VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXI - N° 37 - VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021
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IL PD CONTRO IL SINDACO
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L’EDITORIALE DI MICHELE MITRAGLIA
IL PD CONTRO IL SINDACO! “È VERO!” DICE IL GRUPPO CONSILIARE; “RAFFAELE BENE HA PRESENTATO LA G.M. AL COMPLETO; POI IL PUC ED I PICS E TANTO ALTRO”- DICONO…..
E allora che accade? Michele mi riferisce che lo stregone Salvatore avrebbe assunto nei confronti di Bene lo stesso atteggiamento che finì col costare ….. a Stefano Ferrara prima ed a Vincenzo Carfora ed a Pasquale Fuccio poi le dimissioni davanti a un notaio di 13 consiglieri comunali 13. Ha l’aria schifata, Michele, però non ha detto se qualcuno mostrava la stessa aria schifata nei confronti del responsabile provinciale degli Enti Locali del Partito Democratico. Qualcuno sostiene che questo agglomerato politico una volta socialista ed oggi democratico si sente tradito. Da chi? Ma… da chi non avrebbe rispettato gli impegni presi in campagna elettorale… da chi non ha rispettato l’azzeramento degli incarichi in Giunta Municipale…. Nessuno dei suoi è diventato amico di Bene. Una cosa è certa: non fanno il doppio gioco. E l’opposizione consiliare s’azzuppa o pane! Però adesso e gli va riconosciuto, Salvatore Graziuso non
ha perso la pazienza, come, in passato, successe a chi mandò a casa prima Stefano Ferrara e poi Carfora e poi Fuccio. Quindi non ha bisogno di sistemare le …. pendenze con Bene e neanche con il Partito Democratico. Chi sono quelli che la pensano come lui? Alessandro è certo! Come lo sono Cassettino, Ramaglia e Rullo ed anche Franco Russo. Questi sono tutti dalla sua parte. E allora? E allora…. Non farmi dire di più. La verità sai che scotta. Una cosa è certa: durante il dominio dello SDI a Casoria, Salva-
tore era il Sindaco: DECIDEVA!!!! Indirizzava i capi ripartizione, decideva assessori ecc. Era convinto che con la vittoria di Raffaele Bene, da lui indicato insieme e con l’ex consigliere regionale Nicola Marrazzo, avrebbe riavuto quel ruolo. Così, purtroppo, non è stato….. e da qui nasce la destabilizzazione del quadro politico di maggioranza. Un quadro politico nel giorno della vittoria elettorale composto da Obiettivo Comune, Campania Libera, Casoria Viva, Casoria nel Cuore ed Insieme per Casoria, questo ultimo è un movimento molto vicino a Severino Nappi, consigliere regionale della Lega. Un quadro politico che, dopo due anni e qualche mese, non riesce più a trovare al suo interno l’intesa, la sintonia, la sinergia, l’unità di intenti, lo scambio di amorosi sensi. PECCATO!!! La situazione del Comune di Casoria, comunque, è chiaro, non è florida. continua a pag. 4
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Il bilancio presentato ed approvato dal Consiglio Comunale parla chiaro. Incombono e sempre di più i debiti fuori bilancio. Un pozzo senza fine di cui non si conosce l’entità e che sembra raggiunga i 15 milioni di euro di sentenze esecutive passate in giudicato che dovranno essere pagate dall’Organismo Straordinario di Liquidazione, nonostante siano debiti fatti in anni passati (dal 1990 al 2015, alcuni del 2017). Cosa è successo? I consiglieri comunali di maggioranza e gli assessori di nuova e di vecchia nomina, pare non si siano tirati indietro ma avrebbero chiesto una partecipazione più diretta alla direzione della Città di Casoria, che sinceramente, oggi, sembra almeno per una certa parte, nelle mani di gente mancanti di quel minimo di garanzie che si esigono. Santissimo cielo, passare da un gruppo di dirigenti che, vuoi o no, nella vita amministrativa di Casoria, ci sono da diversi anni a pochi, pochissimi di loro, mi sembra troppo e finisce nel conferire all’azione di Bene, interessante nell’avvio (cioè giugno 2019), una precarietà e una confusione eccessiva. E allora? E allora la verità è che esiste a Casoria una difficoltà di liquidità. Come si sia arrivati a queste difficoltà, alimentate per la sua parte più grossa dalla insensibilità e dalla pervicace insistenza con la quale le amministrazioni precedenti a questa di Raffaele Bene, commissariali comprese, hanno negato con azioni amministrative e politiche nonché economiche ogni possibilità di sviluppo futuro: i milioni di euro spesi per gli obbrobri di Piazza Cirillo e Piazza Benedetto XV; i milioni di euro persi nel non aver rispettato il Programma Integrato Europa; le migliaia di euro spesi per un Santo che viveva di carità e di provvidenza e tanto ma tanto altro. I consiglieri comunali, letto il bilancio, sapranno esprimere un più preciso giudizio sulla situazione attuale, che scaturisce da quella degli anni scorsi. Un attimo di pazienza, dunque, consiglieri. La verità è che comunque occor-
rono 100 milioni di euro per dare a questa Città una serenità amministrativa, politica, economica, morale e sociale. Il consiglio comunale è stato comunque per tanti versi equivoco. Bene, tra l’altro, potrebbe dire anche: (“allora me ne vado!)”. E ancora: “faccio tutto io”. Sono frasi contraddittorie, come del resto è contraddittorio il personaggio, che non cambia mai umore (lui lo sa, se lo riconosce, lo ammette ndr). Che salta, in mezzo al suo passato politico, non avendone scelto uno solo, sempre lo stesso: dalla amicizia politica con Nicola Marrazzo ad oggi Sindaco della Città di Casoria, con il simbolo oggi di Italia Viva dopo essere passato prima all’UDC e poi al PD, riconosciuto sia dal Sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto ma anche da Ettore Rosato e Gennaro Migliore. Raffaele Bene consuma le sue energie in una furibonda lotta innanzitutto contro sé stesso. C’è poi la difficoltà, sul piano interpretativo, a capire di politica amministrativa. O a parlarne non certo in maniera sballata o solo in base a dilettevoli esperienze giovanili o culturali che forniscono una cultura ben diversa da quella vera. Non per niente Bene si è piccato di non scegliere: dal dirigente del Settore Ambiente e Patrimonio al dirigente del Settore Affari generali e del personale continuando imperterrito a tenere il dirigente all’Assetto del territorio anche in quello dei Lavori Pubblici e altro. Continua ad avere dirigenti ad interim. Professionisti “costretti” a dirigere più Settori. Non credo, purtroppo, si prospettano giorni felici per il nostro “pilota”. Chi gli è contro gli ha proposto il minore dei mali, almeno per il momento, cioè al mazzo rimescolato. La gente, specie chi lo ha votato, non ha mandato giù il cambio di rotta politica. Bene esita troppo nelle decisioni da prendere. Ballonzola un po’ di qua e un po’ di la. Sbaglia. Alla fine finisce con lo stancare gli ingenui e sé stesso, innanzitutto. E poi, Bene, chi chiede chiarimenti; dovrà pur, o prima o dopo, chiarire se stesso.
Non si stancano certo quanti sanno di politica e di amministrazione e a galla ci restano sempre. Spiace dover dire queste cose. In una ipotetica scala di valori è da dire comunque che Bene non è largamente al di sopra di quanti lo hanno preceduto; anche se molti di loro sanno di essere quelli che hanno procurato tantissimi danni alla Città di Casoria eppure continuano a sparare su questa maggioranza. Personaggi politici da un passato ed una storia incancellabile. Non una sola reazione, non una sola difesa da parte della coalizione che ha vinto le elezioni. Vuole ancora preparare altri cambi dopo quelli di Amato e Goffredi? Tommaso Casillo, leader di Campania Libera, propone da tempo una Grande Coalizione, cioè un Governo della Città che abbracci tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale. Propose in una intervista sulla web tv Nano tv l’assessorato alle aree dismesse staccato da quello all’Urbanistica ed anche un assessorato al decentramento ed alla Frazione Arpino. Altre giustificate lagne per Bene dal settore Entrate. La esternalizzazione del Servizio Tributi ed il dichiarato dissesto finanziario rendono l’Assessorato al Bilancio, Ragioneria, Economato e Tributi protagonista in questa Città. Romolo dice che la colpa non è dei dirigenti. Sta attento che i tantissimi milioni di debiti che ha il Comune di Casoria li ha lasciati il pubblico. Confermato l’assessore al bilancio: si chiama Francesco Girardi. Nuovi, invece, alla Pubblica Istruzione ed ai Lavori pubblici. Notizie brutte dal Palazzo di Città. Continua il tortuoso iter giudiziario per alcuni soggetti politici delle passate amministrazioni. Brutta gatta da pelare. Altra brutta notizia è quella di ricordare al Sindaco, al nuovo assessore alla Ecologia ed al Dirigente del Settore Ambiente: IL SILICIO E’ MORTALE. Bene, per chiudere, ha ottenuto aiuto dagli altri ma dovrebbe chiedere aiuto innanzitutto a sé stesso. E mi fermo.
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ANTONIO BOTTA RISULTATI ELETTORALI AD AFRAGOLA, FRATTAMINORE, ARZANO, S. ARPINO, SUCCIVO
BALLOTTAGGIO AD AFRAGOLA TRA PANNONE E GIUSTINO Su Nano Tv, nell’ambito della trasmissione “ Lo Spoglio minuto per minuto” condotta dalla giornalista Elisa Carbone, si sono commentati i risultati elettorali ottenuti in alcuni Comuni dell’area nord di Napoli e di due cittadine a sud di Caserta. In studio, il direttore di Casoriadue, Nando Troise, e il vicedirettore di Nano tv, Mattia D’Amico. Si è iniziato con la città di Afragola, dove il 17 ottobresi vota per il ballottaggio tra i candidati sindaci Gennaro Giustino, “dell’ala moderata, e Antonio Pannone, candidato del centrodestra. In collegamento con lo studio, Giuseppe Mosca, candidato con Pannone, capolista nella lista “L’obiettivo”, e Antonio Caiazzo, esponente della lista “A viso aperto”, che sostiene Giustino. La conduttrice invita ambedue a commentare i risultati: inizia Caiazzo, che ha ottenuto 839 voti, il quale evidenzia grande soddisfazione per il risultato ottenuto, aggiungendo che Giustino continuerà a scendere nelle strade, nelle piazze per infondere negli afragolesi entusiasmo e speranza con la sua intelligenza e capacità aggregativa, facendo capire ai cittadini quanto sia importante rinnovare, dopo 20 anni di stasi amministrativa, la classe dirigente locale, per un governo della Città efficace. Mosca ha sottolineato “l’ottima performance” conseguita dalla sua lista civica, con 925 preferenze, e ha assicurato il contributo costruttivo in consiglio comunale, sostenendo Pannone, certo che saprà garantire, da Sindaco, con le sue competenze e la sua riconosciuta esperienza, un’azione amministrativa valida e a misura dei bisogni dei cittadini.
Il vicedirettore D’Amico chiede a Caiazzo se Giustino possa recuperare lo svantaggio rispetto a Pannone, avendo ottenuto 2460 voti in meno. Sarà, la sua, una missione possibile o impossibile? “Come già detto, Giustino continuerà a incontrare a dialogare con i cittadini, anche quelli del Centrosinistra, per convincerli a votare per il cambiamento. Sono certo che il nostro motto “Senza padrini, senza padroni” sarà percepito dagli Afragolesi. Sono convinto che Gennaro Giustino sarà vincitore. La storia ce lo insegna, Mosca ricorda bene che anche nel 2013 Pannone vinse al primo turno su Tuccillo, ma il ballottaggio ribaltò il risultato”. Mosca, invece, pone in rilievo che importante è l’atteggiamento qualificante di Pannone di candidato sindaco propositivo, inclusivo, dialogante, che non punta il dito sulle deficienze dell’avversario, ma sulla validità del suo progetto politico. Sulla domanda della Conduttrice circa il motivo del rifiuto di entrambi i candidati sindaci ad un confronto diretto, di seguito le risposte degli intervistati. Caiazzo: “Io penso che sia stato Pan-
none a sottrarsi ai confronti diretti; tra l’altro, nel 2013, anche al confronto con Tuccillo non si presentò. A Pannone, anche questa volta, non daranno la possibilità di presentarsi ad un confronto con Giustino”. La Conduttrice, di rimando: “Mi scusi, Pannone non è capace da solo di discernere, di decidere personalmente se partecipare o meno ad un confronto? Chi non darà a Pannone la possibilità di confrontarsi? Caiazzo:“I maggiorenti della sua coalizione: ciò che posso dire è che da parte di Gennaro Giustino c’è sicuramente tutta la sua disponibilità ad accettare un confronto, senza problemi. A mio avviso, è una strategia voluta, quella di Pannone, di non presentarsi al confronto”. La replica di Mosca: “Pannone si confronterà sicuramente con la coalizione sulle strategie da sostenere in questi giorni che ci separano dalla seconda tornata; per la verità, egli un confronto con Antonio Iazzetta l’ha fatto, e in quell’occasione chi non ha partecipato è stato proprio Giustino. Comunque, al
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6 di là delle dietrologie, ciò che conta è che Pannone, in questi giorni di campagna elettorale per il ballottaggio, manterrà il suo profilo di moderatore, di apertura al dialogo pacato con tutti,portando un messaggio di rassicurazione, e sono certo che saprà persuadere gli Afragolesi sulla serietà del programma, risultando vincente”. Dopo che Troise ha citato i nomi dei candidati eletti di ambedue gli schieramenti politici, è stato messo in onda l’intervento di Antonio Pannone richiestogli dal direttore di Nano TV, Maurizio Cerbone, subito dopo avere avuto la certezza che si andrà al ballottaggio: “Gli Afragolesi, saranno chiamati a scegliere tra la nostra proposta , che è condivisa, fondata su una solida piattaforma programmatica, mirata a realizzare finalmente un modello di sana amministrazione, di buon governo, e l’altra, fondata su un’ammucchiata, che raccoglie soggetti che dovrebbero dimostrare ancora il loro peso elettorale, ma che in queste settimane non mi risulta che abbiano saputo avviare e sviluppare un franco dialogo su questioni che attendono una risoluzione, a cominciare dall’assetto del territorio, per continuare con un modello di sviluppo sostenibile; modello che ponga al centro la scuola e la tutela dell’ambiente”. E per gli apparentamenti? chiede Cerbone Domani (martedì 12 ottobre, ndr.) faremo una verifica dei dati e decideremo, ciò che ci preme è di continuare il dialogo con la città, una campagna d’ascolto con tutte le forze sane, con i giovani, con l’associazionismo, con il mondo della scuola, perché a noi interessa che si realizzi un’adesione ad una proposta di buongoverno che parta da una società civile, dalle energie sane della nostra Afragola.
