rivista

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sommario Introduzione Visione del design individuale/collettivo

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La definizione di design

Lettura immagini: oggetto + ricerca progettuale

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Il blocco degli schizzi

Gli strumenti del progetto: il disegno

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Tecniche di comunicazione

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Cambiare scala- il rilievo di un’oggetto

Alice moschin – collage immagini/parole chiave

Il pensiero (col)laterale

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Alex Rivoli

Ideazione/concept

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Visita al salone

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Jari franceschetti – il sughero come materiale

Luca Toniolo - analisi prodotti e concept per il salone

Redesign di un packaging

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Strategie di comunicazione/indesign

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Ricerca, analisi, scelta e redesign di un packaging

Alice moschin- ideazione e concept di una rivista

Percezione e colore

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Collage e colori

Progettare una sedia

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Design e comunicazione visiva

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Progetto, schizzi e concept di una seduta in cartone

Contenuti e analisi critica del testo

1 *Perceptions


introduzione

Un

corso come percorso

Inizia il viaggio! Con noi solo una valigia vuota da riempire di nuove conoscenze ed esperienze, che si affronteranno all’interno di un laboratorio, in cui le pratiche si configureranno come azioni di sperimentazione e di ricerca continua, dove sia i docenti sia gli studenti saranno impegnati a trovare soluzioni progettuali sul campo. In questo senso, potenzialmente, la didattica di design sarà interattiva, presupponendo un rapporto stretto tra docente/studente. La teoria potrà trasmettere dei saperi, la pratica dei metodi, modi, strumenti mentali e fattuali, competenze ovvero capacità di finalizzare il sapere ad un obiettivo specifico all’interno di contesti vincolati.

“SE NON SIETE CURIOSI LASCIATE PERDERE.” Achille Castiglioni

3 *Perceptions


design

Visione del design individuale/collettivo La definizione di design Il design nella definizione convenzionalmente indicata nel 1961 dall’associazione internazionale del design ICSID (International Council of Societies of Industrial Design) è la rielaborazione di un primo modello proposto da Tomàs Maldonado: “Il disegno industriale è un’attività progettuale che consiste nel determinare le proprietà formali wdegli oggetti prodotti industrialmente. Per proprietà formali non si devono intendere solo le caratteristiche, ma soprattutto le relazioni funzionali e strutturali che fanno di un oggetto un’unità coerente sia dal punto di vista del produttore che dell’utente.”

Se il design era la disciplina dell’invenzione funzionale ed estetica degli oggetti, nell’era della globalizzazione questa disciplina si emancipa dal suo prodotto per diventare sistema di pensiero, attitudine , ovvero problem solving, l’arte di organizzare le risorse in maniera tale da trovare la soluzione adeguata e sostenibile ad un problema di grande scala (Bruce Mau).

Tomàs Maldonado Nato a Buenos Aires nel 1922, Tomás Maldonado è professore ordinario di Progettazione Ambientale Politecnico di Milano. E’ stato professore alla Hochschule für Gestaltung di Ulm (RTF) dal 1955 al 1967 e rettore della stessa dal 1964 al 1966. Nel 1965, “Lethaby Lecturer” al Royal College of Arts di Londra. Nominato nel 1966 “Fellow” del Council of Humanities dell’Università di Princeton (USA). Dal 1967 al 1970 occupa la cattedra “Class of 1913” presso la School of Architecture dell’Università di Princeton. Dal 1976 al 1984 è stato professore ordinario di Progettazione ambientale alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Bologna.

4 *Perceptions

E se invece oggi ci venisse chiesto a noi di dare una definzione sul design, su cos è e qual’è il nostro punto di vista, saremmo in grado di rispondere? Questo è l’esercizio che ci è stato proposto di fare e ognuno di noi si è cimentato nello scrivere una definizione personale su che cosa intende per design. “ Il design è il punto d'incontro tra il passato e il futuro di un prodotto, tra le sue cause e le sue conseguenze, in cui convergono forma, senso e funzione. Fa prodotti capaci di parlare di se stessi: di informare sulle loro funzioni previste e addirittura di ispirare funzioni impreviste. Arriva a trasformare il prodotto in un fenomeno sociale dall'impatto superiore alle aspettative di chi lo ha fabbricato. Il design è progetto: guarda all'esperienza già fatta quanto all'esperienza che ancora si deve fare: per questo è il momento innovativo per eccellenza. E' progetto pensato a tutto tondo, dalla ragione industriale all'emozione estetica e alla ragionevolezza funzionale. Il design è il punto d’incontro tra visione, tecnologia e creatività. Non è più solo un mestiere. E’ l’attivazione interdisciplinare di sensibilità e capacità. E non è più solo un sostegno alla competitività delle imprese. Se riesce, è una risposta alla domanda, non del mercato ma della società: la domanda di senso.” Con le definizioni di ogni studente, è stata creta alla lavagna una mappa concettuale che ha distinto in diverse categorie il design.

