PORTFOLIO

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PORTFOLIO carlotta mazzi

mail: carlottamazzi@gmail.com tel: +393476809138



COTENT CV CURRICULUM VITAE P PROGETTI CONTAMINAZIONE DEL MARGINE, Tunisi. PAESAGGI MUTEVOLI, Valli di Comacchio. RISCOPRIRE, Ferrara. PAESAGGI URBANI, Rimini. LIVINCONTAINER, Bologna. PARCO URBANO, Bologna. LEAVES, Bolzano.

C

CONCORSI STRATIFICAZIONI, Piacenza.

W WORKSHOP ATELIER DEL MAR, scogliera Sant’Andrea.


CV CURRICULUM VITAE formazione 2011 laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Ferrara, voto 110/110 con lode. (settembre 2005 - marzo 2011) 2009 programma Erasmus 10 mesi presso Katholieke Universiteit Leuven, Belgio. 2005 maturità scientifica presso il liceo scientifico A. Righi, Bologna, voto 100/100.

esperienze professionali 2010 collaborazione con ASM (Association de la Sauvegarde de la Médina de Tunis) per la redazione del progetto di tesi, Tunisi. stage presso studio OQ project, Ferrara. collaborazione con Studio Tognoloni, Rimini. tutor in laboratorio di progettazione 2, Prof. P. Rava, Università degli Studi di Ferrara.

concorsi 2010 concorso Piazze per Piacenza (con studio OQ project).

partecipazione

concorso di riqualificaizone urbana di Poggio Berni, Rimini (con Studio Tognoloni).

primo premio

concorso fotografico Visioni Collettive, Ferrara.

primo premio

2008 concorso per studenti Urbanpromo, riqualificazione urbana Rimini.

partecipazione


workshop 2010 Rigenerazione Urbana, Ferrara. Architectural Design, Ferrara. 2009 Art Nouveau in Belgium: History and Conservation, Athens programme, Brussel.

pubblicazioni A.V., GenericittĂ , Aracne Editrice, Roma, 2011.

lingue inglese francese spagnolo

fluente discreto di base

programmi AutoCad, Photoshop, Illustrator, InDesign, AllPlan, Rhino, Cinema 4D.


P CONTAMINAZIONI DEL MARGINE anno: 2011 luogo: Tunisi pregetto di tesi, in collaborazione con ASM (Association de la Sauvegarde de la Médina de Tunis) Professori: D. Pini, F. Bejaoiu, A.Ravalli Il centro storico di Tunisi è costituito dall’accostamento di due impianti urbani ben distinti e riconoscibili, frutto di due tradizioni culturali e architettoniche diverse: la medina, il nucleo originale della città araba e la ville nouvelle, la città europea costruita sotto il protettorato francese. Nel corso del XX secolo, la medina ha perduto la sua centralità all’interno della vita cittadina e il suo posto privilegiato nell’immaginario degli abitanti di Tunisi come luogo di identità. Allo stesso tempo però, gli spazi pubblici dell’intero centro storico si sono recentemente affermati come scenografia di una serie di eventi culturali. Il progetto prende atto di questo crescente fermento culturale e ne asseconda l’inserimento negli spazi interstiziali tra la medina e la ville nouvelle, attraverso la creazione di una infrastruttura creativa innestata sul sistema degli spazi pubblici. La ridefinizione del margine mette a sistema due realtà lasciandone emergere una terza, luogo di scambio e rivitalizzazione.


La medina. La ville nouvelle. Il margine, nel mezzo.

“

What happens between each frame is more important than what happens on each frame.� N. McLaren


MOSAICO

Tunisi per secoli ha coinciso con la medina. Dalla nascita della ville nouvelle si è trasformata da unico nucleo a piccolo tassello del complesso mosaico che costituisce oggi la città di Tunisi.



ORIZZONTI

“Si può anche salire sul tetto e di colpo vedere gli innumerevoli tetti a terrazza della città. Si ha l’impressione di una spianata, e tutto sembra fatto di ampie gradinate. Vien da pensare che si può passeggiare sull’intera città.” E. Canetti



CONTAMINAZIONI

L’interfaccia tra medina e ville nouvelle viene contaminato: lo spazio pubblico e la vegetazione, elementi costitutivi della città francese, entrano nel margine riconnettendo le due realtà per scoprirne una terza, ibrida e attrattiva. La rete culturale, basata sulla pratica quotidiana della produzione artistica e artigianale, non rimane così un qualcosa di effimero, ma si pone come strumento per la creazione di nuove relazioni urbane rigeneratrici.

processo di contaminazione

area fondouks polo musicale RIQUALIFICAZIONE

spazi pubblici introversi e ricchi di vegetazione per ombreggiare

place de la victoire nodo accesso RICONNESSIONE l’acqua che scnede dalla medina viene incanalata per irrigare

kherba polo artistico-artiginale RIGENERAZIONE

aranceto


ARANCETO

place per concerti

boulevard


SCENOGRAFIA URBANA

La “kherba”, macerie in arabo, da vuoto indefinito e residuale diventa la scenografia urbana di rigenerazione del margine attraverso attività artistiche artigianali e un sistema di spazi pubblici che reinterpretano i modi di vivere medinali in chiave contemporanea.

