DOMENICA 23 MAGGIO 2021
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXI - N° 21 - DOMENICA 23 MAGGIO 2021
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L’EDITORIALE DI MICHELE MITRAGLIA
MEA CULPA
NON SO SE LEGGE Il Sindaco di Casoria, avv. Raffaele Bene. Dice di leggere CASORIADUE e anche Il Mattino. Me lo ha confidato in presenza di assessori e consiglieri comunali di maggioranza. Legge le tante accuse che gli vengono rivolte dai consiglieri comunali dell’opposizione. Legge la rassegna stampa di mercoledì 19 maggio 2021: vi do i titoli e, naturalmente, riguarda solo la Città di Casoria. IL MATTINO – Addio al giovane Gianluca; LA REPUBBLICA – Ferito a colpi di pistola muore di infezione dopo 40 giorni; IL SANNIO – Ferito a colpi di pistola, muore in ospedale; Cronache di Napoli – “subito una condanna severa”. Torna al disonore della cronaca nera e giudiziaria la Città di Casoria, riaprendo ferite mai sopite e mai dimenticate. Vedo girovagando per la mia Città, in quella dove abito, i morti ammazzati e mi parlano, li conoscevo tutti. GIANLUCA COPPOLA no, non lo conoscevo, è troppo giovane come è troppo giovane Roberto Coppola, il papà. Invece incontro Stefano Ciaramella, sanguinante sul selciato di via Padova, Andrea Nollino, colpito a morte davanti al Bar San Mauro ed Antonio Coppola, alla sua edicola in via Pietro Nenni. Li vedo tutti, uno alla volta, morti che mi parlano e mi dicono tutti la stessa cosa: “scrivi, scrivi, fai che non si dimenticano di noi”… L’ho fatto, lo sto facendo e lo farò finché ne avrò le forze.
Mi saluta, è morta, la signora Carmela Parisi, la sorella del ragioniere e del medico, ammazzata nella sua abitazione in Piazza Domenico Cirillo, a pochi metri dai due Municipi. A tutti loro, gli innocenti morti da mano assassine e criminali va il mio ricordo ed il mio pensiero.
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OMISSIONI IN ATTI DI UFFICIO DOMANDE: E’ giusto e corretto che un’opera costata al popolo di Casoria 40 miliardi di lire, il centro polisportivo in via Michelangelo comprendente la piscina ed il PalaCasoria sia in quelle condizioni? ------------E’ giusto e corretto che gli uffici costati 2 miliardi più iva e di cui si paga un esoso condominio, ubicati nel Parco Le Querce in via Piave ed in via Po, dove si trovavano gli uffici della Pubblica Istruzione e della Sicurezza ed Assistenza Sociale, siano chiusi da 5 anni e completamente abbandonati? ------------E’ giusto non aver mai utilizzato locali di proprietà comunale (esempio: quelli nel Parco Smeraldo) e nel mentre si continuano a pagare fitti passivi. ------------E’ giusto aver pagato nel 1986 un’area dismessa (Snaidero in via I Maggio) un miliardo e seicento milioni di lire per realizzare dopo 33 anni un asilo nido comunale per 30 bambini? Dimenticavo di dirvi che è l’UNICA AREA DISMESSA DI PROPRIETA’ COMUNALE. Le altre (Rhodiatoce, Resia, Tubi Bonna ecc.) sono private!!! ------------E’ giusto che i cittadini di Casoria vivono nei pressi di aree dismesse con i loro capannoni ed i loro segreti di morte? ------------E’ giusto che pur avendo, questa testata, segnalato il 7 gennaio 2013 all’Assessore ed al dirigente all’Ambiente dell’epoca ed anche a dirigenti medici del distretto 43 dell’Asl Na 2 Nord, i tetti di amianto nei pressi del Santuario di San Benedetto, questi siano ancora lì? (“poi succede che scoprano una lastra che sembri di amianto in una qualsiasi scuola e la chiudono per due settimane”). ------------E’ giusta la distribuzione della dirigenza dei Settori? me lo chiede un Assessore in carica: “Perché l’architetto Napolitano ha due servizi? Perché il segretario generale ha anche il personale? Perché il Comandante della P.M. ha anche il Patrimonio immobiliare comunale? Perché i funzionari dei servizi sociali e della scuola non hanno anche il dirigente?” Allora? “La promozione di un funzionario a dirigente prevede il concorso – risponde l’assessore alle finanze Francesco Girardi – C’è un problema giuridico legato alla delega di funzioni che stiamo affrontando adesso per i servizi sociali…. Non è così
semplice…. Dopo maggio potremo riorganizzare gli uffici un po’ meglio”. “Tra un poco prendiamo risorse nuove”. ------------E’ giusto che non si rendano pubblici verbali di interrogatori del Comando della Polizia Locale? Perché secretare importanti scoperte fatte nel campo ambientale (vedi il digestato), la sicurezza pubblica (le scuole di danza), l’abusivismo commerciale, la qualità dei prodotti ecc? ------------Quando l’Amministrazione Comunale ed il Sindaco Raffaele Bene fanno conoscere la loro posizione riguardo la chiusura indagine sul bilancio 2012 e le informazioni di garanzia? ------------Quando l’Amministrazione si comincia a preoccupare dei siti che l’ARPAC indica come inquinati, contaminati e non bonificati? ------------E’ giusto che Casoria non abbia una strada dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa? “Non mi occupo di toponomastica ma di beni confiscati. Penso che restituire alla Città un bene della camorra e dargli il nome del generale sia più incisivo”. E’ giusto che non si colmi mai questo pozzo dei debiti fuori bilancio al Comune di Casoria? “Non così. Le quote antecedenti al 2015 sono state depurate. E i debiti fuori bilancio sono 9 milioni… in tutto”. VIA PO? “Tutti vogliono parlare di via Po. Ne faremo una intervista a parte. Dal perché l’abbiamo comprata a che ce ne faremo”. LA PIANTUMAZIONE? “Sulla questione degli alberi e della vivibilità urbana diversa dalla mobilità veicolare se ne sta interessando il consigliere comunale di Europa Verde Salvatore Iavarone. Sta seguendo lui una serie di queste situazioni ed ha un punto di vista che sta trasferendo all’amministrazione comunale con qualche difficoltà….” LE OPERE COMPENSATIVE TAV? “Per troppi anni le opere compensative sono state valutate con leggerezza. Un mio caro amico professore di urbanistica – dice sempre l’assessore alle finanze Francesco Girardi – dice che gli architetti hanno responsabilità enormi. I loro segni modificano l’ambiente circostante per centinaia di anni. Quando si decide di approvare un’opera bisogna avere chiaro in mente quale vantaggio porta”.
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I PROCESSI? “La cosa che mi lascia perplesso è che per indagini avviate quasi nello stesso periodo alcuni processi si sono conclusi ed altri ancora devono cominciare”. Assessore, quali programmi ha questa amministrazione comunale? “La chiusura della procedura per i rilievi del Ministero dell’Economia e Finanze, l’esito dei ricorsi, l’utilizzo dei beni confiscati, l’utilizzo dei beni comunali, i nuovi ingressi in Giunta Municipale….” I NUOVI INGRESSI IN GIUNTA? Quale formula politica verrà scelta? Manuale Cencelli o meritocrazia? “Trasversalismo e localismo non sono novità. Non è questione di metodo ma di risultati. Le liste civiche imbarcano tutti per loro natura. Il problema è che la conflittualità non diminuisce e
i problemi non solo non si affrontano ma non vengono neppure proposti. Stiamo ancora a discutere dei consigli comunali passati e di come smontare un paio di cose. Non c’è visione. Quindi la contrapposizione è strumentale e punta solo alla sedia. Questo limite è della opposizione oltre che della maggioranza”. “Io non ricordo situazioni a Casoria tanto migliori. E NON vedo nemmeno in consiglio un programma alternativo…” PATRIMONIO COMUNALE? “Abbiamo fatto una delibera in proposito. Purtroppo la norma regionale per la regolarizzazione degli Edifici di residenza pubblica ha concesso continue proroghe. La prossima è al 30 giugno. Ovviamente è una misura sociale. Ma questa situazione rallenta le procedure di un servizio già ridotto al lumicino”. Ai lettori: se ho dimenticato qualcosa e qualcuno RICORDATEMELO!!!!!
Una notizia che non avremmo mai voluto dare. Mi ero aggrappato alla speranza di un ennesimo miracolo fatto dai medici napoletani. Il pensiero di Noemi, la bambina di 4 anni, strappata alla morte dalla bravura dei medici mi faceva ben sperare. Sabato mattina, Roberto, il papà, da me incontrato in viale Europa, la stessa strada dove nel 1956 il campione del mondo Ercole Baldini vinceva la Coppa Arturo Lepori e la stessa strada dove esiste l’area dismessa più estesa d’Italia, la Rhodiatoce, mi dice con gli occhi pieni di speranza e di ansia: “ieri, la saturazione è migliorata. I medici, straordinari, stanno tentando di capire come debellare questa infezione polmonare scoppiata mentre cadeva a terra”. Lo lasciai sollevato….. invece, martedì mattina, la brutta ed orribile notizia. “Nando buongiorno. Non ce l’ha fatta Gianluca”. Quanti amici, quante storie interrotte! “Sono passati a miglior vita”; “prego per lui che stia bene lassù”. Invece, sono andati via; non ci sono più. Mi mancheranno. Mancherà il loro sorriso, la loro affettuosa amicizia. Ci hanno lasciati. Non incontrerò più in piazza l’amico d’infanzia Vittorio D’Anna, l’infermiere, aggredito ed annientato, lui, omone di 1.85, in gioventù cintura nera di judo, dalla SLA, aggressiva e progressiva. Gremita la Chiesa di Santa Maria delle Grazie per questo uomo buono e perbene. Penso all’allegria ed al sorriso, all’amore per la vita di Giggino Galluccio. Neanche la disgrazia della perdita del giovane figlio gli avevano fatto cambiare l’amichevole aspetto. RICORDO come, lui, orgoglioso, di aver preso il diploma, a 70 anni, alla scuola di Salvatore Marino. Penso a SABATINO PALMENTIERI ed a due miei cugini, LUCREZIA D’ANNA e CIRO GRANATO. Ricordo con enorme stima l’adorata Maestra Giovanna Rea.
Ha educato ai valori della vita, della scuola e dello studio due mie nipoti, Ornella e Federica. E, con essa, un saluto affettuoso ad un altro pilastro della scuola elementare in via San Mauro, la mamma della maestra Adele Rea. Penso a Michele D’Orso, mio indimenticabile portiere nella mia Arzanese del 1977/78. Penso al carissimo Mario Mancini, persona splendida ed altruista, ammazzato, investito in pieno centro urbano ad Arzano. Aveva il cuore bianco celeste, i colori della sua ed anche un po’ mia, Arzanese. Penso ad Antonio Castaldo ed alla sua bellissima moglie; con enorme ritardo scopro che ci hanno lasciato; non sono più con noi. Come l’amico e dentista Giovanni Bencivenga. Penso…… Il pensiero vaga e ricorda e mi torna in mente, sempre e come sempre, il caro amico Mauro Onorato. Ha ritrovato, dopo tanti anni, lassù, su una nuvoletta, il suo compagno di classe, mio cognato, il dr. Nunzio Guerra. Mi vorrei fermare: mi vengono in mente tanti, troppi amici: Giovanni Astronomo, Lucio Alves (la sua marcia, quella che partiva dal luogo natio e finiva nel luogo di morte di Padre Ludovico, questo anno, NON SI E’ FATTA), Luigi Necco, gli sono diventato amico nel Cinema Teatro Gelsomino. Il mio amico CIRO ESPOSITO, indimenticabile e prezioso amico. Pochi giorni fa ci ha lasciati Vincenzo Napolitano, il Bar dello Sport: quanti caffè e cornetti….. “Eterno riposo dona a loro, Signore, che vivono adesso, nella luce perpetua”.
