Quarantennale Carlo Fantauzzi

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LA SEMANTICA DEL MIO CAOS Città di Arpino

QUARANTENNALE 1968-2008 CARLO FANTAUZZI


Premessa Questo volume é stato realizzato dalla Città di Arpino per i 40 anni alla carriera del Maestro arpinate Carlo Fantauzzi, artista famoso in tutto il mondo. Prologue This book is made by Arpino city for the celebration the 40 years of Carlo Fantauzzi painting career.

In copertina: Pace - Tecnica olio su tela 70x70cm On the cover: Peace - Technical oil on canvas 28”x28”


LA SEMANTICA DEL MIO CAOS

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Città di Arpino

I SALUTI L’orgoglio di una Comunità si estrinseca nella capacità di essere promotrice di esperienze diverse e complete, cui ognuno può ritrovare la storia dell’Uomo, ma anche di una realtà sociale, storica e culturale, che si è saputa fortificare nel trascorrere dei secoli. Carlo Fantauzzi, pittore di fama mondiale, è Uomo di questa terra, è artista di grande rilevanza e di grande spessore artistico, con il quale il colore assume un valore universale. Da autodidatta ha iniziato la sua carriera nel 1968, vendendo tele a Piazza Navona; ha partecipato alla vita artistica nazionale, presenziando ad oltre 460 concorsi e rassegne dove si è aggiudicato numerosi primi premi Dal 1976 ha ricevuto, anno dopo anno, riconoscimenti in Italia ed all’estero. Questo è il Maestro Fantauzzi, questo è il pittore arpinate, questa è l’arte arpinate così come viene conosciuta ed apprezzata entro e fuori i confini nazionali. A Lui i nostri migliori auguri per i quaranta anni di attività ,svolti all’ombra di queste colline, e per le ulteriori alte e prestigiose mete, che saprà raggiungere. Questo Catalogo, che abbiamo inteso realizzate è un omaggio al Suo valore. Il Sindaco Fabio Forte

Complimenti al Maestro Fantauzzi per il Suo quarantennale, che oggi l’Amministrazione comunale di Arpino ha inteso festeggiare con questa pubblicazione. Nell’accezione odierna, l’arte è strettamente connessa alle emozioni, a trasmettere “messaggi” e di questi il Maestro ha saputo trasmetterne tanti ai suoi estimatori ed a quanti hanno avuto la fortuna di esseGli vicino. Arpino da questo punto di vista ha sempre guardato con occhio attento a coloro che, spiccando il volo dalle alture di queste colline, si sono affermati nei vari campi dell’arte . Essi sono il miglior biglietto da visita che questa Comunità può offrire a quanti nei secoli hanno potuto respirare l’aria di un mondo aperto alle varie trasformazioni, ma con i piedi ancorati alla tradizione: la nostra forza, quella di cui molti si sono cibati e con la quale sono cresciuti. Il Maestro Fantauzzi è un esempio tangibile di questa bella realtà Siamo, perciò, grati a Lui per l’alto messaggio culturale, che riesce ancora a diffondere, cui si accompagna automaticamente il nome di Arpino.

