza al garrese - maschi 60-66 cm, femmine 55-61 Mantello - sottopelo abbondante, pelo di copertura liscio e folto; la faccia, le orecchie e la parte anteriore degli arti presentano un pelo un po’ più corto, sulla nuca e sulla parte posteriore degli arti il pelo è un po’ più lungo; è ammesso un pelo leggermente ondulato, ma duro Colore - l’unico colore ammesso è il bianco Coda - a forma di scimitarra, molto fitta e folta si affila verso l’estremità; inserita e attaccata piuttosto in basso, raggiunge solo minimamente il garretto; a riposo pende dritta o leggermente incurvata a “scimitarra”; quando il cane è in movimento è portata più alta, ma mai oltre la linea del dorso

La recente popolarità numerica Nel 2006 sono stati iscritti 51 soggetti, 83 nel 2007, 89 nel 2008 e 145 nel 200

CLUB Pastore Svizzero Bianco Club Italia sito web www.pastoresvizzerobianco-clubitalia.it 28

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Il Cane da Pastore Belga Le peculiarità attitudinali

u il professor Reul che cominciò la selezione F dei pastori belgi e stilò una prima bozza di standard dividendoli in base al tipo di pelo

(lungo, corto e duro) e solo nel 1921 avverrà la definitiva divisione nelle quattro varietà. Il temperamento del pastore belga è vivo e attento, il carattere sicuro senza timore né aggressività, è vigile e attivo, sempre pronto a entrare in azione, ottimo guardiano delle greggi e della proprietà, deciso difensore del padrone e molto sensibile

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media, armoniosamente proporzionato, inscrittibile in un quadrato, muscolatura asciutta e forte, rustico, abituato alla vita all’aria aperta e costruito per resistere alle variazioni atmosferiche così frequenti del clima belga accoppia eleganza e potenza. Tessitura e colore del pelo identificano le 4 varietà elencate di seguito. Testa - ben cesellata e asciutta, cranio e muso di lunghezza uguale, stop moderato,

www.cesccarmissan.fr

tartufo nero, occhi:di grandezza media, leggermente a forma di mandorla, di preferenza scuri con sguardo vivo e intelligente, orecchie piuttosto piccole e inserite alte Altezza al garrese - maschi 62 cm (peso 25-30 kg), femmine 58 (peso 20-25 kg) Coda - ben attaccata, forte alla base, di lunghezza media, a riposo portata pendente, più rialzata in azione, senza andare al di sopra dell’orizzontale

La recente popolarità numerica

Nel 2006 sono stati iscritti 517 soggetti, 590 nel 2007, 640 nel 2008 e 769 nel 2009

CLUB Club Amatori Pastori Belga sito web www. capb.it

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Belga Groenendael

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reatore e primo allevatore della varietà fu Nicole Rosé, che viveva nel castello di Groenendael, nei dintorni di Bruxelles Mantello - sottopelo lanoso che con il pelo di copertura denso, fitto e di buona tessitura forma un eccellente involucro di protezione; il pelo è corto su testa, faccia esterna delle orecchie e parte bassa degli arti, salvo il bordo posteriore dell’avambraccio che è guarnito, dal gomito al polso, di peli lunghi chiamati frange, è lungo e liscio sul resto del corpo e più lungo e abbondante intorno al collo e sul petto, dove forma collare e jabot, l’apertura del condotto uditivo è protetta da peli folti e i peli alla base dell’orecchio sono rialzati e inquadrano la testa, la parte posteriore delle cosce è ornata da pelo molto lungo e molto abbondante che forma culottes, la coda è guarnita da pelo lungo e abbondante che forma pennacchio Colore - unicamente nero zaino, un po’ di bianco è tollerato al petto e alle dita

Il Cane da Pastore Belga Tervueren D I due esemplari di questa pagina sono dell’allevamento Di Casa Caniglia

eve il nome alla località di Tervueren, alla periferia di Bruxelles Mantello - sottopelo lanoso che con il pelo di copertura denso, fitto e di buona tessitura forma

un eccellente involucro di protezione; il pelo è corto su testa, faccia esterna delle orecchie e parte bassa degli arti, salvo il bordo posteriore dell’avambraccio che è guarnito, dal gomito al polso, di peli lunghi chiamati frange, è lungo e liscio sul resto del corpo e più lungo e abbondante intorno al collo e sul petto, dove forma collare e jabot, l’apertura del condotto uditivo è protetta da peli folti e i peli alla base dell’orecchio sono rialzati e inquadrano la testa, la parte posteriore delle cosce è ornata da pelo molto lungo e molto abbondante che forma culottes, la coda è guarnita da pelo lungo e abbondante che forma pennacchio Colore - fulvo carbonato (preferito) e grigio carbonato, con maschera nera; il fulvo dev’essere caldo, non chiaro né slavato, un po’ di bianco è tollerato al petto e alle dita

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Il Cane da Pastore Belga Malinois P

Soggetto dell’alllevamento Maschera di Ferro

rende il nome dall’antica città di Malines, nella provincia di Anversa Mantello - sottopelo lanoso che con il pelo di copertura denso, fitto e di buona tessitura forma un eccellente involucro di protezione; il pelo è molto corto su testa, faccia esterna delle orecchie e parte bassa degli arti, è corto sul resto del corpo e più fornito sulla coda e intorno al collo, dove disegna un collare che nasce alla base dell’orecchio, estendendosi fino alla gola, la parte posteriore delle cosce è frangiata da peli più lunghi e la coda è spigata ma non forma pennacchio Colore - unicamente fulvo carbonato con maschera nera, un po’ di bianco è tollerato al petto e alle dita

Il Cane da Pastore Belga Lakenois I

l suo nome deriva dal castello di Laeken, che si trova vicino a Bruxelles Mantello - sottopelo lanoso che con il pelo di copertura denso, fitto e di buona tessitura forma un eccellente involucro di protezione; pelo duro caratterizzato dallo stato di ruvidezza e di secchezza del pelo, che è scricchiolante e arruffato, lungo possibilmente 6 cm su tutte le parti del corpo, più corto su parte superiore del muso, fronte e arti; né il pelo intorno agli occhi, né quelli che guarniscono il muso devono essere così sviluppati da mascherare la forma della testa, ma l’esistenza della guarnitura del muso è obbligatoria, la coda non deve formare pennacchio Colore - unicamente fulvo con tracce di carbonatura, principalmente al muso e alla coda, un po’ di bianco è tollerato al petto e alle dita

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Australiano (Kelpie)

ane dalle origini scozzesi molto attivo e intelligente, dotato di grande energia, fedele e con spiccata attitudine al lavoro di conduzione. Allevato in Italia (23 iscritti nel 2009)

www.yarramankelpies.com.au

Aspetto generale - agile, con muscolatura tonica e grande elasticità degli arti Testa - per forma e contorno ricorda quella della volpe, tartufo del colore corrispondente a quello del manto, occhi a mandorla con espressione intelligente, orecchie erette e appuntite Altezza al garrese - nei maschi 46-51 cm, nelle femmine 43-48 Mantello - sottopelo corto e denso, pelo di copertura serrato, duro e coricato per resistere alla pioggia, più lungo su arti e sul collo, mediamente lungo da 2 a 3 cm sul corpo Colore - nero, nero-focato, rosso-focato, fulvo, cioccolato, e blu fumé Coda - pendente a riposo si rialza in azione , dotata di pelo folto e attaccata in modo da continuare la linea della groppa

Le peculiarità attitudinali

C

I cardini del tipo

Le peculiarità attitudinali

D

i origini fiamminghe e in passato accompagnatore dei battellieri (il suo nome deriva da “schip”, che vuol dire battello) e cacciatore di topi, è un cane attento, diffidente, grande difensore, curioso, fedele e ottimo guardiano. Allevato in Italia (4 iscritti nel 2009)

SoggettI dell’allevamento della Valmetauro

Lo Schipperkee I cardini del tipo Aspetto generale - piccola taglia, costruzione armonica, corta e tarchiata con torace largo sul davanti Testa - tipicamente lupoide con cranio largo e muso affusolato, tartufo piccolo, occhi di color bruno scuro dallo sguardo vivace, orecchie erette Altezza al garrese - tre categorie di peso: leggeri (3-4 kg), medi (4-5) e pesanti (5-9) Mantello - folto, raso sulle orecchie, corto su testa, davanti degli arti e garretti, abbastanza corto sul tronco, ma più lungo sul collo dove forma criniera e jabot e sugli arti anteriori dove forma delle culottes Colore - solo nero-zaino Coda - l’assenza della coda è una caratteristica della razza

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Le peculiarità attitudinali

Il Cane da Pastore H Croato

a aspetto molto simile al pastore di Piccardia per questo si ipotizzano comuni antenati, è vivace, attento, facile da addestrare, dai sensi molto sviluppati e con forte istinto per la guardia. Presente in Italia con pochi soggetti (2 iscritti nel 2009)

I cardini del tipo

Aspetto generale - ai limiti inferiori della media taglia, di tipo lupoide con costruzione piuttosto rettangolare e tipica conformazione del cane da pastore Testa - relativamente leggera e a forma di cono, muso asciutto, stop poco marcato, occhi di colore da castano a nero, con espressione vivace, orecchie triangolari, erette o semierette Altezza al garrese - dai 40 ai 50 cm Mantello - sottopelo folto, pelo di guardia lungo da 7 a 14 cm, più corto sulla testa e sul lato esterno delle orecchie, relativamente morbido, ondulato e anche riccio ma mai lanoso Colore - colore di fondo nero, accettate le tracce bianche sotto la gola, al petto, sulle dita e sui piedi Coda - attaccata piuttosto alta e guarnita di pelo lungo e folto, a riposo è portata bassa o al livello della linea dorsale, in allerta è portata sopra la linea dorsale

http://mojpas.rs

Il Cane da Pastore Mallorquin O

riginario dell’isola di Maiorca e per secoli adibito alla conduzione del bestiame è un cane rustico e resistente, buon cane da pastore, da guardia e da difesa. Pochi soggetti in Italia (un iscritto nel 2005) Aspetto generale - taglia grande, peso medio, ben proporzionato, muscoloso, robusto e agile Testa - massiccia, con assi cranio-facciali leggermente divergenti, muso largo e forte, tartufo nero e grande, con narici ampie non schiacciate, occhi molto piccoli, lievemente obliqui, vivaci e di colore dal chiaro allo scuro, orecchie piccole rispetto alla testa e triangolari Altezza al garrese - maschi 66-73 cm, femmine 62 -68 Mantello - sottopelo molto sottile e poco spesso, il pelo di guardia identifica due varietà, una a pelo corto e una a pelo lungo; se corto è lungo da 1,5 cm a 3 cm sul dorso, se lungo è leggermente ondulato Colore - nero nelle tonalità ambra-nera, comune e pece, bianco ammesso solo sul petto Coda - attaccata orizzontale e molto più grossa alla base, lunga almeno fino al garretto, con frangia lunga nella varietà a pelo lungo

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Catalano C

onosciuto col nome di Gos d’Atura e autoctono della Catalogna ha forte temperamento ed è molto vivace e intelligente, rustico e nevrile, ottimo per custodire il gregge o il bestiame ma anche valido cane da guardia e buon compagno in famiglia. Presente in Italia con pochi esemplari (1 iscritto nel 2008) Aspetto generale - taglia media, tipo lupoide dalla struttura solida e robusta, leggermente più lungo che alto Testa - forte e in armonia col tronco, stop ben visibile, muso piuttosto corto, occhi rotondeggianti, di color ambra scuro e con sguardo vivo ed intelligente, orecchie attaccate alte, triangolari e appuntite, rivestite di lunghi peli Altezza al garrese - maschi 47-55 cm (peso 18 kg circa), femmine 45-53 (peso circa 16 kg) Mantello - abbondante sottopelo, soprattutto nel terzo posteriore, pelo di guardia ruvido, lungo, liscio o molto ondulato Colore - colori di fondo fulvo, sabbia e grigio in tutte le tonalità, sembra monocolore con tonalità più chiare agli arti ma il colore è dato dalla mescolanza di colori diversi; non sono ammesse macchie nere o bianche

Il Cane da Pastore dei Pirenei H

a origini molto antiche e in passato esistevano diversi tipi, grazie all’isolamento delle valli pirenaiche. È un cane coraggioso, attivo e vivace, devoto, molto intelligente e diffidente con gli estranei (la varietà a faccia rasa è meno nervosa e più malleabile). Allevato in Italia (17 iscritti nel 2009)