LA STRAGE CONTINUA
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6 ANGELA CAPOCELLI
GRAVE LUTTO PER CASORIA: È SALITO AL CIELO GIANLUCA COPPOLA
Tanta l’indignazione e infinito il dolore a Casoria: il 18 Maggio è deceduto Gianluca Coppola nonostante lo straordinario operato di medici e infermieri del Cardarelli, ospedale nel cui reparto di terapia intensiva il ragazzo si trovava, dopo aver lottato per 40 giorni contro la morte. Purtroppo, era in atto un’infezione polmonare, che i dottori non sono riusciti a contrastare, dovuta alla caduta successiva agli spari, uno alla testa e l’altro nei polmoni: sebbene l’equipe medica sia riuscita ad estrarre quest’ultimo, nonostante fosse spappolato e frammentato in più parti, non c’è stato più nulla da fare per salvare Gianluca. Già un mese fa, in un corteo in suo onore, organizzato soprattutto dagli amici, si chiedeva giustizia per la violenza esercitata sulla vittima, un atto che macchia la pagina della cronaca casoriana. I fatti che hanno portato a questo tragico evento, lo sappiamo tutti, sarebbero la lite tra il protagonista e l’ex fidanzato della sua ragazza e i conseguenti spari che sono co-
stati a Gianluca la vita. Nel frattempo, magra ed amara consolazione, chi ha sparato è in carcere ed anche la sua famiglia, insieme alla famiglia Coppola, dovrà affrontare il tortuoso iter giudiziario. Sarà difficile, per la nostra città, metabolizzare questo ennesimo episodio nero: d’altronde, è venuto meno alla vita un ragazzo di 27 anni, ancora pieno di sogni, idee, progetti e anni di esistenza, se solo non gli fosse stata rubata; è morto tragicamente un uomo lavoratore, per bene, educato e rispettoso; è stata ammazzata una persona innocente, un cittadino comune, un normale giovane che è rimasto vittima della violenza di un suo coetaneo. Nel ricordo di Andrea Nollino, Antonio Coppola, Stefano Ciaramella, Carmela Parisi, Andrea Esposito, Sergio Esposito e tanti altri, purtroppo, ci chiediamo: può questa ennesima morte servire ad aprire un discorso sulla sicurezza, sul controllo del territorio e sulla prevenzione rispetto a certi crimini?
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ANTONIO BOTTA Nel programma “LA COPERTINA”, Michele Bruno, Presidente del Consorzio cimiteriale di Casoria, Casavatore, Arzano
“NO AD ALLARMISMI SUI DEBITI DEL COMUNE DI CASORIA NEI CONFRONTI DEL CONSORZIO”
Nel programma “LA COPERTINA”, trasmesso su Nano TV, ideato e condotto da Nando Troise, Direttore di Casoriadue, l’argomento discusso con Michele Bruno, Presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio cimiteriale di Arzano, Casavatore, Casoria, ha riguardato la notizia riportata sul quotidiano ROMA in un articolo a firma del giornalista Giuseppe Bianco. L’articolo” ha rimarcato Troise “è uscito con un titolo forte e pesante: “CASORIA ANCORA MOROSO PER 7 MILIONI”. Occhiello: CONSORZIO CIMITERIALE, gli altri due enti “compartecipi”sono Casavatore e Arzano: si profila il rischio default ( fallimento, n.d.r) . Su tale testo, Michele Bruno ha evidenziato le seguenti criticità: “L ‘articolo è alquanto inesatto: lancia un po’ di panico tra i cittadini di Casoria. Leggono praticamente che l’Ente comunale è debitore di 7 milioni di euro, però devo anche precisare che l’anno scorso il Comune di Casoria, nonostante il dissesto finanziario, ha provveduto a pagare quasi 500.000 euro per le competenze relative all’anno 2020. Poi ad agosto c’è stato il dissesto approvato dal Consiglio comunale, a gennaio di quest’anno si è insediata la commissione del MEF che ha convocato tutti i creditori dell’Ente locale, i quali, vantando importi dal Comune, sono stati invitati a presentare l’insinuazione passiva. Anche il Consiglio di Amministrazione, essendo creditore del Comune di Casoria, ha presentato l’importo e ora siamo in attesa
che la Commissione esamini il tutto e ci faccia una proposta. Questo perché non verranno pagati tutti i 7 milioni di euro ma una percentuale. L’articolo mi ha lasciato un po’ perplesso, perché, ripeto, lancia molto allarmismo, che non ha ragion d’essere. Voglio sottolineare ancora una volta che il Comune di Casoria ha onorato in parte le competenze: le quote del Consorzio relative all’anno 2020. Il rischio fallimento non lo vedo perché Arzano è quasi in regola con i pagamenti, Casavatore pure, questo rischio non riguarda il Consorzio. Non so chi abbia dato questa notizia all’estensore dell’articolo”. “Continuiamo a leggere l’articolo” interloquisce il Conduttore “in modo che tutto risulti chiaro per spiegare a chi segue la realtà dei fatti. A ciò che sto per leggere dovrebbe dare una risposta il sindaco di Casavatore Vito Marino, ma penso che tu possa parlare anche a nome del Comune di Casavatore.” A questo punto Troise legge il seguente passaggio del testo: “Mentre al Comune di Casavatore la politica si diletta in giochi con gli occhi puntati sulla nomina del nuovo direttore del consorzio e sul possibile
azzeramento della Giunta, il debito dell’ente di Casoria nei confronti dell’ente consortile sarebbe cresciuto a dismisura arrivando a sfiorare la cifra record di circa 14 miliardi delle vecchie lire”. Prima di cedere di nuovo la parola a Bruno, il Direttore di Casoriadue osserva che “sono 21 anni che siamo nell’euro e parlare ancora di lire sembra veramente fuori luogo. Per far capire ai web spettatori, è il caso di chiarire che quando parli di Commissione ti riferisci al Nucleo di Valutazione nominato dal MEF, ossia dal Ministero di Economia e Finanza, che sta valutando il debito che il Comune di Casoria dovrà restituire a tantissimi creditori, avendo il Consiglio comunale di tale Ente approvato la dichiarazione di dissesto finanziario. Tra coloro che vantano crediti figura anche il Consorzio cimiteriale, che, secondo l’articolo, dovrebbe avere dall’Ente locale 7 milioni di euro. Mi fa piacere che tu spieghi anche la questione del Comune di Casavatore, il quale, in base a quanto scritto nell’articolo, si starebbe dilettando in giochi, informando gli spettatori web che il Direttore del Consorzio cimiteriale, avv.
Leo, è in scadenza di contratto e ogni volta che scade un contratto tocca a un altro Comune del consorzio nominarne un altro. Questa volta tocca al Comune di Casavatore, presso cui sono pervenute otto domande. Sembra che siano in corso i colloqui degli otto che hanno avanzato domanda. Marino deve nominare un nuovo direttore del Consorzio, in sostituzione dell’avv. Francesco Leo. Quindi, ti invito a spiegare questa situazione del Direttore del Consorzio cimiteriale. “ Non è che voglia spezzare una lancia a favore del Comune di Casavatore, non ne ha bisogno” pone in rilievo il Presidente del Consorzio. Tuttavia, esaudisco la tua richiesta di chiarimento: il mandato del direttore Francesco Leo è scaduto il 4 marzo scorso; per una serie di episodi che sono accaduti al Comune di Casavatore, causati anche dall’epidemia, il Comune di Casavatore è stato chiuso per tre settimane. Il bando è stato emanato il 15 marzo del corrente anno e le domande potevano essere inoltrate fino al 4 aprile scorso. Esse sono state esaminate in modo capillare, poi c’è stata la chiusura del Comune di Casavatore per il Covid per tre settimane, determinata dall’infezione da Coronavirus contratta da due funzionari. Certamente il Comune di Casavatore non sta temporeggiando o si sta dilettando su questa nomina: sta cercando, fra tutte le domande pervenute, di nominare una figura di alto livello, sia professionale che culturale. Vorrei puntualizzare e fare una precisazione su una frase
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8 scritta dal giornalista riguardo al Comune di Casavatore. Dai colloqui avuti con gli Amministratori del Comune di Casavatore sembra che siamo quasi agli sgoccioli, è certo che la prossima settimana sarà nominato il neo Direttore del Consorzio. Ciò che mi lascia molto perplesso è che dagli organi di stampa vengono divulgate delle notizie che non dico false, ma che risultano non chiare e non precise. “Per questo”, prosegue Michele Bruno, “un cittadino casoriano che legge il Roma e crede che il suo Ente è debitore di 7 milioni di euro si preoccupa temendo che non sia possibile espletare le pratiche connesse alla sepoltura. Sottolineo, allora, che il Cimitero consortile accoglie i defunti senza alcun problema; a tal proposito lancio un appello da questa web TV ai cittadini di tre Comuni del Consorzio: abbiamo disponibilità di cellette, dov’è possibile custodire resti di cenere delle salme dopo la cremazione; vi é la disponibilità ad accettare subito le prenotazioni per venire in possesso delle predette cellette. Le richieste vengono effettuate negli uffici presso il Cimitero. A questo punto, Troise puntualizza che non permetterà mai, in una sua trasmissione, di criticare per etica e deontologia professionale qualsiasi organo di stampa”, aggiungendo: “Anzi, grazie a Michele Bruno, mi fa piacere fare pubblicità al
“ROMA, il più antico quotidiano del Mezzogiorno d’Italia. Il collega Peppe Bianco, che ha firmato l’articolo, sicuramente non si è inventato nulla, ha preso informazioni dall’Ente cimiteriale e le ha pubblicate sul quotidiano citato. Sono convinto che Giuseppe Bianco sia anche disponibile a sentire il punto di vista del sindaco Marino e del presidente del consiglio di amministrazione del consorzio cimiteriale Michele Bruno. Replica di Bruno: Non sto criticando il giornalista che ha scritto l’articolo né avrei mai pensato di mettere in dubbio la sua professionalità, sto dando delle precisazioni, perché ho l’obbligo e il dovere di non creare allarmismi fra l’utenza del Consorzio dei tre paesi che io rappresento quale Presidente. Ribadisco che l’articolo pubblicato sul ROMA, nel quale è riportato che il Comune di Casoria è debitore di 7 milioni di euro nei confronti del Consorzio cimiteriale, crea nei cittadini casoriani che lo leggono allarmismi che non hanno ragione di essere. Certo, l’Ente locale è effettivamente debitore della somma di 7 milioni di euro, v’è anche un contenzioso in corso, però questo contenzioso verrà a decadere quando la Commissione del Nucleo di Valutazione del MEF ci chiamerà per discutere sulla somma che dovrà essere restituita al Consorzio. Evidenzio ancora che Il dissesto
funziona in questo modo: chi avanza crediti presenta l’importo spettante, la Commissione valuta caso per caso e verrà convocato ogni creditore per offrire una percentuale, secondo l’importo che il governo nazionale metterà a disposizione della Commissione. Anzi, il giornalista doveva anche dire, per completezza di informazione – questa è precisazione, non critica – che è stata presentata l’insinuazione passiva. Controreplica di Troise: Chiarisco e ribadisco: ti garantisco che le notizie pubblicate in questo articolo da Giuseppe Bianco le ha avute dall’Ente cimiteriale. Quando si scrive un articolo si acquisiscono informazioni, in tal caso il giornalista Bianco le avrebbe ricevute dal’Ente Cimiteriale, ciò si evince dalla foto a corredo dell’articolo. Tra l’altro, il giornalista usa anche il condizionale, “si tratta” scrive Bianco “di milioni che il Comune di Casoria avrebbe dovuto versare in questi anni e non versati nonostante diffide ricevute dal Consorzio. Una posizione di morosità che, però, registra l’utilizzo dei servizi cimiteriali a costo zero in danno dei consociati e della collettività. Tutto ciò, nonostante una citazione a giudizio predisposta dall’avv. Vincenzo Orefice (ex art. 702 bis c.p.c.) per conto del consorzio stesso”. Il Conduttore ha concluso il suo intervento riportando la frase finale dell’articolo in
questione: “Il consorzio risulta sempre più ente monitorato” A seguire, il presidente Michele Bruno espone questi rilievi critici su quanto scritto dal giornalista Bianco: “Rimarco ancora che il Comune di Casoria, dato certo, lo scorso anno ha versato quasi 500.000 euro, manca solo l’ultimo trimestre del 2020. Quindi, i servizi cimiteriali non sono utilizzati a costo zero; tra l’altro, lo Statuto del Consorzio prevede che anche se un Comune del cimitero consortile non ottempera al pagamento della quota associativa, il Consorzio deve assicurare il servizio. Questa è una norma statutaria. Mi sento francamente offeso da questa vicenda, lancio, perciò, un appello: chi ha qualcosa da dire e chi ha qualcosa da denunciare lo metta per iscritto, lo faccia liberamente. Non posso accettare queste insinuazioni aleatorie. Sono diramate notizie che non fanno altro che gettare fango sul Consorzio. Chi ha qualcosa da denunciare, lo faccia, ma basta con questa caccia alle streghe! A conclusione del programma, Nando Troise ha chiesto al Presidente del Consorzio di avere ragguagli su denuncia da lui fatta alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza per delle irregolarità riscontrate nella gestione amministrativa dell’Ente. Michele Bruno ha assicurato il Conduttore che a breve ne darà spiegazione.