L’Assessore alla Cultura Bruno Vano

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CARLO FANTAUZZI Nella produzione di ogni artista è costante la ricerca dei segni genetici che dall’infanzia vivono nella memoria, talchè ogni cosa porta il nome ancora indistinto di quelle apparenze in cui si vanno scoprendo segnali, sentimenti, emozioni. É stato perfino sostenuto che ogni autore scrive sempre nel tempo la stessa opera autobiografica. Senza voler approfondire in questa sede la tesi dei semiologi-peraltro costante nel ribadire che ognuno di noi, nel corso della propria esistenza, è portato a recuperare i segni della memoria prenatale non si può non osservare che le forme espresse da Carlo Fantauzzi traggono forza da questa continua rivisitazione del sentimento originario della vita, in termini più o meno simbolici. Ha scritto il poeta Horderlin che “sovente chi interroga il suo cuore dice di quella vita che genera parola”. Da qui l’importanza di dare parola al momento epifanico dei festeggiamenti come nella città di Arpino gli amministratori e gli ammiratori danno parola ai quarant’anni dell’attività artistica di Fantauzzi dal momento che hanno un legamento con l’esposizione delle opere dell’artista che si ispirano proprio alla “semantica del mio caos”, come recita la tematica della rassegna. Per cui nella rivelazione di un’esperienza, consumata da Fantauzzi sui valori dell’arte e non sulle implicazioni sociologiche o psicologiche della vita, appare preminente il segnale sul rapporto semiotico tra segno e referente, atteso che la sua opera è alla ricerca dell’elemento occulto, da cui trarre deduzioni sul sentimento originario, senza trascurare il riferimento al segno linguistico, mantenuto tra il reale e l’immaginario, tra il significato e il significante. É necessario però aggiungere che i due estremi linguistici non sono asimmetrici, posto che l’artista se avesse privilegiato uno dei due poli avremmo, nel caso del significante,una incidenza di natura estetica e, preferendo il significato, una rilevanza dell’aspetto fisico e oggettivo, ossia di una realtà (natura o paesaggio) che si porrebbe fuori delle radici dell’underground. In effetti nella ricerca del segno originario della vita, che obbedisce ad un bisogno interiore, Fantauzzi non esplora il tempo lineare o presentificato della storia, ma piuttosto il Tempo sincopato, forse convulso, proprio di uno svolgimento lirico, in quanto sollecitato dal vivo desiderio e anche dal tormento di dare a se stesso la nicciana “giustificazione dell’esistenza”: una esistenza che non si prevede di serenità e chiarezza rappresentativa. D’altra parte nello svolgimento delle linee espressive, l’artista usa, accanto alle visioni pulsionali una tecnica funzionale o se vogliamo uno svolgimento meccanistico per cui assembla nei pannelli non solo quei contrari rivelati dalle forme inquietanti o dai cromatismi festanti, ma soprattutto segnali dai tratti metallici e dalle linee-forza che avvolgono e inchiavellano oggetti e reperti di uso comune, immergendoli in buchi neri. E questo a conferma che l’artista penetra e non descrive quel mondo sotterraneo che appartiene alla sfera del notturno e dell’inconosciuto. Si tratta del sole cosiddetto notturno che hanno intravisto i grandi visionari e che “el volgo volle chiamar notte”, ha rilevato il poeta Michelangelo, mentre invece “è quel sol che non comprende”. Invero l’artista, abituato a porre i riflettori vitali al centro di sé, cerca di far luce sugli elementi nascosti e districare il groviglio di linee e segni vettoriali, a prima vista non significanti, indirizzando il processo metamorfico verso quella forte concentrazione di immaginazione che coinvolge e che infine porta alla chiarezza. É risaputo che la coscienza di aver operato viene in un secondo momento, in quanto la metafora precede la logica, come ci conferma oggi la scienza e come aveva intuito il Vico, allorché ricordava che prima è il fare e poi il sapere di aver fatto. É da rilevare infine un’altra originalità della sua ricerca, insieme plastica e dinamica, rispetto alla tecnica di superficie dell’astrattismo storico, come si sa portata a ridurre gli aspetti del mondo sensibile in una forma non–oggettiva e non–figurata, laddove invece il discorso pittorico di Fantauzzi è diretto, più che alla riproduzione imitativa, al moto unitario del vedere e del sentire il mondo interiore. Attraverso infatti le moltiplicazioni delle risonanze timbriche e dello sconvolgimento dei ritmi andamentali delle sue composizioni, Fantauzzi modifica dall’esterno la natura delle forme, che si rivelano tra i colori brillanti segni verticali e la plasticità dei volumi, perseguendo il duplice intento, comunque unitario, di trasformare la metafora esistenziale attraverso toni visionari e nello stesso tempo di ascoltare i valori timbrici di quei colori, caldi e dinamici, che hanno contrassegnato i momenti di un’esistenza intensamente vissuti con l’arte. Luigi Tallarico

