Domenica 5 Febbraio 2023

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VERSO LA PRIMAVERA DEL 2023

no a breve un palazzo di sei piani in via Principe di Piemonte ed un altro in via Michelangelo. Il CEMENTO E’ IL PETROLIO che alimenta da anni palazzinari, politicanti e finzionari della Città di Casoria.

Prevale ancora da noi, largamente, la logica assistenziale della tradizione amministrativa che va dagli anni 50 fino ai giorni nostri. Perché non riusciamo a modificare questo stato di cose?

Chi non vorrebbe avere una Pubblica Amministrazione efficace ed efficiente, ad alto livello di produttività, fondata sulla fiducia, sulla responsabilità personale, sull’apprendimento continuato, sul merito, sui rapporti di solidarietà?

Eppure se nessuno si mette in testa di praticare questo tipo di amministrazione continueremo a vivere nel modo che ben conosciamo.

Casoria è un paese bizzarro; riesce bene in tanti settori, ma sempre incapace di curare il suo cancro amministrativo.

Concentra la sua attenzione sulla politica, mentre non riesce ad appassionarsi al buon funzionamento del Comune. Architetta Dichiarazioni di Inizio Attività, permessi a costruire, lottizzazioni, PIP, PEEP, piani di recupero, somme urgenze, ma finora non è riuscita ad apprendere i funzionamenti amministrativi corretti. La sua mania verticale con i suoi palazzi di oltre sei piani è considerata (non me ne voglia Urbact) tra i peggiori esempi urbanistici in Italia. Eppure costruiscono ancora. Sorgeran-

Perché, accanto alle libertà individuali, politiche e sociali, Casoria non gode della libertà amministrativa? Il popolo sussidiato ringrazia ormai da anni i “benefattori” che frequentano le stanze dei Municipi di Casoria.

Il risultato di questi paragoni, verifiche ed esperienze che hanno come refrain la penuria delle libertà amministrative è la messa a fuoco progressiva di un handicap – quello amministrativo – che risulta ormai insopportabile al cittadino, da un punto di vista economico, sociale

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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE INIZIA FEBBRAIO E CASORIA ASPETTA LA SOLUZIONE DEI SUOI PROBLEMI

e civile.

Una constatazione disarmante di un fenomeno grave, che, se non verrà affrontato nella dovuta maniera, metterà, senza dubbio, a repentaglio il futuro di Casoria.

Ma è un ragionamento che, al contrario, indica la strada di una possibile rigenerazione che approfondendo la tematica della crescita senza sosta del rendimento della pubblica amministrazione, si ispiri alle esperienze personali dei tanti dipendenti della pubblica amministrazione che amano il proprio lavoro e la propria città e fondi la sua ragione di essere, sul modo più genuino di amministrare, vale a dire sulla straordinaria realtà territoriale, frutto di una esperienza storica pluricentenaria. Liberata dal peso e dai condizionamenti di un Comune assistenziale ed incoraggiata nelle sue tendenze economico – sociali più positive, essa può rimettere effettivamente Casoria in carreggiata. Morale della storia: si parla di un cambiamento normale, a portata di mano, che deve prendere piede attraverso esempi parlanti di buona amministrazione, iniziando da “qualche parte” con il concorso di diverse istanze pub-

bliche, intrecciando volontà differenti verso un unico fine. Se, come segno di riscossione civile e di assunzione di responsabilità, ciò potesse verificarsi in situazioni particolarmente disagiate, che hanno sofferto indubbiamente della situazione amministrativa che si è venuta a creare, la cosa assumerebbe un significato di particolare valore.

“Gli attori negativi”, oggi, sono tranquilli. Invece, restano gli interrogativi inquietanti e sembra inafferrabili. Occorre spaziare per molti fronti, osservando, sempre, la nostra realtà dal punto di vista dell’amministrazione (e non da quello politico – sociale) ed utilizzando un procedimento interattivo di analisi.

Bisogna socchiudere varchi inattesi su radici lontane, interrogare Francesco Polizio, deus ex machina della intera Città di Casoria dagli anni 70 ad inizio del 90 e Tommaso Casillo, dominatore assoluto della scena politica casoriana dagli inizi degli anni 90 a tutt’oggi, quali testimoni privilegiati, ricostruire sequenze storiche poco conosciute sulla nascita del nostro sistema amministrativo, attingere a disavventure personali.

Naturalmente, NON CREDO CHE LO

FARANNO!!! MAI!!!!

Potrebbero avere modo di organizzare tavole rotonde, congressi, convegni, dibattiti e conferenze stampa. Uno, Polizio, ancora molto attivo sul piano politico nonché simpatizzante del Terzo Polo (Azione ed Italia Viva), l’altro, Casillo, presidente di SO.RE.SA. (Società Regionale Sanità) ed uomo di punta di Campania Libera (il movimento politico così caro al Presidente della Giunta Regionale della Campania). Oggi, Casoria è molto peggiorata, sia rispetto alla sua storia o a quando divenne punto di riferimento di un periodo industriale. Oggi è una Città che sta perdendo la sua identità sociale, storica e religiosa, diventando, invece, il paese dei centri commerciali, con un traffico caotico e che non riesce a fornire i più elementari servizi. Una Città non amata, abitata da cittadini anonimi ed annoiati e da un popolo sussidiato che ringrazia e da migliaia di immigrati che hanno devastato un territorio, non pianificato né controllato, con costruzioni abusive “poi condonate”. Casoria è uno dei più brutti scempi urbanistici al Mondo.

Buona notte, Casoria, e Buona Fortuna.

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Crescere insieme, perfezionandosi SICUREZZA EDILIZIA AMBIENTE VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it

CERCASI MEDICI, SOPRATTUTTO RIANIMATORI E CHIRURGHI

Alla tavola rotonda in memoria del dott. Nunzio Guerra, svoltasi il 19 gennaio scorso presso la villa Egle, in via Indipendenza a Casoria, erano presenti, oltre alle testate locali “Casoriadue” e “Prospettive”, anche due emittenti web tv, Campania Felix e Nano tv. L’inviato di Campania Felix ha intervistato, nell’occasione, i relatori invitati dall’ideatore e coordinatore del Convegno, Dr. Nando Troise. Il primo, Francesco Rengo, professore emerito di Medicina interna presso l’Università Federico II di Napoli, con specializzazione in Geriatria, rispondendo al giornalista che ha evidenziato l’ urgenza di disporre nelle strutture sanitarie di geriatri per l’elevato numero di anziani, ha posto in rilievo che le competenze professionali degli specialisti predetti sono necessarie non solo in ambito ospedaliero, ma anche in ambito territoriale e domiciliare. Oggi, ha proseguito l’illustre Professore, sono richiesti interventi di tipo riabilitativo: “molte patologie degli anziani sono croniche, quindi, oltre all’aspetto diagnostico, diventa necessario intervenire sull’aspetto anatomo – funzionale a un livello migliore possibile. Pertanto, la riabilitazione ha un ruolo fondamentale in geriatria. E’ il motivo per cui chi ha realizzato la Fondazione Salvatore Maugeri, la cui sede centrale è a Pavia, ricorse a me quando ebbe la possibilità di insediare in Campania uno dei suoi Centri, che sono 14 in tutta Italia”. Al dott. Tommaso Celardo, specialista ambulatoriale in Cardiologia, del Distretto 43 ASL NA2 Nord a Casoria, è stato rivolta una domanda sui motivi

Il cardiologo Filippo Rossi: “Con 1000 – 1500 assistiti, come praticare la medicina del territorio?”

Il prof. D’Ascia: “Va rivisto il numero chiuso”. Toccante la testimonianza del prof. Melazzini: “Mi rimane il sorriso di Nunzio. Mi colpì l’amorevole vicinanza della sua famiglia, a partire dalla carissima moglie”

del Convegno: “Onorare la memoria di un nostro grande amico, ma soprattutto la nostra guida. Ci siamo sentiti in dovere di ricordarne, dopo 20 anni dalla scomparsa, la sua figura di cardiologo, ma soprattutto di Direttore Sanitario della fondazione Maugeri,” che egli ha svolto con grande professionalità ed encomiabile senso del dovere. Non a caso, ha specificato il dott. Celardo, è stato posto, come argomento della serata, anche il PNRR (Piano Nazionale, Ripresa e Resilienza), di cui, uno degli obiettivi, é l’investimento di risorse finanziarie per la tutela della salute a livello territoriale, per la quale Nunzio Guerra tanto si è prodigato. Egli, da Direttore Sanitario e da qualificato medico, “ci ha insegnato tutto sulla programmazione e sull’as-

sistenza dei pazienti cronici e il PNRR mira proprio a migliorare il sistema sanitario”. “I fondi” ha spiegato, rispondendo a un’altra domanda “sono sicuramente molto importanti per promuovere nuove forme di assistenza, come le case e gli ospedali di comunità; si prevede un’assistenza sul territorio di oltre il 20% di ultrasessantenni; si prevedono, inoltre, acquisti di nuove strumentazioni, macchinari; ancora urge una maggiore formazione di medici e operatori sanitari, in grave carenza, superando “l’imbuto” fra medici laureati e gli specialisti: molti i primi, pochi i secondi”. Terzo intervistato, il dott. Michele Rossi, Direttore sanitario dell’Istituto di Telese Terme, della Fondazione Maugeri. “Tale Fondazione” sottolinea “è

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ANTONIO BOTTA
I VIDEO E LE FOTO SUL CONVEGNO IN MEMORIA DEL DOTT. NUNZIO GUERRA

presente in varie Regioni italiane; in Campania la sede è, appunto, a Telese Terme: la Maugeri essenzialmente pratica la terapia riabilitativa,presente prevalentemente al Nord.

La sede campana originariamente è sorta a Campoli di Monte Taburno, paese in provincia di Benevento. Attualmente, già da molti anni, ha una nuova sede, come predetto, a Telese Terme. Qui, oltre a praticare la terapia riabilitativa, ci si occupa anche della ricerca scientifica. Siamo punto di riferimento per la riabilitazione, non solo per pazienti residenti in Campania, ma anche del resto d’Italia”. “Con il Covid” aggiunge rispondendo a una domanda “abbiamo avuto problemi come tutte le strutture sanitarie, ma ora, nel pieno rispetto delle procedure di contenimento del contagio, rispondiamo senza problemi, con accuratezza, alle esigenze dei pazienti bisognosi di trattamenti riabilitativi”. Quarto intervistato, il prof. Cristoforo D’Ascia, cardiologo, nato a Casoria, “fiero di questa Città e di tutti i miei allievi”. Alla domanda sul numero limitato di medici e sulla strategia per contenere la fuga di laureati all’estero, dove sono assicurate retribuzioni migliori, il Professore ha risposto che la carenza “riguarda soprattutto alcune categorie di medici specialisti, che sono ad altissimo rischio di estinzione: rianimatori e chirurghi che ne sono sempre di meno”, ponendo anche in rilievo che il trattamento economico non è adeguato all’impegnativo lavoro che svolgono, a differenza dei Paesi anglosassoni, degli USA e di altri Stati europei. Anche nei reparti di pronto Soccorso e di emergenza ci sono pochissimi operatori sanitari. Rimedi?

Il numero chiuso va rivisto, inoltre oc-

corrono aumenti retributivi adeguati alle prestazioni richieste; vanno ridotte le tasse universitarie, in Italia piuttosto elevate rispetto ad altri Paesi. Serve anche favorire uno sprone agli studenti che frequentano gli ultimi anni delle scuole secondarie di secondo grado, sollecitandoli a scegliere la facoltà di Medicina e favorire, al contempo, i più capaci e meritevoli con il contenimento dei costi universitari e con altre vantaggiose incentivazioni.

