Accademia di Belle Arti di Bologna
faustolupettieditore.it
i t i n e r a n t e
Attualmente il team è composto da:
Barbara Ceciliato, Claudio Rosi, Rosetta Termenini, Annalisa dall’Oca.
Gianluca Ferrari Graphic & Web Designer
Fausto Lupetti Editore
Grazia Magri
Barbara Ceciliato Director
Claudio Rosi Curatore
Pietro Lenzini Curatore
Alice Zannoni Critico
Rosetta Termenini Critico
Annalisa dall’Oca Critico - Giornalista
CHE MAGICA ATMOSFERA SI RESPIRAVA IN QUELLE SERATE... LE MOSTRE ORGANIZZATE NELLA PRIMA CASAGALLERY, LA MIA, UNA PICCOLA FACTORY BOLOGNESE LA MIA GIOIA OGGI È VEDERE CONCRETIZZATA E CRESCIUTA QUESTA FAVOLA GRAZIE A CHI CI HA CREDUTO TANTO.
WHAT A MAGICAL ATMOSPHERE SURROUNDED US DURING THOSE EVENINGS... WHEN WE PLANNED ART EXHIBITIONS IN THE FIRST CASAGALLERY, MINE, A SMALL FACTORY IN BOLOGNA. MY JOY TODAY IS TO SEE THAT FAIRY TALE GROWING AND BECAME MORE REAL EVERYDAY. THANKS TO THOSE WHO BELIEVED IT SO MUCH.
Grazia Magri
Grazia Magri
i t i n e r a n t e
CASAGALLERY ITINERANTE Siamo partiti nel 2007 come ospiti della casa di Grazia Magri: Casagallery. L’esperienza è iniziata in vicolo Cattani 4/b, all’interno di un luogo domestico, direttamente su strada, ma a più livelli, particolarmente stimolante, tanto da essere pensato come luogo in cui depositare progetti artistici intriganti, impegnativi. Abitato da chi con piacere condivideva l’idea di essere contaminato, d’interagire e condividere con l’arte contemporanea.il proprio menage quotidiano. Tutte caratteristiche ottimali per realizzare un “site specific” per giovanissimi artisti, ancora studenti o da dopo diplomati all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Si sono così succedute una serie di mostre nelle quali i linguaggi dell’arte sono stati utilizzati tutti, a volte miscelati, ma mai scomposti, bensì raffinati e creativi, dalla pittura al video, dalla performance all’installazione sonora, sotto la guida allestitiva di Claudio Rosi. Poi, succede che si cambia, si traslocca e, nell’idea di mantenere attiva una modalità di “fare arte” nella quale si è acquisita esperienza, s’incontrano altre dimore, altri luoghi che soddisfano l’ingorda necessità che gli artisti hanno di sperimentare, di spostarsi, di essere itineranti. E così, il progetto iniziale si sviluppa ulteriormente: nel 2010 Casagallery passa dall’habitat che non ha nulla a che fare con un posto per mostre, ad un luogo che invece d’arte si alimenta: uno studio-abitazione d’artista. Collocato al 2° piano di via S.Felice, 33, questa volta gli scalini fanno la differenza: uno studio per Casagallery dove la condivisione si fa più complicata, l’acuratezza, l’equilibrio espositivo più complesso. Ma questo diventa più stimolante, gli eventi espositivi che si susseguono, sempre con protagonisti i giovani dell’Accademia, raccolgono un grande interesse del pubblico. Ed ora, per la Giornata del Contemporaneo 2011, si è progettato di attivare una duplice visibilità artistica, con un doppio percorso di sedi espositive. Rodati dalla precedente esperienza, lo spostamento creativo e fisico di “Casagallery Itinerante” si allarga nel proporsi ad essere ospitata, temporaneamente, anche in un altro spazio: la galleria Tedofra, in via Belle Arti 50, con un altra mostra di un nuovo gruppo di esordienti artisti. Anche in questa occasione viene messo in scena una collettiva di giovani che si esprimono con un “fare arte” dai molteplici aspetti: installazioni, composizioni, di pittura, fotografia, grafica, fumetto e scultura. Nella sede di S. Felice si prosegue invece proponendo una video-performance di un’artista proveniente, per scelta progettuale dei curatori, da un percorso di formazione accademico e già con un ottimo curricumum artistico. In questo contesto diventa spontaneo citare anche chi ha collaborato, nel tempo, a questa interessante avventura artistica di Casagallery Itinerante: Grazia Magri, Claudio Rosi, Pietro Lenzini, Alice Zannoni, Rosetta Termenini, Gianluca Ferrari, Annalisa Dall’Oca, con i loro contributi e le loro testimonianze. Barbara Ceciliato
We started in 2007 as guests of the house of Grazia Magri: Casagallery. The experience started in the alley Cattanei 4 / b, a place within the home, directly on the road, but built in different levels, particularly stimulating, as to be thought of a place to submit art projects, intriguing, challenging. Inhabited by those who gladly shared the idea of being contaminated, to interact and share their everyday with contemporary art. All optimal features to create a site specific exhibition for young artists, graduates or even students of the Academy of Fine Arts in Bologna. They succeeded so a series of exhibitions in which the languages of art were used all, sometimes mixed but never broken, refined and created from painting to video, from performance to installation, always under the guidance of Claudio Rosi . Then it happens that changes comes, we moved, and the idea of maintaining an active mode of making art in which we gained experience, meet other houses, other places which satisfy the greedy need for artists to experiment, to move , to be traveling. And so the initial design is developed further: in 2010 Casagallery moves from occupy a place that has nothing to do with a place to organize exhibitions, to a site that instead feeds itself of art: a study that is also home of an artist. Located on the second floor of Via San Felice 33, this time the steps make the difference: a study for Casagallery where sharing becomes more complicated, the accuracy and balance display become more complex. But this becomes more challenging, exhibition events to follow, as always with the young Academy students, who collect a large public interest. And now, for the Contemporary Day 2011, we designed to activate a dual artistic vision, with a double-path venues. Been run by previous experience, creative and physical movement of Casagallery traveling widens in proposing to temporarily be housed in another area: Tedofra gallery, in via Belle Arti 50, with another exhibition of a further group of rookies. Even on this occasion is staging a exhibition group of young people who express themselves with various aspects of making art, installations, compositions, paintings, photography, comics and sculpture. In via San Felice instead, we continued proposing a video performance of an artist from an academic training program, who already had a great art curriculum. In this context it becomes natural to mention also those who collaborated in time, to this interesting artistic adventure of traveling Casagallery: Grazia Magri, Claudio Rosi, Pietro Lenzini, Alice Zannoni, Rosetta Termenini, Gianluca Ferrari, Annalisa Dall’Oca, with their contributions and their testimonies. Barbara Ceciliato
CASAGALLERY : IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI Alla richiesta di Barbara Ceciliato e Claudio Rosi se volessi scrivere un breve testo su Casagallery, in occasione della pubblicazione del catalogo, non ho potuto dire di no; anzi, senza esitazione e pur tra mille difficoltà dovute ai miei impegni, fin da subito, mi sono posta l’obbiettivo di essere presente con il mio scritto. Per questo il testo, nella sua forma embrionale, è stato concepito come riflessione personale e non come impegno: è uno scritto pensato tra la nenia di treni che vanno, tra spostamenti in bici, tra azioni quotidiane che rientrano senza tanto clamore nella routine quotidiana. Insomma Casagallery mi appartiene nella forma più intima di esperienza chiave che ha “battesimato” il mio percorso professionale e come tale è proprio come il primo amore: non si scorda mai! In effetti, alla telefonata di Barbara, la sensazione è stata come quella di essere stati chiamati dal primo fidanzato per ritrovarsi, dopo tanto tempo in serenità a raccontarsi, a fare bilanci, senza rimpianti e con gli occhi che brillano di gioia per l’altro. Esattamente come il primo fidanzato Casagallery ha rappresentato per me la possibilità di esercitare fisicamente il mio amore per l’arte. È con Casagallery che ho cominciato nel 2008: da lì il mio primo testo critico, l’inizio della circolazione della mia firma (cioè del mio pensiero), l’incontro con giovani artisti (allora studenti sconosciuti e oggi artisti avviati)... le prime mostre che ho seguito sono state possibili grazie alla fiducia che Barbara e Claudio hanno riposto in me. Per questo li ringrazio e sono felice di avere l’occasione di farlo pubblicamente in un’occasione che celebra l’arte e in primis i successi di Casagallery dopo tre anni dall’avvio dell’esperienza espositiva. Vorrei ringraziare anche Grazia Magri (titolare del ristorante Mascarino che fu felice luogo di incontri creativi e tana di intellettuali ed artisti) che ha accolto con spirito mecenate l’iniziativa del ciclo di mostre d’arte di giovani artisti facendo si che la propria abitazione privata, nel mitico vicolo Cattani 4/b a Bologna, diventasse spazio espositivo e prima sede eponima del progetto. Con affetto e profonda riconoscenza mi volto a guardare il mio recente passato, sorrido e senza la nostalgia carica di malinconia che nasconde forse rimpianti, sono felice di essere stata parte di Casagallery! Poi mi riproietto verso il futuro e credo che beh... quello che ho pensato potrebbe essere un ottimo spunto per il testo di questo catalogo! Alice Zannoni