CLUB Club Amatori Cani dei Pirenei sito web www.clubacp.com

I cardini del tipo Aspetto generale - sotto un minimo di taglia denota il massimo influsso nervoso, più lungo che alto; due le varietà, a pelo lungo e a faccia rasa Testa- triangolare, stop poco marcato, tartufo nero, occhi a mandorla colore bruno scuro (ammessi i discromici nei cani a mantello blu) ed espressivi, orecchie piccole a punta Altezza al garrese - nel pelo lungo da 42 a 48 cm e40-46 nelle femmine, nella varietà a faccia rasa 40-54 nei maschi e 40-52 nelle femmine Mantello - pelo lungo o semi-lungo, liscio o leggermente ondulato, tessitura intermedia tra il pelo di capra e quello di pecora, più corto sul muso Colore - fulvo, grigio, blu mescolato al nero, ammesso il bianco su testa, petto e arti Coda - ben frangiata, attaccata bassa forma un gancio all’estremità

Foto Internet: www.accus.ch

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Soggetti dell’allevamento Philabeg (foto Franzo-Belleti)

Il Bearded Collie

Le peculiarità attitudinali

G

ià nel XVI secolo era apprezzato in Inghilterra per la conduzione di mandrie e greggi; è vivace e allegro, fedele, affettuoso in famiglia ma tenace guardiano della proprietà. Allevato in Italia (34 iscritti nel 2009

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media e costituzione robusta, con tipici barba e di lunghi baffi che spiegano il nome (“bearded” significa barbuto) Testa - proporzionata alla taglia, cranio largo, piatto e quadrato, muso forte, stop moderato, tartufo grande, occhi in armonia col colore del manto, grandi e dolci, orecchie pendenti Altezza al garrese - maschi 53-56 cm, femmine 51- 53, peso da 18 a 27 kg Mantello - sottopelo morbido e fitto, pelo di copertura piatto, ruvido e ispido, di tessitura non lanuginosa, non a boccoli (ammessa una lieve ondulazione), muso ricoperto di peli sparsi che formano la tipica barba Colore - grigio ardesia, fulvo che dà sul rosso, nero e blu, tutti i toni del grigio, marrone o sabbia, con o senza macchie bianche Coda- attaccata bassa, lunga almeno fino al garretto, portata bassa e ricurva verso l’alto, può allungarsi in corsa

Il Cane da Pastore Scozzese A Pelo Lungo Le peculiarità attitudinali

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rrivato in Scozia al seguito dei Romani e adibito un tempo alla conduzione delle greggi è un cane mansueto, docile, eccellente cane da compagnia ma, essendo diffidente con gli estranei, anche buon guardiano. Ben allevato in Italia (381 iscritti nel 2009

(Rough Collie)

Soggetto dell’allevamento dei Gherardini

I cardini del tipo

Aspetto generale - di taglia media, ben proporzionato, la sua struttura deve sprigionare forza e grande agilità e deve colpire per l’eleganza e la bellezza Testa - simile a un cuneo, estremità del muso ben arrotondata, tartufo nero, occhi di grandezza media, a mandorla, color marrone scuro (blu nei blu-merle) ed espressione intelligente, orecchie piccole, a riposo abitualmente gettate all’indietro Altezza al garrese - maschi 56-61 cm (peso 20,4-29,4 kg), femmine 51-56 cm (peso 18,1-25 kg) Mantello - sottopelo morbido, pelo di copertura molto denso e ruvido al tatto che deve conferire armonia alle forme del cane Colore - sabbia, tricolore, blu-merle Coda - lunga con l’osso terminale che deve raggiungere almeno l’articolazione del garretto, non deve mai superare in altezza la linea del dorso CLUB Società Italiana Collies sito web www.colliesinitaly.it

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Scozzese a Pelo Corto (Smooth Collie)

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alle antiche origini, è un cane buono ed equilibrato, vivace, molto intelligente, ben addestrabile, ottimo cane da guardia, affettuoso soprattutto verso il padrone. Allevato in Italia (7 iscritti nel 2009)

I cardini del tipo

CLUB Società Italiana Collies sito web www.colliesinitaly.it

Aspetto generale - taglia media, ben proporzionato, la sua struttura deve sprigionare forza e grande agilità e deve colpire per l’eleganza e la bellezza Testa - deve assomigliare a un cuneo ben smussato, stop leggero tartufo nero, occhi a mandorla, colore marrone scuro (blu nei blumerle) ed espressione intelligente, orecchie moderatamente grandi, gettate all’indietro quando il cane è a riposo, in avanti e semierette quando è in allerta Altezza al garrese - maschi 56-61 cm (peso 20,4-29,4 kg), femmine 51-56 cm (peso 18,1-25 kg) Mantello - sottopelo molto folto, pelo di guardia corto, piatto e di tessitura ruvida Colore - sabbia e bianco, tricolore e blu-merle Coda - lunga, deve arrivare almeno al garretto, portata bassa a riposo, sollevata quando il cane è in azione, ma mai portata sul dorso

Il Welsh Corgi Pembroke Le peculiarità attitudinali

È

un cane gallese dalla antiche origini, nato per la conduzione ma impiegato anche a caccia e per la guardia. È allegro e simpatico, intelligenti, equilibrato e sensibile, adatto per vivere in famiglia. Ben presente in Italia (85 iscritti nel 2009)

I cardini del tipo

Aspetto generale - piccola taglia, allungato e molto basso sugli arti, costruzione vigorosa, pronto e attivo, è un po’ più piccolo, più corto e meno pesante del Cardigan e orecchie più piccole Testa - simile a quella di una volpe, tartufo nero, occhi rotondi di colore nocciola in armonia col colore del mantello, orecchie ben attaccate, di grandezza media, leggermente appuntite Altezza al garrese - da 25 a 30 cm , peso da 8 a 11 kg Mantello - di media lunghezza Colore- ammessi rosso unicolore, sabbia, fulvo, nero focato o con del bianco sulle zampe, petto e collo, tollerato un po’ di bianco sulla testa e sul muso Coda - corta, preferibilmente naturale

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Il Welsh Corgi Cardigan

Le peculiarità attitudinali

A

llevato dai Celti già 3000 anni fa come cane da pastore, è allegro e simpatico, un ideale cane da compagnia adatto per la vita in appartamento, molto intelligente, equilibrato e sensibile. Allevato in Italia (2 iscritti nel 2008)

I cardini del tipo

Internet: www.frederiksen.bz

Le peculiarità attitudinali

C

ane ungherese molto antico e di origine asiatica è molto attaccato al padrone, riflessivo in età adulta, eccellente guardiano della proprietà e, se addestrato, anche buon cane da difesa. Qualche esemplare è presente in Italia (2 iscritti nel 2008)

Aspetto generale - piccola taglia, allungato (91 cm dalla punta del muso alla estremità della coda) e molto basso sugli arti, costruzione vigorosa, pronto e attivo Testa - simile a quella di una volpe, muso affilato in punta, tartufo nero (tranne nei blu-merle), occhi di grandezza media, vivi e scuri (gazzuoli nei blue-merle), orecchie proporzionate alla taglia e portate diritte Altezza al garrese - il più possibile vicino ai 30 cm, peso da 9 a 12 kg Mantello - corto o di media lunghezza, di tessitura dura Colore - ammessi tutti i colori tranne il bianco Coda - moderatamente lunga e attaccata sulla linea del corpo, mai ricurva sul dorso, simile a quella della volpe

Il Komondor

I cardini del tipo Aspetto generale - grande taglia, corpo muscoloso, dall’aspetto rustico e simpatico, dotato di grande forza, molto docile se ben abituato Testa - larga, stop apparentemente accentuato, muso non appuntito, tartufo ampio e nero, occhi color bruno scuro, orecchie di media grandezza lunghe e ricadenti Altezza al garrese - maschi 65-80 cm (peso da 50 a 60 kg), femmine 55-70 (peso 40-50 kg) Mantello - con sottopelo e pelo di guardia fitto, folto, tendente alla feltratura o cordato Colore - unico colore ammesso è il bianco Coda - nettamente ricadente con estremità che si incurva verso l’orizzontale

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Kuvasz

Le peculiarità attitudinali

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ane ungherese dalla storia molto antica è molto intelligente, dolce e affettuoso col padrone, eccellente cane da pastore che si addestra con facilità, molto reattivo e per questo anche buon cane da guardia. Molto raro in Italia (un iscritto nel 2004)

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia grande, inscrivibile in un quadrato, rivela potenza e distinzione allo stesso tempo, ha massa poderosa e grande sviluppo muscolare, arti robusti e solidi Testa - nobile e forte, stop poco accentuato, tartufo nero, occhi obliqui, a mandorla, di colore bruno scuro, orecchie a forma di “V”, inserite alte e portate leggermente discoste dal cranio nel terzo superiore, per poi ricadere piatte e aderenti ai lati del cranio Altezza al garrese - maschi 71-75 cm, femmine 66 -70 Mantello - sottopelo fine e lanoso e pelo di copertura corto, diritto, fitto su testa e parte anteriore degli arti, lungo e ampiamente ondulato su tronco, braccia, gambe e coda Colore - esclusivamente bianco Coda - inserita bassa, arriva fino al garretto con l’estremità che si ripiega verso l’alto

Il Mudi

Le peculiarità attitudinali

D

eriva dall’incrocio da cani da pastori ungheresi e cani da pastore tedeschi ed è un cane da conduzione coraggioso, dal temperamento vivace, attento, docile, intelligente e facile da addestrare, ottimo per la guardia ma anche, date le dimensioni, per la compagnia. Assente in Italia

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media, molto forte e ben proporzionato, con linea dorsale diritta ben inclinata verso il posteriore Testa - allungata e stretta, tartufo nero, occhi un po’ obliqui, ovali e di colore bruno scuro, orecchie collocate in alto, erette, appuntite, a forma di “V”, con movimenti vivaci Altezza al garrese - 35-47 cm Mantello - sottopelo disposto a spirali e strisce, il pelo di guardia varia a seconda delle regioni, testa e arti ricoperti da pelo raso, dritto e liscio, pelo di lunghezza compresa fra 5 e 7 cm, spesso, ondulato e lucente sulle altre parti del corpo Colore - nero lucente o bianco, ma ci sono anche manti bianchi striati di nero o neri striati di bianco, con macchie di grandezza media e distribuite uniformemente Coda - la radice della coda è collocata a metà altezza: la coda è diretta verso il basso

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Il Puli Le peculiarità attitudinali

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azza antica introdotta in Ungheria dai magiari che mantiene le caratteristiche di pastore anche se oggi è solo un cane da compagnia intelligente, affettuoso, vivace e docile, rustico e coraggioso. Presente in Italia (5 iscritti nel 2008)

I cardini del tipo

Aspetto generale - asciutto e muscoloso dal pelo folto e di grossa tessitura Testa - piccola, stop ben marcato, tartufo ampio e scuro, occhi color bruno scuro con sguardo vivace e attento, orecchie pendenti a forma di “V” Altezza al garrese - maschi 40-44 cm, femmine 37-41 Mantello - così folto da rendere difficile l’esame delle varie parti del corpo, son sottopelo fine e pelo di guardia di tessitura grossa in cui la giusta proporzione tra grosso e fine determina la forma di feltratura stretta ideale; il pelo cordato è più lungo sui groppa, reni e cosce, più corto su testa e piedi Colore - nero, nero con sfumature rossastre o grigio, fulvo, bianco Coda - portata ricurva sui reni

Il Pumi Le peculiarità attitudinali

È

il più recente dei pastori ungheresi e deriva probabilmente dalla Pomerania, dai cui il nome. È molto apprezzato per la conduzione delle greggi ed è vivace, audace, ottimo anche per la guardia ma anche per compagnia, talvolta diffidente con chi non conosce. Presente in Italia (7 gli iscritti nel 2009)

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media, vigoroso con tronco ben raccolto e caratteristiche del terrier, costruzione quadrata Testa - piccola, stop ben marcato, tartufo scuro e ampio, occhi di colore bruno con sguardo vivace e attento, orecchie inserite alte con la terza parte superiore cadente in avanti, di grandezza media Altezza al garrese - maschi 40-44 cm, femmine 37-41 Mantello - pelo ondulato e riccio, mai liscio o cordato, lungo da 4 a 7 cm, disposto a ciuffi più o meno grandi, ispido e serrato Colore - diversi colori ma sempre monocromatico (con sfumature ma non macchie), grigio in differenti tonalità, nero, fulvo (dal crema al rosso) e bianco Coda - attaccata alta, forma una curva circolare sopra la schiena, il pelo della parte terminale è lungo da 7 a 12 cm, aperto, con poco sottopelo

