Dedicato a San Pio da Pietrelcina
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Presentazione Il poeta Roberto Caforio, in questo canto in stile arcaico, ci presenta una composizione che, necessariamente, ha richiesto una Parafrasi per delinearne i vari significati e le sfumature poetico-musicali. Le esaustive chiose hanno reso cosĂŹ comprensibili i termini letterari utilizzati dal poeta; ciò permette di chiarire quanto illustrato nelle singole strofe, evidenziando i pensieri, i fatti ed i personaggi della vicenda e, al contempo, coinvolgendo il lettore nella dimensione religiosospirituale espressa dalla vena artistica dellâ€&#x;autore.
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BENE E MALE o IL DIO IN PIO
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A San Pio da Pietrelcina
Questo Canto poetico nasce da alcune reminiscenze coltivate nellâ€&#x;animo dallâ€&#x;autore. Egli, da fanciullo, ha vissuto unâ€&#x;esperienza durante un pellegrinaggio effettuato a San Giovanni Rotondo, alla fine degli anni sessanta. 4
Il fanciullo era assieme alla madre, che aveva accompagnato la nonna a confessarsi da Padre Pio da Pietrelcina. L‟anziana donna volle recarsi dal sant‟uomo per cercare, assieme al refrigerio dell‟anima, un sollievo fisico per un lancinante dolore all'orecchio. Il bambino, mentre era assorto ad osservare la coinvolgente atmosfera del Santuario, fu colpito da un fatto inatteso ed eclatante. Dal luogo dove Padre Pio era intento a confessare, il ragazzo udì un urlo che non poté fare a meno di ascoltare; era proprio la voce del padre confessore che si rivolgeva verso un penitente: “Vai via, diavolo!” A tale espressione il fanciullo si impressionò e si chiese se fosse proprio lui l‟additato, il „brutto diavolo‟, il „cosaccio‟, come soleva chiamarlo il frate, assieme ad altri epiteti come: „barbablù‟,‟ baffone‟, „principe delle tenebre‟, „mistificatore‟, „cagnaccio‟ ecc.. Da una prima sensazione di terrore, l‟animo del ragazzo subito si quietò, sentendo dentro di sé la “voce del Santo Padre” che lo tranquillizzava teneramente. Questo evento rimase scolpito nella sua mente, tanto che da allora è rimasto fortemente legato alla figura del Santo. A beneficio del fatto che il ragazzo si sentì subito intimamente rincuorato da Padre Pio, più tardi, da adulto, egli ha voluto documentarsi sul carattere del Santo Frate. Le tante esperienze, descritte in altri episodi analoghi, hanno smentito il fatto che Padre Pio fosse un burbero in natura. Infatti, il sant‟uomo assumeva tali atteggiamenti solo in presenza di chi voleva anda5
re a confessarsi da lui per pura curiosità, senza un convinto pentimento, oppure quando davvero „qualcuno‟ dei penitenti aveva dentro di sé forti sentimenti negativi, che il santo confessore attribuiva all‟influsso nefasto dello „spirito maligno‟. Inoltre, egli era in grado di percepire l‟animo interiore, le situazioni dannose ed i comportamenti perniciosi ma, soprattutto, avvertiva la presenza dell‟eterno „mistificatore‟ che lo attanagliava, costringendolo a lunghe ed estenuanti lotte quotidiane, financo notturne, che il frate superava grazie alla grande devozione che egli aveva verso la Vergine del Santo Rosario.
In seguito a queste evidenti realtà, il poeta, in età matura, rispondendo ad un forte richiamo interiore, volle dare sfogo ad una convinta ispirazione che lo condusse alla composizione del testo poetico “Il Dio in Pio”, che qui viene presentato.