Nella rubrica “La foto del giorno”, Troise ha mostrato e commentato la slide nella quale il prof. Rengo ha dato la definizione del termine “geriatria”: “La geriatria, terminologia nata negli USA agli inizi del secolo scorso, ma riconosciuta come specialità medica autonoma nel 1947 nel Regno Unito, ha dimostrato di essere l’unica in grado di dare le migliori risposte assistenziali possibili ai pazienti anziani, fragili, grazie all’integrazione di diverse competenze sanitarie e mediche e della creazione di una propria metodologia di lavoro”.

Altre foto hanno mostrato alcuni momenti del convegno; degna di menzione quella ritraente il prof. Mario Melazzini, ematologo e oncologo, che si è collegato in video conferenza dalla Valtellina – Sondalo, dove, attualmente, riferisce Troise, dirige un ospedale con 9 padiglioni e tre elicotteri; nella Valtellina già sono iniziati i preparativi per accogliere le Olimpiadi invernali del 2026”.

Dopo la visione di alcuni video, realizzati dal Direttore responsabile del periodico “Prospettive” Giovanni Aruta e dal dott. Raffaele Manco, il Conduttore ha letto due messaggi, il primo di Salvatore Sarti e il secondo del sindaco di Telese Terme, dott.Giovanni Caporaso. Il primo ha elogiato con espressioni lusin-

ghiere il Convegno in memoria di Nunzio Guerra, di cui sono state evidenziate le eccelse doti professionali e umane, ponendo in rilievo anche problematiche sociali e sanitarie di grande attualità; il secondo, dopo avere ringraziato per l’invito Troise, ha espresso la sua disponibilità a realizzare la proposta del Direttore di Casoriadue di intitolare una piazza o una strada di Telese a Nunzio Guerra. In un video realizzato dal Direttore di NanoTv, Maurizio Cerbone, è stato ripreso brevemente anche l’intervento del dott. Filippo Rossi, cardiologo, il quale, dopo aver rimarcato l’efficace pragmatismo di Nunzio Guerra, ha lamentato la carenza e il carico di lavoro dei medici di base: “Con 1500 assistiti, come praticare la medicina del territorio?

Senza la soluzione di tale problema, tutti i progetti previsti nel PNRR, rischiano di essere vanificati. Degno di menzione l’intervento in video conferenza dalla Valtellina, Sondalo, del prof. Mario Melazzini, ematologo e oncologo, noto per la sua partecipazione a varie trasmissioni televisive.

Dopo essersi scusato con la famiglia di Nunzio Guerra, per non avere potuto partecipare in presenza al Convegno, egli ne ha tessuto gli elogi sia per le sue alte competenze mediche, scientifiche e manageriali, sia per il rapporto di grande umanità instauratosi tra loro a Pavia. “Mi rimane, incancellabile dalla mente e dal cuore, il suo sorriso; con grande tenacia e determinazione otteneva, da Direttore Sanitario dell’Istituto di Telese, i risultati che si prefiggeva Traeva forza e serenità interiore dalla vicinanza della sua famiglia, a partire dalla carissima moglie. Unico neo del Convegno, segnalato da Troise: l’assenza di amministratori pubblici.

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ANTONIO BOTTA

QUELLE “PIETRE D’INCIAMPO”

IN MEMORIA DELLE VITTIME DEL NAZISMO

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Questa frase dello scrittore Primo Levi, autore di “Se questo è un uomo”, uno dei libri più famosi sull’inferno dei Lager, esprime efficacemente il senso del “momento di riflessione” sulla SHOAH, che i docenti e gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell ’I. C. “I P. Ludovico da Casoria” hanno presentato il 27 gennaio scorso, in occasione della “Giornata della Memoria: “una ricorrenza internazionale”, è stato spiegato “istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005, per ricordare la liberazione, da parte dell’Armata Rossa, del campo di concentramento di Auschwitz.”

Non uno spettacolo, dunque, ma una meditazione, quasi una preghiera laica in memoria di una moltitudine di uomini, donne, bambini, anziani, deprivati della loro dignità, ridotti a larve umane, barbaramente sterminati, senza più nome, ma solo un numero impresso col tatuaggio sul braccio sinistro. Nel corridoio centrale della sala teatro, infatti, è stata riprodotta l’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, denominata “Pietre d’inciampo”, nata, ha spiegato la prof. ssa Claudia Salvato, “come reazione ad ogni forma di negazionismo e di oblio per ricordare le vittime del nazismo”.

L’iniziativa, attuata in diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi di pietra ricoperti da una piastra di ottone su cui è in-

Riprodotta l’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig: su blocchi quadrati di pietra posto il nome di 9 deportati ebrei napoletani per ricordarli

“una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome” (Dal Talmud).

Encomiabile l’impegno degli studenti e delle studentesse coinvolti nella realizzazione delle fasi dell’evento.

ciso il nome di ogni cittadino deportato.

“Anche noi” ha proseguito la prof.ssa Salvato “sui piccoli blocchi quadrati di pietra abbiamo posto il nome di 9 deportati ebrei napoletani per ricordarli, facendo nostro un passo del Talmud:

“una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”. Va evidenziato, a riguardo, che per gli Ebrei e anche per i credenti in Cristo il nome e il volto di una persona sono tratti distintivi della persona, anche di fronte a Dio: “Non temere, perché ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” (Isaia, 43,1). Quindi, i nazisti, abolendo il nome e sostituendolo con un numero, diedero inizio a un processo di sistematica e terrificante spersonalizzazione di ogni essere umano recluso nei campi di sterminio: “feccia della società”, “parassiti”, “esseri subumani”, venivano definiti i “giudei”, gli zingari, i disabili.

Di forte intensità emotiva l’atmosfera che si è creata durante l’evento: dalla rappresentazione delle tre scene tratte da film di nota popolarità sulla tragica realtà della Shoah ( “Schindler’s List”, “Jona che visse nella balena”, “La vita è bella” ) alla declamazione di poesie, dalla proiezione di scene di film, video e foto - tra cui quelle scattate durante il viaggio compiuto ad Auschwitz e a Birkenau dalla prof.ssa Strazzullo - ai momenti musicali struggenti, è emerso un limpido messaggio di profonda valenza morale e civile, messo in rilievo nell’intervento finale dalla Dirigente scolastica, prof. ssa Maria Grazia Puzone, la quale ha esortato i ragazzi e le ragazze, che hanno partecipato al momento di riflessione, a non mostrarsi indifferenti di fronte al male, ad esigere pace, giustizia, equità, a puntare il dito contro le intolleranze, le discriminazioni, la prepotenza, i soprusi.

“Noi adulti speriamo in voi” ha affermato, incoraggiandoli a non cedere alle

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INTENSO MOMENTO DI RIFLESSIONE SULLA SHOAH PRESSO L’I.C.I .“P. LUDOVICO DA CASORIA”
Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00

varie forme di violenza e a costruire il loro futuro, il futuro del mondo, instaurando relazioni di genuina amicizia, fondate sul rispetto della dignità di ogni persona, con atteggiamenti inclusivi e accoglienti da assumere, in particolar modo, verso le varie forme di fragilità umana. Encomiabile l’impegno degli studenti e delle studentesse coinvolti nella realizzazione delle fasi dell’evento: molto toccante, soprattutto, l’esibizione del canto “Gam Gam” interpretato magnificamente dall’intonatissimo coro, ben diretto dalla prof.ssa Francesca Strazzullo, abile anche negli assoli col violino. Il testo, che viene tradizionalmente cantato dagli Ebrei durante lo Shabbat, riprende il quarto versetto del testo ebraico del Salmo 23, “Il Signore è il mio pastore”. La canzone è diventata anche un simbolo del genocidio che riguardò più di un milione e mezzo di bambini uccisi dai nazisti. L’insegnante Salvato ha auspicato, alla fine dell’intervento introduttivo, che il momento di riflessione sulla Shoah possa “scuotere le coscienze di tutti noi”. Fare memoria della Shoah, infatti, ci investe di una responsabilità enorme, quella di avere cura della vita, di ogni vita. Ciò lo si può fare anche preparando con accuratezza un momento di riflessione al fine di trarre da un passato orrido e straziante lo sprone a odiare l’odio,

ad amare l’amore, a costruire rapporti solidali, a seminare speranza, a offrire sorrisi, a fasciare ferite, a coltivare l’arte di scoprire in ogni persona il suo lato buono. Congratulazioni vivissime, allora, alla Dirigente Puzone e ai docenti - Nicola Totaro, Elena Senese, Lidia Ciocchetti, Saviano Agostino, Francesca Strazzullo, Claudia Salvato, Sofia Stilo, Paola Izzo, Annunziata Meucci, Paolo Sibilio e tutti i professori/esse e collaboratori scolastici che hanno offerto il loro apporto - per il modo delicato e, nel contempo, intenso di

avere affrontato con i ragazzi una tragedia immane, riuscendo a colmare il loro cuore di aneliti di bene.

Ai ragazzi/e, in particolare, porgo come ulteriore stimolo alla riflessione questa struggente pagina di diario scritta da Hetty Hillesum, giovane olandese ebrea, prima che fosse deportata ad Auschiwitz, dove morì il 30 novembre 1943: “Mio Dio, è un periodo troppo duro per persone fragili come me. So che seguirà un periodo diverso, un periodo di umanesimo. Vorrei tanto poter trasmettere ai tempi futuri tutta l’umanità che conservo in me stessa, malgrado le mie esperienze quotidiane.

L’unico modo che abbiamo di preparare questi tempi nuovi è di prepararli fin d’ora in noi stessi. In qualche modo mi sento leggera, senz’alcuna amarezza e con tanta forza e amore. Vorrei tanto vivere per aiutare a preparare questi tempi nuovi: verranno di certo … Stamattina ho pregato pressappoco così. M’è venuto spontaneo d’inginocchiarmi su quella dura stuoia di cocco nel bagno e le lacrime mi scorrevano il volto”.

Lasciamoci “pro –vocare” tutti, ciascuno facendo la propria parte, nel contribuire a realizzare il sogno di Hetty Hillesum, sviluppando in noi le potenzialità positive per un mondo migliore, più umano e fraterno.

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FARMACI: I VELENI CHE CURANO

(MA BISOGNA SAPERLI SOMMINISTRARE…)

C’era una volta… “Un re”! - diranno subito i miei piccoli lettori... Comincia così la fiaba più bella e famosa della letteratura italiana: Le avventure di Pinocchio, per le quali non smetteremo mai di ringraziare Carlo Pincherle, noto ai più come Carlo Collodi, cognome d’arte che lo scrittore toscano scelse in omaggio alla sua cittadina d’origine. Ma nella storia che raccontiamo oggi, le rocambolesche vicende del burattino di legno schiavo dell’impossibilità di dire bugie senza che gli si allungasse a dismisura il naso puntuto non c’entrano granché, se non per ricordarci, ove mai ce ne fosse bisogno, che nella realtà invece di bugie se ne dicono tante senza che a nessuno cresca il naso o si accorcino le gambe. Soprattutto nell’immenso mare del web, dove qualunque sciocchezza, ammantata di pseudo scientificità rimbalza di like in like, diviene rapidamente virale e si trasforma in verità rivelata mettendo seriamente in pericolo la salute di milioni di navigatori del web malati di ignoranza, sedotti dalle sedicenti proprietà terapeutiche di misteriosi intrugli che nulla hanno da invidiare alle ribollenti pozioni della strega di Biancaneve e che promettono guarigioni miracolose, salvo poi rivelarsi rimedi peggiori dei mali, del tutto inefficaci nella migliore delle ipotesi e gravemente dannosi (quando non letali) nella peggiore. Una cosa sola riescono a dimostrare: quando parliamo di farmaci, l’ignoranza è il peggior effetto collaterale, ma purtroppo non è riportato sui bugiardini. E a proposito di farmaci e di re, c’era una volta un re (stavolta c’era per davvero) che amava l’oro sopra ogni altra. Pare addirittura avesse ricevuto dagli dèi il dono (o la maledizione) di trasformare nel biondo metallo tutto ciò che toccava, Era talmente accecato dal luccichio del più nobile dei materia-

