15_12_2009 - Capitale metropolitana - Sostenibilità, innovazione e coesione sociale

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CAPITALE METROPOLITANA SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E COESIONE SOCIALE PER UN PROGETTO DELLA PROVINCIA DI ROMA

Relazione del Presidente della Provincia di Roma NICOLA ZINGARETTI


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Indice

Premessa ................................................................................................................. ...pag 5 1. L’Area Metropolitana .................................................................................... ...pag 9 2. La crisi come opportunità ............................................................................pag 13 3. Lo sviluppo sostenibile opzione per la ripresa.................................pag 15 4. Un nuovo modello locale ............................................................................ ..pag 17 5. Missioni e obiettivi del progetto strategico.................................... ..pag 21 5.1. Realizzare una provincia ecologica.......................................................... .pag 23 5.2. Riorganizzare il territorio metropolitano .............................................. .pag 25 5.3. Valorizzare il territorio agricolo ............................................................... .pag 27 5.4. Elevare la qualità dello sviluppo .............................................................. .pag 29 5.5. Ridurre le disugualianze ...............................................................................pag 31

Conclusioni ..............................................................................................................pag 33 Le Mappe ..................................................................................................................pag 35

Residenza di Ripetta ROMA 15 DICEMBRE 2009

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Il 15 dicembre 2009, in un convegno presso il Residence di Ripetta, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ha presentato, con questa relazione, il documento preliminare del Progetto Strategico per lo sviluppo dell’Area Metropolitana su cui si è aperta un’ampia fase di consultazione con tutta la comunitĂ attraverso incontri, iniziative di studio e tavoli di confronto per giungere ad un documento condiviso e strutturato su progetti operativi.



PREMESSA

Premessa

Quello che presentiamo oggi è un documento preliminare per aprire una grande fase di confronto, consultazione, indirizzo per rilanciare un nuovo ciclo di sviluppo nel nostro territorio. In questi mesi abbiamo lavorato molto, affinché la nostra Amministrazione garantisse a un sistema economico in difficoltà, presenza, investimenti, certezze, liquidità. Dico questo perché noi non amiamo i due tempi: anche la fase di discussione sarà accompagnata dall’assillo del fare, da un’attività quotidiana incardinata su scelte coerenti con quanto proponiamo. Ma ora si stanno determinando condizioni particolari, in parte nuove, che richiedono un salto di qualità, la necessità di costruire insieme alle forze migliori della società un progetto nuovo. Fra le tante ragioni ne indico tre: 1- il primo motivo è di rispondere in modo positivo a una domanda di cambiamento che vediamo molto presente. Per farlo, occorre costruire un’idea condivisa su un’ipotesi di sviluppo possibile. Oggi tanti hanno, per fortuna, tante idee, molte buone, alcune un po’ bislacche. È un fatto posi-

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tivo perché dimostra una grande vitalità e voglia di agire delle forze sociali e produttive. Ma se non si fa ordine si rischia di perdere tempo, e tempo non ne abbiamo perché siamo immersi in una crisi e in una competizione mondiale che non fa sconti. Ecco perché, in ottemperanza alle nostre funzioni di Ente di Governo di area vasta chiamiamo tutti a discutere offrendo un percorso che sarà fatto di incontri e conferenze d’ambito territoriale con Sindaci, imprese, forze sociali sui grandi temi per lo sviluppo. 2- Il secondo motivo che vedo è che tra poche settimane si avvierà il processo per il trasferimento alla Provincia di Roma di nuovi poteri in campo urbanistico oggi in carico alla Regione. Avverrà grazie al fatto che per la prima volta in 140 anni è stato approvato un importante strumento di pianificazione, il PTPG, il Piano Territoriale Provinciale Generale, che disegna lo sviluppo del territorio e indica le priorità a cui dovranno ispirarsi le scelte di pianificazione di 121 comuni. Un’opportunità per tutti. Noi sappiamo che se ora su quelle priorità non si organizza il confronto, se non si indirizzano scelte e risorse, il rischio sarà quello di un ripiegamento burocratico e la devoluzione alla Provincia di quei poteri non porterà a nulla. Un errore che non vogliamo commettere. 3- Infine, il terzo motivo è legato alla fase positiva di riforma delle Autonomie Locali promossa dal Governo Berlusconi che si è aperta in questi mesi e che ha rafforzato l’intervento interno al nostro territorio con due importanti novità: devoluzione di potere, risorse nuove alla Capitale e individuazione, in ottemperanza al dettato Costituzionale, dell’obiettivo della Città Metropolitana di Roma come Ente di riferimento dell’ara vasta. Noi non possiamo aspettare che la riforma si compia, anche perché se ne parla da vent’anni, né avere un atteggiamento burocratico di gestione.