CASAGALLERY : THE FIRST LOVE YOU NEVER FORGET Barbara Ceciliato and Claudio Rosi asked me to write a short letter about Casagallery, to celebrate the publication of the catalog and I could not say no to them: indeed, without hesitation, although with great difficulty due to my commitments, I immediately have set the goal of being present with my text. For this job, in its embryonic form, was conceived as a personal reflection and not as a commitment: I wrote my thought close to the noise of the trains leaving,| traveling by bike, between my everyday actions that fall into my day without fanfare. Because i feel that Casagallery belongs to me in the most intimate experience, it baptized my career and as such as a first love is never to be forgotten! In fact, the phone call from Barbara remembered the feeling like having been called by my first boyfriend to find each other, after so long time, to talk with confidence, making budgets, without regrets and with eyes that sparkle with joy for the each other. Just like first love, Casagallery represented for me the possibility to exercise physically my love for art. And ‘with Casagallery I started in 2008: from there i wrote my first critical text, my signature began to be known (that’s my thinking), meeting with young artists (students then unknown artists, and now famous) ... and the first exhibitions that have followed have become reality thanks to the confidence that Claudio and Barbara have placed in me. For this I thank them and i’m happy to have the opportunity to publicly thank them, on one occasion that celebrates the arts and achievements of Casagallery, after three years from the exhibition experience. I would like to thank Grazia Magri (Ceciliato the owner of the restaurant Ceciliato which was a happy place for meetings and creative lair of artists and intellectuals) who, patron spirit, welcomed the initiative of the cycle of exhibitions of art by young artists making hers an an exhibition space and venue of the project. With affection and deep gratitude I look back at my recent past, I smile and without charge of melancholy longing that hides perhaps regret, I am happy to have been part of Casagallery! Then I come back into the fuvvture and I believe that well ... this, I thought, might be a good starting point for my text for this catalog! Alice Zannoni
CASAGALLERY IN RETE L’arte itinerante assume varie forme, e si plasma sugli spazi delle stanze abitate di persone diverse che lasciano i segni del loro vivere quotidiano. Come può l’arte più di così compenetrarsi con la vita? Si parla spesso di arte e vita, ma ora con questa nuova forma espositiva, “Casagallery”, entra e trasforma i significati, i valori dello stesso fare arte. Forse è l’arte che si cerca? E si ritrova negli spazi già contaminati dalla vita delle persone. L’artista in questo modo non è lasciato solo; la contaminazione lo arricchisce verso un nuovo e diverso atto intuitivo che plasma il suo modo di comunicare. Il percorso itinerante di “Casagallery” si evidenzia come un percorso ampio, di ricerca di relazioni, di accostamenti a nuovi luoghi dell’arte. L’artista dissemina i propri progetti nel tempo e nello spazio. Individua un gioco di relazioni, di avvicinamenti pur sempre enigmatici tra i diversi linguaggi dell’arte. I luoghi del percorso restano, però, luoghi di un itinerario mentale, di una memoria, di un intento. Le opere divengono interlocutori di un dialogo. In questo modo l’arte lascia il posto ad una consapevole molteplicità, che non disgrega più i saperi e i rapporti tra le persone, ma viene assunta come base del progetto. L’arte per trovare la sua strada assume il transito, il passaggio o meglio l’attraversamento e quindi il mutamento, come pratica concreta. I luoghi sono spazi inesplorati, ed è compito dell’artista calarsi e spostarsi continuamente al loro interno, mutandoli in un “paesaggio” mai visto. Lì, è in un rapporto con le cose che si definisce la fisicità dei dettagli. Dalle dimore di appassionati d’arte che hanno concesso i propri spazi intimi per riscoprirsi in nuovi modi di vivere, agli studi di artisti, come quello di Claudio Rosi, fino ad arrivare all’esposizione in rete, in cui le varie opere sono accessibili via internet, creando una sorta di distanza intima tra i fruitori di tutto il mondo informatico. Questo nuovo modo di comunicare porta nuovi messaggi e nuove tecniche multimediali di espressione che modificano e portano nuovi significati alle opere online. Questo nuovo modo di comunicare, porta con sé l’imparare ad abitare, ad interloquire con l’architetto di quella dimora che con certezza l’ha progettata pensando all’uomo e alle sue esigenze. L’artista entra in contatto con la nostalgia di un progettista, con quella del proprietario, con se stesso, con la memoria dell’epoca storica a cui risale lo spazio costruito e dunque con un’epoca. Il tempo, lo spazio, la storia, la memoria si compenetrano ricomponendosi nell’universo culturale dello spettatore. Gli artisti operano in vari modi utilizzando vari linguaggi, dalla pittura, alla fotografia, ai video, e ancora installazioni e ricerche performative che catturano l’essenza di quei luoghi nuovi. Casagallery ha al suo attivo molte esposizioni, tra cui cito alcuni titoli: “On the tipe of the tongue”, “Ho trovato solo le teste”, “Memorie blu”, “Sleeper”, “Senza vestito”, “Legami”, “8 al verde”, “Lups art”, “Copertetta”, “I would like a white cover”, “Sottopelle” ,“ La Repubblica di Galeano”, “Sincronico”. Rosetta Termenini
CASAGALLERY ON THE NET The traveling art takes many forms and shapes itself on the spaces of rooms inhabited by different people, who leave signs of their daily lives. How can art be interpenetrate more with life? We often talk about art and life, and now with this new kind of exhibition Casagallery enters and transforms the meanings, the values of the same art making process. Maybe it’s the art search for itself? It is found in areas already contaminated by human life. The artist in this way is not left alone; contamination enriches him to a new and different intuitive act that shapes the way he communicates. Casagallery highlights the route traveling a wide path, reporting researches, combining art with new places. The artist spreads its projects in time and space. Locate a game of relationships, approaches still enigmatic among the different languages of art. The locations of the trail remain, however, places of a mental route, a memory, of an intention. The works become interlocutors of a dialogue. In this way, art gives way to a conscious variety, which does not disintegrate the knowledge and relationships between people, but provides new basis for the project. The art, to find its way, assumes the transit, or better, the pass and then the crossing change as a concrete practice. The sites are unexplored spaces, and artist’s task is to descend and join them, changing them in an unknown landscape. There is a relationship with the things that define the physical details. From the homes of art lovers who have given their intimate spaces to rediscover new ways of living, to artists’ studios, such as Claudio Rosi’s, until you get exposure on the network, in which the various works are accessible via Internet, creating a kind of intimate distance between computer users around the world. This new way of communicating brings new messages and new media techniques of expression that change and bring new meaning to the works online. This new way of communicating helps learning how to live, to speak with the architect who designed that dwelling thinking about man and his needs. The artist comes into contact with the nostalgia of a designer, to the owner, himself, with the memory of the historical epoch in which the space was built and thus with time. Time, space, history, memory penetrate recombining cultural universe of the viewer. The artists work in different ways using various media, from painting to photography, video installations and research and still performing that capture the essence of those places. Casagallery has many exhibitions to his credit, including some titles I quote: “On the tipe of the tongue”, “Ho trovato solo le teste”, “Memorie blu”, “Sleeper”, “Senza vestito”, “Legami”, “8 al verde”, “Lups art”, “Copertetta”, “I would like a white cover”, “Sottopelle” ,“ La Repubblica di Galeano”, “Sincronico”. Rosetta Termenini
