EFFE Magazine

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EFFEmagazine Registrazione Tribunale di Napoli In attesa di registrazione VERA SRLS Via Nuova San Rocco 62 80131 Napoli www.effemag.com info@effemag.com EDITORE Federico Cozzi Direttore Responsabile Daniela Devecchi DISTRIBUZIONE Vera srls GRAFICA E IMPAGINAZIONE Carla Bevilacqua STAMPA PL Print CONCESSIONARIA PUBBLICITARIA


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EDITORIALE E

ffe magazine è un nuovo giornale di alta moda, definito in un senso generale e generico del termine, distribuito in 20 mila copie tra Napoli e provincia in punti selezionati e di grande fruizione quali bar, locali, centri wellness, hotel, librerie, musei, gallerie d’arte. Effe magazine sarà offerto gratuitamente in un formato accattivante ricco di colori vivaci e fantasie che sapranno affascinare lo spettatore e testi che riusciranno a entusiasmare il lettore. L’idea nasce con lo scopo non solo di illustrare l’arte e la moda in senso generico e generale del termine cosa che illustrerò più avanti, ma anche di spiegare gli antefatti che hanno fatto da cornice al contesto e alla creazione di una determinata opera. Detto in breve, sono convinta che il “curioso” non si interessi soltanto al prodotto finito, ma alle tematiche che lo hanno portato fino a noi, le motivazioni, le idee e la storia che si nasconde dietro di esso. In parole “spicciole”, un vestito ideato da uno stilista, l’ opera portata a termine da uno scultore, le motivazioni e la genialità che hanno spinto a tanto. Il lettore ha in un certo senso bisogno di sentire l’artista, stilista, architetto e così via, vicino a se stesso, alle proprie idee e problemi. Oltre a questo, uno degli scopi del magazine sarà quello di definire la parola lusso nel senso più spontaneo del termine, allo scopo di capire cosa spinge a creare un desiderio che, almeno in un primo momento, il bisogno non prevede. Tutto sarà possibile soltanto grazie a un attento studio degli usi, estetiche, consumi, immagini che hanno portato un modello a insinuarsi nel mondo occidentale. In altre parole tramite una ricerca etimologia filtrata da una riflessione estetica tra gli stili occidentali e orientali, culture vicine e lontane si inseguiranno e comprenderanno le motivazioni di uno stile che si è inserito nella nostra quotidianità. Detto più semplicemente basterà paragonare il gusto, la moda e le creazioni occidentali a una “tavola bianca” che assorbe ogni estetica proveniente dall’esterno: a chi non è capitato di vestire un abito o di apprezzare un’opera che si discosta completamente dal gusto e dalla storia italiana? Oggi le più alte creazioni sono molto più vicine a un modello americano o orientale che alla nostra origine… Che sia merito o demerito della globalizzazione, la ricerca copre un campo molto vasto.

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Effe magazine tratterà lo stile, le tendenze e la moda, ma non nella loro univocità: parlare di moda vuol dire toccare un universo molto vasto, addirittura sconfinato. A mò di esempio, noi tutti consideriamo la moda e le nuove tendenze come un qualcosa impostoci “dall’alto” dalle passerelle e dagli stilisti eppure, in senso profondo, non è affatto così: il nostro modo di uscire, comportarci, relazionarci e agire dipendono anche e soprattutto dalla nostra storia. Come per dire: siamo fatti in questo modo perché ci è stato impartito dagli antenati. Da aggiungere che parlare di tendenze, oltre che “del vestiario” vuol dire trattare anche la scultura, pittura, architettura, cinema, high tech, motori e così via. In altre parole: lo stile cambia in base agli usi, bisogni e costumi che si sono tramandati attraverso i secoli e la moda è parte integrante di un mondo sempre più esigente. Effettivamente ognuno veste, o sceglie il suo “oggetto” in base al personale modo di essere. Ogni persona, così come ogni cosa ha una propria univocità, in un certo senso “si scelgono” in base alla personale natura. Come per dire: dimmi come ti vesti, mostrami la tua auto, il tuo cellulare e saprò fare un quadro perfetto di come sei! Per comprendere al meglio il magazine suddivideremo le tematiche in tre rilevanti macro aree: 1) LA MODA: presente nel nostro giornale sotto forma di fotografie e storie, che rappresenta la forma più libera della sua espressione, come equilibrio fondamentale tra l’essere e l’apparire; 2) L’ARTE: Intesa come alto valore di comunicazione tra l’artista e il suo mondo, generalmente raffigurante dunque la sua epoca o parte di essa, partendo anche da forme che possono apparire accademiche o lontane da noi; 3) LA CULTURA: sicuramente tra tutte la macro area che sarà più presente in Effe, con interviste di autori, poeti, sport, inteso nella tematica culturale del tempo e della storia, recensioni di cinema e libri, fumetti, racconti eccetera. Tutti questi settori saranno sapientemente collegati tra loro da un filo conduttore quasi impercettibile, come a volere rappresentare la concatenazione forte e efficace tra tutti e tre. A partire dalla copertina, per poi passare alle figure e agli scritti, tutte e tre le parti sapranno confondersi e compenetrarsi tra loro in un in un unico importante legame. In questi numeri cercheremo di attirare l’attenzione dei nostri fruitori non solo con testi scritti, che spesso possono essere lunghi e noiosi, ma con immagini, con colori che saranno accesi e per questo vivi..

Mi verrebbe da aggiungere come la nostra prima copertina! Osservando bene i tinteggi infatti c’è una predilezione per il rosa e il viola, per sfumature curiose e particolari, per una forma astratta che ognuno può interpretare a modo proprio. Effe magazine si rivolgerà a ogni tipo di pubblico che sia esso “ricco” medio o povero, ma che magari potrà sognare le nuove e recenti tendenze della moda, intesa nel senso vasto del termine, giusto per restare aggiornato sulle nuove tendenze. Scopo del magazine è quello di presentare e reinventare uno stile che non si discosti dal passato ma che sia proiettato verso il futuro. E’ sicuramente una sfida guardare avanti anche se non sarà presentato il completo distacco dal mondo attuale o da quanto ci ha preceduto. Nostro obiettivo sarà quello di capire e prevedere.. Ovviamente coinvolgendo e trascinando chiunque ci segua… Buona lettura a tutti!

di Daniela Devecchi


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Indice 9 12 16 20 24 26 31 32 36

NAPOLI MODA DESIGN

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SPOSA 2017

FASHION GOLD PARTY

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TUTTO CIÒ CHE C’È DA SAPERE SUI DRINK CHE BEVIAMO VITIGNO ITALIA

BACCALÀRE

MODA DONNA

BALENCIAGA

ATTRAVERSO IL PERÙ

PASSIONE AVOCADO

GALAMELLA LA CULLA HI-TECH DI FORD

MOKASE

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PICASSO

LUSSO UOMO MEDITAZIONE E BENESSERE QUOTIDIANO BALLI CARAIBICI

VENERDÌ 13 VENERDÌ 17

KENZO


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Napoli si è vestita alla moda per la seconda edizione di Napoli Moda Design, evento che unisce l’arte e l’architettura alla bellezza. Da mercoledì 3 a domenica 14 maggio oltre cinquanta location, tra boutique e ritrovi esclusivi hanno partecipato alla manifestazione ideata dall’architetto Maurizio Martiniello con un tema diverso dallo scorso anno: “Luxury Ideas”. E così Chiaia District si è trasformata, grazie anche a numerosi e prestigiosi sponsor in un quartiere simbolo di eleganza. Da Via Morelli a Via Chiaia, da Piazza dei Martiri a Via Filangieri: la zona più elegante e ricca di Napoli protagonista della seconda edizione di Napoli Moda Design. E così che il 3 maggio a Villa Pignatelli si è tenuta l’inaugurazione, con centinaia di ospiti in 'red dress code’. Madrina d’eccezione Simona Ventura, che ha accettato volentieri l’invito di Martiniello.