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La Regina del Santo Rosario di Pompei
Padre Pio nel confessionale
Il Canto è di 7 strofe, ciascuna con 21 versi endecasillabi e rime varie. 7
PRIMA STROFA
Dalle massicce torri dell' avìto Cenobio alle rogge glebe assemblar Miran, del credo ferme, di romei Le schiere, i conversi e i fratelli miei Cui i precetti piacevol suggel poser Co' moltiplici prechi: ch' al profondo Pensier d' alcun sien degl' odii remoti Albo lavacro e di gioia almi moti. Ma assemplar mia imago di per precon Infidi qual fosse sì sacra al vulgo Amico fu di cotanto profana Fé sleal negozio e universa fola. Di probità specchio fe' sì virente Plaga, qual la volsi un tempo di sola Erba vestita, che di bruno il sol Pingea i brulli dossi e le collinette. Lucide ombre sembran già tese a vol Di selva fin stecchi e garrule vette Di frasche in cespo; né dal dispogliato Deserto in arido lembo più spicca Fumante zolla la rovente falce. 8
PARAFRASI Dall‟alto dell‟antico monastero i miei frati francescani e i fratelli laici osservano i pellegrini e i fedeli che si dirigono numerosi verso le terre circostanti, attratti dalla testimonianza del bene trasmessa loro tramite l‟incessante pratica delle preghiere che purificano l‟anima, inibendo l‟odio e infondendo gioia. Di contro, i miei falsi sostenitori, che ritraggono la mia immagine per bieco lucro, spacciandola per sacra, si macchiano di mercimonio, falsando la realtà agli occhi dei fedeli, miei autentici seguaci. Queste verdi terre sono il riflesso dell‟autentica onestà e moralità che regna sovrana, giacché, a suo tempo, le feci dissodare e rinvigorire dal desolante squallore che le rendeva brulle, infertili e irriconoscibili sotto la sferza del cocente sole. Ora, invece, il vento fa splendere al sole i ramoscelli spogli, come se stessero per spiccare il volo, facendo fremere altresì le foglie rigogliose, mentre i contadini non sono più costretti a dissodare la terra depredata, perché è ormai lussureggiante. Note Avito cenobio = monastero secolare. Rogge glebe = terra rossa. Assemblar = assembrar = riunire. Di romei le schiere = i pellegrini. Fratelli miei = frati francescani. Conversi = fratelli laici (sogg.). Piacevol...= testimonianza del bene. 9
Albo lavacro = purificazione, catarsi. Assemplar = assembrar = ritrarre. Precon infidi = falsi sostenitori, coloro che riproducono e vendono la mia immagine, dicendo che è sacra, fanno un' attività illecita e falsano la realtà . Virente plaga = terra verdeggiante. La volsi = la volli. Di bruno pingea = rendeva scuro, irriconoscibile per la distanza da dove osservavo. Stecchi = ramoscelli senza foglie. Gà rrule = che fremono al vento. Frasche = ramoscelli con foglie. Dispogliato = depredato. Rovente falce = (soggetto). Spicca = separa.
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SECONDA STROFA
Ma quel ch' io presi a sanar di natura Fu per un certo qual vezzo mio antico, Allor che del ciel miracol mi strusse, Se d' alma luce una vaga man diva, Non già per don mio, come il padre intese, Nefasto morbo a garzoncel offese. A ciò pertinace levrier dall' orme Braccommi vessando, animal mortal, Pie spere in sì povere membra; e, in forme Spettral ascoso, con luci infernal Su truci carni in imo all' atro truon, Fe' tal dimon immondo di mia vita Tema saltellar qual ombra ch' a un suon Svelta da scabro corpo si scompagni. Orrido baleno e fiati tamagni Di sotterra ahimè avanzàr mefitici Nel punto ove buie pene di sciòr Da nodo ancestral Aereo Vapor Foga repente imprese, co' suo' mitici Poter onde mi rese non per fato Giammai il divin giuoco un sì arcano stato. 11
PARAFRASI Se pur feci risanare questa terra, non fu per mio capriccio, ma per gran desiderio, poiché volli imitare la benefica azione del Cielo tramite i miracoli che opera Iddio e non già io, come ben avvenne, allorché assistetti alla guarigione improvvisa di un fanciullino alla presenza di mio padre. Dopo tale esperienza fui tormentato dalla costante presenza di un cane che appariva improvvisamente, foriero di morte, incutendo terrore con le sue pupille infernali. Tale creatura, quasi indossasse delle spoglie demoniache, mi fece temere per la mia stessa vita, allorquando, al risonare del tetro tuono, si scatenava con tutta la sua furia. Un lampo spettrale accompagnava quel gran vociare mefitico e amorale, che pareva provenire dagli inferi per contrastare l‟operato dello Spirito Santo, tutto teso a combattere gli effetti devastanti del peccato originale, onde, impadronendosi del mio essere, grazie alle improvvise illuminazioni divine che sono Sua sola ed esclusiva qualità, mi donava la possibilità di presentire il bene e il male nelle azioni umane future o già trascorse. Note Ma ... = feci risanare quelle terre. Fu … = da bambino assistetti a una guarigione miracolosa, ma ciò fu per volere divino, non per mio intervento, anche se mio padre credette che ne fui io l' artefice. Vaga = bella. Pertinace levrier = cane persistente. 12
Mortal = letifero. Vessar = opprimere. Pie spere = buone speranze. Ascoso = nascosto. Luci = occhi. Su truci‌ = si presentava col lugubre tuono nel suo aspetto sinistro. Fe' tema saltellar = a tratti mi fece temere di morire. Scabro = ruvido o scabroso, diabolico. Fiati tamagni = grandi voci moralmente guaste. Baleno = lampo. Si scompagni = si separi. Nodo ancestral = peccato originale. Aereo Vapor = lo Spirito Santo. Foga repente imprese = operò all' improvviso. Suo' mitici poter = illuminazione divina. Non per fato = non a caso. Divin giuoco = naturale modo di agire dello Spirito Santo. Arcano stato = il fatto di sentire e prevedere il bene e il male.