5 *Perceptions


ricerca

Lettura immagini

oggetto + ricerca progettuale Come si fa una ricerca? La curiosità è il primo ingrediente per trovare tutti i tasselli che ci permettono di ottenere una ricerca stimolante. Pensate ad una specie di caccia al tesoro, dove voi siete l’avventuroso in cerca di indizi per arrivare alla meta. La meta in questo caso sono le immagini che riuscirete a scovare se sarete bravi, determinati, pazienti e organizzati. Bravi a trovare i documenti. Determinati a cercarli. Pazienti nel non scoraggiarvi se non trovate subito ciò che volete. Organizzatevi, se sapete esattemente cosa state cercando, la scelta delle fonti, dei libri giusti per arrivare ai contenuti che vi servono. Calibrando in modo opportuno questi elementi, il vostro lavoro sarà certamente adeguato alle aspettative e ne sarete soddisfatti. Le tappe operative nella fase di ricerca sono: raccolta > documentazione studio > analisi dei materiali raccolti elaborazione > strutturazione dei materiali

Nella fase di raccolta entra in gioca la ricerca bibliografica da effettuare in biblioteche, su riviste specialistiche, su quotidiani, su tesi.Subito dopo vi è l’indagine etnografica, cioè l’attivitwà di documentazione e ricerca empirica attraverso l’ osservazione partecipata di un contesto e la comprensione delle esperienze dei suoi attori e artefattiImportante anche la ricerca iconografica, attività di documentazione tramite immagini finalizzata alla restituzione dei contenuti in forma evocativa, iconica o esemplificativa.Nella fase di analisi dei materiali i dati raccolti sono sistematizzati e decodificati, i contenuti sono individuati in base agli obiettivi complessivi e selezionati secondo le specifiche di progetto. Nell’ultima fase di elaborazione viene scelta la modalità di formalizzazione dei contenuti che può essere una relazione/report attraverso uno schema articolato e codificato nelle dimensioni, in forma di racconto dove vengono elaborati i risultati in forma evocativa, simbolica, esemplificativa, piacevole, oppure possono essere scelte forme miste e articolate con immagini testo e schemi.

ricerca [ri-cér-ca] s.f. (pl. -che) 1 Azione e risultato del ricercare o dell'andare cercando: la r. del fuggiasco, dell'assassino; la r. di un libro in biblioteca, di un oggetto smarrito; fare, condurre, iniziare, abbandonare una r. 2 In campo scientifico, indagine o studio condotti con criteri di sistematicità per scoprire o approfondire fatti, fenomeni o processi . 3 Attività didattica consistente nel raccogliere, organizzare e valutare materiali su un tema assegnato.

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*Perceptions

*Perceptions


ricerca Il blocco degli schizzi L’argomento della nostra ricerca è stato il blocco degli schizzi. Il taccuino (anche quaderno,blocco note,blocco degli schizzi) è un piccolo libro con fogli di carta,bianchi o rigati,comunemente utilizzato per appunti o disegni.Era già diffusi in Europa tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo grazie al lavoro artigianale di una legatoria francese che riforniva le cartolerie di Parigi. Come documentano numerose collezioni d’arte e musei, questi anonimi taccuini erano molto usati dagli artisti delle avanguardie storiche in cerca di strumenti agili su cui dipingere e scrivere mentre si trovavano nelle strade, nei caffè, in viaggio.. Tra gli artisti del passato che utilizzavano taccuini troviamo Oscar Wilde, Vincent Van Gogh, Pablo Picasso, Ernest Hemingway e Henri Matisse. Oggi i blocchi per gli schizzi sono usati come strumento per giocare o sperimentare idee visive. Tutti possono usare un album da disegno per onorare e sviluppare la propria creatività. E’ una risorsa creativa personale che aiuta a godersi di più la vita.

In una seconda fase, invece, il compito è stato quello di realizzare un proprio blocco per gli schizzi, basandosi sull’indagine relativa a questo effettuata poco prima. La creazione del quaderno è partita dalla ricerca sulle dimensioni in cui si possono realizzare i taccuini: il più utilizzato, per questioni di comodità, è il formato A5, la metà quindi di un comune foglio A4. Per la rilegatura è stato scelto di utilizzare quella a filo refe o in brossura (poiché consente di ottenere un apertura del taccuino più ampia e permette di utilizzare carte di spessori elevati) che prevede la piegatura meccanica dei fogli, la distesa dei fascicoli e la loro raccolta in ordine progressivo.