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PREMESSA

Avere un sistema Metropolitano più efficiente è un’urgenza dell’oggi. E’ vero che se ne parla da vent’anni, ma vent’anni fa era un’intuizione oggi è un’urgenza. Vogliamo chiamare dunque con spirito costruttivo e cooperativo le Istituzioni, le forze sociali, imprenditoriali a compartecipare e a costruire. E ringrazio, per questo, per la loro presenza oggi, il vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino e l’assessore alla mobilità e ai trasporti del Comune di Roma Sergio Marchi che, presentando il Piano Strategico Metropolitano della Mobilità, ha già offerto un importante contributo a questo obiettivo comune.

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Relazione del Presidente della Provicia di Roma NICOLA ZINGARETTI


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1. L ’AREA METROPOLITANA

1.L’Area Metropolitana

Lo avete visto nel video proiettato in apertura. Quando parliamo dell’area metropolitana di Roma Capitale non stiamo parlando di un qualcosa che dal cielo delle astrazioni viene artificiosamente calato nella realtà del nostro territorio. Se, come ho detto all’inizio, la Città Metropolitana è il modello istituzionale al quale guardiamo, l’area metropolitana è, invece, la dimensione concreta nella quale il nostro territorio quotidianamente vive. L’area metropolitana non è un qualcosa che dobbiamo inventarci: è la realtà che esiste di fronte ai nostri occhi. La realtà di un territorio segnato da sempre più profonde interdipendenze. Le mappe allegate a questa pubblicazione ce lo dicono in modo più chiaro di tante parole: quando parliamo di sistema della mobilità, nodi di scambio, servizi, urbanistica, sistema del lavoro e relazioni fra le imprese è di questo che stiamo parlando. Nulla di più semplice e di più comprensibile. Una dimensione che abbatte gli attuali confini e ne traccia di nuovi.

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Una dimensione nella quale convivono grandi problemi irrisolti ed enormi opportunità che dobbiamo cogliere e alimentare. Chi sta in questa sala lo sa bene, perché è abituato, per il ruolo che svolge, a non guardarsi solo la punta delle scarpe, ad alzare gli occhi per capire quello che gli sta avvenendo intorno. Sa bene che l’area metropolitana è oggi il territorio che compete nel mondo. E lo è perché è l’area territoriale nella quale convivono abitanti, servizi, aree industriali, infrastrutture della mobilità, porti e aeroporti. In tutto il mondo è di questo che si discute: come le grandi aree urbane affrontano e risolvono le nuove contraddizioni emerse nella crisi, come le grandi aree urbane, aggredendo i limiti di un modello di sviluppo ormai non più sostenibile, si collocano e competono oltre la crisi. Una sfida è aperta. La sfida per indicare un nuovo modello: la vera sfida che definiamo sotto il nome “ripresa economica”. E l’area metropolitana di Roma Capitale ha un patrimonio di ricchezze del passato e un tessuto di aziende che guardano al futuro per essere protagonista di questa sfida. Ma per farlo deve scommettere, davvero, sulle sue potenzialità e aggredire, davvero, i suoi problemi. E oggi il principale problema dell’area metropolitana di Roma è che le sue grandi risorse sono riuscite ancora troppo poco a fare sistema. Che fino ad oggi le logiche dei particolarismi, dei campanilismi, del “romanocentrismo” hanno prevalso a scapito di una visione unitaria dello sviluppo. L’ingorgo che sempre più spesso paralizza le sue strade è quasi la rappresentazione plastica di questa inadeguatezza: un territorio che ha straordinarie risorse per spiccare il volo, ma nel quale persone, cose, idee fanno ancora troppa fatica a circolare, muoversi, integrarsi e spingere sull’accelleratore dell’innovazione. Rimangono come intrappolate in un circuito di relazioni e in una visione ancora troppo angusta, limitata e parziale.