In questi ultimi giorni, la campagna elettorale ha cominciato ad avere dei tratti un po’ “brutali”… “Non mi appartengono i tratti brutali, anche nella manifestazione di chiusura ho cercato da una parte di motivare i nostri sostenitori, che hanno avuto la sensibilità di venirci ad ascoltare, ed erano molto numerosi, , dall’altro ho cercato di sviluppare con grande umiltà un ragionamento che metta al primo posto i veri bisogni di Afragola. Non teme che nei prossimi 15 giorni si possano alzare i toni pesantemente? “Se altri alzeranno i toni, noi continueremo imperterriti sulla strada del dialogo , del radicamento in città, del confronto e soprattutto mireremo a convincere gli Afragolesi che al primo turno hanno scelto di astenersi dal voto di compiere la scelta del voto. Questo voto, a suo avviso , è stato libero o inquinato dalla compravendita del consenso? Dal primo giorno della nostra campagna elettorale abbiamo chiesto ai cittadini un voto libero. Ho chiarito, in una mia dichiarazione diffusa anche a livello nazionale, che nella mia coalizione non ci sarà spazio per pratiche deplorevoli, che sfruttano
il disagio e l’indigenza dei nostri concittadini. Chi si macchia di questi modelli di comportamento, va isolato sul piano civile e politico. In merito ad un confronto nella redazione di Nano Tv, con Giustino, Pannone rimarca che accetta solo se gli sarà assicurato che esso sarà serio, civile, equilibrato, usando toni composti, e se sarà funzionale a garantire una sana ed equilibrata informazione presso i nostri concittadini, A seguire le domande a Giustino Gennaro rivolte da Maurizio Cerbone. Successivamente,in studio, si è commentato il risultato di Antonio Iazzetta del Centro sinistra, in riferimento a “ciò che egli riuscirà a piazzare nel prossimo consiglio comunale, nel caso di vittoria di Pannone e in quella di Giustino”. Il vicedirettore D’Amico, a tal riguardo ha detto: “Nel caso vincesse Pannone, sarebbero tre i consiglieri eletti, Iazzetta più due; nel caso, invece vincesse Giustino, sarebbero due, Iazzetta e un altro. Questa dovrebbe essere la composizione dell’opposizione relativa al Centro sinistra”, precisando che, nell’ambito della coalizione che ha sostenuto Iazzetta, un conto è la web Nano Tv di cui è direttore Maurizio Cerbone, altra è la
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VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021 Fondazione “Natale Cerbone” schierata con il candidato sindaco del Centro sinistra, uscito perdente dalla prima tornata elettorale. Nella coalizione di Iazzetta, il partito più votato è stato il Movimento 5 Stelle con 1432 preferenze, seguito con la lista Tuccillo, 1230 voti, e solo terzo il PD, con 1202 voti. Troise fa notare che Iazzetta ha preso più voti delle liste, giovane alla prima esperienza; quindi, un successo personale per lui, considerato che ha gareggiato contro due “giganti” ad Afragola, a differenza dei tre partiti maggiori che lo hanno sostenuto, ossia PD, 5 Stelle ed Europa verde, “ai quali tocca piangere” E’ stato chiesto anche a Maurizio Cerbone, in collegamento esterno con lo studio, di commentare i risultati delle urne. Dopo aver messo in rilievo che solo a partire da ferragosto, si è riusciti a rivitalizzare un PD dormiente e a mettere su una coalizione a sostegno di Iazzetta, ha posto in luce la grande professionalità di Nano Tv, che ha dato più spazio a Pannone e a Giustino rispetto altre testate locali, le quali, oltre ad essere tifose, sono state anche abbastanza parziali”. A suo avviso, Iazzetta “è andato bene, può costruire attorno a sé il nuovo volto
7 del Centro sinistra, insieme ai giovani di Europa verde e del PD”, evidenziando che il voto disgiunto ha favorito Pannone. Anche il Movimento 5 Stelle, ha precisato Cerbone “è pronto a rilanciare il Centro sinistra ad Afragola”. Ha concluso affermando che “la compravendita dei voti c’è stata ad Afragola: scene indicibili si sono viste a piazza Municipio e a piazza Ciampa. E’ una pratica che va combattuta e bisogna ringraziare le forze dell’ordine che hanno fatto sentire la loro presenza. A mio avviso, senza la compravendita le tre coalizioni avrebbero ottenuto una stessa percentuale di consensi, il 20%, tutto il resto è stato comprato, non dai candidati sindaci, ma dai candidati al consiglio comunale. Questa è la denuncia che sento di fare”. La Fondazione “Cerbone” continuerà ad essere propositiva, incalzando chi governerà la Città per rilanciare il nostro territorio”. Sull’audio, riportante una conversazione tra Giustino e Iazzetta, ha dichiarato di averlo cestinato. Iazzetta, intervistato da Maurizio Cerbone, ha posto l’accento sul fatto che egli non ha avuto molto tempo a disposizione per far conoscere il suo progetto
politico alla Città, quindi l’essere partito in ritardo lo ha penalizzato. Ha sottolineato che in consiglio comunale farà sentire la sua voce sui temi dei diritti di tutti, che non devono essere favori, sulla legalità e sull’ambiente. Sulla compravendita dei voti, ha manifestato la sua piena fiducia nella magistratura, che farà luce su una pratica certa, per la quale vi sono indagini in corso con arresti e denunce. Il programma si é concluso con i commentI di Troise e di D’Amico sui risultati di altri Comuni dell’area nord di Napoli: a Frattaminore del sindaco uscente, al primo turno, Giuseppe Bencivenga (primo partito il PD, flop del Movimento 5 Stelle, che non guadagna nemmeno un seggio); ad Arzano ha vinto al primo turno Cinzia Aruta, anche lei sostenuta da una coalizione di Centro sinistra (buon successo del Movimento 5 Stelle con quasi 18,93% dei voti, rispetto al PD, che ha ottenuto il 12, 28 % di consensi; exploit di Gennaro De Mare, la cui lista, “Nuove Generazioni” è riuscita ad ottenere sei seggi in consiglio comunale); a Succivo, eletto il sindaco Salvatore Papa; a S. Arpino, ha vinto il candidato sindaco Ernesto Di Mattia.
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LEADER RELIGIOSI E POLITICI A ROMA PER L’INCONTRO DI DIALOGO E DI PREGHIERA ORGANIZZATO DALLA COMUNITÀ DI S. EGIDIO
“FRATELLI TUTTI, TERRA FUTURA”
camminare insieme. Le religioni hanno il compito a Roma di mostrare che si può, appunto, camminare insieme a partire dalle diversità che sono insite in ciascuna di loro e a partire dai due temi indicati, se vogliamo salvare il mondo e se vogliamo lavorare per un mondo che sia molto diverso da quello che ci ha consegnato la pandemia o nel quale siamo entrati per la pandemia.” Lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, nel suo intervento finale ha sottolineato che “la dura lezione della pandemia ha accresciuto nelle religioni la coscienza di dovere lavorare insieme come non mai: l’ho sentito nel linguaggio, nel dialogo di questi giorni; qualcosa di profondo è cambiato,le religioni sentono di procedere insieme verso il futuro, perché come ha detto un osservatore appassionato del nostro tempo, il patriarca Bartolomeo,“il mondo di ieri non c’è più”. Una grande preoccupazione è emersa: la pace. Lei, Padre santo, ha gettato l’allarme nell’enciclica “Fratelli Tutti”: la guerra è un fantasma del passato,ma oggi è divenuta una minaccia costante, mai la guerra è una soluzione. La scomparsa dei testimoni della seconda guerra mondiale ha af-
Il 6 e il 7 ottobre scorsi, leader religiosi e politici, provenienti da 40 Paesi, sono convenuti a Roma per partecipare all’incontro di dialogo e di preghiera “Fratelli tutti, terra futura” organizzato, nello spirito di Assisi, dalla Comunità di S. Egidio. Nell’intervento introduttivo il Presidente Marco Impagliazzo ha evidenziato le motivazioni e i temi al centro dell’Evento, mettendo in luce che la fraternità universale e la cura dell’ambiente sono la strada della “ripartenza” per un mondo che sta cercando la strada per uscire dalla pandemia.”Fraternità universale è un tema cristiano, ma ha anche una valenza universale,che ci rende consapevoli che siamo tutti fratelli e sorelle, parte di un’unica famiglia umana, che cerca di uscire e che può uscire insieme da questa grave crisi sanitaria, economica,sociale del Covid 19, perché ci si salva solo insieme, siamo tutti sulla stessa barca. E poi la cura dell’ambiente, che certamente è la cura dell’ambiente in cui viviamo, della nostra Madre Terra, direbbe S. Francesco d’Assisi, ma che è anche curare la Terra dalle guerre, che provocano distruzioni,morti e che sono causa dello sfollamento di milioni di persone. Attorno a questi due temi ci riuniremo, mostrando che si può
fievolitola coscienza dell’orrore della guerra. Le relazioni dure fra i Paesi, la rivalutazione della forza come strumento politico sono espressioni di una cultura della violenza di cui fa parte una politica predatoria verso l’ambiente. Sì, predatori, concentrati sul proprio interesse,dimentichi che la casa comune della Terra appartiene anche alle generazioni future. La recente pandemia ha messo a nudo come le persone siano tanto connesse e soprattutto partecipi di un destino globale. Di fronte ad un mondo che deve rinnovarsi, si manifestano visioni limitate, un diffuso senso di impotenza,che genera indifferenza. Io ho la sensazione che le religioni richiamino al fatto che il comportamento di ciascuno non è irrilevante. Ciascuno conta e conta molto per la salvezza propria, altrui e per la salvezza della terra. Il loro messaggio è “IO SONO RESPONSABILE, l’agire dei singoli e insieme manifesta il risveglio di energie spirituali e solidali, consapevoli che spiritualità e solidarietà vanno insieme e camminano insieme. E le religioni manifestano tutte la forza debole della preghiera. La speranza è un rinnovato movimento di persone responsabili verso gli altri, capaci di disarmare il
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VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021 clima che ci circonda: disarmarlo dalla violenza, aprendo piccoli e grandi percorsi di pace. E’ stato molto bello in questi giorni vedere il contributo di tanti giovani, che hanno preso la parola, una parola che è stata molto spesso negata ai giovani dal silenzio della pandemia, dalla prepotenza degli adulti, e io li ringrazio in modo particolare per questa partecipazione. Un mondo di fraternità e di pace è l’auspicio: lo ha bene espresso il documento di Abudavi. Abbiamo vissuto un tempo doloroso di pandemia, che non è finito, abbiamo visto la fragilità di un mondo, siamo l’appuntamento con un mondo nuovo, decisi a far tesoro della lezione sofferta della storia delle donne e degli uomini del nostro tempo, decisi a costruire la pace con tutti, specie con i poveri e con i più giovani. Grazie di essere qui”. I leader religiosi e politici, tra cui la già cancelliera Angela Merkel, hanno assistito alla cerimonia finale e alla consegna dell’appello di pace da parte dei bambini, simbolo delle nuove generazioni chiamate a costruire un mondo di pace. Credenti di ogni fede hanno pregato per la pace, in luoghi diversi, per poi ritrovarsi al Colosseo: è lo “spirito di Assisi” che continua a ispirare gli
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incontri interreligiosi dal 1986, quando Giovanni Paolo II riunì le religioni mondiali nella città di San Francesco. Non è un rituale, ma ricordare che, ha detto il Papa citando le parole del suo predecessore Karol Woytila, “la pace attende i suoi artefici”. Bisogna “smilitarizzare il cuore dell’uomo”, vendere meno fucili e distribuire meglio i vaccini, ha detto con forza papa Francesco, richiamato anche dal grande Imam Al Tayyeb. La cancelliera Angela Merkel, a capo di un paese che, dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, ha posto a fondamento della Costituzione “il rispetto della dignità dell’uomo” ha auspicato che “questo spirito di co-
munione si rifletta molto oltre Roma e la giornata di oggi”. “Le persone sono di due tipi: o sono tuoi fratelli nella fede o tuoi simili nell’umanità” ha ricordato il Papa. Occorre allora cercare la pace con le “narrative religiose e nazionali” come gli ha fatto eco il rabbino Goldschmidt. ; “popoli fratelli e terra futura” sono infatti “legati indissolubilmente” – recita l’appello finale, letto dalla rifugiata afghana Sabera Ahmadi – e la pandemia “ha mostrato quanto gli esseri umani siano sulla stessa barca, legati da fili profondi. La speranza, allora, è in quei bambini festanti che, nella penombra del Colosseo, hanno salutato i leader religiosi.