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore Olandese

Le peculiarità attitudinali

C

ane molto antico da sempre impiegato nella conduzione del gregge, è affettuoso, obbediente, docile, vigile, fedele e intelligente. Assente in Italia

I cardini del tipo Aspetto generale- taglia e peso medi, ben muscoloso e con buona ossatura, costruzione potente e ben proporzionata Testa- più lunga che massiccia, muso leggermente più lungo del cranio, stop poco pronunciato, tartufo ero, occhi di colore scuro e grandezza media, a mandorla, orecchie meglio piccole che troppo grandi, con attaccatura abbastanza alta, erette e rivolte in avanti in attenzione Altezza al garrese- maschi 57-62 cm, femmine 55-60, peso 25-30 kg Mantello- identifica le tre varietà: a pelo corto, a pelo ungo e a pelo duro Colore- nel corto e nel lungo tigrature dorate più o meno evidenti su fondo bruno o tigrature argentate su fondo grigio, nel duro blu-grigio, pepe e sale, tigrato oro o argento, con tigrature meno visibili Coda- a riposo deve raggiungere la punta del garretto con una leggera curvatura all’estremità, in azione è portata elegantemente più alta, senza arrotolarsi o cadere di lato

Il Cane Lupo di Saarloos Le peculiarità attitudinali

D

eve il nome al cinologo olandese Laendert Saarloos ed è un cane attento, prudente, molto attaccato al padrone ma riservato davanti a persone o situazioni sconosciute. Da poco allevato anche in Italia (3 iscritti nel 2009)

I cardini del tipo Aspetto generale- potente, di tipo lupoide, con ossatura potente ma non pesante, lunghe zampe che danno impressione di un cane alto sugli arti e spiccato dimorfismo sessuale Testa- di aspetto lupoide, stop leggero, naso largo del colore del manto, occhi di grandezza media, a mandorla e di colore giallo, orecchie di grandezza media, appuntite e ricche di pelo Altezza al garrese- maschi 65-75 cm, femmine 60-70 Mantello- pelo e forma di “bastone” con consistenza molto dura e lanosa e collare ben visibile sul collo Colore- da nero sfumato chiaro fino a nero scuro, da bruno sfumato chiaro fino a bruno scuro e da crema molto chiaro a bianco Coda- attaccata bassa, a riposo portata a sciabola, può essere portata alta in azi0one e come attitudine intimidatoria

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Lo Schapendoes

Le peculiarità attitudinali

C

reato dal cinofilo Toepoel, è un pastore olandese tuttora impiegato per la custodia dei greggi di montoni. È coraggioso, intelligente, allegro e gentile, affettuoso e fedele in famiglia. Allevato in Italia (24 iscritti nel 2009)

I cardini del tipo Aspetto generale - costruzione leggera con andatura elastica e leggera e notevoli doti di saltatore Testa - sembra più grande per via del pelo lungo, stop nettamente marcato, occhi piuttosto grandi di forma rotonda di colore bruno con espressione franca e vivace, orecchie attaccate piuttosto in alto pendenti e mobili Altezza al garrese - maschi 43-50 cm, femmine 40-47 Mantello - abbondante sottopelo e pelo di guardia molto folto, mai liscio ma leggermente ondulato, dove è più lungo forma ciuffi e macchi irsute che aumentano il volume Colore - ammessi tutti i colori, preferito il grigio blu tendente al nero Coda - lunga, ben dotata di pelo e frangiata, a riposo pende verticalmente, al trotto è portata alta e ricurva, al galoppo è tesa e orizzontale, in attenzione è molto rialzata

Le peculiarità attitudinali

C

hiamato in Polonia Polski Owczarek Nizinny, discende da antichi cani tibetani incrociati con pastori ungheresi; è intelligente, facile da addestrare, buon cane da pastore, da guardia e da compagnia, vivace, diffidente con gli estranei ma docile col padrone. Allevato in Italia (3 iscritti nel 2009

Il Cane da Pastore di Vallée

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media, forte, di buona muscolatura e struttura fisica ben costruita e molto solida, un po’ più lungo che alto (rapporto altezza/lunghezza 9:10) Testa- non troppo grossa, stop ben accentuato, tartufo il più scuro possibile rispetto al colore del manto, occhi di media grandezza, ovali, color nocciola e con sguardo vivo, orecchie a forma di cuore, larghe alla base, con attaccatura moderatamente alta, mobili Altezza al garrese- maschi 43-52 cm, femmine 40-46, peso 13-17 kg Mantello- sottopelo molle e spesso e pelo di guardia lungo, spesso e grosso, con lunghi peli della testa che coprono gli occhi in modo caratteristico Colore- ammessi tutti i colori e tutte le macchie Coda- corta o appena accennata alla nascita, talvolta viene tagliata

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Cane da Pastore di Tatra

Le peculiarità attitudinali

I

suoi antenati sono i cani importati dal Medio Oriente Tipico e ha il tipico carattere da cane da pastore, vigile ed attento, rustico e resistente, compagno discreto e fedele e perfetto per la guardia. Assente in Italia

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia medio-grande, costruito fortemente e ben proporzionato, costruzione nel rettangolo, spiccato dimorfismo sessuale Testa - asciutta, stop abbastanza marcato, muso forte, tartufo nero, occhi di media grandezza, espressivi e con iride scura, orecchie triangolari, poste all’altezza degli angoli posteriori degli occhi e mobili Altezza al garrese - maschi 65-70 cm, femmine 60-65, peso 45-60 kg. Mantello - ricco sottopelo e pelo di guardia corto e fitto su testa, muso, parte anteriore dei piedi e garretto, lungo, dritto o leggermente ondulato sul corpo, sulle cosce, collare ricco e coda fornita di pelo a cespuglio Colore - bianco, non sono desiderabili le ombreggiature gialle Coda - attaccata non tropo alta e lunga sino al garretto, portata al di sotto della linea dorsale, in eccitazione è rialzata sopra la linea dorsale, senza arrotolarsi

Il Cão da Serra de Aires Le peculiarità attitudinali

D

Discende dai cani importati nella penisola iberica dai legionari romani ed è un cane da pastore portoghese vivace e intelligente, riservato con gli estranei ma affettuoso in famiglia e con chi conosce, buon guardiano. Assente in Italia)

I cardini del tipo

Aspetto generale- taglia media, di solida costruzione, molto ben proporzionato, per attitudini e l’aspetto simili a quelli di una scimmia, è conosciuto in Portogallo come “cane Macaco” Testa- robusta e larga, stop ben marcato, tartufo nero o più scuro del colore del pelo, occhi scuri, tondeggianti e con espressione vivace, orecchie inserite in alto, di forma triangolare, pendenti se intere, erette se tagliate Altezza al garrese- maschi 45-55 cm, femmine 42-52, peso 12-18 kg Mantello- senza sottopelo, pelo molto lungo di tessitura simile a quello della capra, poco ondulato che forma ciocche, baffi e folte ciglia Colore- ammessi giallo, marrone, fulvo fino al rosso, grigio più o meno chiazzato di rosso fuoco, possono esserci peli mescolati peli bianchi ma senza formare macchie tranne una piccola sul petto Coda- attaccata alta, finisce a punta e tocca il garretto, a riposo ricade tra le natiche, in movimento si solleva attorcigliandosi un po’

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Le peculiarità attitudinali

È

un cane da pastore slovacco adatto al clima gelido dei Tatra e dei Carpazi, un ottimo cane da guardia, coraggioso e fedele, docile con chi conosce ma molto diffidente con gli estranei, dal temperamento vivo e attento. Assente in Italia

Lo Slovenski Cuvaç

I cardini del tipo

Aspetto generale- taglia grande, aspetto tipico del cane da montagna, ben proporzionato, costruzione solida e massiccia, buona ossatura e discreta muscolatura Testa- molto armonica, tipica del cane da montagna, tartufo di colore scuro, occhi di colore marrone scuro e forma ovale, orecchie attaccate alte e molto mobili, di lunghezza moderata, pendenti e quasi aderenti alla testa Altezza al garrese- maschi 62 -70 cm, femmine 59-65 Mantello- sottopelo sottile e folto, pelo di copertura più corto su testa e arti, sul resto del corpo forma un denso rivestimento senza formare fiocchi su coda e natiche, i maschi hanno una pronunciata criniera Colore- bianco, è permessa ma non desiderabile una sfumatura giallognola all’estremità delle orecchie Coda- attaccata bassa, a riposo pende bassa fino alla grassella, in movimento è portata ricurva

Il Cane da Pastore della Russia Meridionale Le peculiarità attitudinali

A

ppartiene al gruppo degli Ovtcharka ed è ancora usato in alcune regioni per la custodia del gregge; molto reattivo e forte e molto attivo nella difesa della proprietà, equilibrato e affidabile in famiglia sa essere molto aggressivo con gli estranei. Allevato in Italia (1 soggetto iscritto nel 2009)

I cardini del tipo

Aspetto generale- taglia superiore alla media, robusto, asciutto, con struttura massiccia e muscolatura molto sviluppata Testa- di forma allungata, stop poco pronunciato, tartufo grande e nero, occhi di forma ovale scuri, orecchie relativamente piccole, di forma triangolare e pendenti Altezza al garrese- maschi almeno 65 cm, femmine almeno 62 Mantello- sottopelo molto sviluppato, pelo di guardia lungo (10-15 cm), grossolano, folto, leggermente ondulato, di lunghezza uguale su testa, arti, petto e coda Colore- per lo più bianco ma anche bianco e giallo, grigiastro, bianco macchiettato di grigio, macchiato grigio Coda- grossa alla radice e ben inserita

www.freewebs.com/savitas/

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e l a i c e p S Cani da Pastore Il Pastore Australiano (Australian Shepherd) www.marquiskennels.com

Le peculiarità attitudinali

N

onostante il nome l’aussie è nato e si è formato negli Stati uniti ed è un cane intelligente, fedele, con forte istinto territoriale, versatile, agile, pieno di energia, affettuoso in famiglia e riservato con gli estranei. In costante crescita in Italia (497 iscritti nel 2009)

I cardini del tipo Aspetto generale - ben bilanciato, forte e resistente, solido e muscoloso, leggermente più lungo che alto Testa - forte e asciutta, stop definito, muso conico, occhi a mandorla castani, azzurri o ambra, orecchie triangolari attaccate alte sulla testa, in attenzione cadono in avanti o di lato Altezza al garrese - maschi 51-58 cm, femmine 46-54 Mantello - sottopelo e pelo di copertura di media lunghezza, da liscio a ondulato, più corto su testa, orecchie e arti, più lungo alle cosce e parte posteriore zampe e al collo (criniera) Colore - blu merle, nero, red merle e red, tutti con macchie e/chiazze e sfumature color rame o ramate Coda - diritta, mozza o naturalmente a rocchetto, comunque non deve eccedere i 10 cm CLUB Italian Australian Shepherd Association sito web www.aussie.it

Il Cane da Pastore Rumeno dei Carpazi Le peculiarità attitudinali

C

ane da pastore dal recente riconoscimento(2005) è sempre stato selezionato per utilità ed è un guardiano coraggioso, molto attaccato al gregge e al padrone, dal temperamento calmo ed equilibrato. Raro in Italia (2 iscritti nel 2008)

I cardini del tipo Aspetto generale - taglia abbastanza grande, agile, mai pesante, vigoroso, inscritto nel rettangolo e con dimorfismo sessuale ben marcato Testa - di tipo lupoide, stop moderato, tartufo grande nero, occhi a mandorla, color bruno scuro, orecchie non troppo grandi, triangolari, attaccate un po’ più in basso della linea degli occhi con e4stremità leggermente arrotondate Altezza al garrese - maschi 65-73 cm, femmine 59-67 Mantello - sottopelo denso, pelo di copertura corto su testa e faccia anteriore degli arti, di lunghezza media sul corpo, lungo su collo, faccia posteriore degli arti e coda Colore - sabbia carbonato con diverse sfumature spesso più chiare di lato e più scure sul corpo Coda - attaccata abbastanza alta e fornita di abbondante pelo, a riposo portata bassa, in attenzione portata rialzata ma mai arrotolata sul dorso