La Tachipirina si prende a stomaco pieno o a stomaco vuoto? Che relazione c’è tra microbioma intestinale e impronte digitali? Dopo il Covid19, è l’antibiotico-resistenza la nuova minaccia pandemica che incombe sull’umanità? Saranno anticorpi monoclonali e farmaci personalizzati a curarci domani? Quello che manca è una cultura del farmaco, come ci spiega Paolo Grieco, professore ordinario di chimica farmaceutica all’Università Federico II di Napoli, ricercatore e divulgatore di fama internazionale.

li che perse il senno e si convinse che i suoi più fidati amici congiurassero per eliminarlo avvelenandolo. Così, oltre che costringere un servitore ad assaggiare ogni pietanza gli venisse presentata prima di portarla a sua volta alla bocca per scongiurare che contenesse sostanze tossiche, ebbe un’idea geniale: assumere ogni giorno una piccola quantità di pharmacon, (non sfugga che in greco farmaco significa letteralmente veleno) e di aumentare leggermente le dosi nel tempo, fino a diventare immune alle sostanze che avrebbero potuto ucciderlo. Mida (questo il suo nome, ma sono certa che lo conoscete già), di giorno in giorno aumentò le dosi di veleno assunto che finì con il procurarsi la morte da solo. Le morali che si possono cogliere dalla sua storia sono tante, ma non abbiamo né il tempo né l’intenzione di farlo. Il protagonista della storia che raccontiamo oggi, infatti, non appartiene alla fiaba né al mito, ma è uno scienziato di fama internazionale, un appassionato ricercatore, un divulgatore instancabile dotato di uno straordinario talento affabulatorio e un orgoglio per la città di San Mauro, dove è nato: il professor Paolo Grieco, docente di chimica farmacologica all’Università Federico II di Napoli. L’elenco dei titoli accademici e professionali, delle pubblicazioni e delle esperienze internazionali, dei riconoscimenti che gli sono stati attributi è talmente lungo da fare invidia al palmares di un campione sportivo di fama mondiale e per riportarne qui solo i momenti più importanti dovremmo occupare tutte le pagine del numero odierno della nostra rivista, per cui, certa di farvi cosa gradita e sperando di non commettere sgarbi e inesattezze nei confronti del nostro illustre protagonista, vi invito a cliccare sul link che vi suggerisco per conoscerlo meglio.

9 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023 IO RACCONTO STORIE magazine

https://www.docenti.unina.it/paolo.grieco

Intanto, poiché molte sono le cose che vogliamo chiedergli, cominciamo con il fuoco di fila delle domande. Professore, quando ha scoperto la passione per la chimica e per la ricerca farmaceutica?

Probabilmente fin da piccolo. Ci sono delle cose che non possono essere spiegate: c’è chi a cinque anni scopre di suonare perfettamente il pianoforte. O di saper dipingere. I grandi talenti nascono così. Come Filippo Lippi che nacque povero, ma scoprì di avere un incredibile talento per la pittura e divenne invece amico dei più grandi pittori del Rinascimento. Ci sono cose che non possono essere spiegate. Poi bisogna essere fortunati nel riuscire a seguire la propria inclinazione. Tutti abbiamo una predilezione per qualcosa. Io sono stato fortunato di essere riuscito a capire qual era la mia strada. L’ho perseguita e sono soddisfatto, contento più che mai. Sta anche ai genitori, alla scuola capire e valorizzare i talenti. È importante trovare qualcuno che ti fa capire che il tuo percorso è quello. La chimica farmaceutica è ancora oggi per me affascinante, perché cambia continuamente, i nuovi traguardi sono sempre davanti. Ci sono nuove molecole da scoprire, c’è la medicina personalizzata, la medicina di genere. Ci sono tanti di quegli aspetti che rendono affascinante la ricerca anche a chi come me ha ormai un’età avanzata e mi spingono ad andare sempre più avanti. Ciò che mi ha sempre attirato è scoprire quello che c’è ancora da scoprire. Ma questo è il sogno di tutti i ricercatori. La sua passione sono i peptidi, gli elementi base che compongono le proteine, se non sbaglio. Che fascino hanno? I peptidi sono più piccoli delle proteine e a loro volta sono costituti da tanti aminoacidi, che sono i mattoni delle proteine. Oggi hanno grande importanza perché si è scoperto che non rappresentano

soltanto dei mediatori procedurali, ma perché i cosiddetti peptidi antimicrobici, che sono stati isolati dalle piante, dagli anfibi, rappresentano dei potenziali farmaci antimicrobici.

Possono quindi rappresentare una speranza contro l’antibiotico-resistenza?

Ormai non disponiamo più di antibiotici in grado di difenderci. Sono molti anni che purtroppo non vengono scoperte più nuove classi di antibiotici e quelli di cui disponiamo sono obsoleti. Quindi, dopo il Covid dobbiamo temere una nuova pandemia non più virale ma batterica? Sicuramente. E sarà più devastante di quella di origine virale. Anche perché i batteri sono strutture cellulari più difficili da combattere. Per curare il Covid si è adottata una terapia fuori luogo somministrando antibiotici in dosi massicce, che non hanno fatto altro che far emergere nuovi ceppi batterici resistenti. A volte utilizziamo le medicine in modo inappropriato i farmaci, perché manca una cultura del farmaco. Per questo molto spesso disponiamo delle armi ma non sappiamo usarle. Ed è per questo he qualche anno fa ho realizzato un sito web che oggi è un blog che gestisco personalmente e che si intitola Interazioni farmaco-cibo.it, che al momento è in ri-

strutturazione.

Interessantissimo! Ci dica di più. È consultabile in più di sessanta lingue e riporta molte informazioni, tra cui quelle che sono le interazioni tra farmaci e cibo…

Ci dica quali sono le più comuni. Allora, le faccio una domanda: il paracetamolo, la comune Tachipirina, come la somministrerebbe? A stomaco pieno o a stomaco vuoto?

Ora che mi ci fa pensare… direi che è indifferente. Anzi, forse a stomaco vuoto… dovrebbe essere più efficace… me lo dica lei.

Anche un medico avrebbe difficoltà a rispondere. Molti la considerano come un FANS, da prendere quindi a stomaco pieno. Questa è una cattiva interpretazione, perché la Tachipirina non è un antinfiammatorio, è solo un antipiretico e un analgesico e prenderla a stomaco pieno se ne assimila più del 40% in meno, il che significa che non si raggiunge la dose necessaria per fare effetto. Altri farmaci invece vanno assunti a stomaco pieno. Sarebbe fondamentale che le persone fossero informate correttamente, perché molti prendono medicine ogni giorno e non sanno come assumerle. È una grande mancanza di cultura. Saperlo potrebbe non solo migliorare gli effetti della terapia, ma anche ridurre quelli collaterali. Facciamo un altro esempio: se, quando un bambino ha la febbre sopra i 38 gradi il medico non dice alla mamma di dargli lo sciroppo di Tachipirina a stomaco vuoto, la febbre non scende… stiamo andando verso l’entropia. Purtroppo queste cose accadono tutti i giorni, abbiamo toccato un argomento di cui potremmo parlare per ore. Come fare corretta informazione, professore? Tra l’altro ci sono a riguardo due atteggiamenti parossistici: ci sono quelli che fanno scorte compulsive di farmaci e i farmaco-fobici che si rifiutano di assumerne perché ne temono gli effetti collaterali.

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Come per ogni cosa, quello che è importante è la conoscenza. La conoscenza è alla base di tutto.

Ce ne dia qualcuno per i lettori di CasoriaDue.

Certo. Io sono molto legato a Casoria, dove tra l’altro vivono mio padre e i miei fratelli. E ho cercato anche dei contatti per organizzare proprio a Casoria degli incontri culturali, che io faccio dovunque in modo gratuito, ma non ho trovato risposta. La mia soddisfazione è divulgare la conoscenza. Sono responsabile della Terza Sezione del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli, quindi il mio scopo è proprio divulgare le conoscenze a cui arriviamo con la nostra ricerca, di cui sono responsabile. Con molti gruppi e associazioni organizzo incontri per fare corretta informazione. Quindi, sono ben disposto ad organizzarne anche nel territorio, nel mio territorio, nella città in cui sono nato. Anzi, suggerisco anche a lei e al suo giornale di fare da ponte, da tramite… Professore lo farò assolutamente e sono certo che anche il nostro direttore appoggerà l’interlocuzione con chi di dovere. Anzi, magari in questo momento ci sta leggendo qualcuno che può immediatamente operare in tal senso. Anche perché la sua disponibilità è quanto mai preziosa e non possiamo perdere l’occasione che ci offre. Tornando a parare di farmaco-fobia dovuta all’ignoranza, va detto che noi immettiamo nell’organismo sostanze molto più pericolose di quanto si immagini attraverso il cibo. L’ignoranza va combattuta in ogni campo. Secondo lei perché oggi che abbiamo conquistato un alto livello di conoscenza anche tecnologica c’è ancora la guerra? E non possiamo parlare di ignoranza come nel medioevo quando i problemi economici impedivano ai più l’accesso all’istruzione. Oggi l’ignoranza è dovuta principalmente al fatto che le persone cercano le risposte solo nel web, attraverso un telefono o un

tablet. Quante persone leggono i libri? I bambini non leggono più le favole, che parlano proprio di fobie, di come vincerle. Sono importantissime le favole. Quello che dice è stato drammatico durante la pandemia, quando molti si sono fatti affascinare dalle teorie complottistiche che rimbalzavano in rete, secondo cui, attraverso i vaccini, le multinazionali del farmaco volevano inoculare nelle persone microchip per controllarle…

Questi dovrebbero andare a consultare Walt Disney! Non ho mai capito dove vadano a prendere certe idee. Parliamo allora dei vaccini che si somministrano in età pediatrica, recentemente accusati addirittura di innescare la sindrome autistica. C’è qualcosa di vero?

Certo, i farmaci in generale possono dare delle reazioni inaspettate, ma molte meno di quante non possa darne un alimento. Ci sono più patologie innescate dal cibo che dai farmaci. Anche qui è un problema di mancanza di conoscenza. Indubbiamente ci possono essere reazioni avverse anche nella somministrazione dei vaccini, perché nulla è privo di effetti collaterali. C’è un aspetto determinante: il nostro sistema immunitario. Nessuno di noi sa oggi dove inizia e finisce il proprio sistema immunitario. Ognuno di noi risponde ad un’azione esterna in modo diverso perché abbiamo ciascuno un sistema immunitario differente. Fino a cinque anni fa pensavano che a differenziare le persone l’una dall’altra erano le impronte digitali.

Oggi ‘è un sistema ancora più efficace: il nostro microbioma, che si trova nell’intestino ed è la sede di gran parte del nostro sistema immunitario. Ogni sostanza che introduciamo nell’organismo può portare a delle conseguenze proprio in base al microbioma, quindi bisogna fare una scelta, tra rischiare di contrarre una malattia o avere una risposta avversa soggettiva, che ha molte

minori probabilità di verificarsi. Inoltre, alcuni fattori di rischio non dipendono dai farmaci, ma da chi non li sa usare o somministrare.

Non esiste nessun farmaco a rischio zero, come non esiste alcun alimento o altra sostanza che introduciamo nell’organismo a rischio zero. Le statistiche, comunque, danno ragione ai vaccini, piuttosto bisognerebbe accendere una luce sui troppi farmaci venduti in farmacia senza ricetta, o addirittura comprati sul web, senza nessun controllo e nessuna garanzia. Questa sì che è una pratica molto pericolosa che mette a rischio seriamente la salute dei pazienti, eppure, per ignoranza, molti continuano a seguirla.

Come si fa a contrastare il contrabbando di farmaci sul web?

Non è facile, perché, nonostante ci siano gli organi di controllo e contrasto, è talmente elevata la diffusione dei canali a livello mondiale attraverso cui ci si può approvvigionare di sostanze via web che diventa impossibile. L’unica difesa è fare informazione.