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10 MARIA SAVERIA RUSSO
INASPETTATA O SCONTATA: COME SI PUÒ DEFINIRE LA VITTORIA DI MANFREDI? La città di Napoli si colora, anche se in minima parte, di giallo e blu: ma il Movimento 5 Stelle ha raggiunto lo scopo che voleva? Grave e preoccupante, invece, la sua assenza a Caserta. Dopo l’interruzione “social” causata da Mark Zuckerberg nel secondo giorno delle amministrative in varie parti d’Italia, si è tornati a parlare dei risultati di queste elezioni in Italia ed, in particolar modo, della Campania nel capoluogo Napoli e di Caserta. Sono diverse le opinioni che si scontrano sui vari risultati e, durante il collegamento web di NanoTv, sono stati espressi diversi punti di vista, sia da parte del direttore di Casoriadue Nando Troise e il vicedirettore di NanoTv, Mattia D’Amico. I cittadini del capoluogo campano, il 3 e il 4 ottobre, sono stati chiamati a votare per eleggere il nuovo primo cittadino. Sette le persone in corsa, ma a succedere a Luigi De Magistris sarà il candidato del centrosinistra-M5S Gaetano Manfredi. Il suo nome come candidato a sindaco di Napoli, è circolato per molto tempo ma pochi avrebbero giurato che il tecnico Manfredi potesse convertirsi totalmente alla politica: infatti, il professore ha declinato e manifestato anche con una lettera più volte, la propria intenzione di non correre alla carica di primo cittadino a Napoli, a causa del dissesto finanziario in cui versavano (e ancora versano) le casse del comune. Con questa mossa è riuscito ad avere assicurazioni dal governo e a creare un “Patto Napoli”, il cui scopo è tagliare l’enorme debito di Napoli. Manfredi è diventato il candidato di una ampia coalizione, sperimentata a Napoli per la prima volta con Pd, M5S e gran parte del centro sinistra. Non c’è stata partita e tutto questo è riuscito a portarlo su, facendolo vincere al primo turno ed evitando il ballottaggio contro il suo primo competitor, Maresca. Manfredi però, può essere considerato un sindaco dimezzato, come lo fu il secondo Luigi de Magistris: alle urne, infatti, s’è recato meno del 50% degli aventi diritto, circa 410 mila napoletani
non hanno votato. A parte questo, Manfredi ha stravinto con circa 218 mila voti, mentre Maresca ne ha ottenuti solamente 75 mila; seguono l’ex sindaco Antonio Bassolino candidato indipendente all’8,4% e l’assessore uscente Alessandra Clemente al 5,8%. Nonostante le parole dell’ex Premier e ora Presidente del M5S Giuseppe Conte e quelle del nuovo sindaco Gaetano Manfredi, che presentano un “risultato straordinario, il più alto d’Italia”, il M5S non riesce a sfondare del tutto: nei piccoli comuni per esempio Frattaminore, ha ottenuto appena il 2%, mentre a Napoli il 9,73%, arrivando terzo tra i partiti della coalizione, dopo Il Pd che ha ottenuto il 12,20% e la lista civica Manfredi Sindaco. Non è propriamente “decollata”, l’alleanza Pd-M5S siglata a Napoli, accordo che ha si contribuito alla vittori di Manfredi ma che non è stato determinante dato che il sostegno al nuovo primo cittadino partenopeo, frutto di questo accordo politico, è pari a meno di un terzo; se a ciò si aggiunge che l’ex ministro dell’Università del “Conte 2” è stato supportato da voti di un pezzo di centrodestra napoletano, il neo sindaco non è “figlio” del solo centrosinistra. Insomma, Menfredi vince, ma vince col trucco. In merito all’affluenza, invece, nel capoluogo campano ha votato il 47,19% degli aventi diritto, ovvero -7%
rispetto alle ultime elezioni per il sindaco (54,12%). Milano e Bologna, inoltre, sono le altre città che il centrosinistra ha conquistato al primo turno. Quindi riconferma del sindaco uscente nel capoluogo lombardo, Beppe Sala, e il grande salto da assessore a sindaco di Matteo Lepore nel capoluogo emiliano. Le parole di Manfredi, subito dopo la vittoria sono state ““Grazie a Napoli e ai napoletani. Napoli- ha precisato– ha chiaramente detto che vuole voltare pagina. Non siamo solo la città della pizza e e del mandolino. Siamo una città fatta di competenza, all’altezza dell’Italia e dell’Europa. Lo faremo con grande dignità e forza. Napoli e la Campania saranno istituiti ai tavoli istituzionali con grande forza e coesione. E’ finita l’epoca di una Napoli che si dimentica, con una cattiva reputazione. Credo che questa coalizione politica abbia rappresentato la nostra proposta di grande dignità per il Mezzogiorno.” Manfredi ha ringraziato i napoletani e le varie componenti della sua coalizione che era composta da ben 13 liste: “Questa è stata la vittoria dei cittadini di Napoli. Hanno vinto i napoletani che hanno voluto dimostrare che siamo un popolo di persone serie che vogliono essere ben governati e sanno ben governare. C’è stato un grande contributo del M5s e del Pd, con un importante ruolo della parte civica e moderata. La Giunta sarà di alto livello: quando si devono
VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021 affrontare problemi complicati servono persone competenti. Con personalità napoletane ma anche esterne. Forte anche la presenza femminile, le donne possono offrire un contributo di grande ripartenza.” Dopo le parole di Manfredi, il direttore di Casoriadue Nando Troise è intervenuto, mettendo in chiaro che spera che il neo sindaco conservi questo messaggio e che riesca a risolvere i disastri che gli ha lasciato De Magistris (che sono poi i disastri che la Iervolino aveva lasciato anche a lui). Si augura che Manfredi riesca a sanare il debito pubblico e fare quello che, quelli prima di lui, non sono riusciti a fare e realizzare. Essere sorpresi da questa vittoria sarebbe, come cantano i neomelodici, ipocrisia: era scontato che Manfredi vincesse, soprattutto perché il centro destra si è autosabotato. C’è da dire che Manfredi ha contro se stesso: l’unica cosa che gli interessava era superare il 50%, superare il quorum ed evitare il ballottaggio e
11 così è stato. Gaetano Manfredi ha ricevuto grande sostegno sia da Conte che da Letta: questa vittoria può essere paragonata ad un fidanzamento sigillato tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Non è mancato da parte del sindaco eletto anche un commento sull’astensionismo, con la metà dei napoletani che ha in pratica disertato le urne: “La metà che non ha votato a questa tornata è la metà a cui la politica deve tornare a fornire delle risposte.” Semplice voglia di non votare o sconforto dall’amministrazione uscente? Fatto sta che all’astensionismo, si accompagna anche l’ignoranza del voto: circa 18mila schede sbagliate, i cittadini non sanno votare. A concludere tutto questo parlare di orgoglio partenopeo, ci sono le dichiarazioni di Vincenzo Spadafora: dai risultati del M5S non emergono effetti speciali, a Milano non esiste e sono state due le grandi città perse, Roma e Torino. Per quanto riguarda Napoli, il movi-
mento resiste ma il risultato non è quello sperato, il M5S come detto è arrivato solo terzo. Parlando sempre di Movimento 5 Stelle, è necessario passare a Caserta: mentre in alcune città il M5S non c’è l’ha fatta mentre in altre riesce, anche se a fatica, a resistere, a Caserta è assente. Questa assenza del M5S è davvero preoccupante. In Campania si è votato, infatti, anche per l’elezione del nuovo sindaco di Caserta. L’affluenza ha raggiunto quota 67,03%, superando di molto quella di Napoli. Cinque anni fa la percentuale fu del 70,93% e lo scorso anno, per le regionali, del 57,5%. A Caserta si va al ballottaggio: a contendersi la fascia tricolore e quindi la carica di sindaco, saranno il primo cittadino uscente Carlo Marino, sostenuto dal Pd e dalle altre forze di centrosinistra che ha raggiunto il 35,3%, e Giampiero Zinzi, candidato del centrodestra che ha raggiunto il 30,08%.
RITA GIAQUINTO
TOMMASO MANDATO E IL CAMPUS 3S: IL VILLAGGIO DELLA SALUTE
È da nove anni, ormai, che il Campus 3S – Salute, Sport e Solidarietà - prende la forma di un vero e proprio villaggio dove protagonista ufficiale è il concetto di “prevenzione”. Lo scopo è quello di offrire ai cittadini visite specialistiche gratuite che, sia da un punto vista economico che di attesa, sarebbero complicate da raggiungere in modo così pratico e veloce ma, soprattutto, in un clima distensivo come il lungomare Caracciolo, in un’atmosfera, sostanzialmente, festosa perché coniuga la salute con la cultura, lo sport ed il divertimento. Anche in questi giorni, precisamente dal 7 al 10 ottobre, le visite registrate sono state tante, la domanda è stata, come sempre, molto alta, e gli organizzatori possono ritenersi soddisfatti, come ci racconta uno degli ideatori, l’Avv. Tommaso Mandato: “L’evento è terminato domenica, giornata in cui, purtroppo le condizioni meteo non ci hanno permesso di fare il saluto finale. Ma posso dire che, soprattutto dal punto di vista medico, è andato ���������������������������������� tutto molto, molto bene. ��������� È�������� perfettamente riuscito soprattutto perché c’era una grande voglia di ripresa, sia da
parte dei cittadini che da parte dei medici e dei volontari, dopo un anno e mezzo di fermo. Infatti, le visite sono state tutte quante coperte e possiamo ritenerci pienamente soddisfatti”. Quante visite sono state fatte e, soprattutto, per quali patologie? “Nell’arco di due giorni e mezzo sono state effettuate circa 1800 visite, un numero abbastanza alto. È chiaro che c’è, come sempre, una preferenza per le visite relative alle patologie più diffuse, quindi cardiologia, endocrinologia, senologia. Ovviamente, noi non possiamo far fare a tutti le stesse cose, facciamo
in modo che l’offerta sia equilibrata, anche perché le persone, una volta fatta l’accettazione, possono scegliere una, massimo due visite tra quelle disponibili. Nel momento in cui sono terminate le prime visite specialistiche, inevitabilmente si passa alle altre tipologie. Quindi alla fine i numeri di visite si equivalgono tra le varie branche”. Le edizioni sono state tante. Quel è stata la novità di quest’anno? “Siamo al nono anno: i primi quattro anni a Piazza del Plebescito, e cinque anni sul lungomare Caracciolo. Ci siamo dovuti fermare nel 2020 a causa della pandemia, l’ultimo evento è stato fatto a ottobre 2019, e questo ha creato anche una grande attesa, infatti la gente, già prima dell’apertura del villaggio, era in fila per le visite e gli esami. La novità di quest’anno è stata la presenza della Regione Campania, più precisamente, la ASL Napoli 1 che ha accettato l’offerta ed è venuta all’interno del nostro villaggio con un camper per la somministrazione di vaccini. Anche qui c’è stato un ottimo riscontro, infatti sono state fatte circa 180/190 sommini-
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12 strazioni. Per noi questo è un ulteriore passo in avanti perché abbiamo dato un contribuito anche alla vaccinazione, la cui diffusione in questo momento è fondamentale”. Immagino che gli utenti dovessero essere in possesso del green pass per accedere alle visite. È così? “Si, certo, questo era uno degli obblighi fondamentali. Oltre all’attenzione nell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza. Anche se siamo stati all’aperto, abbiamo cercato di avere massima attenzione con le mascherine ed il distanziamento”. Qual è la finalità di questo progetto ormai così longevo? “La peculiarità di questo progetto è quello di fare visite, fare prevenzione, informare i cittadini su quelli che sono i benefici di una prevenzione primaria. Ma lo facciamo in una maniera diversa perché c’è tutta un’organizzazione di eventi collaterali che servono per attirare la gente in piazza. Quindi c’è un programma che vede attività sportive in contemporanea, attività culturali, quest’anno abbiamo presentato molti libri, abbiamo fatto corsi di formazione salvavita per i ragazzi. Inoltre, abbiamo aggiunto anche un bel cartellone di spettacoli, per coinvolgere quanti più testimonial possibili in vari settori in maniera che possano fare da traino a queste iniziative e la gente più facilmente si avvicina all’evento”. Sono tanti i medici in questi ospedali da campo che allestite? “Tra volontari e medici si muovono circa 130 persone in queste quattro giornate. L’esercito è abbastanza folto. Ma, anche se riusciamo a soddisfare la domanda, sarebbe importante poterci allargare. Fortunatamente, possiamo contare su associazioni che ci aiutano, che scendono in piazza con noi. La provenienza dei medici è un po’ un mix: la maggior parte sono del Policlinico della Federi-
co II, ma partecipano anche il Monaldi e la Vanvitelli, e anche strutture private che danno il loro contributo, la loro disponibilità, fanno proprio da sponsor in questa situazione : ci sono diversi centri che ci aiutano nelle loro specialistiche e riescono a dare una mano per la strumentazione, come, ad esempio, gli ecografi. Anche perché quello che allestiamo è, come ha detto Lei, un vero e proprio ospedale da campo con circa trentasette postazioni mediche, che convivono come in una vera “Cittadella” della salute”. Avete altre date in calendario dopo Napoli? “Solitamente abbiamo un calendario che però ultimamente è stato un pochino stravolto, a causa della pandemia. Di solito facciamo una ventina di tappe in Italia e chiudiamo con Napoli, che è l’evento più grande. Dovrebbero esserci appuntamenti a Pompei, per fine ottobre, inizio novembre, dopodiché ripartiremo nel 2022, con un calendario abbastanza fitto, con la speranza di non avere più chiusure, anche perché alcune tappe sono saltate e ci farebbe piacere recuperarle”. Oggi si parla tanto di benessere so-
stenibile anche in vista degli obiettivi prefissati dall’Agenda 2030. Il vostro progetto si può definire precursore di questi propositi a sostegno dell’umanità? “Il nostro progetto è molto ampio, perché parliamo di prevenzione a 360 gradi : portiamo i ragazzi delle scuole sul lungomare, parlandogli di tutte quelle che possono essere le difficoltà per gli animali, per gli amici a quattro zampe perché c’è un’area dedicata anche ai cani con la ASL veterinaria di Napoli che viene a fare le visite; facciamo prevenzione ambientale, inculcando nei ragazzi il rispetto per l’ambiente, per il mare, la natura, il pianeta; c’è una prevenzione alimentare che quest’ anno si è fermata a causa del Covid che ci ha impedito di portare il food all’interno del villaggio. È chiaro che dobbiamo fare purtroppo i conti con i mezzi a disposizione, nel senso che è un progetto autofinanziato, cioè si mantiene attraverso le sponsorizzazioni dei privati, con le donazioni, le offerte che ci fanno ma non abbiamo fondi pubblici, cosa che è sempre un limite. Quindi, siamo andati avanti da soli, con numeri sempre abbastanza alti, attraverso amicizie che ci siamo creati nel tempo, chiedendo agli sponsor di fare una diffusione a titolo gratuito, in modo che attraverso la loro immagine e la loro voce si possa entrare più facilmente nelle famiglie e farci sentire. È un progetto molto faticoso e impegnativo perché poi ti devi inventare anche come portare avanti tutta questa macchina”. Ma quando si arriva a circa duemila visite, con un gruppo eterogeneo di circa duecento persone, con la consapevolezza di aver contribuito, con la prevenzione, a salvare una vita, vuol dire che parliamo di una macchina che ha ripreso a funzionare e che funziona anche molto bene.
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CIRO TROISE
BORRIELLO: “LO SPORT DEVE ESSERE PER TUTTI, BISOGNA CREARE LE CONDIZIONI PER I CETI PIÙ DEBOLI”
L’ex assessore allo Sport Borriello: “Le Universiadi hanno fatto in modo che allo stadio abbiamo alzato gli standard di sicurezza ma servirebbero altri 10 milioni” Ciro Borriello è stato eletto a Napoli in Consiglio Comunale, metterà al servizio dell’amministrazione Manfredi anche la sua esperienza da assessore allo Sport per sette anni nella giunta De Magistris. Con Borriello abbiamo fatto una chiacchierata ad ampio raggio su Napoli e non solo, sulle politiche per lo sport, sulla visione complessiva che si può mettere in campo per migliorare la situazione delle strutture sportive. Qual è la priorità secondo lei per rendere nelle nostre città centrale lo sport che purtroppo spesso diventa marginale? “Bisogna seguire l’esempio francese, portare avanti una politica sociale sullo sport. In Francia si entra in piscina con 2.50 euro e i costi non gravano sui bilanci degli enti pubblici. Bisogna creare le condizioni per favorire l’accesso alle strutture sportive dei ceti sociali più deboli. Il deficit, il debito che abbiamo a Napoli ci ha fortemente limitato, speriamo che l’amministrazione Manfredi riesca a migliorare sensibilmente la situazione” Il recovery plan può essere uno strumento prezioso. Avete già delle idee su cui state lavorando che mettono al centro lo sport? “È sicuramente un’opportunità ma non c’è ancora
nell’agenda qualche idea in tal senso, le risorse almeno per il momento vanno cercate altrove” Quando si pensa allo sport a Napoli, ovviamente la prima immagine che balza agli occhi è lo stadio Diego Armando Maradona. Qual è il suo bilancio dopo tanti anni di lavoro? “È un’esperienza positiva, con le Universiadi abbiamo alzato gli standard di sicurezza dell’impianto che è sicuramente più fruibile e trasmette anche un’immagine più entusiasmante e confortevole. Servono, però, ancora 10 milioni di euro da destinare al Maradona, bisogna intervenire sulla copertura e ripensare la parte esterna allo stadio” Al Maradona c’è anche un problema relativo al tifo, l’applicazione severa del regolamento d’uso ha svuotato le curve del suo storico calore. Cosa ne pensa? “È un problema che ha investito anche me nel 2019, ho provato a dare il mio contributo per una mediazione.