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Il Cane da Pastore Rumeno di Mioritza

Le peculiarità attitudinali

S

elezionato in Romania per l’utilità e riconosciuto nel 2005, è un cane equilibrato e calmo, coraggioso, amichevole con i bambini e diffidente con gli estranei, ideale per la conduzione del gregge e del bestiame. Assente in Italia

I cardini del tipo Aspetto generale - taglia grande, mai pesante anzi vigoroso e spettacolare, i maschi sono più alti e forti delle femmine Testa - potente e massiccia, stop non troppo marcato, tartufo largo e nero, occhi obliqui color nocciola, bruno scuro o leggermente più chiaro ma mai gialli con espressione calma intelligente, orecchie attaccate relativamente alte a forma di “V” con estremità leggermente arrotondata e pendenti Altezza al garreseMantello - sottopelo denso e morbido, pelo di guardia abbondante su testa e corpo, di tessitura ruvida, lungo almeno 10 cm, più corto agli arti, coda ben fornita Colore - screziato (fondo bianco con macchie ben definite nere o grigie) o unicolore, bianco o grigio Coda - attaccata alta, a riposo è pendente, in attenzione è rialzata e un po’m incurvata ma mai arrotolata sul dorso

Le peculiarità attitudinali

N

ato per la conduzione del bestiame è un cane sempre sveglio, intelligente, coraggioso e assai devoto al lavoro, fedele al padrone e ai suoi beni e con forte istinto di protezione. Allevato in Italia (90 iscritti nel 2009)

L’Australian Cattle Dog

I cardini del tipo

Aspetto generale - tipico del cane da lavoro, forte, compatto, di costruzione armoniosa, potente e dalla forme equilibrate, agile e resistente Testa - forte e diritta, stop leggero ma netto, tartufo nero, occhi di forma ovale marrone scuro e dall’espressione vivace e intelligente, orecchie piuttosto piccole, larghe alla base e sensibili al minimo rumore Mantello - sottopelo corto e denso, pelo di copertura serrato e impermeabile, più corto su testa e parte anteriore degli arti, più lungo sul collo Colore - blu (blu, blu marmorizzato o picchiettato con macchie focate o nere su testa, anteriori petto, gola e muso) o rosso con macchie nere (piccole macchie ben ripartite con macchie rosse più scure sulla testa) Coda - attaccata piuttosto in basso, lunga fino al garretto e dotata di abbondante pelo, a riposo fa una curva leggera, in azione si rialza Soggetto dell’allevamento Drover’s Run Horse Ranch 51

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e l a i c e p S Cani da Pastore L’Australian Stumpy Tail Cattle Dog

Le peculiarità attitudinali

S

elezionato cercando di fissare l’assenza dello coda come caratteristica di razza, dimostra spiccate attitudini nella conduzione del gregge, ma è anche un valido cane da guardia, coraggioso e devoto al padrone ma un po’ diffidente con chi non conosce. Assente in Italia

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media, costruito nel quadrato, ben proporzionato, rustico, deve dare l’impressione di poter sopportare lunghi periodi di lavoro Testa - larga tra le orecchie, stop leggero ma netto, tartufo nero, occhi colore marrone scuro, di forma ovale con espressione vivace e intelligente, orecchie piccole piuttosto che grandi, erette e moderatamente appuntite Altezza al garrese - maschi 46-51 cm, femmine 43- 48 Mantello - sottopelo corto e denso, pelo di copertura moderatamente corto , denso e ruvido, pelo del collo più lungo (collare) e pelo più corto su testa, arti e piedi Colore - blu, unicolore o marmorizzato (macchie nere sulla testa, ammesse macchie nere sul corpo) o picchiettato di rosso (piccole macchie rosse ben ripartite sul corpo e macchie più scure sulla testa) Coda - attaccata alta, non deve essere tagliata, naturalmente corta e non deve superare i 10 cm

Il Bovaro delle Ardenne Le peculiarità attitudinali

D

iscendente da cani da pastore autoctoni del Belgio, è sempre stato impiegato per la conduzione del bestiame e la guardia, è rustico, diffidente con chi non conosce ma affettuoso con le persone a lui vicine, fedele e devoto al padrone, affettuoso ma discreto. Assente in Italia

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media, buona muscolatura soprattutto agli arti posteriori, discreta ossatura, rustico Testa - massiccia e piuttosto corta, tartufo largo e nero, occhi di colore scuro, orecchie dritte di preferenza, ma sono ammesse orecchie erette con punte piegate in avanti e quelle semi- erette piegate di lato Altezza al garrese - intorno ai 60 cm, peso 22-25 kg Mantello - sottopelo molto spesso d’inverno, meno in estate, pelo di guardia ruvido e arricciato, lungo circa 5 cm, più corto sul cranio e sugli arti Colore - sono ammessi tutti i colori Coda - privo di coda, oppure viene talvolta amputata a una vertebra di lunghezza

www.voschiens.com 52

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Le peculiarità attitudinali

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Il Bovaro delle Fiandre

ane franco-belga in origine conduttore di mandrie e cane da traino, poi diventato cane da guardia, da difesa e da polizia; è devoto al padrone, equilibrato in famiglia, intelligente e facilmente addestrabile. Allevato in Italia (26 iscritti nel 2009)

I cardini del tipo

Aspetto generale - taglia media, tipo molosso-lupoide, corpo corto e tozzo, aspetto massiccio, costruzione solida, eccellente muscolatura Testa - ben proporzionata al tronco, stop poco accentuato, tartufo nero, occhi di forma leggermente ovale, di colore in rapporto al manto, orecchie attaccate alte, quasi sempre tagliate a triangolo Altezza al garrese - maschi 62-68 cm (peso 35-40 kg), femmine 59-65 (peso 27-35 kg) Mantello - sottopelo fine e fitto, pelo di guardia ruvido al tatto, secco e opaco, né troppo lungo né troppo corto, piuttosto corto sulla testa con barba e baffi molto folti Colore - fulvo, grigio, tigrato, carbonato, nero è ammesso ma non desiderato, i colori slavati sono indesiderabili Coda - allineata con la colonna vertebrale, portata allegramente in azione, a volte viene amputata lasciando 2-3 vertebre

Soggetto dell’allevamento della Silfa CLUB Club Italiano Bovaro delle Fiandre sito web www.clubbovarodellefiandre.it

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Il Setter Irlandese di Mauro e Titti De Cillis foto Mario Vittone

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“..è il più elegante, il più smagliante di tutti i cani da ferma e forse di tutti i cani del mondo” (Fabio Cajelli)

Il difetto principale del setter irlandese è di essere troppo bello. Ciò ha fatto nascere la leggenda che non sia altrettanto bravo. Ovviamente si tratta di un luogo comune. La bellezza, ancor più della bruttezza, intimidisce, suscitando ammirazione ma anche invidia e antipatia.. In realtà l’irlandese, all’occorrenza, alcuni sanno dimostrare eccellenti doti venatorie. Scrive in proposito Edward Lawerack: “affermo che ve ne sono pochi o forse nessuno più prezioso per l’utilità generale dell’Irish setter, supposto però che riusciate a farlo fermare sufficientemente, ma ho

constatato purtroppo che la maggior parte di questi cani, difetta di queste doti, però, quando ne sono in possesso sono soggetti ammirevoli..” L’irlandese sta all’inglese e al gordon come il dobermann al pastore tedesco e al rottweiler. Di costituzione dolicomorfa, asciutta, nevrile e scattante, l’irlandese ha l’indole irruenta e focosa propria degli abitanti della sua terra d’origine. E così il suo colore mogano intenso che tanto ricorda i capelli degli irlandesi. Vederlo sfrecciare a zig zag sullo sfondo delle verdi praterie d’Irlanda è uno spettacolo da mozzare il fiato!

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LE ORIGINI

E’ probabile che tra i suoi progenitori ci fosse uno springer spaniel fulvo (1700) definito “Morder Rhu” che, tradotto, significa appunto “ spaniel rosso”. Bisogna aggiungere che, a quei tempi, la demarcazione tra i setter e gli spaniel era ancora piuttosto vaga. H. W. Herbert così lo descrive: “un cane bianco arancio dal pelo lungo e setoso, con abbondanti frange alle zampe e alla coda, occhi dolci e tartufo nerissimo”

Infatti, in origine, i setter irlandesi erano bianco-arancio e solo in un secondo tempo apparve e si affermò il fulvo unicolore. I partigiani della varietà bianco-arancio sostenevano che questi cani erano superiori per fiuto e prestazioni venatorie, conseguenza anche di un muso più appuntito e di una più lunga canna nasale. Nel 1867 lo splendido maschio Palmerston, che il suo proprietario aveva deciso di abbattere perchè non rendeva a caccia, fu salvato da un certo Mr. Hiliard. Palmerston venne presentato a moltissime gare di bellezza da cui uscì sempre vincitore e coprì numerose femmine. Aveva il mantello fulvo, con una macchia bianca sulla fronte, una specie di marchio di fabbrica che appariva regolarmente nei suoi discendenti detto appunto “striscia di Palmerston”. In seguito, per una scelta di ordine estetico, il mogano incominciò ad affermarsi fino a prevalere sul bianco arancio. Già all’esposizione internazionale di Dublino (1875) su 66 soggetti presentati, ben 43 erano fulvi.

Ch. It. e Int. Fuxia della Mezzaluna 57

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Sopra: Odalisca della Mezzaluna Ch. Giovane San Marino 2010 Sotto un gruppo con buona omogeneità

Il riconoscimento ufficiale, sotto la denominazione di “setter irlandese” ad opera dell’Irish Club dell’Ulster avviene nel 1874. Tra le moderne correnti si distinguono quella di “Wendover”, dell’allevatore James Raycroft nel settore bellezza e quella

di “Suhamstead” di Mrs. Neagle, seguita dal celeberrimo preparatore Abbot, per il settore lavoro. La razza conquistò rapidamente le simpatie dei cinofili di tutto il mondo, dalla Francia all’Austria, dall’Italia agli Stati Uniti. In quest’ultima nazione, come è tipico degli americani, l’irlandese venne “ipertipicizzato” al punto da perdere gran parte delle sue qualità venatorie. In Italia fu allevato con successo da Ulisse Bosisio (del Vergatus Ruber) e da Fabio Cajelli (del Castelluccio). Leggendari soggetti di lavoro erano i cani “della Balzana” allevati dal Cavalier Muratori di Siena, nel periodo precedente alla seconda guerra mondiale, anche se con metodi di selezione alquanto drastici. Piuttosto che venderli, sopprimeva un gran numero di cani, conservando in casa le loro pelli, accatastate in bell’ordine! La seconda guerra mondiale spazzò via l’allevamento e si dovette ricominciare da capo. Oggi, sebbene con numeri molto minori dell’inglese, la razza è ritornata in auge ed è assai ben allevata nel nostro paese.