Questi vengono poi cuciti (o fresati) e incollati; a questo punto viene loro applicata una copertina di cartoncino, che costituisce l’anima e funge da sostegno per l’intero quaderno. Come copertina esterna è stata scelto un tessuto in pelle nera, a cui è stato applicata una “clips” che permettere la chiusura e l’apertura del blocco. Il blocco degli schizzi nel suo risultato finale con copertina in pelle nera. Le parole chiave per identificare il blocco sono: -funzionale -elegante -sobrio

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*Perceptions

*Perceptions


disegno

Gli strumenti del progetto: il disegno Cambiare scala- il rilievo di un’oggetto Per disegno si intende comunemente un’immagine ottenuta attraverso un tracciato più o meno semplice su una superficie. Il principio di ogni attività disegnativa è la linea o tratto, a cui vengono spesso aggiunte parti chiaroscurali tratteggiate o sfumate, sommari tocchi di colore o lumeggiature (tocchi di luce ottenuti per mezzo di colori chiari su campi più scurì per rendere l’effetto di riflessi luminosi). Il tratto è spesso utilizzato come contorno di una forma, come limite di una superficie a cui si giunge attraverso un’astrazione. Nella realtà infatti, se osserviamo un viso o un qualsiasi soggetto, non vediamo immagini fatte di pure linee: queste sono dovute a un processo di astrazione che la nostra mente compie per poter semplificare le immagini che percepiamo allo scopo di riprodurle attraverso un tracciato.

10 *Perceptions

Il rilievo di un oggetto può essere definito come l'insieme di informazioni necessarie per consentire la ricostruzione dello stesso, In pratica, quando parliamo di rilievo di un oggetto, facciamo riferimento alla sua forma: parliamo, in sostanza, di rilievo "finalizzato". Per la redazione di un simile rilievo è indispensabile che l'utente conosca bene l'oggetto e, alla luce dello studio che intende effettuare, comunichi al rilevatore le informazioni da quantificare nel linguaggio grafico o numerico. Scopo dell’esercitazione è stato quello di imparare a disegnare un oggetto rilevandolo, per rendersi coscienti sul valore della forma in relazione al processo creativo che l’ha determinata.

11 *Perceptions


comunicazione

Tecniche di comunicazione Alice moschin

Comunicare è un bisogno primario, sia per l’uomo che per gli animali: una necessità vitale, se i considera che dalla capacità dell’uno e degli altri di trasferire efficacemente informazioni di natura diversa dipendono le possibilità che essi hanno di alimentarsi, di riprodursi, di essere riconosciuti come membri di un gruppo sociale, di garantirsi - al suo interno - una posizione precisa, di ottenere aiuto e sostegno. La comunicazione è un processo; essa, infatti, prevede l’interazione di due operatori che mettono in opera comportamenti ben determinati (di generazione di messaggi, di loro “traduzione” tramite un codice (una lingua), di loro trasmissione, di loro interpretazione, di loro comprensione al fine di raggiungere fini precisi in maniera interattiva e graduale. La comunicazione su carta, invece, implica un linguaggio fatto di testi,immagini, video, ecc. Se non capiamo a chi comunicare sbagliamo “alfabeto”. Comunicare implica sapere come utilizzare i testi o le immagini perchè chi legge l’ “alfabeto” possa recepire il messaggio. Comunicare implica sapere dove i testi e le immagini debbano essere letti, visti, stampati o pubblicati. Senza sapere ch i- come - dove non si ha una comunicazione strategica.

12 *Perceptions

Comunicazione la comunicazione è un processo volontario di trasmissione di informazioni di varia natura che – proprio sia degli uomini che degli animali – avviene tramite segnali codificati secondo regole note sia al mittente che ai destnatari; i segnali, una volta decodificati (codice), attivano una serie di processi interpretativi (interpretazione) e portano a comprensione. Il codice, dunque, è un elemento fondante della comunicazione.