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IL MESSAGGIO Questa parola in disuso della pittura è chiaro. É questo essere uomo. Con i nostri corpi e sensi. Con la nostra anima. Dare senso al mondo anche nell’assenza di un “senso” nel caso di Carlo Fantauzzi il senso del “suono”, l’udito è “udire con gli occhi” nella percezione totale, della totalità. La pittura è per lui, la via dell’essere e l’immagine è ritmo cioè musica, che restituisce Essere al mondo. La totalità assoluta dell’essere non ha sensi è unita in un solo senso. Passeggia nei sentieri del bosco nella sua Arpino, nella vita di ognuno di noi c’è un Arpino anche se si chiama con altro nome, e vive l’emozione del suono come musicalità in quegli effetti di luce che trasfigurano la materia, la sciolgono in colore. É l’anima che comunica senza la mediazione dei “sensi” in questa atmosfera, come nel sogno senza parole, solo silenzio. Puó cosí evocare questo Stato, stato di Grazia e dar forma ai sogni, al mistero e al segreto della vita. L’Artista penetra, tavolta pericolosamente, nella profondità del mondo e della propria psiche… Lo sforzo disperato per liberarsi della “superfice” delle cose e penetrare la materia per svelarne le strutture ultime, l’Essere. Una grave crisi appare segnare pesantemente questo passaggio di Millennio, dell’uomo e di un suo destino, dell’arte e dell’estetica, in modo più diretto della pittura. Condizione “terminale” che vive l’ultimo stadio che è annuncio di morte. La domanda sul “senso” si fa struggente e il dubbio è già paura, presentimento di inutilità, nella difficoltà ad avere “fiducia” di se. In gioco c’è il destino dell’uomo in questa civiltà della tecnica, o forse più giusto parlare soltanto di società della tecnica e il futuro dell’Arte. Noi crediamo che la tecnica debba essere ciò che è sempre stata strumento dell’uomo e non potere autonomo che lo domini e che la pittura, l’arte in questo processo possa adempiere alla sua funzione, anzi con più necessità. É in questa prospettiva che abbiamo visto il lavoro di Carlo Fantauzzi un pittore per il quale la pittura assume un valore assoluto e quindi riesce a farcene sentire lo straordinario potere di verità. Diderot quando vuol far capire la natura nella pittura finge di scrivere la “Lettera ai Sordomuti” proprio perché i ciechi che percepiscono il colore attraverso la pelle i sordomuti che parlano con gli occhi in questo sviluppo di facoltà, ci guidano a ritrovare nella individua, assoluta realtà le forme e la totalità dell’Essere. Quale il senso di questo lavoro di Carlo Fantauzzi nella dimensione di realtà del mondo; nel confronto con tutte le diverse forme che assume la visione nello sviluppo impressionante delle nuove tecniche della comunicazione, i video, la Tv che è confronto tra due diverse esperienze, quelle che viviamo con i nostri sensi e quelle che vediamo nella mediazione virtuale nel piccolo schermo. Perdiamo la sfida delle immagini; perdiamo il corpo in una relazione sempre più terrena tra il corpo e l’anima, la materialità dell’immagine e la sua labile rappresentazione Eterea, per via etere, energia liberata e sottratta definitivamente alla gravità e al tempo. Imponderabile, ormai prossima al suo farsi luce e lanciata a superare la stessa velocità della luce. L’Arte, l’ultima pittura di De Dominicis o la ricerca in una luce del mondo che si spegne di Massimo Masci è vissuto e pensiero di questa condizione nella libertà o nel disagio, la perdita della vista o la sofferenza della psiche in radici e genesi ancora terribilmente oscure: “un’oscurità trasparente” di William Styron; un silenzio trasparente in questo voler diventare robot, liberato dal dolore dei sensi meccanico, inserito in un programma e non più prigioniero del “caso”. Vivere senza colori. Vivere senza vista. Vivere senza suoni. Vivere senza odori. Vivere senza tatto eppure voler vivere; fermarsi alla soglia del suicidio. Carlo Fantauzzi con determinazione, tenacia affronta la quotidiana avventura della vita, e ci sollecita a guardare il mondo con “Occhi lavati di fresco”, con il coraggio e la fiducia e la forza dell’amore, e qualsiasi dolore e privazione debba sopportare con una grande voglia e gioia di vivere, nella certezza di valori, questi si, regola di esistenza. Il mondo non è mercato; non tutto può essere valutato in termini di economia; ma in termini di libertà, di respiro che tra i suoi boschi scioglie i crampi del dolore alle ossa; le condizioni dei nervi, le ansie e ci fa sentire vivi nel corpo vivo della natura, in un cosmo con una nostra Ragione. In termini di bellezza, in ogni suo frammento, rivelazione di anima, “scintilla” di Dio che si fa amore ed esistenza. La sua pittura ci introduce nel labirinto; è immagine di questo labirinto; vive la vertigine che avvolge in un vortice le cose; è smarrimento di relazione, come quando la non parola congela la comunicazione e il gesto si carica di una insostenibile tensione. Un tubetto di colore, è tutto ciò che abbiamo per comunicare la presenza dell’essere; la liberazione dalla assenza e dalla solitudine. Elio Mercuri

