L’ARCH. SALVATORE NAPOLITANO: “STRATEGIE DI RIQUALIFICAZIONE NEL PUC PER LE AREE DISMESSE”
NELLA RUBRICA “LA FOTO DEL GIORNO” ALCUNI EX SINDACI INTERVENGONO, SULL’AREA EX RHODIATOCE
DOMANDA D’OBBLIGO: QUALI VANTAGGI, RAGIONANDO “A BOCCE FERME”, HA RICEVUTO LA CITTADINANZA DI CASORIA DALL’AVER “DEFENESTRATO” I SINDACI SFIDUCIATI?
Nella rubrica “La Foto Del Giorno” il conduttore Nando Troise riferisce di avere inviato due foto ritraenti l’ ex Rhodiatoce a tutti i Sindaci della città di Casoria, a partire dal 1977 fino ad oggi. Prima, però, ha voluto “ricordare i cari Sindaci che purtroppo ci hanno lasciato: il prof. Mauro Vinci, il dott. Vincenzo Casolaro, il prof. Pasquale Tignola, il prof. Biagio Buonomo, il dott. Crescenzo Casillo, che sarebbe diventato senatore se non fosse morto, Gaetano Andreano, Francesco Paone, Raimondo Paone il sen- Giuseppe Russo, Pasquale Fiorentino, Michele Fasano. Nell’introduzione, inoltre, il Direttore di Casoriadue evidenzia che nella Rhodiatoce, alla quale si accedeva da viale Europa, lavoravano circa 2000 persone, aggiungendo che nel 1974 fu trasferita ad Acerra, cambiando il nome in “Montefibre” . Dall’anno della chiusura, annota con amarezza, “mai sono stati
chiesti dalle Amministrazioni comunali ai proprietari dell’area dismessa” eventuali progetti di riconversione. Il primo a commentare le foto è stato l’avv. Francesco Polizio, che fu Sindaco dal 12 febbraio 1977 fino al 7 febbraio 1979: “La questione dell’utilizzo dell’ex area Rhodiatoce si trascina da oltre un ventennio senza trovare una soluzione. Durante l’amministrazione di Giosué De Rosa, prima dello scioglimento del Consiglio comunale, l’area fu prescelta per l’insediamento della Città del Libro – informazione e comunicazione - , indicazione miseramente fallita perché non sorretta da iniziative e sostegni politici. Ci fu anche l’occasione per l’insediamento di una sede di facoltà universitaria, che propiziammo con l’incontro dell’allora Rettore Grella. Anche questa volta non ci fu un’adeguata iniziativa dell’Amministrazione comunale. Durante le Amministrazioni successive, ci fu un’intesa con la proprietà dell’area per la bonifica, a cui doveva seguire la realizzazione di un progetto concordato con il Comune. (“Attualmente l’area appartiene alla proprietà Ice Snei, n. di Troise). Anche stavolta non ci fu seguito per la carenza dell’Amministrazione del tempo. L’area ex Rhodiatoce , nel nuovo Piano Urbanistico Comunale (approvato nel dicembre scorso), è stata contemplata come “rigenerazione urbana”con la previsione di un edificio a torre, con altezza pari a 55 metri, con il 70% a funzione residenziale. Sull’indicazione ci sono stati persistenti e circostanziati rilievi da parte di Città Metropolitana, mentre con le osservazioni del periodico “Nuova Dimensione” (“diretto dallo stesso Avvocato”, n. del Conduttore) la destinazione era molto più funzionale per accogliere insediamenti universitari e residenze per gli studenti e per gli anziani ed altre attrezzature di interesse collettivo”.
Il secondo sindaco, che ha rilasciato una
riflessione, è stato Peppino Albano, Sindaco dal 29 luglio 1986 al 4 agosto 1988 “Ho appena letto il tuo messaggio, non so quali notizie cerchi, posso solo dirti che è una vergogna che dal 1974 ad oggi, la mia in primis, non abbia fatto niente. Spero solo che con l’entrata in vigore del PUC, approvato da questa Amministrazione, si possa trovare un accordo con la Ice Snei per l’applicazione dello stesso Piano Urbanistico Comunale”.
Dopo avere informato che l’avv. Giovanni Spina, non ha risposto per i tempi ristretti, tre mesi, nei quali ha ricoperto il ruolo di Sindaco nell’anno 1991, Troise legge il commento di Francesco De Luca, Sindaco dall’otto luglio 1993 al 5 luglio 1994. “Fu il primo sindaco a cadere sotto la mannaia delle nuove leggi post “prima repubblica”. La sua Giunta, sostenuta da una coalizione progressista, cadde sul Bilancio, trappola ordita ai suoi danni da taluni esponenti politici che ancora oggi sono presenti nell’agone politico”.
Ecco la sua opinione: “La nostra Città ha sempre mostrato erroneamente scarsa attenzione nei confronti di quelle aree un tempo sedi di produttive attività industriali e poi ridotte a zone degradate e inutilizzate. Più volte ho sentito parlare di riutilizzo delle suddette aree, ma nulla si è fatto; c’è ancora qualcuno che le riporta alla ribalta, facendo presente che potrebbero rappresentare un’importante leva per la crescita economica del territorio. Ci sarà qualcuno che darà seguito a queste prospettive di riutilizzo nell’interesse della Città? Personalmente lo spero.”
A seguire, Salvatore Graziuso che completò il suo mandato, dal 23 dicembre 1994 fino al 13 gennaio 1999”. Ma egli ha risposto di essere a corto di notizie, ha dichiarato Troise, aggiungendo che un sindaco, che ha amministrato per 5 anni, dovrebbe poter fornire informazio-
ni in merito alla questione per la quale è stato contattato. Quindi, il Conduttore ha espresso la sua sorpresa per la risposta fornita da Graziuso, tanto più che all’epoca, l’allora Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, mostrò a Galassia Gutenberg un plastico dell’area Rhodiatoce, area visitata anche dall’editore Franco Liguori, da un esponente della Rizzoli e da altri esponenti del mondo editoriale.
Successivamente, viene letto il commento del dott. Giosué De Rosa, Sindaco dal 14 gennaio 1999 fino al 20 ottobre 2005, la cui Amministrazione fu sciolta per sospette infiltrazioni camorristiche. “Dal 2001 è stato redatto da un gruppo di lavoro coordinato dal prof. Pasquale Miani, dell’università Federico II di Napoli, un documento sulle 4 aree dismesse più grandi. L’area ex Rhodiatoce, di proprietà privata, con superficie di circa 160.000 mq, bonificata dall’amianto, la cui presenza ha causato tanti morti e ammalati per asbestosi e altro, al centro della Città e vicino a ferrovia e autostrade, costituisce un’opportunità per far tornare, in un’area dove esistono solo Centri Commerciali, il lavoro manifatturiero.
Dopo il tentativo fatto per il progetto “La Città Del Libro e della Comunicazione”, realizzato poi a Napoli in via Botteghelle, allo stato da 20 anni non ci sono altri casi di investimenti pubblici e privati. Casoria ormai vive solo sui consumi, poche sono le realtà dove si produce e si sperimentano nuove forme. Costituisce l’edilizia con gli attuali incentivi l’altro volano occupazionale. Bisognerebbe con opportuno lavoro di marketing strategico cogliere le possibili occasioni di finanziamento, fondi nazionali e comunitari per far tornare le attività produttive in questo territorio. L’esperienza dei centri commerciali nel mondo, ci insegna che essi hanno un ciclo di vita ventennale. Solo il recupe-
ro di una moderna industria manifatturiera e dei relativi servizi tecnologici, materiali e immateriali, potrà essere l’occasione di un lavoro vero. Non vanno dimenticate le tante lotte sindacali delle maestranze negli anni passati, gli scontri con le forze di polizia, il primo contratto collettivo e infine la morte dell’ultimo assunto dalla Montefibre che si era trasferita ad Acerra. Utilizzato come custode dello stabilimento di Casoria, si impiccò, depresso e deluso, nei locali di via Europa. La storia operaia di Casoria è costellata di difficoltà e drammi umani che non si dovranno più ripetere. Oggi il vero problema è la desertificazione, occorre un intervento straordinario per la ripresa e lo sviluppo di quest’area strategica”. Stefano Ferrara, sindaco dal 12 maggio 2008 al 10 febbraio 2011, “uno dei primi a subìre la caduta con dimissioni anche di esponenti della sua maggioranza attraverso uno studio notarile” non ha potuto rispondere, perché influenzato. Anche al dott. Vincenzo Carfora, sindaco dall’8 giugno 2011 all’11 settembre 2015, è stato chiesto un commento sulla ex Rhodiatoce. Troise rammenta che anche lui interruppe anzitempo il suo mandato mediante sottoscrizione di un documento di sfiducia presso uno studio notarile. Correggendo il nome dell’editore Liguori, su annotazione di Giosuè De Rosa, “non Gaetano, ma Franco”, Troise ha l’opportunità di precisare che Gaetano Liguori si sta prodigando molto per la valorizzazione del teatro dedicato a Totò e per la sua scuola di recitazione, dove si sono formati “Gennaro Silvestro, un grande attore, che parteciperà alla serie televisiva “I Bastardi di Pizzofalcone” e Francesca Marini, un’affermata cantante”. Gli ultimi due sindaci, Pasquale Fuccio e Raffaele Bene, non hanno risposto. Il primo, sindaco dal giugno 2016 a dicembre 2018, come Ferrara e Carfora
non completò il mandato perché sfiduciato da 14 consiglieri comunali: un … “regalo natalizio”, perché mandato via precisamente il 28 dicembre. Ultimo a rispondere, l’architetto Salvatore Napolitano, Dirigente, in via Nazionale delle Puglie, del settore tecnico, che comprende “Assetto e Pianificazione, Inquinamento e Manutenzioni”. Da fonti del Comune, dal 16 febbraio, dovrebbe essere in servizio il neo Dirigente, dott. Pietro Fico, al quale sarebbe stato assegnato il settore tecnico. Quindi, in base alla notizia fornita, Salvatore Napolitano dovrebbe essere passato ai “Lavori pubblici”, anche se momentaneamente. Quest’ultimo ha inviato il seguente commento: “Come per tutte le aree dismesse, il PUC, di recente approvato, ha individuato delle strategie di riqualificazione, per ampliare il ventaglio di possibilità per la varie proprietà dei complessi industriali dismessi. Sono possibili tutte le destinazioni d’uso nell’ambito delle attività produttive, dal terziario al commerciale ecc… Sono previste, inoltre, funzioni pubbliche o ad uso pubblico. Gli interventi dovranno essere preceduti dall’approvazione dei Piani Urbanistici Attuativi. Ed è inoltre prevista una fase di consultazione pubblica delle proposte che potranno pervenire. Le norme tecniche di attuazione prevedono che anche per la realizzazione degli interventi di riqualificazione debbano essere individuate delle aree destinate ad attrezzature pubbliche, da cedersi gratuitamente ai sensi del Decreto Ministeriale, n° 1444 del 1968.