La gente va istruita, non basta dirle “non comprare” ma bisogna farle capire cosa c’è dietro e quali sono i rischi. Bisognerebbe fare cultura, diffondere conoscenza. È l’unica difesa.

A che punto è la ricerca sui farmaci personalizzati? In futuro ci sarà una pillola diversa per ognuno di noi?

La medicina genetica oggi è giunta ad un punto molto prossimo alla realizzazione di farmaci personalizzati. Ognuno di noi ha un genoma in base al quale risponde al farmaco. Il problema maggiore al momento sono i costi della terapia genia, ancora molto elevati. Con le nuove tecnologie, tuttavia, sarà possibile ridurli e rendere le cure accessibili a tutti. Il ricorso agli anticorpi monoclonali, ad esempio, ha permesso di vincere alcune forme tumorali. Bisogna continuare nella ricerca, per abbassare i costi e curare tutti. Non esiste una sanità di serie A e

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una di serie B: o le cure sono per tutti o per nessuno.

A proposito di sanità di serie A e di serie B: la preoccupa la ventilata autonomia differenziata per il futuro della sanità e della ricerca meridionali?

È un problema politico. Proprio ieri il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che è stato anche nostro rettore, ha insistito sulla necessità di non creare disparità né di prestazioni né di stipendi, perché verrebbe leso il tessuto sociale. Abbiamo eventualmente mezzi per difenderci, secondo lei?

Sicuramente! Già oggi c’è un controllo maggiore rispetto a dieci anni fa, quando, per colpa di persone ignobili, purtroppo devo usare questo termine, si è fatto uno sperpero di capitale anche umano, che adesso va recuperato e notevoli tagli.

La mancanza di personale sanitario, non solo di medici, si deve agli errori del passato e anche al numero chiuso non aiuta. Oggi la qualità dei politici è migliore, rispetto ad alcuni del passato di cui ci si vergognava già quando aprivano la bocca, perché non sapevano nem-

meno parlare italiano. Politica e scienza sono poli opposti, ma talvolta qualche accademico si butta in politica perché si è stancato di assistere impotente al brutto spettacolo di chi fa politica solo per il proprio piacere e i propri interessi. Anche se è un rischio per un accademico entrare in politica… …Perché potrebbe intaccare la sua credibilità di scienziato, la sua immagine professionale… a tal proposito, quanto sono ancora forti le baronie accademiche?

Ci sono ancora gruppi di potere, ma non certo come in passato.

Il potere è in tutte le strutture, ma oggi anche un direttore di dipartimento o un rettore hanno molti contatti internazionali e quindi non possono più comportarsi come i baroni del passato che gestivano un feudo. L’internalizzazione ha cambiato tutto. Bisogna saper comunicare, conoscere lingue, e devi essere capace di fare. È quello il potere, sapere e saper fare.

Ancora una domanda: il PNRR aiuterà la ricerca universitaria napoletana che è di grande eccellenza?

Io non credo che nello specifico servirà a molto. Ma la ricerca nelle nostre università è di alto livello e continueremo a fare in modo che sia così. tra l’altro il nostro dipartimento per prima in Italia ha introdotto nella didattica il metaverso, la realtà aumentata, grazie alla quale si può incrementare lo scambio e la diffusione dele conoscenze, possono migliorare l’azione sia a livello didattico che a livello scientifico.

Le nuove tecnologie possono far capire a chiunque, anche a un normale cittadino, come funziona un farmaco, come assumerlo, eccetera e aiutano anche gli studenti a comprendere la chimica ad esempio, entrando nelle molecole. L’importante è sempre fare cultura. Il nostro dipartimento di farmacia è anche l’unico in Italia a ricevere per due volte consecutive l’eccellenza e questo testimonia il tipo di lavoro che facciamo, cioè ci gratifica per il contributo scientifico che diamo a livello nazionale. Per noi è una grande soddisfazione.

Invertiremo così anche la direzione di fuga dei cervelli?

Speriamo proprio di sì.

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Sfogliamo in diretta sul canale web NanoTV il settimanale in edizione digitale CasoriaDue. La Copertina dal titolo “Veleni tossici” è emblematica e chiara: Casoria è una delle città con la maggiore percentuale di aree dismesse con circa 500.000 mq di spazio inutilizzato. Si trattava di aziende chimiche e non metalmeccaniche, dunque aziende che hanno generato per tanti anni una notevole quantità di tossicità nella nostra città. L’immagine della copertina è l’ingresso della Rhodiatoce, così si chiamava prima di diventare Montefibre che era su viale Europa, la strada che dalla piazza centrale di Casoria porta alla stazione ferroviaria. L’area costeggia via Boccaccio, via Petrarca, ed è una delle più estese in Campania, forse in Italia. Era uno stabilimento in cui entravano migliaia di persone, negli anni ’60, ’70, fino a che poi non fu chiusa per trasferirsi ad Acerra e da allora non si è mai capito, né saputo, quale potesse essere il suo destino e il suo futuro. Meno che mai c‘è stata un’amministrazione comunale che si sia chiesta o abbia domandato alla proprietà ICESNEI che cosa ne volessero fare di tanto spazio. Per un periodo di tempo, si parlò della possibile trasformazione nella città del libro, dell’informazione e della comunicazione. In tale occasione ci fu anche un sopralluogo di molti editori napoletani

che vennero a visionare questo stabilimento per creare un polo letterario che aveva potenzialità straordinarie. Fu benedetto finanche un plastico da Antonio Bassolino, l’allora Presidente della Regione Campania, e presentato a Galassia Gutenberg. Dopodiché lo zero assoluto. Casoria dorme e restano queste aree abbandonate, con i loro capannoni che custodiscono i loro segreti di morte. Come ben sappiamo, è stato approvato anche il PUC, il piano urbanistico comunale, in cui si parla di aree dismesse;

ma il Dir. Troise ha fatto un presagio : anche con il PUC approvato, resterà tutto così, perché nessuno mai si decide ad affrontare le proprietà di queste aree dismesse.

A questo punto, il Direttore, in diretta web, comincia a sfogliare il settimanale con il suo editoriale che parla della cappa giudiziaria ed il monopolio politico ed amministrativo. Il sottotitolo è “Veleni tossici, disastri ambientali, dissesto amministrativo, economico e finanziario”. Quanti problemi per Casoria!

Antonio Botta ci porta alla

festa del Santo Patrono San Mauro Abate, con l’intervista a Don Mauro Zurro, preposito curato della Basilica minore dedicata a San Mauro. “Fare della festa un’occasione di grazia spirituale” - si augura e augura Botta. Sempre Antonio Botta, con un altro articolo, entra a San Mauro e ci racconta della Santa Messa presieduta da Don Mimmo Battaglia, l’Arcivescovo della città d Napoli: “Dio si fida di te. Incomincia da oggi ad amare” - Un augurio straordinario che Botta fa a tutti i lettori e web spettatori. E ancora un articolo di Antonio con cui ha commentato una Copertina del Dir. Troise con l’ingresso della Rhodiatoce in viale Europa, e commenta il numero del settimanale dell’8 gennaio: “Tutto ciò che non si legge sugli altri giornali”.

Proseguiamo con Maria Cristina Orga che racconta l’intervista fatta da Troise al Presidente della commissione urbanistica del comune di Casoria l’Arch. Alessandro Puzone riguardo il PUC. Del PUC si è cominciato a parlare da circa 26/27 anni fa, costato migliaia e migliaia di lire prima, ed euro poi, approvato il 27 dicembre 2022, partorito dal settore tecnico in collaborazione con la facoltà di Architettura di Napoli, con il voto favorevole di tutto il Consiglio Comunale tranne da quattro consiglieri comunali, una volta di maggioranza, poi passati all’opposi-

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zione. E ora dobbiamo vedere nella concretezza in che misura quanto scritto sulle aree dismesse nel PUC si trasformerà in realtà.

Chiara D’Aponte entra nei problemi spiccioli della città di Casoria, quello che hanno combinato e stanno combinando in via Petrarca la strada che da via Padula porta alla stazione ferroviaria. Il titolo è: “Casoria riparte dai cantieri stradali (con qualche disagio)”. Un simpatico articolo scritto da Angelo Vozzella “Un chilo di idee, due metafore e una spruzzata di ottimismo” su un altro parco destinato a via Boccaccio. In sostanza, ricette e commenti sui parchi urbani della nostra città. Di fianco, l’articolo dell’Avvocato Mario Setola, civilista ed esperto di diritto di famiglia che parla di successioni e lasciti testamentari. Maria Lupica, invece, ci porta allo Shen Yun, uno spettacolo cinese in tournée in Italia dal 30 marzo al 30 aprile. Andando avanti, Elena Torre

intervista uno straordinario cantautore e chitarrista, Paolo Cecchin. Dopodiché arriva un’informazione a livello divulgativo per offrire un servizio sempre utile a lettori e web spettatori: l’Università Federico II, dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche comunica l’apertura delle iscrizioni per il prossimo anno accademico. Per chi fosse interessato può approfondire l’argomento con la lettura di questo articolo. Teresa D’Angelo, invece, ci parla della morte di Gina Lollobrigida, una delle attrici italiane più amate, e di fianco c’è un articolo di Daniela Lombardi, nostra collaboratrice da Prato che ci racconta questo straordinario documentario su Dante e la Divina Commedia, protagonisti sul grande schermo, dal 23 al 25 gennaio.

Veronica Caprio, invece, ci porta a San Remo: “Dalla Puglia Barbara Maio operatrice di benessere del festival dei sogni”.

Uno strepitoso articolo di Ro-

berto Conte, addetto stampa della straordinaria Università di Napoli Suor Orsola Benincasa al Corso Vittorio Emanuele, ci parla delle antiche lettere alla Principessa Pignatelli che diventano moderni podcast: con un progetto innovativo di digitalizzazione dedicato ad Adelaide Del Balzo Pignatelli, il Suor Orsola inaugura il portale all’Archivio Storico.

Diana Kuhne, addetta stampa del Palazzo Reale di Napoli, ci racconta dell’incredibile successo di presenze del 2022, anno record con oltre 340.000 ingressi.

Maria Consiglia Izzo, con “Un amore di famiglia”, ci parla di un polo educativo ecologico e bilingue per i più piccoli, 1000 metri quadrati ubicato in vico Campane a Donnalbina. In basso troviamo la presentazione del libro di Luca Lupoli “Mario Persico e la sua produzione operistica”, presentazione che si è tenuta a fine gennaio a Roma accanto al conservatorio di

Santa Cecilia. Infine, la fotogallery dell’evento tenutosi a Villa Egle in ricordo del Dott. Nunzio Guerra, con immagini scattate da Giovanni Aruta:un focus di grande successo sulla missione 6 del PNRR, con una lectio magistralis del Prof. Rengo sulla geriatria ed il collegamento con il Dr. Melazzini, oncologo, ematologo, uno degli ultimi medici che ha seguito Guerra nella sua malattia. Oggi Direttore del P.O. di Sondalo, con ben 9 padiglioni in Valtellina Alto Lario. Chiudiamo con la pagina 31 dove c’è una locandina dello IULM Accademy School del Prof. Eduardo Piccirilli che per tutto il mese di febbraio e marzo tiene un corso di gestore della crisi d’impresa. E, infine, un interessante articolo sui tumori cerebrali dell’Associazione Premio Carla Russo di Pimonte: nasce un osservatorio delle neuroscienze della Regione Campania, una luce di speranza per chi, purtroppo, viene colpito da questa malattia.