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THE MESSAGE This old-fashioned word of painting is clear. It is this being men with our bodies and senses, with our souls. Giving a meaning to the world also in the absence of a “sense”. In Carlo Fantauzzi’s case, the sense of the “sound”, the hearing is “to hear with the eyes” in total perception of totality. According to him, painting is the path to the Being and the images is the rhythm of music, that gives back the Being to the world. The absolute totality of the Being has non senses and it is linked in just one sense. He walks through the paths of the wood at his Arpinon there is an Arpino in everybody’s life even if it has another name. He lives the emotion of sound as music in those effect of light that transfigure the matter and dissolve it in color. The soul evekes silence without the mediation of “senses” in this atmosphere, as in a dream without words. Thus, it can evoke a State, that is State of grace, and gives shapes o the dreams, to the mystery and to the secret of life. «The Artist, sometimes danderously, gets to the heart of the depths of the world and of the psyche…». The desperate effect of getting rid of the “surface” of things and penetrating the matter to disclose the utmast structures, the Being. A serius crisis seems heavily to point at the passing of the Millennium, of the man and of his destiny, of art and of Aesthetics, of painting in a more direct way. It is “terminal” condition, it is the last state and announcement of death. The quest about the “sense” becomes grieving and the doubt is already fear and foreboding of uselessness in beong self-confident in difficulties. Man’s destiny is involved in this civilization of technique, or maybe it is better to talk only of society of technique and future of Art. We believe that the technique has to be what has always been, a means of the man and not an autonomaus power to dominate him. We believe that painting and art can fulfil their function in this process, even with more necessity. In this perspective, we have seen Carlo Fantauzzi’s work. According to him, painting has absolute value and be can transmit us its extraordinary power of truth. When Deiderot wants to explain nature in the painting, he pretends to write his “Letter to deaf”, because blind people, that perceiv’e colours through the skin and talk through the eyes, drives us in finding again our individuality, the absolute reality and totality of the Being. Which is the meaning of this work by Carlo Fantauzzi in the dimension of the reality of the world, in comparison with all the different shapes that the vision assumes in the tremendous development of the new technique of communication, the video, the TV which is comparison between two different experiences, the ones we live through our senses and the ones we see through the virtual mediation of the small screen. We loose the challenge with images; we loose the body in a more and earthly relation between the body and the soul, between the materiality of the image and its weak Ethereal representation. Via air, energy is released and definitively subtracted to the gravity and to the time. His art is imponderable, it is very near to become light and it is launched to the same speed of light. De Dominicis’ last painting or Massimo Masci’s research in a light of the world that fades. All that real life and thougt of this conditions of freedom or of uncasiness, the lost of sight or the sufference of the psyche in such dark roots and births: “a transparent darkness“ by William Styron. A transparent silence in this desire of becoming a robot, that can be rid of pain because its senses are mechanical ones, and that can be part of a program and a prisoner of “events“. Living without sounds. Living without smells. Living without touch but wanting to live, stopping on the threshold of the suicide. Carlo Fantauzzi faces the daily adventure of life with his determination and his firmness. He urges us to look at world through “recent washed eves“, through the courage, through the trust and through the power of love. Every pain and privation have to be suffered with great joy of life, in the certitude of values which become rules for the existance. World is not a market; there are things which cannot be valued in economic terms; but something can be valued in terms of freedom, of breath that releases tha pain of the bones between the woods. It releases the nerves and the anxieties, so that we feel alive in the body, alive in the nature, alive in the cosmos with our Reason. And Beauty is a revelation of the soul in every fragment, a Good’s “spark” that becomes love and existence. Following his painting, we enter the labyrinth. His painting is image of this labyrinth. It lives in the vertigo which surrounds everything in a whirl. It is dismay of relation, as it happens when the non-word freezes communication and gesture averloads of an unbearable tension. A tube of color is the only thing we have to communicate the Being’s presence. It is the only thing we have to show the release from absence and solitude. Elio Mercuri