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RITA GIAQUINTO
La Copertina con Gennaro De Mare: connubio tra sport e politica
Ospite de La Copertina sul canale web NanoTv è stato Gennaro De Mare, ex Vicesindaco ad Arzano, in passato consigliere provinciale a Napoli ed anche presidente delle province italiane per la Campania. L’incontro con Gennaro De Mare, uomo politico ma anche uomo di sport, nel calcio giocato e non, è l’occasione perfetta per poter affrontare un’urgenza che attanaglia i nostri territori: l’importanza dello sport all’interno della comunità, la necessità di investimenti in strutture sportive, la presenza della politica a supporto di una parte della società – troppo spesso abbandonata – fondamentale per una sana crescita dei giovani. Il punto di partenza dell’intervista è, infatti, lo stadio di Arzano, il “Sabatino De Rosa”, dove, nel 1977, il Dir.Troise è stato direttore sportivo dell’Arzanese, in un campionato che rimarrà nel cuore dei tifosi e dei cittadini. In migliaia andavano ad assistere alle partite, tanto che fu costruita la tribuna per la Coppa Italia.L’Arzanese approdò in C, e furono fatti i lavori allo stadio, con erba sintetica. Tutti, all’epoca, dicevano che il merito di quel bellissimo manto erboso era tutto dell’allora Vicesindaco Gennaro De Mare. Oggi lo stadio è chiuso.Che cos’è successo ?: “Quando fui eletto Vicesindaco ed assessore allo sport, dissi al sindaco che avevo il sogno di ristrutturare il Sabatino De Rosa. Il sindaco ne fu entusiasta, riuscimmo a realizzare una ristrutturazione in due anni, modificando un progetto già esistente, che prevedeva il campo in terra battuta, ma io spinsi molto per l’ erba sintetica. Riuscimmo in questa impresa, erano 50 anni che non si facevano i lavori in quel campo. Divenne un gioiello, tribune coperte, tutto a norma, spogliatoi, sale stampa, uffici, ma, per le dimensioni, fu omologato fino all’interregionale. Nel frattempo, grazie a quell’impianto, ci furono imprenditori che investirono nella squadra della propria città e l’Arzanese per la prima volta riuscì ad essere promossa in lega pro, per la quale quel campo non era idoneo. L’amministrazione dell’epoca pensò bene di adeguarlo ma fu un progetto capestro. Fu bandita ed assegnata la gara, sono iniziati i lavori ma per motivi difficili an-
che da spiegarti, quella stessa impresa rinunciò ai lavori, l’amministrazione fu sciolta, venne il commissario prefettizio, ed i lavori non sono stati più completati, anche perché poi l’Arzanese retrocesse. Purtroppo nei nostri territori gli impianti sportivi vengono relegati alla fine degli obiettivi degli amministratori, le priorità sono sempre altre: infrastrutture, strade, scuole, sicuramente fondamentali, ma se non trovi un amministratore nato e vissuto nello sport è difficile poi intervenire sulle riaperture degli impianti sportivi. Senza contare che nelle nostre zone, quando vengono chiuse, le strutture vengono pure vandalizzate: negli spogliatoi, distrutti, trovi macerie. Per riaprire quella piccola bomboniera che tutti ci invidiavano, ci vorrebbe un intervento serio. Con le prossime elezioni di ottobre, mi auguro che la futura classe dirigente prenda in mano questa situazione. E’ incredibile che con uno stadio di quella portata, i nostri ragazzi non possono giocare nella propria città, costretti ad emigrare nei paesi limitrofi o in campetti di scuole calcio, a volte – ahimè - neppure a norma”. Ma quello di Arzano non è l’unico palazzetto chiuso: a Casoria il Palazzetto è stato aperto per le Universiadi, ma ora è chiuso; Afragola è inagibile; Crispano e Frattamaggiore non esistono più; il Faraone di Caivano chiuso da anni. Vanno tutti a giocare a Cardito. Perché ?: “L’amministrazione
di Cardito ha fatto una scelta saggia e logica, che dovrebbero fare tutte le amministrazioni.: ha dato quell’impianto in gestione, mantenendo la proprietà, ad una società che gestisce quella struttura e che ha tutto l’interesse di mantenerla viva.E’in erba sintetica, omologato per la serie D. Casoria è un altro bellissimo stadio, ma ha il neo dell’erba naturale che richiede una certa manutenzione, altrimenti diventa impossible giocare. Sull’erba sintetica puoi giocare anche 12 ore al giorno e la manutenzione va fatta ogni tanto, con spazzolatura, e riempimento. Bisogna capire che si deve investire nello sport, perché lo sport è vita, aggrega i giovani, forma, a me ha insegnato cosa significa rispettare le regole, stare in un gruppo, lottare per poter vincere”. A questo punto, l’intervista viene piacevolmente interrotta dall’intervento telefonico di Armando Liccardo, dirigente della Frattese calcio che, da vero tifoso, sta diventando un valido punto di riferimento della squadra in cui, oltre alla passione, sta mettendo l’impegno per far sì che si possa regalare soddisfazioni alla propria città: “Il mio intervento non è politico ma parlo da uomo sportivo. Mi farebbe piacere che buona parte della politica della nostra provincia napoletana prendesse esempio dagli impianti sportivi e dalla classe politica pugliese. Ho girato quest’anno vari impianti in tante città della Puglia, e sono il fiore
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10 all’occhiello di realtà di cui ignoriamo completamente l’esistenza. Invece noi abbiamo amministrazioni che abbandonano queste strutture, lasciandole nel degrado. Ancora una volta la Campania non ha strutture pubbliche idonee dove far entrare e far crescere i nostri figli, in sicurezza. Ci sono politici, assessori che vengono messi in Comuni di cui non conoscono nemmeno la macchina amministrativa. Essere assessore allo sport è un ruolo particolare a cui bisogna dare la giusta importanza, perchè lo sport è vita per tutti, dai giovani agli anziani. Non è possibile abbandonare gli impianti sportivi, è vergognoso per tutte le città della provincia di Napoli! La invito a vedere le condizioni in cui versa lo stadio Damiano a due anni dai lavori realizzati con i fondi per le Universiadi: è in condizioni vergognose, è una struttura fatiscente di cui mi vergogno da cittadino, da servitore dello Stato e da uomo che ama lo sport !”. Un vero grido di dolore che si accompagna a quello di quanti soffrono dinanzi ad una politca completamente assente ed impreparata in questo settore. A tal proposito, ad ottobre ad Arzano si voterà. Quali sono le prospettive?: “Io soffro molto per la mia città, Arzano, dove non si fa politica seria da 17 anni. Per condizionamenti camorristici, abbiamo per la terza volta il commissario prefettizio. Ed è una situazione triste,
perché si respira un clima antipolitico. Ci stiamo interrogando su come porci noi vecchi amministratori, che abbiamo svolto dei ruoli politici in passato. Ad Arzano mi sembra che il connubio tra malavita e politica stia diventando una routine che provoca il disaffezionamento delle brave persone. Le inviti a fare politica ma scappano, impauriti, col timore di passare un guaio. Anche solo per candidarti, bisogna stare attenti. Il gruppo che capeggio politicamente sono liste civiche in un’area di centro sinistra, e stiamo colloquiando fortemente con il M5S. Bisogna dare una svolta, un ricambio generazionale, si deve chiudere un ciclo, e riaprirne un’altro. Sto seguendo i giovani, ma c’è bisogno anche di un pochino di esperienza, come in una squadra di calcio, dove in almeno in tre quattro ruoli c’è bisogno di esperienza. E faccio un appello ai giornalisti a cui chiedo di essere più collaborativi con la città, non entrare a gamba tesa, per usare un termine calcistico. La criminalità organizzata è un grosso problema, e non possiamo mettere la testa sotto la sabbia: c’è una camorra che praticamente ha invaso il mercato, ci sono piazze di spaccio di droga, tentativi di estorsione anche spicciola, e tanti negozi hanno chiuso. Ci auguriamo che le prossime elezioni possano dare un messaggio di fiducia alla città. E ai miei concittadini voglio dire che c’è bisogno sicuramen-
te di una classe politica degna, leale e appassionata, ma anche della collaborazione di tanti cittadini per bene per risollevarci da questo baratro”. Chiudiamo con il calcio giocato. Vorrei ci commentassi il girone che vede la Frattese a punteggio pieno: “Si tratta di un campionato che ha ripreso con una modalità molto particolare, con 5 gironi, e si qualificano ai playoff tre squadre per ogni girone, più la migliore quarta classificata. Il cammino è lungo, ma la Frattese sta facendo un percorso straordinario, sei partite, sei vittorie, la squadra gioca bene. E’ un merito che dobbiamo ascrivere alla società, al presidente che ci mette cuore, passione e tanti soldini, ma anche allo staff tecnico, in particolare Sasà Ambrosino, secondo me sprecato in questa categoria. La squadra è costruita bene, c’è un buon mix di giovani e di esperti, il gruppo è bello solido, è entusiasta, si divertono, ci sono tutte le premesse per fare bene. Non è facile perché ci dobbiamo preparare poi agli scontri diretti, chi si è qualificato meglio gioca in casa, i punti sono importanti. Manteniamo questa umiltà, questa spensieratezza. Chi fa calcio e chi fa sport sa che deve tenere sempre i piedi a terra. Pozzuoli con la Puteolana è un’altra piazza importante. E’ partita male, non abbiamo avuto continuità nei risultati in cui speravamo, però ti dico che sono molto fiducioso
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MARIA CRISTINA ORGA
INCONTRO CON … GREGORIO DI MICCO