Quanto in sintesi illustrato, vale naturalmente anche per l’area ex Rhodiatoce. In particolare, per questa area, è opportuno specificare alcuni aspetti: il procedimento di bonifica dell’area risulta completato. L’area è interessata per oltre il 50% della superficie dalla realizzazione della linea metropolitana, il cui procedimento di approvazione sarà
avviato non appena la Regione Campania trasmetterà il progetto di fattibilità tecnico economico, sulla base del quale sarà avviata la gara di appalto integrato”.
Troise ha concluso la trasmissione auspicando che gli esponenti della classe politica locale inviino le loro considerazioni, opinioni, commenti su quanto dichiarato dagli ex sindaci e, in particolar modo, dall’architetto Napolitano, che egli ringrazia per aver risposto alle sue “sollecitazioni fotografiche”.
Solo una nota: al di là delle osservazioni degli ex sindaci, ciò che alla cittadinanza interessa è l’intervento di Napolitano, perché pare, dopo tanti anni di insipiente e irresponsabile gestione della “Cosa Pubblica”da parte di chi ha saputo in passato solo impegnarsi per demolire, e non per costruire, che qualcosa “pur si muove” all’orizzonte per le aree dismesse e anche per l’ex Rhodiatoce. Ciò che invece va stigmatizzato con sacrosanta indignazione è la scelta biasimevole, da parte di esponenti politici, facenti parte delle passate amministrazioni, di sfiduciare i sindaci, non permettendo loro di completare il mandato elettorale ricevuto dai cittadini. Tale defenestrazione si è ripetuta più volte. Il sospetto sorge spontaneo e le domande sono d’obbligo. Sono stati sfiduciati per manovre di potere o nell’interesse della città? Sono prevalsi gli interessi della comunità o quelli di parte? Recandosi dal notaio, si è servito il Bene comune o i calcoli di scuderia? Quali patteggiamenti, nelle segrete stanze della Casa municipale, sono avvenuti a scredito della riqualificazione urbana, delle esigenze delle fasce deboli dei cittadini? Quali vantaggi, ragionando “a bocce ferme”, ha ricevuto la cittadinanza di Casoria dall’aver defenestrato i sindaci sfiduciati? Queste sono soprattutto le domande alle quali occorre rispondere.
ANTONIO BOTTA
PRESENTATO, NELLA SALA – TEATRO DELLA PARROCCHIA
DEDICATO ALLA COMPIANTA CONSORTE. “ANNA È STATA UNA MOGLIE MERAVIGLIOSA, IL DONO PIÙ BELLO DELLA MIA ESISTENZA, UN DONO A CUI SPESSO NON HO DATO IL GIUSTO VALORE CHE MERITAVA. QUESTO L’HO CAPITO DOPO LA SUA DIPARTITA VERSO IL CIELO”.
“Vivo nel tuo ricordo”: è il titolo dell’ultimo libro che il concittadino Francesco Gemito, poeta, scrittore e operatore culturale, ha dedicato alla moglie Anna, “partita” in viaggio verso l’Eterno, per godere, lei che amava il mare, dell’immersione nei flutti dell’oceano infinito di Dio. Cosa ha rappresentato Anna nella vita del marito? Lo ha ben raccontato Francesco nel testo predetto, presentato lo scorso undici febbraio, nella sala teatro della parrocchia S. Paolo, dopo la messa celebrata in suffragio della consorte a un anno dalla sua nascita al Cielo. Alla presenza del parroco don Giuseppe Del Vincentiis, di familiari e numerosi amici e amiche, Francesco ha ribadito quanto già espresso nel libro: Anna, nonostante fosse stata colpita dal tumore, è stata la lampada dei suoi passi, il faro nei giorni bui, il sorriso luminoso del Cielo nei momenti di gioia. Sui crinali del dolore, è stata per lui un esempio di coraggio sul modo di attraversare le bufere, alcune particolarmente sferzanti; benché sofferente per gli effetti delle chemio, ha sempre affrontato con spirito battagliero le fasi della malattia, pronta ad apprezzare e amare la vita, ad essere grata a Dio, senza mai scoraggiarsi. Certo, momenti di sconforto e di avvilimento non mancavano, ma con la forza della fede e dell’amore ricominciava a lottare, ammirando e stupendosi per tutto ciò che di bello, nonostante tutto, la sua avventura umana le riservava.
Significativo e illuminante questo stral-
cio della testimonianza di Anna, posta dal marito nella parte pieghevole della copertina del libro: “ […] Ho lottato contro un male potente, ma non più potente di Dio. Ho lottato perdendo i capelli, avevo le ossa distrutte, mi mancava il respiro, facevo fatica a camminare, l’ombra di quel male oscurava il mio sorriso come una nuvola oscura il sole. Oggi sono qui, pronta a ricominciare, i dolori mi fanno ancora compagnia, ancora lotto, ma ringrazio Dio perché quel sorriso dal mio volto non si è mai spento. Ed il sole continua a farmi vivere”.
Donna serena, dunque, sorridente, fremente di vita, anche quando gli strali micidiali della sofferenza, oltre a colpire lei, si sono ficcati nella carne
dei suoi familiari: i genitori, prima, l’amata sorella Maria, poi, sono morti del suo stesso male. Una famiglia, quella di Anna, di cui Francesco ha avuto la possibilità di sperimentare, frequentandola, l’unità costruita sull’affetto vicendevole, sulla concordia, sull’accoglienza solidale; un clima d’amore da cui fu subito investito, clima che a lui era mancato per la separazione dei genitori e per altre vicende dolorose che avevano provocato ferite sanguinanti nel suo cuore, fin da ragazzino. Toccante, in particolar modo, la vicenda dolorosa delle due sorelle, Maria ed Anna, che, “segnate” dallo stesso male, sono protagoniste di una stupenda storia d’amore, attraversata dal respiro di Dio. Si fanno forza a vicenda, soprattutto quando, capitando di sottoporsi nello stesso giorno alla chemio, ciascuna incoraggia l’altra. Al male, al “mostro” che si insedia nel loro corpo, esse reagiscono con il sostegno reciproco fatto di attenzione, di premura, di mutua generosità, ognuna traendo dall’altra stimolo ed energia per andare avanti, non permettendo alla “serpe” , incuneatasi nel loro corpo per eroderlo, di divorare anche lo spirito. Quando, poi, ad Anna e a Francesco viene negato il dono della genitorialità, a causa di due aborti spontanei, Elvira, un’altra sorella di Anna, madre di tre figli, per mitigare la loro sofferenza, non esita ad affidare loro il figlio Antonio, al quale i due coniugi aprono la bellezza e la gratuità del loro animo, educandolo ai valori fondanti della vita, facendolo sentire unico, spe-
“VIVO NEL TUO RICORDO”
ciale, insostituibile. Scrive, a tal proposito, Francesco: “Antonio non si è mai considerato un nipote, tra lui e Anna c’era un rapporto molto speciale [ ] Con mia cognata Elvira abbiamo parlato diverse volte di questa situazione, devo dire la verità, lei non è mai stata gelosa, era consapevole che Antonio amasse zia Anna più di qualsiasi cosa al mondo”. Le avversità della vita, dunque, si sono trasformate in una fioritura di vita, in un’opportunità di rinascita, in una tessitura di relazioni di cura, in intrecci di cuori in cui ognuno ha beneficiato dell’aiuto degli altri membri della famiglia, contraccambiando con uguale bene e bontà.
Le pagine in cui Francesco racconta la storia d’amore con Anna sono pervase da un profondo sentimento di gratitudine per la sua sposa, discreta, amabile, dolce, attenta, con miti consigli, ad “indirizzare” il consorte da cui, quando lo ebbe conosciuto, “scappava, pensava che io fossi un drogato e mi chiamava terrorista, perché la facevo sempre arrabbiare”. Leggendo il percorso della loro vita matrimoniale, ho richiamato alla mente una riflessione poetica del sacerdote Michel Quoist, scrittore francese, che rispecchia la loro unione nuziale: “L’amore non è già fatto. Si fa. […] Non
è vetta conquistata, ma partenza dalla valle, scalate appassionanti, cadute dolorose nel freddo della notte o nel calore del sole che scoppia. Non è solido ancoraggio nel porto della felicità, ma è un levar l’ancora, è un viaggio in pieno mare, sotto la brezza o la tempesta [ … ] Non è l’apparizione improvvisa di una nuova vita, perfetta fin dalla nascita, ma sgorgare di sorgente e lungo tragitto di fiume dai molteplici meandri, qualche volta in secca, altre volte traboccante, ma sempre in cammino verso il mare infinito”. Con grande umiltà, anche nell’incontro poc’anzi citato, Francesco ha riconosciuto, e ciò gli fa onore, di avere fatto soffrire Anna in un periodo di crisi coniugale. La scelta di ritornare da lei mostra la verità di un’altra considerazione di Quoist: “Essere fedeli non è non smarrirsi, non combattere, non cadere. E’ rialzarsi sempre e sempre camminare. E’ voler perseguire fino alla fine il progetto preparato insieme e liberamente deciso. E’ dar fiducia all’altro, al di là delle ombre e della notte. E’ sostenersi a vicenda, al di là delle cadute e delle ferite. E’ aver fede nell’AMORE onnipotente, al di là dell’amore”.
Tante sono le espressioni d’amore struggenti contenute nelle poesie e nelle let-
tere, riportate nel libro - insieme ad altre testimonianze - che Francesco ha dedicato ad Anna dopo la sua dipartita dalla terra; tra esse vorrei citarne una: “Il tuo sorriso era simile all’arcobaleno”. Ho trovato significativo il richiamo all’arcobaleno, perché i colori che lo compongono rispecchiano le caratteristiche della relazione coniugale vissuta da Anna e da Francesco: il violetto indica i tempi della prova; l’indaco, il tempo delle notti oscure, della malattia; il blu, quello delle lacrime; il verde, colore della speranza, che ha chiamato Anna e Francesco ad aprirsi al futuro, a mettersi in gioco sempre di nuovo; il giallo, colore dell’oro, simboleggia il tempo della gioia, ma rimanda anche allo splendore di Dio, dal quale la coppia ha tratto forza e fiducia nel loro matrimonio; l’arancione, potrebbe richiamare la mitezza, che fa riferimento al rispetto reciproco, alla capacità di rapportarsi l’uno all’altro; il rosso, colore della vita, della passione e del calore che riscalda.