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MATERNITÁ Tecnica mista su tela 40x50cm MATERNITY Mixed technique on canvas 16”x20”

RIPRODUZIONE Tecnica mista su tela 40x50cm REPRODUCTION Mixed technique on canvas 16”x20”

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PACE Tecnica olio su tela 70x70cm PEACE Technical oil on canvas 28”x28”

ORNAMENTI CIOCIARI Tecnica olio su tela 80x80cm ORNAMENTS CIOCIARI Technical oil on canvas 32”x32”

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SIMBOLOGIA Tecnica olio su tela 30x40cm SYMBOLOGY Technical oil on canvas 12”x16”

MASCHERE Tecnica olio su tela 30x40cm MASKS Technical oil on canvas 12”x16”

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LE BAL DU MOULIN ROUGE Tecnica olio su tela 80x80cm THE DANCE OF MOULIN ROUGE Technical oil on canvas 32”x32”

FIGURA EMBLEMATICA Tecnina: Olio su tela 50x70cm EMBLEMATICAL FIGURE Technical oil on canvas 20”x28”

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“INDIANI D’AMERICA” FAMIGLIA SIOUX Tecnica olio su tela 80x80cm “AMERICAN INDIANS” SIOUX FAMILY Technical oil on canvas 32”x32”

ARPINO L’ARTE DELLA LANA Tecnica mista su tela 80x80cm ARPINO: THE ART OF WOOL Mixed technique on canvas 32”x32”

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LINGUAGGIO D’AMORE Tecnica mista su tela 60x80cm LANGUAGE OF LOVE Mixed technique on canvas 24”x32”

AMOREGGIARE Tecnica mista su tela 60x80cm DANCE OF LOVE Mixed technique on canvas 24”x32”

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LA DOLCE MORTE DI PAPA WOJTYLA Tecnica mista su tela 80x80cm THE DEATH OF POPE WOJTYLA Mixed technique on canvas 32”x32”

CONQUISTE Tecnina mista su tela 80x80cm CONQUESTS Mixed technique on canvas 32”x32”

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LA FORTUNA Tecnica olio su tela 60x80cm THE FORTUNE Technical oil on canvas 24”x32”

“FANCIULLEZZA” GIOCHI E SCOMMESSE Tecnica olio su tela 60x80cm GAMBLING GAMES AND CHILDHOOD Technical oil on canvas 24”x32”

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CAVALIERI “LA SFIDA” Tecnica olio su tela 40x50cm CAVALIERS “THE CHALLENGE” Technical oil on canvas16”x20”

FINIMENTI E BARDATURE Tecnica olio su tela 40x50cm ARMOUR AND HARNESSES Technical oil on canvas16”x20”

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RESURREZIONE Tecnica olio su tela 70x70cm RESURRECTION Technical oil on canvas 28”x28”

LA MIA VITA Tecnica olio su tela 70x70cm “MY LIFE” Technical oil on canvas 28”x28”

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ARCAICO Tecnica mista su cartone 17x24cm ARCHAIC Mixed technique on cardboard 7”x10”

FIGURE EMBLEMATICHE Tecnica mista su cartone 17x24cm EMBLEMATICAL FIGURES Mixed technique on cardboard 7”x10”

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MEMORIE DI VITA Tecnica olio su tela 60x80cm LIFE’S MEMORY Technical Oil on canvas 24”x32”

TSUNAMI Tecnica olio su tela 60x80cm TSUNAMI Technical oil on canvas 24”x32”