Prendete una domenica di maggio. Una di quelle domeniche lente e baciate dal sole, in cui i rumori della strada si attutiscono, il mondo rallenta, gli uccellini cinguettano tra i rami in fiore e il caffè che borbotta nella moka ha un profumo più inebriante. Prendete un telefono, componete un numero e contate gli squilli e aspettate il “Pronto” di risposta. Mettete che vi risponda un interlocutore facondo, un testimone dei tempi che ha voglia di raccontare e l’arte di saperlo fare e se questo garbato signore è Gregorio Di Micco, mettetevi comodi e preparatevi ad una amabile chiacchierata che renderà la vostra giornata ancor più piacevole e interessante. E allora, cominciamo dall’inizio. Dottor Di Micco, quando nasce la sua passione per il giornalismo? Lei è anche stato un po’ “il padrino” del nostro direttore dal punto di vista giornalistico. Ci racconta anche in che occasione ha conosciuto Nando Troise. La storia è lunga: nessuno nasce per fare il giornalista. Io ho amato scrivere fin dalle elementari, infatti quando c’era il compito di matematica lo copiavo, quando invece c’era il tema in classe uno lo scrivevo per me e altri per qualche compagno. L’anno scorso ho incontrato un mio compagno delle elementari che non vedevo da quando eravamo bambini, che mi ha raccontato un episodio che avevo completamente dimenticato: pare che un giorno la maestra ci avesse chiesto cosa volevamo fare da grandi e lui assicura che io abbia risposto “voglio fare il giornalista”. Io proprio non me lo ricordo, ma le cose sono andate così. A diciassette anni, poi, mi venne voglia di scrivere su un giornale e un bel giorno d’estate feci una cosa banale: scrivere e chiedere. Poiché Il Mattino aveva già un anziano corrispondente in zona, mandai una lettera al Roma chiedendo di fare il corrispondente dal mio paese, Crispano, che all’epoca contava circa tremila abitanti. Non mi aspettavo nemmeno risposta, invece accettarono, mi inviarono una scheda da compilare con i dati anagrafici. Io ero ancora al liceo, ma dichiarai di frequentare l’università per avere l’incarico. Successivamente sono diventato corrispondente da Fratta, in-
somma sono stato al Roma di Achille Lauro sette anni. Era un grande giornale con grandi giornalisti che poi negli anni ’80 quando il quotidiano chiuse, entrarono al Mattino, che invece allora era una grande azienda editoriale, che contava quattro testate: Il Mattino, in edicola all’inizio del giorno, Il Corriere di Napoli, che usciva nel pomeriggio e due settimanali sportivi, Sport Sud e Sport del Mezzogiorno. E così iniziai al Mattino. Qualche anno dopo ho cominciato a collaborare con il settimanale Sport 7, dove ho conosciuto Nando Troise. E così si è dedicato totalmente nel giornalismo sportivo… Io ho cominciato a giocare a calcio a tredici anni, per me era naturale occuparmi di calcio, era la cosa più ovvia. Però ho scritto di tutto, non solo di pallone, anzi… Ma l’ho distratta, ci stava dicendo dell’incontro con Nando… Nel 1965 ad un certo punto scrivo una lettera a Sport 7 chiedendo di collaborare e dopo qualche anno ero diventato il numero due della testata e caso volle che il direttore, Guido Prestisimone, grande giornalista e fondatore della testata, abbia poi sposato mia sorella…nella redazione di Sport 7 c’erano molti giovani, tra i quali arrivò anche Nando Troise e quindi ci siamo conosciuti, io stavo in redazione da tre quattro anni quando lui iniziò. Nel 1971, poi il giornale chiuse e allora io, Nando e altri ragazzi fondammo Campania Sport. Pensavamo di durare pochi mesi e invece il riscontro fu tale da farci andare avanti per dieci anni. E la sera io e Nando, abitando uno a Crispano e l’altro a Casoria tornavamo a casa insieme. Intanto eravamo cre-
sciuti e ci siamo spostati verso i giornali più grandi: io nel gruppo de Il Mattino a Sport Sud e Sport del Mezzogiorno che erano diretti da Aldo Bovio, figlio di Libero Bovio dove sono rimasto fino al ’90. In quegli anni poi iniziò la crisi dei giornali sportivi e insieme ad altri dieci colleghi fui spostato alla redazione del Mattino. Poi sono stato alla redazione di Salerno… lo sport è stato prevalente nella mia attività, ma mi occupavo di cronaca nera, poi con Pasquale Nonno sono stato al regionale. Una vita trascorsa a raccontare e a testimoniare. È questa passione che l’ha poi portata a voler raccontare le drammatiche giornate legate allo sbarco degli alleati a Salerno nel ’43 partendo dai diari di una testimone dei fatti in “Cava 1943- i giorni del terrore”? Di questo episodio non si parlava molto. I cittadini di Cava dei Tirreni ne parlavamo tra di loro come di racconti tramandati dai padri, dai nonni, ma nessuno aveva mai pensato di ricostruire e raccontare la storia. Io abito a Cava, ormai, anche se torno a Napoli ogni settimana e devo dire che è una cittadina molto stimolante dal punto di vista culturale. E allora ho voluto scrivere un libro per raccontare questa storia. Nel ’43 gli americani prima sbarcarono in Sicilia, poi a Salerno, per raggiungere da lì Napoli, che era militarmente importante e poi ad Anzio. Gli alleati pensavano che sarebbe stato facile risalire a Napoli e invece trovarono una resistenza terribile da parte dei tedeschi. C’è stato un momento nel quale gli americani stavano per rinunciare e risalire sulle navi perché erano imbottigliati. Ad un certo punto, però cominciarono a bombardare le colline dietro Salerno e i colpi arrivavano a Cava dei Tirreni: furono abbattuti edifici e morirono centinaia di persone. I cavesi cominciarono a scappare verso la Badìa. Ma in città non c’erano solo i cavesi, ma sfollati da tutta la Campania perché Cava era considerata un posto sicuro. Napoli è stata la città italiana più bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale e molti, anche dalla provincia si rifugiavano dove pensavano di essere più sicuri. Molti scelsero Cava perché è sempre
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12 stata una meta turistica prediletta dalla nobiltà napoletana. Le colline sono punteggiate di ville gentilizie. Tanto per fare un nome, a Cava veniva anche Gaetano Filangieri e suo figlio nacque proprio qui. Nell’Ottocento anche molti pittori vedutisti, tra cui Giacinto Gigante, tanto per fare un nome, sceglievano Cava per ritrarre paesaggi meravigliosi. I musei ne sono pieni. Questo per dire che Cava era un posto magnifico ritenuto sicuro anche durante la guerra. E molti quindi la scelsero, ma nel ’43 si ritrovarono sotto le bombe e allora cominciarono a scappare verso le colline. I tedeschi si attestarono proprio a Cava e crearono uno sbarramento, tant’è che ci sono ancora resti di bunker lungo la strada che gli americani dovevano attraversare per risalire a Napoli. La resistenza fu strenua e durò giorni. Nella biblioteca dell’Abbazia sono conservate le testimonianze di quell’episodio. E nessuno lo sapeva. Facendo le ricerche per il mio libro, ho potuto consultare quattro quaderni in cui i frati annotavano tutte le persone che si erano rifugiate lì. Così ho potuto inserire gli elenchi nel libro. Facciamo un passo indietro: come è nata l’idea del libro? Il nonno di mia moglie era avvocato e noi abbiamo ancora molti libri antichi proveniente dalla sua biblioteca. Un giorno, scartabellando in uno di questi volumi trovai una decina di pagine dattiloscritte dalla signora Siniscalco, la quale descriveva gli eventi di quei giorni in un diario scritto con stile stringato e giornalistico, in cui riferiva chi era morto, cosa era successo… A me piacque subito, ma per cinque, sei anni non ne ho fatto nulla perché il materiale non era sufficiente per farne un libro, sarebbe stato un opuscoletto. Poi un giorno mi venne l’idea: andai nella biblioteca dell’abbazia e trovai gli elenchi dei rifugiati, poi nella biblioteca di Cava e ho trovato anche personaggi illustri.
Poi ho cercato nei registri di un albergo importante già a quell’epoca e ho raccolto materiale sufficiente da farne un libro che ha avuto un grande riscontro di pubblico soprattutto a Cava, ovviamente. Ne ho pubblicate due edizioni ed è andato praticamente esaurito. Il successo di questa sua opera prima le ha fatto venire voglia di continuare? Ci dica in anteprima se ha già un nuovo libro in cantiere. Sì, sto lavorando ad un altro progetto, anzi posso anticipare che il libro è già scritto ed è in via di revisione finale e dovrebbe uscire a giugno. Ma preferisco non anticiparne il contenuto… Non vuole neanche dirci se anche queto sarà di argomento storico? Le dico solo che sarà la storia di un grande artista che in Italia è poco conosciuto ma in America ha avuto un successo strepitoso. Nemo propheta in patria… il nuovo libro è una biografia, quindi… Sì, purtroppo… era anch’egli di Cava, ma sconosciuto anche ai suoi concittadini …ho fatto ricerche, rintracciato il figlio in America con il quale è nata una bella amicizia e raccolto materiale per quindici anni e ora è pronto. Ci ha fatto venire l’acquolina in bocca: non vediamo l’ora di leggerlo. Intanto cambiamo argomento: ci racconta come e perché anni fa ha deciso di scendere nell’agone politico e correre per la carica di sindaco del suo Comune, Crispano? La vita è fatta di esperienze sempre nuove e anche se io non avevo voglia di occuparmi di politica ci fu un amico che mi convinse ad entrare nel direttivo della DC. Un bel giorno mi hanno chiamato a fare il segretario e anche se continuavo ad affermare che non capivo niente di politica, hanno insistito e così ho iniziato, poi un poco alla volta mi sono appassionato. Che anni erano?
Gli anni ’80. Ho fatto l’assessore, il sindaco e mi è piaciuto perché la politica è bella: secondo la radice semantica significa azione in favore della città anche se poi quelli che la fanno non sempre lavorano per il bene pubblico… poi però ad un certo punto ho dovuto mollare perché non ero un tipo tranquillo… una volta sono stato aggredito da dieci persone, due volte Crispino è stata sciolta per infiltrazioni di camorra… la situazione si è fatta nera, così un po’ mi ero stancato, un po’ ero preso da altre cose e allora ho mollato. Però mi dispiace perché il mio paese è abbandonato. Il problema è che la politica è frequentata da personaggi che… la rovina poi è stata che adesso ci sono gli stipendi. Quando ho fatto io il sindaco, si percepivano cinquecentomila lire come rimborso spese e basta. Ora invece gli amministratori locali si attribuiscono stipendi da migliaia e migliaia di euro e allora la classe politica si è molto deteriorata, perché molti puntano al Comune per prendere uno stipendio, come se avessero preso un posto di lavoro. Ecco anche perché tanti di loro cambiano partito così velocemente, perché l’importante è rimanere in carica e prendere lo stipendio. Questa è la verità che nessuno dice. In tutte le amministrazioni gli assessori cambiano ogni anno, anno e mezzo: è un modo come un altro per far ruotare gli incarichi e gli stipendi. … e attrarre consensi in vista delle elezioni successive. Infatti. Il voto quindi non è libero, non è ideologico. Il voto è condizionato. Al Sud il voto è sempre condizionato dagli interessi. E lo sanno tutti, anche se il discorso va sempre sulle ideologie. Oggi ci vorrebbero i manager. Questo è uno spunto molto interessante: se lei potesse, che consiglio darebbe a chi è chiamato ad amministrare un piccolo Comune come Crispano e una grande metropoli come Napoli?