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TERZA STROFA
Di florea vita a quel tempo più viva Parte fu spenta dall' ostil cimier, Retaggio virtuoso immiserendo Con violente possa; ei mal credendo D' infossar genti e lignaggi, al voler Nefando servi, a fortuna la via Trovò da un tetro error che nul india, Se non di sé ben caduca sembianza, Che risollevollo in così alta stirpe Dond' ei pingea suo' atavi più tenesser. Ma se a noi il viver in dolor si svela, E a cotanto affanno un tal desir cela Di scampar il mondo da perdizion Perenne, e in me fessi salda ragion Sì che d' allor crebbe in visibil speme, Teofania fe' di teodicea quel seme Ond' a annichilar vassi il torbo segno In valentissimo oprar con un pegno Che diè al buon Francesco, infr' altri beati, Dape d' amor cui sortimmi, se calde Stimme sbocciàr da intaminate palme ! 14
PARAFRASI Al tempo della grande guerra, molte giovani vite furono spezzate dai nemici in battaglia, con quella bruta forza che annichiliva ogni sana virtù in nome di una presunta quanto erronea concezione di superiorità della razza. Il male, che con tale agire rendeva schiavi i popoli, sembrava dover avere il sopravvento, grazie alla sua schiacciante potenza che abilmente e artatamente era in grado di schierare in campo, fortificato dall‟idea di avere dalla sua parte una lunga storia che giustificasse tale preponderanza. Ma se la vita ci svela tutta la sofferenza che siamo costretti a patire quotidianamente, facendoci desiderare ardentemente di raggiungere la via della salvezza eterna, essa ci dona al contempo l‟opportunità di comprendere che Iddio non ci abbandona, poiché è sempre in mezzo a noi, con le Sue infinite manifestazioni divine. Egli, facendoci partecipi della Sua Opera valentissima, ci offre, nascosto fra le spire del male, il mezzo per combattere e vincere il „maligno‟ stesso, donandoci la forza dell‟amore, che si concretizza con la sofferenza ed il pieno dono di sé, di cui le stimmate, che sbocciarono come un fiore in San Francesco, in San Pio e in altri Santi, costituiscono la massima espressione. Note Di florea vita … = la vita dei giovani in battaglia. A quel tempo = 1° guerra mondiale. Ostil cimier = nemico in guerra. Violente possa = bruta forza. Ei = il nemico, quindi il male. 15
Tetro error che nul india = falso credo luttuoso che induce all' autoesaltazione. Dond' ei pingea suo' atavi tenesser = immaginava che i suoi avi appartenessero a una stirpe superiore. Avolo = nonno ; bisavolo = bisnonno. Atavi = bisarcavoli = genitori dei trisavoli ( o arcavoli ), avi. Teofania = manifestazione divina. Teodicea = sussistenza del male nonostante l' operato divino. Torbo segno = il male. Un pegno = le stimmate. Buon Francesco = San Francesco d' Assisi. Dape = nutrimento spirituale. Cui sortimmi = cui mi destinò. Stimme = stigmate = stimmate. Sbocciàr = sbocciarono ( come un fiore ). Intaminate palme = mani pure. (La divinità, tramite le sue manifestazioni, fa sì che la sussistenza del male abbia in sé il mezzo per combattere e vincere il male stesso: le stimmate ne sono una prova ).