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1. L ’AREA METROPOLITANA

Ecco perché il Progetto Strategico che oggi presentiamo parte dall’idea che per affrontare la sfida che abbiamo di fronte non basti un elenco di cose da fare. Quello che serve è una nuova idea di sviluppo. Il nostro problema non è solo fare più cose, ma anche far funzionare meglio le “cose” che ci sono. In maniera più sinergica. Quello che emerge è il grande tema di un sistema che non è efficiente, non fa emergere la qualità e penalizza la competitività.

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2. LA CRISI COME OPPORTUNITÀ

2. La crisi come opportunità

Ecco perché allora, siamo qui per lanciare una sfida e richiamare l’attenzione sull’esigenza di uscire dal quotidiano. Se non saremo pigri, la crisi può essere trasformata in una opportunità per ricominciare. Ma per farlo quello che serve è nuova idea di sviluppo perché con questa crisi nulla sarà come prima.

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Non usciremo dalla crisi con lo stesso sistema economico e lo stesso modello di organizzazione sociale con cui ci siamo entrati – non è possibile – ma dobbiamo uscirne con un economia e un sistema migliore.

È la natura stessa di questa crisi a dircelo: la sovrapposizione tra una crisi ambientale, che fa emergere l’urgenza di contrastare i cambiamenti climatici, e una crisi economica, che fa emergere l’esigenza di una nuova, forte, razionalità collettiva, una rinnovata qualità dell’intervento pubblico. È la crisi ad averci detto che la crescita dell’economia mondiale, travolgendo le illusioni dell’estremismo liberista, si sta avvicinando ai limiti massimi che il nostro pianeta può sopportare e che continuare a proseguire la crescita di questo sistema economico sarebbe una scelta sbagliata. Questo significa smettere di crescere? Tutt’altro! Ma dobbiamo cambiare.

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3. LO SVILUPPO SOSTENIBILE OPZIONE PER LA RIPRESA

3. Lo sviluppo sostenibile opzione per la ripresa

Significa, quindi, crescere in modo diverso, garantendo profondità e solidità alla ripresa. Se ne sta discutendo proprio in questi giorni a Copenhagen, negli incontri che caratterizzano il vertice Onu sui cambiamenti climatici. Una sede nella quale siamo orgogliosi di aver avuto l’occasione di presentare le buone pratiche del Piano d’azione della Provincia di Roma.

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Una nuova consapevolezza inizia ad affermarsi nel mondo. Gli Stati Uniti per affrontare la crisi economica e climatica hanno deciso di indirizzare importanti investimenti nel settore della Energy Technology con lo scopo di rilanciare un “nuovo sviluppo ecologico”, il Green New Deal. I principali paesi europei si muovono da tempo nella stessa direzione. Una svolta epocale verso la sostenibilità che costituisce sicuramente un elemento di stimolo per tutta la comunità internazionale.

Nel nostro paese, invece, siamo in ritardo. Il governo non ha ancora deciso una politica strutturale di investimenti e supporti legislativi per avviare concretamente la riconversione ecologica dell’economia italiana.

Un grave errore, perché la sostenibilità deve essere il punto da cui partire per rilanciare l’economia.