Per il “chi” ci sono tre elementi, connessi fra loro, che sono la base della strategia della comunicazione visiva: il primo è il pubblico obiettivo (il cosiddetto target group). Chi vogliamo che reagisca al nostro prodotto? Chi sono i consumatori che rappresentano il maggior potenziale di mercato per la nostra marca? A questo punto occorre definire stili di vita, abitudini d’acquisto, tendenze culturali, comportamenti... e soprattutto, l’atteggiamento del consumatore verso la nostra marca. Si tratta, come abbiamo visto, di definire chi, come, quando e perché compra il nostro prodotto o servizio. Come secondo vi è il contesto concorrenziale: con quali prodotti o marche siamo in concorrenza diretta o indiretta? Quali altre marche o prodotti potremmo sostituire? Dove c’è un vuoto di mercato che potremmo riempire? Infine vi è il posizionamento di marca: come il pubblico percepisce, oggi, la nostra marca? come vorremmo che la percepisse domani, per effetto della nostra pubblicità? Le chiavi per il successo di una strategia dipendono per metà da ciò che abbiamo analizzato e deciso, e per metà da come lo comunichiamo. Un atteggiamento nuovo non si crea dal nulla. Ma, se sappiamo capire a fondo le esigenze del consumatore, possiamo cogliere qualcosa di nuovo che non si è ancora manifestato, una tendenza latente cui nessuno ha ancora dato gli strumenti adatti per esprimersi. Quando è possibile, questa è la strada che può portare a grandi successi.

13 *Perceptions


comunicazione Collage immagini/parole chiave

14 *Perceptions

E se volessimo creare una nostra rivista? Da che cosa partiremmo? Quali sarebbero gli argomenti su cui si andrebbe a trattare? Quale aspetto grafico dovrà avere? Quale sarà il nostro target di riferimento? Lo scopo della nostra esercitazione è stato quello di elaborare un collage, che racchiudesse al suo interno immagini in grado di far capire agli altri le nostre risposte alle domande precedentemente elencate. Il collage viene utilizzato per la realizzazione di opere di ogni livello (scolastico, ludico, artigianale, artistico, etc.) E’ prodotto per mezzo di sovrapposizione di carte, fotografie, oggetti, ritagli di giornale o di rivista. Queste opere o composizioni sono realizzate con l’utilizzo di materiali diversi incollati su un supporto che può essere di vario tipo ma generalmente rigido. Ogni studente, singolarmente ha dovuto comporre da uno a tre collage su supporto rigido. Il collage avrebbe potuto rappresentare diverse situazioni o soggetti. (es. un gruppo di persone all’interno di uno spazio, un gruppo di animali, o una persona singola). Il Collage, inoltre, ha dovuto necessariamente rispondere alle seguenti caratteristiche: foglio A3, obbligo della presenza della figura/e umana, utilizzo di carta sovrapposta , nessun utilizzo di mezzi digitali, possibilità di introdurre tecniche pittoriche.

Il collage vuole rappresentare il messaggio che dovrebbe avere la rivista: - sarà una rivista femminile - dovrà contenere al suo interno scritte e immagini con colori accessi - gli argomenti trattati al suo interno vertereanno sulla moda degli anni 60/70 e sullo stile vintage

15 *Perceptions


pensiero

Il pensiero (col)laterale Alex Rivoli

La radice del pensiero laterale è la constatazione che certi problemi richiedano, come approccio di partenza, di essere "guardati" da prospettive differenti... e poi, qualche volta, la soluzione non è unica e univoca. Il pensiero laterale è creativo e dinamico, ma è comunque puro ragionamento deduttivo. Un creativo viene influenzato da due fattori : l’ambiente (pressione psicologica, sociale e mediatica) e la costanza nell’esercizio. Vi sono vari metodi per (ri)creare osservando con occhi diversi : la decontestualizzazione di un oggetto o di una forma, la serializzazione,l’acca tastamento ecc. Un altro metodo è dimenticare nome e funzione di un oggetto

rendendolo onirico, cercando cioè un nuovo approccio tramite la variazione della forma o del materiale, per ottenenere un risultato diverso da quello di partenza. Da questo si può ottenere sia una trasformazione reversibile dell’oggetto, dove quest’ultimo viene utilizzato temporaneamente in un nuovo contesto (senza compromettere la funzione originaria), oppure una trasformazione irreversibile, dove l’oggetto viene modificato permanetemente per il suo nuovo scopo.

Trasformazione irreversibile di una sedia L’oggetto è stato modificato per assumere la funzione permanente di una libreria/scaffale. Più sedie agglomerate insieme e capovolte hanno dato vita a un nuovo oggetto.

Trasformazione reversibile di un lampada L’oggetto è stato modificato per assumere la funzione temporanea di un portaombrelli. Il paralume, tirato verso il basso e appoggiato sul pavimento, funge da “contenitore” per gli ombrelli.