Bisogna creare a mio avviso nelle curve una standing zone, cioè un’area dedicata ai tifosi che vogliono stare in piedi, fare il tifo sempre rispettando le regole che sono garantite anche grazie al sistema di videosorveglianza installato con i lavori per le Universiadi” La Ge.vi Napoli Basket è tornata in A1 dopo tredici anni, una bellissima storia che, però, ricorda la ferita del Palargento. Qual è la sua analisi da ex assessore? “Ho un forte rammarico per il Palargento, si scontra anche con la burocrazia molto complessa, ci auguriamo per il futuro che arrivino proposte di project financing più serie ed interessanti perché sicuramente il Comune di Napoli non può investire 2530 milioni di euro per l’impianto” Un altro argomento molto rilevante per lo sport in città riguarda le palestre scolastiche. Come si può renderle più attrezzate, avviare una stagione nuova in tal senso?
“Bisogna fare in modo che siano un punto di riferimento per i quartieri, garantirne l’apertura negli orari pomeridiani e, invece, spesso vari presidi non vogliono assumersi le responsabilità. Sarebbe anche necessario in molti casi renderle più attrezzate e fruibili, alzarne gli standard di sicurezza. Far funzionare le palestre scolastiche rappresenterebbe anche la creazione di un punto di riferimento per i giovani. Potrebbero essere delle oasi, delle sentinelle anche contro i rischi della strada per i nostri ragazzi” In che modo Napoli può creare delle sinergie con lo sport al centro con altri comuni limitrofi? “Non è facile avere contatti, però, spesso ci abbiamo provato, penso per esempio alla maratona Napoli-Pompei” La giunta De Magistris ha dovuto operare anche dentro uno scontro istituzionale. Come ha vissuto questa situazione e cosa s’auspica per il futuro? “Credo che nonostante lo scontro politico e istituzionale siamo riusciti a fare tante cose, penso proprio alle Universiadi e alle strutture sportive che ne hanno tratto giovamento. Il mio auspicio è che con l’amministrazione Manfredi si riescano a sviluppare rapporti più sereni con la Regione Campania e il governo nazionale. Questa rimodulazione all’insegna del dialogo può aiutare il lavoro sul territorio che rappresenta la priorità assoluta”
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14 MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
I MIGLIORI ANNI DELLA MIA STORIA SONO GLI ANNI VISSUTI A CASORIA Se dovessi dare un titolo a questa nostra conversazione sarebbe “I migliori anni”, mi confida con la voce incrinata dalla nostalgia Michele De Luca, o meglio Alan, come ha scelto di ribattezzarsi quando ha capito che il suo futuro sarebbe stato nello spettacolo e non in un ufficio del comune di Casoria. Eh sì, perché è lì che quando era ancora solo Michele, Alan De luca iniziò la sua vita professionale, con un lavoro serio alle dipendenze della pubblica amministrazione casoriana. Ed è lì che lo riporto oggi con il cuore e con la memoria. Sarà la luce calda di questo pomeriggio d’autunno che non sa se affacciarsi all’inverno con improvvise raffiche di un vento fresco che ammassa in cielo grigi cumulonembi minacciosi, oppure aggrapparsi agli sfilacci di un’estate torrida, sfibrante eppure già rimpianta, che altrettanto improvvisi si affacciano dagli squarci aperti nel grigio da lame affilate, scintillanti di luce e calore, o sarà la somma di entrambi che induce a lasciarsi andare alle confidenze e alla nostalgia, ma sento che Alan oggi ha voglia di raccontarmi una bella storia. E io non vedo l’ora di ascoltarla. I miei migliori anni sono iniziati quando mi sono trasferito a Casoria dal centro di Napoli. Ho vissuto alla Cittadella durante gli anni della scuola superiore. Frequentavo il Margherita di Savoia e andavo in pullman a Napoli tutte le mattine. Nel pomeriggio, al rientro dalla scuola, frequentavo il quartiere. Ne ricordo gli inizi, ricordo il giornalaio che aveva aperto l’edicola da pochi giorni e che accompagnavo a Napoli a prendere i giornali. La mia vita si svolgeva nel quartiere, a parte la scuola e a parte le volte in cui andavo al centro storico
RACCONTA EMOZIONATO IL POPOLARE ATTORE-REGISTA ALAN DE LUCA, CASORIANO DI IMPORTAZIONE E PER PASSIONE CHE CI CONFIDA IL SUO RAPPORTO D’AMORE CON LA CITTÀ DI SAN MAURO DOVE MICHELE DE LUCA RINACQUE NELLE VESTI DI ALAN E CI SVELA IN ANTEPRIMA I SUOI ULTIMI PROGETTI
a Napoli a trovare i miei amici, tra cui Pino Daniele e il suo gruppo che suonava. Poi a Casoria, alla Cittadella, con mia sorella e mio cognato mettemmo su una radio di quartiere, Radio Quasar, ben prima che esistessero Radio Marte o Kiss Kiss e le altre. Di quali anni parliamo? Dunque… io mi sono diplomato nel ’75, quindi più o meno in quel periodo. Appena diplomato, iniziai anche a fare il DJ in una discoteca di Napoli e poi proprio a Casoria. Le mie attività artistiche sono iniziate a Casoria: prima la radio e poi alla discoteca Old Station, in cui fu girato anche il film di Nino D’Angelo “Celebrità” nel quale io interpretai per un attimo me stesso. A Casoria in quegli anni l’Old Station era una delle più belle, fatta in un vecchio mobilificio di un anziano signore che ricordo con molto piacere e che si chiama Infante. In questo locale meraviglioso io avevo degli amici, tra i quali anche persone di Casoria e dintorni con cui siamo ancora amici e che sono rimaste nel mondo dello spettacolo. Dopo la radio e la discoteca mi sono impiegato grazie alla legge speciale 285 al comune di Casoria. Che mansione svolgeva? Inizialmente svolgevo una mansione bellissima: lavoravo nell’assistenza scolastica ed ero innamorato del mio lavoro, perché io in teoria collaboravo con l’equipe psicopedagogica nelle scuole e ci dedicavamo ai ragazzi che avevano difficoltà ad esempio nell’inserimento, ma capitava anche che andassi proprio in classe a supplire qualche docente che mancava, pur non avendone la qualifica, ad esempio alla Martin Luter King, una scuola media. Avevo un ottimo rapporto
VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021 sia con gli insegnanti che con il preside di allora. Con alcuni degli alunni diventammo amici e lo siamo tutt’ora, ad esempio con una ragazza, Tina Zavorra che oggi è una psicoterapeuta, ha girato il mondo e adesso che è tornata a Napoli ci vediamo ogni tanto. Contemporaneamente io lavoravo a scuola la mattina, mentre la sera nei fine settimana facevo il DJ. I ragazzi mi vedevano a scuola in una veste piuttosto seriosa e poi mi ritrovavano in discoteca nel fine settimana in tutt’altra veste. Erano tempi meravigliosi e li ricordo con grandissima nostalgia. Io avevo una Dune Bugie, un fuoristrada scoperto e ci andavo a scuola. Quindi i ragazzi mi vedevano come uno di loro. Era bellissimo. Purtroppo questo lavoro a scuola finì presto e fui trasferito ad altra mansione. D’estate però lavoravo come animatore turistico nei villaggi e quindi mi misi in ferie. E così, dopo un mese di lavoro mi vennero a cercare perché mi ero già preso un mese di ferie! Paventarono un licenziamento che però tecnicamente non era facile attuare… non è che ne ebbi paura, però… un giorno, dal barbiere, in uno di quegli incontri da film, vidi il sindaco Francesco Polizio, figura politica di spicco in quegli anni, che mi disse “se continua così lei sarà licenziato!” io cercai di scusarmi “sono stato malato”, dissi, “non è credibile”, mi rispose… va be’ comunque alla fine non successe nulla di tutto ciò, anzi. Il desiderio e la passione di fare altre cose emerse proprio quando dalla scuola passai a lavorare in ufficio: prima ufficio demografico, poi ufficio ragioneria e infine ASL ad Arpino. Passai anni a fare lavori che non mi andavano proprio. Confesso che tra l’altro non ero molto bravo a fare carte d’identità e atti notori. Successe poi che sul finire degli anni Ottanta, quindi una deina di anni dopo, quando già lavoravo da tanti anni nei villaggi vacanze, misi su a Napoli un locale che si chiamava Flag che ebbe un successo straordinario e contemporaneamente ci fu per me anche un’esplosione di popolarità televisiva, grazie alla partecipazione al programma Gran Premio condotto da Pippo Baudo in prima serata e poi al Maurizio Costanzo Show, in cui interpretavo il personaggio del cantante tamarro con un caschetto biondo in testa alla Nino D’Angelo, che a sua volta è di San Pietro a Patierno, quartiere di Napoli vicino a Casoria. Cantavo delle canzoni ironiche che piacquero molto, così cominciai seriamente a pensare di lasciare il mio lavoro al comune.
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Gli amici mi consigliavano di rimanere …della serie “tieniti stretto il posto sicuro che questa cosa della televisione non si sa come va…” e in effetti avrei potuto ascoltarli, ma in realtà, dopo questo fenomeno della fine degli anni ’80 inizio ’90, in cui partecipai a vari programmi, tra cui anche “Stasera mi butto”, “Gran Premio” e il “Maurizio Costanzo Show”, feci anche un programma dalla RAI di Napoli, che si chiamava “Caccia al biglietto”, che invitava all’acquisto dei biglietti della lotteria, decisi di licenziarmi, perché non sono mai stato un lavativo, né un approfittatore… …bravo! Quindi correttamente decise di lasciare il posto per qualcun altro che magari aveva voglia e bisogno di lavorare… Infatti. Va detto però che dopo questi anni di boom, in cui io andai a vivere a Roma con la mia compagna che poi divenne mia moglie e dalla quale venticinque anni fa ho avuto una bellissima figlia che canta anche lei, metà in napoletano e metà in portoghese, ci fu un calo, come spesso accade in questi casi. E nei periodi bui tutti quanti mi rinfacciavano di aver lasciato il posto fisso. Nei momenti migliori invece mi dicevano che avevo fatto bene. Insomma, funziona così. Rimasi quindi qualche anno a Roma e cominciai seriamente a pensare di aver sbagliato scelta, ma tenni duro. Tornai a Napoli nel ’96 e pensai che dovevo fare qualcosa tipo “Striscia la notizia” in versione locale. Andai a Canale 21 sponsorizzato da un amico che aveva l’agenzia turistica e feci “Fischia la notizia” che dopo un paio
di anni, passato all’emittente TeleoggiCanale 9, sarebbe diventato Telegaribaldi”. E fu un’esplosione. Intanto quali erano diventati i suoi rapporti con Casoria? Intanto, io sono rimasto a vivere con mia madre a Casoria fino all’età di trentacinque anni. Mia madre abitava a via Giotto ed era rimasta vedova da giovane. Poi ho messo su casa con la mia compagna prima a Roma e poi a Napoli, ma quando, dopo un paio di anni di incertezza esplose finalmente il successo di Telegaribaldi io abitavo ad Arpino, in una casa che probabilmente mi ha portato fortuna. Per dire che la casa le ha portato fortuna deve essere successo qualcosa di speciale… ci racconti. Subito! Io avevo comprato i mobili per arredare la casa da Donna Concetta firmando un bel numero di cambiali per pagarli perché non avevo soldi. Donna Concetta…cioè la “famosa” Concetta Mobili che inondava di pubblicità le TV private locali negli anni ‘80’-90? Proprio lei. Era un mito, un personaggio straordinario che successivamente io e Lino D’Angiò invitammo anche nei nostri programmi. Tornando al fatto: quando facevo “Fischia la notizia”, chiamai Lino D’Angiò che era un bravissimo attore e imitatore che avevo conosciuto… Come nasce il sodalizio De LucaD’Angiò? Avevo questo programma in testa e siccome avevo intenzione di far diventare uno dei suoi punti di forza l’imitazione dell’allora sindaco di Napoli Bassolino, non volendo farlo io perché non ho mai amato lavorare da solo, ma sempre in collaborazione, chiamai Lino che era bravissimo… …e nacque l’esilarante Bassolindo! Infatti. Nel frattempo c’erano le cambiali di donna Concetta da pagare e nel giro di qualche mese la trasmissione passò a Canale 9 e il successo fu tale che in breve tempo andai da Concetta e pagai tutte le cambiali. Lei fu contentissima del mio successo “Hai visto? Donna Concetta ti ha portato fortuna!”, mi ripeteva. Cominciò una nuova vita: Telegaribaldi mi portò benessere, notorietà, grande soddisfazione insomma. E questa è storia. Ma torniamo a parlare del suo rapporto con Casoria. Per Casoria ho sempre avuto un affetto particolare: già quando stavo lì organizzavo spettacoli quando ero ancora im-
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16 piegato… e una volta mi candidai pure! Ebbi un buon successo elettorale, solo che era incompatibile il ruolo di impiegato comunale con quello di consigliere e quindi lasciai perdere. La cosa carina è che feci la campagna elettorale basata sui miei registri, organizzando un paio di spettacoli con i ragazzi di quartiere. Fu molto bello. Poi ho conosciuto anche Nando, il vostro direttore. Non ci sono state molte occasioni di frequentazione, ma c’è stata da subito una grande stima reciproca. Il mio rapporto con Casoria è continuato anche quando sono andato a vivere a Napoli, perché mia mamma e mia sorella erano a Casoria. Anzi, mia sorella Isabella ha una palestra molto grande a Casoria, alla Cittadella, dov’era la radio Quasar e infatti anche la palestra si chiama Quasar in ricordo di quella fantastica esperienza. E poi anche con gli amici d’ufficio ci siamo tenuti in contatto. Il caso ha voluto che alcuni miei colleghi di lavoro, come Rosalia Porcaro, sono di Casoria. Nino D’Angelo è di qua vicino, quindi come se fosse Casoria. Fu molto divertente a Casoria al palazzetto dello sport quando partecipai al programma di Nino D’Angelo per Canale 5, nel quale facemmo uno skatch io con il caschetto biondo e lui al naturale. Io sono sempre attento a quello he succede anche amministrativamente a Casoria, perché davvero I have a dream, io ho un sogno per Casoria: vederla crescere come altre cittadine, come Pomigliano, che negli ultimi vent’anni si sono evolute tantissimo. Purtroppo Casoria è rimasta ferma, anzi. E questo mi addolora moltissimo. Io non riesco a capire come mai non si riesca ancora oggi ad avere un’amministrazione stabile che ami il territorio. Io ho sempre immaginato Casoria con più verde, con più ville, con spazi di aggregazione dove fare attività ricreative, di integrazione, creare opportunità di spettacolo. C’è un potenziale enorme, per esempio quello religioso. Non lo so perché non si riesce a fare niente e dobbiamo continuare a vedere questo agglomerato di macchine, questo degrado, non c’è vivibilità…quando ci torno mi rattristo sempre molto. Vedo Marigliano, Pomigliano che fioriscono e Casoria non riesce a risollevarsi. Provo un forte rammarico. E devo constatare che nessuna amministrazione riesce a fare niente in tal senso. Lei ora dove vive? Dopo il letargo in campagna a Varcaturo del periodo del lock down sono torna-