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QUARTA STROFA
“ Miserere, mio Dio, “ in pianto dicea Acciò che intemerato di fulgor Celeste sovvenissemi l' amplesso. Da quel dì invulnerato per riflesso, D' almo concento in natural baglior, Fedel mi serbai alla possente idea Che molce il dispiacevol amaror Con cui talor alcun si porge altrui. Parimente, in fasta sorte, di fior Una mannella, da un sì festo aroma Incorruttibil, partorì inver l' ubere Pasco dell' imperitura potenza Superna, qual duce di conoscenza In atto di parvente impetrazion. Profumo delizioso è, a vision Abbietta, quel che risana l' umana Prole s' altrui cui di predizion caglia Di leggieri in parte festin mi pongo. Ma se cotal è il lume che non vaglia Cosa che sia qual fonda notte oscura, Del ver ben faccia pur fede al credente. 17
PARAFRASI “Pietà di me, mio Dio”, dicevo piangendo, mentre invocavo il Suo aiuto, coltivando la speranza di essere avvolto dalla Luce dell‟Infinito Amore Divino che soccorre le anime pure. In quel tempo, grazie alle continue preghiere, reso indenne dall‟azione malefica del „demonio‟, tramite l‟operato dello Spirito Santo, che dona quella vitale forza ed armonia con la luce della conoscenza, m‟affidai completamente all‟Amore di Dio, per contrastare tutto l‟odio e l‟egoismo che spesso colpiscono l‟ uomo nelle sue attività quotidiane. A testimonianza di ciò mi fu offerto, qual Dono Celeste, il Profumo Divino salvifico che inebria, trasmettendo quella qualità assoluta della precognizione che sollecitamente metto al servizio altrui. Tuttavia, se la Luce della Conoscenza non ci permette di comprendere il perché di eventi oscuri e apparentemente nefasti (quindi non può dirci neanche come bisogna agire per opporsi alle azioni nefande), è possibile farsi coraggio e scegliere le giuste soluzioni per opporvisici, a patto che si creda all‟Operato Divino, Che si svela spesso mediante o tramite la mia persona. Note Miserere = abbi pietà. Intemerato = puro e integro. Amplesso = abbraccio. Sovvenissemi = mi soccorresse. Fulgor celeste = intervento dello Spirito Santo. Invulnerato = indenne. D' almo concento... = vitale armonia derivata dalla luce della conoscenza. 18
Possente idea = la forza dell' amore. Molce = addolcisce. Amaror = odio. In fasta sorte = per un inevitabile fausto destino. Festo = d' origine divina, dedicato alla festa. Mannella = mannello = fascio. Incorruttibil = indecomponibile. Ubere pasco = fertile pascolo, Paradiso. Qual duce ... = come effetto delle mie evidenti preghiere mi fu donata la conoscenza tramite il profumo divino salvifico che guarisce dal male. Parvente impetrazion = visibile supplica. Di leggieri = con facilità . Festin = sollecito. Lume (vedi prima alma luce, fulgor celeste, natural baglior ). Ma se ... = se la luce della conoscenza non svela il perchÊ degli eventi, ma solo che certi fatti avvengono o avverranno, essa, comunque, può rivelare la verità agli uomini a patto che costoro vi credano.
Padre Pio del pittore Don Agostino Caputi
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QUINTA STROFA
Meta fùr gl' occhi di gentil pietade, Allor ch' ai danni del perir, fidente Nella fatal legge, conforto a schermo Del mal sì sovente attesi per fermo. E anco a frotte incesi, se il consentì Alcun, le sensibil gote tremanti, Che il capo, giammai altero, mi ferì L' indomito vaneggiar de' briganti Donde verbo né cortese o seren S' offerse punto all' inermi mie braccia. Ma, del saver chiaro il raggio non taccia Di terrizion disdoro cui ben presto Fui ricondotto da un mondano ordin Per l' indefatigato ardir d' un mesto Appello al rifiorir dalla barbarie, Se forze più vil non fien né tenarie Di quelle ch' ognor nel soffrir c' internan. Colà ov' io in cor disposi surse tosto, Orfan di lucrosa lue, tal dimora Misericorde che, far non potendo Di giustizia virtù, a grazia fe' posto. 20