NAPOLI MODA DESIGN

DODICI GIORNI DI EVENTI ALL’INSEGNA DEL BUON GUSTO

Tantissimi gli ospiti ed i premi conferiti. L’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele ha consegnato il Premio speciale “Totò L’eleganza del genio” ad Elena Anticoli de Curtis, una applauditissima Simona Ventura in elegante abito rosso, madrina della manifestazione, è stata premiata da Veronica Maya; Giulia Molteni, in rappresentanza del grande marchio italiano di design è stata premiata dall’architetto Martiniello; il Direttore Creativo di Monnalisa Barbara Bertocci, è stata premiata da Viviana Falace, direttore ViMagazine Kids; Giovanni De Maio, erede dello storico brand Ceramiche Francesco De Maio è stato premiato dal professor Lorenzo Capobianco, mentre il premio al brand Gessi rubinetteria è stato ritirato da Federico Urgo, area manager Campania, e Annalisa Errico, coordinatrice di eventi.

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Tra gli ospiti anche l’attrice e modella Maria Mazza, la cantante e attrice Anna Capasso ed il cantante e attore Sal Da Vinci. L’evento è stato animato da Radio Montecarlo, radio ufficiale di Napoli Moda Design, con il dj set di Melanie Estella, vocalist e dj molto nota nel circuito dei club. Tante le installazioni di moda e di design con cui sono state allestite le sale di Villa Pignatelli e che hanno reso la serata un esclusivo percorso nelle eccellenze dei brand italiani ed internazionali: dal colonnato illuminato in rosso con giochi di luce ai grandi manichini di oltre 2 metri vestiti Roberta Bacarelli, gli spazi firmati Damiani, MontBlanc, Molteni, Ammirati, Le Ceramiche Vesuviane, Gessi, Marazzi, Francesco de Maio, gli accessori Kilesa e DeiMille e la capsule collection degli allievi del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale della Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.


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Installazioni di moda e giochi di luce hanno fatto da protagonisti in una serata all’insegna della bellezza, in una straordinaria e suggestiva location. Luxury Ideas si è qualificato come un percorso attraverso il quale è stato analizzato il lusso inteso come eleganza, educazione al gusto per il bello e per l’arte, in tutte le sue sfumature. Nelle strade 'cuore' della manifestazione, quali Via Morelli, Piazza dei Martiri, via Calabritto, via Santa Caterina, via Chiaia, via Filangieri, via dei Mille, le più prestigiose boutique hanno ospitato opere di design in linea con lo standard e il concept dei negozi. In una città, da sempre esempio di buon gusto, un evento unico che ha saputo fondere la moda con l’architettura. di Alessia Giannino

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SPOSA 2017

Il matrimonio, cari amici uomini, si sa.. è una festa tutta al femminile!

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Per quanto possiate anche voi dire “SI”, ammettiamolo..è sempre la sposa a stare al centro dell’attenzione. Soprattutto il suo abito, quello che la renderà una vera regina durante la cerimonia. Proprio per questo è importante scegliere, non solo quello giusto, adatto alla propria forma fisica, ma anche quello più alla moda e al passo coi tempi. Noi vi daremo qualche consiglio proprio sulla scelta dell’abito perfetto per questa stagione estiva e perché no, per il prossimo autunno.

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Tailluer da donna: dimenticate il classico abito principesco e date un’occhiata alle collezioni di Atelier Emé e Giorgio Armani. W la comodità anche nel nostro giorno più importante: tessuti morbidi, giacche e soprattutto pantaloni! Immancabile però il tacco a spillo.

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Regola numero uno: abito in pizzo. La stoffa rigida ma allo stesso tempo delicata del macramé si adatta ad ogni fisicità. Gli abiti in pizzo sono semplici, soprattutto se il modello è a sirena, e allo stesso tempo raffinati. Non c’è sposa che non possa indossarne uno. Tra i più belli di questa stagione troviamo quelli di Pronovias e di Marisa. Veletta: non sempre alle spose odierne piace sostituire il classico velo con uno più corto, che richiama un po’ lo stile delle nostre nonne, eppure quest’anno la veletta è molto cool, soprattutto perché in stile rivisitatissimo. Le più particolari le trovate da Yolan Cris.

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di Maria De Luca


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FASHION

GOLD

PARTY Lo scorso 21 aprile si è tenuta a Pozzuoli, nella suggestiva Villa di Livia, la terza edizione del Fashion Gold Party, evento ideato ed organizzato da Alfonso Somma, patron di Moda Gold, agenzia che si occupa di moda, spettacolo e cinema. Una kermesse che ha unito l'informazione con la moda, il fashion con la musica e le auto di lusso di Luxury Cars and Yachts, auto, yacht e barche per eventi speciali e per ogni tipo di occasione. Con la conduzione di Francesca Scognamiglio, giornalista e conduttrice, conosciuta soprattutto per la trasmissione Torto o Ragione?, la serata ha visto la presenza di tantissimi protagonisti, non solo della moda, ma anche del piccolo schermo. Tantissimi gli ospiti da modelle a fashion blogger, da fotografi ad attori hanno animato la serata. Durante quest’ultima sono stati premiati alcuni noti volti dello spettacolo e della moda: Ciro Giustiniani, cabarettista di forte presenza scenica, monologhista, comico di punta di Made in Sud ed ora anche scrittore con il libro Per mia mamma sorridere era italiano; Ilaria Iannuzzi, giovane attrice, in questo momento impegnata nel ruolo di Gabriella Scianna ne L'onore e il rispetto- Ultimo capitolo; Lorenzo Sarcinelli, simpatico e verace, uno degli attori più amati e ammirati di Un posto al sole, nel ruolo di Patrizio Giordano; Paola Mercurio, fisico mozzafiato, fascino prorompente, modella, show girl, conduttrice televisiva, presentatrice di eventi, per la sua prestigiosa carriera soprattutto nel campo della moda grazie alla sua esplosiva sensualità, al suo portamento e al suo modo, originale, di far vivere un abito; Rosario Porzio, scopritore di talenti e attento osservatore delle mode e delle tendenze, per il suo innegabile fiuto a trovare i nuovi volti del cinema, per la sua professionalità e la sua capacità di istruire bene i futuri protagonisti dello star system televisivo e cinematografico.

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Durante l’evento oltre alle premiazioni, ci sono state anche sfilate di moda. Giovanna Panico ha aperto la serata, con la sua collezione Menade e con i kafkani che hanno fatto da protagonisti. Sono seguite le sfilate di Montoro Abbigliamento e di Gai Mattiolo, con Emanuela Tittocchia, testimonial d’eccezione, attrice di Cento Vetrine ed opinionista televisiva. Amoroso Pellicceria ha presentato la sua collezione inverno 2017, con pellicce particolarmente colorate, infatti il nome della collezione non a caso era proprio Colours. Infine i modelli hanno sfilato con i meravigliosi abiti da sposa di Veronica Guerra. Il visagista Giacomo Alberto durante la serata ha dato prova delle sue eccezionali doti ed ha truccato in diretta una modella, dedicando la sua performance a tutte le spose romantiche. Oltre a stilisti, modelli e attori, anche momenti musicali con due artisti dal grande talento e da un’evidente bravura: Federica Raimo e Valentino Prato, che con le loro voci si stanno affermando a livello internazionale e che hanno allietato i presenti con le loro canzoni.