to a vivere con la mia compagna al centro storico di Napoli, in via Atri. Io ho sempre vissuto nel cuore di Napoli, mi piace molto. Ho messo su anche un piccolo teatro che si chiama Lazzari Felici, affianco alla casa di Pino Daniele. Tra qualche mese ne avrò uno nuovo che si chiama Addumé, nel quale lavorerò anche con ragazzi che sono a rischio evasione scolastica. Abbiamo dei progetti molto interessanti già approvati. Avremo dei laboratori gratuiti nei quali accoglieremo ragazzi a rischio dispersione scolastica. Quindi oltre ai miei spettacoli, faremo anche un percorso molto importante per aiutare questi ragazzi. Ogni fine settimana però torno a Casoria da mia madre che ora ha 91 anni, anche per dare un po’ di respiro a mia sorella che se ne occupa tutti i giorni. Quanto è importante la famiglia per lei? È tutto. Io ho perso il papà giovanissimo, avevo 16 anni. Mia madre aveva venticinque anni meno di lui, quindi è rimasta sola tutta la vita. Il destino ha voluto che la stessa differenza di età intercorra oggi tra me e la mia attuale compagna che ha a sua volta 25 anni meno di me��������������������������� . Abbiamo entrambi un legame fortissimo con le nostre famiglie. Io sono legatissimo a mia madre e me la godo ogni più che posso. Visto il suo grande amore per Casoria, perché non propone un progetto contro l’evasione scolastica anche lì? Ci sto pensando da tempo. Ma onestamente le dico una cosa sconfortante: se non parte da me l’iniziativa, mica parte da loro! Tutte le amministrazioni che si sono avvicendate non hanno mosso un dito. Ora mi sta invitando lei, ma nessuno prima mi ha detto “Alan, o Michele, come preferiscono, perché non facciamo una cosa a Casoria?” Adesso però la stiamo dicendo e io la scrivo: hai visto mai che solletichiamo qualche palato, pungoliamo qualche amministratore assopito… In passato ho proposto anche spettacoli gratis, eppure finora nessuno mi ha invitato. Vedrà che dopo aver letto questa intervista le cose cambieranno! … intanto, quali altri progetti bollono in pentola? Beh, dopo Telegaribaldi, diversi film, e la fiction con Castellitto, devo dire che il cinema negli ultimi anni mi stimola moltissimo, anche se il teatro è sempre insostituibile. Ho scoperto tuttavia in me una grande passione per il cinema e ho
dei progetti a cui tengo molto. Ce li riveli, su! Non posso. È un tacito segreto tra me e coloro con i quali li sto realizzando. Dico solo che è un progetto molto importante, con un regista importante, è un docufilm su un tema molto napoletano, ma inteso in una visione decisamente nuova. Successivamente c’è il progetto del film sulla vita dell’impresario che ispirò il personaggio di Guardascione, che interpretavo a Telegaribaldi ed è veramente esistito. Si tratta di un film drammatico sulla vita di un uomo che ne ha combinate un bel po’ e trova infine una redenzione che lo riscatta. È lo spaccato di un mondo che è sempre stato visto in maniera o Gomorroide, o comico brillante, il mondo delle feste di piazza, dei matrimoni eccetera. Sarà un film incentrato più sull’umanità di quest’uomo che sull’aspetto malavitoso. La vedremo quindi in un ruolo inedito perché l’associazione Alan De Lucacommedia brillante è immediata! È vero, però io ho già fatto ultimamente un film che si chiama Take Five, con la produzione napoletana Bronx e ultimamente con la produzione dei fratelli Cannavaro un altro dal titolo Valentino stories, diviso in tre episodi, in uno dei quali io interpreto il direttore del carcere di Nisida. Con Castellitto invece, ero il suo antagonista politico, per cui io al cinema non sono assolutamente un comico. Fatta eccezione ovviamente per il film che nel 1999-2000 facemmo con Lino D’Angiò in cui anticipavamo tanti temi che poi sono diventati sensibili negli anni successivi. Siete stati dei precursori! In quel caso sì. In ogni caso preferisco i ruoli drammatici al cinema e sono molto intrigato dal ruolo di cattivo. Ma nella mia vita ho fatto sempre un po’ così. Ogni volta che sono arrivato a livelli molto alti ho sempre lasciato per sperimentare qualcos’altro e ricominciato a capo, come quando ero al vertice della notorietà e nei villaggi vacanze e ho mollato tutto per aprire dei locali miei a Napoli… Come dire: prima che inizi la parabola discendente chiudo io e passo oltre! Indice di grande curiosità e coraggio. Di sicuro. Ma in alcuni casi è stato anche indice di incostanza. Incostanza talvolta è animata dalla grande voglia di ricerca e di capire sempre qualcosa in più della vita. Ah, questa voglia, di certo non mi manca mai!
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CHIARA D’APONTE
ANDREA CAPANO:”ONORATO DI ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE, NONOSTANTE IL PERIODO DIFFICILE” È ormai noto a tutti che la situazione nelle segrete stanze del Comune sia alquanto complessa. Cambi di casacche, tensioni e scissioni sono all’ordine del giorno. Ma il “carrozzone” comunale deve comunque andare “avanti da se” ed ha bisogno di qualcuno che non lo faccia sbandare. Ed è proprio questo ciò che Andrea Capano fa. Casoriano, classe 1967, Capano si interessa di politica fin da giovane. Il primo incarico arriva nel 2002 quando viene eletto consigliere comunale. “Nelle successive campagne elettorali sono sempre stato rieletto e, alcune volte, sono stato il più votato in città. Non nascondo che ciò mi abbia procurato un certo imbarazzo ma anche un’ enorme soddisfazione perché è la dimostrazione che il mio impegno è costante e quotidiano, non si limita certo alle settimane della campagna elettorale”. Un successo che egli
attribuisce all’affetto di amici e famiglia. Attualmente Capano riveste il ruolo di Presidente del consiglio comunale “ruolo complesso e delicato che cerco di ricoprire nel miglior modo possibile. Sicuramente ho commesso, commetto e commetterò degli errori ma, quotidianamente, mi impegno a garantire il regolare svolgimento di commissioni consiliari e Consigli”. Capano sa che la situazione è complessa e le divisioni interne ai vari
RAFFAELE SILVESTRO
gruppi sono tante e probabilmente insormontabili ma si augura che “le varie commissioni lavorino senza far prevalere dissidi e differenze”. Del resto c’è un bilancio da approvare e un Ente da risanare definitivamente. “Questa Amministrazione che si è insediata da ormai poco più di due anni ha dovuto affrontare diverse emergenze, facendo anche scelte difficili, ma che sono certo porteranno nel tempo a dare i frutti sperati. Mi riferisco in primis alla dichiarazione di dissesto economico, che al momento ci vede un po’ in difficoltà nella gestione dei servizi, ma nel tempo sono sicuro servirà a riportare ordine nelle casse del Comune”. Tra gli obiettivi di Capano, infine, c’è quello di fare di Casoria un Comune aperto a tutti “mi farebbe piacere poter costituire il consiglio comunale dei bambini, in modo da poter avvicinare anche i giovanissimi alla politica”.
PROCLAMA LA NEO SINDACA CINZIA ARUTA Lunedì 11 ottobre, nella sede del comune, è stata proclamata a primo cittadino di Arzano Cinzia Aruta. Molti i sostenitori a seguito della cerimonia, tanti sorrisi e già grande voglia di lavorare. Sono partite, infatti, le riunioni interpartitiche per formare la nuova squadra di governo, che avrà l’arduo compito di risollevare il paese da anni di buio e mala politica. Abbiamo elencato, in un nostro vecchio numero, i tanti problemi che attanagliano il comune di Arzano, ci vorrà tempo, pazienza e tanta, tantissima, buona volontà. Per quanto riguarda i consiglieri comunali di maggioranza, abbiamo uno dei gruppi più giovani di sempre, volenterosi e pieni di energie. Per quanto riguarda le nomine, sappiamo ancora molto poco, l’unica certezza, è che sarà un governo tecnico, ma soprattutto capace. I primi 12 mesi saranno fondamentali, bisognerà, sin da subito, rimettere in sesto tutta la macchina comunale, che ormai funziona poco e male, ma lo scoglio più grande, è il dover spendere i tanti fondi arrivati al comune. Più di mezzo milione di euro da utilizzare per opere pubbliche, non bisognerà sbagliare nulla, la nuova sindaca con tutta la giunta comunale, dovrà prendere importanti decisioni. Non ce la sentiamo di dare un termine massimo al nuovo primo cittadino, consapevoli dei tanti problemi, non vogliamo dare fretta al lavoro che c’è da fare, ma ci teniamo a chiedere presenza, correttezza e lavoro duro per tutti e 5 gli anni (sperando di non intaccare nell’ennesimo scioglimento). La strada è lunga, tortuosa e in salita, ma se si mette il bene comune avanti alle proprie esigenze, si potrà fare molto.
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MARCO STILETTI
CAMBIO DI POLTRONA AL COMUNE: LUIGI MAGLIONE DIVENTA SINDACO RIMPIAZZANDO VITO MARINO
La vicenda del cambio della guardia tra il sindaco entrante Luigi Maglione e quello uscente Vito Marino nel Comune di Casavatore è segno che non bisogna mai mollare. L’ex consigliere dell’opposizione ha fatto ricorso spingendo fin dove poteva e il Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa, ha confermato la sua vittoria rendendo pari il ballottaggio tra i due candidati. Anche Vito Marino, il sindaco uscente, con tanta e ostinata caparbia ha mandato avanti un comune insieme alla sua amministrazione e giunta in modo esemplare nonostante l’annus horribilis della pandemia e di una maggioranza molto critica, ma collaborativa. Proprio quando si stavano sbloccando tanti progetti, che avrebbero migliorato di nuovo Casavatore, ecco la doccia fredda per l’amministrazione Marino che ne esce sconfitta anche se i voti del ballottaggio per la sentenza finale risultano pari (3302 ad entrambi), ma lo Statuto dichiara vincitore il dottor Maglione per anzianità. Solo per questa norma la coalizione dell’ex
consigliere andrà ad amministrare il Paese. Vito Marino passa all’opposizione, intera giunta mandata a casa e i consiglieri attuali di maggioranza solo alcuni rimarranno con l’ex sindaco. Tutto dipendeva dalla sezione elettorale 17 per due voti contestati e annullati. Non assegnati dal presidente di seggio proprio allo sconfitto. Sono partiti i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato e dopo oltre un anno Maglione prende il posto di Marino dato che quei due voti contestati sono validi ora. La notizia della vittoria di Luigi Maglione è diventata pubblica in pochi minuti. Entrambi i contendenti alla poltrona di sindaco hanno commentato a caldo: “Sono contento sia stata fatta chiarezza. Non abbiamo preso niente di nessuno”. Anche Marino non è riuscito a rimanere in silenzio e ha commentato: “Rispetto il risultato della Magistratura. Il paese risulta spaccato in due. Casavatore merita un doppio impegno”.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
PREMIO GIORNALISTICO NAZIONALE “MIMMO FERRARA” QUINTA EDIZIONE 2021 In occasione della quinta edizione 2021 del Premio Giornalistico Nazionale “Mimmo Ferrara” che si è tenuto sabato 9 ottobre 2021 alle ore 10.30 presso la Sala dei Baroni – Maschio Angiono (Na) sono stati premiati i vincitori della quarta edizione 2020 la cui cerimonia di premiazione era stata sospesa a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia Covid-19. Il primo classificato è Daniele Di Martino, con l’articolo su Rosa Anastasio, l’assistente sociale della RSA Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia mentre il secondo posto è stato assegnato a Francesca De Martino con un testo su Letizia, l’ostetrica italiana che combatte il Covid-19 in Inghilterra, pubblicato sull’Espresso. Menzione speciale a Gaia Martignetti per la sezione Video, pubblicato su
Fanpage.it. Il premio, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti Nazionale e Regionale della Campania, dalla Casagit e dalla famiglia Ferrara con il patrocinio della Regione Campania, a quattro anni dalla scomparsa, è intitolato al giornalista napoletano che, tra l’altro, è stato per dieci anni Presidente Nazionale della CASAGIT. Nel 2020 sono stati analizzati articoli giornalistici, reportage e servizi radio televisivi e online con particolare riferimento alle storie e ai protagonisti del Coronavirus - Covid 19. La Giuria, inoltre, all’unanimità ha conferito un premio alla carriera a Ottorino Gurgo, già direttore del Roma, giornalista parlamentare e autore di romanzi, biografie e numerosi saggi, romano d’adozione, ma nato a Napoli
città che porta sempre nel cuore. Sono state, infine, conferite due Menzioni Speciali a Mario Guarino, Responsabile del Pronto Soccorso del CTO e Fiorella Paladino, Direttore del Pronto Soccorso del Cardarelli, per l’impegno e l’attività svolta nella lotta contro il Covid-19.