CASAGALLERY : L’ARTE ITINERANTE CAMMINA PER LA CITTÀ Casagallery non è solo uno spazio espositivo o un gruppo di persone che hanno fatto dell’arte una scelta d’interessi fondamentali. È una realtà che produce, ispira e porta alla nascita di opere fatte di tutti i linguaggi visivi, siano quindi pittoriche, scultoree, installazioni video, audio, prosa o musica. È l’arte stessa che, sin dalla nascita di questa galleria site specific, si mescola con gli ambienti in armonia e sinergia, creando nella location un “clima diverso”. Nata come abitazione privata che si trasforma in una vera e propria esposizione, Casagallery si è evoluta in questi anni, dal 2007 ad oggi, divenendo itinerante. Viaggiando per la città e spostandosi, con attenzione, incontrando nuovi luoghi ma mantenendo la capacità di integrarsi in perfetta armonia. Portando i giovani artisti che espongono con l’associazione in altre case, poi in studi d’artista, in atelier, incontrando sempre nuove location capaci di diventare parte dell’installazione stessa. Ma questa caratteristica, così particolare e importante per il risultato espositivo, non viene a caso. Deriva da un accurato studio degli spazi e dei luoghi, in modo che tra questi e l’artista non vi sia mai attrito. Solo allora il giovane espositore prepara un progetto e crea l’opera. Nasce in una cornice che viene assorbita, in una sorta di processo biunivoco dove l’influenza è reciproca e senza soluzione di continuità. E questa concezione, questo modo di fare arte riprende l’essenza di chi Casagallery l’ha pensata, organizzata, artisti che hanno messo la loro esperienza, anche come insegnanti, a disposizione di giovani con un buon curriculum espositivo e accademico. Claudio Rosi è un nome ben noto a livello nazionale, con partecipazioni internazionali. Pittore, scultore e utilizzatore di linguaggi multimediali, Rosi, nel 2011, ha fatto parte del team del Padiglione italiano alla Biennale dell’Arte di Venezia, curato da Vittorio Sgarbi. Barbara Ceciliato ha esposto ed espone tutt’oggi in gallerie private, spazi pubblici con mostre, rassegne e personali. All’artista sperimentatrice, che alterna diversi stili e diverse tipologie di arte visiva in maniera fluida e profondamente comunicativa, affianca l’insegnante. Infatti sia Rosi che la Ceciliato insegnano all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, la “prima casa della cultura cittadina”, dove molti giovani ogni anno si diplomano e si affacciano nel complesso e meraviglioso panorama artistico italiano. Annalisa Dall’Oca
CASAGALLERY : TOURING ART WALKS THROUGH THE CITY Casagallery is not only an exhibition space or a group of people who have made art as a choice of fundamental interest. It is a reality that produces, inspires and leads to the creation of works made of all visual languages, so are painting, sculpture, installations, video, audio, drama or music. It is the art itself, which, since the birth of this gallery site specific, blending with the environment in harmony and synergy, making the venue a “different climate”. Founded as a private home that turns into a real exhibition, Casagallery has evolved over the years, and since 2007 became itinerant. Travelling around the city and moving, carefully, meeting new places but retaining the ability to integrate in perfect harmony. Bringing the young artists who exhibit among association’s activities in other houses, then artist studios, show rooms, always encountering new locations that can become part of the installation itself. But this feature, so special and important exhibition for the result, is not by chance. It derives from a careful study of the spaces and places, so that between them and the artist there never are frictions. Then the young exhibitor prepares a project and create the work. Born in a frame that is absorbed, in a sort of two-way process in which the influence is reciprocal and without any interruption. And this view, this way of making art captures the essence of the way Casagallery is organized, artists who have put their experience as teachers, available to young people with a good curriculum and academic exhibition. Claudio Rosi is a name well known nationally, with international investments. Painter, sculptor and user of multimedia languages, Rosi, in 2011, he joined the team of the Italian Pavilion at the Venice Biennale of Art, curated by Vittorio Sgarbi. Barbara Ceciliato is well known herself thanks to numerous private and public exhibitions, festivals and personal where she presented her works. Artist experimenter, alternating different styles and different types of visual art in a fluid and deeply communicative, alongside being a teacher. Fact that both Rosi and Ceciliato have in common, since they teach at the Academy of Fine Arts in Bologna, the “first town house of culture”, where many young people graduate each year and face the complex and wonderful Italian art world. Annalisa Dall’Oca
VIDEONOTE - 2012 CASAGALLERY Itinerante, “site specific” per giovani artisti, estende la sua modalita’ espositiva di occupazione di luoghi diversi dell’ambito cittadino, al laboratorio artistico R.C. BOX im BAU di Roberta Cavallari. Dopo aver coinvolto ed occupato case private, gallerie d’arte, studi d’artista, hotel, musei, Casagallery condivide, per l’ottava giornata del contemporaneo, un luogo espositivo “in progress”, uno spazio laboratoriale dedicato alla realizzazione di progetti multiculturali, collocato in un ampio ed attrezzato immobile seminterrato. Per il 6 d’ottobre 2012, viene proposta una rassegna di video dal titolo “VIDEONOTE”, prodotti da un gruppo di studenti provenienti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna: Paola Baccigalupo, Federica Barbieri, Yana Drumeva, Giulia Giannerini, Sara Menegatti, Margherita Righini, Martina Scattaglia, Maurizio Secchi, Alice Vignoli. Ogni artista ha realizzato per l’occasione diversi lavori, non con lo scopo di seguire un tema specifico, ma di mettere in scena creatività e capacità dell’uso del linguaggio multimediale nel campo delle arti visive. La selezione delle opere, è stata seguita da Claudio Rosi, artista e curatore di Casagallery Itinerante. Viene proiettata inoltre la video-perfomance “Restando Umani” di Roberta Cavallari, artista e responsabile dello spazio che, per questa manifestazione, collabora con Casagallery Itinerante all’evento promosso da AMACI. Barbara Ceciliato
Via Boldrini 12W Bologna
LA FORESTA NERA La Villa settecentesca densa di storia e arte, apre le porte all’arte contemporanea che vedrà protagoniste Alessia Lusardi e Rosetta Termenini nella performance dal titolo “La Foresta Nera”. Le attrici di questo evento performativo sono due giovani artiste presenti nella programmazione degli eventi organizzati da CASAGALLERY con un curriculum di molteplici partecipazioni a mostre nazionali. Nella Sala della Meridiana le autrici esporranno inoltre le loro opere di fotografia che documenteranno le loro precedenti performances, nella mostra dal titolo “RIC-AMAMI”. La voce di una bambina che, in tedesco, legge la ricetta originale per preparare la torta “la Foresta Nera”, una donna seduta a terra col suo “pranzo” e all’altro capo di una lunga tovaglia bianca, il suo Dybbuk. Le due performers sono unite dalla stessa linea bianca che
VILLA SPADA BOLOGNA CHE... FESTIVAL! A cura di Max Martelli
2012 le copre come un abito, un abito che appare come prolungamento di se stesse e contemporaneamente la superficie su cui risiedere e riporre gli oggetti. L’impatto scenico colpisce lo spettatore creando una tensione costante e descrivendo in un modo del tutto originale l’attaccamento (Dybbuk in ebraico) di quest’anima errante al corpo. Dai due lati dell’abito-superficie, le figure reagiscono una all’altra quasi simmetricamente ripetendo i medesimi gesti: si truccano in modo continuo e ossessivo per lasciare un segno, una traccia sugli oggetti che si trovano di fronte a loro, prima di gettarli generando un rumore stridente. I gesti sono rapidi e nervosi, la precisione via via scompare e diviene impeto incontrollabile. Poi la voce della bambina d’improvviso s’interrompe. Il silenzio a questo punto riempie lo spazio e accoglie l’emozione, attraverso la metafora dell’abbraccio. Rosetta Termenini Alessia Lusardi
CASAGALLERY ITINERANTE Viala Spada Museo della Tappezzeria Via Casaglia, 3 Bologna
CASAGALLERY ITINERANTE I Portici Hotel Bologna Via Indipendenza, 69 Bologna