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Una serata straordinaria e piena di personaggi: tra questi anche la giornalista e scrittrice Annamaria Ghedina, che ha presentato il suo ultimo libro fresco di stampa Guida ai fantasmi d’Italia, le attrici Ilaria Iannuzzi e Olga Shutieva de L’onore e il rispetto, lo stilista Antonio Giordano con il suo nuovo brand d’abbigliamento, Raffaella Di Caprio protagonista di Furore 2, il vignettista Gennaro Lillo, Antonio Ciccone di Gomorra, i fashion blogger Armando Sanchez e Alessio Mattarese, tantissimi fotografi e giornalisti. Un evento che ha congiunto la moda e lo spettacolo, la televisione e la cultura. Tantissime emozioni in un’incantevole location. di Maria De Luca

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RISTORANTE - PIZZERIA Dal 1944 arte culinaria e di manicaretti.

Questo è “Pruneto 1944” Ristorante - Pizzeria, tra i più famori della collina di Posillipo Discesa Coroglio, 1017102 Napoli 081 186 76967

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MODA DONNA Tutte le borse per la prossima stagione

La borsa, si sa, è l’accessorio cult per le donne: borse a sacco, a tracolla, a spalla… chi più ne ha più ne metta. Ed ogni anno, nuovi stilisti e nuove collezioni lanciano sulle passerelle modelli sempre nuovi..per nostra fortuna…! Un po’ meno contento però sarà il nostro conto in banca, perché per riempire l’armadio con le ultime novità serviranno davvero parecchi soldini! Sono state tantissime le news in fatto di accessori sulle ultime passerelle della moda e noi non ce le siamo fatte scappare. Ma non preoccupiamoci troppo…al prossimo autunno manca ancora qualche mese e abbiamo tutto il tempo di mettere da parte qualche risparmio, in modo da non perderci le bellissime creazioni di cui stiamo parlando. Mini purses, borse maxi e bordi di pelliccia sono i must have per la prossima stagione. Tra le più particolari troviamo la mini purse in vernice di Valentino, piccola, quadrata e compatta, con catena in oro e laccata in vernice color carta da zucchero. Più semplice la versione in pelle e borchiata.

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Entrambe da sfoggiare il prossimo inverno, la prima per la sera, la seconda, più comoda, per il giorno, magari accompagnata da una borsa maxi. E’ molto chic infatti abbinare entrambe le borse, per questo vi consigliamo di dare un’occhiata ai bauli in pelle di Sacai, anche questi borchiati. Pelliccia su tutti i fronti per Nina Ricci e Pascal Millet. La prima ton sur ton, il secondo a fantasia geometrica. Maxi, ma veramente super maxi le borse di Céline e Balenciaga. A spalla entrambe, ma con tocchi di classe leggermente diversi tra loro: Céline sceglie una linea morbida, in pelle, con cuciture quasi invisibili, sui toni minimal del bianco, del nero e del caramello, che sembrano quasi seguire la linea del corpo. Più esuberanti invece i modelli di Balenciaga: vere e proprie shopping bag dai colori forti e dalle forme grossolane e indiscrete. Anche a fantasia. Secchi e secchielli intramontabili per Paco Rabanne. Psichedeliche invece quelle di Manish Arora con stelle comete, navicelle spaziali e pianeti fluttuanti. di Maria De Luca

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BA L E N C I AG A C O P I A I K E A UNA SHOPPER DAL VALORE DI

1700 EURO

Due borse molto simili, ma dal valore diverso. Una è Frakta, la shopper del colosso svedese Ikea, dal valore di 0,60 centesimi, l’altra è una borsa Balenciaga che costa 1700 euro. Due borse uguali, con doppio manico per portarla sia a mano che in spalla, colore azzurro elettrico. Non è Ikea che copia Balenciaga, bensì il contrario. Il designer Demna Gvsalia, direttore creativo della maison da poco più di un anno, si ritiene un esperto nel cogliere le icone popolari, cercando di portare nel lusso la cultura pop. Una provocazione bella e buona, quella che questa volta ha lanciato. E così che la shopper Ikea, diventa un modello da copiare per l’alta moda. Il paradosso del lusso. Ma questa non è la prima volta che la famosa shopper svedese viene copiata. Qualche anno fa, infatti Adriana Valdez Young ha reinterpretato la famosa shopper, utilizzandola per creare vestiti. L’ha definita “un’icona di stile della nostra vita globalizzata e dell’eccessivo consumismo nel quale siamo coinvolti”. Gvasalia, diversamente ne riprende solo lo stile e il design, utilizzando materiale diverso per la realizzazione dell’oggetto, quale la real pelle. Ovviamente ci sono anche altre differenze come un marchio dorato che appare al posto della scritta Ikea. La risposta del gigante dell’arredamento non poteva mancare: “Di Frakta ce n’è una sola e come lei non c’è nessuna”. In un post spiega come riconoscere la shopper originale. Ecco le istruzioni: 1) Scuotetela: se sentite un grande fruscio allora è la nostra. 2) Multifunzionale: può trasportare l’attrezzatura da hockey, mattoni e anche acqua. 3) Sporcatela: una vera borsa Frakta può essere risciacquata facilmente con un tubo da giardino quando è sporca. 4) Chiudetela: siete in grado di ripiegarla fino alla grandezza di un portafoglio? Se la risposta è si, congratulazioni 5) Guardateci dentro: sull’originale c’è scritto “Ikea” 6) Il prezzo: costa solo 0,99 dollari di Alessia Giannino

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Così Ikea ribadisce l’originalità della sua shopper. Ma qual è quella che realmente vale di più?

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ATTRAV E RS O I L P E RÙ

VI AG G I O I N A M E R I CA L ATI NA Situato sulla costa occidentale dell’America del Sud, completamente affacciato sull’Oceano Pacifico, il Perù è uno dei paesi più indiscreti del mondo, ricco di storia, cultura e gastronomia che si fanno largo sul panorama dell’intero globo. Senza neanche la necessità di sgomitare troppo per mettersi in vista, il Perù si prende prepotente una vasta fetta di turismo mondiale ogni anno, e noi vi diciamo il perché.

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Culla millenaria della civiltà degli Incas, questo

Tra le varie città ricche di architettura

paese risplende ancora oggi della bellezza e

millenaria, la più importante è Machu

della tradizione di queste antiche comunità

Picchu, tra i luoghi sacri Inca più importanti

native. Quando si attraversa il Perù si respira

al mondo, nominata tra le Sette Meraviglie

un’atmosfera antica, intrisa di vecchi racconti

del Mondo Antico. Il nome significa Vecchia

e vecchie storie, come un salto all’indietro nel

Montagna, in riferimento al posto in cui è

tempo.

arroccata la città, con tutte le sue costruzioni quasi completamente intatte che sembrano

Queste civiltà hanno vissuto per anni le

appoggiate tra le rocce.

selvagge terre di questo paese dominandolo senza però distruggerle o minimamente

Imperdibile è l’escursione sul fiume in kayak:

alterarle, nutrendosi solo dei frutti della terra

un toccasana per chi ama l’adrenalina e

e abbellendole, dove la natura lo ha reso

l’avventura allo stato puro.

possibile, con costruzioni intatte ancora oggi, in

Impressionanti sono invece le spedizione sulle

omaggio alla loro irripetibile forza culturale.

Ande, ad altezze incredibili e con la neve che

Il Perù è un territorio diverso dagli altri e questo

scende anche in piena estate.

si percepisce subito, senza bisogno di tante

Irrinunciabile è infine un tour gastronomico:

pretese.

anche la cultura culinaria è intrisa di tradizione.