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FRANCESCO TAGLIALATELA
FRAMMENTI DI UNA GLORIOSA MEMORIA: IL RACCONTO DI ALDO ESPOSITO
Ad oggi quando si parla di calcio si tende a guardare e ad analizzare esclusivamente gli aspetti legati al rettangolo verde, quelli superficiali che sono davanti agli occhi di tutti. Si tende ad attribuire meriti o demeriti a questo o a quel giocatore/allenatore e spesso si perdono di vista alcuni ruoli più che mai centrali nell’economia dello staff tecnico di una qualsiasi squadra. Uno di questi ruoli è quello del fisioterapista o riabilitatore fisico, di fondamentale importanza per il buon mantenimento psico-fisico delle singole individualità di una squadra. Un ruolo che è strettamente connesso e a pieno coinvolto nei successi o nei fallimenti di una squadra sul campo. Quando si dice di una squadra di calcio che è forte, beh questo è semplicemente il frutto del buon lavoro svolto dall’intero “staff tecnico” di quella squadra. Lo staff tecnico funziona come una grande famiglia con diverse componenti al cui interno vigono delle regole ben precise con una disciplina talvolta alquanto rigida. Ho avuto il piacere e l’onore di intervistare un professionista di curriculum come il dottore campione del mondo 2006 con la Nazionale Italiana di calcio, Aldo Esposito. Un uomo dai grandi valori, che sa cosa vuol dire la fatica e il sacrificio. Ha lavorato con grandi campioni come Alex Del Piero, Fabio Cannavaro e tanti altri, protagonista attivo di quel magnifico mondiale del 2006 di cui mi ha narrato alcuni aneddoti e ricordi di cui ho fatto, faccio e farò sempre tesoro. Da persone così c’è solo da imparare. Aldo mi racconti la sua carriera professionale, dagli inizi fino ad oggi: “Dunque una volta diplomatomi alla scuola media superiore intrapresi gli studi in fisioterapia. Nel frattempo già lavoravo per la squadra locale del mio paese d’origine, l’Isernia, che all’epoca militava nel Campionato di Promozione. Da lì ho sempre abbinato e fatto convivere la professione di fisioterapista sia in ambito sportivo che al di fuori dello sport, sempre con l’Isernia fino alla Serie C2. Da Isernia sono passato poi al Castel di Sangro in Serie C (anni 94’95’) come consulente fisioterapico. Non c’è stato solo calcio nella mia carriera, ma ho fatto esperienze anche in squadre
di basket e di pallavolo. Inoltre tra il 91’ e il 93’ sono passato al Cagliari Calcio, con Mazzone allenatore arrivando a qualificarci addirittura per la Coppa Uefa. Quella di Cagliari di sicuro fu per me una sorta di trampolino di lancio, una vetrina grazie alla quale farmi un nome e diventare davvero grande nel mio lavoro. Dopo il Cagliari sono tornato nel mio paese, ad Isernia, dove ho continuato a lavorare anche come privato nel mio studio personale. Successivamente da Isernia decisi di spostarmi a Torino per lavorare nello staff tecnico della Juventus in cui ho operato dal 95’ al 2010. C’è da dire che oltre alla Juve c’erano anche altri club che mi avevano avanzato delle offerte lavorative, ma io optai per i bianconeri visto e considerando anche quelle che erano le mie ambizioni di espandermi a livello professionale. Quello di Torino è un ambiente totalmente diverso rispetto a Cagliari, con maggiori responsabilità, maggiori pressioni anche perché la Juventus era ed è un club di livello internazionale che ambisce sempre al massimo e dunque non si ammettono distrazioni. Ancora, dopo la Juventus arrivò un’altra grande e per certi versi inattesa soddisfazione, perché dal 97’ entrai nel giro della Na-
zionale di Calcio Italiana rimanendovi per vent’anni.” Che incidenza ha il suo lavoro nel mondo del calcio? “Per quanto riguarda la mia esperienza personale posso dirti innanzitutto che quello del fisioterapista non è un lavoro facile, richiede molte responsabilità e non è praticamente ammesso il minimo errore. In ambito sportivo poi è ancora più complesso di quello che può sembrare. Il mio è un tipo di lavoro pratico, dunque non servono a nulla le chiacchiere, ma servono esclusivamente i fatti, anche perché di speculazioni se ne fanno fin troppe. C’è da dire inoltre che il lavoro del fisioterapista si va ad inserire all’interno di un contesto multidisciplinare nel caso del calcio, dove ogni singola componente è slegata e indipendente dall’altra, ma allo stesso tempo funzionale all’altra nel senso che il puzzle di uno staff tecnico ad esempio necessita di tutte le sue componenti per poter funzionare alla perfezione. Dall’allenatore, passando per i massaggiatori e i fisioterapisti, fino ai magazzinieri, ogni singola componente ha la sua singolare importanza e offre il suo singolare contributo.” Aldo da tempo ormai vive stabilmente a Torino. Com’è stato cambiare ambiente e cosa ti ha spinto a farlo? “Diciamo che la spinta principale che mi ha portato a trasferirmi è stata non solo legata ad un discorso di tipo lavorativo, vedi l’approdo alla Juventus di cui ti ho parlato, ma anche proprio a livello personale ho avverito il bisogno di cambiare città, quasi di emigrare verso un polo di maggiore attrazione come può essere appunto Torino con maggiori opportunità. Questo per me significava espandermi, accrescermi a livello professionale e auguro a tutti coloro che vogliono intraprendere il mio stesso percorso di seguire bene o male questa wave. Credo quindi che indipendentemente dalle offerte allettanti della Juve mi sarei trasferito lo stesso, magari in un’altra città diversa da Torino, ma è un passo al quale stavo già pensando da tempo. Inoltre l’accoglienza qui è stata da subito fantastica e tutti si sono messi a disposizione facendomi sentire come
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22 a casa. Inoltre grazie a questo lavoro che è stato sempre ciò che ho amato ho avuto modo di lavorare a stretto contatto con grandissimi campioni e uomini di altissimo spessore umano. Anche la mia famiglia si è trovata bene da subito qui e a dire la verità non abbiamo avuto grossi problemi di ambientamento, anzi.” C’è un momento che più di altri le è rimasto impresso nella mente e stampato nel cuore del Mondiale vinto nel 2006? “Parto col dire che quella fu davvero una grandissima annata, un’impresa storica. Vincere un Mondiale non ha prezzo e a prescindere da tutto è un qualcosa che ti segna sì come professionista per il duro lavoro svolto e ripagato, ma anche proprio a livello umano come persona. Ecco noi dello staff della Nazionale Italiana di Calcio eravamo prima ancora che un gruppo di colleghi, una vera e propria famiglia. Un gruppo
di amici legati indissolubilmente dalla passione per il calcio che con costanza, impegno e abnegazione hanno lavorato per un totale di tre anni, preparandosi con entusiasmo al Mondiale del 2006 in Germania. Forse è proprio la fase di preparazione quella più importante e più bella, dove si respira nel quotidiano quella sana competizione mista all’adrenalina che aleggia tra le file dei giocatori pronti a scendere in campo per l’esordio. A quel Mondiale parteciparono nazionali più blasonate rispetto a noi come la Francia o come la stessa Germania, ma eravamo comunque consapevoli dei nostri mezzi e volevamo metterli in pratica fino in fondo sul terreno di gioco. Detto questo, un’aneddoto che ricordo con piacere e che per forza di cose è rimasto fermo immobile nella mia mente è quando prima della partita contro la Germania, la storica finale, si avvicina
a me il capitano, Fabio Cannavaro che parlandomi in gergo dice: «Aldù, stamm in final». In quell’espressione, in quella frase c’era tutta la serenità, la calma olimpica, ma anche la grande concentrazione di Cannavaro che infatti onorerà quella finale arrivando ad alzare la coppa dopo il fischio finale. Emozioni uniche quelle vissute non solo quella notte, ma anche come dicevo prima dell’inizio dei Mondiali. Eravamo un gruppo solido e compatto e nonostante non fossimo i favoriti della vigilia eravamo rispettati e anche temuti. Va di diritto menzionato anche l’allenatore, Marcello Lippi che era un vero e proprio motivatore e non solo, anche un grande trascinatore e aveva il dono di valorizzare al meglio gli uomini a sua disposizione. Un uomo saggio e calmo a bordo campo, uno stratega vecchio stampo, come ormai non ce ne sono più.”
IDA PICCOLO
MARIO MAGLIONE STAR DELLA SECONDA PUNTATA DI A TU PER TU IN ONDA SULLE FREQUENZE DI PARTENOPE TV
Conclusa anche la seconda puntata di “A Tu per Tu”, il format condotto dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, ogni martedì sera, a partire dalle ore 20,45 sulle frequenze di Partenope Tv, l’emittente regionale leader in Campania (canale 188 del digitale terrestre), Puglia, Calabria e in tutto il Meridione (canale 190), ora anche in Abruzzo e in Croazia e in diretta streaming su www.partenope.tv. Per la seconda puntata la scelta è caduta su Mario Maglione, erede spirituale di Roberto Murolo, vulcanico interprete della cultura canora partenopea, ambasciatore della tradizione classica napoletana nel mondo e sensibile chansonnier. Nativo di Mergellina, Mario, legato da sempre alla figura paterna e ai pescatori di Mergellina, ha manifestato una forte passione per la musica e l’arte. Dopo aver lavorato come garzone in un bar, inizia i primi passi della sua carriera musicale nell’adolescenza, prima con la batteria, poi con la chitarra, fino ad arrivare ai suoi successi internazionali. Maglione si è raccontato a 360 gradi, mettendosi a nudo, aprendo il suo cuore sotto le domande incalzanti dei conduttori e ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera, i suoi tanti incontri importanti tra cui Roberto Murolo, Maurizio Costanzo, Sergio Bruni, Aurelio Fierro, Mario Da Vinci, Mirna Doris, Marzio Honorato, Marisa Laurito, le sue lunghe tournée in Giappone, Ungheria, Inghilterra, Germania, Emirati Arabi, Svizzera, Australia, Olanda, Canada, Argenti-
na, Francia, Romania, Albania, Croazia, Tunisia, Corea del Sud e Kenia, la bellissima e suggestiva Festa dei Pescatori, le sue numerose incisioni, i vari prestigiosi riconoscimenti e le sue innumerevoli partecipazioni televisive. Tra chiacchiere, ricordi, battute, inevitabilmente si è parlato anche di Covid, sono stati mostrati dei blocchi fotografici sulla sua carriera, sulla sua vita personale, dei montaggi tratti dai suoi viaggi e dalle sue partecipazioni televisive e teatrali, i videosaluti, del tutto inaspettati, di Monica Sarnelli, Espedito De Marino, Massimo Colatosti e Annamaria Colasanti, Mario Messina, I Panama, Zimau Funk, Fiorenza Calogero e del sarto internazionale Nino Cioppa. Molto apprezzata la rubrica “In cucina con Gemyy” curata dalla food blogger Gemma Caruso, che ha preparato per il nostro Mario le mezze maniche con zucchine e vongole. Il maestro Maglione ha regalato ai telespettatori dei momenti live interpretando dei brani della tradizione napoletana, tra cui Scriveme, Lusingame, Indifferentemente con l’ausilio della nostra Ida Piccolo, Carmela, un omaggio a Eduardo De Crescenzo e l’inedito ’O silenzio do’ core scritto da Marco Fasano, poi si è sottoposto ad un fuoco di fila di domande, a cui ha risposto con sincerità. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. La puntata andrà in replica domenica sera, alle ore 21,00, su Partenope Tv.
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ROBERTO CONTE
“ANCHE GLI SCUGNIZZI DELLE PERIFERIE POSSONO ‘SCALARE I MURI SEGUENDO ESEMPI E VALORI POSITIVI”
“Quanta strada aggio fatto pe’ sagli’ sta furtuna mmiez’ ‘a gente distratta io nun ero nisciuno, quanta notte scetato pe’ scala’ chillo muro mmiez’ ‘e figli scurdato aggi’ appiso ‘a paura”. I ‘versi’ di uno dei suoi più grandi successi (Senza giacca e cravatta) presentato al Festival di Sanremo nel 1999 sono stati i più citati da docenti e studenti per raccontare ‘l’esempio pedagogico’ dei testi e delle canzoni di Nino D’Angelo celebrato dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli (video integrale dell’incontro su https://www.facebook. com/25058359022/videos/347619457159157), in occasione della presentazione del suo nuovo progetto “Il poeta che non sa parlare” (libro, disco e tour). Rigorosamente ‘senza giacca e cravatta’ lo scugnizzo di San Pietro a Patierno (dove campeggia dallo scorso anno il murales dedicatogli da Jorit) ‘salito’ in cattedra al Suor Orsola, uno degli Atenei italiani di maggiore prestigio e tradizione nel settore degli studi pedagogici, non ha nascosto la sua emozione. “Non so se merito di esse-
La lezione di Nino D’Angelo agli studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa in occasione della presentazione del progetto “Il poeta che non sa parlare”
re ‘studiato’, ma questa scelta accademica mi inorgoglisce molto e premia 45 anni di duro lavoro e soprattutto la mia evoluzione culturale degli ultimi 20 anni”. Per l’ex caschetto d’oro (“ricorderò sempre quegli anni con grande affetto e non rinnegherò mai quella prima stagione della mia carriera in cui ho fatto riscoprire al grande pubblico la musica napoletana d’amore”) la svolta c’è stata nel 1998 con il David di Donatello come miglior musicista e il Nastro d’argento per la mi-
glior musica con la colonna sonora del film di Roberta Torre “Tano da morire”. In quel momento, come ha raccontato Nino D’Angelo agli studenti dell’aula magna del Suor Orsola, “ho capito che potevo fare di più, volare più alto anche a livello culturale”. “Con questa giornata di studi abbiamo voluto dimostrare che attraverso la musica e attraverso i linguaggi divergenti si possono lanciare tanti messaggi pedagogici fortemente incisivi come dimostra il caso di Nino
D’Angelo che, attraverso la sua musica, è riuscito a dare voce anche a chi non ha voce, come i tanti giovani delle periferie, trasmettendo il messaggio che anche se si nasce ‘da ultimi’ si può poi arrivare primi”. Nelle parole di Fabrizio Manuel Sirignano, professore ordinario di Pedagogia generale e presidente del corso di laurea in Scienze della Formazione primaria dell’Università Suor Orsola Benincasa, c’è il senso dell’iniziativa promossa dal Suor Orsola nel corso della quale testi, sonorità e linguaggi della musica di Nino D’Angelo sono stati analizzati sotto diverse angolazioni disciplinari con gli interventi dei pedagogisti, come il direttore del Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione del Suor Orsola, Enricomaria Corbi, di un antropologo di fama internazionale come Marino Niola, di un medico studioso di linguaggi musicali come Massimiliano Sirignano, di un grande artista come Jorit e di un musicologo appena celebrato al Festival del Cinema di Venezia come Pasquale Scialò.