Edward de Bono L'invenzione del pensiero laterale, o "lateral thinking" è attribuita a Edward de Bono, medico e psicologo che ha studiato a Malta, ai tempi della guerra. Con il termine pensiero laterale, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni, 16contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema.

*Perceptions

17 *Perceptions


pensiero Creare con la carta La carta è un materiale igroscopico, costituito da materie prime fibrose prevalentemente vegetali, unite per feltrazione (fenomeno che consiste nella salda unione reciproca delle fibre cellulosiche da una sospensione) ed essiccate, inoltre questo prodotto può essere arricchito da collanti, cariche minerali, coloranti ed additivi diversi.

18 *Perceptions

Essendo un materiale molto soffice ma anche resistente e forte allo stesso tempo, molto interessante è vedere come questo materiale può essere utilizzato per creare delle nuove figure. Un esercizio interessante è quello di trasformare, con ogni mezzo a nostra disposizione e molta inventiva, un comune foglio bianco e inespressivo in una forma del tutto nuova, utilizzando appunto il foglio bianco a nostra disposizione, oppure, oltre a questo, servirci anche di altri materiali cartacei come cartoncino, carta crespa, cartone, foglio lucido...... Per faciliatrci il lavoro potremmo fare uso anche di colla, forbici, pinzatrice e scotch ma sarà vietato l’uso di righello, squadre e compasso,, proprio per liberare totalmente la testa e uscire dagli schemi della geometria. Alla fine, i risultati che ne usciranno, saranno delle figure del tutto nuove rispetto al nostro pezzo di carta inziale. A queste forme potremo attribuire degli aggettivi che le rappresentano e perchè no, immaginarci che siano delle costruzioni future o dei nuovi oggetti che potremo, un giorno, utilizzare nelle nostre case.

Forma risultante dalla trasformazione di un unico pezzo di carta bianca. L’unica limitazione è stata quella di riuscire a trovare una figura che appoggiasse su tre punti, in modo da poter star ferma su un piano orizzontale.

Forma risultante dalla trasformazione di un foglio di carta bianca e un foglio lucido. I due tipi di carta sono stata arrotolati e, di seguito, tagliati con delle forbici e pinzati insieme.

19 *Perceptions


concept

Ideazione/concept Jari franceschetti

Il sughero come materiale Il sughero è un tessuto vegetale di rivestimento di origine secondaria, che riveste il fusto e le radici delle piante legnose nelle quali sostituisce l’epidermide, che viene lacerata dall’accrescimento secondario (diametrico) dell’organo. I pregi del sughero sono molteplici e non solo per l’uso di un materiale naturale, biodegradabile in caso di rimozione, per nulla tossico e riproducibile secondo un ciclo di una decina d’anni da parte delle querce da sughero, ma anche per le sue caratteristiche intrinseche. E’ leggero, isolante, termico, impermeabile, ignifugo, respinge topi ed insetti, anche bruciando non sprigiona gas tossici ed è inattaccabile

da funghi, batteri e tarli. Può essere riciclato e non inquina in nessun caso l’ambiente: nè la nostra casa, nè il territorio. Il sughero, per le sue caratteristiche, viene utilizzato nella produzione dei tappi per vini di qualità, nell’edilizia, nell’isolamento acustico, nell’industria dell’abbigliamento e calzaturiera, nell’arredamento e nell’oggettistica per la casa e nell’artigianato artistico in cui vengono creati oggetti e souvenir tipici destinati al turismo e altri oggetti d’uso comune. Il settore più importante di impiego del sughero è quello della produzione di tappi, 13 miliardi circa di pezzi ogni anno.

In sughero vengono quindi realizzati tanti oggetti per la vita quotidiana, molto utili. L’esercizio che ci è stato proposto di fare è stato quello scegliere un oggetto di design a nostro piacimento, analizzarlo e capire in quali parti della sua struttura sarebbe utile inserire del sughero, per migliorarne le caratteristiche tecniche e funzionali.

Impatto ambientale Secondo un rapporto del WWF si prevede che a seguito della crisi dell’uso del tappo in sughero e al conseguente abbandono dello sfruttamento economico dei boschi, nei prossimi dieci anni potrebbe andare perduto il 75% delle sugherete nel Mediterraneo occidentale, la perdita di circa 62.500 posti di lavoro e la scomparsa di specie già in via di estinzione.