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PASTICCIO MOIARIELLO: LE ULTIME NOVITÀ

Anche questa settimana il nostro settimanale torna sull’incresciosa vicenda di via Morisani e della collina di Capodimonte perché, purtroppo, ci sono novità. Tristi e disdicevoli novità. Ci eravamo lasciati con i lavori di messa in sicurezza iniziati nei primi giorni di gennaio. Effettivamente è stata eretta una impalcatura, un buco nel muretto è stato riempito ma, ed è proprio notizia degli ultimi giorni, è tutto bloccato. E tutto si è bloccato perché i fondi stanziati sono pochissimi, appena 30 mila euro, e quindi la ditta vincitrice di appalto non ha intenzione di procedere. E’ necessario dunque che il Comune di Napoli si adoperi per trovare altri fondi da destinare a questa opera di messa in sicurezza. Non sappiamo se ciò avverrà o se l’impalcatura posizionata davanti alle rampe Morisani diventerà l’ennesimo monumento all’inefficienza e all’abbandono ma sicuramente continueremo a monitorare la situazione. Perché, e questo lo scriviamo non per vantarci o incensarci ma per senso di giustizia e per il rispetto che dobbiamo a noi stessi e al nostro lavoro, noi di Casoria Due e Nano Tv questa vicenda la seguiamo da quando non importava proprio a nessuno se non a parte dei residenti della collina. E’ da settimane che denunciamo la situazione, che segnaliamo le criticità del territorio e che parliamo con residenti e consiglieri di municipalità. Il nostro Direttore Nando Troise si è prodigato in prima persona girando le notizie a chiunque potesse aiutare queste persone. Abbiamo fatto tutto questo per senso civico prima ancora che per dovere giornalistico, lo abbiamo fatto per aiutare la cittadinanza e lo abbiamo fatto principalmente perché sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa di grave. Non avevamo torto. Lo scorso 10 gennaio, infatti, un’ambulanza, chiamata a soccorrere un uomo colto da malore residente

proprio nella zona ai piedi della collina di Capodimonte, si è trovata impossibilitata ad arrivare a casa del paziente per via di un muro costruito per chiudere la strada, un muro eretto per isolare la zona “temporaneamente” (sappiamo tutti che tale avverbio nella nostra regione ha un’accezione particolare e che invece di indicare una cosa che ha un inizio ed una fine ben precisi indica piuttosto un qualcosa di fisso e di immutabile). Il finale tragico e scontato della storia è che quando finalmente i sanitari sono riusciti a raggiungere il paziente questi, un uomo di 67 anni con varie patologie pregresse, era già morto. Ironia della sorte, giusto poche ore più tardi mani ignote hanno smantellato il muro portandosi via fino all’ultimo mattone. Della notizia si è anche parlato in una recente puntata de “La Copertina” programma ideato e condotto dal nostro Direttore Nando Troise. Da quando, dieci giorni più tardi, la notizia del decesso è iniziata a circolare, magicamente, a tutti è iniziata ad interessare la vicenda del Moiariello. Tutti vogliono metterci la faccia, fare promesse, impegnarsi. E questo è bellissimo, siamo tutti contenti che finalmente questa storia ab-

bia avuto il risalto che merita. Quello che ci è poco piaciuto è il comportamento di alcune persone. C’è stato chi, dopo la tragedia del sessantasettenne, ha deciso di prendere in mano la situazione facendo uscire agenzie di stampa e sollevando la questione a livello nazionale. Peccato però che quella stessa persona era stata da noi interpellata verso la fine di dicembre 2022 e ci aveva risposto di non essere un “supereroe” e di non poter fare nulla per aiutare gli abitanti del Moiariello. Ci sono stati altri che hanno dimostrato una solerzia incredibile nel chiamare la redazione di Fanpage per dare la notizia del decesso e per dimostrare vivo interesse per la situazione che quando sono stati interpellati da noi, sempre a fine 2022, hanno candidamente dichiarato di non sapere neanche dove fosse il Moiariello. Lasciamo a voi, cari lettori, il compito di giudicare l’operato e l’atteggiamento di chi dovrebbe lavorare quotidianamente per il benessere dei cittadini. Noi invece terminiamo questo piccolo resoconto con una domanda retorica: davvero doveva scapparci il morto per rendere il Moiariello giornalisticamente e politicamente appetibile?

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A marzo sarà passato un anno esatto dal reportage fotografico di Casoriadue sulle condizioni della villa comunale di via Pio XII; un anno da quando lo scempio delle sculture vandalizzate e derubate e dell’abbandono degli spazi comunali ha fatto il tam-tam su vari giornali e telegiornali ed è poi continuato fino ad oggi, con continui aggiornamenti, nuove foto, nuove denunce dai media locali… “ma la cosa orribile è che nulla è cambiato!” –come dalla rubrica “La foto del giorno” su NanoTV ci fa sapere il direttore Nando Troise.

L’accordo tra artisti e politica, quando sindaco era Giosuè De Rosa, di realizzare ‘il parco delle sculture’ non ha avuto un seguito, anzi… le varie sculture di artisti internazionali e le varie installazioni sono state abbandonate, depredate, distrutte; e da cornice il generale abbandono della villa.

La denuncia di Troise risuona in diretta: “Ci sono tanti parchi e tante ville a Casoria e tutte sono in condizioni pessime, molte anche peggio di quella in via Pio XII”, di cui è oggetto la puntata “La foto del giorno” del 26 gennaio.

Queste foto, oltre a campeggiare alle spalle del direttore durante la trasmissione, sono state inviate a varie personalità competenti del mondo amministrativo e politico locale. L’assessore e vice- sindaco Paola Ambrosio, l’assessore Tommasina D’Onofrio, il comandante della Polizia Municipale e dirigente del settore ambiente, l’architetto Salvatore Napolitano, dirigente dei lavori pubblici. Grandi artisti di arte contemporanea, provenienti dalla Cina, dalla Spagna, dalla Bulgaria, dal Giappone, lasciarono le loro sculture in legno, in ferro, in marmo presso la villa e ora queste non ci sono più, forse sono state vendute come ferro vecchio o

ci sono ma sembrano pietre o tralicci abbandonati senza alcuna didascalia o protezione. Ebbene, grazie alla trasmissione e all’irreprensibilità di Nando Troise, ci sono arrivate alcune risposte a riguardo. “Per quanto ne so, i lavori pubblici hanno partecipato ad un bando per metterne di nuove, ma forse non sono ben informata” – è quella dell’assessore Ambrosio, che ha continuato – “Magari tu ne sai più di me, ma per quanto riguarda la

villa di via Pio XII c’è un finanziamento in atto per la totale rigenerazione. Il settore ambiente si occupa del verde e non di tutto, il Sindaco può forse dare più informazioni”. Informazioni che, però, non sono arrivate dopo aver chiesto all’avv. Raffaele Bene, primo cittadino. Qualcosa ha detto, invece, l’assessore all’assetto del territorio Tommasina D’Onofrio, sempre disponibile a dare pareri o informazioni anche quando non si tratta di sua diretta competenza: “Per la villa di Pio XII, stiamo mettendo a bando la progettazione; la manutenzione è invece quella che manca e si evince dalle foto, ma è competenza del settore ambiente… Sui lavori pubblici, puoi dire che è in corso di aggiudicazione l’acquisto delle giostrine, mentre per la riqualificazione urbana ci sono 10 milioni in tutto tra completamento ex- tribunale, villa comunale e lo stabile dell’ex macello attualmente chiuso”.

Insomma, sembra che qualcosa potrebbe sbloccarsi a data da definirsi, con fondi e progetti… ma questo sembrava già succedere con il bando per l’affidamento delle ville comunali, annunciato come una svolta ma poi andato semi-deserto o, comunque, del quale si sa ancora e stranamente molto poco.

I tecnici del Comune, sebbene interpellati, su tutto questo sembra non possano esprimersi e, dunque, il direttore Troise ha invitato il vice- sindaco e dirigenti a intervenire in trasmissione per fare un po’ di chiarezza sulle varie situazioni e sulle diverse competenze. Intanto, però, continua il rimbalzo di responsabilità tra un settore e l’altro, tra un ente e l’altro, da un assessorato all’altro… ma – come conclude “La foto del giorno” Nando Troise – “Mentre i medici studiano, il malato continua a morire”.

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“LA FOTO DEL GIORNO”: UN ANNO DOPO NULLA È CAMBIATO
ANGELO VOZZELLA
Il rimbalzo di responsabilità politica sembra l’unica opera d’arte rimasta al “parco delle sculture”, la villa comunale di via Pio XII che ora giace in “condizioni orribili”

LA VITTORIA CONTRO LA ROMA È IL PREMIO PER LA MENTALITÀ DEL NAPOLI

figlio di papà e bomber di provincia, come se fare per esempio 17 gol nel Verona di Juric senza calciare i rigori fosse roba da poco, non sufficiente per fare il salto in una big. Ha aspettato, dimostrato e la vita l’ha premiato regalandogli il posto migliore: Napoli per un argentino, lo stadio con il nome di Maradona che è stato compagno di squadra del papà (il Cholo ha indossato anche la 10 dell’Argentina nella Coppa America del 1993) e l’annata magica con quel sogno atteso 33 anni che può diventare realtà.

Mourinho l’ha definita la buona stella. Nel calcio esiste, è indubbio negarlo. Per tradurla in esempi, l’anticipo di Kim su Meret magari nella scorsa stagione avrebbe generato un’autorete, stavolta è finita a lato con un sospiro di sollievo. Ridurre quanto sta facendo il Napoli soltanto alla legge del “palo dentro palo fuori” sarebbe ingiusto. La vittoria contro la migliore Roma stagionale (nel secondo tempo forse anche dell’era Mourinho) è un premio per una mentalità, un’idea di calcio che in Italia non ha eguali, di stampo europea come dimostra il percorso entusiasmante nel girone di Champions League.

L’Arsenal capolista in Premier League è un’altra cartina da tornasole del calcio che gira nella direzione di coloro che propongono, innovano, alzano il livello di quanto viene proposto nel calcio. Il Napoli deve rimanere fedele alla sua identità, non pensare al vantaggio in classifica, affrontare ogni partita per vincerla. Nessuno ha cultura della vittoria in casa azzurra, la forza è la spensieratezza, la leggerezza che

deve rimanere intatta considerando il sogno ancora un premio da prendersi. Quando ha provato a gestire la partita, è scivolato in Coppa Italia contro la Cremonese subendo il gol del pareggio e perdendo poi ai rigori.

Il Cholito Simeone è il volto-copertina di questa mentalità che raccontò in una frase nell’intervista post-partita allo Zini di Cremona: “Non è la quantità ma la qualità del tempo a disposizione che fa la differenza”.

Otto goal, uno ogni 65 minuti, a segno in tutte le competizioni e in campionato le reti sono pesanti, hanno determinato sei punti tra Milano, Cremona e la sfida contro la Roma. Il Cholito è l’uomo che tira fuori il Napoli dalla sofferenza perché non solo ha le qualità da centravanti, il senso della porta ma per la sua attitudine mentale a godersi al massimo l’opportunità che la vita gli mette davanti. È un patrimonio di famiglia ma lui ha saputo valorizzarlo con l’attesa che qualcuno notasse le sue capacità, le quattro stagioni in doppia cifra su sei campionati di serie A prima di venire a Napoli. Aveva due etichette:

La differenza con le altre è anche nella profondità della rosa e nella capacità di Spalletti di valorizzarla perché Simeone è il volto-copertina di una squadra che è tutta sul pezzo. Basta notare l’impatto sulla partita, l’adrenalina anche degli altri subentranti di ieri: Elmas, Olivera e Raspadori su tutti. I cinque cambi hanno aggiunto anche freschezza, forza, hanno spinto il Napoli a non accontentarsi, a provarci anche per tenere lontano dalla propria porta un avversario che ha qualità in vari interpreti. È un salto in avanti pazzesco rispetto anche alla squadra della scorsa stagione a cui è mancato lo slancio negli scontri diretti in casa contro Inter e Milan. Il Napoli ha segnato 16 gol dalla panchina, 11 soltanto in campionato, in cui le reti dei subentranti hanno prodotto dieci punti, incidendo direttamente sulle vittorie contro Milan, Cremonese, Bologna, Empoli e Roma.

“Devono avere ben chiara l’occasione che hanno, se loro mettono a fuoco quest’occasione non c’è nulla che può mettere loro pressione”, queste parole di Spalletti rivelano lo sguardo giusto sui prossimi mesi.