DOMENICA 23 MAGGIO 2021 È un utopia, ma facciamo finta che si possa realizzare. Io ho le idee molto chiare. Sono stato sindaco di un Comune in dissesto economico, quindi dovevo mettere mano alla tasca e comprare anche le penne, i fogli, quello che serviva. Dissesto economico significa che il Comune è fallito e lo Stato ti mette sotto controllo e non puoi spendere niente. Nemmeno pagare gli straordinari ai vigili. Il discorso di Napoli è semplice: è un Comune ufficialmente in pre -dissesto economico, come molti altri Comuni, questo significa che gli amministratori non possono fare nulla, hanno le mani legate perché l’azienda è fallita e quindi anche l’ordinaria manutenzione delle strade non si può finanziare. A Napoli in questi giorni si stanno scegliendo i candidati sindaci per le prossime amministrative. La sinistra ha pensato di indicare Manfredi, ma lui ha detto già che le casse sono vuote e ha chiesto ai politici di impegnarsi prima per risanare le finanze del Comune e poi che lui sarebbe stato disponibile a fare il sindaco eventualmente solo in quel caso. Perché senza soldi lui ma chiunque altro avrebbe le mani legate. E questo vale per tutte le formazioni politiche perché se un sindaco, una giunta, non ha i soldi per le attività dove va? Non va da nessuna parte. Poi c’è il gioco politico tra la sinistra, la destra, il centro. E non si tratta solo di Napoli: sono ottocento i comuni italiani in dissesto che hanno chiesto al governo una sanatoria, come è già successo per Catania, mi pare Roma e altri. Ma se lo Stato non interviene con una sanatoria è inutile che stiamo a parlare di chi nominare a sindaco, tanto nessuno potrà fare niente. Quindi, l’unica via d’uscita è l’intervento dello Stato centrale. Secondo lei si potrebbe ricorrere anche ai finanziamenti del Recovery Found? Quei fondi sono destinati allo sviluppo, non so se si possa attingere da lì, ma comunque da qualche parte i soldi per sanare i bilanci di tanti Comuni dissestati vanno trovati, altrimenti non se ne esce. E allora la domanda si fa più maliziosa: dove trova lo Stato i soldi per risanare i bilanci di ottocento Comuni dissestati? Le strade sono due: o fa i debiti, o aumenta le tasse. D’altronde lo Stato italiano ha un debito enorme… Secondo le ultime stime, qualcosa come centodiecimila euro a famiglia
13 per i prossimi cinquant’anni… Questo si sa, ma resta il fatto che molti Comuni tagliano i servizi ai cittadini, anche essenziali, perché non hanno i soldi. Lo Stato comunque il problema se l’è già posto: i Comuni stanno con l’acqua alla gola e una decisione va presa comunque. Senza soldi per sanare i debiti Comuni e regioni non vanno da nessuna parte. Se si possono prendere dal Recovery bene, altrimenti da qualche parte devono uscire. È inutile parlare del sindaco… destra, sinistra, centro. Napoli è in dissesto economico e possiamo mettere a fare il sindaco la persona migliore d’Italia, avrà comunque le mani legate. L’ANCI, l’Associazione dei Comuni Italiani il problema l’ha già posto al governo. D’altronde in questo periodo di pandemia sia l’Associazione dei Comuni sia la Conferenza delle Regioni hanno avviato con il governo un’interlocuzione intensa e molto efficace, quindi speriamo che l’ANCI venga ascoltata. A proposito di pandemia: cosa ci ha insegnato questo tragico incontro con il Covid? A dare valore alle cose a cui prima non davamo importanza. Quindi lei è ottimista sul fatto che alla fine qualcosa abbiamo imparato? Spero di sì, ma ho qualche dubbio... Ieri sono uscito e ho visto una marea di gente per strada a Cava. Ho l’impressione che tra qualche mesetto avremo dimenticato quello che abbiamo passato in questi lunghi mesi… ma è l’animo umano che tende a dimenticare le cose spiacevoli e a ricordare solo quelle piacevoli. Purtroppo non è finita e secondo i virologi dovremo prepararci ad affrontare nuove pandemie in futuro. Pare che nel 2050 le pandemie saranno la prima causa di morte al mondo, superando le malattie cardiocircolatorie e il cancro, questa è la prospettiva, a meno che non ci mettiamo a fare ricerca seria. Io mi auguro che questo serva da insegnamento. La tecnologia, la ricerca scientifica dopo quello che è accaduto, diventa fondamentale. Lo sappiamo che arriveranno altre pandemie e dobbiamo farci trovare pronti. La pandemia ha dimostrato una cosa: che di fronte ad un nemico del genere siamo tutti uguali e non ci sono frontiere. È un problema comune che dobbiamo affrontare tutti assieme. Quindi speriamo che si decida una
volta e per tutte di unire le forze e gli sforzi affinché questo mondo globale sia tale non solo riguardo allo sfruttamento e al commercio, ma anche per la ricerca. La pandemia questo ci lascia di buono: andare avanti con la ricerca e andare avanti tutti insieme. Be’, finché nonostante tutto quello che è successo tolleriamo che nei territori contesi della martoriata Palestina siano tornate a cadere le bombe in questi giorni e restiamo a guardare senza muovere un dito per trovare una soluzione definitiva a quell’eterno sanguinoso conflitto, non è che le premesse per una collaborazione di tutti per il bene comune siano granché. Non abbiamo imparato niente nemmeno dalla pandemia. Eh, qui affrontiamo un discorso complesso… quella è una terra che non troverà mai pace, ma se le grandi potenze mondiali continueranno a schierarsi con gli uni o con gli altri, la pace è impossibile. Io sono stato in Israele, è difficile. Gli appelli teorici non servono. Noi tutti lanciamo appelli perché non vengano più sganciate bombe, ma non siamo noi quelli che decidono. Noi siamo quelli che osserviamo. Mi viene inevitabilmente in mente un parallelo con le vicende narrate da lei in “Cava 1943- i giorni del terrore”. Come a Gaza e nei territori, in quei giorni chi pensava di essere al sicuro a Cava si ritrovò intrappolato tra il fuoco amico degli alleati e il fuoco di rappresaglia dei tedeschi che tentavano una resistenza. Sono passati ottanta anni per niente. Come esseri umani non abbiamo capito niente né dalla storia, né dalla pandemia. In quelle terre ci sono degli interessi in gioco che evidentemente… e poi ormai si sono creati nel tempo dei rancori che noi non possiamo immaginare e nemmeno capire, tra le due parti. I giovani palestinesi ed israeliani scendono insieme in strada per chiedere la pace. I rancori sono di chi comanda, non delle popolazioni. Tutti dicono che è una guerra sbagliata, intanto le bombe continuano a cadere, perché lì sono tutti locali e tutti esterni. Bisognerebbe dividere il territorio in due in base alle reali esigenze dei due popoli in modo da mettere d’accordo tutti. Salomonica saggezza. Peccato che gli uomini siano invece stolti per natura.
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14 ANGELA CAPOCELLI
LA PROFESSIONE DI INFERMIERE/A: INTERVISTA A EDUARDO GRAZIUSO
Le professioni sanitarie oltre a rappresentare un lavoro rappresentano anche una scelta di vita molto determinante: decidere di diventare medico o infermiere significa essere consapevoli dell’importanza che il proprio ruolo rivestirà nella vita di persone che possono essere deboli, sofferenti, provate. La pandemia, tra l’altro, ci ha dimostrato quanto fondamentali siano queste figure in una società ma soprattutto quanto rischioso e difficile possa essere il loro lavoro. Non possiamo che ringraziare e ammirare tutti i medici, infermieri e OSS che svolgono la propria professione con passione, dedizione e serietà (e che non si lasciano accattivare da lucro e avarizia). Per analizzare più da vicino la figura dell’infermiere abbiamo intervistato Eduardo Graziuso, che ha svolto questa professione, con amore, durante tutta la sua vita. Ci racconti la sua storia: da dove l’è nata la passione per il suo lavoro? È nata per caso: frequentavo il primo anno di scienze biologiche, allora, e la regione Campania istituì dei corsi per infermieri finalizzati; c’era anche un compenso mensile per cui partecipai alla selezione… Il resto è storia. Non è stato solo questo il motivo ma è stata
una sfida con me stesso affinché vincessi quelle paure che mi portavo da piccolo come la vista del sangue e quant’altro ed anche un po’ di curiosità. Lei è stato per molti anni nella sala operatoria del San Giovanni Bosco: com’è stata l’esperienza di lavorare accanto a primari e chirurghi? Esperienza bellissima, sotto tutti i punti di vista, sia scientifico che umano. Una buona equipe operatoria deve avere un solo comune denominatore: far stare bene persone a cui, in un momento della loro vita, qualcosa è cambiato o accaduto, abbassando la qualità della vita stessa. Se lei dovesse delineare quelli che sono gli aspetti negativi del suo lavoro, quali elencherebbe? Se una persona abbraccia questo lavoro lo deve fare con scienza, coscienza e umanità; se viene a mancare uno di
questi fattori cambia la finalità e a volte anche il risultato: questo è un aspetto negativo. Non devono esserci interessi propri… Non vado nello specifico ma si comprende che mi riferisco ad avanzamenti di carriera e/o a prestazioni remunerate che esulano dal discorso fatto prima. Quali sono, invece, le soddisfazioni che questa professione porta? La crescita professionale con aggiornamenti, studi e l’esperienza hanno fatto di me un garante nell’ambito della sala operatoria anche per il funzionamento di molte apparecchiature, tanto da conquistare la fiducia di tutti, dai primari all’ultimo assistente. Ho dato supporto sia agli anestesisti che al campo operatorio conoscendo ogni tipo di intervento… Il Covid, più che mai, ci ha dato l’opportunità di dimostrare l’importanza di tutte le professioni sanitarie. Vuole lasciare un messaggio a tutti coloro che si affacciano a questo mondo (neo infermieri, tirocinanti, neo medici ecc.)? Chi si affaccia a questo mondo, a parte che con le giuste conoscenze, lo deve fare con tanta umanità, umiltà e grande spirito di abnegazione!
RAFFAELE SILVESTRO
Diego Scarpitti: GIORNALISTA SPORTIVO Il giornalismo ha tante sfaccettature, tanti rami in cui si biforca. Tra i vari, c’è quello sportivo che più si avvicina all’essere la rappresentazione perfetta del giornalista. Colui che narra le gesta di campioni, che racconta le storie di sportivi arrivati nell’olimpo partendo dal basso. Uno di questi cantastorie sportive è Diego Scarpitti, giornalista de Il Mattino e grande, grandissimo intenditore di sport. La sua passione per il giornalismo, nasce quasi per caso, quando già da piccolo amava fare la telecronaca di qualsiasi cosa. Il suo essere poi sportivo, avendo giocato a calcio a 5, basket, praticato nuoto, lo ha avvicinato a questo mondo. Diego è un grande sostenitore dello sport Campano, più precisamente di molte discipline che ci rappresenteranno alle prossime olim-
piadi di Tokio. Una su tutti, il canottaggio, che è sempre stato fiore all’occhiello della nostra regione in Italia e nel Mondo. Abbiamo chiesto a Diego, come è stato lavorare in questo ultimo anno che ha fermato quasi tutto. Ci ha spiegato che non ha mai smesso realmente, visto che ha raccontato e monitorato, durante la quarantena, tutti i nuovi modi di allenarsi degli sportivi con i quali era in con-
tatto. Un modo rivoluzionario per non rimanere fermi e farsi trovare impreparati alle riaperture che poi ci sono state. Ovviamente, in vista delle olimpiadi lui sarà in prima linea a raccontare tutto ciò che accadrà. E’ molto fiducioso nella nostra nazionale, ma soprattutto confida nei rappresentanti campani del canottaggio, karate, tiro al volo e tanti altri. A giornalisti come Diego Scarpitti noi, dobbiamo solo dire grazie. Sono le sue parole a far scolpire nella nostra mente le gesta dei grandi sportivi. Attraverso i sui scritti, i campioni, diventano eterni. Nell’immaginario comune, molti hanno impresse le parole di come viene descritta un’impresa e non l’impresa stessa. E’ un grande peso e onore, e lui li rispetta in maniera encomiabile.
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GENNARO MOSCA
DDL ZAN: INTERVISTA DOPPIA
Oggi incontro due maestri di pensiero, per un confronto sul disegno di legge Zan che tanto sta facendo discutere. Ne parliamo con il Cardinale Federigo Borromeo, già illustre arcivescovo di Milano, e Saffo di Lesbo, poetessa di fama mondiale. Il ddl, in sintesi, prevede una modifica di due articoli del codice penale che ora stabiliscono la pena della reclusione per la propaganda o l’istigazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Il testo della proposta aggiunge: “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”, così allargando la fattispecie di reato. Inoltre, il 17 maggio viene istituita la giornata contro l’omofobia; infine, le Scuole e le altre pubbliche amministrazioni “promuovono la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione.” Ecco le due posizioni. Eminenza, perché non approvare il ddl? Em.: «Tante ragioni. La prima, imporre alla Scuola di far credere ai bambini, ad esempio, che una convivenza di due transgender sia in tutto e per tutto come una famiglia tradizionale, è una distorsione di natura, prima che di valori.» Saffo come risponde?