LA SELEZIONE

I caratteri ereditari sono spesso collegati gli uni agli altri (epistasi o interazione genica) per cui è probabile che, selezionando prevalentemente in base al colore e alla tessitura del mantello, sia andata perduta anche qualche altra caratteristica originaria. D’altra parte l’uniformità del prodotto richiede sempre un prezzo (o la botte piena o la moglie ubriaca). Ascoltiamo ancora cosa scrive in proposito il grande Lawerack: “Tra i due colori, cioè il rosso sangue e il rosso sangue-bianco, preferisco senz’altro quest’ultimo. Mr. Barton, conte di Wicklow, aveva un canile con numerosi setter irlandesi; esistono altresì in Irlanda

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altre razze che sono considerate pure altrettanto di quelle che ho citato. Per quanto lungi risalga la mia esperienza, dei setter che ho visto al lavoro, affermo che ve ne sono pochi o forse nessuno più preziosi per l’utilità generale del setter irlandese, supposto però che riusciate a farlo fermare sufficientemente. Ma ho purtroppo constatato che la maggior parte di essi difetta di questa dote indispensabile, benché, quando la posseggono, si dimostrano ammirevoli.. In genere il corpo era lungo, magro, esile e, a mio avviso, erano troppo alti sugli arti, le spalle erano generalmente ben poste, basse ed oblique, il mantello alquanto più duro e rigido dell’inglese, il carattere ardente e impetuoso, il che è cosa che fa deprezzare la maggior parte dei cani di questa razza. Sebbene vi siano alcuni che affermano di non aver mai conosciuto un buon setter irlandese, io, al contrario, posso affermare di averne visti, sebbene di rado e che si trattava di cani di prim’ordine e che non ve ne sono di migliori..” Malgrado una certa partigianeria derivante dal fatto che allevava una razza concorrente, Lawerack non nasconde una certa ammirazione nei confronti dell’Irlandese. Ma bisogna anche aggiungere che tra Inglesi e Irlandesi non è mai corso buon sangue.. In ogni caso, prima di criticare una razza dobbiamo innanzitutto capirla in base al contesto in cui è nata e si è sviluppata. L’Irish è nato e si è evoluto cacciando nelle vaste praterie d’Irlanda dove la sua costruzione e addirittura il suo colore erano assolutamente funzionali. Sviluppando una complessione sempre più asciutta e nevrile, atta a produrre velocità, unita ad un temperamento focoso e ardente. In tal modo ha finito per diversificarsi sempre di più dall’Inglese e dal Gordon, più adatti ad altri tipi di terreni. Assumendo così alcune caratteristiche (testa più leggera con labbro teso e aderente, diametri trasversi meno ampi, tronco più raccolto, con garrese ben rilevato, arti lunghi che, sotto certi aspetti, lo ravvicinano alle razze da seguita e ai levrieri. Di conseguenza si differenzia anche il suo stile di accostamento e ferma: “non

accucciato e strisciante come l’inglese ma ad anteriore eretto, testa protesa in avanti, leggermente inclinata verso terra, coda pendente, rilasciata, quasi inerte..” Ciò non significa che, alle origini della selezione, levrieri o cani da seguita siano stati effettivamente introdotti: le razze canine presentano comunque una grande plasticità genotipica che, di conseguenza, può venir orientata nella direzione voluta senza alcun bisogno Sopra: Ch. It e Int. di ricorrere a sangue estraneo. “Sky della Mezzaluna” E’ comunque un dato di fatto che l’Irlandese resta un cane meraviglioso nel quale i pregi CH. It. e San Marino “Meraviglia della Mezzaluna” coincidono con i (Prop. Andrea Greco) difetti perchè se i suoi detrattori lo accusano di scarsa attitudine alla ferma è altrettanto vero che gli sono pressoché sconosciute le cosiddette “ferme in bianco” cantonate nelle quali incorrono sovente l’Inglese e il Gordon. Suonare il violino o guidare un’auto da corsa è senz’altro più difficile che strimpellare la chitarra o condurre un’utilitaria ma, in compenso, può dare molte più soddisfazioni!

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Alcune considerazione e proposte dell’allevatrice e Giudice ENCI Rossella Ungaro Bartoli Petrelli Ma a cosa serve questa prova di lavoro? Allevo setter irlandesi da trent’anni e, nel tempo, ho capito che per amare questa razza non necessariamente si debba amare anche la caccia, anzi, essendo questi cani un concentrato di vitalità, energia e sentimento forse, proprio per queste peculiarità, facilmente può passare in secondo piano il suo essere anche un cacciatore. Fermo restando che l’irlandese nasce come razza da caccia e precisamente da ferma, nulla vieta all’appassionato di fermarsi a riflettere sul fatto che non sia poi obbligatorio utilizzarlo per tale scopo, dal momento che per la sua straordinaria bellezza e per le doti di cui sopra può essere annoverato fra quei tipi di cani che, recentemente, hanno abbandonato l’attività venatoria diventando cani da compagnia. Inoltre per i cosiddetti veri cacciatori l’irlandese è un po’ un “castigo di dio” a caccia perchè troppo indipendente. Comunque una volta che un setter irlandese entra a far parte di una famiglia ognuno è libero di decidere la sorte del proprio cane. Questa è una diatriba annosa, ma per svariati motivi né il club nè la SIS, Societa’ Italiana Setter, prende la decisione di scindere le due cose e dare l’opportunità ad ognuno di decidere in piena autonomia. In altri paesi d’Europa, nelle Expo Europee e Mondiali, la classe lavoro di questa razza è pressocchè inesistente e vi è la possibilità di fare due carriere distinte, sempre per chi frequenta le Esposizioni Canine, di poter omologare o un campione di bellezza o un campione di lavoro. Onde evitare confusioni, critiche gratuite e difficoltà numerose per raggiungere questo benedetto titolo di “Campione Italiano”, perché non facilitare le cose? Oltretutto la razza è un po’ in declino perciò sarebbe opportuno agevolare gli appassionati anziché “mettere i bastoni fra le ruote”.

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Ch. It. e Int: “Emiro della Mezzaluna” (Prop. Sandra Brunetti) Ringraziamo per la collaborazione l’allevamento: Della Mezzaluna • www.dellamezzaluna.it • info@dellamezzaluna.it • LOCALITA’ SOLFATARE • 00060 SACROFANO (RM) • Tel. 06-9039238 • Cell. 335-5470602

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Un tranquillo e affettuoso anacolimorfo

Basset Hound A

lla bellezza è sempre stata attribuita, in ogni tempo, una grande importanza. Il vocabolario ci fornisce una fredda e icastica definizione: “qualità di chi, o di ciò che è, bello”. Ma cosa è bello? Nulla può essere avulso da un determinato contesto ed è per questo motivo che è d’obbligo correlare la bellezza a canoni convenzionali ispirati alla soggettività. Ma se nell’usualità la bellezza è soggettiva, non può esserlo nella scienza zoognostica, mentre può esserlo solo parzialmente in quella cinognotica. Le varie attività umane, e qui vogliamo considerare quelle svolte negli àmbiti rurale e venatorio, hanno favorito la selezione di ceppi genetici dai quali sono poi derivate le varie razze canine destinate a utilizzi ben specifici. Ne conseguì il concetto di bellezza zoognostica concepibile, non certo riduttivamente, solo se in stretta correlazione con la funzionalità. Ma anche la scienza non può prescindere

di Fabrizio Bonanno dall’influenza del momento epocale in cui si esprime. Nel nostro caso, una sopravvenuta maturità culturale ha comportato una progressiva estensione del concetto di bellezza funzionale e si è ritagliata un suo spazio quella bellezza estetica ispirata a canoni convenzionali. Compito dell’allevatore degno di tal nome -vale a dire zootecnicamente responsabile- è anche quello di non lasciarsi travolgere dalla moda del momento e quindi di non trascurare in nessun caso una corretta funzionalità sia anatomica che fisiologica. E questo per non disattendere un irrinunciabile principio zootecnico. Tra le varie razze canine, quelle anacolimorfe devono essere considerate come un classico esempio di bellezza funzionale. Questi cani sono caratterizzati da una abnorme cortezza degli arti in rapporto alla rettangolarità del tronco.

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Questa particolarità anatomica, inacettabile e comunque poco comprensibile per i canoni della bellezza estetica, consente un proficuo e specifico utilizzo venatorio inespletabile dai cani dotati di normale costruzione. Le razze anacolimorfe si differenziano per la taglia; tra quelle piccole il nutrito gruppo dei Bassotti fu selezionato per la caccia alla piccola selvaggina in superficie ma soprattutto in tana. La mole ridotta consente loro di penetrare in tane anguste inaccessibili a cani più grandi. Il gruppo, anch’esso relativamente numeroso, dei Basset fu invece selezionato per un altro impiego venatorio specialistico che prevede di seguire la pista del coniglio selvatico e della lepre. Non deve stupire l’apparente contrasto tra una preda così veloce e un cane relativamente più lento. Senza dimenticare che la struttura anacolimorfa consente ai Basset un facile accesso al sottobosco difficilmente penetrabile per segugi più grandi, la lepre in fuga regola la sua velocità in base a quella dell’inseguitore. Tra le varie razze del gruppo il Basset Hound è il più grande e pertanto non deve essere penalizzato da una costruzione anatomica scorretta e da carente tonicità muscolare.

LA GENESI

Le origini dei Basset sono remote ma ben radicate in Francia, patria del Petit Griffon Vendèen, del Gran Basset Griffon Vendéen, del Basset Artesien Normand, del Basset Blue de Gascogne e del Basset Fauve de Bretagne. Nel gruppo dei Basset il nostro sarebbe quello geneticamente più giovane, ottenuto

probabilmente incrociando il Basset Artesien Normand e il Segugio di Sant’Uberto (Bloodhound). Inzialmente riconosciuto come razza americana, oggi è inserito come razza anglosassone nell’elenco ufficiale stilato dalla Federazione Cinologica Internazionale. Proprio in Inghilterra, siamo nel 1866, l’allevatore Lord Galwary contribuì a diffondere la razza con due capostipiti (Basset e Belle) da cui discesero importanti soggetti tra cui i primi del noto allevamento di Lord Onslow, il quale importò anche dalla Francia ottimi esemplari allevati dal Conte Le Coulteulx. Altro noto allevatore inglese fu Everett Mallais, il quale dal 1875 al 1881 selezionò fruttuosamente i Basset Hound consolidandone la popolarità. Si ha notizia che il debutto ufficiale nelle esposizioni del Basset Hound avvenne nel 1875 ma la consacrazione ufficiale avvenne cinque anni più tardi, nel 1880 alla mostra di Volverhampton, dove Mallais espose numerosi da lui allevati.

Nella pagina di apertura e sotto: due esemplari dell’Allevamento De’ Andreoli

LE PECULIARITA’ CARATTERIALI

Lo standard recita che il Basset Hound deve essere di carattere tranquillo, affettuoso, mai aggressivo né timido. Sono particolarità importanti, comuni alla maggior parte dei cani da caccia. Il successo del suo ruolo di gradevole compagno della famiglia è favorito dalla sua indole che gli consente di convivere anche con altri animali domestici ma soprattutto da quella caratteristica espressione dolce e accattivante nel contempo. L’indole venatoria deve essere selettivamen-

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te mantenuta e il Basset Hound può cacciare sia da solo che in coppia ma anche in muta. La cerca è relativamente lenta ma costruttiva, con la testa mantenuta a livello del terreno mentre la coda è portata alta, al di sopra della linea dorsale, e segnala l’emanazione percepita all’unisono con la voce profonda e cavernosa tipica dei segugi. La preda, una volta scovata, viene inseguita con un caratteristico galoppo e una velocità contingente.

I CARDINI DEL TIPO

L’ASPETTO GENERALE lo descrive come un segugio di considerevole sostanza, ben equilibrato nella sua struttura e pieno di qualità; è desiderabile una certa quantità di pelle rilassata. TESTA E CRANIO: cranio a cupola, osso occipitale prominente, stop leggermente marcato; testa di media larghezza al sopracciglio, si assottiglia leggermente verso il muso. L’apparenza generale della testa vista di fronte è scarna ma non appuntita. La canna nasale è più o meno parallela al cranio e non tanto più lunga del cranio dallo stop all’occipite. Ci può essere un moderato ammontare di rughe sulla fronte e vicino agli occhi. In ogni caso la pelle della testa deve essere abbastanza rilassata, tale da formare delle pieghe notevoli quando è tirata in avanti o la testa è abbassata. Le labbra superiori devono ricoprire abbondantemente quelle inferiori. Il tartufo deve essere completamente nero eccetto nei Bassethound di colore più chiaro dove può essere marrone o color fegato. Narici larghe e bene aperte che possono protrarsi leggermente in avanti rispetto alle labbra. OCCHI: a forma di losanga nè troppo prominenti, nè troppo infossati; scuri, ma possono arrivare al marrone chiaro nei cani a manto chiaro. Espressione calma e seria. La congiuntiva della palpebra inferiore si deve intravedere, ma non eccessivamente. L’occhio chiaro o giallo è grave difetto. ORECCHIE: attaccate basse proprio sotto la linea degli occhi, lunghe, che arrivano ben oltre alla fine di un muso di corretta lunghezza, però tali da non essere troppo eccessive. Strette su tutta la loro lunghezza e tali da bene accartocciarsi, molto flessibili, morbide al tatto e di tessitura vellutata. BOCCA: con forte mascella, denti regolari e completi con perfetta chiusura a forbice. I denti superiori si sovrappongono perfettamente a quelli inferiori e vengono a cadere a piombo sulle mascelle. COLLO: muscoloso, bene arcuato e abbastanza lungo, con pronunciata, ma non esagerata giogaia. ANTERIORE: scapole bene inclinate, spalle non pesanti, arti anteriori corti, potenti e con grande ossatura. Gomiti rivolti nè verso l’in-