livelli ibridi

Lo spazio pubblico si articola in due livelli: la corte, usata di giorno perché ombreggiata dagli aranci, e la terrazza, usata di sera poiché più fresca.

café

teatro

laboratori

LIVELLO 1

teatro

esposizioni

LIVELLO 0

Il blocco in cui si concentra la produzione e la rapprsentazione artistica viene modellato da un processo di scavo, così come appare essersi formata la forma urbana della medina.

visuali

Come nella medina, è solo dalla terrazza che si percepisce il paesaggio urbano.


TERRAZZA


P PAESAGGI MUTEVOLI anno: 2010 luogo: Valli di Comacchio, ex zuccherificio laboratiorio finale di progettazione Professore: A. Stella

La terra. L’acqua. L’argine come interfaccia. L’argine diventa non solo strumentale al contenimento dell’acqua del canale, ma è la matrice che struttura l’intera area. L’andamento delle maree diventa percepile poichè l’acqua viene lasciata entrare in un sistema di vasche a livelli differenti.

Space is process.”

O. Eliasson



La terra.

riconoscere le tracce

La terra delle valli, territorio paludoso che ha seguito diverse operazioni di bonifica che hanno segnato il territorio.


L’acqua.

paesaggio liquido

Le acque della laguna, dei canali, del mare, delle barene, delle saline. Colore, profondità e correnti definiscono un paesaggio dinamico e mutevole.

“ Il paesaggio è l’insieme di segni lasciati sul territorio che si sovrappongono ai segni propri della genesi del luogo, è un complesso sistema di profonde relazioni cui tali segni corrispondono. E’ texture, risultato di trasformazioni, che si presenta come sostanza dinamica che in ogni suo momento delinea segni, tracce della vita pulsante che accoglie [...] tali segni rappresentano la vita. Il moto che precede la vitaè rappresentato con chiari segni di energia, acqua, terra, fuoco, gravità, vento, fumo, segni prodotti dai movimenti tettonici, dalle eruzioni, dai processi di ersosione e sedimentazione.” Joao Ferreira Nunes


L’argine. come interfaccia tra terra e acqua

segni della trasformazione il processo di rottura dell’argine innesca una trasformazione nel paesaggio che permetta che l’acqua ricaratterizzi l’area bonificata

sostanza dinamica l’acqua entra ed esce in base alle maree, allagando gradualmente le vasche di altezze diverse


profonditĂ vasche

livello maree


serie sezioni dell’argine


teatro aperto sul paesaggio

DARSENA

darsena due argini, uno dalla cittĂ e uno dalla campagna qui si incontrano e sovrappongono offrendo livelli diversi di attraversamento e percezione del paesaggio

AA

BB


P RISCOPRIRE anno: 2010 luogo: Palazzo Tassoni, Ferrara laboratorio di restauro Professori: A. Alberti, M. A. Lolli Ghetti magazzino? galleria? naranzara? poi manicomio oggi rovina Riscoprire le identità e le fasi della vita di un edificio e rispettarle con un intervento silenzioso. La compresenza di fasi architettoniche successive e sovrapposte viene salvaguardata. Non si sceglie, non si riduce l’architettura ad una delle sue fasi passate. Si offre invece un’intervento che stimoli una comprensione della complessità della storia dell’edificio e ne lasci la scoperta individuale a chi lo vivrà domani. Il progetto si concentra su parte del Palazzo, costituito in realtà dall’accostamento di numerosi fabbricati di epoche successive.


Dietro tamponature murarie perimetrali si sono riscoperte pitture parietali di muse, risalenti probabilmente alla fase seicentesca. La disposizione regolare, ritmata da paraste ed aperture, fa intuire che fosse un’unico spazio galleria, oggi invece suddiviso in stanze da pareti trasversali.


coesistenza come svelare la galleria, uno spazio unico, senza negare la fase successiva che l’ha suddivisa in stanze voltate? Le pareti trasversali vengono tagliate in modo che, entrando, si possa avere una percezione prospettica della galleria da una parte, e delle singole stanze dall’altra.


duplice sistema di illuminazione che mette in luce il ritmo della galleria o le stanze illuminandone le volte.

duplice sapzialitĂ


P PAESAGGI URBANI anno: 2008 luogo: Rimini laboratorio di urbanistica e partecipazione al concorso Urbanpromo Professore: M. Venturi

La città. La collina. Un sitema verde di connessione. Trasformare il margine: non più segno di separazione, ma legame tra la città e la collina. Rimini si volta e si accorge di della potenza del proprio paesaggio collinare. Non più solo mare. Le aree verdi che caratterizzano questo bordo e che si intrecciano con l’infrastruttura, ora residuali e sconnesse, diventano parte di un sistema continuo.