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BIOGRAFIA Nato ad Arpino (Frosinone) ITALIA Carlo FANTAUZZI incarna nel suo temperamento la storia ancestrale e la cultura di un luogo di antica civiltà. La pittura ritrova nella sua ricerca la sua necessità il suo essere, contro tante anticipazioni di fine e di morte, potere straordinario per le sue radici nell’emozione che anima l’immaginazione e diviene presenza dell’anima. Per Fantauzzi, privo dell’udito e della parola, l’occhio è tutto, è “senso” che ricompone l’armonia, dove la luce e il suono sono tutt’uno e la “mano” sogna e trova i segni della totalità. La sua ricerca spezza gli schemi della critica e dà emergenza a questo bisogno di essere, a questa energia umana che riscatta la pittura dalla mortificazione della critica e la recupera come valore, valore di vita. La dedizione totale, assoluta alla pittura diviene affermazione del potere umano di essere, oltre le false identità presenza, e dà esperienza guida per chi è nella sua condizione; forza di riabilitazione e terapia assurge a paradigma di verità, di autenticità, di anima: “codice dell’anima” in cui comunicabilità è immagine, è il linguaggio visivo. Con semplicità, tutto preso dal calore di una famiglia serena, di una vita tranquilla; a pesca nell’ordine dei giorni, vive il caos, il turbamento, la vertigine e difende le cose dal loro naufragio, dalla perdita con la stretta tenacia, di uomo di Arpino con la quale, trasforma la sofferenza in bellezza. É assurdo che la sua opera resti confinata nelle dimensioni della provincia, dalla volontà di fare e non trovi lo spazio che merita per i valori che esprime e per il messaggio di fiducia, di saper vedere che dà. Elio Mercuri

BIOGRAPHY Born in Arpino (Frosinone) ITALY Carlo FANTAUZZI personifies in his temperament the ancestral history and culture of an area that descends from an ancient civilisation. It is through research that his paiting brings its needs to life. Existence, opposing itself to finality and death,becomes an extraordinary power through the roots it has in the emotion that animates one’s imagination. It evolves into a presence of spirit, where light and sound are as one and the “hand” dreams about and subsequently finds symbols of entirety. His research fractures the usual approach of criticism, thus permitting the need of being to emerge, along with a human energy that is able to redeem his painting from the mortification of criticism and re-establish it as a principle of life.Total devotion, decisive in painting, becomes the assertion of human power in existence, manifest beyond false identity and giving guidance through experience to those who are in his condition. The force of rehabilitation and therapy soar high as a paradigm of truth, authenticity and spirit; “a code of spirit” in which communicability can be defined as image and visual language. It is within the peace and simplicity of his life and family that this artist from Arpino also lives the chaotic ferment of everyday existence, fighting against difficulties and transforming suffering into beauty.It is absurd that his work should remain within the boundaries of the provincial area, not able to find the space it merits through the values, message of faith and vision that it confers. Elio Mercuri

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Carlo Fantauzzi, nato ad Arpino (Frosinone) il 4 ottobre 1950, è rimasto sordo all’età di tre anni. Autodidatta ha iniziato la sua carriera nel 1968 vendendo tele a Piazza Navona (Roma). Dal 1970 partecipa alla vita artistica nazionale presenziando ad oltre 460 concorsi e rassegne dove si aggiudica numerosi primi premi e premi acquisto, dato il largo favore che il pubblico gli riserva. Anche la critica militante si esprime con favorevoli consensi e gli attribuisce premi importanti. Sono moltissime (più di 370) le mostre personali che allestisce con grande successo. Sue opere sono in collezioni pubbliche e private in Italia ed all’estero. Favorevoli recensioni su di lui sono apparse su quotidiani, riviste e libri d’arte.