IL GRILLO PARLANTE
Saf.: «Pregiudizi, tabù, medievalismi da caccia alle streghe. Ai bambini andrebbe insegnato che l’amore è amore. E’ pace, rispetto, armonia con se stessi, gli altri e l’universo. Invece sembra che si stia ancora discutendo se sia la Terra a ruotare attorno al sole o viceversa.» Em.: «E ancora. Alla fine dell’articolo 1 si pone una scissione pericolosissima tra sesso – dettato dalla natura – e ciò che dovrebbe intendersi per ‘identità di genere’. In termini semplici, se Tizio – biologicamente maschio – si ‘sente’ donna, allora il mondo, ai sensi del ddl, lo dovrà ritenere e considerare tale in tutto e per tutto. Quale confusione si determinerà? Come si spiegherà a un bambino che, al ristorante, zio Mario va alla toilette delle signore perché si sente donna?» Quali sono le ragioni a favore? Saf.: «La coscienza collettiva ha raggiunto la maturità per aborrire le discriminazioni e peggio ancora le violenze perpetrate per ragioni di sesso, genere, disabilità. Vede, ai miei tempi, uccidere uno schiavo era consentito, e questo ora farebbe inorridi-
re Lei e i suoi contemporanei. Oggi anche maltrattare un animale è punito. Per certi valori, per fortuna, la sensibilità civile ha raggiunto traguardi importantissimi. Se il testo non sarà approvato, tra mille anni quelle generazioni guarderanno con medesimo orrore l’attuale mancanza di leggi che mirano a tutelare chi è vittima di violenza. E quando non è violenza, è scherno, diffidenza, ipocrisia, paura.» Em.: «La legge introduce la fattispecie del reato di ‘istigazione’ ad atti di discriminazione per motivi di sesso, genere, e identità di genere. Mi chiedo quali potrebbero essere queste condotte di istigazione. Ad esempio, se dico che ‘non dovrebbe essere consentita l’adozione a una coppia omosessuale’ sto istigando? Oppure che ‘una famiglia etero è l’unica vera in quanto naturale’ anche dovrò temere che la mia condotta sia contro legge? Sarebbe un inaccettabile bavaglio alla libertà di espressione.» Saf.: «Sua Eminenza pone un
falso problema. Ogni norma ha bisogno di interpretazione, soprattutto quella penale. In tutti gli ordinamenti c’è un Arconte deputato a uniformarne il significato. In Italia è l’indirizzo nomofilattico della Cassazione. Peraltro, il dubbio appare ancor più insussistente anche alla luce dell’art. 4 che espressamente ‘fa salve la libera espressione di convincimenti e le condotte riconducibili al pluralismo delle idee’.» Un pensiero per salutare i Lettori. Em.: «Guardiamo ancora e sempre con fiducia alla Natura, che insieme all’Uomo è la suprema creazione di Dio. Lasciamo che continui a dettare il significato di alcuni aspetti della nostra vita, senza volerli forzare e stravolgere, come quello di identità di genere, paternità, maternità, famiglia naturale. Non confondiamoli, con il rischio di una deriva pericolosa verso il caos. La Natura è benigna, tuttavia mai prona alle forzature, alle quali prima o poi si ribella.» Saf.: «La Natura è amore vero. L’amore vero è fonte di gioia, armonia, serenità. Ciò non dipende dal sesso di chi si ama. Spero che da questi pochi versi ne giunga il senso più vero e profondo. ‘Quando ti vedo dinanzi a me/mi sembra che mai Ermione/sia stata così bella/e non credo temerario paragonarti alla bionda Elena/se è permesso le mortali paragonare alle dee. / Sappi, davanti alla tua bellezza, / tutta la mia ansia sento che scompare.’»
www.casoriadue.it
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16 Franco Pezzella
Luigi Maglione, Nunzio apostolico in Francia
Il 3 novembre del 1926, giungeva a Parigi, direttamente da Berna, monsignor Luigi Maglione, già Nunzio apostolico in Svizzera dal 1920, designato, dal 23 giugno di quell’anno, a sostituire nell’omologo ruolo, in terra di Francia, monsignor Bonaventura Cerretti, dimessosi qualche mese prima a ragione dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Lo attendeva un compito non facile: raccogliere degnamente l’eredità del suo predecessore, distintosi per la ricomposizione di delicate missioni diplomatiche internazionali quale quella portata a compimento a Londra, nel 1922, presso il Consiglio della Società delle Nazioni, circa i cosiddetti Mandati di Siria e Palestina, ossia la tutela delle popolazioni, già controllate dagli Stati sconfitti della Prima guerra mondiale (in questo caso l’Impero Ottomano) e incapaci di autogovernarsi, assegnati rispettivamente a Francia e Gran Bretagna; o, quella più propriamente franco -pontificia tesa a cicatrizzare le dolorose ferite che si erano aperte dopo il divorzio, nel 1905, tra la Chiesa e Parigi, conclusasi felicemente, dopo ben 18 anni con la creazione delle “associazioni diocesane” uno specifico modello di persona giuridica con il compito di organizzare l’esercizio del culto e la gestione dei beni destinati a tale scopo, messi a repentaglio in quell’anno dall’approvazione della “Legge relativa alla separazione della Chiesa e dello Stato”; o, quella, ancora più difficoltosa, relativa alla grave iniziativa intrapresa dal governo Herriot di sopprimere, tra la fine del ‘24 e i primi mesi del ‘25, peraltro con il voto favorevole della Camera, l’ambasciata di Francia presso la Santa Sede, un’iniziativa che stava pericolosamente mettendo di nuovo a rischio i rapporti tra il Paese transalpino e il Vaticano. Monsignor Maglione affrontò il suo nuovo impegno volgendo le sue prime attenzioni soprattutto all’attuazione concreta
Mons. Maglione all’Eliseo (1°gennaio1927) di quanto concordato dal suo predecessore al riguardo delle “associazioni diocesane” e subito dopo al rinnovo dell’episcopato nazionale dal momento che la maggior parte dei vescovi francesi, nominati da Pio X dopo la rottura, il 9 dicembre del 1905, del concordato tra Francia e Santa Sede, erano dichiaratamente conservatori e monarchici, e non nascondevano simpatie per il movimento reazionario dell’Action française, fondato da Charles Maurras, giornalista, saggista e poeta oltre che politico, i cui militanti, antisemiti, antiparlamentari e antidemocratici, non esitavano, talvolta, a ricorrere alla violenza fisica pur di propugnare la loro ideologia. Già rimproverata duramente dallo stesso Pio X per il tentativo di subordinare la religione alla politica e al nazionalismo, l’Action française fu successivamente condannata da Pio XI anche per la notevole influenza che esercitava sui giovani cattolici, ragione per cui, monsignor Maglione - consigliato, per di più, da alcuni autorevoli rappresentanti degli ordini monastici, il padre assunzionista Louis Merklen, direttore de La Croix, il domenicano padre Marie Vin-
cent Bernadot, il gesuita Gustave Desbuquois e il sulpiziano Jean Verdier, futuro arcivescovo di Parigi - suggerì a Roma la scelta nelle nuove nomine vescovili di personalità ecclesiastiche che fossero sensibili, in antitesi ad Action française, ai valori democratici e portatrici di idee sociali avanzate: un nuovo indirizzo che fu accolto con molti consensi negli ambienti democratici francesi. Indicativo, in proposito, quando scriveva Maurice Vaussard, autore di numerosi saggi storici e politici, specialista di storia italiana, in una missiva a don Luigi Sturzo commentando la nomina di Verdier ad arcivescovo di Parigi: «Il nuovo arcivescovo di Parigi è perfetto. Ancora dieci anni di sedi vescovili provviste così, e la Francia avrà l’episcopato che non ha mai avuto dalla Rivoluzione in qua (e forse anche prima). Dobbiamo a mons. Maglione una gratitudine immensa» (L. Sturzo - M. Vaussard, Carteggio 1917-1958, a cura di E. Serra, Roma 1999, p. 68). Per la sua ferma posizione nei confronti di Action française, Maglione fu duramente attaccato dall’omonimo organo del movimento che, nel 1932, non esitò ad accusarlo di essere stato una spia al servizio della Germania durante la nunziatura a Berna e lo contestò duramente nel corso di un convegno di studenti a Marsiglia. Forse anche perché, nel suo indirizzo di auguri al presidente della Repubblica francese per il Capodanno, denunciando il “malessere economico”, che stava mettendo a dura prova tutte le nazioni dopo il crollo di Wall Street aveva invitato i governi a “prendere provvedimenti speciali a favore della classe lavoratrice” (L’Osservatore romano, 2-3 gennaio 1932). Nel luglio del 1936, dopo essere stato nominato cardinale, monsignor Maglione lasciò Parigi con l’unico cruccio di non essere riuscito, intervenendo sul ministro degli Esteri Pierre Laval, di risolvere in modo pacifico la controversia tra l’Italia e l’Etiopia.
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CHIARA D’APONTE
Elena Petruccelli: una giornalista “disobbediente” dall’animo gentile
Intervistare Elena Petruccelli, è un’esperienza che consiglio di fare ad ogni giornalista alle prime armi. È una di quelle persone che, senza il minimo sforzo, riesce a metterti a tuo agio. Spesso quando si pensa ai giornalisti li si immagina come persone distaccate, austere, entità aliene che giudicano con disprezzo tutto ciò che li circonda. La Petruccelli è quanto di più lontano ci sia da questa definizione. La sua è una vera e propria rivoluzione fatta di gentilezza e tanta preparazione. Per prima cosa vorrei che si descrivesse brevemente. Mi chiamo Elena, sono una giornalista, grande tifosa del Napoli SSC e appassionata di animali. È stata una bellissima sorpresa per me diventare da intervistatrice un’intervistata, e prima di iniziare a raccontarmi ci tengo molto a ringraziare te e il grande maestro e amico Nando. Farò di tutto per non annoiare voi e i tanti lettori di Casoria 2 Vorrei conoscere le sue origini, il suo percorso di studi, le sue passioni e cosa l’ha portata a scegliere di intraprendere una carriera nel mondo del giornalismo. Dunque, sono nata a Casoria e sono molto fiera delle mie origini. Sono convinta che chi nasce in una provincia, probabilmente perché molto attratto dal mito delle grandi città, si impegna di più per raggiungerle. Soprattutto, chi viene dalla provincia deve lottare un pochino di più e questo sarà molto utile in futuro. Per esempio già da ragazzini, per andare a scuola a Napoli, è necessario svegliarsi prestissimo per non perdere l’autobus (il C1 nel mio caso). Si deve essere in grado di adattarsi ad ambienti diversi dalla cosiddetta comfort zone, gli amici del quartiere, la famiglia, gli zii, il nonno, gli amici storici con cui sei cresciuto. Spesso sarai un estraneo e devi essere capace di conquistare nuove
terre. Dopo le elementari e le medie nella scuola Sacro Cuore, ci tengo molto a ricordare Suor Daniela, che è stata la nostra insegnante di Italiano. Il modo in cui spiegava la lezione mi ha sempre incantato, ma tutte le professoresse sono rimaste indimenticabili, posso dire gli anni più belli. Inoltre da piccola, e ci tengo a precisare, facevo anche parte del coro della scuola. Poi ho frequentato il liceo classico Giuseppe Garibaldi a Napoli. Dopo il liceo mi sono iscritta all’Università degli Studi di Salerno e mi sono trasferita proprio a Salerno centro, dove lavoravo come commessa e ho ottenuto a 23 anni il primo contratto da collaboratrice per il quotidiano La Città. Dopo la laurea sono tornata a Casoria e ho iniziato a collaborare per Cronache di Napoli. Beh, ad essere sincera, da piccola il mio sogno era quello di fare la veterinaria, non ricordo come mai questo cambio di rotta. Probabilmente è stato il giornalismo che mi ha trovato, tutt’oggi ho una sorta di vocazione o autentica malattia se si preferisce verso questo splendido mestiere. Ricorda per caso il titolo ed il contenuto del suo primo articolo importante? A cosa sta lavorando ora?
Spesso mi prendono in giro, dicono che per me gli articoli sono come figli e come si dice? ‘ogni figlio è bello per la mamma sua’ diciamo che il percorso alla Città di Salerno mi ha molto formato professionalmente, e tra tutti il primo articolo, che non si scorda mai, un incendio in un laboratorio all’Università. Oggi collaboro per il Mattino. Recentemente mi sto dedicando a tematiche legate allo sviluppo sostenibile. Vorrei da lei un parere oggettivo e senza peli sulla lingua sullo stato di salute del giornalismo campano Sono tifosa del Napoli e di tutto ciò che è campano, scusatemi per il provincialismo. Negli anni ho conosciuto tante altre realtà giornalistiche, in Italia e in Europa, ma nessuno per me è migliore della nostra, per vivacità e preparazione. Quello su cui occorre lavorare di più, sono diritti e tutele per i freelance e i collaboratori esterni come me. Cosa consiglierebbe a chi sta per intraprendere o sogna di intraprendere una carriera nel mondo del giornalismo o comunque nel mondo della comunicazione?* Consiglio sicuramente di farlo, e di farlo senza nessuna paura per il futuro, ma con la spensieratezza di chi inizia un bel viaggio. Studiare la comunicazione è la base, e il giornalismo spesso, come lo è stato nel mio caso, spesso non è una scelta, ma una vera esigenza psicofisica :) una necessità. Il consiglio che mi sento di dare ad un giovane giornalista è quello di disobbedire, uscire fuori dagli schemi, da quello che vorrebbero tu facessi. Tuttavia disobbedire non è una cosa semplice! Occorre tanta preparazione, fantasia, prontezza d’animo, beh anche un pizzico di fortuna, fede, ma soprattutto preparazione, preparazione e studio. Non ci si improvvisa disobbedienti! Per cambiare le regole si devono prima studiarle bene.