Viste le ottime prestazioni come isolante termico, si è scelto di utilizzare il sughero per migliore le caratteristiche funzionali di una comune piastra per capelli. Il materiale, in questo caso, andrebbe a ricoprire il manico e le parti sovrastanti le piastre interne, poichè, in fase di utilizzo, tendono a surriscaldarsi e quindi sono difficili da tenere in mano, perchè risultano molto caldi al contatto. Il sughero tratterrebbe il calore fuoriuscente dalla piastra, evitando così inutili scottature durante l’uso di quest’ultima.

20 *Perceptions

21 *Perceptions


salone

Visita al salone Da martedì 12 a domenica 17 aprile 2011 la città si è preparata a riaprire, come di consueto, le porte all’arredamento e al design grazie all’evento più atteso dell’anno da architetti, designer e interessati del settore: il Salone Internazionale del Mobile, con i saloni ad wesso collegati, appuntamento di culto per tutti gli appassionati di design, architettura, moda e creatività a 360 gradi, che quest’anno

festeggia i 50 anni e il Fuorisalone, appuntamento che ogni anno vede un numero sempre maggiore di eventi in programma tra cui mostre, esposizioni e presentazioni di nuovi prodotti in giro per i quartieri della città; si tratta di un vero e proprio fenomeno che nasce fin dai primi anni ‘80 e che si sviluppa al di fuori dei consueti spazi espositivi fieristici del Salone.

Bovisa

il Salone Internazionale del Mobile garantisce ogni anno un’offerta merceologica di ampia qualità. I padiglioni 22 e 24, sempre aperti al pubblico a ingresso gratuito sono stati dedicati al SaloneSatellite, dove 700 giovani designer e 20 scuole internazionali sono stati i protagonisti della 14a edizione Il salone ha messo a disposizioni numerosi stand usati dai designer come vetrina per esporre i propri progetti, spesso autofinanziati. Il circuito Tortona Design Week, un luogo importantissimo per il FuoriSalone. Tra le variegate proposte, sicuramente una tra la più importanti è stata quella di Superstudio Più con il Temporary Museum for New Design, un progetto che, dal 2009 ad oggi, rivela possibilità sorprendenti grazie a collaborazioni tra brand internazionali, grandi nomi del design e sicuri talenti emergenti. Superstudio ha presentato tre progetti: Temporary museum for new design, Innovation/Immagination, Home and Spa design.

VENTURA LAMBRATE

RHO FIERA

FABBRICA DEL VAPORE Il circuito Ventura Lambrate 2011, è uno dei quartieri che negli ultimi anni ha catalizzato l’attenzione. Il processo di selezione degli espositori si è basato su principi di creatività, qualità, sperimentazione e contenuti. Ventura Lambrate 2011 ha posto un’ulteriore e maggiore attenzione sui concetti di diversità e internazionalità.

22 *Perceptions

TORTONA

Duomo

23 *Perceptions


Ideazione progetto

salone

I maggiori problemi riscontrati dai visitatori sono stati quelli legati alla stanchezza, sposstezza, la necessità di sedersi ogni tanto, visto i numerosi stand e quartieri da visitare a piedi. Si è scelto dunque di progettare una seduta in grado di essere chiusa per poter essere infilata dentro ad un tubo, per poter essere comodamente trasportata all’interno di questo.

Luca Toniolo

Analisi prodotti e concept per il salone

La complessità del mondo moderno sta aumentando sempre di più, per questo c’è sempre più bisogno di soluzioni semplici, per non complicarci la vita, ma anche funzionali, per far fronte all aumento della richiesta e delle aspettative. C’è bisogno dunque di semplicità e funzionalità nella progettazione. L’esercizio che ci è stato proposto questa volta era basato proprio su questi due concetti: il lavoro che ci è stato assegnato è stato quello di analizzare l’ organizzazione dell’intera fiera di Milano(gestione degli spazi – affluenza - risorse – servizi – smaltimento ecc…), osservare come tutta la città viene influenzata dall’ evento, osservare chi affluisce , come ci arriva , che mezzi utilizza , che abitudini ha , che tipo di persona è, che servizi vengono offerti ai visitatori. Individuare abitudini , bisogni , stili e comportamenti del target in relazione all’ ambiente osservato, che bisogni ci sono , che soluzioni esistono ed eventuali problemi ancora da risolvere, per poter cosi cogliere al meglio tutti gli spunti forniti e decidere che come e dove intervenire, cosa poter creare per poter migliorare la visita alla fiera.