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FRANCESCO DA VINCI DAL 5 OTTOBRE IL NUOVO SINGOLO “TE ARRUBBAT O’CORE”
E’ uscito il nuovo singolo di Francesco Da Vinci “ Te arrubbat o’ core” in collaborazione con il rapper napoletano Joka e l’artista milanese Nessuno arrangiamenti Nathys. Il brano dal sound pop urban narra le sfumature di un amore tormentato, tema ormai costante nelle canzoni scritte da Francesco Da Vinci:” Sono molto soddisfatto di questo mio ultimo singolo “Te arrubbat o’ core” una percezione dell’innamoramento capace di trasmettere gioia nonostante l’impossibilità di goderlo appieno, basta solo pensare a quella persona amata, seppur non vissuta nella quotidianità, per essere felice nella speranza di una sua telefonata per incontrarla ancora una volta per poi rivivere nel ricordo di quei baci rubati e di quei momenti non vissuti appieno. Per il 2022 è prevista l’uscita del mio nuovo album, anticipato dal lancio in questi mesi di qualche altro singolo. Non posso anticipare nulla al riguardo solo, che ci sarà una grossa sorpresa, per quel che concerne il mio percorso musicale” . Biografia Francesco Sorrentino, in arte Francesco Da Vinci, nato a Napoli classe 1993. Cantante e attore italiano. Figlio del noto cantante Sal Da Vinci. Da subito ha coltivato la sua passione per la recitazione e per la musica, coltivata prima con il padre e poi sul palcoscenico. Nel
2014, all’insaputa del padre partecipa ai provini per lo spettacolo di Alessandro Siani, “Stelle a metà”, dove entra a far parte del cast rivestendo il ruolo di uno dei protagonisti. Nello stesso anno debutta al Teatro Augusteo di Napoli. Nel 2015 partecipa come ospite allo spettacolo “Se Amore è - Revolution”, dove presenta “Amo l’Amore”, brano che per diverse settimane mantiene il primo posto nella classifica nazionale indipendenti di Radio AirPlay. Riceve il prestigioso Premio Malafemmina. Viene successivamente ingaggiato da Rai Cinema e Tunnel Produzioni per il film “Vita, Cuore, Battito”. Nel 2016 entra a far parte del cast di Gomorra La Serie per le riprese della terza stagione. Nel 2018 esce il suo nuovo singolo “Sul Io” che rappresenta la partenza di un nuovo percorso musicale e di un progetto del tutto innovativo che vede Francesco Da Vinci come autore e cantante. Nello stesso anno escono i singoli “Dammi
un bacio”, “Come te” feat I Desideri ed “Ora”, che anticipa la pubblicazione del primo EP digitale contenente 5 tracce inedite dal nome “Origini”. Nel 2019 Francesco prende parte alla quarta stagione di “Gomorra” non solo come attore, ma anche con due brani all’interno della colonna sonora della serie “Nun passa maje” e “Sulo io”. Nello stesso anno Francesco Da Vinci partecipa al programma televisivo “The Voice of Italy” presentandosi con l’inedito “L’ammore fa paura”. Sempre nel 2019 entra nel cast del musical “La fabbrica dei sogni. Dopo un periodo di inattività, rompe il suo “silenzio” per tornare con un progetto del tutto originale, in cui la maturità artistica raggiunta è innegabilmente tangibile. Il 19 giugno 2020 pubblica “Nu Vase Tuoje” feat. Livio Cori, con le sue sonorità pop-urban e internazionali che si mescolano, come in una danza, con il dialetto napoletano, è il brano perfetto per un nuovo inizio. A luglio presenta in anteprima su Made In Sud il suo nuovo singolo “Luntan a me” ft Sal Da Vinci, una collaborazione inedita che per la prima volta vede duettare padre e figlio. Sempre nel 2020, pubblica “Te voglio verè” dalle sonorità reggae ultra leggere e “Baby c’est la vie” feat. Marco Calone, che attualmente supera i 2 milioni di visualizzazioni.
SIMONETTA DE CHIARA RUFFO
NEL 1981 IL MONDO CONOBBE L’AIDS. IL PUNTO IN UN WORKSHOP A NAPOLI IL 7-8 OTTOBRE PROMOSSO DAL COTUGNO CON IL PATROCINIO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI (SIMIT) CIRCA QUARANT’ANNI DI HIV, MA CON MENO PAURA. DOPO LA CURA CON 2 SOLI FARMACI IN ARRIVO LA “TERAPIA LUNGA DURATA” Era il 1981 quando faceva la sua comparsa in letteratura scientifica una sindrome che da lì a poco sarebbe esplosa e conosciuta a livello mondiale come AIDS, soprannominata “la peste del 2000” perché all’epoca non lasciava scampo.
Dopo circa 40 anni e circa 40 milioni di vittime, oggi l’infezione da HIV si può trattare anche con una terapia a base di 2 farmaci da assumere in un’unica compressa. E presto basterà un’iniezione intramuscolare ogni due mesi che
migliorerà ulteriormente la condizione dei pazienti sieropositivi. Lo affermano i massimi esperti riuniti in occasione del V Workshop Hot Topics in Infettivologia organizzato e promosso dall’Ospedale Cotugno con il patrocinio della SIMIT
(Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) che si è svolto a Napoli all’Hotel Royal Continental il 7 e l’8 ottobre. I vertici del Cotugno, eccellenza mondiale nell’infettivologia lanciano anche un appello ai pazienti perché tornino a curarsi.
VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021 Anche se per un anno hanno occupato le copertine delle testate più prestigiose del mondo diventando un esempio nella lotta al Covid, in realtà hanno continuato a dedicarsi in silenzio alle tubercolosi, alle epatiti, alle encefaliti e all’HIV, che ampio spazio hanno avuto nelle varie sessioni del workshop. Inoltre, hanno ulteriormente arricchito i servizi al paziente. “Noi non ci siamo mai fermati con le altre patologie infettive – afferma Rodolfo Punzi, Direttore Dipartimento Malattie infettive e Urgenze Infettivologiche e Presidente SIMIT. Il Covid ha reso necessaria una completa riorganizzazione delle risorse economiche ed umane; basti pensare che solo in Italia abbiamo avuto 4 milioni di casi e 120.000 decessi. Ma non abbiamo mai abbandonato le malattie infettive per le quali il nostro ospedale è da sempre un importante punto di riferimento. Dedicheremo spazio al Covid perché gli operatori sanitari devono essere aggiornati sulle più recenti acquisizioni in merito alla patogenesi, alla diagnosi, alle nuove possibili terapie fino ad una disamina dei possibili futuri scenari in termini di prevenzione. Ma parleremo anche di epatopatie acute e croniche, di tubercolosi, di meningiti, encefaliti, sepsi e ovviamente delle nuove terapie dell’HIV. Nonostante non abbia più l’aspetto terrorizzante di 40 anni fa, continua a mietere vittime; inoltre il Covid ha allontanato i pazienti sieropositivi che per paura del contagio si sono aggravati. Ora dobbiamo “recuperarli”, anche perché oggi i pazienti sieropositivi sono più anziani e spesso sono affetti da patologie legate all’età come quelle oncologiche, cardiovascolari, metaboliche. Per cui devono seguire varie terapie e in al-
cuni casi “devono” essere ospedalizzati. A loro rivolgo un appello: venite con tranquillità in ospedale perché sarete al sicuro. Al Cotugno abbiamo 4 divisioni Covid e 4 non Covid, dove sono ospitati anche i pazienti con HIV”. Grazie alle terapie sempre più avanzate la tendenza oggi è anche quella di diminuire sempre più l’impatto farmacologico sul paziente, come afferma Elio Manzillo, Direttore U.O.C. Immunodeficienze e malattie dell’immigrazione: “Oggi disponiamo di ulteriori opzioni terapeutiche come la terapia a due farmaci o “dual combination” che non sostituisce quella a tre farmaci: l’efficacia infatti è la stessa, ma i principi attivi sono due. I pazienti sono selezionati in base alla possibilità effettiva di assegnare loro una terapia a due farmaci e lì dove è possibile siamo ben lieti di ridurre il carico farmacologico che impattano sull’organismo. Anche perché quelli in età avanzata presentano comorbidità spesso legate all’età, per cui dare un principio attivo in meno significa dare minore tossicità e creare meno interazioni farmacologiche. Inoltre, nel 2022 sarà disponibile la terapia longacting, che prevede una somministrazione per via iniettiva una ogni 1-2 mesi. Tutto questo si ripercuote in modo
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positivo sulla qualità di vita del paziente che andrà molto meno in ospedale e contribuirà alla gestione della patologia in modo attivo e partecipativo: sarà lui stesso a contribuire alla riconquista di una qualità di vita sempre migliore in quanto non dovendo assumere quotidianamente farmaci in pillole potrà quasi “dimenticarsi” di avere l’HIV”. “Quando a giugno 2020 avevamo concluso la separazione delle divisioni Covid da quelle dedicate alle altre malattie infettive - continua Vincenzo Sangiovanni, Direttore U.O.C. Infezioni sistemiche e dell’immunodepresso – giungevano pazienti in AIDS conclamato, quindi in gravi condizioni cliniche, che avevano ritardato volontariamente l’accesso all’ospedale per paura del Covid. In altri casi invece non avevano ancora ricevuto una diagnosi, per cui si presentavano con una malattia avanzata, dal momento che non avevano ricevuto diagnosi né prime cure. Al Cotugno noi seguiamo 25002600 pazienti e annualmente arrivano 120-130 nuovi positivi che scoprono di essere malati dopo aver effettuato lo screening in forma anonima. I pazienti che invece arrivano con la malattia già conclamata (circa un 30% in più) sono soprattutto extracomunitari: in molti casi sono clandestini e senza do-
cumenti, non sono indirizzati da nessuno e quindi non possono attivare un day hospital. In totale quindi arriviamo a circa 200 nuovi pazienti ogni anno. Aggiungo che il Cotugno “regge” gran parte delle patologie infettivologiche in Campania”. Proprio per l’altissima specializzazione, il Cotugno offre una serie di servizi completi al paziente: “Al di là degli ambulatori 5 a giorni alla settimana, - conferma Vincenzo Esposito, Direttore U.O.C. Immunodeficienze e malattie infettive di genere - abbiamo anche l’ambulatorio dedicato allo screening gratuito ed anonimo per l’HIV che si può effettuare 3 volte alla settimana. Il laboratorio di microbiologia funziona ininterrottamente 24 ore al giorno e diamo risposte immediate anche alle richieste provenienti da altre strutture regionali. Un altro servizio che offriamo ai pazienti del Cotugno, in particolar modo con riferimento all’HIV, è l’ospedalizzazione domiciliare, che permette al paziente di continuare le terapie a casa, seguito dai nostri specialisti. Inoltre per l’HIV il Cotugno offre un servizio di profilassi pre e post-esposizione; il primo è rivolto a coloro che percepiscono una condizione di rischio (partner sieropositivo non stabilmente virosoppresso, rapporti occasionali frequenti, sex workers etc…); il secondo è rivolto a chi ha occasionalmente presentato una condizione di rischio (rottura di profilattico in partner non noto o sieropositivo, puntura accidentale anche da rischio occupazionale etc…). Entrambi i servizi sono gratuiti. Inoltre abbiamo attivato un Centro vaccinale per pazienti fragili contro tutte le principali malattie infettive secondo le indicazioni del vigente piano vaccinale nazionale”.
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L’ORDINE MILITARE DI SANTA BRIGIDA DI SVEZIA RICORDA SAN GIOVANNI LEONARDI
Dopo i festeggiamenti di Santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa, è stata la volta di San Giovanni Leonardi, fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Alla Santa Messa celebrata dal parroco Domenico Aiuto il 9 ottobre sera (ricorrenza di San Giovanni Leonardi, ndr) nella Chiesa barocca dedicata a Santa Brigida, erano presenti i Cavalieri e le Dame dell’Ordine Militare del Santissimo Salvatore e di Santa Brigida di Svezia con una delegazione formata dal Luogotenente Generale Biagio Abbate, dal Colonnello Grand’Ufficiale Gerardo Palmese, dal Prof. Cavaliere di Gran Croce Pierluigi Scarpa, dal dottor Cavaliere di Gran Croce Adolfo della Monica, dalla Professoressa Dama di Commenda Della Monica, dall’Avvocato Dama Antonella Carriero. Padre Domenico Aiuto (nella foto con i Cavalieri e le Dame dell’Ordine Militare di Santa Brigida con alle spalle il dipinto di San Giovanni Leonardi), nominato da poco Cavaliere Ufficiale dell’Ordine Militare di Santa Brigida ha tratteggiato la figura di San Giovanni Leonardi, nato alla metà del
1500 e proclamato Santo da Pio XI nel 1938: “un farmacista al servizio della gente che decise di dedicarsi allo studio della teologia e diventare sacerdote, riaccendendo lo spirito missionario della Chiesa Cattolica, con particolare riferimento alle terre Sudamericane, dove ancora oggi l’Ordine della Madre di Dio compie le sue attività benefiche, con una presenza preponderante nel Cile”.
Il parroco ha, inoltre. Ringraziato lo splendido coro che ha accompagnato la celebrazione, nonché la Caritas rappresentata dalla presidente Paolucci, e i Cavalieri e le Dame dell’Ordine che hanno dato lustro alla cerimonia con i loro mantelli e le insegne. Il Principe Gran Maestro, Federico Abbate de Castello Orleans, impossibilitato a partecipare alla cerimonia ha fatto pervenire i suoi saluti alla comunità di Santa Brigida, ricordando che il 2021 rappresenta una data importante per l’Ordine: “sono trascorsi non solo 665 anni da quando Santa Brigida fondò l’Ordine con l’approvazione di Papa Urbano V, ma anche 162 anni dalla ricostituzione ad opera del mio bisnonno, Conte Vincenzo Abbate de Castello Orleans, Ufficiale di Fanteria, che vide l’autorizzazione del Re delle II Sicilie Francesco II di Borbone, e l’approvazione canonica del Cardinale Cosenza, Arcivescovo di Capua; una storia che prosegue adattandosi alla modernità dei tempi, ma allo stesso tempo conservando intatti i principi di solidarietà umana e carità cristiana”.
ELISA ROSSI
CIAO, CRISTIANA (IN RICORDO DELLA PROF.SSA CRISTIANA D’AMBRA, RECENTEMENTE SCOMPARSA) Non sono ancora trascorsi tre mesi da quando, dopo una lunga malattia, ci ha lasciati la prof.ssa Cristiana D’Ambra che potremmo definire «la dolce donna del sorriso»; sempre disponibile, mai imbronciata, autentica nei rapporti umani, vera e senza ombre. Cristiana era amata da tutti e qualsiasi cosa succedesse a scuola, lei c’era; saggia e amorevole con tutti. Cristiana non conosceva la rabbia; ricordiamo i suoi bellissimi occhi chiari che rispecchiavano la sua anima e che splendevano d’orgoglio materno quando raccontava dei suoi figli. Era profondamente rasserenante incontrarla e chiacchierare con lei; sempre pronta al sorriso. Un sorriso di una donna d’amore strappata troppo presto a questa vita. Ci piace immaginare Cristiana, amica dolce e sensibile, docente ferma e comprensiva, donna degna di stima e meritevole di affetto come una stella che brilla in un cielo sgombro di nubi. Ciao Cristiana per quanto ci hai dato.