Soggetti dell’Allevamento “Carboncopy Kennel” (Foto M. Leonardi) 64

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terno nè verso l’esterno, si adattano perfettamente alle costole del petto. L’avambraccio è inclinato leggermente verso l’interno, ma non così tanto da impedire un buon movimento o da risultare che gli arti si tocchino l’uno contro l’altro sia in posizione retta che in movimento. Il petto, visto di fronte, si adatta perfettamente alla curvatura degli arti. L’arrembatura è grave difetto. Ci sono un certo numero di pieghe sulI’avambraccio. TRONCO: lungo e profondo su tutta la lunghezza con sterno ben prominente e torace nè troppo stretto nè eccessivamente disceso. Costole bene arrotondate e allungate il più possibile verso il posteriore e senza flangiature. Dorso piuttosto largo e livellato. Garrese e rene sono approssimativamente alla stessa altezza sebbene il rene possa evidenziare una leggera curvatura. Il dorso, dal garrese all’inizio delle anche non presenta eccessiva lunghezza. POSTERIORE: bene arrotondato e di eccellente muscolatura, dando quasi l’effetto di una sfera quando viene visto da dietro. Garretti bene angolati, bene discesi e portati bene in appiombo al di sotto del tronco, che non si girano nè in dentro nè in fuori. Rughe di pelle possono essere tra il garretto e il piede e dietro al garretto può apparire una leggera sacca causata dalla rilassatezza della pelle. PIEDI: massicci e compatti con buone giunture e forniti di buoni cuscinetti. I piedi anteriori possono essere diritti in avanti oppure voltarsi leggermente verso l’esterno, comunque sia, la posizione eretta deve essere sempre perfettamente salda con il peso equamente suddiviso tra i piedi. I cuscinetti plantari devono essere tali da lasciare l’impronta di un cane di grande taglia e non deve essere a contatto con il suolo alcuna parte non provvista di cuscinetti. CODA: bene inserita. piuttosto lunga, forte alla base e che si assottiglia poco a poco con pelo ruvido in moderata quantità nella sua parte inferiore. In movimento la coda è portata bene verso l’alto incurvandosi gentilmente a forma di sciabola; non deve mai essere nè arrotolata nè gaia. IL MOVIMENTO è molto importante, deve essere sciolto, uniforme e privo di ogni esitazione, con arti anteriori estesi bene in avanti e arti posteriori che evidenziano una

Cucciolo dell’Allevamento De’ Andreoli

spinta potente grazie alla corretta e fluida andatura sia anteriore che posteriore. Non deve mai esserci rigidità nei garretti, nè nessun dito deve mai strisciare sul terreno. MANTELLO: liscio, corto e fitto, senza essere troppo fine. Netto e pulito lungo tutto il suo profilo ed esente da sfrangiature. Pelo lungo e troppo morbido con frange risulta essere un grave difetto. COLORE: generalmente nero, bianco e marrone (tricolore) o bianco e limone (bicolore), ma viene accettato qualsiasi colore riconosciuto per i segugi. TAGLIA: da 33 a 38 centimetri di altezza al garrese. DIFETTI: qualsiasi scostamento da quanto detto sopra sarà considerato difetto e dovrà essere penalizzato in funzione della sua gravità. Note: i maschi devono essere in possesso di due testicoli di aspetto normale e completamente discesi nello scroto. IL BASSET HOUND IN ITALIA Vi sono sempre stati in Italia ottimi allevatori di questa razza. Due affissi ormai storici furono quelli “del Biscione” del Duca Visconti di Grazzano e “del Canedoro” del dr. Giuseppe Benelli. A partire dal 1970 (con 178 soggetti iscritti ai Libri Genealogici) il Basset Hound conobbe una grande ascesa che si consolidò nel tempo. Nel 1971: 214, nel 1972: 384, fino a una punta massima 663 nel 1975. Poi iniziò una fisiologica parabola discendente con un minimo di 132 soggetti iscritti nel 1984. Si verificò poi una graduale ripresa e la situazione, nell’ultimo quinquennio, è piuttosto stabilizzata: nel 2005 furono registrati 376 soggeti, nel 2006: 404, nel 2007: 366, nel 2008: 356 e nel 2009: 474.

Ringraziamo per la collaborazione gli allevamenti: DE’ ANDREOLI OLTREPO’ PAVESE (PV) • //sites.google.com/ site/allevamentoanderoli/ home • claudioandreoli@ virgilio.it • Tel. 0383-870547 • Cell. 335-6754490 CARBONCOPY LiVORnO • Via delle Siepi n°6• e-mail: fedesangui@inwind.it • Cell: +393336387657 +39 3471961715 www.federicoandcompany.it

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LE AZIENDE INFORMANO

dalla redazione

TOM PERRY: Impariamo dai nostri animali

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om Perry è conosciuto in tutto il mondo per aver salito e disceso a piedi nudi montagne e vulcani, per la sua sensibilità verso la natura e gli animali e per essere un grande comunicatore di solidarietà e pace tra i popoli. Da quest’anno, è testimonial esclusivo del marchio TRAINER di NOVA FOODS, Azienda Vicentina leader nell’alimentazione per cani e gatti, nota per la sua vasta gamma di prodotti all’insegna di una “dieta sana e naturale”. Tom Perry, oltre a essere stato Tedoforo in Terra Santa da Betlemme a Gerusalemme, è stato ricevuto da grandi personaggi della terra, come il DALAI LAMA. Nel segno della solidarietà tra i popoli è Ambasciatore di pace in Giappone, Messico, Argentina, Ecuador, Bolivia e Cile. Perciò, proprio per il suo impegno verso la salvaguardia della terra è stato nominato ambasciatore anche del NATIONAL GEOGRAFIC. Primo uomo a scendere scalzo di corsa dal Kilimangiaro, a scalare e discendere la Concagua, la più alta vetta delle Americhe a settemila metri di quota, stabilendo record mai esistiti prima. Nel 2007 scese dall’ETNA in eruzione, un’impresa le cui immagini fecero il giro del mondo... Un vero e proprio gladiatore dei nostri giorni!

Il brand Trainer Top Breeder raffigura le impronte di un piede e una zampa, evidenziando l’antica relazione di cooperazione tra uomo e cane. Dalla passione e l’amore per gli animali, nasce il nuovo legame tra TOM e TRAINER Top Breeder. Correndo a piedi nudi assieme all’amico a quattro zampe, che di fatto le scarpe non le ha mai portate, l’uomo può “tornare alle origini” , a uno stile di vita più semplice e salutare, riscoprendo così sensazioni ed emozioni rimaste soffocate per millenni. Tom e il suo inseparabile pastore tedesco “Gianco” (tra l’altro un discendente del famoso “REX”) tra qualche mese saranno in Guatemala per una nuova avventura: la ricerca dei Segreti Maya, storia dedicata alla presunta fine del mondo del 2012. Così Tom si calerà nei panni di “Indiana Jones” alla scoperta dei luoghi più selvaggi ed incontaminati del Pianeta... Ovviamente non potrà mancare “Gianco” suo affezionato compagno di viaggio, sempre e rigorosamente a piedi nudi. www.novafoods.com www.tomperry.it

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3a Puntata

A cura di Cesare Gilardi, esperto in preparazione atletica e nutrizione del cane.

Cil onoscere proprio cane Questo è il terzo di una serie di articoli rivolti a tutte quelle persone, proprietarie e non di un cane, sinceramente interessate a saperne un po’ di più ed a dare una risposta a tanti “perché” ed a tante problematiche spesso sconosciute, che riguardano il nostro amico. In questa puntata parleremo dell’aspetto più importante della vita del nostro cane: la sopravvivenza per merito del cibo e quali organi e situazioni vengono coinvolte in questa “kermesse” che chiameremo: la via del cibo. ALIMENTAZIONE: IL METABOLISMO ALIMENTARE L’alimentazione consiste nell’assunzione da parte di un organismo vivente delle sostanze indispensabili per il suo metabolismo e per le sue funzioni vitali quotidiane. Le sostanze nutritive vengono prelevate dall’ambiente esterno a seconda della loro natura chimica. Il cibo è il complesso dei principi nutritivi che da origine al carburante metabolico che mette in funzione il metabolismo alimentare. Il metabolismo alimentare è il complesso delle reazioni chimiche e fisiche che avvengono in un organismo o in una sua parte. Queste trasformazioni della materia sono legate alla variazione della condizione energetica e determinano la sopravivenza del cane. Il metabolismo ha quattro funzioni principali e specifiche: • ricavare energia chimica dalla degradazione delle sostanze nutritive, dall’ambiente (ossigeno) e dal sole. Convertire le molecole nutritive nei precursori di base delle macromolecole cellulari; • utilizzare questi precursori di base per formare proteine, acidi nucleici, lipidi, carboidrati e altre sostanze; • formare e degradare biomolecole (macromolecole) utili a funzioni necessarie per le cellule; • La risultante di queste funzioni è un mantenimento del corretto equilibrio omeostatico (delle funzioni interne) ed è chiamato metabolismo alimentare. E’ bene approfondire questo argomento in quanto il metabolismo alimentare, in funzione dello stato in cui si trova l’organismo, avrà un meccanismo funzionale diverso. • E’ chiamato basale se il dispendio energetico si manifesta in condizioni di «ba-

se» (stato di riposo fisico- psichico, condizione termica neutrale). • E’ chiamato energetico se il dispendio, sotto sforzo, richiede la trasformazione dell’energia chimica contenuta negli alimenti in termica, dinamica (di movimento) ed elettrica, necessarie al cane per fare attività straordinaria (sport e lavoro). FISIOLOGIA DELLA DIGESTIONE E ASSIMILAZIONE La digestione Grazie alla digestione, il cane può trasformare i principi nutritivi (carne, mais, verdura ecc.) in elementi nutritivi (proteine, zuccheri, grassi, oligo elementi ecc…), l’apparato digerente del cane è, quindi, totalmente rivolto alla demolizione degli alimenti ed all’assorbimento degli elementi nutritivi. Può essere suddiviso in tre sezioni anatomiche: • la prima, ingestiva, comprende la lingua, i denti, le ghiandole salivari, la faringe e l’esofago; • la seconda, digestiva, comprende lo stomaco, l’intestino tenue, l’intestino crasso e le ghiandole annesse (fegato e pancreas); • la terza, escretiva, comprende l’estremità dell’intestino crasso e il canale anale. L’ingestione degli alimenti La bocca. Il cane ingerisce il suo cibo prendendolo con le fauci. Come in tutti i carnivori/onnivori i denti del cane sono costruiti e collocati, all’interno della bocca, in rapporto al loro ruolo nella masticazione. Al giorno d’oggi, tuttavia, sia quando i suoi alimenti sono preparati in casa sia quando sono di tipo industriale, il cane domestico non fa altro che triturare ed ingoiare il cibo; praticamente non applica una predigestione meccanica.