24 *Perceptions

buon design è il minor design possibile. Dieter Rams, Il Dieci principi per un buon design, “Domus” n° 748/1993 La nostra unica possibilità reale è il ritorno alla semplicità. A mio modo di vedere il più importante principio del design è tralasciare tutto ciò che non è importante, e quindi sottolineare le cose importanti. È compito importante del designer, forse il più importante in senso sociale, contribuire alla riduzione del caos in cui siamo costretti a vivere. Il maggior difetto del design secondo me sta alla radice. La libertà di riflettere sull’uso che possiamo fare del progresso tecnico. Ovviamente non ci sono risposte semplici a questa domanda, ma qui si cerca di mettere in discussione l’uso reale dei risultati di questo lavoro profondamente tecnico. In particolare, se si considerano i prodotti destinati alla vita quotidiana, ciò significa mettere in discussione se un nuovo prodotto sia davvero necessario. Il vecchio prodotto si è dimostrato ancora sufficientemente utile oppure si tratta di un miglioramento ragionevole? Ci siamo assuefatti all’idea dell’avvento di un mondo in cui la tecnologia sarà in grado di soddisfare tutti i nostri bisogni e permetterà agli uomini di compiere errori senza pagarne le conseguenze. Ciò di cui abbiamo bisogno è una comprensione più approfondita della tecnologia. Dato che quest’opinione è comunissima tra coloro che confondono il linguaggio con la cultura, dobbiamo riflettere su dove sta veramente la lacuna culturale. La vera cultura non è arrogante ma modesta e onesta. Ma la modestia è molto difficile da trovare! (…)

Concept finale

25 *Perceptions


packaging

Redesign di un packaging Il packaging è uno strumento di comunicazione diretta con il potenziale acquirente, spesso unico elemento di distinzione e di attrazione per prodotti simili per tipologia e caratteristiche. Ogni tipologia di prodotti richiede una confezione adeguata, che tenga conto delle necessità di contenimento e protezione, e che abbia anche una funzione estetica e di comunicazione. Il progetto del packaging non può però prescindere dall’idea di sostenibilità della confezione, un concetto che

26 *Perceptions

presuppone ormai un’attenzione che va al di là della semplice ecologia dei materiali. Una corretta idea di packaging sostenibile ha a che fare non solo con i materiali ma, anche, con le modalità con cui tutto il processo produttivo e di commercializzazione del prodotto. Porre la questione della sostenibilità del progetto grafico è importante affinché si creino le condizioni economiche che rendono tali scelte vantaggiose anche dal punto di vista dei costi, oltre che dell’attenzione all’ambiente.

L’ esercitazione che ci è stata assegnata è stata quella di rinventare un packging per un prodotto esistente, avente già una sua confezione, rispettando, però, i princicpi di sostenibilità legati al meno accumulo di rifiuti e al meno uso di materiale.

Packaging olio aceto comprato in autogrill, con un costo molto elevato. Le dimensioni sono: altezza 25 cm, diametro 9 cm. I materiali della confezione sono: rotolo di cartone, carta stampata, colla adesiva, gomma piuma, lamierino.

Il re-design del packaging scelto è una nuova confezione di olio aceto spray avente un costo nettamente inferiore al precedente.Le dimensioni sono: altezza 10 cm e larghezza 20 cm. I materiali usati per la realizzazione della confezione sono: cartone ondulato, e foglio trasparente, senza l’aggiunta di colla adesiva. I vantaggi del nuovo packaging sono l’uso ridotto dei materiali utilizzati e il conseguente diminuimento del costo.

27 *Perceptions


indesign

Strategie di comunicazione indesign Alice moschin

Ideazione e concept di una rivista

28 *Perceptions

L’impostazione grafica di una rivista richiede un approccio molto differenziato perché dipende dal target di riferimento. Può essere molto chiassosa, ricca di fotografie e con una grafica predominante, ma può anche essere sobria, professionale, elegante, con pochi elementi che abbelliscono il tutto. Il progetto grafico di una rivista è strettamente legato al suo progetto editoriale, per cui definire quali elementi la caratterizzano, quali sono le sue rubriche, qual è lo scopo che si prefigge e come intende raggiungerlo influisce in modo determinante sulla fase di ideazione e sull’impaginazione del periodico. Gli elementi costitutivi di una rivista sono: la definizione del target, chi legge la rivista? L’attività focalizzata, dove il lettore si mette comodo, si immerge nella lettura e assorbe tutti i contenuti in maniera altrettanto focalizzata. L’ispirazione, dove i lettori considerano la loro rivista preferita alla stregua di un “amico fidato”, una “fonte di ispirazione”, uno “status symbol”. Infine l’integrazione con la pubblicità. In media, più della metà dei lettori passa all’azione dopo aver letto un messaggio promozionale, o si forma un’opinione più favorevole riguardo all’inserzionista.