PARAFRASI Nonostante avessero subìto dei gravi lutti, molti si rivolsero a me con affetto e dolcezza, per cui, avendo fiducia nei disegni divini, con le mie preghiere ed il dolce conforto, cercai di assolvere il mio compito di sostegno spirituale. Costoro, trascinati dalla passione che ne imporporava le guance, si affidarono completamente alla mia persona la cui serenità non poté minimamente essere scalfita dalle assurde fantasticherie, poste in essere per danneggiare la mia figura. Pur tuttavia, è necessario che io riveli quelle minacce e quei divieti che mi furono propinati da quelli che dovevano essere i miei superiori, i quali si lasciarono trasportare da interessi d‟ordine mondano più che religioso: tali comportamenti, che furono causa di notevoli sofferenze, non solo per me ma anche per tanti fedeli miei sostenitori, sembravano scaturire dall‟antro infernale che scagliava tutta la sua possanza contro colui che desiderava abbattere il male. Ciononostante, nel giro di pochi anni, potetti assistere all‟inaugurazione della tanto auspicata Casa Sollievo della Sofferenza, dimora assolutamente priva di scopi lucrosi, la quale poteva risollevare le anime dalle sofferenze fisiche e non solo. Note Fatal legge = disegni divini. Meta fùr … = molti si sono rivolti a me con affetto nonostante abbiano subito dei lutti cui io tentai di porre rimedio confortandoli e pregando per loro. 21
Se ‌= se qualcuno acconsentÏ a ciò. Incesi = trascinai a passione facendo arrossire. Indomito vaneggiar ... = fui oggetto di assurde accuse da parte di chi mi osteggiava. Mondano ordin = i miei superiori che si erano lasciati ingannare da falsi speculatori. Terrizion = minacce e divieti. Indefatigato = instancabile. Fien tenarie = saranno infernali. C' internan = ci dirigono. Surse = fu eretta ( in poco tempo ). Orfan di lucrosa lue = priva di scopi di lucro moralmente dannosi. Tal dimora misericorde = Casa Sollievo della Sofferenza.
Padre Pio da Pietrelcina Opera di Agostino Caputi (1915-2006)
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SESTA STROFA
In pria allor provai diletto d' un' opra Ch' alcun abborria ma ch' altri a sì giusto Fastigio con un verginal sorriso Colendola a studio viepiù estolle. Qual piacer più caro ne' nostri sensi A gioir move ch' a scemar non aggia Del patir vero un simulacro in tutto, Onde l' intelletto a par dell' aspetto Si benigni e pasca d' immortal frutto Che d' eterea luce a pien l' alma inonda E a felicità e compassion destina ? Paradiso in vita serbommi l' Alto Se onorato miro raccorsi in petto Una pia facella sì calda e bella Che cuor m' infonde in atto al divenir: Ma di corruzion repugni al concetto Cimentandosi il senno in ferreo agir, Non già sommesso dinanzi al vil tartaro Proteiforme insin ch' al finger meschin Sottraggemi afflato o a immite certam Immemore lo spiro non s' invola. 23
PARAFRASI Per la prima volta mi resi conto di desiderare ardentemente la realizzazione di tale opera, che fu tanto sostenuta quanto ostacolata. In particolare, fu esaltata grazie all‟apporto di coloro che coltivarono così assiduamente tale idea da appoggiarla economicamente in maniera definitiva. Non esiste gioia più grande al mondo di quella che ci permette di eliminare le sofferenze altrui, per cui la mente si appaga, facendo trapelare dallo stesso viso tutta la felicità e la compassione per il genere umano. Mi sembra davvero di stare in cielo, allorché quella bella fiammella divina, la Luce della Conoscenza, m‟infonde speranza e coraggio al cuore. Con Essa sarò sempre al riparo dalla corruzione e dal male, che si presenta in molteplici forme, poiché mi proteggerà fino alla fine della mia vita terrena, quando il mio spirito volerà in Cielo. Note In pria = per la prima volta. San Pio fu assistito nella realizzazione della sua opera, in particolare da una coppia, il cui apporto giunse in un momento di grande sconforto. A studio colendola = coltivandola assiduamente e intenzionalmente, (da còlere). Estolle = esalta. Qual... = non c'è gioia migliore di quella che ti permette di cancellare le altrui sofferenze. In tutto = completamente. Si benigni = si compiaccia. 24
Immortal frutto = amore. Raccorsi = raccogliersi. Pia facella = la luce della preconoscenza ( = alma luce ). Cuor = coraggio. Repugni a = si opponga a. Vil tartaro proteiforme = il demonio nelle sue molteplici forme. Ma di corruzion ... = non mi lascerò sottomettere né corrompere finché rimarrò in vita. Finger meschin = vita mortale. Immite certam = la morte. Immemore = privo di coscienza. Spiro = anima. Negli ultimi tempi della sua esistenza terrena, San Pio fu tormentato da un alto prelato ( non si sa da chi esattamente ), il quale mise in dubbio l' autenticità delle stimmate e la santità del Padre.