HOTELUSSO - 2012 “I Portici Hotel Bologna” ospita CasaGallery, site specific per giovani artisti dell’ Accademia di Belle Arti di Bologna, a cura di Claudio Rosi e Barbara Ceciliato, e propone la mostra: HoteLusso. Gli artisti raccontano una parte del loro vissuto, attraverso diversi mezzi e supporti, cambiando la percezione degli spazi in cvui espongono rendendoli più confortevoli, intimi. Paola Baccigalupo crea nuove relazioni con le persone a lei più vicine dipingendo sui loro corpi per poi fotografarli; Federica Barbieri ha scelto la fotografia per mostrare oggetti quotidiani che, decontestualizzati, guarsati con un’altra attenzione, si rivelano meno familiari e più seducenti; Monica Lasagni introduce nei ritratti di donne, a lei care, alcune ciocche di capelli, segno indiscusso della femminilità, ma anche del tempo che passa; Diego Capitani propone, attraverso la fotografia e la performance, un modo alternativo di vivere gli ambienti, anche quelli più inusuali, modificando quindi il concetto di partecipazione; Jaleh Nezamdoust e Sogol Yousefiavarzaman, creano tele aggettanti reiterpretando elegantemente i tessuti del loro paese di origine; Valeria Talamonti presenta una sua visione di Bologna attraverso ironici ritratti fotografici; Alice Vignoli coinvolge lo spettatore in una dimensione ludica, di forme morbide e colori caldi, proprie degli oggetti che pullulano nei suoi dipinti e nelle sue sculture; Giuliua Giannerini e Margherita Righini intervegono sulla fotografia con la grafite e la penna creando nuove possibilità di narrazione; Elena Cerrini, attenta ad ogni minimo tratto e dettaglio, lavora minuziosamente su piccole superfici. Il programma comprende inoltre: una rassegna di proiezioini video degli artisti segnalati e di Yana Drumeva, Sara Menegatti, Martina Scattaglia, Maurizio Secchi; la performance itinerante “LUXURY” di Federica Barbieri, Martina Scattaglia, Sogol Yousefiavarzaman; la performance “UNKNOW” di Diego Capitani; la performance “ACID MOON- FUTURE FREQUENCIES” di Maurizio Secchi e Adriano Forestieri; e, nel Salone delle Feste, la performance “LA FORESTA NERA”, di Alessia Lusardi e Rosetta Termenini. Ginevra Russo
CASAGALLERY ITINERANTE Galleria Tedofra: Via Belle Arti 50
TOMOMI TAKAMATSU - 2012 FINGERPRINTS Le opere che compongono FingerPrints parlano della vita quotidiana legata a una tradizione, quella giapponese, che si rinnova attraverso il contatto con la cultura Occidentale. È il racconto della vita personale e delle radici culturali che compongono la personalità dell’artista e dello spettatore che vi si specchia. Come un pennello lascia una traccia sul foglio attraverso un gesto sicuro della mano, così con la sua manualità l’uomo lascia un segno della sua opera attraverso il tempo e lo spazio. FingerPrints richiama l’impronta delle dita sul mondo che ci circonda, l’importanza che ha per la nostra vita quotidiana e per lo sviluppo della nostra cultura. L’opera di Tomomi Takamatsu è fortemente legata all’impronta lasciata dalle tecniche manuali sulle tradizioni culturali: l’imprinting della raffinata cultura giapponese non può che essere evidente, ma si arricchisce della scoperta di nuovi punti di vista dovuti all’esperienza dell’artista in Occidente, che fin dall’infanzia l’ha portata in America e poi in Europa. In Italia, in particolare, ha trovato altre tradizioni artistiche con cui confrontarsi, permettendole di recuperare una propria sensibilità che si stava perdendo nell’esagerata mole di informazioni di una grande metropoli come Tokyo. In un mondo dove ogni individuo è sovrastato da informazioni continue, tutto rischia di diventare superficiale. La ricerca dell’artista diventa quindi aprire gli occhi per osservare con il proprio cuore, fino a elaborare la visione attraverso le mani. Il recupero delle tradizioni dell’artigianato artistico è fondamentale per l’artista, perché le permette di ridare nuova vita alla tecnica, troppo spesso abbandonata in funzione di un risultato immediato. In Giappone, la tecnica è sempre stata il mezzo essenziale attraverso cui raggiungere l’arte, perché solo con la perfezione tecnica si può fare arte: è lo stesso concetto alle origini del pensiero greco, dal cui termine téchnê (arte) deriva anche technikòs (tecnico), ovvero “conforme all’arte”. Mentre in Giappone i maestri di arti manuali diventavano Ningen Kokuh (Tesori nazionali viventi), in Occidente si è andato perdendo il senso stesso della trasmissione dei saperi e delle tecniche. Per l’artista giapponese realizzare un’opera vuol dire osservare l’essenzialità della forma e, con un unico gesto manuale, agire sulla materia con, allo stesso tempo, un’attenzione estrema e una precisa intenzione. Per questo Tomomi Takamatsu ha seguito un percorso di studio e ricerca in Italia, alle radici della storia dell’arte e del design, influenzata dalla contaminazione tra mezzi espressivi e tecniche artistiche differenti. Attraverso lo studio della tradizione musicale e artistica ha quindi recuperato una propria sensibilità spirituale ed estetica, perché dallo studio di ciò che è stato lasciato dagli antichi possiamo capire quali sono il nostro stile e gusto personali. Luca Della Casa
FEDERICA BARBIERI DARIO SCALA MARTINA SCATTAGLIA ANGELO MASSARO SOGOL YOUSEFIAVARZAMAN
FEDERICA BARBIERI SOGOL YOUSEFIAVA DARIO SCALA MARTINA SCATTAGL ANGELO MASSARO
PERFORMANCE ARTE FIERA - 2012
Martina Scattaglia espone una scultura fatta di corda e colla, creando così’ un nuovo tessuto che spalma direttamente sul suo corpo. Nel video vediamo la vestizione dell’artista che si mette tre cappi di corda in tre posizioni diverse del corpo. Sogol Yousefiavarzaman su un tessuto a sfondo verde, ricama con il filo color oro, un nodo di lettere con l’alfabeto Iraniano. Una volta disteso, il vestito diventa parametro da ammirare. Dario Scala, si traveste e ci mostra una performance ironica e inquietante che pone i limiti tra l’uomo e l’animale, tra il videogioco e la sua identificazione nella nostra esistenza. La finzione si confonde con la realtà come modulo ripetitivo che dipinge anche nei suoi quadri. Ironia e inquietudine pone i limiti tra l’uomo e l’anfibio. Yana Drumeva, nel suo video, scolpisce con fili leggeri di metallo che appesi diventano veri solo se vicini alla loro ombra e alla sagoma misteriosa delle mani che li hanno costruiti. Sara Menegatti espone se stessa da piccola, con tutte le sue debolezze e dolcezze, attaccata ad un’infanzia da cui non si vorrebbe distaccare che tiene stretta tra le mani. Marta Pezzucchi tra fumetto e iperbole, espone uno sguardo lontano che ha come sfondo un paesaggio indefinito. Jaleh Nezamdoust disegna con la tecnica della china creando libri dipinti in tutte le loro pagine con un tipo di decorazione all ove. I disegni ricordano storie metafisiche, fantastiche, di personaggi lontani dalla realtà’. Le copertine sono finemente ricamate in tutta la superficie con un’ossessione per il tutto pieno. Margherita Righini espone due figure in bianco e nero che se ne vanno. Partono per un viaggio, camminano e sperano di trovare qualcosa altrove. Tutti gli artisti che hanno progettato sculture-abito, indosseranno la loro opera durante tutte le inaugurazioni degli eventi, divenendo essi stessi parte integrante della loro stessa creazione. Alla Tedofra Art Gallery, l’artista-performer Giapponese Tomomi Takamatsu, unirà nel suo lavoro i linguaggi della moda e dell’artigianato per arrivare all’installazione ambientale. Il ricamo e’ protagonista delle sue opere. Presenta altresì’ centinaia di pellicole ricamate. L’artista realizzerà una performance sonora dal titolo ‘Liberty’, durante l’inaugurazione dell’evento che si terrà martedi 24 gennaio alle ore 19. Rosetta Termenini
CASAGALLERY ITINERANTE Show-room: F.LLI BROCHE Via Del Rondone 2/E
Video proiezioni: FEDERICA BARBIERI YANA DRUMEVA GIULIA GIANNERINI SARA MENEGATTI MARGHERITA RIGHINI MARTINA SCATTAGLIA
SHELL - 2012
JALEH NEZAMDOUST DARIO SCALA MONICA LASAGNI MARTINA SCATTAGLIA GIULIA GIANNERINI ANGELO MASSARO FEDERICA BARBIERI SARA MENEGATTI