DOMENICA 23 MAGGIO 2021
18 CIRO TROISE
Il Napoli di Gattuso è più forte anche dell’emergenza arbitrale
Partiamo da quanto è accaduto sabato. Il calcio italiano, se vuole migliorare la sua immagine all’estero, deve affrontare anche l’emergenza arbitrale. Non ci sono altri termini per definirla, è una situazione ai minimi termini, lo dimostra il pessimo arbitraggio di Calvarese, a memoria la peggiore prova dell’era Var. Calvarese ha sbagliato di tutto: i due rigori non erano da intervento Var, l’espulsione di Bentancur è eccessiva, c’è stato bisogno della tecnologia per convalidare l’autogol di Chiellini. Se ne parla di meno ma ha anche interrotto per un fallo inesistente l’azione che porta alla splendida rovesciata di Lautaro Martinez. Tutto ciò prima di vincere la palma d’oro del disastro arbitrale della stagione: il rigore su Cuadrado è un chiaro ed evidente errore, il colombiano apre la gamba su Perisic, assegnarlo significa premiare l’arte dell’inganno. Penso a come faranno gli allenatori nei settori giovanili ad insegnare il rispetto e il fair play guardando, invece, che nel derby d’Italia in mondovisione si premia la “furbata” di Cuadrado? Il disgusto per Juventus-Inter, i ricordi del 2018, la pressione psicologica sulla squadra, l’atteggiamento della Fiorentina che ha messo in campo giustamente la stessa aggressività di quando ha battuto la Lazio avvicinandosi alla salvezza poi conquistata a Cagliari, sembravano rappresentare premesse da incubo. Il film sembrava spedire il Napoli in una trappola da cui è uscito con qualità che finora non appartenevano al suo background, anzi storicamente gli azzurri sono caduti spesso per le insidie del nervosismo. Stavolta il Napoli è stato solido, intenso, un po’ contratto negli ultimi venti metri, poi si è liberato dopo aver sbloccato la partita. Il rigore su Rrahmani c’è perché la trattenuta di Milenkovic, che nel primo tempo aveva tormentato anche Osimhen, è ingenua e meritevole di essere punita. Dopo quello che è accaduto in Juventus-Inter, Abisso, richiamato all’on field review da Chiffi, non poteva assolutamente non darlo ma l’auspicio è che sul protocollo si faccia chiarezza. Si torni al calcio vero, dove l’arbitro deve avere la capacità di leggere
Una squadra in crescita sotto il profilo tattico e mentale ha dato un calcio anche ai disastri di Calvarese in Juventus-Inter
le dinamiche, le situazioni, abolendo i “tele-rigori”. Il Napoli di Gattuso è più forte anche dell’emergenza arbitrale, in cui il nuovo corso di Trentalange si è già rivelato deludente. Bisogna cambiare tutto: serve il sorteggio integrale, l’Aia dovrebbe staccarsi dalla Figc, diventare un ordine di professionisti (accogliendo anche gli stranieri) con criteri di valutazione trasparenti e scelte chiare in caso di errori, le interviste nel post-gara dovrebbero diventare un’abitudine non su episodi risalenti a tre anni fa. Visto il fallimento della dicitura “chiaro ed evidente errore”, va cambiato anche il protocollo Var
dando il challenge alle panchine. Passiamo al Napoli, ha ragione De Laurentiis quando dice che non è ancora finita. Il pareggio del Milan contro il Cagliari, che ha trascorso il pomeriggio a festeggiare la salvezza ottenuta dopo il gol di Simy, è un segnale di pericolo, invita a tenere alta la guardia perché nessuna partita è scontata. Il Napoli deve continuare sulla scia della crescita mentale che ha messo in mostra al Franchi, non entrare in campo con la consapevolezza d’aver già vinto o l’idea che prima o poi anche per inerzia il gol arrivi. In attesa dell’ultimo ostacolo da superare, sembra veramente inconcepibile sottrarre al Napoli il valore della continuità dopo i 42 punti ottenuti già nel girone di ritorno, le undici vittorie nelle ultime quindici gare. Possiamo anche comprendere che la rottura avvenuta a gennaio sia stata profonda, seria, ci sono dinamiche che vanno al di là del campo, riguardano la gestione dei rapporti interni ma il terreno di gioco dovrebbe avere priorità assoluta. C’è ancora tempo, De Laurentiis chiami Gattuso, s’organizzi un incontro anche dopo Napoli-Verona e si provi a trovare un’intesa seria, chiarendo anche ciò che è accaduto in passato. Se le divergenze rimarranno, almeno resterà la consapevolezza d’averci provato. Terminare nei silenzi una storia, che ha ridato dignità al Napoli dopo i fallimenti dell’era Ancelotti, non sarebbe giusto.
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DOMENICA 23 MAGGIO 2021
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DOMENICA 23 MAGGIO 2021
20 Salvatore Iavarone
Consigliere Comunale di Casoria
Semplificare l’accesso ai servizi comunali a Casoria
La Federazione Italiana Tabaccai potrebbe aiutare a diminuire le file agli sportelli
Niente code negli uffici comunali, orari flessibili e tempi rapidi. Un nuovo servizio per i cittadini che hanno bisogno di un certificato anagrafico. Dovrebbe approdare presto a Casoria, dopo Caivano, il servizio di rilascio certificati anagrafici, possibile attraverso Novares, la società del gruppo FIT che si occupa della progettazione di servizi innovativi per le tabaccherie. Grazie ad una convenzione sottoscritta fra le Amministrazioni comunali e la Federazione Italiana Tabaccai, infatti, le tabaccherie potranno rilasciare i certificati richiesti attraverso pochi passaggi necessari all’identificazione del richiedente. Un sistema facile, veloce e sicuro, che permette ai cittadini di avere a disposizione un importante servizio in fasce orarie più ampie rispetto a quelle garantite dagli uffici e senza doversi recare necessariamente in Comune. Si tratta, per i tabaccai, di un ulteriore passo sulla strada maestra dell’erogazione dei servizi alla comunità. Una strada, che permette di confermare il ruolo sociale e la funzione di presidio del territorio delle tabaccherie, ma che alleggerisce di molto il lavoro degli sportelli del Comune.
Milano, Roma, Monza, Bologna, Pavia, Modena, Sanremo, Fano, Bergamo... solo per citare alcune Amministrazioni comunali che si stanno preparando a garantire alla cittadinanza un accesso facilitato ai servizi anagrafici. E non è tutto, a breve arriveranno nelle tabaccherie altri servizi innovativi di grande importanza: dalle visure camerali, grazie all’accordo con Infocamere, al pagamento dei ticket sanitari, grazie al rapporto diretto con i CUP. Insomma, proprio grazie ai tempi difficili che stiamo vivendo, il lavoro delle Istituzioni va verso una semplificazione dell’accesso ai servizi. L’amministrazione comunale di Casoria si sta organizzando in questa direzione. Dobbiamo pensare ad alleggerire le file agli sportelli, e semplificare i servizi. Una buona opportunità per i cittadini, un esempio da esportare anche in altri comuni. Seguiremo da vicino, e dalle pagine di questo giornale questa iniziativa, dobbiamo ammettere con grande onestà che soprattutto nel periodo della pandemia, i servizi comunali sono andati notevolmente in sofferenza.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Nicola Piovani riapre le porte del Trianon Viviani
Dopo otto mesi, il teatro della Canzone napoletana accoglie i suoi spettatori con un concerto speciale del premio Oscar
Sabato 29 maggio, alle 20, il Trianon Viviani riaprirà le porte ai suoi spettatori con un concerto speciale di Nicola Piovani. Lo spettacolo si terrà nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, dopo otto mesi di chiusura all’attività dal vivo, durante i quali il teatro della Canzone napoletana, diretto artisticamente da Marisa Laurito, ha proseguito la propria programmazione in streaming. Il premio Oscar per la colonna sonora de La vita è bella di Roberto Benigni presenterà La musica è pericolosa, un concerto che ripercorrerà, attraverso la musica e alcuni video, momenti significativi della sua intensa carriera, con alcune sorprese per il pubblico partenopeo: un viaggio musicale in libertà, attraverso cui Piovani racconterà i percorsi che l’hanno portato a fiancheggiare il lavoro di tanti artisti, come Fabrizio De André, Federico Fellini e Luigi Magni, per il teatro, il cinema e la televisione.
In questo concerto speciale per Napoli, i brani teatralmente inediti si alternano a nuovi arrangiamenti di testi noti. Il titolo richiama quello del libro di appunti autobiografici dell’Autore, in cui la musica diventa un pretesto per parlare della vita, e dove la vita si lascia agganciare proprio in quei momenti in cui un’aria, una combinazione di suoni, il fragore di una banda o l’audacia di un’orchestra hanno saputo toccarci il cuore e dirci qualcosa di più su questa rocambolesca avventura di essere musicalmente al mondo: una “vita cantabile”.
I video di scena integreranno la narrazione con spezzoni di film e spettacoli, nonché immagini che artisti, come Lele Luzzati e Milo Manara, hanno dedicato all’opera musicale di Piovani. Il concerto vedrà Nicola Piovani al pianoforte, accompagnato da Marina Cesari (sax e clarinetto), Pasquale Filastò (violoncello e chitarra), Ivan Gambini (batteria e percussioni), Marco Loddo (contrabbasso) e Sergio Colicchio (tastiere e fisarmonica). I biglietti sono acquistabili online nel circuito AzzurroService.net. Prezzi, comprensivi dei diritti di prevendita: posti di platea e galleria di platea 25 €, posti di palco di primo e secondo ordine 22 €, posti di palco di terzo ordine 18 euro. Informazioni: tel. 081 2258285 (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; sabato, dalle 10 alle 13:30); email boxoffice@teatrotrianon. org.