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Le ghiandole salivari, in numero pari, immettono nella cavità boccale la saliva che, grazie ai suoi componenti acquosi e mucosi, permette di umidificare gli alimenti e di facilitare il loro transito nell’esofago. Al momento della deglutizione, la lingua spinge gli alimenti nell’orofaringe; l’epiglottide si chiude (impedendo così che gli alimenti entrino nella trachea) e il cibo si dirige verso l’esofago. Quest’ultimo, per mezzo delle sue contrazioni muscolari, sospinge gli alimenti attraverso il torace ed il diaframma fino allo stomaco, attraverso quella parte chiamata cardias. La digestione degli alimenti Gli alimenti sono costituiti da tre tipi di molecole: i glucidi, le proteine e i lipidi. La digestione di ciascuno di essi mette in gioco meccanismi ed enzimi diversi in parti distinte nell’apparato digerente. È interessante notare, a questo livello, le differenze esistenti in rapporto alle dimensioni del cane: se il tubo digerente di un cane di piccola taglia rappresenta il 7% del suo peso corporeo, questa percentuale scende circa al 3 % per un cane di taglia grande. Ne deriva che un cane di grossa

taglia, generalmente, è più “fragile” a livello digestivo. Lo stomaco. È situato a sinistra della cavità addominale, dietro il costato, e sporge leggermente dallo sterno. È voluminoso, in proporzione all’intestino. Il volume aumenta dopo il pasto: quando è completamente disteso, può occupare metà della cavità addominale. Nello stomaco, gli alimenti subiscono una digestione che è contemporaneamente

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meccanica e chimica: le contrazioni delle tuniche muscolari provocano il mescolamento degli alimenti con i succhi gastrici, da questo rimescolamento esce una poltiglia chiamata chimo. Il duodeno. Il cibo in fase di digestione viene spinto, attraverso il piloro, nel duodeno, che è la prima parte dell’intestino tenue. L’intestino tenue. L’insieme del chimo transita quindi nell’intestino tenue, dove subisce il seguito della digestione chimica ad opera delle secrezioni pancreatiche ed epatiche, che si riversano nel duodeno attraverso dotti secretori. Il pancreas è una voluminosa ghiandola annessa all’apparato digerente. Esso è formato da una parte esocrina e una endocrina. La sua principale funzione è quella di produrre succo pancreatico (prodotto dalla parte esocrina), insulina e glucagone (entrambi prodotti dalla parte endocrina). Il succo pancreatico ha la funzione di digerire alcune sostanze nell’intestino tenue, mentre l’insulina ed il glucagone hanno la funzione di controllare la concentrazione di glucosio nel sangue. Il fegato è una ghiandola a secrezione endocrina ed esocrina localizzata al di sotto del diaframma e localizzato tra questo e il colon trasverso e lo stomaco. È l’organo più voluminoso del corpo canino dopo la cute. Gioca un ruolo fondamentale nel metabolismo e svolge una serie di processi tra cui l’immagazzinamento del glicogeno (fonte energetica), la sintesi delle proteine del plasma (componente del sangue dove sono contenuti i nutrienti del sangue) e la purificazione del sangue. Produce la bile, importante nei processi della digestione. L’intestino è la sede di svolgimento della maggior parte della digestione e dell’assorbimento dei principi nutritivi. E’ sei volte la lunghezza del cane e forma anse che si distribuiscono nella cavità addominale. L’interno dell’intestino tenue è costituito da pieghe della parete, che ne aumentano così la superficie di assorbimento. Le cellule che formano i microvilli (le ultime pieghe della parete a livello cellulare) non svolgono tutte la stessa funzione: quelle della parte inferiore secernono soprattutto muco, mentre quelle della parte superiore assorbono i nutrienti digeriti. A seconda della natura degli alimenti digeriti, l’assorbimento si svolge in maniera diversa. Le successive sezioni intestinali sono le diverse parti dell’intestino crasso: il cieco, il colon, il retto e il canale anale ed hanno

il compito di far evacuare le feci. Nel cane hanno una lunghezza di circa 70 cm. Il cieco e il colon Il cieco, molto corto, svolge la stessa funzione del colon, che si trova dal lato dorsale, sotto i lombi. La loro funzione è l’assorbimento dei nutrienti che non sono ancora stati assorbiti dall’intestino tenue, soprattutto l’acqua. Il resto viene parzialmente digerito grazie alla flora microbica intestinale. Questa azione è accessoria nel cane; i nutrienti che ne derivano vengono assorbiti come nell’intestino tenue. Hanno un ruolo anche nella formazione, l’immagazzinamento e l’evacuazione dei materiali fecali o feci. Il retto - il canale anale - la defecazione. Si trovano nella cavità pelvica. La loro’ funzione è l’immagazzinamento dei materiali fecali e la loro evacuazione. La defecazione è l’eliminazione dei materiali fecali e avviene in tre fasi: la prima, essenzialmente comportamentale, corrisponde alla ricerca del luogo adatto: i cani tendono ad allontanarsi dal luogo in cui vivono. C’è poi una fase di preparazione meccanica: la contrazione di diversi muscoli fa assumere al cane una posizione particolare. L’ultima fase, quella dell’evacuazione vera e propria, è resa possibile da una potente contrazione dell’intestino crasso. Conclusione Il cibo entra nella bocca dove viene triturato, diluito dalla saliva e scende nello stomaco attraverso l’esofago. Qui avviene, attraverso un’attività meccanica e chimica la trasformazione in poltiglia, (chimo). A questo punto si ha la spinta attraverso il piloro nel duodeno, dove avviene la prima fase assimilativa. Infine nell’intestino tenue avviene la totale dissociazione dei principi nutritivi in energia e scorie. Proseguendo il percorso intestinale attraversano il colon (intestino crasso) dove avvengono le ultime assimilazioni, sali minerali ed acqua; infine la defecazione. I vari nutrienti carichi d’energia vanno ad arricchire il sangue intestinale che, attraverso una grossa vena (porta) viene pompato nel fegato e dal fegato, per mezzo di un’altra grande vena (cava), distribuito in tutto l’organismo. Nel prossimo articolo parleremo più dettagliatamente del cibo, delle diete più idonee in funzione dell’età e dell’attività del cane.

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…Perché alcuni cani si mordono la coda… A

Esperto in processi comunicativi, counselor, giornalista, dal 1994 collabora sui temi delle Human Resources, dell’Etologia e della Cultura Cinofila (E-mail: marco. bergamaschi@ excite.it)

tutti, almeno una volta nella vita, è capitato di osservare un cane che, compiendo un movimento circolare, cercava di mordersi la coda; tale atteggiamento, in apparenza buffo e divertente, rappresenta in realtà un’espressione ripetitiva ed autolesionista, che ci racconta ben altro. Infatti quasi sempre si tratta di un problema comportamentale, legato ad una condizione di vita noiosa, priva di stimoli benefici e ricca invece di stress nel quale il cane è costretto a vivere. Di conseguenza Fido cerca inconsapevolmente di “scaricare” sulla zona caudale (la coda) il suo stato di tensione emotiva e di comunicare al mondo il suo malessere interiore. Se ci pensiamo, il cercare di mordersi la coda è un’azione stereotipata, tipica degli animali obbligati a vivere in situazioni stressanti: i leoni in gabbia trascorrono la giornata, camminando avanti ed indietro, per ore intere o certi animali di allevamento sfregano o leccano freneticamente qualche parte del corpo fino a procurarsi profonde ferite. Tutto ciò rappresenta un chiaro sintomo di stress e una strategia di “adattamento” allo stimolo stressante all’interno di una quotidianità insopportabilmente noiosa e piena di sofferenza. In questa ottica, l’inseguimento della coda è una forma lieve di questa “patologia comportamentale”, ma proprio per la gravità del problema, va affrontata repentinamente. Alcune volte il fenomeno comincia quando il cane è cucciolo, dopo che è stato allontanato dalla madre: privo dei suoi stimoli quotidiani e calato all’interno di una nuova situazione, può sentirsi solo, annoiato e anche stressato. E la coda rappresenta un diversivo, un ottimo compagno di giochi. Ma è un passaggio naturale verso l’autonomia, che dura poco e se permane, si tramuta in un’ossessione, che avvisa che qualcosa di fondamentale per Fido è assente o come dice un caro amico “qualcosa è lontano dal loro cuore”. Ma si può curare questo disturbo? Direi di si e oltre a molta pazienza, una terapia comportamentale abbinata a brevi trattamenti farmacologici rappresenta la via migliore. Prima di procedere, inutile dire che è d’obbligo una visita specialistica per escludere problemi alla coda a causa di una tumefazione delle ghiandole anali e per effettuare una radio-

grafia utile a scongiurare un’ossificazione anomala della zona coccigea. Una volta verificato che non esistono complicazioni di tipo fisico, è fondamentale ri-organizzare la relazione con il proprio cane e la qualità della sua vita. I cani sono esseri socievoli e molto curiosi e se vengono privati della compagnia (canina o umana) o obbligati a vivere in un ambiente povero e monotono di emozioni, soffrono moltissimo. Ancora oggi vedo cani “dimenticati” all’interno delle aziende, messi lì a fare la guardia o amici con la coda relegati tutto il giorno in appartamento, la cui limitatissima vita sociale è scandita dai due-tre giretti fugaci per i bisogni fisiologici. Sono cani soli, prigionieri dell’ignoranza e dell’inconsapevolezza delle persone, che li accudiscono e che li obbligano a vivere in una condizione innaturale, caratterizzata da una circoscritta interazione sociale, poco gioco e minimi stimoli. E’ necessario allora analizzare la personale relazione con il proprio cane, per cercare di capire cosa ci sta dicendo; non è facile e non solo per un discorso di “linguaggio” diverso, ma perché il primo che si deve mettere in gioco è il proprietario, che deve lottare con dei fantasmi personali chiamati pigrizia, procrastinazione (rimandare a domani quello che si può fare oggi) e motivazione; è una bella sfida, che si traduce migliorando la qualità esistenziale di entrambi, inaugurando passeggiate di almeno 30 minuti invece dei cinque o dieci usuali, con le relative soste nelle aree cani, per permettere socializzazione e divertimento. Ma non solo: l’intero processo sarà caratterizzato da stimoli specifici e funzionali ad interrompere la stereotipia del mordersi la coda; è fondamentale essere attenti e bloccare sul nascere il comportamento, usando dei semplici ma efficaci stratagemmi, come il lancio di una pallina o di un gioco rumoroso, qualcosa insomma che permetta al cane di orientarsi verso un altro interesse. E una volta ottenuto lo scopo il cane sarà premiato, per sviluppare la sua autostima e rimarcare la relazione di cooperazione instaurata. Infine sono sempre da bandire tutte le forme di punizione; il rincorrere la coda è sintomatico di stress e sgridarlo, non farebbe che esasperare a dismisura il suo disagio. Buon lavoro.

…per diventare il migliore amico dei nostri animali… 74

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... NON SOLO PAROLE ... Il Pastore dell’asIa Centrale la mia selezione per la guardia di ezio Maria romano

Chiunque si avvicini per la prima volta a questa razza può sentirsi disorientato dalle numerose tipologie esistenti: vi sono varie taglie, differenti strutture fisiche, svariati colori e diverse lunghezze di pelo, quando normalmente siamo abituati a distinguere una razza per la sua tipica morfologia diversa da tutte le altre. Ma il cane da pastore dell’Asia centrale non fu selezionato nei secoli in base alla morfologia e non ha bisogno di queste frivolezze per identificarsi: Lui è il cane! Gli esperti di zoologia concordano sul fatto che molte delle nostre razze moderne derivino da questa e siano state modellate successivamente ad opera dell’uomo. L’Asia centrale è il luogo dove sono state ritrovate alcune tra le più antiche testimonianze del cane che lavorò al fianco dell’uomo per proteggere gli animali da allevamento contro i predatori selvatici. Poiché ne esistono varie tipologie, si potrebbe pensare che un cane da Pastore dell’Asia centrale valga l’altro e che basti acquistarne uno, metterlo in giardino, affidarsi al fascino della storia per ottenere presto un impeccabile servizio di guardia, ma purtroppo non è così. Ammesso si tratti di un soggetto originale dei paesi medio asiatici e non “miscelato” recentemente ad altri molossi per alzarne l’altezza e irrobustirne la struttura, anche lui, come tutti i cani da pastore, è famoso principalmente come cane per la protezione di animali da altri animali, ma ha sempre considerato l’essere umano un suo prezioso compagno di vita. Solo qualche esemplare seppe dimostrare ostilità nei confronti di qualsiasi essere vivente che si avvicinava alla proprietà, compreso l’uomo che non faceva parte della sua famiglia. Bene, è proprio da questa linea genetica che dovrà discendere il pastore dell’Asia centrale da destinare

con successo alla custodia della casa e della famiglia. Diversamente il cane saprà semplicemente aggredire qualsiasi animale che vorrà entrare nella proprietà senza però nutrire la diffidenza necessaria per non farsi corrompere da chi potrebbe costituire un reale pericolo per il proprietario ed i familiari. In questo libro non troverete i soliti cenni storici sulla razza, lo standard ideale per vincere in esposizione etc. Io vi parlerò esclusivamente del MIO cane da pastore dell’Asia centrale, quello che allevo da anni con la MIA selezione finalizzata a produrre soggetti spontaneamente molto diffidenti con l’estraneo, idonei quindi per il lavoro di guardia e protezione della famiglia contro chi abbia intenzione di entrare nella vostra proprietà. Il resto non è mai stato di mio interesse! L’evoluzione morfologica e caratteriale che sta avendo la razza in questi ultimi anni è, a mio parere, totalmente scadente rispetto a ciò’ che era un tempo questo fantastico animale e al lavoro che sapeva svolgere. Molti dei cani da pastore dell’Asia centrale che si vedono attualmente in circolazione non hanno nulla a che vedere con quelli del continente medio asiatico. I viaggi in Asia centrale mi sono serviti infatti a scoprire le reali doti di questo magnifico cane ed a capire cosa c’è di vero e di falso circa la razza. In Asia centrale, gli autentici cani da pastore aborigeni, solitamente di dimensione molto più contenuta di cosa si vede in città, vivono e si riproducono secondo principi di selezione naturale. In quei luoghi sopravvive solo chi è resistente alla fame ed alla sete, chi riesce a sfuggire alle aggressioni di diversi predatori, dal lupo alle iene, dal leopardo al cobra ad altri serpenti che invadono i pascoli nei periodi della nascita dei cuccioli e sta alla madre proteggere i nascituri concepiti in una buca scavata alle intemperie. In Turkmenistan un pastore mi fece tradurre più volte, da una delle mie guide, che il loro cane “è così come la natura lo ha voluto” e mai nessuno nei secoli volle modificarlo geneticamente. Io non sostengo infatti di aver inventato una nuova tipologia di cane da pastore dell’Asia centrale o di averla voluta migliorare. Ho semplicemente cercato di accoppiare i soggetti che ritenevo più idonei per la guardia pur conservando l’affidabilità necessaria per vivere in una famiglia moderna che abiti una casa con giardino. Poi con grande dedizione ho studiato minuziosamente il loro carattere tanto da poter farne un’oculata selezione e classificazione dei cuccioli.