Il libro, edito da “Oceano”, è stato offerto gratuitamente da Francesco Gemito a tutti i convenuti alla serata di presentazione. L’Autore ha chiesto un contributo a piacere, che è stato donato alla Parrocchia S. Paolo per sostenere l’opera di ristrutturazione della sala teatro.
UN LIBRO NON SI GIUDICA DALLA COPERTINA
Attenzione al pregiudizio, quella confort zone del pensiero passivo che ci consente di tradurre la realtà in categorie grossolane e approssimative, spesso immutabili nel tempo, che poco o nulla hanno a che fare con l’unicità degli individui e il fulgore di talune personalità ammonticchiate e schiacciate dal rozzo forcone che ammassa unici originali steli di cui fare un anonimo fascio. Quel pregiudizio che vuole tutti i meridionali camorristi o mafiosi, o ben che vada nullafacenti e parassiti, i migranti turisti del Mediterraneo intenzionati a rubarci lavoro e identità culturale, gli abitanti delle periferie tutti criminali e i rampolli delle famiglie alte tutte persone perbene, come i loro avi e gli avi dei loro avi, gli uomini di Chiesa tutti santi in virtù del collarino bianco o del saio col cappuccio, le ragazzine molestate zoccole che se lo sono meritato perché si mettono la minigonna e il trucco ed è meglio che mi fermi qui.
Ormai dovreste sapere anche voi che quando comincio così, ad un certo punto perdo il controllo, sento il Dàimon entrare in me e scaraventarmi in una crociata contro l’ipocrisia e il falso perbenismo che mi trascina su lidi impervi e sconosciuti, sui quali mi spiaggio infine esanime e inconsapevole di quanto ho scritto in preda al furore oratorio e non c’è possibilità di riavvolgere il nastro perché scripta manent, non mi resta che chinare il capo e attendere l‘assoluzione per temporanea incapacità di intendere e di volere. Che sia temporanea, poi, è tutto a di-
mostrare. Mi fermo quindi, finché sono in tempo, tiro un bel respiro e torno alla ragione per cui sono qui: svolgere diligentemente il mio nuovo scintillante ruolo di Ragazza Copertina, con tanto di stivaletti bianchi, bastone istoriato, tutina azzurra scintillante dallo scollo generoso intarsiata di bottoni dorati, cappello a cilindro con visiera, bastone bianco piumato e mostrine sulle spalle. Ops, ho sbagliato personaggio: mi sono appena resa conto di essermi immedesimata in una majorette! Perdonatemi, vi prego! Dev’essere l’aria carnascialesca che nonostante le inenarrabili tragedie in cui annaspiamo come membri di un’umanità mai stata tanto derelitta e orba ci pervade con forza intrusiva addirittura soverchiante il mio Dàimon e ci impone di ridere e ballare e festeggiare e cogliere l’attimo a qualunque costo, come fosse il fiocco delle antiche giostre calcinculo (ma che ne sanno ‘sti nativi digitali quello che si
sono persi!) a farmi straparlare. O sarà forse il delirio della febbre australiana di cui sono ostaggio, che mi attanaglia i muscoli e mi ottunde la mente da giorni. O forse sono proprio io, punto e basta, schiava della mia natura di inguaribile romantica, convinta che se non si può svuotare il mare col cucchiaio, almeno provarci dà senso a un’esistenza intera. Forse invece sono solo matta. Chissà… Ad ogni buon conto, approfitto di un insperato squarcio di lucidità e torno al tema. No, non a quello del pregiudizio, tranquilli! In quel campo vi lascio liberi di continuare da soli le vostre riflessioni. A quello della Ragazza Copertina che svolge diligente il suo compito. (è la seconda volta che uso questo aggettivo… finirò col diventarlo?Mai, tranquilli.)
Dunque: nella puntata del rotocalco web televisivo del lunedì, in cui legge e commenta per la gioia di tutti il CasoriaDue pubblicato il giorno prima, il
buon Nando apre una trasmissione con toni caldi e affettuosi rivolti al Napoli e a Napoli di cui decanta e celebra bravura e bellezza impareggiabili con fraseggio da innamorato. L’accento si inasprisce subito quando lo sguardo si volge a Casoria e allo stato di degrado in cui versano l’area che dovrebbe essere quella dei Santi e quelle aree verdi che non trovano pace e decoro. Luca Blindo e Ademar, ovvero Fabio Tarantino, trovano una ribalta anche in Copertina, mentre le condizioni dello stadio Luigi Moccia di Afragola, che qualche tempo fa sembrava davvero sul punto di rinascere e restituire anche alla tifoseria cittadina e a tutti gli abitanti dell’area un luogo di sport, spettacolo e dignità, affonda nelle paludi dell’approssimazione e dell’incompiutezza, come la squadra di casa che si dibatte nelle ultime posizioni di classifica. Quanto dolore e quanta indignazione incrinano la voce del Magnifico diRettore. Il Forum della Gioventù di Casoria per cui si voterà il 9 marzo e una lettera di Giosuè De Rosa, per otto anni primo cittadino, uno dei sindaci più longevi della storia amministra-
tiva di Casoria che offre un parere su come, a suo avviso, condurre opere di riqualificazione in alcune aree “sensibili” riportano l’attenzione sulla città di San Mauro. Fortuna che da Casalnuovo arriva il bando del concorso letterario che si svolgerà da febbraio a settembre e celebra l’immenso Luigi Vanvitelli “Una città che scrive”. Basta girare pagina e il sorriso svanisce, perché si torna subito all’annoso problema della raccolta rifiuti e alle difficoltà di Casoria Ambiente e con triplo salto carpiato (giacché andiamo a tuffarci nelle acque del Golfo, con un focus sul Salone della Nautica da diporto, il celebre Nauticsud, che si è da poco concluso alla mostra d’Oltremare, con relativo commento al vetriolo del conduttore alle dichiarazioni del sindaco Manfredi (che non vi anticipo per non perdervi il gusto di andarvele a sentire) e finalmente approdiamo alle celebrazioni per i 125 anni dalla nascita del principe indiscusso del teatro e del cinema e della poesia e della canzone (e potrei continuare per le prossime due righe) di Napoli: l’immenso Totò, che è stato celebrato all’Hotel Parker, aggrappato sulla collina accarezzata
dal corso Vittorio Emanuele, uno degli alberghi più lussuosi e dalla veduta più spettacolare della città di Partenope, con la presentazione del libro Antonio De Curtis il principe poeta, scritto da Elena Anticoli De Curtis, nipote del grande Totò a quattro mani con Michelangelo Iossa. La mostra dedicata al Principe è ancora in corso.
Ottima occasione pet farci un salto e godere anche di un panorama degno dello sguardo degli dei.
Di libro in libro, “Mi dica cosa non le piace di sé-il primo manuale etico per una vita senza filtri”, scritto dal chirurgo estetico Alessandro Pasquali occupa la pagina successiva. E poi c’è la SPA del Grand Hotel dei VIP di San Remo e uno sguardo allo sci. Grido d’allarme della CISL Campania funzione pubblica sui vuoti in organico e non solo che mette a rischio l’applicazione del PNRR nei Comuni. Infine cinema: segnalati l’uomo che disegnò Dio, di Franco Nero e KNE i custodi di Napoli Est di Ivan Orrico e uno sguardo al Carnevale di Viareggio, chiudono con leggerezza che non guasta, il menù. Bon appetit al link sottostante. https://fb.watch/iFQUCungZx/
GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’EPILESSIA
AL MANN CONTRO STIGMA E TABU’
Ogni anno, il secondo lunedì di febbraio è dedicato alla Giornata Internazionale dell’Epilessia un evento, speciale, con cui si intende promuovere una certa consapevolezza sull’epilessia, una malattia neurologica verso la quale ci sono ancora troppi pregiudizi. E condividiamo, con piacere, anche con i nostri lettori, una trasmissione della rete web NanoTv che ha visto il Dir. Nando Troise ed il Dr. Maurizio Cerbone presenziare a questo evento che, a Napoli, è stato organizzato dall’Associazione ECO Epilessie Campania ODV e dal centro di riferimento per l’epilessia della Federico II, che si è tenuto nelle prestigiose sale del maestoso Museo archeologico MANN di Napoli, grazie alla generosa accoglienza del Direttore Paolo Giulierini. Un luogo di storia e di arte, dove autenticità e bellezza hanno accolto la medicina e la scienza, la ricerca e la conoscenza in un connubio tra passato e presente, fruttuoso per un futuro di sicuro progresso. Tante le forze e le personalità coinvolte, a cominciare dalla Prof.ssa Leonilda Bilo , responsabile del centro di epilessia della Federico II che evidenzia, appunto, questa sorta di negatività che ancora grava su questa malattia perché ancora troppo poco conosciuta: “Sono qui in veste di coordinatrice LICE della Campania e del Molise, la società scientifica che raccoglie la maggior parte dei epilettologi italiani, è molto prestigiosa ed organizza, localmente, eventi in coincidenza di questa giornata che, ci tengo a ricordare, si celebra in tutto il mondo: sono infatti circa 170 i Paesi che festeggiano oggi l’epilessia, e lo fanno perché è una malattia che merita attenzione in quanto complessa e largamente diffusa. In Ita-
lia ci sono circa 600.000 pazienti affetti da epilessia; in Campania circa 50.000. Sono numeri grossi per una malattia ancora gravata dal peso dello stigma sociale: un alone di negatività che, ancora oggi, circonda il paziente, che non si giustifica e che, con questi eventi, dobbiamo azzerare e distruggere. Facendo informazione, perché il pregiudizio nasce sempre dalla non conoscenza”. La Bilo continua evidenziando quanto il soggetto epilettico venga ancora emarginato in tutti gli ambiti del contesto sociale: scuola, lavoro, relazioni sociali, sport. Non a caso l’evento di Napoli è stato dededicato alle scolaresche, lì dove deve iniziare la formazione, affinchè le generazioni future siano preparate e abbiano comportamenti inclusivi nei confronti di chi ne soffre. Presenti la scuola Padre Ludovico di Casoria e l’Istituto Superiore Sociosanitario Guglielmo Marconi di Giugliano. Anche la Dott.ssa Maria Rosaria Annunziata, segretaria della ECO EPILESSIA CAMPANIA ODV, punta
l’obiettivo sulla sensibilizzazione della società: “L’associazione ECO è nata da un gruppo di famiglie e di malati di epilessia e ha l’obiettivo principale di far capire che l’epilessia non deve essere invalidante nella vita della persone che ne soffrono e che possono svolgere qualsiasi attività”. Accanto alla Annunziata, Irma Ruggiero, l’artista, giovanissima, che, per il secondo anno consecutivo, ha deliziosamente curato la parte grafica ed artistica della locandina e della presentazione dell’evento. Anche lei, che conosce molto bene questa patologia, ha commentato così: “Sono molto onorata di aver dato anche quest’anno un mio contributo con una illustrazione in cui cerco sempre di portare la mia esperienza. Anche io ho sofferto di epilessia proprio negli anni della scuola, tra le medie ed il liceo. Per questo, sono molto contenta che, oggi, siano presenti le scuole, coinvolgendo i giovani : è molto importante imparare ad aiutarsi tra compagni e combattere il pregiudizio”.