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CIRO TROISE www.casoriadue.it

RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA

CHI PAGA LE SPESE CONDOMINIALI GIA’ DELIBERATE, IL VENDITORE O L’ACQUIRENTE?

Egregio avvocato, mi chiamo Raffaele e scrivo da Frattamaggiore, un anno fa ho acquistato un appartamento sito in un condominio. Recentemente mi sono visto recapitare da parte dell’amministratore una richiesta di pagamento per spese straordinarie relative alla conservazione delle parti comuni già deliberate due anni fa. Ho immediatamente girato tale richiesta al precedente proprietario, ritenendo che ciò fosse di sua competenza, considerato che io sono proprietario dell’appartamento solo dall’anno scorso. Il mio venditore, però, non vuol sentire ragioni asserendo che non è lui a doversi fare carico della spesa dal momento che la richiesta di pagamento fatta dall’amministratore è stata formulata quando sono diventato io il proprietario dell’appartamento. Chi ha ragione?

Gentile Raffaele, le spese per la conservazione delle parti comuni, spesso vengono ripartite dopo la loro esecuzione e comunque molto tempo dopo la delibera assembleare con cui sono state autorizzate. Nel frattempo, quindi, può accadere che un condomino venda il proprio appartamento e che successivamente si determini un contrasto con l’acquirente in ordine al pagamento delle spese afferenti i beni comuni, con conseguente pregiudizio economico ai danni del condominio. Premesso questo, è opportuno rammentare che secondo l’art. 1123 c.c. tutti i condomini, proporzionalmente al valore della proprietà di ciascuno, sono tenuti al pagamento delle “spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell’edificio, per la prestazione dei servizi nell’interesse comune e per le innovazioni deliberate dalla maggioranza”. Ma – ci si chiede – qualora vi sia difformità fra la data in cui i lavori di ripristino sulle parti comuni si siano resi necessari (e quindi deliberati) e la data in cui viene formalmente richiesto il pagamento pro quota al singolo condomino (nel frattempo mutato per intervenuta com-

pravendita), quale di queste due deve essere considerata per poter individuare con certezza legale il vero debitore? Sul punto specifico la Suprema Corte con sentenza n° 6323/03 del 18.04.2003 ha definitivamente chiarito il problema. Questa, infatti, dovendo rispondere al quesito posto, così testualmente si esprime: “In tema di spese necessarie per la conservazione e il godimento delle parti comuni, che costituiscono l’oggetto di un’obbligazione “propter rem”, in quanto conseguenza della contitolarità del diritto reale su beni e servizi comuni, l’obbligazione di ciascun condomino di contribuire alle spese per la conservazione dei beni comuni nasce nel momento in cui è necessario eseguire le relative opere, mentre la delibera dell’assemblea di approvazione della spesa, che ha la funzione di autorizzarla, rende liquido il debito di cui in sede di ripartizione viene determinata la quota a carico di ciascun condomino, sicché, in caso di compravendita di un’unità immobiliare sita in edificio soggetto al regime del condominio, è tenuto alla spesa colui che è condomino al momento in cui si rende necessario effettuare la spesa”.

Cardito (Na)

Corso Cesare Battisti n. 145

Cell. 3382011387

Email: avvocato.mariosetola@libero.it

Sulla base, pertanto, di questa chiara ed inequivocabile pronuncia della Suprema Corte, peraltro riconfermata con sentenza n° 12013/04 del 01.07.2004, va da sé, caro Raffaele, che può lecitamente pretendere che sia il precedente proprietario dell’appartamento ad onerarsi del pagamento richiesto, in quanto questi ricopriva lo stato di condomino proprietario nel momento in cui i lavori conteggiati si sono palesati necessari, anno in cui vi fu la delibera assembleare che autorizzava i lavori e la relativa spesa. Venendo al pratico quindi: la invito a rifiutare formalmente il pagamento richiesto dal suo amministratore ribadendo di non essere legittimato allo stesso, frutto di palese erronea valutazione. Ne consegue che qualora l’amministratore non intenda recedere dalla sua richiesta di pagamento, né vi sia adesione spontanea al pagamento da parte del precedente proprietario dell’appartamento, non rimarrà altra soluzione se non attendere “l’inevitabile” decreto ingiuntivo che verosimilmente l’amministratore andrà a richiedere al Tribunale ed opporvisi.

19 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia

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Federico Barsanti ci racconta i suoi segreti

“Con ‘sto me patron se magna poco e quel poco el me fa suspirar…” dice Arlecchino, la Maschera più famosa tra le maschere, cercando di sbrogliare i fili nei quali rimane impigliato spesso.

“Il Teatro mi insegna la grande differenza tra scherzo e gioco: il primo può tramutarsi anche in qualcosa di altamente pericoloso, il secondo no. -Racconta l’attore Federico Barsanti- Le regole della vita sono poche e se sappiamo rispettarle… si gioca con noi stessi e gli altri, senza far danno!”

Nei giorni del Carnevale ognuno di noi può prendersi gioco di chi vuole, in fondo il Carnevale nasce proprio dai Saturnali della Roma antica e ancor prima dalle feste dionisiache della Grecia classica dove era lecito lasciarsi andare, liberarsi da impegni, obblighi e dedicarsi a prendere in giro perfino l’autorità.

Ci mascheriamo tutti, entriamo nei panni di qualcun altro e possiamo muoverci in libertà. Calando la maschera sul viso ci diamo il permesso di interagire con noi stessi e i nostri simili generando una catarsi interiore: in quel momento ci congiungiamo con qualcosa che ci permette di osservare e vedere il mondo completamente rinnovati. Prendere in mano il proprio mondo donandolo, rinnovato, agli altri.

Ed è proprio questo il lavoro che Federico Barsanti attore, insegnante di teatro, propone nei suoi corsi di Teatro e di Strategia Poetica.

“Attraverso la maschera – racconta Barsanti - si ha la possibilità di entrare in un paesaggio interiore molto potente che ha la bellezza cristallina di restituire alla persona quella magis di cui oggi abbiamo tanto bisogno e che può aiutare a superare barriere interne erette dal nostro Ego. Ecco che il mondo può ritrovarsi, migliorandosi finanche, prendersi per mano e smetterla con guerre e nefandezze simili. Il mio Arlecchino – continua – ha un po’ tutto questo dentro, è un essere bestiale e paradisiaco al contempo, contempla la bellezza senza crogiolarvisi, gioca e si muove con il mondo”.

Quest’anno, per la seconda volta, in occasione del 150° Carnevale di Viareggio Federico farà parte del carro di LebigreRoger insieme ad un fiume di meravigliosi clowns, figli poetici di Arlecchino. “Mezzozorno de la città l’è sonà ch’è

mez’ora e mezzozorno de le mì budela l’è sonà che son dò ore!” Non solo di bisogni primari è fatto l’essere umano, ma di virtute e canoscenza.

Federico Barsanti Attore-regista e autore dei libri: “Noi sventratori d’organi”, “Ricette per la felicità, Signora Porzia”, il romanzo breve “Per non dirlo a nessuno” e il nuovo libro fresco di stampa “Strategia Poetica”, manuale pratico per una Disciplina Artistica Interiore.

Corsi di Teatro con Federico a Viareggio, Massarosa, Forte dei Marmi, Pietrasanta e in giro per l’Italia.

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Pagina FB e Instagram Federico Barsanti www.piccoloteatrosperimentale.com

21 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
È TEMPO DI CARNEVALE! È TEMPO DI MASCHERE! ELENA
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TORRE

RASSEGNA ITINERANTE DI TEATRO DI NARRAZIONE 4 FEBBRAIO -14 APRILE 2023

Carrara, Livorno, Querceta, Castelnuovo d’Elsa, Molina di Quosa. Cinque attori toscani 5 spettacoli, cinque città per la prima edizione di “Narratori Erranti” rassegna itinerante di teatro di narrazione che da Sabato 4 Febbraio a Venerdì 14 Aprile in diciassette appuntamenti racconteranno storie vere della propria terra.

L’ idea nasce dall’incontro di Elisabetta Salvatori, Fabrizio Brandi, Marco Azzurrini, Anna Meacci, Luca Barsottelli cinque attori toscani di quel teatro che viene definito “di narrazione”, autori dei propri spettacoli, che raccontano storie legate alla propria terra. “Il teatro dopo la pandemia ha fatto emergere nuove esigenze in relazione al pubblico e al nostro lavoro - raccontano gli organizzatori - così come un chiaro e forte desiderio di recuperare il valore dell’aggregazione e del contatto umano”.

La rassegna ha l’intento di rafforzare la tradizione del racconto orale come patrimonio e recupero dell’identità, della memoria individuale e collettiva, coinvolgendo anche narratori provenienti da altre regioni: Mila Boeri da Milano, e Ariele Vincenti da Roma. Simbolo di questo linguaggio teatrale e della rassegna, la sedia, oggetto che caratterizza da secoli le antiche veglie che si tenevano spontanee nei luoghi, dette appunto in Toscana, “a seggiola”. I narratori con la loro sedia sono erranti, con l’urgenza di far viaggiare storie e memorie, da un territorio all’altro. Narratori Erranti viaggerà in Circoli, Associazioni Culturali e in altre piccole realtà già ricche di storie proprie, un circuito di spazi sul territorio toscano, regione pilota di questo progetto. Questa prima edizione metterà in relazione cinque province della

DANIELA LOMBARDI

Toscana (Firenze, Lucca, Pisa, Livorno e Carrara) in cinque territori diversi (Querceta, Castelnuovo d’Elsa, Molina di Quosa, Carrara, Livorno,).

Gli spettacoli: La Bella di Nulla e Vita di Antonio Ligabue di Elisabetta Salvatori; Una Questione di Geometrie e Blocco 3 di Fabrizio Brandi; La Tovaglia di Trilussa di Ariele Vincenti ; Meacci racconta Meucci di Anna Meacci; Filippo Vostro di Luca Barsottelli; Pisa ’68 di Marco Azzurrini; Alta Velocità di Mila Boeri. In collaborazione con: La Fioreria delle Storie -Querceta, Lucca; Spazio Alberica-Carrara; Circolo Arci Colline – Livorno; Corte degli Accorti -Castelnuovo d’ Elsa, Firenze; Molina Mon AmourMolina di Quosa, Pisa.

PILLOLE DI PSICOLOGIA DI ELISA CAPONETTI: MALESSERE GIOVANI

E’ ormai allarme sofferenza. Un disagio non solo generazionale ma ancor più evidente tra i giovani. La frustrazione caratterizza sempre più il nostro tempo. Contemporaneamente si assiste ad una profonda fragilità dell’Io accompagnata frequentemente da un disimpegno e disorientamento degli adulti.

Esistenze caratterizzate spesso da assenza di entusiasmo e slanci emozionali, in cui appare una totale contrapposizione tra la vita reale e quella virtuale rappresentata immaginariamente sui social.

Quest’ultima, sempre felice, dove vengono riprodotte situazioni artefatte e perfette, immagini di sé completamente artificiali e alterate. Vite talmente manipolate e contrapposte da far emergere una totale scissione.

Ed è così che vengono postate foto solo filtrate, in cui occorre necessariamente e in modo ossessivo mostrare di essersi conformati ad un modello di bellezza ispirato dai tanti influencer, dove ciò che

conta è soltanto la rappresentazione visiva, tutto il resto non necessita di essere mostrato. Tutto è di apparente perfezione,

un corpo da mostrare senza alcuna presenza di un minimo difetto o caratteristiche proprie. Tutto è omologazione, tutto è bisogno estremo di andare a compensare una carenza in realtà ben più profonda ed un grande senso di inadeguatezza. Ed è così che di contro vediamo emergere una chiusura nei confronti della vita in totale contrasto con quello che invece dovrebbe avvenire proprio durante la fase adolescenziale, con il propagarsi di agiti autolesionistici e sintomi sempre più diffusi: senso di solitudine, ansia, attacchi di panico, isolamento, fobie sociali, depressione, difficoltà relazionale, ma anche disturbi alimentari e uso di alcool, sostanze stupefacenti e psicofarmaci.