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DOMENICA 23 MAGGIO 2021
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DOMENICA 23 MAGGIO 2021
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VERONICA CAPRIO Dopo quasi 400 giorni di chiusura forzata a causa della pandemia mondiale e del lockdown nazionale, riapre la culla del benessere napoletano: la luxury spa Antica Essenza sita all’interno dell’Art Hotel San Francesco al Monte. Il 29 maggio il Dream Massage riapre le sue porte a Napoli, per i turisti provenienti da tutto il mondo che soggiorneranno presso l’Art hotel San Francesco al Monte di Napoli e per gli amanti del puro benessere sarà possibile rivivere le emozioni del Dream Massage. A cullare l’Antica Essenza come sempre da ormai 8 anni Stefano Serra e Rosa Frezza (presenza fortemente voluta dalla direttrice commerciale Marianna Sarno) che dopo i grandi successi del festival di Sanremo 2020 e 2021 ritornano a donare Dream nella loro roccaforte. Stefano Serra: ideatore del Dream Massage, spa manager con trentennale esperienza nel mondo delle spa e del benessere, da 7 anni protagonista e direttore dei grandi eventi italiani e internazionali, è pronto a scendere in campo direttamente non più come spa manager ma come operatore, come umile operaio dell’anima, come si definisce da qualche anno. Rosa Frezza: massoterapista con un esperienza decennale nelle spa più prestigiose in Italia. Nel suo DNA, nel suo sangue da 12 anni scorre il
Ripartiamo dal Benessere: il 29 maggio il Dream Massage riapre le sue porte a Napoli Dream Massage. E’ responsabile tecnica nazionale del massaggio dei vip, un massaggio che vanta il record mondiale di visualizzazioni su youtube ( 84 milioni). Durante questo anno di stop non si sono mai fermati, ma hanno donato la loro esperienza a spa e strutture ricettive prestigiose in tutta Italia come il Grand Hotel Des Angles di Sanremo coordinato dal general manager Paolo Madonia e il Grand Hotel Anusca Palace di Castel S. Pietro Terme (BO), coordinato dalla direttrice la Dottoressa Stefania Gullini, organizzando eventi formativi in un
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tour che ha coinvolto tutte le regioni Italiane, con incontri a distanza e in presenza (a seconda delle normative vigenti ) in massima sicurezza. Stefano Serra inoltre è stato consulente e formatore di un azienda leader mondiale della costruzione di centri benessere, Aquaspecial del Dott. Marco Gabbriellini, ed ha supportato i progetti della Marine Dream prestigioso Yatch della regina della dermatologia la Dottoressa Adele Sparavigna. Ora Stefano e Rosa sono pronti a condurre gli amanti del benessere in un bagno di sogni e di speranza, per ri-
partire dopo più di un anno di stop con la giusta energia, e cosa c’è di meglio di un Dream Massage, di un bagno di- vino, un percorso dedicato alle famiglie con un bagno nel latte, petali di rose e oli essenziali, per ripartire? Il loro segreto è la personalizzazione dei trattamenti, per singoli, coppie, famiglie e sposi... gli sposi appunto che finalmente potranno festeggiare il loro matrimonio presso l’art hotel San Francesco al Monte. Lo staff altamente professionale è capitanato da Silvana Scarpati, ed è composto da estetiste, massaggiatori, make up artist e tutto ciò che rende magico e indimenticabile un vero momento di benessere. La riapertura è prevista per il 29 Maggio, una grande vittoria per il Patron del Hotel San Francesco al Monte il Dott. Mario Pagliari (già presidente degli albergatori napoletani) e per le sue figlie Francesca e Rita Pagliari che da anni si impegnano per rendere la loro struttura una delle più prestigiose in Europa. Appuntamento sabato 29 Maggio 2021, presso la spa Antica, dove Stefano Serra promette di portare parte della magia del festival di Sanremo, per vivere un Dream Massage di mille culure, di mille speranze e di mille emozioni. RiparTIAMO.. dai sogni, ripariamo dal Dream Massage.
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DANIELA LOMBARDI
L’estate sta arrivando, l’anno della pandemia sembra volgere al meglio, la vita, seppur lentamente, torna ad affacciarsi. Riapriranno le spiagge, i ristoranti, i bar, le discoteche, il friccicolio del divertimento avvolto dal caldo e dai, forse, ritrovati abbracci è in attesa di scintillare di nuovo. Con l’estate, si sa, arrivano anche i tormentoni che accompagnano momenti leggeri, allegri con in tasca i sogni e la voglia di vivere. “Cambia er disco”, brano scritto e interpretato da Alessandro Regis e da Mereu, sarà il disco che farà impazzire l’estate targata 2021. Chi si intende di musica e tormentoni estivi è già pronto a far girare il disco di radio in radio, di stabilimento balneare in stabilimento, di discoteca in discoteca. Vi troverete anche voi a canticchiarlo mentre siete in auto, in metro, in fila al supermercato, mentre fate jogging o semplicemente sotto la doccia. Una volta ascoltato vi entrerà nella pelle e non potrete più farne a meno, vi stimolerà a ballare a muovere “le chiappe al vento” portandovi a respirare una nuova aria di freschezza e leggerezza. È un singolo dalle sonorità gradevoli e brillanti. Durante il ritornello che recita, “Vedo arrivare l’estate, bevo un sorso di te”, il divertimento è assicurato! Il singolo è un viaggio musicale, che rievoca i meravigliosi anni ’90 per la regia di Lele Sarallo, il tutto condito dal ritmo rap in dialetto romanesco. All’interno del videoclip, la
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straordinaria partecipazione di Angelica Massera, imitatrice e inviata di Striscia la notizia. La canzone è scritta e interpretata da Alessandro Regis e Mereu. “Cambia er disco”, detto in romano, è una chiara esortazione a lasciar perdere, a cambiare il mood corrente. Vivendo le criticità e le negatività che questo periodo storico ci consegna, Alessandro Regis ha avuto l’intuizione di contattare un giovane core de Roma di nome Mereu per realizzare un brano dallo spirito estivo, trovando sostegno nella fresca produzione musicale di Msystem, con le sue note disco-funk. Il testo, nella sua apparente semplicità e immediatezza, è disseminato di caleidoscopiche visioni tratte dalla cultura romana, tra fenomeni da baraccone e poetiche visioni anche di califanesca memoria, che si rifanno più direttamente alla musica della scena romana rap anni ’90, citando ad esempio Piotta per quanto riguarda l’interpretazione ed il sound (“Ho il vaccino per il buonumore\se ve sale er mostro so’ io il dottore; Roma Nuda resta a piedi, sotto un cielo sbagliato, baby”). Tutto questo crea un coacervo di input che può rappresentare in senso anche più generale l’Italia vista dal macrocosmo romano, riportando l’attenzione su ciò che rimane di una certa cultura del passato dopo avvenimenti così sconvolgenti e ridimensionanti, come l’epidemia di Covid-19 che stiamo combattendo (“mascherina in bocca\non ce la faccio più\ti vorrei incontrare\sotto casa da te\e-e-e saltano cose fissate\ma vedo arrivare l’estate\ in un sorso di te). La ripetizione quasi ossessiva del ritornello (“vedo arrivare l’estate\vedo arrivare l’estate\vedo arrivare l’estate\ bevo, bevo un sorso di te”) è un messaggio di speranza sotto forma di mantra…più lo si ripete, più punta a manifestarsi, senza spazientire! Viene reputato un brano con piene radici nell’attualità, che se fosse stato composto per un’estate qualsiasi, non avrebbe trovato ragione d’esistere. L’ottimismo è alla base di nuova svolta per tutti. La spiaggia è la cornice di questa canzone, il divertimento è il protagonista. Se volete gustarla vi lasciamo il link Spotify: https://open. spotify.com/album/5MaDn8la6tQlRozen9Q1QX
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26 MARCO STILETTI
Il nutrizionista Daniele Esposito: “Cinque abitudini per trasformare il tuo corpo”
Ognuno ha il proprio sogno nel cassetto. A volte, poi, si realizza e tante volte no. Bisogna provarci più volte e non arrendersi essendo ostinati. Di ostinazione ne ha da vendere Daniele Esposito, personal trainer, professionista esperto in trasformazione corporea, dotato di una straordinaria capacità di motivare le persone a raggiungere il proprio obiettivo. “Riesce ad arrivare dove gli altri personal trainer non arrivano” il suo motto perenne. Autore di 16 libri su allenamento e alimentazione per lo sport, creatore de Il Metodo5®. È il titolare del centro personal training omonimo in Casoria e del centro sportivo Galactica a Casavatore. Opera nel settore dal 2003 con una missione precisa: aiutare le persone a dimagrire e acquisire uno stile di vita sano e vincente. 15000 sono le persone che ha seguito negli ultimi 16 anni, migliorando la loro vita tramite il dimagrimento sensato e controllato. Ha vinto il Premio Eccellenza italiana Washington D.C. Settore Salute e Benessere. Il suo best seller “5 segreti per dimagrire e restare magri” ha venduto migliaia di copie ed è stato tradotto in inglese e spagnolo. Nel 2020 per sopperire al problema della pandemia e della chiusura delle palestre ha tenuto gratuitamente oltre 100 dirette di allenamento raggiungendo 1 milione di minuti di visualizzazione da parte delle migliaia di seguaci su facebook, Instagram e youtube. Da qui l’idea di lanciare Il Portale Ondeman, una Netflix di allenamenti e dirette e creare un servizio per fare allenare tutti, ovunque e in qualsiasi momento, comodamente, da casa, dalla palestra e dal parco. www. portaleondemand.it. Già all’età di 13 anni è diventato campione di taekwondo e a 21imprenditore, ma non ha perso l’u-
miltà e ci ha concesso senza tergiversare e con pochi fronzoli un’intervista a noi di Casoria 2. Signor Esposito in che cosa consiste il Metodo 5 r? “l Metodo 5 è un programma di allenamento e alimentazione che trasforma il corpo e migliora la vita sotto vari aspetti. Migliorare il proprio corpo e la propria energia ha la capacità di cambiare in meglio sfere come quella personale, lavorativa, familiare. Ho testimonianze di persone che imparando il Metodo 5, quindi le 5 abitudini da mettere in pratica per trasformare il proprio corpo, hanno perso peso e raggiunto una promozione a lavoro, hanno incontrato la donna della loro vita, hanno finalmente coronato un sogno nel cassetto”. Lei è un nutrizionista e personal trainer affermato. Quanti premi ha vinto durante la sua carriera? “Il premio più bello tra tutti quelli che mi hanno consegnato è stato Il premio eccellenza Italiana a Washington D.c. settore salute e benessere. Riconoscimento ricevuto per il mio primo libro, ormai best seller, 5 segreti per dimagrire e restare in forma per sempre. Tra-
dotto in Inglese e spagnolo e distribuito in Florida, Washington e California. E’ stato emozionante ricevere come Italiano, un premio nella patria del Fitness”. Come ha superato il periodo della prima pandemia, quello più drastico con le palestre chiuse? “Il lockdown ha devastato il settore Fitness. Non eravamo pronti. Credo però di essere stato fortunato visto che già nel 2018 ho iniziato ad allenare le persone a casa con video e tutorial. Una delle abitudini da acquisire con i Metodo 5 è proprio quella di allenarsi 20 minuti al giorno, nelle prime ore del mattino e sicuramente questa cosa può avvenire solo a casa senza attrezzi. Ecco cosa ho fatto in pandemia. Ho continuato ad allenare migliaia di persone, anche gratis, tramite di dirette su facebook, instagram e youtube, raggiungendo 1,2 milioni di minuti di visualizzazione in 3 mesi, portando benessere nelle case degli italiani. E’ stato davvero faticoso e impegnativo, ma se tornassi indietro, lo rifarei”. Le è mai capitato durante la sua carriera di incontrare persone che poi se ne sono andati rinunciando al dimagrimento? “Ho seguito oltre 15000 persone negli ultimi decenni. Ho iniziato nel 2003. Spesso ho incontrato persone che hanno mollato o che non sono riusciti nel loro intendo. Purtroppo quando la motivazione dell’individuo è bassa, scarsa, difficilmente si regge e si porta avanti un progetto. Credo sia così in tutto. La mancanza di costanza è una delle maggiori cause dell’abbandono e della mancanza di risultati. Per raggiungerli bisogna avere un piano ben definito, una guida che ti possa far superare i momenti difficili, bisogna circondarsi di persone che vogliono il tuo bene e il tuo risultato e ci vuole un pò di forza di volontà”.
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avviso importante
A tutti i soci maggiorenni e i loro indirizzi
CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA PER L’APPROVAZIONE DEL RENDICONTO AL 31/12/2020 E’ convocata per il giorno 30/06/2021 alle ore 19:00 in prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 30/06/2021 alle ore 20:00 in seconda convocazione, presso la sede sociale in via Nazionale delle Puglie n° 234 l’assemblea ordinaria dei soci dell’A.P.D.G.QUASAR per discutere il seguente ordine del giorno: esame ed approvazione del rendiconto chiuso al 31/12/2020; attività integrative estive; varie ed eventuali; Potranno intervenire all’assemblea tutti i soci in regola con il versamento della quota associativa. Si precisa che nell’eventualità di una nuova emergenza covid, tutte le assemblee convocate dall’associazione si effettueranno tramite piattaforma zoom. Il presidente Galderisi Emilia RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
RIPRENDONO LE ATTIVITÀ DELL’ AMBULATORIO DI MEDICINA SOLIDALE SAN LUDOVICO DA CASORIA Finalmente si ricomincia! Da lunedì 17 maggio prossimo sono riprese le visite gratuite presso l’Ambulatorio di Medicina … … ai numeri 08119465 129 oppure 331 45 41 648. Si torna finalmente ad essere attivi e presenti per un volontariato concreto e caritatevole sotto la protezione di San Ludovico da Casoria. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione
Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 20 maggio 2021
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