Dal prestigioso Studio di commercialisti napoletani Gaeta arriva il sostegno a questa iniziativa : “Ci fa piacere essere vicini all’associazione ed al Secondo Policlinico. Riteniamo che tutte le iniziative volte a diffondere la conoscenza di questa malattia e agli effetti che può avere, sia in ambito lavorativo che di studio, vadano assolutamente sostenute. Noi, come Studio Gaeta cerchiamo di essere vicini alla diffusione di queste informazioni anche per essere vicini al sociale, anche con il contributo del 5 per mille a cui l’associazione da quest’anno ha avuto accesso. Siamo noi che ringraziamo la ECO Epilessie Campania per
averci consentito di partecipare a questo evento”. La Vice Presidente dell’Associazione Anna Stilo chiosa così : “E’ una giornata mondiale, siamo in un luogo splendido e da qui vogliamo lanciare un messaggio positivo nei confronti di chi vive questa patologia: si può essere grandi anche con l’epilessia, Giulio Cesare, Van Gogh, Bonaparte, musicisti, artisti sono entrati a far parte della storia pur essendo soggetti epilettici. Può essere un po’ scomodo conviverci, ma non ci deve limitare”.
Ma la vera conclusione spetta di diritto alla Presidente dell’Associazione, l’imprenditrice napoletana, collega giornali-
sta, Rossella Giaquinto che, con il suo strenuo impegno, sta cercando – riuscendoci - a portare ad alti livelli di progettualità le ambizioni dell’Associazione ECO. In compagnia del Consigliere della VIII Municipalità, il Dr. Amleto De Vito, a dimostrazione della fondamentale presenza delle Istituzioni, Rossella sottolinea l’importanza di ottenere parti sociali che si uniscono perseguendo gli stessi intenti: “La presenza del Dr. De Vito dimostra quanto è importante che istituzioni, scuola, famiglia, territorio e associazioni confluiscano in una rete di condivisione di un obiettivo comune. Il nostro obiettivo, come associazione, è quello di togliere lo stigma da questa malattia e fare in modo che vengano tutelati, sotto tutti gli aspetti, i diritti dei pazienti e delle famiglie”.
Doverosi, come ogni grande evento che si rispetti, i ringraziamenti da parte di Rossella rivolti alle scuole presenti, ai patrocini ricevuti dalla Regione Campania, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, dalla Federico II, ma un ringraziamento anche ai tanti Comuni campani, e non solo, che, nella giornata del 13 febbraio, hanno illuminato di viola i monumenti della propria città. Un colore che unisce, include, comprende, che non spaventa ma che accoglie e cura. Da ogni punto di vista.
ENZO CAMPAGNOLI RACCONTA LA SUA ESPERIENZA
SANREMESE: “SONO UNO ZIO PROTETTIVO CON GLI ARTISTI CON CUI LAVORO”
Dopo il grande successo sanremese il maestro Enzo Campagnoli si racconta, rivelando anche dei particolari interessanti del dietro le quinte del Festival di Sanremo.
Noi ci siamo sentiti a fine dicembre 2022, all’epoca già sapeva con chi sarebbe stato accoppiato?
Partiamo da un dato: questo è stato il mio diciassettesimo Sanremo! Ho fatto 11 edizioni da musicista RAI e 6 da direttore d’orchestra. Lì sono e mi sento a casa perché la squadra nel dietro le quinte e i maestri che compongono l’orchestra sinfonica sono praticamente sempre gli stessi da anni. Ormai siamo una famiglia, ci conosciamo bene e lavoriamo con grande affiatamento. Per quanto riguarda l’accoppiamento diciamo che già tra Novembre e Dicembre si inizia a capire se si verrà scelti o meno per il Festival. Ma la stragrande maggioranza degli artisti che hanno proposto un brano sanno se sono stati o meno scelti solo quando viene fatto l’annuncio ufficiale durante l’edizione delle 20.00 del TG1. Quindi non sempre il Direttore d’orchestra sa in anticipo se farà e con chi farà il Festival. Deve sapere che la scelta del Direttore d’orchestra è fatta dalla casa discografica dell’artista e dalla sua major di appartenenza, dunque prima di contattare il Direttore d’orchestra, la squadra che lo segue deve avere la certezza che il proprio artista sia stato selezionato. Solo a quel punto ci si rivolge ad un Direttore d’orchestra di fiducia cui sono affidati la scrittura della partitura del brano per adattarlo all’orchestra e gli arrangiamenti della
cover che l’artista porterà in gara nella serata del venerdì. Se la casa discografica non ha all’interno del suo team un Direttore d’orchestra allora ci si rivolge all’esterno. E la major di Lazza (Universal Music Italia mentre l’etichetta discografica è Island) ha scelto me. Parliamo di Lazza. Da quando ho saputo che lo avrebbe diretto Lei io ero convinta che, insieme, avreste funzionato alla grande. Perché avete molte cose in comune: avete entrambi studiato tanto, siete umili, gentili e di talento…
Per me Lazza è stata una piacevolissima scoperta. Ho scoperto un ragazzo di grande umiltà e semplicità. E’ anche molto competente. Lui è un trapper ma ha una formazione classica. E a tal proposito ricordo che durante la prima
prova di “Cenere” con l’orchestra lui si è commosso perché ha sentito la sua canzone suonata con gli strumenti classici ed è come se questa cosa lo avesse riportato indietro nel tempo.
Ma è vero che Lazza la chiama “Zio Enzo”?
Certo! Io sono molto protettivo con gli artisti che seguo. Ormai sono diventato lo “Zio Enzo Nazionale”! Un po’ come la mia grande amica Mara Venire ormai diventata “La Zia Mara”. E Lazza ha avvertito il mio volerlo proteggere, tutelare, farlo sentire a proprio agio. E credo che questo si sia visto sul palco. Nonostante avesse gli occhi di milioni di persone puntati addosso, lui sembrava tranquillo ed era sicuro di se. Credo che abbia fatto un ottimo festival ed i risultati in termini di ascolto del suo brano si sono fatti sentire subito. Già durante il terzo giorno del Festival il suo brano era stato ascoltato più di otto milioni di volte. Certo, lui aveva già dei numeri pazzeschi prima di Sanremo, ma il Festival gli ha dato modo di farsi conoscere dal pubblico nazional popolare. E questo nuovo pubblico lo ha apprezzato: ha apprezzato la sua umiltà, la sua buona educazione, il suo regalare i fiori di Sanremo alla mamma. Insomma lui non è solo ciò che appare e cioè un ragazzo pieno di tatuaggi ma un ottimo artista con dei sani valori e sani principi. E’ un ragazzo con la testa sulle spalle che scrive da Dio! Ma vi aspettavate un piazzamento così alto?
Io si. Da quando ho ascoltato il brano per la prima volta. Ricordo che esclamai: “questa è una hit!”. Sapevamo che
ce la saremmo andata a giocare con le armi giuste. La canzone era giusta, idem l’artista, io ci ho messo il mio, la mia anima e la passione di sempre e i risultati sono stati eccellenti. Abbiamo addirittura superato il favoritissimo Ultimo. Ma tutto ciò è accaduto perché eravamo sereni, avevamo una squadra forte e quando hai alle spalle una squadra forte non hai paura di perdere. Anche perché chi ha paura di perdere in realtà ha già perso. Tra l’altro i miei artisti, anche nei Sanremo passati, sono sempre finiti almeno in TOP 10.
Una delle tante polemiche suscitate da Sanremo 2023 è quella relativa all’eccessivo uso di Autotune. Cosa pensa in merito?
Quando si fa una esibizione live ogni artista cerca di rendere la stessa quanto più simile possibile al brano registrato
in studio che è poi la versione del brano che passeranno le radio. Io penso questo: se l’autotune è usato come effetto che deve dare una caratterizzazione alla canzone allora lo si può usare tranquillamente.
Io a Lazza ho chiesto di toglierlo, perché lui sa cantare e non ha bisogno di usarlo. Prova ne è il fatto che quando il giorno dopo la finale di Sanremo si è trovato, durante Domenica In, ad avere dei problemi tecnici con la base lui è riuscito a cantare a cappella. Un’altra polemica l’ha creata a denti stretti il maestro Vessicchio che ha parlato di un presunto trattamento economico iniquo nei confronti dei membri dell’orchestra. Come stanno le cose?
Io non voglio alimentare nessuna polemica. Mi limito a fare una riflessione: se
un musicista si ritrova a suonare per il Festival è perché ha scelto di essere lì. Nessuno lo ha obbligato ad esserci e ad accettare quella determinata paga.
E cosa pensa del pasticcio combinato da Blanco sul palco?
Credo che lui abbia imparato tanto da questo episodio e credo anche che nella vita si debba sbagliare per crescere. Lui si è mortificato tanto dopo. Ma sono convinto che questo episodio lo aiuterà molto a crescere come artista.
In attesa di Sanremo 2024 che cosa fa “Zio Enzo”?
Io sono il direttore artistico, a Roma, della joseba academy, una importante realtà per i ragazzi che vogliono avvicinarsi al mondo della musica e dello spettacolo. E poi giro l’Italia facendo corsi di formazione. E seguo Serena Autieri nei suoi concerti.
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NEL PALACASORIA IL CAMPIONATO REGIONALE SILVER
Ancora una volta, accolto nell’incantevole cornice del Pala Casoria ha preso vita un altro importante evento sportivo: il Campionato Regionale Silver – sezione trampolino elastico - Federazione Ginnastica D’Italia. Già disciplina olimpica molto seguita e di grande impatto. Copiosa è stata la presenza di ginnasti e ginnaste durante la gara, organizzata dalla società ginnastica “Quasar Alessandro Imbaldi” con il Patrocinio di Casoria. Presenti in campo il Direttore Tecnico Regionale FGI Stefano Laudadio, e la Prof.ssa Isabella De Luca Presidente dell’associazione Quasar e consigliere federale della sezione GAF. Responsabile della direzione di giuria Andrea dei Giudici, giudice internazionale di Trampolino elastico, primo uf-
ficiale di gara, Vincenzo Tais, referente Campano degli ufficiali di gara. Questa prima competizione FGI dà il via ad una lunga kermesse di ginnastica che, con cadenza settimanale, tingerà di blu lo splendido Pala Casoria, portandosi dietro tutta una serie strumenti di cui il territorio ha bisogno: i sogni di bambini, ragazzi e sportivi professionisti, le speranze di una classe genitoriale alle prese con non poche difficoltà. Un sodalizio instancabile che ha consentito non solo
alla ginnastica di tornare a Casoria, ma di rendere reale quello che è possibile definire un progetto di vita.