Giovani irrisolti, spaventati e smarriti, intrappolati dal senso di inadeguatezza percepito, dove spesso gli adulti faticano ad essere presenti e a fornire modelli rassicuranti e stabili. La pandemia ha dato una forte accelerazione ad un disagio però già in essere.

22 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
TORRE
ELENA

IL BULLISMO DELLO SCRITTORE CRISTIAN CEVOLI ELENA TORRE

Casa Sanremo Writers è il salotto culturale di Casa Sanremo diventato da qualche anno una ve- o trina importante per autori e case editrici emergenti. Durante la settimana del festival presentazioni di libri, readings ed incontri con autori intratterranno il pubblico in sala e a casa.

Ospite di Casa Sanremo Wiriters lunedì 6 febbraio Cristian Cevoli che presenterà il suo libro Fidarsi di ogni emozione romanzo autobiografico sul bullismo e racconterà in un’intervista quello che è stato definito dagli organizzatori un percorso letterario brillante che lo ha portato a diventare editore di sé stesso scegliendo di pubblicare il libro attraverso la piattaforma di Amazon Kindle all’attenzione del pubblico nazionale.

“Per me è un’emozione unica poter parlare su un palcoscenico internazionale così grande -dichiara Cevoli- poter portare il mio libro a Casa Sanremo Writers farlo conoscere a tante persone è qualcosa di inimmaginabile. Mi auguro soprattutto che il libro possa essere d’aiuto a chi ne ha bisogno”. Cristian Cevoli infatti in breve tempo ha ottenuto molti consensi. La prima presentazione a marzo del 2022 presso il Bar Circoloco, assieme al giornalista Alessandro Fiocca (ex di Sky Tg 24) e il cantautore e fisarmonicista Pierpaolo Mingolla, in veste di relatore e reader, ne seguono altre sempre molto partecipate e nel luglio un grande evento: la partita del cuore il cui ricavato sia dei biglietti che dei libri venduti in quell’occasione sono stati devoluti in beneficienza. Un evento che ha avuto una grandissima rilevanza unendo i due territori di Rimini e Riccione e che ha coinvolto importanti media partner come Icaro TV, associazioni e numerosi sponsor. Un traguardo importante per un autore emergente. Successivamente l’autore ha partecipato a diversi piccoli eventi territoriali, grazie al supporto delle attività commerciali che hanno deciso di fargli da sponsor. A novembre, a distanza di un anno dall’uscita del libro, Cri-

stian ha ottenuto il patrocinio letterario da parte del comune di Riccione, riconoscimento dato proprio dalla neo sindaca, Daniela Angelini e in questa occasione ha presentato la sua Opera presso il Palazzo del Turismo di Riccione.

Firmacopie di Fidarsi di ogni emozione lunedì 6 febbraio presso la Libreria Ubik di Sanremo in via Roma, 91 a partire dalle 12,00.

IL LIBRO: Soffrendo, un uomo ha modo di scoprire quanto è profondo il su animo: è questo ciò che accade a Cristian Cevoli. Un ragazzo comune, dalla vita piuttosto semplice, che si divide tra il lavoro, l’affetto che prova per il suo gruppo di amici, e la sua donna, Melania.

D’un tratto, mentre è seduto sul divano, un evento in particolare segna quella serata del 2009.

L’esistenza di Cristian si sconvolge per sempre: in poche ore il passato, con tutto il suo peso, torna a fargli visita.

La solitudine vissuta a causa dei compagni di classe; gli atti di bullismo; l’abbandono della ex fidanzata; i problemi con sé stesso appaiono ora in maniera crudele; ma nonostante il malessere, Cristian non si lascia abbattere. Anzi è proprio quell’accaduto a donargli la possibilità di riflettere. Dà ascolto alla sofferenza. Comprende che solo passando attraverso ci si ritrova integri.

L’amore di coloro che sono accanto sarà la prima gioia per la quale Cristian si sentirà grato nella sua vita.

L’AUTORE

Cristian Cevoli nasce il 10 ottobre 1981 a Rimini. Vive a Riccione con sua moglie e sua figlia. Da anni si dedica alle sue passioni: il calcio, il volontariato e il profondo interesse per tutto ciò che è inerente il mondo del cinema e della letteratura. Durante il periodo del lockdown ha dedicato tanto tempo alla stesura del suo racconto biografico, scegliendo di pubblicarlo solo l’anno successivo invogliato da sua figlia.

23 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
24 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023 ReSound Enya 2 Grazie al contributo ASL, il prezzo degli apparecchi acustici non è più un problema - Anna, 68 anni CASORIA (NA) Via G. D’anna, 18/B Tel. 081.757.31.81 info@acusticacampana.it www.acusticacampana.it Vieni a provarlo gratuitamente! Ti aspettiamo nel nostro centro acustico a: Se fossi impossibilitato/a a recarti nel nostro centro, chiama per prenotare una visita a domicilio. Seguici su Via G. D’Anna, 18/B

L’EPOPEA ASSIRO-BABILONESE - DA GILGAMESH ALLA TORRE DI BABELE DI LUIGI ANGELINO

Verso le origini misteriose e lontane della civiltà umana. Un libro di Stamperia del Valentino . Nel saggio introduttivo del volume

L’epopea assiro-babilonese - Da Gilgamesh alla Torre di Babele di Luigi Angelino (I Polifemi, Stamperia del Valentino), Edoardo Tinto ci parla della storia assiro-babilonese, ma anche della loro stupefacente religione, spiega infatti che essa “si basava in massima parte sulla loro famosa dottrina. I sacerdoti assiri - che erano propriamente detti Caldei - rappresentavano nello stesso tempo i loro savi, detentori del sapere. Questi, come narra Diodoro Siculo, affermavano di antivedere il futuro”. E non solo, interpretavano i sogni, spiegavano i fenomeni della natura e “presagivano il bene e il male agli uomini e alle nazioni”.

Le scoperte archeologiche nell’area mesopotamica hanno contribuito a farci comprendere lo sviluppo culturale di questa civiltà. Prima del diciannovesimo secolo le conoscenze di cui disponevamo si basavano su fonti greche ed ebraiche non proprio attendibili.

L’epopea di Gilgamesh, che è da considerarsi il testo più importante della tradizione assiro-babilonese giunto fino a noi, fu scoperta a metà Ottocento e narra le imprese del mitico re di Uruk, descrivendo fatti mitizzati, risalenti alla fine del terzo millennio a.C., ma secondo alcuni interpreti anche più antichi.

Profonda è l’influenza che questo testo ha avuto sugli scritti biblici, soprattutto sui primi cinque libri della tradizione masoretica. Il legame della cultura assiro-babilonese con quanto narrato nella Bibbia è ancora più evidente

nel racconto della torre di Babele, divenuta il simbolo della superbia umana a cui corrisponde la punizione divina della confusione degli idiomi.

L’epopea di Gilgamesh e la torre di Babele ci portano verso un’epoca lontana e misteriosa, alle origini della civiltà umana, di cui ancora sappiamo troppo poco.

Epopea di Gilgamesh è il titolo attribuito dagli studiosi moderni a un ciclo epico di ambientazione sumerica, che risale in maniera presuntiva a circa 4.500 anni fa, in quanto la data di elaborazione più probabile è individuata tra il 2600 e il 2500 a.C.”, spiega Angelino. La redazione del poema avvenne in caratteri cuneiformi su tavolette d’argilla di diverse versioni, e sono giunte fino ai nostri giorni seguendo varie vie e provenienze. Composto secoli prima dell’Iliade e dell’Odissea,

“costituisce il più antico e significativo esempio di elevazione spirituale della civiltà umana” in grado di influenzare non solo le varie culture successive, ma la stessa Bibbia.

L’autore

Luigi Angelino nasce a Napoli, dove si laurea in Giurisprudenza. Nel 2017 pubblica il romanzo “Le tenebre dell’anima”, nel 2018 la sua versione inglese “The darkness of the soul” e la raccolta di saggi “I miti: luci e ombre”. Nel 2019, il thriller filosofico-teologico, “La redenzione di Satana I-Apocatastasi”. Nel 2020, “L’arazzo dell’apocalisse di Angers” e “Pandemia - Il mondo sta cambiando”, nonché il racconto dedicato a sua madre, “Anna”.

Nel 2021 ha prodotto “Nel braccio di Orione”, un viaggio onirico attraverso il sistema solare, “La redenzione di Satana II - Apostasia”, “La ricerca del divino”. Nello stesso anno è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica italiana. Del 2022 è il volume “Sulla fine dei tempi” per Stamperia del Valentino.

La casa editrice

Editore dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico.

La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.

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25 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
ANITA CURCI
26 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023

GRAZIA GUARINO

GIUSEPPE GAMBI PRESENTA IL SUO NUOVO SINGOLO A DOMENICA IN

Il giovane tenore italiano fa parte della scuderia di Adriano Aragozzini. Domenica 29 gennaio il tenore napoletano Giuseppe Gambi è stato ospite, con il suo produttore Adriano Aragozzini di Mara Venier, nel corso del programma “Domenica in” in onda su Rai 1. La puntata del seguitissimo programma domenicale è stata incentrata sul Festival di Sanremo; in particolare, durante il blocco in cui sono intervenuti Giuseppe Gambi e Adriano Aragozzini, che è stato il patron del Festival della musica italiana da 1989 al 1992 (ovvero le edizioni dei grandi ospiti, dell’introduzione dell’orchestra e dell’abolizione del playback), sono stati commentati i vecchi Festival, quelli più chiacchierati e glamour. Al culmine di tale lungo momento Mara ha domandato ad Adriano in cosa è attualmente impegnato e lui ha confessato di essere fiero di aver individuato un “ragazzo che è un fenomeno”, ovvero Gambi, di cui ha prodotto il singolo “Adesso esisti” scritto “su misura” per lui da Maurizio Fabrizio (il quinto autore più presente al Festival di Sanremo con 34 canzoni, giusto per rimanere in tema). Il repertorio del tenore napoletano spazia dai grandi classici napoletani

CARMEN VICINANZA

e italiani, a brani di carattere internazionale. La canzone “Adesso esisti”, disponibile su tutte le piattaforme streaming (da Spotify a Youtube), attraverso una modalità di canto “lirico” moderno, valorizza l’elegante timbro e l’incredibile estensione vocale del tenore napoletano, qualità apprezzate anche da Mara Venier e dagli altri ospiti presenti in studio. Giuseppe Gambi si è diplomato al Conservatorio di Avellino e ha completato gli studi con una seconda laurea in canto

lirico. Ha vinto il primo premio come tenore al “Concorso Nazionale Campi Flegrei” e al “Concorso Internazionale Ritorna Vincitore”. Ha vinto il “Premio Eur Mediterraneo” a Roma e il “Premio Città di Partenope” a Napoli.

In Italia è protagonista di spettacoli e concerti nei teatri più importanti e nelle località più famose come Capri, Ischia, Venezia, Taormina, Sanremo e la Costa Smeralda. E’ stato inoltre protagonista di concerti e spettacoli svoltisi in Bulgaria, Slovacchia, Olanda, Polonia, Francia, Principato di Monaco, Russia, USA, Inghilterra, Egitto, Argentina.

Ha inciso 6 cd: “I love life”, “Italia Patria mia”, “Passione Napoletana”, “Love will win”, “Tribute to Caruso”, “Merry Christmas”. È stato anche il protagonista di “Madama Butterfly” nella parte di Pinkerton. La Fondazione Luciano Pavarotti lo ha convocato per ricordare lo straordinario tenore scomparso: Gambi si è esibito davanti a oltre 50.000 persone, ottenendo un successo incredibile. Durante il lockdown è stato uno degli artisti più seguiti del web grazie al video-messaggio di speranza, registrato sul balcone della sua casa, con la celebre romanza “Nessun dorma”.