1976

Roma (Campidoglio) - Premio Targa Argento (On. Giulio Andreotti)

1981

Roma - Premio “Oscar” per la Pittura

1987

Colleferro - Premio Speciale per la Retrospettiva del Ventennale

1993

Segni - Premio Trofeo dei Monti Lepini (opera dello scultore G.Cherubini)

1994

Roma - Premio Medaglia d’Oro 25° Anniversario

1998

Arpino - Premio Medaglia d’Oro alla Carriera

2002

Washington, D.C. U.S.A. - 2 medaglie d’Oro (Gallaudet University for Deaf Way II)

2006

Roma - Premio targa (III Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea Sordi)

2008

Arpino - Premio Medaglia d’Oro per il quarantennale della vita artistica (opera dello scultore

G.Cherubini)

Carlo Fantauzzi was born in Arpino (Frosinone - Italy) on October 4th 1950, he became deaf when he was three years old. He started his career in 1968 as a self-taught man selling paintings in navona Square (Rome). Starting from 1970 he has been taking part in the artistic life of the country attending more then about 460 competitions and exhibitions where he gained a lot of prizes becouse of his popularity. The critics too are enthusiastic about his work and he has won many prizes. Moany (more than 370) are the personal exhibition that he prepared with a lot of success. Some of his works are in public and private collection in Italy and overseas. Favourable reviews appeared on dailies, magazines and art book.

1976

Rome (Campidoglio) - Prize Medal Silver (On. Giulio Andreotti)

1981

Rome - Prize “Oscar” for the Painting

1987

Colleferro - Special Prize for the Retrospective of Twenty Years

1993

Segni - Prize Trophy of “Monti Lepini” (made by the sculptor G. Cherubini)

1994

Rome - Prize Gold Medal for his 25th Anniversary

1998

Arpino - Prize Gold Medal for the Career

2002

Washington, D.C. U.S.A. - Prize 2 Gold Medals (Gallaudet University for Deaf Way II)

2006

Rome - Prize Plate (III International Biennal of Deaf Contemporany Art)

2008

Arpino - Prize Gold Medal for the 40th Anniversary Career (work of art by the sculptor G.

Cherubini)

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ESPOSIZIONI INTERNAZIONALI 2000 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2003 2004 2004 2005 2005 2006 2009

Amburgo Lione Detroit Dearborn Washington, D.C. Toledo Chicago Brooklyn Pechino Vienna Londra Mosca Parigi Tokyo

(Germania) (Francia) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (Cina) (Austria) (Inghilterra) (Russia) (Francia) (Giappone)

INTERNATIONAL EXPOSITIONS 2000 2001 2001 2002 2002 2003 2003 2003 2004 2004 2005 2005 2006 2009

Hamburg Lione Detroit Dearborn Washington, D.C. Toledo Chicago Brooklyn Beijing Vienna London Moscow Paris Tokyo

(Germany) (France) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (U.S.A.) (China) (Austria) (U.K.) (Russian) (France) (Japan)

HANNO SCRITTO DI LUI

THE FOLLOWING PERSON HAVE WRITTEN ABOUT HIM Licino Boarini Alfonso Capocci Luigi Farina Attilio Freschi Renato Lamperini Umberto Mammi Attilio Mancini Carlo Marcantonio Elio Mercuri Gino Morbiducci G. Pericone Carlo Rebuzzi Mario Storari Luigi Tallarico 22


Carlo Fantauzzi Via Consolare Latina, 91 00034 Colleferro (Roma) Italia Telefono / Fax +39 06 9780968

Via Consolare Latina, 91 00034 Colleferro (Rome) Italy Telephone / Fax +39 06 9780968

www.fantauzzi.com email: info@fantauzzi.com

Art Directoring e Computer Grafica Art Directoring and Computer Graphics

WALTER FANTAUZZI SERVIZIO FOTOGRAFICO E FOTORITOCCO PHOTOGRAPHIC SERVICE AND PHOTO EDITING

ROBERTO COLACCHI - ENRICO BALLA COPYRIGHT CARLO FANTAUZZI © 2008 PUBBLICATO LUGLIO 2008 PUBLISHED JULY 2008


“L’intera iniziativa é stata promossa e realizzata con il patrocinio del Comune di Arpino (Fr), Assessorato alla Cultura” promosso su: www.arpinoturismo.it

“The whole event is sponsered and legal aid by Arpino (Fr) city and the Culture Assessorship” Promoted on: www.arpinoturismo.it

w w w . f a n t a u z z i . c o m info@fantauzzi.com


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