I prossimi appuntamenti che illumineranno il Palacasoria sono: 25/26 febbraio gara Silver Serie D GAF, competizione di ginnastica artistica Femminile.
5 marzo Trofeo Alessandro Imbaldi, gara in memoria del giovane istruttore Federale di Casoria scomparso nel marzo 2008.
IL CARNEVALE SOCIALE DEL GRIDAS
DA SCAMPIA A BAGNOLI, RIFLETTENDO SU CASORIA…
Il Carnevale sociale di Scampia si svolge ormai da oltre quarant’anni. Nacque su iniziativa di Felice Pignataro, del GRIDAS, Gruppo Risveglio DAL Sonno. Oggi sono tante le città e i quartieri che si aggregano a questa tradizione, che coinvolge le scuole, le realtà sociali, i movimenti, in un unico grande calendario che ha l’obiettivo di stravolgere l’esistente, partendo dalla creatività e convogliando le forze per la costruzione di un mondo migliore.
Questo Carnevale è l’occasione per il recupero della manualità, per fare in modo “che a scuola non si vada solo con la testa, ma anche con le mani”, e stabilisce un rapporto tra scuola e territorio. A partire dalle forme di riciclo e riuso, si esercita insieme la creatività per applicarla ai casi della vita, usando le maschere in funzione di critica sociale. Si mantiene viva una tradizione e, con essa, anche l’identità del quartiere. Insomma, da Scampia parte un appello vivo e stravagante, che per la sua 41esima edizione ha avuto come tema portante “A che titolo? Ovverossia Titoli, titoletti e sottotitoli”… perché? Perché il GRIDAS è stato negli ultimi mesi oggetto di azioni giudiziarie che hanno portato alla sentenza che lo stabile, sede dello storico centro sociale sito in via Monterosa 90/b, è “occupato senza titolo”. Da qui, la scelta di “ricamare” un carnevale per chi “un titolo” non ce l’ha, per i poveri, per gli ultimi, per gli immigrati senza permesso di soggiorno, per chi a vario titolo chiede più diritti, meno precarietà, contro chi fa “titoli” per propaganda o contro i titoloni di una certa stampa e chi più titoli inventa, più ne metta… spazio alle idee e alla
solidarietà, così anche questo articolo un titolo non ce l’ha.
Un bel titolo da buona notizia, però, c’è stato, proprio pochi giorni dal carnevale: una nuova udienza ha rinviato, sospeso, fino al 5 marzo del ’24, l’esecutività della sentenza contro il Gridas! Si è, dunque, potuto festeggiare per un motivo in più, invadendo con musica, balli, slogan e colori le piazze e le strade della città.
Il Carnevale sociale, la cui copertina è stata realizzata da Cyop, si è svolto a Pianura, Materdei, Sanità, Giugliano, Scampia, Montesanto, Soccavo, Centro storico, Quartieri spagnoli, Piazza Garibaldi, Bagnoli, finanche a Caserta, Salerno, Afragola. Il Carnevale sociale di Bagnoli ha titolato “Bagnopoly, gioca e decidi le sorti del tuo quartiere!”, parafrasando il famoso gioco del Monopoly. Gli attivisti e le attiviste del quartiere hanno sfilato denunciando con ‘imprevisti’ e ‘possibilità’ le diverse speculazioni sul territorio, sanzionato con cartelloni ironici punti strategici, mettendo a nudo tante criticità, come l’inquinamento del mare, la bonifica dell’ex- Italsider, la chiusura del Consultorio.
A Santafede Liberata, col titolo “Meglio ‘na tammurriata ca na guerra!” si è mostrata solidarietà al cantautore di musica popolare Marcello Colasurdo, sostenendo la sua personale battaglia in un momento difficile ed un pensiero per lui, sempre attivo per cantare le rivoluzioni, è arrivato da tutto il movimento partenopeo.
In date diverse o contemporaneamente, in tanti posti diversi ma così vicini, decine di migliaia di persone si sono mascherate, si sono divertite e hanno lanciato messaggi di lotta e di speranza.
Casoria non ha ancora un suo carnevale sociale, ma i bambini e le bambine hanno almeno potuto divertirsi durante un calendario di momenti organizzato dal Comune, dal 16 al 21 febbraio. Non sono mancate sui social, e tramite la denuncia dell’associazione “La Mescolanza”, le critiche al “Concorso per il vestito più bello”, che accende una competizione piuttosto che infondere altri valori come la cooperazione, il riuso, e rischia anche di mettere in difficoltà chi non può permettersi un bel vestito. Una nota stonata tra tante cose belle che, però, meritava un appunto e uno spunto: sarebbe bello che anche le realtà sociali e le scuole casoriane riuscissero, prima o poi, a costruire il proprio Carnevale sociale, con o senza titolo.
NE ABBIAMO DI “STRADA DA FARE”…
Spazio ai commenti, al dibattito, alle segnalazioni, come sempre, nella trasmissione “La Copertina” diretta da Nando Troise su NanoTV, a confermare l’instancabile tentativo di promuovere le cose belle della nostra terra, denunciando ciò che non va.
Ciò che emerge, sempre più spesso e in vari punti della città, è che strade e marciapiedi non sono certo nelle migliori condizioni.
Per iniziare, le parole di Antonio Botta sul degrado di via Nuova Padre Ludovico e le varie dichiarazioni riguardanti l’area d’interesse religioso, hanno acceso le riflessioni anche della scrittrice professoressa Giulia Campece: “questo degrado sembra rispecchiarsi anche nella politica, nella morale, in tutto. La ricerca del consenso porta la classe politica a parlare tanto di turismo religioso, ma in verità non hanno reali interessi a realizzarlo”, come mostra la scarsa cura verso questa strada. Sono oltre trent’anni che si parla di “turismo religioso”, che ha bisogno di tante sinergie, anche non cattoliche, ma politiche, culturali, commerciali… serve un lavoro a lungo termine e non sempre c’è questa lungimiranza, ma magari “tanto tuonò che piovve…”, ha
concluso il suo commento speranzoso la scrittrice Campece. Si sono aggiunti al coro Suor Mariarca Iavarone delle Suore Elisabettine Bige di via Nuova Padre Ludovico, “Speriamo che davvero la cittadinanza rispetti di più questo luogo” e i fratelli A. e G. Cerrota, “Una volta questa strada era ben curata, ma oggi ci dispiace tanto vedere un patrimonio religioso mal tenuto o, quasi, profanato da persone maleducate e deiezioni canine”
Il Consigliere Alessandro Graziuso di
Obiettivo Comune ha, invece, segnalato le condizioni di un’altra strada mal tenuta della città, via Pio XII nella zona della villa comunale, il cui marciapiede è, ormai da mesi, per un ampio tratto, ostruito da alcune transenne.
Due video arrivati in redazione, infine, sottolineano ulteriori situazioni di degrado e inefficienza a Via Kennedy e Via Marconi. Il primo video, con tanto di voce narrante, denuncia una buca sul marciapiede, ostruita per sicurezza con vari oggetti di fortuna, ma sempre lì, “in queste condizioni ormai da mesi”, senza alcun intervento di riparazione e messa in sicurezza. Nel secondo caso, la denuncia riguarda ancora una volta le caditoie, stavolta di via Marconi: si vede come, nei pressi dell’Istituto del Sacro Cuore, in una delle arterie principali della città, i tombini siano praticamente otturati e l’acqua, piuttosto che sfociare nelle caditoie, tenda ad accumularsi a bordo strada.
Il direttore Troise ricorda anche le condizioni di Via Cimarosa e quelle delle ville cittadine, continuando a “pungolare” ancora chi di dovere. Porre i riflettori sulle questioni è un primo passo… ma, purtroppo, di “strada da fare” ce n’è ancora tanta…
PICCOLI gesti fanno la
DIFFERENZA
ORGANICO
Differenzia l’ORGANICO per te, per i tuoi figli, per la tua città.
Si conferisce:
Avanzi di cibo, fondi di caffè
Filtri di tè, bevande ad infusione
Tovagliolini
Piante, terriccio, semi, fiori secchi
Scarti di frutta e verdura.
DOMENICA - MARTEDì - GIOVEDì
dalle 21 alle 24
Al teatro Burlesque di Caivano, lo scorso 19 Febbraio è andata in scena un’interessante rappresentazione de “II berretto a sonagli” di Pirandello, nella traduzione in napoletano di Eduardo, con la regia di Domenico Palmiero, regista e attore di spessore, che ha diretto egregiamente oltrechè se stesso, i pur bravi attori della sua Compagnia FSSL.
La commedia si svolge in una scenografia che non vuole far distogliere lo sguardo dello spettatore dal crescendo di emozioni che man mano si manifestano sul palco, sapientemente illuminato da un gioco di luci che si snoda su teli bianchi su cui si affacciano e si sviluppano i vari personaggi che danno vita ad una storia senza tempo : la moglie tradita (un’ottima Daniela Merenda, che veste i panni di Beatrice Fiorica), il marito fedifrago, e il terzo “cornuto contento”, Ciampa, qui magistralmente rappresentato dal regista
La Signora Beatrice, moglie gelosa tradita dal Cavaliere Fiorica suo marito - che intrattiene una relazione con la bella e procace consorte del suo fedele servitore Ciampa - vuole a tutti i costi svelare la tresca tra i due e, per farlo, spedisce con una scusa il
Ciampa a Napoli ed organizza un complotto con il Commissario Spanò (qui impersonato dal pregevole Salvatore Cembrola) - molto devoto alla famiglia per i molteplici favori ricevuti in passato - al fine di smascherare gli amanti e riappropriarsi della propria dignità; Ciampa, uomo innamorato della propria moglie e consapevole dei propri limiti, ben comprendendo le intenzioni della Signora Beatrice, cerca di dissuaderla dalle sue intenzioni, ma invano; così parte e, al suo ritorno, viene a sapere che sua moglie ed il Cavaliere sono stati arrestati, ma di lì a poco rilasciati per “non aver commesso il fatto”; e non perché effettivamente i due fossero innocenti, ma perché il buon Commissario Spanò, chiamato in causa dalla famiglia cui è tanto legato (soprattutto per l’incarico che detiene), ha fatto di tutto per
non far apparire ciò che “è” ; così, con l’ipocrisia che connota le vite di ogni singolo personaggio, viene smontata la tresca e fatte cadere le accuse della Signora Beatrice, ora ben lieta di essersi riabilitata ai propri occhi ed a quelli della sua società.