IDENTITÀ IN TRAMA Anche quest’anno Casagallery “Itinerante”, propone per Arte Fiera Off 2012, quattro eventi artistici all’interno di spazi pubblici e privati. In via San Felice 33, al secondo piano nella Casa studio di Claudio Rosi, vedremo Attack 1, sempre in via San Felice, ma al piano terra del 33/a, all’interno dello Show Room “Lulu Talune”, verrà allestito l’evento Attack 2, in via del Rondone 2/e nello Show Room dei F.lli Broche, si potrà vedere Shell e alla galleria d’Arte Tedofra, in via Belle Arti,50 si potrà visitare la mostra FingerPrints. Gli eventi contamineranno le varie arti tra sculture, installazioni, pittura, video performance e saranno visibili durante la White Night Arte Fiera Off, sabato 28 gennaio, aperti fino alle ore 23. Gli artisti partecipanti provengono da più nazionalità, si sono formati all’Accademia di Belle arti di Bologna ed espongono sotto un denominatore comune: lo spazio, l’ interpretazione del l’ambiente con cui dialogano che può essere la casa, lo studio o la galleria, ma mai allontanandosi dal loro sentire quotidiano, dalla loro ricerca personale e intima. Un percorso che si snoda e si riflette guardando le loro opere installate. Giulia Giannerini non esita a ritornare al passato, mostra un ricordo molto vicino al suo vissuto, fotografie di comodini antichi. Li fotografa così’ come li trova, segni del passaggio di un’altra persona. Federica Barbieri s’incorona. Un atto più che esplicito di soggettivismo e autocelebrazione della propria identità. L’oggetto del rito è un collare di metallo color argento ed è costruito dall’artista manualmente. È forse una gabbia? Con un chiaro riferimento alla cerimonia della tribù dei Padaung, le cui donne vivono con collari in ottone che provocano allungamenti del collo. Monica Lasagni crea un indumento intimo, una coulotte, fatto di capelli e di ricordi, in cui all’estremità troviamo un ciondolo non identificabile. Il riferimento al femminile è esplicito. Anche Angelo Massaro ci sembra un nuovo stylist, vuole lanciare una nuova moda o la memoria di una moda passata, ma se guardiamo attentamente, l’abito maschile è statico, non ha vita, sembra in un riposo eterno, in un silenzio metafisico. Annalisa Dall’Oca
CASAGALLERY ITINERANTE Show-room: LULU TALUNE Via San Felice 33/A
Video proiezioni: FEDERICA BARBIERI YANA DRUMEVA GIULIA GIANNERINI SARA MENEGATTI MARGHERITA RIGHINI MARTINA SCATTAGLIA
ATTACK 2 - 2012
FEDERICA BARBIERI MONICA LASAGNI ANGELO MASSARO JALEH NEZAMDOUST SOGOL YOUSEFIAVARZAMAN DARIO SCALA MARTINA SCATTAGLIA MARGHERITA RIGHINI MARTA PEZZUCCHI
Arte Fiera Off 2012 sarà quindi una nuova tappa di un lungo e affascinante viaggio nei sospiri di un’arte contemporanea che esiste ma che al contempo è un continuo divenire, un essere che si plasma nel tempo e ne respira le influenze, che si evolve e muta come mutano i giorni stessi della nostra epoca. Così la tempera macchia la tela come fosse una penna che descrive un cambiamento, e lo scatto blocca un istante che però trascende il momento stesso in cui viene creato, per resistere immanente alle influenze effimere e temporanee della realtà moderna. Gli artisti protagonisti dell’esibizione, Giulia Giannerini, Federica Barbieri, Monica Lasagni, Angelo Massaro, Martina Scattaglia, Sogol Yousefiavarzaman, Dario Scala, Yana Drumeva, Sara Menegatti, Marta Pezzucchi, Jaleh Nezamdoust e Margherita Righini non solo esporranno i loro lavori (oggetti, vestiti, accessori…), ma li performeranno con l’ambiente. Riempiranno la cornice solida dello spazio con pensieri e idee evanescenti, ma concreti e tangibili perché racchiusi dalla materia. Alla mostra parteciperà anche TOMOMI TAKAMATSU, artista e visual stylist giapponese scelta da Casagallery proprio per questa occasione, protagonista di una personale appassionante e multiculturale. Di formazione accademica, Tomomi unisce in maniera avvincente il mondo della moda e quello dell’artigianato artistico per mostrare l’impronta del processo creativo con l’utilizzo di più linguaggi, dalla performance all’installazione ambientale. Annalisa Dall’Oca
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
ATTACK 1 - 2012
Video proiezioni: FEDERICA BARBIERI YANA DRUMEVA GIULIA GIANNERINI SARA MENEGATTI MARGHERITA RIGHINI MARTINA SCATTAGLIA
GIULIA GIANNERINI DARIO SCALA ANGELO MASSARO SARA MENEGATTI
ESSENZE E DISSOLVENZE TRA ARTE E REALTÀ In occasione dell’edizione 2012 di Arte Fiera Off Casagallery ritorna con le sue iniziative itineranti, ma questa volta le mostre a cui assistere saranno quattro, Attack 1, Attack 2, Shell, FingerPrints. Quattro spazi pubblici e privati, quattro sguardi diversi, narrazioni fatte di linguaggi artistici multipli ma in sintonia con l’ambiente che li circonda. Perché i dodici giovani che esporranno per Arte Fiera Off sapranno dosare pittura, scultura, installazioni, video e fotografie in modo efficace e di grande impatto. La mostra, anzi le mostre, ciascuna collocata in un luogo diverso di Bologna, racconteranno un’unica trama attraverso differenti voci, nuove e interessanti. L’esposizione generale, curata da Claudio Rosi e Barbara Ceciliato, riprenderà le fila di quello che è il percorso attuale di Casagallery, nata in un appartamento privato e poi uscita all’esterno, in atelier, laboratori e studi d’artista. Perché è l’arte stessa che, sin dalla nascita di questa galleria site specific, si mescola con gli ambienti in armonia e sinergia, creando nella location un “clima diverso”. Ma questa caratteristica, così particolare e importante per il risultato espositivo, non viene a caso. Deriva da un accurato studio degli spazi e dei luoghi, in modo che tra questi e l’artista non vi sia mai attrito. Solo allora il giovane espositore prepara un progetto e crea l’opera. Nasce in una cornice che viene assorbita, in una sorta di processo biunivoco dove l’influenza è reciproca e senza soluzione di continuità. Annalisa Dall’Oca
CASAGALLERY ITINERANTE Galleria Tedofra: Via Belle Arti 50
SCHIUSO - 2011 La realtà che ci circonda non appare sempre nitida e definita, non è sempre lo scatto perfetto di una fotografia digitale. Spesso, anche se non ce ne accorgiamo, c’è molto di più di ciò che appare in superficie del resto, come diceva Antoine de Saint-Exupéry “l’essenziale è invisibile agli occhi”. E non tutti abbiamo gli stessi occhi, non tutti la guardiamo allo stesso modo. I giovani artisti che hanno creato “Schiuso”, hanno scelto l’arte come strumento per mostrarci ciò che spesso sfugge e si nasconde, ciò che è impalpabile come la nebbia eppure vivo e pulsante di energia. “Schiuso” è quindi un movimento, è un divenire che trascina, che scompone, che ricrea il mondo che ci circonda. “Schiuso” è un’immagine, è un fiore che apre i suoi petali, è una figura nebulosa che cammina per la strada. Un fascio di luce nell’oscurità di una stanza grigia. È il tratto che media la realtà, fatto di linee che si muovono, senza un inizio o una fine. Quindici giovani artisti per quindici opere interessanti. Le ombre morbide dei “Tracciati” di Alisia Cruciani, che scivolano dal disegno alla foto; i marker su lavagna bianca di Carmen Russo, autrice di “Bebè”; il “Particolare” di Claudia Attili, che emerge avvolgente dalla superficie infrangendo le dimensioni. E poi Elisa Alescio, che in “Capovolta” trasforma la realtà fisica in arte, il sensuale chiaroscuro di Federica Barbieri, autrice di “Interno, ombre e luce”. Giulia Giannerini, il cui tocco crea, come per magia, un “Arcobaleno nel letto”. Giuseppe d’Alessio, che racconta nella sua opera come sia possibile tradurre “La forma in luce” attraverso un’avvincente composizione di immagini; Emanuela Pizzolla, che con acrilico e polistirolo crea i bassorilievi dell’opera “All’attacco!!!” ricordando le vignette tipiche del fumetto. Margherita Righini è un’artista che in “Movimento” dà vita, attraverso la graffite, a una dimensione parallela a quella catturata dalla fotografia. E ancora i disegni di Martina Marin, frammenti uniti e collegati in un’opera intensa e intitolata “Ricordando”; la “Metà di cosa?” di Martina Scattaglia, che reinterpreta elementi semplici mescolati in una scultura solida e al contempo dinamica. Annalisa Dall’Oca
ELISA ALESCIO CLAUDIA ATTILI ALISIA CRUCIANI GIUSEPPE D’ALESSIO MONICA LASAGNI MARTINA MARIN EMANUELA PIZZOLLA MARGHERITA RIGHINI MIRIAM TETIVIOLA CARMEN RUSSO FEDERICA BARBIERI SOGOL YOUSEFIAVARZAMAN MARTINA SCATTAGLIA VALENTINA FERRARI GIULIA GIANNERINI
MONA LISA TINA - 2011 HUMAN HUMAN rappresenta il secondo e significativo momento di un articolato work in progress, oltre ad assegnarne il titolo all’omonimo evento in CASAGALLERY. Progetto complessivo, composto da più fasi è Skin Borders che pone al centro di tutte le sue riflessioni, il Corpo. Per gran parte tradotto dalla dimensione performativa esso si dirama, per l’occasione, in un percorso di 3 video-performance interagendo con tre degli spazi di CASAGALLERY. Sono visibili, quindi, frammenti delle azioni Obscuratio, Human ed Into the core che “raccontano”, anche individualmente, esclusivi momenti performativi sull’identità, percepita come dimensione fluida e in continua metamorfosi. Incarnando rituali entro cui coerentemente il corpo è esposto come asessuato, mutante e contaminato, l’indagine complessiva sta proprio nell’uso che l’artista ne fa del suo, diventandone portavoce di riflessioni più profonde. L’intreccio dei significati culturali ed emotivi dei tre progetti, sia che si tratti della dimensione performativa, sia che si tratti della proiezione dei video fa sì, che seppur proposti singolarmente, essi siano in realtà estremamente integrati l’uno agli altri. È chiaro infatti che l’artista imponga ai fruitori, una sua alterità verso una dimensione a venire, in un continuo rimando di suggestioni antropologiche ed emotive. Mona Lisa Tina