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La crisi diventa opportunità se l’obiettivo della ripresa economica e produttiva del sistema si accompagna all’avvio di una sua radicale trasformazione: se al posto di un paradigma ormai usurato emerge un nuovo paradigma della crescita fondato sulla sostenibilità e sull’innovazione. È qui che torna al centro del dibattito la nozione di sviluppo. È arrivato, cioè, il momento di prendere atto che l’economia della crescita quantitativa sintetizzata dall’indicatore PIL non è più in grado di garantire alle generazioni, sia presenti che future, benessere e vivibilità del pianeta. La popolazione mondiale sta concentrandosi progressivamente nelle aree urbane. Entro il 2025 gli abitanti che risiederanno in contesti urbani saranno oltre cinque miliardi. Questo fa delle aree metropolitane il luogo in cui la contraddizione fra crescita dell’economia e sostenibilità esplode, il laboratorio dove deve essere affrontata e portata a soluzione. Per questo serve un altro modello. La qualità della vita e dello sviluppo – e non più solo la ricchezza prodotta – deve diventare il parametro di riferimento su cui ripensare l’area urbana come “territorio sostenibile”.

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4. UN NUOVO MODELLO LOCALE

4. Un nuovo modello locale

C’è, poi, una seconda considerazione da fare ed è legata alla specificità di una crisi a Roma e nella sua Provincia. Alla necessità che ci assilla di ripensare un modello locale. Negli ultimi due decenni il territorio provinciale ha vissuto importanti cambiamenti che ne hanno modificato profondamente le caratteristiche. La Provincia di Roma, formata da una costellazione di economie locali più o meno autosufficienti e gravitanti attorno ad una Capitale prevalentemente burocratica ed amministrativa, si è trasformata in un grande e complesso sistema di relazioni economiche e sociali, in cui, tuttavia, la dimensione della spontaneità ha prevalso su quella progettuale.

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Negli ultimi due decenni Roma è cresciuta e l’impatto positivo di questa modernizzazione ha distolto l’attenzione dalle nuove contraddizioni che si andavano aprendo:

- l’insediamento di nuovi abitanti, dovuto al trasferimento dei romani e ai flussi migratori, si è tradotto in gran parte in una residenzialità priva di qualità e di servizi, con una debole identità e una scarsa tenuta sociale. - la localizzazione tumultuosa di attività produttive e funzioni strategiche ha portato alla crescita di una vivace attività economica in un quadro debole

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per quanto riguarda la mobilità e le relazioni con l’ambiente, il territorio e le istituzioni locali. Tutto questo mina alla radice la competitività del sistema. Ed è su queste radici che si sono innestate le conseguenze della crisi globale. A dircelo, oggi, sono i numeri. Soprattutto nel corso degli ultimi dieci anni, l’area metropolitana di Roma è stata uno dei territori italiani più dinamici in termini di crescita economica. Nel periodo 2000 – 2008 il valore aggiunto prodotto nella provincia di Roma è cresciuto del 1,5% l’anno, evidenziando una dinamica sensibilmente superiore a quella osservata nella altre principali aree metropolitane del nostro Paese. Questa crescita economica si è però contraddistinta rispetto alle tendenze nazionali per alcune criticità quali la diminuzione della produttività per addetto, l’aumento del lavoro precario, e la crescente disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Oggi Roma si è fermata. L’industria, le costruzioni, i servizi e il commercio, grandi settori dell’economia romana, hanno vissuto e vivono, in parte ancora, un forte calo delle attività. E i segni di una ripresa della fiducia presenti nelle ultime rilevazioni statistiche, come il rapporto presentato la scorsa settimana dall’Unione degli Industriali di Roma con il contributo della Provincia di Roma, non devono essere letti come un traguardo, ma come un punto di ripartenza da raccogliere e sostenere. Le conseguenze della crisi sui livelli occupazionali sono inevitabilmente drammatiche. Basti pensare ai numerosi lavoratori in cassa integrazione di cui una parte cospicua non potrà più rientrare, per non dire dei lavoratori flessibili, i primi ad essere espulsi e messi ai margini dal sistema.

