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In merito all’inquietante episodio avvenuto la sera del 13 giugno scorso, nell’ambito di un’azione concordata dalla Squadra Antidegrado del Corpo di Polizia Municipale nei confronti di un gruppo di giovani senegalesi, la Presidenza dell’ANPI Provinciale ritiene opportuno esprimere le proprie valutazioni. La tutela dell’ordine pubblico è affidata ai Corpi di Polizia, all’interno del più ampio e necessario concetto di ordine democratico, sancito dalla Costituzione, oltre che dai codici. In tal senso l’azione repressiva deve essere usata in forme e modalità commisurate al crimine che si intende reprimere o, meglio, prevenire. E’ oramai esperienza ampiamente acquisita ed autorevolmente studiata, che le piccole illegalità praticate da alcuni extracomunitari (per lo più in attività commerciali) sono il frutto da un lato dell’estrema indigenza di queste persone e del loro inevitabile bisogno di sopravvivenza, e dall’altro di un sistema di tipo mafioso che sfrutta tale condizione di assoluta debolezza. L’assenza di un tessuto positivo di risposte sociali, in grado di evitare la marginalità e la stessa condizione di clandestinità, è oggettivamente la prima causa del degrado civile. E quindi rivolgere l’azione repressiva contro gli “ultimi” nella catena della disperazione, appare palesemente ingiusto perché colpisce persone già colpite e gravate pesantemente, e per di più evidenzia totale inutilità di tale azione perché agisce sugli effetti senza scalfire le cause di un sistema illegale, di chi lo organizza e gestisce, di chi lo finanzia, di chi ci lucra. In buona sostanza, questo evento può essere letto come una contraddizione: anziché aggredire il vero degrado, si puniscono le prime vittime dello stesso. L’inquietudine e il dubbio sul reale orientamento democratico di tali azioni, aumenta nel prendere atto delle conseguenti indagini che su quei fatti si stanno sviluppando. Forte della sua storia e del suo ruolo di difesa dell’assetto democratico, l’ANPI richiama i cittadini, le organizzazioni della società e le Pubbliche Istituzioni ad esercitare la massima attenzione nei confronti di situazioni che possono degenerare. (Genova docet)