FORMAZIONE LINGUISTICA E INTEGRAZIONE SOCIO LAVORATIVA PER DONNE MIGRANTI

Con l’emersione di nuovi bisogni legati a un’esponenziale vulnerabilità sociale e frammentazione territoriale dei servizi, Dedalus Cooperativa Sociale offre due attività che mirano a promuovere scambi culturali con donne di origine straniera. Un percorso di formazione linguistica che prepara per l’esame di certificazione delle competenze di livello A2 del QCER in collaborazione con CPIA Napoli Città 1 e che, oltre all’apprendimento della lingua promuove la conoscenza delle opportunità e accesso ai servizi socio sanitari presenti sul territorio. Uno sportello finalizzato all’integrazione socio lavorativa delle donne migranti in cui si forniscono strumenti e tecniche per la ricerca del lavoro, la costruzione del curriculum vitae e informazioni sulle opportunità formative. Attraverso colloqui di orientamento potranno emergere, per recuperare e valorizzare, competenze possedute e tramandate dalla comunità di origine in maniera informale. Queste attività fanno parte del progetto SCIC Sistema Cittadi-

no per l’Integrazione di Comunità finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che vede il Comune di Napoli come ente capofila. L’obiettivo generale del progetto è migliorare il livello di efficienza del sistema dei servizi socio-assistenziali del Comune di Napoli rivolto a cittadini e cittadine di paesi terzi, con particolare attenzione ai nuclei familiari con minori in disagio abitativo, sperimentando modelli innovativi di inclusione scolastica e socio-lavorativa, accoglienza e accesso ai servizi.

La formazione linguistica si svolge nei giorni martedì e giovedì dalle ore 9 alle 13.

Lo sportello è attivo ogni giovedì dalle ore 10.00 alle 13.00 presso Officine Gomitoli – Piazza Enrico de Nicola 46 Per informazioni e appuntamenti contattare il lunedì e il mercoledì Lilia Josu - tel. 081 293390 int. 314 www.coopdedalus.it

27 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
“ADESSO ESISTI”:

A SANREMO TORNA STEFANO SERRA CON IL SUO DREAM MASSAGE® PER I VIP DEL FESTIVAL DEI SOGNI

toressa Germana Guarino. Riducella è il solo e originale trattamento tedesco realizzato con ingredienti completamente naturali che grazie alla disintossicazione riattiva il principio dell’elastina, rinforza il tessuto connettivo, rendendo possibile un dimagrimento rimodellando la forma del corpo. Quest’anno la Somnia Aura Spa sarà una spa a 360° con ampio spazio dedicato alla cura alla bellezza con 3 icone italiane del mondo beauty molto amate da tanti vip: i make up artist Nicola Acella e Antonio Riccardo e l’hair stylist Roberto Aquaroli.

Al via tra 2 giorni il Festival di Sanremo e con esso anche il maestro Stefano Serra e l’evento collaterale Festival dei Sogni targato Dream Massage®. Iniziato il ufficialmente il conto alla rovescia per l’inizio dell’evento canoro italiano più atteso dell’anno, iniziando a scaldarsi i motori anche per la squadra Dream Massage® pronta ad accogliere nella spa di Sanremo gli artisti, gli addetti ai lavori e i Vip del Festival di Sanremo.

Infatti durante la settimana sanremese, il Grand hotel Des Anglais e il Dream Massage®, che per 8 anni è stato il massaggio ufficiale dell’ospitalità del Festival, si sono uniti in una sinergia magica che ha dato vita alla prima luxury spa sanremese e di tutta la costa Azzurra: la Somnia Aura spa.

La SPA fortemente voluta dal general manager della struttura il dott. Madonia, prende il nome di Somnia Aurea, ispirandosi proprio al sogno e quindi al Dream Massage®, (somnia in latino sogno ndr). Luogo incantevole e incantato, rifugio di emozioni e sensazioni per tanti artisti, giornalisti e addetti ai lavori in particolare negli ultimi anni di

pandemia.

Quest’anno la madrina dell’area sarà la bellissima ex miss Italia Nadia Bengala, simbolo di bellezza e benessere.

Presente al festival dei Sogni anche la meravigliosa Antonella Salvucci, attrice, conduttrice e showgirl, in veste testimonial di bellezza dell’area Dream Massage.

Con il maestro Serra, 20 eccellenze del mondo del benessere. Selezionati tra migliaia di candidati al master “Massaggiatore professionista dello spettacolo e dei grandi eventi”.

Paolo Manna e Simona Puttolu (i tutor) e Susanna Petruzzella, Francesco Filomeno, Rosetta Severo, Sonia Campaniello, Fabio Cecchi, Oleksandra Hryhorenko, Nazzareno Bartolaccini, Giulia Toccoli, Katiuscia Faverio, Barbara Maio, Maria Cortese, Claudia Sassone, Pina Accetta, Sara Palazzo, Martina Quiriconi, Alessia Orsini e Luigia Spina.

A completare la squadra Dream, le specialiste della bellezze: la Maestra Claudia Musaj (ideatrice del massaggio rimodellante “Metodo dimagrante Musaj”) e l’azienda leader nel settore estetico e dimagrimento Riducella della Dot-

Grande novità la partnership con l’azienda irpina Magma, specializzata nella produzione di abbigliamento tecnico sportivo e sponsor tecnico dell’Avellino Calcio, e che fa della personalizzazione il suo fiore all’occhiello e azienda di riferimento per le squadre sportive del territorio irpino.

Altra gradita new entry per quanto riguarda l’abbigliamento da lavoro con l’eleganza delle divise di Divise Chic e Buttercups, una fusione tra Italia e Irlanda coordinata magistralmente da Alessandro Tonelli.

Non poteva mancare al Festival dei Sogni la Musica grazie alla presenza della Joseba Acadey con i Maestri Gianni Testa ed Enzo Campagnoli.

Ma quest’anno la grande eccellenza è rappresentata da chi da 25 anni aiuta a creare i migliori spa manager in Italia con grande professionalità Lifexcellence del Dott. Andrea Bovero.

Sempre presente il Dott. Marco Gabbriellini, amministratore di Aquaspecial azienda leader mondiale nella costruzione di centri benessere.

Appuntamento per la grande inaugurazione della spa lunedì ore 17.30 presso la Somnia Aura Spa nel Hotel Des Anglais di Sanremo.

28 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
VERONICA CAPRIO

TITA SAVARESE: LA ROCKETTARA DAL CUORE DI PANNA

Grande successo per la napoletana Tita Savarese durante il programma di Carlo Conti, Tali e quali (spin-off di Tale e quale show) in onda dal 7 gennaio al 4 febbraio 2023 su Rai 1 in prima serata.

Tita Savarese ha 34 anni e canta e recita sin da bambina. La musica è una sua fedele compagna da sempre, grazie alla grande passione trasmessale dai suoi genitori. Vulcanica e tenace ha da sempre lottato per i suoi sogni. Infatti, oggi Tita fa la cantante. Lo fa da sempre, da quando ha memoria. E’ una rockettara ma dal cuore di panna, così per lo show di prima serata di Rai 1 della scorsa settimana ha deciso di imitare Cristina D’Avena in un medley composta da Mila e Shiro – Due cuori nella pallavolo, Kiss Me Licia e Occhi di gatto. Tita quando è stata contattata per partecipare al programma

era molto indecisa se imitare Cristina D’Avena o Janis Joplin. Alla fine ha optato per la prima, dando prova della sua indiscussa capacità vocale e al contempo avendo a sorpresa la possibilità di poter duettare con il suo riferimento artistico, la mitica e intramontabile Cristina D’Avena. Un momento magico e inaspetatto che in diretta tv ha visto Tita emozionarsi e stupirsi, inquanto totalmente

REGGI & SPIZZICHINO

all’oscuro di questa sorpresa televisiva. Un regalo che il programma di Carlo Conti ha voluto fare alla giovane cantante, che di certo non scorderà mai. Tita è da sempre una grande seguace del percorso artistico e professionale di Cristina D’Avena e da 10 anni porta in tour per tutte le piazze del Sud Italia la serata Cartoni, uno spettacolo/concerto rivolto alle famiglie con le colonne sonore

dei cartoni dei mitici anni 90 cantati da Cristina D’Avena, ancora molto amate e richieste da grandi e piccini. Tita Savarese ha però alle spalle una lunga gavetta tra concerti, club e teatri, con il sacro fuoco del rock e l’amore per Etta James, Janis Joplin, Mia Martini, Loredana Bertè, che hanno segnato il suo modo di interpretare i brani.

Tita ha all’attivo la pubblicazione di 2 inediti disponibili su spotify. Nel 2019 ha pubblicato “Insane” e a seguire “Come closer (dance for me)” con la produzione artistica di Fanizzi in collaborazione con la Melarido recording del cantautore Luca Sepe. Questi due lati della sua personalità artistica si scontrano e incontrano costantemente in un susseguirsi di emozioni, parole e musica, che Tita spera presto di poter far ascoltare al grande pubblico.

CARTOONS ON THE BAY, A PESCARA DAL 31 MAGGIO AL 4 GIUGNO 2023

Iscrizione al concorso fino

31 marzo, 27a edizione

“Cartoons On The Bay – International Festival of Animation, Transmedia and MetaArts” torna a Pescara dopo il successo dello scorso anno.

Dal 31 maggio al 4 giugno

2023 la città abruzzese accoglierà la 27a edizione dell’evento promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com.

Tema dell’anno sarà “Reale, Irreale, Virtuale. Mondi immaginati e mondi immaginari. Tra utopia, opportunità e alienazione. La sospensione dell’incredulità tecnologica”.

Il Festival diretto da Roberto Genovesi assegnerà a giugno tre nuovi Pulcinella Award che guardano al futuro e alla capacità di innovazione del settore: Premio Transmedia

(al brand in grado di portare gli spettatori su diverse piattaforme grazie alle sue capacità narrative), Premio Meta (al brand in grado di immergere lo spettatore in un ambiente digitale affascinante, stimolante e sicuro). Cartoons è anche il primo festival al mondo a introdurre il riconoscimento al prodotto creativo che meglio di altri ha saputo raccon-

tare ai target di riferimento la complessità della tematica del gender, il Premio Arlecchino. Novità anche per le categorie del concorso, al quale è possibile iscriversi tra l’1 febbraio il 31 marzo: Preschool Tv Show (2-4 anni), Upper Preschool Show (4-6 anni), Kids Tv Show (7-11 anni), Youth Tv Show (11+ anni), Interactive Animation, Live Action

And Hybrid Show, Tv Pilot, Short Film e Animated Feature. Trecentosessanta le opere in concorso nell’ultima edizione, oltre mille i professionisti del settore accreditati al Festival, più di 5 mila le presenze agli spettacoli in piazza Salotto, migliaia gli studenti che hanno assistito alle proiezioni in anteprima. Traguardi che “Cartoons On The Bay” punta a superare con l’edizione 2023.

29 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
CAPRIO
VERONICA
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise

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31 DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
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Questo numero è stato chiuso il 2 febbario
Le condoglianze affettuose e sincere da parte di tutti quanti della redazione di Casoriadue alla nostra cara ROSA CHIAPPETTI per la dipartita del suo caro papà TEODORO

La stampa offset è un processo di stampa su rulli del tipo indiretto, cioè l’immagine non è trasferita direttamente dalla lastra alla carta, ma attraverso un complesso sistema di rulli, permettendo così stampe ad alta definizione e su supporti con superficie irregolare.

La C&C CENTRO STAMPE SRL da 30 anni nel settore della stampa, dell’editoria e dell’arte, ha sempre messo a disposizione della propria clientela passione, competenza e professionalità, offrendo utili servizi alle complesse esigenze dei suoi clienti. Facciamo in modo che ogni pensiero comune diventi un pensiero unico e venga percepito nel modo nel quale volete farlo arrivare al cuore della gente.

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