Grazie alle diverse zone climatiche, il Perù

I loro sapori classici sono per noi moderni e ricchi di novità.

contiene una vastità di paesaggi: dalle spiagge del Pacifico, alle Ande silenziose e aride, alla

Un mix di gusti dolci, salati e acidi insieme vi sorprenderà. Frutti e aromi, spezie e erbe sono al centro di ogni piatto ed ogni palato troverà il sapore adatto.

foresta pluviale intorno al Rio delle Amazzoni. Tanti e tutti diversi sono quindi anche i posti da visitare e le escursioni da fare: si possono seguire diversi percorsi tematici, come il Perù antico e architettonico o il Perù incontaminato dei fiumi, così come il Perù moderno e attuale vissuto dalle civiltà contemporanee, sempre in linea con la propria e intima tradizione.

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UN INTRIGO DI STORIA, SAPORI E CULTURA MILLENARIA VI ASPETTANO, INSIEME AD UNA POPOLAZIONE ACCOGLIENTE E INVEROSIMILE. TUTTO QUESTO È IL PERÙ, UN VIAGGIO DIVERSO DAGLI ALTRI.

di Benedetta Cozzi

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PASSION E AVOCA DO FOOD W ELLN ES

L’avocado è il frutto carnoso di una pianta tropicale dal colore particolarmente vivace. Grazie al suo verde acceso rinfresca già alla vista qualsiasi piatto, e soprattutto è uno dei cibi più salutari entrato già da qualche anno nel cuore degli italiani e non solo.

Per l’avocado è scoppiata una vera e propria passione, tanto è vero che ad Amsterdam, capitale dell’Olanda, è stato da poco aperto uno store completamente dedicato al frutto guatemalese: in questo bar, The Avocado Show, la persea americana - questo il suo nome originale - la fa da protagonista, essendo l’unico ingrediente alla base di ogni menù!

Attenzione però: è un frutto molto calorico, a differenza di ciò che si possa credere, quindi è indicato soprattutto per le diete ipercaloriche, grazie alle sue sostanze rigeneranti. Ottimo nei frullati detox, da bere subito dopo l’attività fisica. di Maria De Luca

Per nostra fortuna non abbiamo bisogno di volare fino ai Paesi Bassi: l’avocado è ormai sulle tavole di tutti ed è diventato un frutto facilmente reperibile, anche al supermercato. Le ricette da realizzare sono infinite: dolci, insalate, macedonie di frutta e addirittura condimenti per la pasta. Ma cosa rende l’avocado così coinvolgente? Le sue proprietà benefiche sono davvero tante, infatti viene usato anche alla base di molti prodotti di bellezza. E’ indicato per la protezione da raggi UV, e il suo olio è ottimo per rigenerare la pelle, grazie alle sue particolari proprietà nutritive. E’ un prodotto ricco di betacarotene e comprende il triplo del potassio contenuto nelle banane.

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LA CR EM A SPA LM A BI LE NA POLETA NA

SEN Z A OLIO DI PA LM A

Qualche anno fa e precisamente nel 2014, Dario Meo ha lanciato un nuovo marchio di crema spalmabile: Galamella. La qualità delle creme è eccezionale, in quanto sono fatte con il 43% di nocciole campane, cacao puro e olio extravergine d’oliva, senza aggiunta di conservanti o aromi artificiali. Tutto naturale, come una crema fatta in casa. Ed infatti le prime prove Dario Meo le ha fatte proprio in casa sua. Pian Piano le creme sono entrate anche nelle case degli italiani e ad oggi sono otto i gusti che possiamo trovare sul mercato: la classica fatta con le nocciole, quella di arachidi, la bianca, quella a pistacchio, qualla a mandorle, quella con le noccioline, la fondente e infine quella vegana. Ce n’è davvero per tutti i gusti, una grande varietà per accontentare tutti i palati. Dario Meo, il creatore della Galamella, ha sempre avuto un rapporto positivo ed ottimistico con il cibo e dopo una lunga esperienza all’interno del mondo gastronomico, ha voluto trasmettere la sua filosofia ed il suo amore per il buon cibo. Lo abbiamo incontrato nel suo store a Via Monteoliveto per chiedergli in che modo è nata Galamella e quali sono i progetti futuri.

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COM’È NATA LA GA LA M ELLA? «Io sono nato e cresciuto con “quella”, io la chiamo l’Innominabile, non la sentirai mai nominata da me, in nessun posto. Ad un certo punto, visto che già lavoravo nel food, mi sono reso conto che mancava un prodotto di qualità per sostituire “quella”. Mi sono detto ma perché devo dare questo alimento che non è sano a me e ai miei bambini. Quindi ho cominciato a fare le prime prove, a casa con il bimby, cercando di prendere spunto da quell’etichetta, sostituire i prodotti e fare un prodotto similare. Già dalle prime prove col bimby ho inserito prodotti di qualità all’interno, quindi nocciole, e ho tolto prodotti che già all’epoca, non per moda ma per credo, pensavo che non fossero idonei, ossia l’olio di palma, che ho sostituito con l’olio extravergine d’oliva. È nato tutto per gioco, volendo creare qualcosa di mio ed è nata così Galamella. Poi ho cercato i macchinari più idonei per fare questo tipo di prodotto, e ho messo su un laboratorio per ora con altre forze, ma sempre piccolino, come una pasticceria e non come una grande realtà. Siamo andati alle prime fiere e dopo quella a Salerno è partita l’onda mediatica sul prodotto. Da un piccolo articolo di un reporter di zona, la notizia venne presa da Il Mattino, la Repubblica e comincirono a definirla “quella” napoletana. Chiaramente un motivo d’orgoglio, essere paragonati a un colosso italiano di quelle dimensioni. Già all’epoca, risultato o non risultato, ho pensato di avercela fatta. Per me quello già era un risultato. In due anni e mezzo c’è stato tutto un percorso che ci ha portati a creare altri gusti. Oltre alla classica, in due anni sono nati 7 gusti nuovi, cercando un po’ di toglierci anche l’etichetta di quelli che volevano imitare solo “quella”, ma di dare anche qualcosa di nostro. Tutti i prodotti con a base frutta secca sono provenienti dal sud Italia, fatta eccezione dell’arachide che compriamo in paesi del Nord Africa, solo perché in Italia non c’è. Conosciamo i produttori dai quali acquistiamo i prodotti e la filiera è molto molto corta. Siamo arrivati oggi ad un percorso che è un po’ diverso, perché abbiamo creato anche il nostro store che è l’emporio Galamella. Si è scelto di vendere anche direttamente il prodotto online o attraverso il nostro punto vendita.»

QUINDI NON È PIÙ POSSIBILE ACQUISTARE IN ALTRI PUNTI VENDITA? «Diciamo che noi non lo vietiamo, se ci arrivano delle richieste, noi comunque serviamo chi ci richiede il prodotto, però non siamo noi a cercarli. Chiaramente al momento stiamo coprendo Napoli centro. Se da altri quartieri di Napoli arrivano le richieste non ci sono problemi, e ancor di più in provincia e in altre città d’Italia, perché non abbiamo né la capacità, né la forza di aprire tutti i nostri punti vendita, almeno in questa fase. È tutto un percorso di crescita, perché è nato tutto da un intuizione. È un’idea felice che stiamo sviluppando nelle nostre possibilità.»