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4. UN NUOVO MODELLO LOCALE

Questi dati - i dati della congiuntura - si innestano sulle trasformazioni urbane e sociali dell’ultimo ventennio producendo nuove tensioni e nuove urgenze, nuove domande di servizi, infrastrutture, sicurezza che il modello attuale non riesce a soddisfare. La grande, nuova, periferia urbana che unisce i quartieri più esterni del comune di Roma ai nuovi insediamenti dei comuni vicini, scaricando su di essi problemi che fino a pochi anni fa quasi non esistevano – penso, ad esempio, ai nuovi fenomeni di disagio legati ai processi migratori – questa nuova, e grande, periferia metropolitana è diventa il centro della trasformazione. Sta a noi, allora, far sì che lo sia in termini positivi e non nell’esplosione di nuove emergenze. Sta, quindi, a noi – alla politica innanzitutto e, con essa, alle forze sociali e produttive interessate al futuro di Roma - comprendere che una fase di trasformazione ha compiuto il suo ciclo e che oggi siamo giunti al suo esaurimento. Sta a noi comprendere come l’incapacità di indicare un nuovo modello rischia di metterci fuori gioco, di farci scivolare in una sorta di trascinamento dell’esistente, senza cogliere le opportunità che ci sono. Le energie che chiedono di essere liberate.

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5. MISSIONI E OBIETTIVI DEL PROGETTO STRATEGICO

5. Missioni e obiettivi del progetto strategico

Il progetto strategico deve, dunque, configurarsi come lo strumento per governare il processo di trasformazione del territorio in una prospettiva finalmente unitaria. L’unica possibile per valorizzare le sue risorse, le sue vocazioni e le sue eccellenze. E, insieme, lo strumento per affrontare e superare la crisi economica e climatica, immaginando un diverso paradigma di sviluppo fondato su una nuova dimensione della città contemporanea: l’area metropolitana come integrazione fra città e campagna.

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Per questo il documento che oggi presentiamo si fonda su tre concetti chiave:

• l’integrazione del territorio – le nuove reti materiali e immateriali per fare sistema e superare la frammentazione • l’innovazione per creare nuove opportunità di sviluppo e di occupazione a partire dalla creatività, dai talenti, dalle eccellenze del nostro sistema produttivo. • la sostenibilità come orizzonte sul quale orientare l’intera agenda di governo

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Non più una parte limitata della nostra attività, un tema settoriale da ricercare al capitolo “politiche per l’ambiente”, ma un modo complessivo di governare. Sulla base di questi tre concetti, il documento propone cinque assi di lavoro che potete leggere nel dettaglio degli obiettivi all’interno documento e che saranno il terreno di confronto concreto per i tavoli che si svilupperanno nei prossimi mesi. Gli assi su cui innestare i progetti operativi e mobilitare le risorse necessarie a realizzarli.

5.1 Realizzare una provincia ecologica Il primo asse di lavoro punta alla realizzazione di una provincia ecologica. Un sistema nel quale il regime energetico sia sempre più alimentato da energie rinnovabili, la produzione di rifiuti più contenuta e gestibile, il trasporto collettivo meno inquinante, la sicurezza idrogeologica del territorio più elevata e la ricchezza del patrimonio naturale tutelata e valorizzata come volano dell’economia. Gli obiettivi ai quali dobbiamo guardare sono ambiziosi. E per essere raggiunti richiedono l’impegno di tutte le istituzioni, il coinvolgimento di energie private, la partecipazione attiva di ogni cittadino. Penso al rispetto delle indicazioni del protocollo di Kyoto e degli accordi europei che ci chiamano ad abbattere le emissioni di Co2 di circa 8 milioni di tonnellate entro il 2020. Penso alla sfida della gestione dei rifiuti, che negli ultimi due anni ha visto crescere da 29mila e 613mila il numero di abitanti dei comuni della provincia coinvolti nella raccolta differenziata porta a porta. E che ora deve essere portata avanti con la realizzazione degli impianti necessari a supportare questo incremento. Il Piano “Provincia di Kyoto”, che la nostra amministrazione ha messo in campo dallo scorso febbraio e che abbiamo avuto l’onore di presentare in