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
ALESSIA LUSARDI ROSETTA TERMENINI - 2011 ON THE TIP OF THE TONGUE La performance propone l’interpretazione originale del testo critico di Rosetta Termenini scritto in occasione della pubblicazione del catalogo “Senza Vestito”, Fausto Lupetti Editore, che racconta il percorso artistico di Claudio Rosi tra cui la fondazione del gruppo “Sulla Punta della Lingua”, (On the Tip of the Tongue) nel 1995. I due artisti in scena dialogano e interagiscono leggendo e dando vita alle parole, trasformandole e svelandone nuovi significati. Il suono della recitazione si dipana all’interno di una vecchia camera, in cui il vissuto delle persone che l’hanno abitata è ancora presente, ricucendo una storia universale. La performance è un omaggio al gruppo che per selezione naturale, si è assottigliato nel corso degli ultimi quindici anni, ma continua a lavorare e ad “esporsi”, con nuovi mezzi di comunicazione. Infatti lo ritroviamo con lo stesso nome sul web, con una piattaforma dedicata che selezionerà nuovi artisti anche a livello Internazionale, con un linguaggio innovativo e creativo, con gallerie di immagini e mostre virtuali. Rosetta Termenini
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
FEDERICA BARBIERI - 2011 HO TROVATO SOLO LE TESTE L’artista utilizza la fotografia come medium visivo, come mezzo di rappresentazione, come modo per fermare l’attimo, con il suo incondizionato potere di legittimare l’autenticità di qualsiasi oggetto. Cerca di fermare l’immagine di un corpo vuoto, di un volto vuoto, in cui giustamente non ha nessun senso ricercare un’espressione, o una piega del viso, uno stato d’animo, perché quel volto non ha vita. La percezione che abbiamo è quella di vacuità, possiamo guardare per ore ed ore quei visi, ma non ci diranno niente di più. Statue inermi, di materiali diversi, tridimensionali, con sfumature quasi reali, che guardano attente fuori dalla finestra le persone vive. Attraverso la fotografia forse, l’artista vuole esternare le paure di tutti, costruire pensieri, evocazioni psicologiche, storie di fantasmi, vuole fotografare le sue esperienze emotive, le sue sensazioni, il suo “essere vivo”. L’uso del mezzo fotografico diventa pertanto specchio di un complesso di emozioni contrastanti, di sfoghi e di situazioni circostanti. Le immagini riflettono un forte senso di solitudine e di abbandono, il timore di scomparire, di svanire, di morire fisicamente e artisticamente. Volti decapitati che lanciano l’ultimo sguardo alla folla o maschere teatrali che aspettano di essere scelte per andare in scena. In ogni caso, un’attesa. Rosetta Termenini
GIULIA MONTALI - 2011 MEMORIE BLU La fotografia di Giulia è memoria che si trasforma in immagine. Ogni persona od oggetto catturati da un medium tecnologico altera la percezione dello spettatore. Bambine, nonna, madre, padre, ogni persona che suscita una sensazione all’artista non sappiamo se negativa o positiva, viene utilizzata e impressa su carta fotografica. La dimensione di storia è rinnovata dalla stessa scelta di montaggio dell’opera, un trittico che racchiude, ma nello stesso tempo svolge una vicenda, un racconto che in questo caso parla di antenati, di reincarnazioni possibili, di fantasia e di legami familiari. Notiamo come i tre personaggi digitalizzati e fotografati siano resi irreali dal colore blu che mette in risalto i loro volti, ma nello stesso tempo li cancella attraverso un segno di inchiostro continuo e graffiante che riporta l’opera nel presente. È il continuo gioco tra passato e qui ed ora che attira l’attenzione, che fa pensare ad un futuro labile o raggiungibile solo attraverso l’opera d’arte che rimanda all’immaginazione come campo di scoperte e nuove ri-velazioni. Rosetta Termenini
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
TOMOMI TAKAMASU ORANGE TEA 2011 DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO D’ARTISTA CLAUDIO ROSI SENZA VESTITO > UNDRESSED MAMbo - MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
ALESSIA LUSARDI - ROSETTA TERMENINI ON THE TIP OF THE TONGUE - 2011
ORANGE FEELING 2011 DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO D’ARTISTA CLAUDIO ROSI SENZA VESTITO > UNDRESSED MAMbo - MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
MERENDA ARANCIONE - 2011
GIANLUCA FERRARI - 2010 SLEEPER L’installazione video propone interpretazioni, sottolinea un passaggio nello spazio e nell’immaginario dell’osservatore. L’immagine e le parole necessitano uno sconfinamento dallo spazio reale allo spazio percettivo. L’opera diventa specchio, specchio allusivo di una dimensione inquieta che necessita di essere interpretata. L’opera e i suoi elementi inseriti nel contesto spaziale dello spazio espositivo interagiscono con esso a livelli differenti. Tale opera si completa attraverso la presenza dello spettatore che ne amplifica le valenze e le interpretazioni. Rosetta Termenini www.exhibitionow.com/sleeper
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
CLAUDIO ROSI - 2010 SENZA VESTITO – LIBRO D’ARTISTA Libro d’artista realizzato e presentato in anteprima durante la manifestazione ARTELIBRO Bologna - Settembre 2010. Più di trecento pagine edite da Fausto Lupetti Editore, che raccontano momenti artistici di Claudio Rosi. Il libro è presentato in questa sede come “opera d’arte”, cioè non solo come semplice cronologia di immagini, ma come un risultato di ricerche, congiunzioni, combinazioni, intrecci di vita e di esperienze personali che il libro racchiude con una grafica che va oltre alla semplice impaginazione, “ma che diventa anch’essa lavoro artistico, dilatando il significato delle opere in esso contenuto. Il catalogo è ironico, curioso, pieno di colpi di scena, è un catalogo da guardare e riguardare con attenzione per scoprire ogni volta cosa nasconde dietro ad ogni angolo. I saggi scritti all’interno del libro sono di Andrea Emiliani, Giuseppe D’Agata, Vittoria Coen, Valerio Dehò, Maria Livia Brunelli, Laura Petrillo. Buchmesse - La Fiera del Libro di Francoforte -6-10 ottobre Padiglione del Libro d’Arte Libro Co. Italia (Hall 4.1 K545) Rosetta Termenini www.claudiorosi.com/senzavestito
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
BARBARA CECILIATO LETIZIA ROSTAGNO - 2010 LEGAMI – VIDEO SPERIMENTALE Viene messo in mostra un modus operandi, una metodologia didattica che porta alla collaborazione tra insegnante e studenti. Il video, le cui riprese e montaggio sono curate da Letizia Rostagno, documenta una perfomance realizzata da 30 studenti durante i corsi tenuti dalla docente Barbara Ceciliato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Rosetta Termenini www.exhibitionow.com/legami
CASAGALLERY ITINERANTE Studio - Casa: Via San Felice 33 (secondopiano)
CASAGALLERY Casa: Vicolo Cattani 4/B Mascarino: Via Mascarella 5/A
OTTO AL VERDE - 2009
SARA AGUTOLI ROBERTA CAVALLARI LAURA M. CINCOTTA CATERINA CURZOLA ISIDE MONTANARI CRISTINA MUSIANI ALFREDO RANIERI VITTORIANNA SURIANO
IMMAGINI DALL’ORTO BOTANICO A CURA DI MARCO BALDASSARI Per la prima volta, dopo più di anno di attività e mostre personali collaudate, “Casagallery” offre lo spazio domestico di Grazia Magri per una collettiva di fotografia. Sono ben otto gli artisti che sotto il segno dell’ironia (amara di questi tempi) giocano con l’espressione colloquiale “essere al verde” per indicare senza dubbio la propria condizione economica di giovani artisti ma soprattutto per far riferimento ad un comune interesse che li ha portati ad osservare la natura, le sue forme e le sue manifestazioni oggi. Isilde Montanari e Cristina Musiani definiscono le opere con il titolo di “Orto” e ciò è un gran aiuto per interpretare, non tanto le foto in sé, ma il significato intrinseco che tali immagini trasmettono; se la prima concepisce l’immagine secondo un impeccabile formalismo (quasi alla Mondrian) in cui le linee della realtà compongono il “bel quadretto” e l’elemento naturale rappresenta l’unica nota vitale dell’armonia asettica e monotona di un serra, Cristina Musiani, sempre attenta all’aspetto compositivo, pone le piante come se fossero qualcosa di raro e prezioso permettendoci di osservarle con la stessa aurea e incanto con cui di guardano pesci esotici nell’acquario. Caterina Cincotta, invece, realizza un curioso esperimento mettendo a confronto il mezzo digitale e la tradizionale pellicola per affrontare la superficie apparente delle immagini e ricavare un inedita conciliazione che la stessa artista definisce per “sub-specie” estetica. Uscendo metaforicamente dall’hortus conclusus della botanica non proprio di genesi spontanea, Caterina Curzola fotografa il Verde all’aria aperta con un macro che mette a fuoco petali e pistilli e che, nell’equilibrio del microcosmo naturale, fa apparire inopportuna e smisurata la presenza dell’uomo ricordando un po’ le avventure di Alice e le sue dimensioni eccessive nel Paese delle Meraviglie qui rappresentato come un prato fiorito. Decisamente più “op” Roberta Cavallari che propone una carta da parati in cui la forma di una foglia perde la sua carica mimetica per diventare, con colori psicadelici, la geometrizzazione estetica della natura. Alice Zannoni