Non è, evidentemente, dello stesso parere, Ciampa, che adesso non ha più scuse da accampare con tutti coloro i quali potranno ora farsi beffe di lui, deridendolo con pacche sulla spalla che celano il ben noto messaggio di “becco”, “cornuto contento”, “Ciampa beeeehhhh”.
Il mite Ciampa a questo punto non ci sta, e mette la signora Beatrice davanti ad una scelta: per salvare il proprio onore, lei dovrà fingersi pazza, andare “a riposare per due o tre mesi” in una clinica, per poi ritornare nella sua amata società, dove troverà
comprensione; e Ciampa sarà riabilitato agli occhi di quella stessa società, cui lei lo ha esposto violando la propria dignità di uomo rispettabile; l’alternativa, è ammazzare i due, di suo pugno.
A questo punto, tutta la famiglia, il Commissario, decidono di dichiarare pazza la povera Beatrice, che ha così pagato il prezzo di una verità che non si poteva dire, affinchè vengano ristabiliti i vecchi equilibri, e l’”apparire” regni sovrano sull’”essere”, perché chi crede di poter dire la verità senza subire conseguenze, è solo un pazzo.
E la scena finale di questa meravigliosa rappresentazione è un crescendo di emozioni fortissime, che un eccellente Domenico Palmiero ha saputo trasmettere agli spettatori, in una immedesimazione empatica col personaggio che fa dimenticare che si tratti di una messa in scena; e questa, ad avviso di chi scrive, è la prova provata della misura di un artista, di un Regista e Attore talentuoso che, ogni volta, supera di gran lunga le aspettative del suo pubblico, il cui lungo scrosciare degli applausi, a fine commedia, ha decretato il giusto riconoscimento al merito dell’Artista e della sua Compagnia.
“IL BERRETTO A SONAGLI” DI PIRANDELLO NELLA STESURA DI EDUARDO DE FILIPPO, PER LA REGIA DI DOMENICO PALMIERO
MATRIMONIO E DIRITTI DEL NUOVO CONIUGE SUI FIGLI DEL PARTNER
Egregio avvocato, mi chiamo Gianni e scrivo da Caivano. Sono vedovo e dal mio matrimonio sono nate due figlie tuttora minorenni. Vorrei risposarmi. Oltre al regolare matrimonio, quali azioni è necessario intraprendere per far si che la patria potestà e tutti gli altri diritti, doveri e poteri sui figli sia condivisa in egual modo anche dalla mia futura moglie?
Grazie e complimenti per la seguitissima rubrica!
Gentile Gianni, grazie per i complimenti, che giro a tutta la redazione di Nuova Città. La normativa di riferimento, nei casi come il suo, è quella della Legge sulle adozioni ovvero la L. 184/1983 così come modificata dalla Legge 149/2001. In particolare si fa riferimento all’art. 44 della predetta Legge che disciplina l’adozione in casi particolari, diversi quindi dall’ipotesi in cui gli adottanti siano soggetti assolutamente estranei al minore dichiarato adottabile dal Tribunale. La norma prevede che sia possibile l’adozione del figlio del coniuge da parte di chi, di fatto, svolge le funzioni di genitore. Il legislatore ha, con questa norma, reso possibile consentire al nuovo coniuge, subentrato a far parte del nucleo familiare del minore a seguito di nuove nozze (per scioglimento del matrimonio a causa di morte o divorzio), stabilire significative relazioni sul piano giuridico con il minore figlio dell’altro coniuge senza tuttavia escludere i rapporti del minore con l’altro genitore, se ancora in vita, o con i parenti di quest’ultimo. In questo modo
la legge ha voluto valorizzare non solo sul piano fattuale ma anche su quello giuridico, la posizione di colui o colei che quotidianamente adempie alle funzioni di madre o padre. La procedura di adozione richiede che prestino il proprio consenso sia l’adottante che l’adottato, cioè il minore nel caso lo stesso abbia compituto il 14° anno di età. Nel caso il minore abbia un’età inferiore ma abbia compito i 12 anni deve comunque essere sentito e, nel caso sia minore degli anni 12, andrà sentito in considerazione delle sue capacità di discernimento.
In ogni caso se il minore adottando non ha compiuto gli anni 14 dovrà essere sentito anche il suo legale rappresentante (normalmente il genitore esercente la patria potestà). Il procedimento di adozione nei casi particolari avviane innanzi al Tribunale per i Minorenni del distretto ove si trova il minore. Il consenso va prestato personalmente davanti al Giudice (non è possibile delegare altri) ed è revocabile sino alla pronuncia della sentenza. Una volta che la sentenza sia divenuta definitiva (ovvero non è
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più impugnabile), essa viene trasmessa all’Ufficiale dello Stato Civile affinchè sia annotata sull’atto di nascita del minore.
Conseguenze dell’adozione saranno che il nuovo genitore avrà, al pari del coniuge, la potestà genitoriale sull’adottato, avrà l’obbligo di mantenerlo, istruirlo ed educarlo così come previsto dall’art. 147 c.c. in materia di diritti e doveri verso i figli nascenti dal matrimonio. L’adottato acquisisce il cognome dell’adottante in aggiunta al cognome della famiglia d’origine.
L’adottante ha poi l’onere di fare l’inventario dei beni dell’adottato e trasmetterlo al Giudice tutelare entro 30 giorni dalla comunicazione della sentenza di adozione pena la perdita della facoltà di amministrare i beni del figli adottato. L’adozione, infine, non attribuisce alcun diritto di successione all’adottante (come invece accade per i genitori naturali) mentre per l’adottato i diritti di successione sono quelli generalmente previsti per i figli nei confronti dei genitori. Cordiali saluti
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Tutti sappiamo che da noi commercianti dovrebbero passare tutti i giorni ma purtroppo non è cosi.
Mancano per settimane intere e sottolineo che succede solo a via Carducci.
ESCE IL MANUALE “APPUNTI DI MESSA IN SCENA” DI LUCA RAMACCIOTTI
Luca Ramacciotti si è laureato in “Cinema, Musica e Teatro” con una tesi sul rapporto tra immagine e musica nelle opere di David Lynch. Da sempre lavora nel campo del teatro lirico occupandosi di regia. Ha fatto da regista assistente con maestri quali Ettore Scola, Maurizio Scaparro o Dario Argento. Di questi ultimi due ha anche curato riprese delle loro regie. Con il suo lavoro ha potuto collaborare con cantanti come José Cura, Placido Domingo, Angela Gheorghiu, Daniela Dessì, o Andrea Bocelli. Ha lavorato in Francia, Germania, Cina, Emirati Arabi, Messico, Oman, Russia, Ungheria, Austria, Giappone, Belgio, Serbia e in Nicaragua dove detiene il record di essere il primo europeo ad aver realizzato lì una regia lirica.
Da sempre appassionato di prestigiazione negli anni ha concepito una sua precipua idea di messa in scena tra tradizione e innovazione con un attento occhio alle
costanti innovazioni dello spettacolo. Il libro (la cui veste grafica è stata curata da Matteo Filippini) vede in quarta di copertina la seguente guida all’uso da parte dell’editore:
“Mi permetto un piccolo suggerimento per godersi meglio questo libro: immaginate che Luca sia davanti a voi e di avergli chiesto come avete intenzione di sviluppare il vostro spettacolo: Luca, se lo ascoltate bene, in questo testo vi indica una molteplicità di direzioni che potete prendere per migliorarvi, non fermatevi a osservare il dito che indica, ma
prendete il vostro bagaglio, il taccuino e iniziate il viaggio. Non state fermi dopo averlo letto. Ma soprattutto, dopo la prima lettura e dopo aver fatto il primo spettacolo post lettura, dovete rileggerlo, capirete il perché e il per come alcune cose hanno funzionato e altre meno e continuate alternando spettacolo e libro fino a poter assorbire ciò che è al suo interno. Molti credono che leggere un manuale basti a capire un’arte, questo libro è per chi veramente voglia praticarla.”
Il libro va a colmare una lacuna editoriale del settore ovvero uno sguardo esterno, ma allo stesso tempo consapevole delle esigenze richieste dall’arte prestigiatoria, che sappia dare degli spunti a chi vorrà calcare un palcoscenico o lavorare nel dietro le quinte.
Non è un libro in cui si impara la ricetta perfetta per fare regia, ma dove Luca Ramacciotti mette in campo la sua esperienza venticinquennale.
Ormai da mesi con l’emergenza Cartoni.
TRIANON VIVIANI, MARISA LAURITO RICONFERMATA ALLA DIREZIONE ARTISTICA
Marisa Laurito, immagine che contiene testo, edificio, esterni, segnale Descrizione generata automaticamente è stata riconfermata alla direzione artistica del Trianon Viviani per il triennio 2023-2025.
Lo ha deciso il cda della fondazione teatrale al termine dell’esame delle sei candidature pervenute, in risposta all’avviso pubblico per la manifestazione di interesse a ricoprire l’incarico del 17 gennaio scorso.
Per il presidente Gianni Pinto e i consiglieri Igina Di Napoli e Antonio Roberto Lucidi, «il cda ha riconfermato Marisa Laurito alla direzione artistica, in quanto la sua candidatura ha interpretato compiutamente la missione statutaria della fondazione di valorizzazione e promozione della canzone napoletana e del patrimonio musicale e di teatro musicale di ieri e di oggi».
«Sono stati anni molto complessi per i lavoratori dello spettacolo, e anche per noi, ma grazie alla Regione Cam-
FRANCESCO CELIENTO
pania e all’attenzione del governatore De Luca nei confronti della cultura, siamo riusciti a continuare a lavorare bene e a produrre con impegno e forza» dichiara Marisa Laurito.
«Ringrazio la Città metropolitana, il sindaco Manfredi e soprattutto il cda e il presidente Gianni Pinto, che hanno di nuovo abbracciato un mio progetto – prosegue il direttore artistico –. Metterò tutta l’energia che possiedo per dirigere Il Trianon Viviani e accompagnarlo in questo nuovo triennio al successo che merita, sia per la sua storia, che per la visibilità
nazionale guadagnata in questi ultimi anni, grazie anche a operazioni di grande qualità e respiro internazionale. Il Trianon Viviani è ubicato nel cuore di Napoli: Forcella, un quartiere che fu frequentato da nobili, abitato da una regina, e vissuto da grandi artisti. Oggi rigenerato quotidianamente dall’associazione l’Altra Napoli e dall’associazione commercianti A’Forcella, e da tante altre forze positive, pubblico compreso. Non posso non ringraziare tutti gli artisti che hanno accompagnato con entusiasmo e competenze la rinascita del Trianon a tempio della canzone napoletana. I miei due speciali compagni di viaggio, Nello Mascia e Davide Iodice». «Grazie a tutte queste forze positive, e a tutti quelli che con me condividono questo lavoro con passione – conclude Marisa Laurito –, sono sicura che il Trianon Viviani diventerà sempre più un polo culturale importante per la nostra grande tradizione musicale napoletana di ieri e di oggi».