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SETTIMA STROFA
D' armonia vedova, larva funèbre Sovente m' ostenta dettami d' ostro Lustrati, onde s' arroga nel pio chiostro Gran potestà di sciorinar il giusto, E sceverar il ben, ch' all' altrui busto Non cede, dal mal dalle cui aspre pene Per uso a preservar più si daria. Ma spento è il saver a quei che, per via Di reitade antica, sì atra natura Infida non dimetta, se già impura Essa intenda a che meco non si desti Per intrigo, in onta d' un vil timor, Di tribol suo sì sensibil lucor ! Non mi pieghi ingeneroso astio ancor Di quei che tiemmi in dispregio, e' suo' allòr Con benigno riso io invitto toglia, Tal che al disfar di bende non mi doglia Di mostrar ad esso il vermiglio grumo, Presso all' eterna cuna già dissolto, Se nunzio, il dì in che fia dal vel disciolto, Di resurressi in ciel Iddio m' accoglia! 26
PARAFRASI „Uno spettro lugubre‟, in cui non regna l‟armonia conciliata dall‟Amore di Dio, mi perseguita impartendo ordini tipici di chi indossa la veste purpurea, per cui „questi‟ si arroga il diritto di comandare nel convento in cui pregano i santi uomini. Soltanto „costui‟, apparentemente, per il modo in cui si esprime, sembra essere in grado di scernere il bene dal male, il giusto dall‟ingiusto. In realtà, proprio tale persona nasconde dentro di sé il seme del male che ha compiuto in passato e che pensava non sarebbe mai venuto alla luce. L‟odio di coloro che mi disprezzano non mi pieghi come fosse zavorra, bensì possa io, con la luce del sorriso, sconfiggere la falsa fama e la vana gloria di chi non desidera il bene, in modo che non mi dispiaccia togliermi le bende per mostrare al mio persecutore la sparizione delle stimmate, allorché, giunto a un passo dall‟eterna culla della morte, potrò testimoniare la resurrezione con l‟ascesa al Cielo. Note Larva funèbre = spettro lugubre. Dettami d' ostro lustrati = ordini impartiti come se fosse un cardinale o volesse esercitare il proprio potere. Pio chiostro = convento. Busto = tumulo, sepolcro o corpo. Non cede … = sembrava che soltanto costui fosse in grado di riconoscere il bene. Reitade = colpa.
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Ma spento ‌ = ma proprio costui nascondeva un' antica colpa che non voleva venisse alla luce. In onta di = malgrado. Allòr = la fama e la gloria. Toglia = respinga. Invitto = invincibile grazie alla forza dell' amore. Il vermiglio grumo = le stimmate. Eterna cuna = la morte. In che fia dal vel disciolto = in cui morirò. Vel = corpo. Nunzio di resurressi = nel corso dell' ultima Messa celebrata dal Santo Padre Pio, egli mostrò al suo persecutore e al mondo intiero le palme prive delle piaghe delle stimmate; infatti gli era stata preconizzata la presenza delle stimme per 50 anni, fino a poco prima della morte e dell'ascesa al cielo.
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Biografia Roberto Caforio, conseguita la Maturità Scientifica, si diploma in traduzione a Ginevra e Trieste, dopo aver frequentato corsi di perfezionamento della lingua francese e di quella inglese presso l’Alliance Française di Parigi e presso la University of California, Berkeley (U.S.A.). La sua attività di traduttore non lo distrae dalla passione per l’arte in genere, di cui privilegia quella poetica: i vari poemi da lui composti testimoniano la sua peculiare sensibilità umana, come l’inedito florilegio di composizioni, in linguaggio aulico, dal titolo “Canti della Pièta”; vedi, tra i tanti, il qui presentato:
“Bene e Male”. Come melomane, ossia amante delle opere liriche classiche e moderne, grazie alla sua variegata fantasia artistica, ha composto, con estrosa modernità, la continuazione della storia di Turandot di Puccini. L’opera, dal titolo “Turandot o Le mille e una luna”, è concatenata all’originale per i personaggi, per affinità di stile, ma si distingue per la spiccata diversità nell’interpretazione delle tematiche mito-poetiche. Un’altra delle sue realizzazioni, dal taglio prettamente moderno, di grande impegno per la sua estesa complessità, è “L’Inferno”, opera lirica tratta dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. 29
Il Santo Pio da Pietrelcina
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Latiano (Brindisi) Italy
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A cura del Movimento Laico di Preghiera Beato Bartolo Longo www.beatobartololongo.net
mlp-bartololongo@libero.it
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