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Ho notato che ci sono le creme con le etichette personalizzate «Questa è un intuizione molto molto felice, perché oggi noi vogliamo essere protagonisti un po’ in tutto, per cui vogliamo far diventare protagonista il nostro cliente amico. Personalizzando le etichette, che sia una festa di laurea, un compleanno, un avanzamento di carriera o un anniversario. Mentre qualcun altro si è limitato a mettere il nome, noi andiamo oltre, perché possiamo mettere la fotografia o la frase a scelta. Il fatto di fare tutto in casa e di essere molto molto piccoli ci facilita. Il progetto “personalizzazione” sta andando anche molto bene, per ciò che concerne i turisti a Napoli: abbiamo fatto una serie di cartoline di Napoli e il turista porta via non solo il prodotto napoletano ma anche la cartolina di Napoli. Abbiamo vari monumenti di Napoli, Capri, Pompei …»

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QUINDI VA BEN E AN CH E A L I VEL L O TURI S TI CO ? «Molto, ci sono molte guide che vengono direttamente in loco per far assaggiare il prodotto e assaggiandolo, ovviamente, si cade. L’assaggio ti trasmette il pensiero di volere quel prodotto a casa tua.»

I L P ERC O RS O DE G USTA Z I ONE È S TAT O P E NSATO DA L E I ? «Si, partiamo dalla crema classica per una questione di storia, perchè per discorso di sapori e delicatezza si dovrebbe partire dalla mandorla. Al momento sono otto tappe, ma una è variabile perché non sempre la facciamo assaggiare, ossia la Vegana. È l’unica che non contiene latte, infatti è stata pensata non solo per accontentare il pubblico dei vegani, ma anche per gli intolleranti al lattosio. In laboratorio potremmo avere contaminazione aerea, abbiamo preferito farla vegana. Quindi a seconda dell’intolleranza puoi decidere se consumarla o meno. » Dario Meo ha tanti progetti per il futuro di Galamella, infatti a breve sulle pagine Facebook, sia Galamella che Emporio Galamella, partirà un gioco per indovinare due gusti nuovi che usciranno prestissimo. L’obiettivo è quello di andare avanti, senza fermarsi. di Alessia Giannino

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LA CULLA

HI-TECH

di Ford simula il giro in auto Un’idea rivoluzionaria, quella di un lettino che ricrea le stesse condizioni di movimento, luci e suoni di un auto. Infatti, quasi sempre i bambini piccoli quando viaggiano si addormentano. Un metodo efficace per tutti i genitori che trascorrono notti insonni alle prese con i pianti del figlio. Le case automobilistiche, dopo essersi accorti del potere delle auto hanno pensato ad una culletta che simuli in casa il dondolio dell’auto comandata a distanza da uno smartphone. Renault e Dacia, in collaborazione con Chicco, qualche tempo fa hanno presentato la basetta per culla, che da subito ha riscosso grande successo. Ora anche la Ford lancia la sua idea, molto più raffinata e hi-tech, infatti a differenza di quella ideata da Renault, che si utilizza poggiando la navicella del trio sul dispositivo e ricrea il movimento dell’auto, quella Ford è un vero e proprio lettino che oltre ad oscillare come quando si è in viaggio, è dotata anche di un sistema di illuminazione che ricrea le stesse luci dei lampioni e delle strade di città ed un sistema di suono identico a quello che produce un’auto. Ford ha pensato a questo tipo di soluzione, in seguito ad una ricerca fatta del 2013, attraverso la quale era emerso che i neogeniori riescono a dormire 5 ore scarse a notte, perdendo circa 44 giorni di sonno durante il primo anno di vita del bambino. Quale poteva essere la soluzione in grado di aiutare i genitori a dormire e recuperare sonno? La soluzione di Ford era davvero davanti agli occhi, infatti la maggior parte dei bambini crolla in un sonno profondo appena li si mette in auto. Da ciò n’è derivata l’idea. Max Motor Dreams è un gioiello tecnologico progettato per Ford Spagna dall’agenzia GTB del gruppo WPP, in collaborazione con Ogilvy and Mather. Sembra una semplice culla dal design impeccabile, ed invece essa ha un’anima tecnologica. I genitori attraverso lo smartphone possono registrare movimenti, suoni e luci di un viaggio e trasmetterli, poi, alla culla hi-tech.

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“Dopo molti anni trascorsi ad ascoltare i genitori dei neonati, ci siamo resi conto che la maggior parte di loro darebbero qualsiasi cosa per una buona (e intera) notte di sonno. Ma mentre un giro in auto può far addormentare il piccolo di casa, i poveri genitori sono costretti a continuare a essere svegli per rimanere vigili al volante. Max Motor Dreams potrebbe migliorare, davvero, la vita quotidiana di molte persone”. Queste le parole di Alejandro López Bravo, designer di Max Motor Dreams, dello studio creativo Espada y Santa Cruz. Per ora, Max Motor Dreams è solo un progetto pilota. Ma dopo le tantissime richieste, la società sta pensando alla produzione su larga scala della tecnologica culla. di Alessia Giannino


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MOK AS E

IL CAFF È I N U NA COVE R! 38


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L’IDEA NON POTEVA CHE ESSERE ITALIANA, QUELLA DELLA COVER CHE FA IL CAFFÈ

L’idea non poteva che essere italiana, quella della cover che fa il caffè. Mokase è l’idea rivoluzionaria di due italiani, che hanno pensato bene di creare una cover che somigli alle altre, ma che al suo interno abbia una cialda con del caffè liquido. Ovviamente ci sarà anche un’app, attraverso la quale sarà possibile “ordinare” il caffè. In questo modo una batteria all’interno della cover riscalda la bevanda in pochi secondi e la fa uscire tramite una serie di piccoli tubi resistenti al calore. Il caffè po’ essere versato all’interno di una tazzina proprietaria che grazie ad un sistema richiudibile può occupare pochissimo spazio e può essere attaccata ad un portachiavi. La custodia, inoltre, contiene anche una batteria litio-metallo che garantisce il funzionamento di tutto il meccanismo interno, comprensivo di USB. La società che ha realizzato Mokase è di Napoli, città simbolo del buon caffè, dove quest’ultimo non è una semplice bevanda, ma una vera e propria istituzione. Ci saranno, inoltre, tre tipi di cialde: classico, tostato ed arabica, in modo che si possa scegliere quella preferita. Mokase è arrivata su Kickstarter, il famoso sito web di finanziamenti collettivi per progetti creativi e al momento sta cercando fondi. Sicuramente per avere una cover così innovativa ci vorranno un po’ più dei soliti 10 euro. Il prezzo totale comprensivo di cialde sarà di 80 euro. La Mokase sarà disponibile per diversi dispositivi quali iPhone 6/6s/7/7 Plus, Samsung Galaxy S6/S6 Edge/ S6 Edge+/S7/S7 Edge/ S8/ S8 Plus, Huawei P8/P9/P9 Plus/P10/ P10 Plus e LG G5. Se la campagna Kickstarter andrà in porto, saranno circa 11.500 le Mokase prodotte al mese, con le prime consegne che avverranno entro settembre. Il traguardo è di 75.000 euro, ma c’è ancora un po’ di tempo prima che questo sogno diventi realtà. di Alessia Giannino

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T UT T O C IÒ C H E C’È DA SAPERE SUI DRINK CHE BEVIAMO

Quando ordinate un Cosmopolitan, magari perché avete guardato Sarah Jessica Parker tenere in mano quelle coppette dal contenuto tutto rosa in Sex And The City per tutta una vita, sapete cosa c’è dentro? Vi siete mai chiesti cosa contiene un Japanese Iced Tea? Entrambi sono cocktail dal sapore fresco, estivo e fruttato e molto spesso beviamo senza essere a conoscenza di quello che contengono. Oggi vi sveliamo i segreti di questi buonissimi drink e vi diamo qualche suggerimento su come creare quello perfetto, con gli ingredienti giusti, scelti da voi! Nonostante l’aspetto rosa e delicato, il Cosmopolitan, ad esempio, contiene Cointreau, un liquore triple sec, da 40 volumi. Mica poco per un drink così chic e femminile, non trovate? Il Japanese Iced Tea: anche questo cocktail sembra molto leggero, soprattutto perché il nome richiama semplicemente ad un tè freddo. In realtà contiene ben quattro liquori diversi, tra cui il Gin, un distillato chiaro che conta circa 45 volumi. Il nostro consiglio è di ordinare un cocktail più leggero, soprattutto in tempi più caldi e non affidarsi sempre alla carta del barman. I drink ideali in estate sono quelli a base di frutta, accompagnati da liquori meno forti e dal sapore più fresco, come le Vodka fruttate. Tra gli ingredienti vi consigliamo lo zenzero, un antiossidante naturale, dal sapore piccante, che insieme ai mix di frutta crea un sapore davvero unico. Via libera anche a menta e sedano, per un sapore delicato e sicuramente ideale per le calde giornate estive. di Maria De Luca