A TU PER TU CON LA SCRITTRICE ANGELA VISONE
Angela Visone è molto nota a Caivano perché, da qualche anno, sta scrivendo libri, attualmente ne ha già composti due, ed è presidente di un’associazione di volontariato. Ci racconta la sua passione e suoi obiettivi.
“Chi è Angela Visone?”
“Sono un’ex docente. Ho insegnato per quarant’anni nella scuola dell’infanzia a Cardito e poi, insieme ad una collega, abbiamo istituito un’associazione culturale di cui io sono presidente e la mia collega vice presidente. Su questa scia abbiamo iniziato a fare progetti nelle scuole e ci siamo lanciate nell’editoria. Ho scritto due libri: il primo parla di violenza di genere mentre il secondo parla dell’adozione.”
“Tu sei stata maestra per tanti anni, poi l’associazione, ma qual è stata la molla che ti ha fatto scattare l’idea di scrivere libri?”
“Il problema della violenza di genere è sempre stato un argomento che ho avuto
a cuore. Mi sono sempre informata e, tra l’altro, vedere tanti femminicidi, tante situazioni così problematiche per le donne mi ha spinto a mettere nero su bianco e a scrivere qualcosa che sia portatore di un messaggio per dare la possibilità alle donne che vivono questa condizione di trovare il coraggio di denunciare. Questo è stato il mio input.” “Invece il secondo libro è un racconto sulla tematica delle adozioni di una volta, spesso adozioni che erano quasi forzate”
“Sì, infatti parla di un’adozione che risale circa a 50-60 anni fa quand’era veramente una situazione problematica e se ne vedevano in modo molto raro. Il libro, comunque, gira intorno alla storia di tre donne che hanno avuto destini diversi e, a distanza di tanti anni, hanno deciso di raccontare ognuna in maniera individuale la propria storia.”
“Hai in programma qualche altra avventura letteraria?”
“Sì, qualcosa sto già mettendo in cantiere. Si tratta di una storia che si allontana dalle precedenti. Ho un master in criminologia e anche quella è una scienza che mi appassiona molto quindi, il prossimo lavoro, sarà orientato proprio sui crimini e, nello specifico, sui bambini che commettono reati gravi.”
NAUTICSUD 2023: POSITIVI I RISCONTRI DI INGRESSI E VENDITE
testimonianza di ciò siamo tornati senza troppa fatica a tutti i padiglioni con i cantieri che hanno, per modo di dire, invaso i padiglioni e il pubblico che ci ha accompagnato in questi giorni, quindi un bilancio assolutamente positivo, anche di quest’edizione”.
Per il 50° salone pronto il progetto di rilancio internazionale.
Mostra d’Oltremare e Afina pronti ad attuare un programma per celebrare l’edizione del 2024.
Istituzioni, nazionale e locali, al fianco della fiera della nautica da diporto Bilanci e riscontri positivi per la quarantanovesima edizione del Nauticsud. L’esposizione dedicata alla filiera nautica, organizzata dal binomio Mostra d’Oltremare-AFINA, guarda al futuro con certezze e progetti vincenti che potranno consentire all’evento di rappresentare una vera e grande realtà internazionale per l’edizione del 2024, per la celebrazione delle 50 candeline.
A sostenere, infatti, i progetti futuri, ma anche questa edizione, sono state le testimonianze del premier Meloni, del ministro Urso, del ministro Santanchè e del sindaco di Napoli Manfredi. Autorità di Governo e dell’Amministrazione cittadina che sono pronte a sostenere la fiera nautica soprattutto per il suo ruolo di indotto e volano economico per il Mezzogiorno e il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo. “Aver visto questo coinvol-
gimento e la vicinanza delle Istituzioni ci dà coraggio e ci mette nelle condizioni di lavorare con ancor più serenità – ha sottolineato il presidente di Mostra d’Oltremare, Remo Minopoli -. Lavorando oltre l’appuntamento fieristico, per lo sviluppo di un settore che è un’eccellenza, e che a Napoli ha dimostrato di saper accogliere. Quindi i diversi appuntamenti sono stati momenti di approfondimento, ma anche di condivisione e di slancio verso il futuro”. Il bilancio, come detto, è vincente sia nell’ottica dell’appuntamento fieristico sia in quello del comparto produttivo.
“Anche quest’anno il bilancio è più che positivo per il Nauticsud, ma soprattutto siamo, come aziende nautiche, soddisfatti delle contrattazioni avvenute al salone che hanno consentito a tutti gli espositori di tornare a casa con un portafogli ordini valido”. Alla dichiarazione di Gennaro Amato, presidente Afina, fa seguito quella del numero uno di MdO: “Continuiamo a registrare e a riscontrare il trend positivo di sviluppo degli ultimi anni che ha accompagnato il Nauticsud. A
Il binomio organizzativo, che va avanti da otto anni, è dunque pronto ad affrontare le prossime sfide come confermano Gennaro Amato e Remo Minopoli: “L’anno prossimo Afina e Mostra d’Oltremare hanno preparato, e stanno elaborando, un progetto in cui ci sarà la festa del cinquantesimo anniversario del Nauticsud
– ha dichiarato Amato - e saremo ben felici di programmare questo evento in modo da creare un expo del mare, dove ci saranno tutti e 22 i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo”. Possibilità, dunque, per la Mostra d’Oltremare di poter programmare con largo anticipo l’appuntamento: “Il fatto che ci sia un coinvolgimento attivo anche dei soci, non solo della Mostra d’Oltremare e una sinergia del Governo, ci fa ben sperare in un ulteriore incremento positivo di sviluppo del brand Nauticsud, un marchio oramai storico perché alle porte del cinquantesimo appuntamento”.
VIOLENZA NEGLI OSPEDALI, MEDICI E D’EMILIO: “DALLE AZIENDE VOGLIAMO FATTI, NON BASTA LA SOLIDARIETÀ”
“Quanta ipocrisia! Il rosario di solidarietà diffuso dopo l’ennesima aggressione ai sanitari dell’ospedale Pellegrini non serve a nessuno. Sembrano atti dovuti con i quali in qualche modo ci si pulisce le coscienze, fino al prossimo episodio. E’ il momento di dire basta davvero. Perciò rispediamo ai mittenti queste dichiarazioni, che sanno molto di circostanza o di rassegnazione. Se sono così sensibili sulla questione, mettano in campo fatti, non parole, ed attuino le leggi”.
Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio, leader rispettivamente della Cisl Funzione Pubblica della Campania e di Napoli,
LAURA BUFANOlanciano l’ennesimo grido di allarme su quanto sta accadendo da mesi con sempre maggiore intensità nelle strutture del territorio e chiamano in causa direttamente i responsabili istituzionali ai vari livelli, dalla Giunta regionale ai manager di Asl e AO.
“Ci sono – sottolineano Medici e D’Emilio – norme dello Stato, dal decreto legislativo 81 del 2008 alla legge 113 del 2020, che prevedono l’attuazione delle misure di prevenzione e di protezione a garanzia dei livelli di sicurezza del personale. Perché non si concretizzano? Parliamo prima di tutto di
adeguamento degli organici e dei mezzi necessari a far funzionare al meglio i pronto soccorso. Parliamo di filtri all’ingresso, lasciando libero accesso solo all’ambulanza per un pronto intervento sul paziente, per evitare che, come succede adesso, diventino luoghi aperti a tutti. Parliamo di interventi strutturali a protezione dei locali per impedire che chiunque possa entrare senza problemi. Parliamo di individuazione di team addestrati a gestire le situazioni critiche. Sono cose semplici che si possono fare rapidamente, e che rappresenterebbero una prima, importante barriera
protettiva. Anziché perdere tempo a scrivere comunicati, chi di dovere farebbe bene ad applicare le norme individuando le misure preventive da realizzare subito.
Il diritto alla salute – concludono i due segretari generali - riguarda tutti, anche quelli che sono impegnati ogni giorno a curare gli altri. Per affermare la sicurezza fino in fondo, la Cisl Funzione Pubblica, come già annunciato nelle settimane scorse, è pronta a costituirsi parte civile nei procedimenti. Perché è un investimento a tutela di tutti, anche per chi cerca in modo dissennato di violarla”.
LA CONOSCENZA MUSICALE ALLA PORTATA DI TUTTI
Martedì, 21 febbraio 2023, nel foyer del Teatro Bellini, presso lo spazio “La terzagorà”, luogo di sinergia tra la Casa Editrice Laterza, il Teatro Bellini e l’Associazione culturale “A voce Alta”, è stato presentato il saggio d’esordio del tenore Luca Lupoli, “Mario Persico e la sua produzione operistica” edito da Aletheia. Il saggio è una rivisitazione della Tesi di Laurea del M° Luca Lupoli che è nata dall’incontro fortuito dell’autore con il signor Sergio Nuvola, nipote del compositore. Lupoli intravede la ricchezza dell’argomento e propone al soprano Olga De Maio di aiutarlo nelle ricerche delle notizie biobibliografiche di Persico. Il saggio presentato al PAN e a Roma apre, sorprendentemente, a sempre nuovi spunti di riflessione. Questa volta sono stati chiamati a parlare del saggio: il M° del Conservatorio di Napoli, Mauro Castaldo che ha fatto le veci del M° Carmine Santaniello, Direttore di San Pietro a Majella, impossibilitato ad essere presente per impegni istituzionali; Daniela Merola, giornalista e scrittrice e il M° Armando Jossa ideatore e direttore artistico del “Premio Caruso da San Giovanniello a New York. “Parte lo speaker radiofonico e attore del Teatro De Poche, Giancarlo Lobasso, con la lettura della prefazione del saggio fatta da Franco Armilia-
to, uno dei tenori più importanti della scena lirica internazionale. Si cerca di capire innanzitutto l’uomo Persico e il suo contesto familiare grazie all’accurata e attenta analisi di Daniela Merola , con il M° Castaldo si discute del fervido periodo storico che ha riempito la vita musicale e teatrale del nostro Paese agli inizi del ‘900. Poi, il M° Jossa, a sorpresa, tratteggia attraverso la fisiognomica alcuni tratti esoterici del Persico. La parola va poi al soprano Olga De Maio che racconta l’emozione di aver contribuito a rintracciare, grazie alle sue ricerche, un artista dimenticato. Conclude l’autore, Luca Lupoli con una interessante dissertazione sulla mescolanza tra toscanità e napoletanità presente nella Locandiera di Goldoni musicata da Mario Persico. Ci arriva “bellezza” con la lettura di un brano tratto dalle lavandaie del Vomero, dall’ interpretazione di due brani dell’opera di Persico interpretati dai nostri Olga De Maio e Luca Lupoli. La serata si conclude con eleganza, vengono distribuite delle rose per le signore e con dei gadget per gli uomini. Ringraziamo Olga e Luca per la divulgazione che fanno della cultura alla portata di tutti con l’Associazione “Noi per Napoli”, ora impreziosita da questo saggio al quale ci auguriamo se ne aggiungeranno tanti altri.