ALESSIA LUSARDI - 2009 LUP’S ART È più facile comprendere la poetica di Alessia Lusardi vedendo le opere che non provando ad intuire qualche elemento esegetico a partire dal titolo della mostra, di solito indice abbastanza esplicativo. “Lup’s art”, infatti, comunemente non significa nulla. La parola non esiste, per “animarne” il significato bisogna adeguarsi alla prolazione dell’artista, solo allora il gioco è fatto! E non è un caso se metaforicamente parlo di gioco: l’aspetto ludico è, infatti, una componente fondamentale della poiesi dell’artista che emerge, sia come dato di riferimento oggettivo con stickers e giochini infantili applicati alla tela, sia come reale ispirazione a un mondo fantastico e meraviglioso che permette ancora di sognare…una sorta di effetto sorpresa per chi, come la generazione a cui appartiene la giovane Lusardi, è cresciuto con i ninnoli della Kinder. Senza insistere su un’ipotesi correlativa apparentemente digressiva, è lo stesso incarto dell’ovetto che riporta un altro aspetto imprescindibile e caratterizzante la poetica di Lusardi: il lucido. Come una sorta di gazza ladra l’artista è attratta dall’effetto luculento delle “cose” che la circondano: appropriandosene ne custodisce l’aspetto più Kitsch e, trasformandole in arte, ne motiva un senso che supera la dimensione della vincida quotidianità in cui tutto è effimero e valevole solo per un’istante. Le trasparenze della plastica, lo sfavillare argenteo degli incarti, colori shock e brillanti sono il linguaggio che fin da bambini ci accompagnano nel mondo del piacere, nell’edulcorato istinto che fa stare ore davanti alle vetrine di dolciumi incantati non solo dalla brama di possedere totalmente le sfumature del gusto ma anche, e soprattutto, dal desiderio sfrenato dell’eccesso. Sfrenatezza che introduce al terzo nucleo portante della poetica di “Lupis art”, l’aspetto libidico: in fondo tra Freud e le analisi sul piacere in relazione all’arte ci può benissimo stare Oldenburg (artista di riferimento per Alessia Lusardi) quando dice: “Un giorno stavo percorrendo Orchard street sui cui lati si affacciano tanti piccoli negozi, mi apparve di avere scoperto un nuovo mondo, mi accorsi che gli oggetti esposti sulle vetrine erano opere d’arte”. Un’estetica da “zucchero filato”, “appicicatticia” e nauseante nel suo presentarsi ma anche, grazie alla poetica dello straneamento, un’arte che fa dell’ “attrazione - repulsione” “ludica e libidica” il corrispettivo di quelle pulsioni vitali che interrogano l’uomo, pare da sempre. Alice Zannoni
CASAGALLERY Casa: Vicolo Cattani 4/B Mascarino: Via Mascarella 5/A
ROBERTA CERESA - 2008 COPERTETTA Sebbene l’opera “Copertetta”, eponima della mostra a “Casagallery”, sia un manufatto, Roberta Ceresa si avvale soprattutto del mezzo digitale per avviare il proprio orizzonte d’indagine artistica: durante l’esposizione, infatti, sono ben tre i video che concorrono, ognuno con la propria portata, a costituire quella visione intima e universale a tempo stesso che l’artista cerca di sviscerare dalle apparenze del corpo. Simbolica, ma anche effettivamente necessaria per costruire il proprio linguaggio, la scelta di lavorare sempre sulla propria fisicità e su una nudità che in prima istanza serve a “purificare” la materia umana dalle inutili sovrastrutture culturali che l’artista critica ricercando una risposta ontologica alla necessità primaria di esserci. In questa specifica poetica si confrontano le situazioni studiate dall’artista per trasmettere allo spettatore un perturbante senso di disagio che matura in simbiosi con una riflessione personale; se una cella frigorifera si pone come la trasposizione di un grembo, il gioco naturaleartificiale che sottende l’esegesi si può ritrovare nella stessa dualità del pile che pur essendo l’emblema di una fibra sintetica non nega l’assoluta morbidezza e la stessa sensazione tattile di un seno materno. Roberta Ceresa amplifica i vettori che, come due spinte opposte, convivono nell’uomo: da una parte una latente bestialità che riaffiora istintivamente e dall’altra la necessità culturale di nascondere la parte animale piegando l’individuo con assurde convenzionalità (anche estetiche): usando, per esempio, innaturali protesi come i tacchi o depilando naturali pelurie dell’homo per appartenere a quella cerchia “dei belli”, oggi imprescindibile vincolo per poter apparire e dunque essere. Alice Zannoni Performance / Accompagnamento sonoro: FABIO BONELLI con “MUSICA DA CUCINA”
CASAGALLERY Casa: Vicolo Cattani 4/B Mascarino: Via Mascarella 5/A
CASAGALLERY Casa: Vicolo Cattani 4/B Mascarino: Via Mascarella 5/A
FRANCESCA NO. - 2008 I WOULD LIKE A WHITE COVER Mi sia concesso un preambolo, una sorta di momento di riflessione apparentemente lontana dal focus che la struttura di una critica dovrebbe avere nel centrare lapidariamente la poetica dell’opera. “Centrare”… scusate se insistito ma, come il potere delle immagini, anche le parole, la loro formalità, il loro uso e accostamento hanno il potere, se sapientemente dosati, di far comprendere. Ebbene, dunque, la metafora di critico come un tiratore d’arco che cerca di capire come colpire perfettamente il centro del bersaglio: più tesa è la corda e maggiore è l’allungo, più incisivo sarà l’affondo nella semiosi dell’opera. Ancora dunque perdonate il mio libraggio ma l’esperienza insegna e dalla faretra mi è concessa una sola possibilità. Partendo dal titolo dell’esposizione “I would like a white cover” ovvero “Vorrei una copertina bianca” si può già calibrare una potente ipotesi di ricerca che versa in direzione di una dimensione introspettiva e intimistica. Come non ricordare Linus e la consunta coperta che dal 1954 anima una delle strisce di fumetti più famosa della storia? Proprio come uno dei personaggi di Schulz Francesca No cerca la propria “coperta di sicurezza” e, sapendo dove cercare, molto generosamente mette a disposizione lo spazio caldo e accogliente concesso dalla propria arte al dominio pubblico. La metafora fumettistica non riguarda la formalità delle opere ma il contenuto concettuale di cui sono investiti gli elementi che appartengono alla quotidianità e che la poetica di No trasforma magistralmente in arte. La dimensione domestica viene sviscerata nella ricerca di una porzione affettiva legata al ricordo e alla patina che la memoria conserva in sé: con nostalgia ma senza assoluta traccia di rimpianto la giovane artista ricostruisce i “tempi della meraviglie”, ne diventa complice e protagonista creando dei “reperti” del proprio vissuto che, sotto le spoglie dell’assurdo e illogico, partecipano al gioco estetico dello straneamento. E se la decontestualizzazione insinua dubbi sul reale attraverso la sua stessa rappresentazione, Francesca No non intende soggettivare la dinamica intimistica in senso assoluto per interpretare il reale o per documentarne la sostanza perché, si sa, la consapevolezza del presente è oggettiva mentre è il futuro, intrinsecamente incerto, a richiedere lo spazio mentale di una “white cover”, di una sicurezza a cui appellarsi nel momento in cui il destino di ognuno si affaccia al domani. Metaforicamente per l’artista non contano gli strumenti per “lavorare” la trama di questa “maglia artistica” perché sia il video che la fotografia così come l’incisione o l’installazione contribuiscono ad affermare, ognuno con la propria potenza linguistica, la poetica di No che affermando: “Non la tecnica ma il sentimento è quel profumo che impregna e caratterizza i molteplici risultati che mi autosomministro” non fa che confermare l’ipotesi di una profonda ricerca introspettiva in cui il la sfera emozionale viene anatomizzata. Mi soffermo ancora sul senso di “I would like a white cover” nello specifico dell’opera eponima che controbilancia nella forma pura ma non nel significato la ricerca di Francesca No: il libro come sunto esistenziale diventa il segno neutro e asettico di una storia individuale che si vorrebbe scrivere da sé, senza mediazioni di alcun tipo e senza compromessi con il “Sistema” attuale che non condivide la dimensione passionale della vita; accorciando simbolicamente la distanza tra realtà e idealizzazione della stessa, la giovane artista invita a riflettere e a giocare con l’immaginazione su ciò che ognuno di noi potrebbe scrivere/essere: pagine di vita forse realizzabili. Chiudo con una citazione da un leitmotiv di Disney che racchiude, pur nella apparente banalità della dimensione fantastica del cartoon, il senso stesso della vita e della “White cover” di Francesca No: “I sogni son desideri…di felicità”. Cosi cantava Biancaneve. E con quale costanza l’essere umano si impegna se non nella ricerca eudemonica? Alice Zannoni