Nei punti pi첫 problematici si interviene con strategie differenti in base ai caretteri dei contesti differenti: la trama, il cretto, le strips.


barriere città

colline

livello 1

livello 0

Ai margini della città, in aree residuali e sconnesse, si innesca un processo id ricucitura e connessione. L’infrastruttura viene integrata in questo sistema che si conforma come il paesaggio collinare aldilà dell’autostrada, facendolo penetrare all’interno dei confini urbanizzati.


ricuciture

strip città

colline

CENTRO COMMERCIALE

città

colline

ricucire


trama urbana

l’interfaccia tra il verde e il costruito individua nuovi spazi

CENTRO SPORTIVO


materia urbana

il suolo si frammenta e e crea un cretto di efici e percorsi


P LIVINCONTAINER anno: 2007 luogo: Bologna laboratorio di progettazione 3 Professori: A.Stella, P. Iotti

La ferrovia traccia del transito di merci. Un silos contiene e conserva merci abbandonato in uno stato di quiete apparente.

Il container racchiude il significato di movimento e contenitore di merci.

Il riuso è così duplice: come viene riutilizzato il silos, così si riusano i containers, provenienti da altri luoghi e installatisi fuori e dentro l’edificio. Il container si struttura come contenitore di attività, non più solo di merci, e diventa l’elemento caratterizzante lo spazio esterno ed interno, con logiche di installazione differnenti.


SILOS


00 MERCATO


TETTO RISTORANTE

02 LIBRERIA

01 MUSICA


prospetto ovest


sezione trasversale


P PARCO URBANO anno: 2007 luogo: Bologna laboratorio di progettazione 2 Professore: S. Zanichelli Un vuoto dimenticato e marginale viene riempito di significato perchè diventi un punto di incontro e relazione. Le principali funzioni publiche si affacciano sul parco urbano e sono connesse da una piazza coperta che integra gli edifici presistenti. Gli elementi strutturali ripropongono elementi naturali della foresta e della radura e sono progettati per sfruttare le risorse naturali come luce e acqua.

foresta artificiale

sezioni longitudinali del parco

parco centrale


SISTEMA ENERGETICO

luce pannelli fotovoltaici in copertura acqua i pilastri raccolgono l’acqua

illuminazione

piovana e attraverso un sistema di vasce e piscine viene usata per irrigare le aree verdi


EA

P L VES anno: 2006 luogo: Bolzano laboratorio di costruzione in legno Professori: A.Davoli

Un asilo che prende la propria forma e struttura architettonica dalla geometria della natura. Vivere la foglia: al di sopra, al di sotto, all’interno.

la struttura della foglia viene ripresa nella disposizione delle travi, delle pareti e della pavimentazione.

struttura in legno pareti e pilastri portanti un sistema di travi lamellari che seguono le nervature delle foglie.


livello 0

portico

livello 1

terrazza


C

STRATIFICAZIONI anno: 2010 luogo: Piacenza concorso Piazze per Piacenza collaborazione con OQ project Il concorso chiedeva di ridare qualità ad una serie di piazze posizionate lungo l’antico tracciato della via di pellegrinaggio chiamata Francigena. Il progetto si propone di evocare il tracciato medievale attraverso un’operazione di scavo, quasi archeologica, che mostri, al di sotto delle stratificazioni dei manti stradali successivi, il livello dell’antica via.



W ATELIER DEL MAR anno: 2010 luogo: Sant’Andrea, Bari workshop Architectural Design Professori: B. Soldner, M. Lüps

Form follows atmosphere?

Silenzio. Di tanto in tanto intinge il pennello in una tazza di rame e abbozza sulla tela pochi tratti leggeri. Le setole del pennello lasciano dietro di sè l’ombra di una pallidissima oscurità che il vento immediatamente asciuga riportando a galla il bianco di prima. Acqua. Nella tazza di rame c’è solo acqua. E sulla tela, niente. Niente che si possa vedere.

Acqua di mare, quest’uomo dipinge il mare con il mare.” S. Baricco, Oceano mare.

PERSONAGGIO


Scogliera di Sant’Andrea. Puglia. Italia.

LUOGO


pianta contesto

pianta atelier


Passon, il pittore, nel suo atelier cattura l’essenza del mare. Non ha bisogno di vederlo perchè è ascoltandolo che in un momento è possibile comprenderne l’immensità. Così, come un orecchio di Dioniso incastonato tra le scogliere, il mare inizia a finisce all’interno, nel momento dell’ascolto.

La tela è la parete, la tavolozza una conca sul parapetto che raccoglie l’acqua delle onde che si infrangono sulla scogliera.

piece

sezione


“Le Mépris.” Jean-Luc Godard,

www.youtube.com/watch?v=aUs4awmb3-o&


Contemp.

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ATMOSFERA


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