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VITIGNO I TA L I A


LA

K E RME SSE

NAP OLETA NA DEDI CATA AL VINO


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Nella stupenda location di Castel dell’Ovo il 21, 22 e 23 maggio si è tenuta la XIII edizione del Salone dei Vini e dei territori vitivinicoli italiani. Tutti gli amanti del vino hanno potuto partecipare ad un evento unico, che negli ultimi anni ha registrato più di 10.000 visitatori. 200 aziende vitivinicole provenienti da Nord a Sud dello Stivale, con un occhio particolare per la Campania e 1.000 etichette per un evento all’insegna del gusto e di sapori che solo il vino può darti. Un percorso sensoriale attraverso i mille sapori del vino e attraverso quelli che sono le migliori aziende vinicole d’Italia. Banchi d’assaggio, interessanti workshop e seminari hanno dato vita alla XIII edizione di VitignoItalia. Vitigno Italia nasce nel 2005 a Napoli, come il primo salone nazionale dedicato ai vini e da subito ha conquistato una posizione di tutto rispetto nel panorama delle fiere vinicole italiane. Oggi esso rappresenta il secondo appuntamento dopo il Vinitaly di Verona, non tanto per la quantità, quanto per la qualità degli espositori e degli eventi ad esso collegati. È infatti un punto di riferimento dell’intero Centro-Sud per numeri, importanza di contenuti tecnico-scientifici, vocazione al business e affluenza del pubblico. Dopo aver scelto per parecchie edizioni la Mostra d’Oltremare, da qualche anno la scelta di location si è spostata verso il Castel dell’Ovo, dal quale le emozioni sono sicuramente più forti ed intense, dato il fascino e la vista sul golfo che sono senza paragoni. Nella stupenda location di Castel dell’Ovo il 21, 22 e 23 maggio si è tenuta la XIII edizione del Salone dei Vini e dei territori vitivinicoli italiani. Tutti gli amanti del vino hanno potuto partecipare ad un evento unico, che negli ultimi anni ha registrato più di 10.000 visitatori.

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200 aziende vitivinicole provenienti da Nord a Sud dello Stivale, con un occhio particolare per la Campania e 1.000 etichette per un evento all’insegna del gusto e di sapori che solo il vino può darti. Un percorso sensoriale attraverso i mille sapori del vino e attraverso quelli che sono le migliori aziende vinicole d’Italia. Banchi d’assaggio, interessanti workshop e seminari hanno dato vita alla XIII edizione di VitignoItalia. Vitigno Italia nasce nel 2005 a Napoli, come il primo salone nazionale dedicato ai vini e da subito ha conquistato una posizione di tutto rispetto nel panorama delle fiere vinicole italiane. Oggi esso rappresenta il secondo appuntamento dopo il Vinitaly di Verona, non tanto per la quantità, quanto per la qualità degli espositori e degli eventi ad esso collegati. È infatti un punto di riferimento dell’intero Centro-Sud per numeri, importanza di contenuti tecnico-scientifici, vocazione al business e affluenza del pubblico. Dopo aver scelto per parecchie edizioni la Mostra d’Oltremare, da qualche anno la scelta di location si è spostata verso il Castel dell’Ovo, dal quale le emozioni sono sicuramente più forti ed intense, dato il fascino e la vista sul golfo che sono senza paragoni.

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“Un challenge molto interessante – ha commentato Daniele Cernilli, presidente di giuria – con una giuria variegata, ma che non ha faticato a trovare un linguaggio comune. Il successo delle etichette campane testimonia della crescita di questa regione che ormai da tempo si è attestata tra quelle in grado di esprimere una qualità e una varietà di assoluto valore”. Durante i tre giorni di VitignoItalia, inoltre, è stato possibile degustare anche una serie di formaggi, prodotti caseari e diversi tipi di pane. Una kermesse enologica in piena regola che anche quest’anno ha suscitato l’interesse di cittadini e turisti, riscuotendo enorme successo.

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Una delle novità di questa edizione è stata rappresentata dal premio enologico Vitignoitalia, un concorso aperto a tutte le aziende che hanno aderito alla kermesse partenopea. Con la collaborazione di Luciano Pignataro Wine Blog e Doctorwine si è perciò svolto il “Napoli Wine Challange”. Una prima fase di assaggi si è tenuta dall’8 al 13 maggio da una giuria di esperti, presieduta da Daniele Cernilli, giornalista enogastronomico e con la partecipazione di Chiara Giannotti, Chiara Giorleo, Adele Elisabetta Granieri, Wanda Mann (giornalista statunitense) e Patrick Low (buyer di Singapore). Le categorie in concorso erano cinque: vini rossi, bianchi, rosati, spumanti e dolci e quattro erano i campioni che ogni azienda poteva sottoporre al giudizio della giuria. I vini finalisti sono stati poi riassaggiati nel corso di una seduta pubblica trasmessa in streaming. Domenica sono stati assegnati i premi di questa prima edizione del contest. A trionfare sono stati i vini campani: per la categoria “Spumanti” è stato premiato il Caprettone della casa vinicola Setaro; per i bianchi ex aequo tra la Falanghina Benevento IGP 2016 di Castelle e il Campania Fiano IGP 2014 Oi Nì dell'azienda agricola Eduardo Scuotto. Tra i rosati netta affermazione di Piedirosè, Pompeiano Rosato IGP 2016 della cantina Iovine. Molto dura la lotta tra i rossi dove a spuntarla è stato il Taurasi 2008 di Calafè, mentre il primo gradino del podio dei vini da dessert è stato conquistato, con un punteggio medio che ha sfiorato i 92/100, dalla Falanghina passita di Castelle. di Alessia Giannino