L’esercitazione ha previsto l’ideazione e il concept della propria rivista (riferimenti, esempi, analisi, ecc.) el’elaborazione del lay-out grafico tramite indesign della stessa. Come mi prima cosa si è partiti dalla scelta del nome per la rivista. Il nome che si è scelto, dopo uno studio accurato, è stato quello di Perceptions, perchè il nome suggerisce le percezioni che si provano quando un’ idea affiora e contiene in sè tutto il potenziale del suo divenire. Si è deciso di utilizzare per le pagine un formato rettangolare UNI a4. A seguire si sono scelti i contenuti e la grafica: c’è una struttura alla base di ogni impaginato, che viene chiamata gabbia.La gabbia che si è scelto di utilizzare, cambia per ogni argomento che si è deciso di trattare. Le uniche impostazioni usate, sono state quelle di utilizzare sempre gli stessi margini entro i quali fare arrivare il testo, di scegliere di inserire il titolo di ogni articolo nella pagina sinistra di lettura e sempre alla stessa altezza e di posizionare le foto di ogni esercitazione nella pagina destra. Per finire con il progetto grafico, è stato impostato lo stile di testo, sempre uguale per ogni articolo e i colori di quest’ultimo, che si dividono in nero per il testo degli articoli, marrone chiaro per i titoli principali e bianco per le didascalie.

29 *Perceptions


colore

Percezione... e colore Collage e colori La percezione del colore va intesa come un evento rivelatore di una dinamica emozionale profonda, che dipende dalle caratteristiche personologiche del percepiente. In altri termini, la tavolozza cromatica interna dipende non solo dal nostro modo di percepire i colori esterni, ma anche dalla nostra specifica modalità di rivisitare emozionalmente gli stessi. Questo in relazione ad un approccio psicologico che mette in primo piano la biografia personale piuttosto che gli accadimenti culturali. Ciò non toglie che la libertà di elaborazione personale dei percetti non sia totale, poiché il soggetto è vincolato da determinanti socio-storico-culturali, che vanno debitamente tenute in conto e che danno un certo spessore di credibilità a valutazioni quali quelle emergenti dai clinici che si servono di test come quello del colore. Così con i colori si sono provate a comporre, con il metodo del collage, delle tavolette cromatiche, diverse le une dalle altre, a seconda della richiesta specificata nell’esercizio.

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Il primo esercizio ha previsto delle composizioni cromatiche per tonalità: bisognava scegliere 2 colori fra alcuni indicati e comporre per ciascuno di essi una tavoletta ( < A4), costruendo una griglia reticolare a maglia quadrata (tipo 3 x 3 o 4 x 4 cm), in cui inserire (solo) frammenti di immagini a colori (tagliate da giornali e riviste) che potevano offrire percezioni e suggestioni del significato del colore scelto. Nel secondo esercizio, invece, bisognava scegliere 2 concetti fra alcuni indicati e comporre per ciascuno di essi una tavoletta, uguale a quella dell’ esercizio precedente, in cui inserire frammenti di immagini a colori, che potevano comunicare e suggerire il concetto scelto. Infine, nell’ultimo esercizio, si doveva scegliere fra 2 colori tra quelli indicati e comporre per ciascuno di essi una tavoletta, con le stesse caratteristiche delle altre due, in cui si dovevano inserire frammenti di immagini esclusivamente in bianco e nero capaci di descrivere il colore scelto.

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Progettare una sedia

Progetto, schizzi e concept di una seduta in cartone Con il comune cartone da imballo si possono realizzare diversi oggetti per la casa. Uno di questi potrebbe esseere, per esempio, una sedia. Ed è stato proprio questo l’ultimo compito che ci è stato assegnato: realizzare una seduta in cartone in scala 1:1, in grado di reggere il nostro peso, di essere funzionale e semplice da montare, ma, anche, esteticamente piacevole alla vista. In una prima fase si sono buttati giù gli schizzi e le idee preliminari, dopo di che, sulla base di ques’ultime, si è realizzato il modellino della sedia in scala 1:2. In una seconda fase, invece, si è realizzata la seduta in cartone in scala 1:1, seguita dalle sue istruzioni per l’uso, riguardo a come montarla in pochi e semplici passi. E’ stato un reale progetto di design, che ha visto la collaborazione di un gruppo di persone, impegnate a creare un oggetto, partendo da sole e semplici idee preliminari, fino ad arrivare alla vera e propria realizzazione di questo e chissà, magari un giorno, alla sua commercializzazione....

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