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5. MISSIONI E OBIETTIVI DEL PROGETTO STRATEGICO

questi giorni a Copenhagen rappresenta lo strumento già attivo per armonizzare e mettere a sistema interventi e progetti ambientali su tutto il territorio provinciale.

5.2 Riorganizzare il territorio metropolitano Il secondo asse di lavoro che indichiamo è la riorganizzazione del territorio metropolitano. Ho già accennato agli squilibri prodotti dalla trasformazione tumultuosa e non regolata degli ultimi anni. Un’organizzazione irrazionale del territorio nella quale il degrado delle periferie, la carenza di servizi e il disagio del pendolarismo sono i costi sociali di una crescita senza qualità. Per questo occorre moltiplicare gli investimenti sulla mobilità: sulla rete del ferro, sulle strade, su porti, aeroporti e logistica. È tempo che l’area metropolitana affronti con coraggio i suoi elementi storici di ritardo: la carenza di un sistema infrastrutturale adeguato ad una grande capitale europea. È tempo di restituire ai cittadini la libertà di muoversi. La Provincia di Roma, fino ad oggi, sta facendo la sua parte – penso, solo per fare un esempio delle molte opere realizzate o avviate in questi anni – all’acquisto di 11 nuovi treni che hanno aumentato frequenze e servizi del trasporto ferroviario o all’inaugurazione della nuova Laurentina a quattro corsie oltre il Gra. Ma è evidente che questo sforzo – partendo dalle risorse e dai poteri dati – non basta: occorre poter fare di più e che a farlo siano tutte le istituzioni, locali e nazionali. Riorganizzare il territorio metropolitano significa ripensare le funzioni economiche, la residenzialità ed i servizi in un unico sistema sostenibile, policentrico e ben collegato ad una moderna rete della mobilità. Il PTPG, il Piano Territoriale Provinciale, rappresenta la base e il punto di riferimento fondamentale di questo lavoro.

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2. RIORGANIZZARE IL TERRITORIO METROPOLITANO MISSIONI E OBIETTIVI DEL PROGETTO STRATEGICO

La cornice entro la quale collocare idee e progetti capaci di intervenire concretamente nella vita del territorio. L’idea di fondo che, penso, debba guidarci è quella dell’integrazione tra spazio urbano e campagna. È sbagliato pensare l’area metropolitana come una dimensione territoriale costituita solo dalla continuità edilizia. Una specie di megalopoli sudamericana dove ci si sposta da un quartiere all’altro in elicottero. O come le informi conurbazioni urbane cinesi, dove decine di milioni di abitanti vivono schiacciati da pressioni ambientali giunte ad un livello di emergenza drammatico. Anche senza arrivare a tanto, i dati ci dicono che il consumo del suolo nel nostro territorio ha subito un incremento fortissimo, ed è giunto ad una soglia di guardia. La nuova strada che oggi si apre, come è stato indicato nelle ultime settimane anche da altri, è quella di spostare gli investimenti dal consumo di nuovo suolo verso una vasta campagna di riqualificazione del tessuto urbano e dei centri storici come motore decisivo della trasformazione e dello sviluppo, anche cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie edilizie eco – sostenibili. Oppure scommettendo sulla collocazione dell’area vasta di nuove funzioni economiche e sociali: cito, per tutte, il sostegno ai centri commerciali naturali o a nuove aree artigiane.