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B ACCA LÀ R E

GRANDE SUCCESSO SUL LUNGOMARE DI NAPOLI di Alessia Giannino

Da giovedì 18 a domenica 21 maggio si è svolto sul Lungomare Caracciolo la prima edizione dell’evento dedicato al pesce, ed in particolar modo al Baccalà. BaccalàRe street event ha dato la possibilità a tutti gli amanti di questa ottima pietanza di provarlo in tantissimi modi diversi, attraverso le classiche ricette tradizionali e non solo. Quattro giorni di degustazioni di piatti a base di baccalà, corsi pensati ad adulti e bambini, attività ed interventi di chef ed autorità. Una kermesse di chef stellati, che hanno presentato questa umile pietanza, che ci si può divertire e cucinarlo in tanti modi diversi. L’evento è stato inaugurato, con il taglio del nastro, giovedì 18 maggio alla presenza del Sindaco Luigi de Magistris e dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele e degli organizzatori Vincenzo Varriale e Nicola Cavallo. Tra i protagonisti dell’evento tutti i locali e ristoranti più rinomati di Napoli, che per l’occasione hanno preparato un piatto pensato da loro a base di Baccalà. Terrazza Calabritto, Crudo…rè, Baccalaria, 12 Morsi, Napoli 1820, Antica friggitoriarosticceria Masardona, pizzeria Nanà, La Cantina dei Lazzari, Piccerelle, il ristorante giapponese Roji Japan Fusion, il ristorante Sancta Sanctorum, il ristorante San Pietro, Cuori di Sfogliatella e Augustus sono i locali che hanno preso parte a questo evento sul lungomare di Napoli. Proprio grazie alle eccellenze della ristorazione napoletana BaccalaRe ha riscosso tantissimo successo, non solo tra i cittadini, ma anche tra i turisti, che negli ultimi tempi riempiono la città. I migliori ristoratori napoletani, uniti dall’amore e dalla passione per il Baccalà, hanno cucinato tanti piatti strepitosi per i partecipanti dell’evento. Presenti anche Chef Stellati dal calibro di Francesco Sposito (doppia stella Michelin) e da Chef di livello internazionale come Raffaele Lenzi e Antonio Maresca, pasticcere sorrentino che per l’occasione ha preparato un ottimo dolce a base di baccalà. Un’esplosione di gusto in un quadrato, fatto da una serie di strati a base di pomodoro, ceci, patate e ovviamente l’immancabile baccalà. Detto così, potrebbe sembrare una follia, ma il sapore era un qualcosa di unico al mondo.

24 stand, ognuno appartenente ad un ristorante diverso, in un unico villaggio formato da cucine che hanno reso il Baccalà il re indiscusso dell’evento, servito insieme a tanti altri prodotti di qualità. I visitatori hanno, inoltre, avuto la possibilità di partecipare a corsi di approccio al vino con il sommelier Tommaso Luongo e degustazioni di formaggi con Salvatore Varrella di Onaf. 10 tonnellate di filetto di cuore baccalà, 10.000 bottiglie di vino e 100 metri quadrati di villaggio hanno ancora una volta dimostrato quanto la nostra città sia in pieno fermento e quante siano le iniziative, atte a promuovere le eccellenze partenopee.

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PI CAS SO

DUE MOSTRE PER RICORDARE L’ARTISTA

Le due sedi delle mostre ospitano alcune opere del pittore. A Pompei è possibile ammirare alcuni costumi di scena realizzati in seguito al viaggio in Italia, bozzetti rarissimi tra i quali il manifesto del cubismo “Les demoiselles d’Avignon” dipinto nel 1907 ed esposto per la prima volta nel 1916.

di Alessia Giannino

A Capodimonte, invece, è esposto il sipario per il balletto Parade del maggio 1917 e alcuni capolavori assoluti come l’Arlecchino e L’atleta. Le opere in mostra provengono da diversi musei e collezioni private tra i quali il Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, il Musée Picasso Paris, il Museu Picasso Barcellona, la Fondation Pierre Bergé-Yves Saint Laurent, la Bibliothèque Historique de la Ville de Paris, la Maison Jean Cocteau, Milly la Forêt, la Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte, il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e il Teatro dell'Opera di Roma. Pablo Picasso si inserì in uno snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l’arte contemporanea. Innovatore e poliedrico, diede un forte segno nella storia dell’arte, in quanto fondatore insieme a Georges Braque del Cubismo. Napoli ricorda Picasso attraverso queste due mostre, che celebrano uno degli artisti più importanti del secolo scorso.

Dopo cento anni Picasso torna a Napoli per una mostra che racconta il suo viaggio in Europa. Un’artista per due sezioni: quella di Capodimonte e quella degli Scavi di Pompei. Dal 10 aprile al 10 luglio si terranno le due mostre dedicate al pittore più famoso del Novecento, che nel 1917 insieme ad alcuni amici, tra cui Jean Cocteau, arrivò in Italia. All’epoca era impegnato al balletto russo “Parade” e rimase per qualche tempo a Roma, dove ebbe modo di innamorarsi di Olga, protagonista del balletto. Proprio per questo motivo, la seguì a Napoli, dove fu rapito dalla bellezza della città, che gli permise e gli diede la forza di continuare a lavorare. La vastissima tradizione popolare e le antiche rovine di Pompei lo spronarono, tant’è che produsse l’opera “Pulcinella”.

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P.Langella

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LUSSO UOMO I GEMELLI E COME INDOSSARLI

Avete mai sentito parlare di gemelli? Non parliamo di nascite, né tantomeno di segni zodiacali, ma dell’accessorio da uomo più temuto di tutti i tempi. Oggi quasi inutilizzati se non nelle occasioni importanti, sono spesso indossati nei modi più sbagliati. Questi particolari gioielli da polso vanno indossati con il giusto abito e la giusta camicia. Importante abbinarli anche con gli altri accessori, come i ferma cravatta e le cinture. Attenzione soprattutto a non osare con l’orologio! I gemelli da polso sono nati intorno all’epoca Rinascimentale, quando ad indossarli erano i membri dell’alta borghesia e della nobiltà, soprattutto in Francia e in Inghilterra, dove le classi sociali erano ben definite ed era per loro fondamentale distinguersi dagli ambienti meno facoltosi. Anziché indossare le classiche camicie con occhiello e bottone, destinate alle classi sociali più basse, i signori dell’alta borghesia cominciarono a farsi confezionare camicie col doppio occhiello ai polsini, attraverso i quali facevano poi passare dei bottoni legati da una catenella. Tra il Seicento ed il Settecento i sarti e i gioiellieri inserirono un tocco di particolarità in più ai “bottoni da manica”: pietre preziose e pasta di vetro. Man mano la catenella scomparve e i gemelli diventarono sempre più un accessorio must have nella moda maschile.

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MA QUANDO SI INDOSSANO I GEMELLI?

Come abbiamo accennato sono spesso utilizzati per le occasioni speciali: possono indossarli sicuramente lo sposo ed i suoi testimoni. Ma non sempre è così. I gemelli sono infatti simbolo di stile ed eleganza e richiamano ad un segno di potere e autorità. Vi consigliamo infatti di usarli, ad esempio, durante una riunione di lavoro, dove voi, ovviamente, siete il capo! Per i più giovani, che spesso sono più spaesati davanti alla scelta giusta, è consigliabile utilizzarli durante la seduta di laurea: imprimono sicurezza. Quali indossare? Date un’occhiata a quelli di Barbarulo, gemellidapolso.it, a Napoli dal 1894 realizza e vende gemelli in tutto il mondo. Anche agli attori di Hollywood! di Maria De Luca 58


MEDITAZIONE

E BENESSERE QUOTIDIANO di Maria De Luca

Molti cliché del mondo contemporaneo vi faranno pensare che per meditazione si intende riuscire a volare a mezz’aria a gambe incrociate sopra la testa di qualcuno. Come i più esperti sapranno invece, meditare non vuol dire altro che imparare a pensare. E’ un’attività volta al raggiungere la completa padronanza dei nostri pensieri, utile soprattutto quando questi affollano la mente in modo disomogeneo e procurano stress e malessere al nostro organismo. Iniziare a meditare quindi, aiuta a riflettere accuratamente sulle categorie di pensiero da instaurare nella nostra mente: distinguere i pensieri negativi da quelli positivi, quelli utili da quelli inutili e riuscire a capire quali sono le maggiori preoccupazioni che ci affollano la mente, in modo da riuscire ad affrontarle con più tranquillità. Come si inizia a meditare? Lo yoga è sicuramente una delle discipline più indicate nell’approccio alla meditazione: affidarsi ad un maestro esperto è sempre la soluzione migliore, ma ci sono piccoli passi quotidiani da compiere anche a casa. Innanzitutto è importante focalizzare l’attenzione sulla domanda: perché sto meditando? Mi sento stressato, mi sento stanco e affaticato? Bene, è il momento di iniziare a riflettere sul perché. Dopodiché è necessario assumere una posizione comoda che non sia troppo rilassata altrimenti si rischia di addormentarsi, per questo motivo è indicato sedersi con le gambe incrociate. Ora che siamo pronti ad iniziare, focalizziamo l’attenzione sul respiro: si pensa inizialmente solo a questo e si segue il suo ritmo con la mente. Un respiro lento è la prassi per iniziare bene. Creare un momento giusto durante la giornata e uno spazio in cui ci si sente a proprio agio sono anch’essi ottimi requisiti per iniziare, magari accompagnando il tutto con un libro sulla meditazione e le varie tecniche. Il vostro corpo e la vostra mente ve ne saranno grati.