FEDERICA BERNARDO
GRANDE TOTÒ!
Si chiude la settimana enogastronomica dedicata dal Grand Hotel Parker’s alle celebrazioni per i 125 anni dalla nascita di Totò. Tra commozione, impegno e una grande partecipazione
Il Grand Hotel Parker’s è stato protagonista assoluto delle celebrazioni per i 125 anni dalla nascita di Totò e si è dimostrato ancora una volta luogo-simbolo del capoluogo partenopeo e della sua cultura popolare. Durante la settimana di “Buon Compleanno Totò”, lo chef Vincenzo Fioravante del ristorante Muse, al sesto piano panoramico del Grand Hotel
Parker’s, ha dedicato un piatto al giorno a Totò, tratto dal libro di ricette “Fegato qua, fegato là, fegato fritto e baccalà”, curato dalla figlia Liliana de Curtis e dalla giornalista Matilde Amorosi, edito da Rizzoli.
Enorme è stato l’interesse mediatico e di pubblico per l’iniziativa organizzata e promossa dall’hotel più antico di Napoli, unica realtà a celebrare questo importante anniversario legato ad Antonio de Curtis, ricordato anche dal Ministero della Cultura nei giorni scorsi. La presentazione del libro “Il Principe Poeta. Tutte le Poesie e le liriche di Totò”, scritto dalla nipote Elena Anticoli de Curtis e da Virginia Falconetti, edito da Colonnese, è stato il momento centrale di questa commemorazione, che ha
CARMEN VICINANZA
visto la nipote del Principe della Risata intervistata da Rai 2 e da Rai 3. All’evento hanno collaborato Activart, Colonnese Editore e Mansfied profumi (che realizza un’intera linea di profumi dedicati ad Antonio de Curtis, ricreando la fragranza originale indossata da Totò): accanto alla nipote Elena Anticoli de Curtis, che ha conversato con il giornalista e scrittore Michelangelo Iossa, hanno partecipato – tra gli altri – Gennaro Esposito, componente della Commissione Cultura e Consigliere del Comune di Napoli, Gaetano Bonelli, presidente della Casa Museo Enrico Caruso, Francesco De Blasio Taranto, nipote del grande attore Nino Taranto
e Segretario della Fondazione a lui intitolata, la Scuola “Cuoco / Campanella” dello storico Rione Sanità di Napoli (quartiere che ha dato i natali a Totò), il giornalista e performer Gianni Valentino che – con il musicista Lello Tramma – celebra l’arte di de Curtis con l’innovativo progetto ”Totò Poetry Culture”, Riccardo Imperiali di Francavilla (Deputato della Cappella del Tesoro di San Gennaro, membro del museo Filangieri e presidente del Terziario avanzato di Confindustria), un’ampia schiera di giornalisti e una delegazione della Rai, il cui Centro di Produzione televisiva di Napoli celebrerà i suoi primi sessant’anni di attività il prossimo mese di marzo.
- “Cuoco. Che bella parola: cuoco.”
- Totò sarebbe stato felice del tributo concessogli e soprattutto della possibilità, che i suoi concittadini hanno avuto di degustare la sua cucina, la sua idea di napoletanità a tavola, che solo il Parker’s poteva mettere in scena. Un modo di celebrare cultura popolare, enogastronomia e tradizione che trova nel Grand Hotel Parker’s un nuovo centro di divulgazione.
LA PRIMA BIBLIOTECA GEORGIANA A NAPOLI
Dedalus Cooperativa Sociale è lieta di ospitare nella biblioteca di Officine Gomitoli una sezione dedicata alla comunità georgiana che in Campania, è costituita da oltre 50.000 persone, per lo più donne e ultimamente, anche da tanti bambini e bambine.
L’evento inaugurale, una grande festa in cui si potranno degustare pietanze tipiche e ascoltare canti del folklore georgiano, si terrà Domenica 26 febbraio alle ore 15 alla presenza del Console della Georgia a Bari e dell’ideatore dell’iniziativa Giorgi Kekelidze, scrittore e conduttore televisivo che ha fondato la prima biblioteca digitale del paese e direttore generale della National Parliament Library of Georgia.
Un tour europeo per diffondere e creare presidi di storia e cultura georgiana,
che in Italia ha scelto le città di Milano e Napoli come luoghi privilegiati per accogliere gli oltre cento libri di letteratura per giovani e adulti, in lingua originale e tradotti in inglese e in italiano. Nella collezione donata a Dedalus sarà presente anche una rarissima copia della traduzione italiana del libro di Shota Rustaveli ‘Il cavaliere dalla pelle di leopardo’ il poema epico nazionale della Georgia.
L’evento fa parte delle attività del progetto SCIC Sistema Cittadino per l’Integrazione di Comunità finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali.
Si terrà nella Biblioteca di Officine Gomitoli di Dedalus in Piazza Enrico de Nicola n. 46 scala A.
RICEVIAMO
E PUBBLICHIAMO DALL’ASSOCIAZIONE VESUVIUS
GRANDE SUCCESSO PER IL CARNEVALE A BRUSCIANO
Allegria, musica e divertimento alla riscoperta delle tradizioni popolari, la cantata dei dodici mesi della Vesuvius conquista la città. Strepitoso successo per il Carnevale bruscianese 2023, svoltosi domenica 19 Febbraio, organizzato dal Comune di Brusciano, che ha visto protagonista gli artisti dell’’associazione Vesuvius A.P.S. Un progetto lodevole sul recupero delle tradizioni popolari, tra arte e cultura, il senso di appartenenza comunitario, i costumi del tempo e del linguaggio, attraverso uno studio antrapologico. Un successo incredibile, le strade cittadine si sono riempite di gente, un’atmosfera, gioiosa e colorata quella che ha accompagnato il ritorno dei Tradizionali Dodici mesi con Pulcinella e Marcusalemme. Lo spettacolo itinerante ha appassionato intere famiglie, vedere i sorrisi dei bambini, dei genitori e dei nonni e di tutti gli abitanti di Brusciano ha reso la manifestazione ancora più bella. La storica rappresentazione itinerante stando ad un documento pubblicato da Ludovico Frati, sembra abbia avuto origine intorno all’anno 1100, nella cittadina di Brusciano, non veniva svolta più da moltissimo tempo. Una coppia di anziani con gli occhi pieni di gioia nel vedere la manifestazione ha sussurrato mille grazie! Tra L’altro tra i pochi comuni in Campania che hanno svolto tale evento caratteristico. La tradizionale cantata dei Dodici Mesi è partita dal Comune di Brusciano, dove gli artisti accompagnati da un asino caratteristico autoctono, hanno svolto un
viaggio itinerante per la città tra monologhi teatralizzati e musica popolare, sempre in allegria, accompagnati dagli applausi ad ogni esibizione. Gli artisti della Vesuvius hanno sfilato da Via Cucca . Via Semmola, Via G. Esposito, Via Foscolo, Via Padula, Piazza Gramsci per poi concludere lo spettacolo in una Piazza XI Settembre stracolma di bambini vestiti da carnevale e genitori che si sono lasciati coinvolgere in una una tammurriata finale.
A portare in scena la rappresentazione teatrale itinerante per le vie della città, l’associazione Vesuvius A.P.S. capitanata dall’artista Angelo Iannelli maschera ufficiale di Pulcinella al seguito un cast di artisti d’eccezione formato dalla nota attrice Lucia Oreto, Stefano Terracciano; Sebastiano Micciariello; Lino Ragosta; Antonia Baiano; Nicola Pandico; Giuseppe D’Agostino; Salvatore Di Maio; Nicola Toppi; Roberto Corradio, Raffaele Di Maio; Carmine Grimaldi; Stefano Salvatore; Giuseppe Vivolo, Vaia Antonio; Panico Pio Carmine, Cresenzo Vivolo, Assia Di Costanza e la piccola Chiara Ragosta, impeccabile il servizio d’ordine della P.M. coordinati dal comandante Antonio di Maiolo.. Il Carnevale è arrivato anche nelle scuole di Brusciano in anticipo, Giovedi 16 febbraio la scuola elementare Dante Alighieri ha attualizzato un progetto sugli strumenti tipici della tradizione popolare e studiato la maschera di Pulcinella con gli artisti della Vesuvius Angelo Iannelli, Antonia Baiano e Carmine Grimaldi che hanno coinvolto anche il Preside Gaia Antonio. Presenti alla lodevole iniziativa il Sindaco Giacomo
Romano, l’assessore alla Cultura Monica Cito e il Presidente del Consiglio Comunale Felicetta Frattini che hanno voluto ribadire l’orgoglio di tramandare le antiche tradizioni iniziando dalle scuole elementari.
Il programma organizzato e promosso dall’amministrazione comunale è continuato Venerdì 17, animatori in costume hanno fatto divertire i bimbi della scuola dell’infanzia con giochi musica e spettacoli vari. Il Sindaco Giacomo Romano e la sua amministrazione hanno voluto restituire alla città “la cantata dei dodici mesi”, un’antica rappresentazione legata alla cultura contadina e popolare, per regalare a grandi e piccini un momento di gioia e divertimento ma anche per preservare, valorizzare e tramandare alle nuove generazioni, la memoria delle tradizioni, il linguaggio, gli usi e i costumi d’un tempo che ben rappresentano le radici del territorio. Soddisfatto il primo cittadino Giacomo Romano che ha ringraziato per la bravura l’artista bruscianese Angelo Iannelli e gli artisti della Vesuvius, ha poi asserito: “Il Carnevale è una festa molto amata da bambini e ragazzi, l’intento di questa amministrazione è certamente quella di voler donare loro momenti di gioia e spensieratezza nonché istituzionarla.
Brusciano è città delle tradizioni, terra della cultura, dell’accoglienza e dei sani valori del territorio. Intendiamo con questo evento aggiungere l’ennesimo tassello a quel ricco palinsesto culturale che sin dal nostro insediamento, ci stiamo impegnando ad offrire alla comunità” Non c’è futuro senza tradizioni”.
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