5.3 Valorizzare il territorio agricolo In questo quadro, fondato sulla ricerca di un nuovo equilibrio, si inserisce anche l’impegno per valorizzare il territorio agricolo, il terzo asse di lavoro che indichiamo. Qualità, eccellenza, specializzazione, tipicità, innovazione devono diventare sempre più le parole d’ordine di una nuova stagione della nostra agricoltura.

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5. MISSIONI E OBIETTIVI DEL PROGETTO STRATEGICO

Il territorio della provincia di Roma ha in sé un elevato valore ambientale, paesaggistico e rurale che deve essere conservato e valorizzato. La bellezza dei luoghi e la qualità dei prodotti può legare alle attività agricole un’attività turistica, formativa, culturale e del tempo libero in grado di attivare un’importante fonte aggiuntiva di redditività e disencintivare la trasformazione urbanistica del territorio oggi destinato alle colture.

5.4 Elevare la qualità dello sviluppo Il quarto asse che indichiamo, ma non in ordine di importanza, è l’obiettivo di elevare la qualità dello sviluppo Un obiettivo che, come abbiamo visto, si può realizzare indirizzando l’economia, i servizi, le infrastrutture, la logistica verso un nuovo sviluppo ecologico, il green new deal. L’uso delle tecnologie ambientali e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione deve diventare il motore dell’innovazione, la chiave con cui coniugare crescita e sostenibilità. Nello stesso tempo occorre partire dalle enormi potenzialità che già sono presenti in questo territorio. Dall’incredibile potenzialità di un’area nella quale hanno sede i più importanti poli universitari e i più importanti centri di ricerca scientifica italiani, luoghi di assoluta eccellenza e prestigio mondiale. Da un giacimento di competenze avanzate che spazia dall’ICT alle biotecnologie e alla chimica, dal cinema alla multimedialità, dal web alle tecnologie applicate ai beni culturali, dal design all’architettura, alla moda, dall’aerospazio alle tecnologie per la sicurezza. Oltre al consumo, dobbiamo promuovere la produzione culturale e quindi lavorare per incentivare i segmenti produttivi della più moderna

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creazione culturale, mettere in rete, decentrare e consolidare i luoghi dell’offerta di cultura. Creatività, promozione dei talenti, circolazione dei saperi, eccellenza, meritocrazia non sono slogan che usiamo perché fanno tendenza, parole da lasciare appese alla luna dei sogni della politica: sono linfa vitale per un tessuto straordinario di imprese spesso all’avanguardia nell’innovazione e traino dell’economia. In tanti casi piccole e medie imprese animate da professionisti eccellenti che tuttavia, in un sistema ancora troppo bloccato, non riescono a trovare i giusti stimoli e il necessario supporto per emergere adeguatamente.

5.5 Ridurre le disugualianze Infine il quinto asse: l’impegno per ridurre le disuguaglianze e promuovere la sicurezza. È la sfida della coesione sociale e territoriale come orizzonte di un nuovo welfare civile e dei diritti. Una politica che deve affrontare, oltre agli aspetti urbanistici e territoriali sui quali ci siamo finora soffermati, il problema delle condizioni materiali di vita dei cittadini: la casa, il lavoro, l’integrazione sociale, i servizi, la sanità. È la sfida di offrire risposte alle nuove domande che emergono in una società dove, negli ultimi anni, è cresciuta la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e nell’accesso alle prestazioni di base, il precariato senza garanzie, la presenza di immigrati ai quali viene ancora riconosciuta una cittadinanza limitata. La domanda di diritto al lavoro, sia sul fronte dell’occupazione che della qualità e della continuità della formazione.