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I BA L L I CA R A I B I C I

S E M PL IC E MO DA O STILE D I VITA ? I “salseri” in Italia sono triplicati negli ultimi dieci anni: ”La salsa è come una droga” affermano! E' un tendenza in voga da oltre vent'anni, ultimamente in crescita: stiamo parlando della moda dei balli caraibici, salsa, bachata, chizomba, eccetera e della sua estensione a macchia d'olio in Italia e per quasi tutte le fasce generazionali. E se un decennio fa questo genere di ballo veniva praticato da pochi, oggi invece rappresenta una vera e propria dedizione. Le scuole di balli caraibici, da molto tempo ormai, aumentano a dismisura e a cadenza quasi bimestrale ci sono convegni di ballo con stage impartiti da grandi maestri. Sono in tantissimi i ballerini che rinuncerebbero a un' estate ai Caraibi per dedicarsi invece anima e corpo ad una vacanza tutta salsera. I salseri affermano che per loro questo ballo è “quasi come una droga” una medicina per il buonumore e, se vogliamo, anche un luogo di incontro. La salsa, lo dice la parola stessa, unisce un alto numero di danze in una: il soggetto può scegliere di unire anche qualcosa del flamenco, di danza classica o semplicemente raeggeton in base alle esigenze e al modo di espressione. Dunque movimento, dinamismo, arte del corpo, espressione, mistura di più stili, sono le componenti fondamentali della salsa che la rendono unica nel suo genere. C'è anche da aggiungere la componente agglomerativa, le conoscenze, e il fatto che i normali frequentatori dei locali da ballo sono per la maggiore persone adulte, che amano confrontarsi cui piace stare in amicizia, e scambiare qualche parola con gente di pari età. Un alternativa dunque per sentirsi in compagnia, per ascoltare musica allegra e allo stesso tempo romantica, un luogo dove conoscere persone nuove, anche un modo per esprimere se stessi e la propria energia. Questo è il mondo caraibico questa è la salsa, questo è l' ambiente che in tanti amano e a cui sembrerebbe quasi impossibile rinunciare. “Una carica e un' energia che non ha eguali”, come ha dichiarato qualche salsero, “un movimento che piace e che da modo di esprimere se stessi...”. La nuova droga dunque prende sempre più vigore? E' davvero il caso di provare per credere? di Daniela Devecchi

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VENERDÌ 13

VENERDÌ 17

ECCO LE ORIG IN I D EL L E S U PERS T I Z I ONI

Già in epoca Romana, entrambi i numeri sono dissimili. Sempre nella Bibbia, esso accompagnavano sciagure. rappresenterebbe il giorno del diluvio universale, nonché la data della morte Venerdì 13 e venerdì 17: due date che di Gesù. Ancora: nell'antica Roma tutt'oggi sconvolgono e spaventano. sulle tombe era usanza scrivere VIXI, C'è chi dice che compiere un' azione, ovvero ho vissuto; nel medioevo, a causa un gesto o un' impresa in uno di questi dell'ignoranza diffusa, la stessa scritta giorni potrebbe provocare una sciagura, con lo stesso significato, veniva confusa altri addirittura evitano di compiere una con il numero 17 a numeri romani XVII. qualsiasi cosa importante o meno, a causa In ultimo, in merito al secondo tra i della superstizione legata alle date. Ma due numeri, se proprio vogliamo essere quale sarebbe l' origine di questa paura scrupolosi, rappresenterebbe il disegno di o per dirla in termini diversi, “sciocca un impiccato: il numero 1 sarebbe il “palo” inquietudine”? Dunque sul numero “13”, e il sette la corda con il corpo penzolante... le origini del pregiudizio sono molto Vero è che, almeno in Italia, entrambe antiche, e le ritroviamo anche nel nuovo i giorni, 13 e 17 appunto, accompagnati testamento in riferimento all'ultima cena. dal venerdì, sono sinonimo di una Giuda, proprio l' uomo che tradì Gesù,era superstizione e di una paura purtroppo il tredicesimo apostolo, senza contare poi diffuse. Questo soprattutto al sud Italia e che lo stesso Lucifero viene descritto nella in special modo a Napoli, dove, , proprio Bibbia, A. T., come il tredicesimo angelo. in queste fatidiche date, si circolerebbe Inoltre la tradizione narra che i Cavalieri accompagnate dal “cornicetto” di turno. templari, proprio di venerdì 13 ottobre, Quello legato a una di queste due furono arrestati in massa per ordine del “ricorrenze”, sarebbe di un colore e di re di Francia Filippo IV il Bello. Ma la una forma molto più intense, proprio per sventura continua: in merito al 17 e alla contrastare i “supposti” malefici effetti... paura che l' accompagna, le cause non Ovviamente tutti da constatare! di Daniela Devecchi

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PRO FUMI KENZO

Tra novità e spot esilaranti! Fin dall’uscita della fragranza “Flower”, Kenzo ha saputo incollare agli schermi i propri “consumatori” con spot e pubblicità davvero innovative. Basti pensare all’ultimo video in cui una modella dai tratti orientali, in un ambiente quasi irreale, usa un fiore per distrarre una milizia in abito nero, per sopravvalutare appunto, il poter di un “fiore”, nome del suo profumo più celebre. Quest’anno la nuova linea di profumi prevede “World” e il team del brand ha abbandonato l’aspetto floreale per accogliere un occhio gigante dall’aspetto rassicurante. Anche la bottiglia ha la forma di un occhio, che, ovviamente, ricorda molto gli Illuminati, ma sarà per la suggestione che sembra infondere, sarà per la natura “poco ortodossa” del video, con questo spot Kenzo si è ampiamente superato. Il video ha riscosso sicuramente molto successo, ed anche se prende molto in considerazione un video già visto (Weapon of Choice di Fatboy Slim), è considerato comunque molto innovativo. Niente modelle ammiccanti che parlano in francese o spagnolo, ma un’attrice annoiata (l’americana Margaret Qualley) che decide di trascorrere diversamente la sua serata: si alza dal tavolo a cui è seduta, e comincia a ballare una danza scatenata

all’interno di un edificio lussuoso, che ricorda vagamente la danza Haka dei popoli Maori, vista molto spesso sui campi di rugby. L’ambientazione questa volta è molto più “terrestre”, ma la signorina danzante sembra non esserlo, infatti, prima distruggerà degli oggetti con dei raggi laser e poi volerà verso l’occhio di Kenzo posizionato all’uscita di questo enorme palazzo pieno di specchi. Il regista è Spike Jones, che nel 2001 ha diretto Christopher Walken nel citato video di Fatboy Slim, e la canzone si intitola “My mutant brain”, a testimonianza dell’emancipazione delle donne che vogliono uscire dallo stereotipo di oggetto del corteggiamento maschile. Margaret infatti, metterà anche al tappeto un uomo che si trova sul suo percorso. Solo alla fine comparirà il profumo, ma gli spettatori saranno già stati intrappolati dalle scene di questo corto della moda, tecnica di marketing già utilizzata in altre occasioni.

di Maria De Luca

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