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Comunicato a tutte le società affiliate alla Libertas e a tutti i tecnici Agility: A partire dal 2011 l'Agility Master d'Italia si svolgerà sotto egida CNS LIBERTAS CONI - FISC e sarà valido ai sensi del Campionato Nazionale Libertas Cinofilia - Federazione Italiana Sport Cinofili. A breve sul sito http://www.sportcinofili.it saranno pubblicate tutte le novità in merito, incluso il nuovo regolamento nazionale CNS LIBERTAS AGILITY, che sarà uniformato al regolamento Agility Master d'Italia. Per tutte le informazioni è possibile contattare la Responsabile Master in seno alla Libertas - Chiara De Martini - all'indirizzo info@agilitymaster.com Pet theraPy 4 - 5 Dicembre - Corso per Conduttori e Tecnici di Pet Therapy - Acquaviva delle Fonti (BA) c/o Centro Cinofilo Psycodogs tana e LuDotana Campionato nazionale 3 aprile 2011 - Montecarotto - Ancona 15 Maggio 2011 - Montecarotto - Ancona 12 Giugno 2011 - Montecarotto - Ancona 16 ottobre 2011 - Montecarotto - Ancona 20 novembre 2011 - Montecarotto - Ancona raLLy - o 4 - 5 Dicembre Corso Istruttori 2° LIVELLO (prima parte) - Carlo Marzoli e Anna Congiu c/o APS Le Nuvole Rosse - Pandino (CR) 6-7 Gennaio seconda parte del corso per tecnici istruttori di Rally-O 2° livello; 8 Gennaio esami per tecnici istruttori 2° livello e Giudici di Rally-O; 9 Gennaio Gara di Rally Obedience con tutte le classi;

27 Febbraio Gara di Rally Obedience con tutte le classi; 18 -19 Giugno e 16 -17 Luglio corso per tecnici istruttori di Rally-O 3° livello (esame fine corso il 17 luglio); 1 novembre Gara di Rally Obedience con tutte le classi. CittaDino a 4 zaMPe® 21 - 22 Maggio - Workshop per Giudici ed Istruttori del C4Z - Acquaviva delle Fonti (BA) c/o Centro Cinofilo Psycodogs SPeCiaL aGiLity® a partire dal 4 di Dicembre corso per Istruttori c/o Susanna Coletto - Vauda Canavese (TO) obeDienCe: 8 Dicembre - Gara Nazionale Obedience Pandino (CR) c/o Centro cinofilo Le Nuvole Rosse utiLità a DiFeSa 12 Dicembre - Introduzione alle attività ludico e

cognitive del cane da Utilità e Difesa - Acquaviva delle Fonti (BA) c/o Centro Cinofilo Psycodogs CorSi Per eDuCatori CinoFiLi: - a partire dal 15 gennaio 2011 - Corso per Tecnici Educatori Cinofili - Acquaviva delle Fonti (BA) c/o Centro Cinofilo Psycodogs - a partire dal 15 gennaio 2011 - Corso per Educatori cinofili - Castrocaro Terme (FC) c/o Centro cinofilo del Chiaro di Luna - a partire dal 15 gennaio 2011 - Corso per Educatori cinofili - Pancalieri (TO) - c/o Centro cinofilo 4 Zampe & Co. ManiFeStazioni Varie 18 Dicembre - Presentazione del Libro “Sulle Orme di Buck” - Maurizio Romanoni - c/o Centro Cinofilo Paladog - Cologno Monzese (MI) 18 - 19 Dicembre - Giochi e attività sportive di Fine anno - Pandino (CR) c/o Centro cinofilo Le Nuvole Rosse

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Il candido nordico L

a storia del Samoiedo si perde veramente nella notte dei tempi, è una razza davvero unica, utilizzata come ausiliare dell’uomo durante gli spostamenti delle popolazioni nomadi in qualità di cane da traino. Grazie alle sue peculiarità caratteriali lo resero anche un cane adatto a vivere a stretto contatto con il suo compagno umano, tanto che il Samoiedo veniva portato nelle tende per farlo dormire accanto al suo padrone per scaldarlo nelle notti in cui il rigore climatico non era certamente indulgente La perfetta costruzione della struttura fisica, unita all’ armonia delle forme lo rendono un super atleta capace di stupire nell’agilità del suo movimento, ha un portamento intimamente fiero e generoso ed è capace di una sorprendente affettività e dolcezza: questo è il Samoiedo! Bello ed elegante ma forse molti ignorano che il Samoiedo ai primordi dello sviluppo della sua razza si presentava anche in toni di colore scuro come il marrone o addirittura il nero. Ancora oggi alcuni soggetti presentano delle macchie color biscotto e ciò non costituisce errore di mantello ma bensì una tipicità, anche se tuttavia la colorazione più ricercata e il color bianco candido. Il colore del mantello può sembrare un’assolutezza della razza però non è da sottovalutare un certo legame con altri cani nordici, dove il colore bianco si presenta come fondo di mantello, oppure negli Spitz dove ritroviamo in alcuni casi il candore del color bianco nella sua totalità. Ma il sorriso appartiene solo al Samoiedo e lo rende unico, distinguibile, particolare nella sua personalità sbarazzina. Non è certamente un cane che passa inosservato ma solo se è ben tenuto e amato, il Samoiedo nasconde dietro un’apparente sicurezza e fierezza un animo sensibile e sempre alla ricerca d’amore e di rispetto. Come avrete capito esteticamente parlando ciò che nel Samoiedo và evidenziato maggiormente sono le qualità cromatiche del mantello che per quanto può sembrare impossibile tende a respingere lo sporco per via della consistenza della tessitura. In effetti il mantello è costituito da un pelo di copertura di natura dura quindi idrorepellente e da una coltre di sottopelo morbido e caldo che funge da termoregolatore sia nei periodi freddi che caldi. La pulizia del mantello è davvero semplice basta osservare alcune regole di buona norma igienica, il bagno è consigliabile farlo almeno ogni due mesi con degli shampoo idonei alla tessitura ruvida, quindi dei prodotti cheratinizzanti sono più

che idonei ma esistono in commercio altri prodotti che contengono principi attivi adatti alle due tipologie di pelo di cui il Samoiedo è provvisto. Per ovvie ragioni l’utilizzo di uno shampoo sbiancante è imperativo come secondo trattamento ma anche qui bisogna stare attenti alla scelta del prodotto poiché vi sono in commercio degli shampoo che contengono azzurranti ottici, mentre altri tendono a sbiancare il pelo naturalmente forse con degli effetti meno impressionanti ma sicuramente più in linea con l’equilibrio epidermico. L’applicazione di prodotti emollienti è assolutamente vietata quindi, quando si sviluppano dei nodi nel mantello, è bene armarsi di pazienza e cercare di aprire le matasse con una spazzola adeguata tipo un cardatore, magari aiutandosi con dei prodotti snodanti da utilizzare solo dove si presenta il feltro. In ogni caso durante l’asciugatura potrete aiutarvi utilizzando un soffiatore potente, ciò vi darà un valido aiuto rimuovendo i nodi e lasciando il mantello ben vaporizzato. Nel caso vogliate far apparire più lucente il colore del pelo esaltando le caratteristiche punte ergentee tipiche del Samoiedo potrete distribuire sul mantello un olio a base di proteine della seta che grazie alle sue qualità tenderà ad esaltarne il candore senza appesantire il mantello. Se applicate l’olio durante la spazzolatura vi verrà più facile rimuovere il pelo in eccesso evitando di strappare il pelo, vi ricordo che la scelta della spazzola è di fondamentale importanza poiché il cardatore ha la facoltà di asportare il pelo morto ma per contro in un mantello di queste caratteristiche potreste rischiare di impoverire il complesso pilifero asportando il sot-

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topelo. Decisamente più indicata invece una spazzola a denti dritti che se utilizzata correttamente vi aiuterà a gonfiare il pelo agendo in concomitanza con la forza propulsiva dell’aria del soffiatore turbo. Nei periodi freddi dovrete conservare tutto il pelo che per sua natura (salvo squilibri fisiologici) dovrebbe conservasi quasi totalmente, mentre nei periodi di muta e principalmente in primavera tende a staccarsi copiosamente per rigenerare tutto il complesso pilifero. Vi rammento che l’utilizzo delle forbici o della macchinetta è assolutamente proibito! Depauperare il mantello con orribili riduzioni di lunghezza del mantello non aiuterà assolutamente il cane a sentire meno caldo nei periodi estivi anzi il vello che lo ricopre ha una funzione isolante e termica. Per mantenere pulito e ordinato il mantello del Samoiedo è possibile alternare i lavaggi completi con dei trattamenti a secco. Per ottenere un risultato accettabile è possibile bagnare leggermente il cane nebulizzando dell’acqua applicata con un self. Poi applicare una polvere idonea al lavaggio a secco quindi dopo aver fatto assorbire il prodotto spazzolare energicamente al fine di rimuovere ogni residuo. Eventualmente ci si potrà aiutare sempre con l’ausilio del soffiatore per eliminare tutto il pulviscolo. Il Samoiedo è un cane giocoso e brillante dalle molteplici abilità fisiche, è un cane sicuro, mai mordace e davvero divertente soprattutto per chi cerca un compagno di giochi sempre pronto a divertirsi. L’originale bellezza che lo contraddistingue da ogni altra razza dovrebbe stimolare un attento e scrupoloso proprietario a prendersi cura del mantello del suo cane, in questo modo instaurerà un rapporto più duraturo e basato sulla reciproca fiducia e rispetto, qualità assai care allo splendido Samoiedo !

SOFFIATORE VIVOG 1400 Watts - 220 volts - 50 hertz Colori disponibili: blu, grigio, rosso

Comprensivo di: tubo lungo, flessibile ed estensibile maniglia ergonomica angolata regolatore di velocità resistenza di calore sistema facile per la pulizia del filtro di protezione. Inoltre offre la possibilità di sostituire il tubo flessibile inserendone uno corto dando la possibilità di utilizzare il soffiatore come phon.

WILD BERRY SHAMPOO Wild berry shampoo è un ottimo concentrato che pulisce a fondo e dona morbidezza.La sua formulazione ai frutti selvatici dona morbidezza e un’intensa e gradevole profumazione. Ottimo per mantelli con tanto sottopelo, anche fitto, in quanto ne facilita l’apertura. Dona inoltre volume e corposità a tutti i mantelli carenti di sottopelo. Ideale per spitz,samoiedo,gatto persiano. (Prodotto privo di coloranti,siliconici e agenti aggressivi) DILUIZIONE: 16 : 1 ECONO BATH Bark2basics Econo bath shampoo è un pulente a media concentrazione. Rimuove lo sporco dal manto del cane e del gatto senza lasciare secchezza e donando lucentezza al pelo. Ideale per manti ruvidi. (Prodotto privo di coloranti, siliconici e agenti aggressivi) DILUIZIONE : 8 : 1

Questa spazzola in legno è di alta qualità (made in Germany). Dotata di perni metallici lunghi montati in un pad in gomma morbida. Questi pennelli sono raccomandati per lunghi mantii oppure per manti con tanto sottopelo permettendo un’approfondita spazzolatura senza danneggiare il mantello.

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