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5. MISSIONI E OBIETTIVI DEL PROGETTO STRATEGICO

La domanda di diritti di cittadinanza per evitare che strati crescenti di popolazione restino esclusi dai diritti sostanziali. La domanda di un diritto di comunicare essenziale per evitare che nella società si aprano nuove disuguaglianze e nuove esclusioni legate alla disparità di accesso alle nuove reti telematiche su cui, sempre più, viaggiano informazioni, servizi e opportunità. La domanda di un diritto alla sicurezza che è, certamente, sostegno al lavoro delle forze dell’ordine, repressione del crimine, tutela dell’ordine pubblico, ma che per essere efficacie deve partire dalla prevenzione, dalla lotta contro il disagio sociale e il degrado urbano, coinvolgendo nelle politiche attive parrocchie, associazioni, comitati di quartiere, amministrazioni locali.

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CONCLUSIONI

Conclusioni

Ho concluso. È evidente che questo progetto strategico si propone un obiettivo ambizioso: indicare un nuovo modello di sviluppo, basato sulla costruzione di un sistema metropolitano efficiente. Per questo, nessuna presunzione di autosufficienza. La giunta che presiedo è convinta di questa sfida, e sarà la protagonista di questa innovazione ogni giorno con le sue scelte. Ma questo progetto strategico non è proprietà dell’amministrazione che lo ha promosso: è un contributo che offriamo e che avrà successo quanto più saremo in grado di stimolare il coinvolgimento e il lavoro di tutta la comunità, a cominciare dai comuni della provincia, dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma. Quello che noi vogliamo fare è partire al più presto. E farlo con una serie di appuntamenti e di scelte che diano al percorso il carattere dell’operatività. Nel mese di gennaio partiranno i cinque tavoli di lavoro coordinati con ProvinciAttiva che avranno il compito di approfondire gli assi di indirizzo coniugando ciascun titolo a una serie di progetti concreti. Nello stesso mese partiranno gli incontri territoriali di approfondimento con i sindaci dei diversi quadranti.

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Abbiamo già in mente anche i primi appuntamenti “maggiori”. Nella seconda metà di febbraio convocheremo la prima conferenza tematica del Progetto Strategico che sarà dedicata all’approfondimento delle novità e delle opportunità offerte dall’approvazione del PTPG e dal Piano Casa. Infine, ad inizio marzo, organizzeremo la conferenza ambientale “Provincia di Kyoto 2” per rilanciare, nel quadro di una visione strategica, scelte e progetti sui temi della sostenibilità ambientale. Ho finito. Apriamo un confronto che si svolgerà nelle prossime settimane su un’idea forza e un indirizzo: i confini geografici di Roma non coincidono con i confini che si è data la vita. L’interdipendenza è totale, se ne sono accorti tutti: le imprese, il lavoro e le forze sociali. È tempo che se ne accorga la politica per darsi progetti e istituzioni all’altezza della sfida. Una sfida nella quale è giusto che si forgi e cresca una nuova classe dirigente che ci accompagni fuori da questa crisi. Credo che ci sia di che discutere e lavorare. Grazie ancora una volta a tutti.

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LE MAPPE

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Residenza di Ripetta ROMA 15 DICEMBRE 2009

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CAPITALE METROPOLITANA SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E COESIONE SOCIALE PER UN PROGETTO STRATEGICO DEL TERRITORIO PROVINCIALE

Relazione del Presidente della Provicia di Roma NICOLA ZINGARETTI

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LE MAPPE

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CAPITALE METROPOLITANA SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E COESIONE SOCIALE PER UN PROGETTO STRATEGICO DEL TERRITORIO PROVINCIALE

Relazione del Presidente della Provicia di Roma NICOLA ZINGARETTI

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LE MAPPE

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CAPITALE METROPOLITANA SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E COESIONE SOCIALE PER UN PROGETTO STRATEGICO DEL TERRITORIO PROVINCIALE

Relazione del Presidente della Provicia di Roma NICOLA ZINGARETTI

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LE MAPPE

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Relazione del Presidente della Provicia di Roma NICOLA ZINGARETTI

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NOTE

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FINITO DI STAMPARE NELL’ DICEMBRE 2009


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