CASAGALLERY Casa: Vicolo Cattani 4/B Mascarino: Via Mascarella 5/A
GIULIA BONORA - 2008 OLOGRAFIA DEL QUOTIDIANO Non ha paura di svelarsi Giulia Bonora. Anzi la giovane artista ferrarese, consapevole della potenza estesica dello sguardo, fa del proprio io lo strumento che media emozionalmente il fenomeno trasformandolo in una noesi dal sapore narrativo. Con oltre trecento piccoli riquadri Giulia racconta se stessa e il suo quotidiano senza filtri tematici né attese intellegibili convertendo il puro fatto in opera d’arte grazie alla sensibilità soggettiva che muta assiologicamente la neutralità oggettiva in valore estetico. Dal disegno essenziale, con matita, china oppure pastelli non è la tecnica la chiave per interpretare la poetica di Giulia Bonora, bensì la crasi stilistica che nell’interazione di parola, segno, foto, aspira a raggiungere l’immediatezza espressiva in una sorta di “lotta tra segno ragionato e istinto” (Bonora) dal retaggio manicheo con l’intento epsegetico che si materializza in un “ologramma intimistico” del quotidiano. Alice Zannoni
CASAGALLERY Casa: Vicolo Cattani 4/B Mascarino: Via Mascarella 5/A
Performance di: RITA FELICETTI e MATTEO GUIDI
ANDRÉS GALEANO - 2008 REPUBLICA GALEANO Pur nella complessità eclettica di Andrés Galeano, non è difficile scovare una matrice poetica che accomuna l’operatività del giovane artista spagnolo. L’uso differente di diversi linguaggi artistici (dalla performance alla fotografia, dal video alle installazioni) costituisce la prova di una costante ricerca e di un approccio all’indagine che deriva probabilmente dai precedenti studi filosofici: con uno sguardo che oltrepassa la superficie del banale, l’osservazione di Galeano, si presenta apparentemente come quella di un bambino o, come egli stesso preferisce nella sua seconda identità, come quella di un clown, per marcare, in realtà, una riflessione di profondo contenuto morale come ben mostrano i lavori fotogafici a cui a dato il nome di “Pollicinema” (2006/08). L’aspetto ludico è, dunque, un segnale che contraddistingue l’attività di Galeano e l’ironia che proietta sugli eventi pone lo spettatore sul piano di un interazione immanente: come interpretare il video “Nudo che sale e scende due scale mobili”(2008) se non come una critica all’uomo post-moderno? Certo una riflessione imbarazzante per la “scimmia evoluta”, ma non prima di un sorriso! Allo stesso modo la serie dei francobolli rivisitati, dal titolo “Republica Galeano”(2008) gioca satiricamente con l’emblema di Juan Carlos I “s-regalizzando” la figura ieratica ma lasciando spazio ad una complessa riflessione sui sistemi di potere e sulla realtà, che inaccettabile, va ricreata a mo’d’artista. Un’ improbabile dittatura, quella nel mondo dell’arte, il cui unico scopo è liberare l’individuo dalle imposizioni e dalle costrizioni sociali; certo non anarchia ma comprensione dell’intimo umano. La stessa finalità conoscitiva porta il giovane spagnolo, insieme a Matteo Guidi, ad indagare sulla sonorità gutturale delle pause durante la comunicazione: con la video-installazione “ [ae:m] ” (2007), infatti, è il suono del “pensiero incerto” ad emergere e a costituire una sorta di codice “pre-babelico” che accomuna la “specie raziocinante”. Il ragazzo “del Siglo De Oro”, secondo l’appellativo affibbiatogli dal curatore Pietro Lenzini, del passato glorioso conserva solo la fierezza di uno sguardo regale e profondo, perchè è il Presente, nella sua ricerca, ad essere l’oggetto di prelievi e manipolazioni per un’ indagine che nella veste di gioco possa rivelare un altro aspetto di quell’ essenza plurimorfe chiamata verità. Alice Zannoni
SINTONICO CASAGALLERY Casa: Vicolo Cattani 4/B Mascarino: Via Mascarella 5/A
Di forte impatto emotivo, le opere di Federica de Ruvo colpiscono fin da subito per la tecnica che coagula il segno vischioso della biro in un "dripping miniato" e che, nello svolgersi di una gestualita' ossessiva e ripetuta, traccia gli elementi iconici fino a lacerare la carta, "spazio" scelto, in una sorta di violenza fisica all'arte stessa che "incassa" silenziosa l'istintiva rabbia interiore dell'artista e la propria ansia di ricerca. Sbavatura su sbavatura la carta vergine dei primi abbozzi subisce un'usura compensata dalla creazione: tratti somatici in tensione, delicati pistilli, elementi naturali una morfologia in divenire che nella propria apparizione costituisce l'artata trama di una tela laddove invece un semplice foglio bianco ad essere il documento di un'irrequietezza identitaria giocata sull'emblema del simbolico. Alice Zannoni
FEDERICA DE RUVO - 2008
Musica di: SETH EVOL TRACKS MUSHROOM ORCHESTRA
€ 12
Emilio Contini
L’oblio e la paura dell’oblio, sono ciò che Sholem Anski temeva all’inizio del Novecento: “in short, our past, sanctified by the blood and tears of so many innocent martyrs, is vanishing and will soon be forgotten” (insomma, il nostro passato, santificato dal sangue e dalle lacrime di tanti martiri innocenti, svanisce e sta per essere dimenticato). E’ la nuova performance di Rosetta Termenini e Alessia Lusardi, ‘Foresta Nera’, in occasione della Mostra Incontra l’arte a cura di Ginevra Russo e del progetto Hotel Lusso di Casagallery Itinerante presso ‘I Portici’ Hotel di Bologna – in cui espongono Claudio Rosi, Barbara Ceciliato e gli studenti del l’Accademia di Belle Arti di Bologna. L’occasione è duplice: una riflessione su come rappresentare col linguaggio dell’arte contemporanea, la Tragedia Ebraica e, soprattutto, un messaggio che le due performers vogliono trasmettere al pubblico per non dimenticare nell’intento di respingere l’oblio e far rivivere la cultura Yiddish. Benché la location di Palazzo Maccaferri e de la “Sala delle Feste” sia sapientemente affrescata in stile Liberty, la mise en scène è essenziale: la voce di una bambina che, in tedesco, legge la ricetta originale per preparare la Foresta Nera, una donna seduta a terra col suo “pranzo” e all’altro capo di una lunga tovaglia bianca, il suo Dybbuk. Le due performers sono unite dalla stessa linea bianca che le copre come un abito, un abito che appare come prolungamento di se stesse e contemporaneamente la superficie su cui risiedere e riporre gli oggetti. L’impatto scenico colpisce lo spettatore creando una tensione costante e descrivendo in un modo del tutto originale l’attaccamento (Dybbuk in ebraico) di quest’anima errante al corpo, dell’unione “tra due mondi”, quello dei vivi e quello dei morti. Il nesso tra lo spirito e l’essere vivente avviene progressivamente, così come per il pubblico verso la rappresentazione. Dai due lati dell’abito-superficie, le figure reagiscono una all’altra quasi simmetricamente ripetendo i medesimi gesti: si truccano in modo continuo e ossessivo per lasciare un segno, una traccia sugli oggetti che si trovano di fronte a loro, prima di gettarli generando un rumore stridente. Ma contrariamente alla statua che riproduce in modo meccanico gli stessi movimenti senza esprimere nulla, il Dybbuk è più agitato: i suoi gesti sono rapidi e nervosi, la precisione via via scompare e diviene impeto incontrollabile. Poi la voce della bambina d’improvviso s ’interrompe. Il silenzio a questo punto riempie lo spazio e accoglie l’emozione, attraverso la metafora dell’abbraccio, della reincarnazione di quest’anima e del proprio bisogno di rivivere per redimersi, per compiere ciò che d’incompiuto fu lasciato in vita: atto intenso e solenne. L’accompagnarsi del corpo e del Dybbuk che abbandonano la scena - trascinando e spargendo ciò che rimane degli oggetti lungo il percorso – segna che la lunga attesa, non priva di difficoltà e ostacoli, è terminata, entrando al Sheol, trovando la pace. La performance è dunque un medium per osservare oltre la realtà ed è contemporaneamente un viaggio vero dell’esistenza in cui si manifesta la “libertà come condanna” e il senso della responsabilità, nella consapevolezza di non poter dimenticare la nostra cultura e la nostra storia. - Julie Bernard
i t i n e r a n t e
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€ ........
ISBN 976-88-95962-42-9
exhibitionow.com/casagallery