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FRANCESCA PANICO
FESTIVAL VARIAZIONI DI GENERE 14/23 OTTOBRE - CASTELLO DEI CONTI ACERRA
Un Castello come palcoscenico di incontri tra le differenti discipline dello spettacolo, in un intreccio di linguaggi e contaminazioni di genere che garantiscono una proposta culturale ricca e variegata. Dal 14 al 23 ottobre, il Castello dei Conti di Acerra, sede del Museo di Pulcinella, si riempirà di colori e di anime che daranno vita alla I edizione del Festival “Variazioni di genere”. Ben 36 appuntamenti, concentrati in 10 giorni, 20 spettacoli, 4 performance per il teatro ragazzi, differenti tipologie di laboratori, incontri e visite guidate. Il Festival è stato presentato, il 9 ottobre in conferenza stampa, in una gremita Sala dei Conti, con la partecipazione del Sindaco di Acerra Raffaele Lettieri, della direttrice artistica Loredana Perissinotto in collegamento da Venezia e le realtà associative del Consorzio Utòpia. Al Festival non mancheranno professionisti del settore, provenienti da tutta la Penisola: dall’Atelier Calicanto, gruppo storico della musica tradizionale triveneta, a Valerio Apice, direttore del teatro perugino Isola
di Confine, ad Aprisogni, il Teatro della Sete di Udine, la Compagnia Točnadanza Venezia. E ancora, la Compagnia di Arti & Mestieri che metterà in scena La commedia delle donne, interagendo con La Casa di Marinella sotto il segno della comune lotta alla violenza nei confronti delle donne. «Variazioni di genere: cosa si nasconde sotto questo titolo - e quali le sorprese lo scopriranno i cittadini di ogni età, che parteciperanno e fruiranno della novità di questo ottobre - spiega Loredana Perissinotto con Acerra che si fa palcoscenico e piazza d’incontri nazionali e internazionali! Variazioni è la bussola per
orientarsi tra le tante proposte offerte dalla manifestazione: spettacoli, performance, laboratori, percorsi di ogni genere, per l’appunto. Generi non solo riferiti ai linguaggi artistici, al teatro, alla danza, alla musica, al canto, ma pure finalizzati a creare opportunità di dialogo e riflessione di persone che possono e hanno voglia di ritrovarsi insieme, dopo il confinamento pandemico». Il Festival vede la partecipazione di oltre 30 soggetti, tra compagnie e collaborazioni, che condividono una visione interdisciplinare della spettacolarità nell’intreccio tra prosa, musica, danza, circo, teatro di strada e della tradizione con le guarattelle. Ma il Festival punta anche
sulle attività laboratoriali e sul coinvolgimento dei piccoli. Proprio qui ad Acerra, che secondo la tradizione ha dato i natali a Pulcinella e nel Castello dei Conti trova sede il museo a lui dedicato, ci sarà una giornata in onore della celebre maschera: ‘A Jurnata ‘e Pulecenella. E dal nostro Sud si vira verso il Nord con La Zornada de Arlechin, realizzata in collaborazione con A.Ge Acerra odv. Dunque, una sezione ragazzi molto ricca e differenziata, segno della volontà di avvicinare i più piccoli alla commedia dell’arte, alla ‘guarattelle’ napoletane attraverso attività ludico-ricreative e spettacoli dedicati. Variazioni di genere è organizzato dal Consorzio Utòpia, con il contributo del Ministero della cultura, il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Acerra il patrocinio del Comune di Acerra che ha concesso il Castello dei Conti quale sede ufficiale del Festival e in partnership con Legambiente, Associazione Genitori Acerra, ArcheoClub, La casa di Marinella, Il Museo di Pulcinella di Acerra.
GIANCARLO DI STADIO
Doppio risultato nel karate per la Palestra IGEA che al Palazzetto dello Sport di Cercola riesce a portare a casa un primo e un terzo posto. La vittoria di Giancarlo Puleo, atleta originario di Casoria e allenato da Rita Puleo e Pasquale Celentano, vincitore della categoria esordienti 68 kg e il terzo posto di Agostino Manfellotti nella categoria esordienti 58 kg. Due risultati importantissimi che valgono ad entrambi i ragazzi la qualificazione per i campionati nazionali dove ci auguriamo possano ben figurare.
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DAVIDE GUIDA
CHAPÈAU PER ANGELO IANNELLI Chapeau per il Party del Sorriso, una serata indimenticabile, che resterà nella storia dei grandi eventi, mille emozioni all’insegna della solidarietà, della moda, dello spettacolo, della musica, dello stile e del divertimento, dopo il successo delle scorse edizioni. Questa tradizionale kermesse solidale, si è svolta sabato 9 Ottobre alle ore 20:00 nell’incantevole e splendida dimora settecentesca di Villa Domi e dedicata alle persone meno fortunate, anche quest’anno ha fatto vincere il “Sorriso”, nulla ha potuto il freddo al cospetto della voglia di solidarietà. La manifestazione è ideata e curata, dal “productor emocion” Angelo Iannelli, l’artista, conosciuto come l’Ambasciatore del sorriso per il suo impegno nel sociale, la manifestazione è organizzata dall’Associazione Vesuvius A.P.S in collaborazione con Villa Domi Eventi del patron Domenico Contessa. La serata è stata condotta dallo storico quartetto composto da: Erennio De Vita, Edda Cioffi, Angelo Iannelli ed Emanuela Gambardella. In una serata variegata e poliedrica, come poliedrico è lo stesso ideatore, l’arcobaleno delle emozioni, ha visto il momento clou con la consegna del prestigioso premio “Cuore D’oro” al cantautore “Erminio Sinni” Vincitore di The Voice Senior che ha fatto venire al folto pubblico la pelle d’oca cantando la sua famosa canzone “E tu davanti a me” coinvolgendo tutti i presenti a suon di note e voce. Il prestigioso riconoscimento è stato realizzato dall’artista Michele Buonincontro che ha voluto omaggiare anche Angelo Iannelli e Domenico Contessa con delle sue opere. Premiato anche il ragazzo speciale Ciro Pisco. Tante le emozioni che hanno arricchito l’evento, a partire dalla performance artistica della violinista Daniela Trionfante, i cantanti: Antonello Cuomo e
ti, i giornalisti: Giuseppe De Carlo, Gino La Gatta,Teresa Iannelli, Felice Marotta, Elio Guerriero,Teresa Lucianelli e Rosita Arpaia e tanti altri. Alla consolle Dj Sasà Giglio. La serata ha visto anche l’allestimento de “I Percorsi D’arte in Tour” con la mostra degli artisti come: Bruno Ciniglia, Luigi Cali, Nadia Basso, Lorenzo Di Marino e Francesco Sellone che hanno impreziosito la manifestazione.Durante la serata è stato possibile degustare alcune eccellenze gastronomiche campane offerte dai partners che hanno sostenuto questa importante iniziativa, suo figlio Carlo, Ludo Brusco Mr Hyde che ha proposto il suo capolavoro “Si a tra cui: Caseificio Lattoneria Sorrentina, cosa cchiu’ bella”, sul palco le emozioni Gemme del Vesuvio, Caffè D’Angelo, sono continuate con le canzoni di: Mario Azienda Agricola Turboli Luigi, Vini Conte, Teresa Moccia, Ciro Marra,fino Ferraro, Rogante Sparkling fruits, L’abai momenti di moda. Infatti, tutti i pre- bondanza del Pane, Sapori di Napoli, senti hanno potuto assistere entusiasti Terre Pompeiane, Cioccolata Todisco, alle sfilate delle bellissime modelle di Cuore di Sfogliatelle, Pomilia ZucchePaprika intimo, pigiama e costumi che ri, Makeupartist, Model Mare Manageha presentato i suoi capi esclusivi, Tit- ment, Academy, Gennaro Scognamiglio ti Petrucci invece ha presentato l’alta pianti e fiori e Accendi un sogno fuochi moda Psyco Paris. Un vero cocktail di d’artificio. La serata si è conclusa con emozioni indescrivibili con moda, pittu- spettacolari fuochi d’artificio che hanno ra, musica, spettacolo e buon cibo. Nella illuminato Villa Domi e i volti gioiosi di Villa Domi l’atmosfera diventa magi- tutti i presenti. La manifestazione è stata ca con la musica gitana di Rosario Scot- ripresa, Tele Blu, Web TV1, Intervisteti Di Carlo accompagnata da una bra- scon Tv e Dgphotoart, tutto immortavissima danzatrice del ventre Sea Jall. lato attraverso gli scatti dei fotografri: Tantissime personalità presenti al par- Sandro Barrasso, Umberto Raia, Bruno ty del re del sociale Angelo Iannelli: Fontanarosa, Vincenzo Burrone, AlesEnzo Fischetti, Paola Mercurio, Max sandro Perrotta, Arturo Ciotola, Maria Bellocchio, Franco Melidoni, On. Villani, Raffaele Evangelista, Pio AnSindaco Francesco Barbato, France- gillotti, Bruno Ciniglia e tanti altri. La sca Brandi, Fabio Toscano, Giuseppe serata è stata un grande trionfo. Non ci Gambi,Vittorio Adelfi, Roberto Minini resta che attendere la sesta edizione con sosia di Bono Vox U2, Paulino Arcanio, la macchina delle emozioni e il suo proGenny Nugnes, Rosario Penza, Sergio ductor Angelo Iannelli. Soddisfatti gli Costa, Reginaldo Carrino Miry D’Ami- organizzatori, emozionato per il succesco, Amedeo Barbato, Cosimo Baciata, so il patron della Villa Domi, Domenico Valerio Cascella Rosa Granata, Auigul Contessa che ha asserito: è stata senza Duischeeva, il videomaker Davide Guida dubbio una delle serate più belle orgadi DGPhotoArt, l’attrice Stefania Liber- nizzate in questa villa.
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TOMMASO PELLEGRINO
SANITÀ, CARENZA MEDICI DI MEDICINA GENERALE. PELLEGRINO (IV): “ABBASSARE PUNTEGGIO IDONEITÀ PER EVITARE POSTI VACANTI IN GRADUATORIA” PRESENTATA INTERROGAZIONE.
I bandi relativi ai Medici per l’accesso alle Scuole di Specializzazione, negli anni, hanno determinato con notevole frequenza la rinuncia alle assegnazioni di posti nei diversi corsi per Medici di Medicina generale, molto spesso non recuperati nei bandi successivi. Per effetto delle rinunce e del ritardo nei bandi per la formazione, in aggiunta all’attuale emergenza sanitaria, si è determinata un’evidente carenza di personale medico nell’ambito della Medicina Generale. “Tale carenza è evidente in diversi Territori della nostra regione, determinando disagi per numerose famiglie – ha dichiarato Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio Regionale – tali criticità sono evidenti soprattutto nelle zone periferiche della nostra Regione, come più volte è stato segnalato dagli organismi preposti (Ordine dei Medici, Sindacati e altri) e da
una mia interrogazione presentata il 18 giugno del 2021. Tutte le proiezioni – ha continuato Pellegrino - evidenziano una forte disparità tra i medici che andranno in pensione da qui ai prossimi anni ed il numero di medici idonei in graduatoria, che risultano in numero insufficiente a ricoprire i posti che si andranno a liberare. Pertanto, - ha precisato il Capogruppo di Italia Viva - ho ritenuto opportuno presentare un’interrogazione per chiedere come si intenda fronteggiare la carenza dei Medici di Medicina Generale e di valutare, per l’anno 2021, la possibilità di consentire l’idoneità anche a coloro che hanno un punteggio inferiore a 60 in modo tale da non trovarci con posti vacanti in graduatoria e così da evitare l’ulteriore aggravarsi della carenza di Medici di Medicina Generale nella nostra Regione”, ha concluso Pellegrino.
ELENA TORRE
SIGNORA PORZIA TORNA IN SCENA NEL GIORNO IN CUI IL TEATRO È PRONTO!
Porzia ritorna da protagonista dopo un’estate piena di successi dal 64° Festival dei Due Mondi di Spoleto all’Approdo Festival internazionale dove ha incantato pubblico e addetti ai lavori. Sabato 16 ottobre alle 21 sarà il Teatro San Leonardo di Viterbo ad ospitare lo spettacolo di Federico Barsanti Signora Porzia ricette per la felicità all’interno della rassegna La Città del TeTrAEdRO In collaborazione con Eta Beta di Viterbo, Cooperativa Sociale Gli Anni in Tasca, TSMREE (Tutela Salute Mentale Riabilitazione Età Evolutiva) e UOSDA (Unità Operativa Semplice Disabile Adulto) della ASL di Viterbo, Assessorato alle politiche sociali del Comune di Viterbo. “Sono davvero felice di tornare a Viterbo - dichiara Barsanti- dove so che mi attende un pubblico attento, rigoroso e affettuoso. L’ultima apparizione risale a poco prima della pandemia e mi è rimasto nel cuore: doveroso per me tornare lì per riabbracciare tutti!” E l’occasione di incontrare il suo pubblico sarà raddoppiata perché alle 19 Barsanti, sollecitato dalle domande della psicoterapeuta Rossella Tramaglino, presenterà il libro di Signora Porzia “Ricette per la felicità” una vera e propria pratica quotidiana fuori dall’ordinario, libro nato dalla spinta poetica catartica
del personaggio che sul palcoscenico agisce attraverso l’inconscio del pubblico. “Il 16 ottobre segna anche una data molto importante per noi attori e lavoratori dello spettacolo -continua Barsanti- poiché i teatri potranno nuovamente ospitare il 100% della loro capienza: non mi sembra vero e spero che questo difficilissimo periodo prenda il largo per entrare nei nostri ricordi”. Signora Porzia è una maschera e in quanto tale, una presenza e una figura potentissima, ma sarebbe davvero riduttivo definirla soltanto così anche perché lo spettacolo è una vera e propria
performance-evento che cambia ogni sera, ed in esso confluisce un po’ di tutto – dalla musica alla danza; dallo sport al teatro di ricerca a quello più classicooltre chiaramente tanta fatica e sudore perché spingo il mio corpo all’estremo delle forze. E questo- continua- produce a negli spettatori sensazioni che smuovono dentro e al contempo li liberano.” Ed ogni volta quando Porzia è in scena può accadere di tutto perché non siamo di fronte ad uno spettacolo canonico ma a quello che è stato definito “teatro psico-poetico” una forma di rappresentazione che torna ad avvicinarsi al teatro delle origini in cui chi assisteva usciva trasformato da quello che aveva vissuto e sperimentato. E del teatro delle origini, del suo significato e su cosa voglia dire fare teatro si occupa “Il piccolo teatro sperimentale” nato nel 1982 dall’attrice Raffaella Panchini e diretto dal 1995 da Federico Barsanti, che ha ripreso la sua attività di corsi e lezioni in presenza e on line per portare avanti la Strategia Poetica, una disciplina artistica creata nove anni fa, da Federico Barsanti frutto della fusione di tutto il suo percorso nel campo delle arti performative e di incursioni personali nel campo della psicologia, della psicoanalisi junghiana e della meta-genealogia.
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LA TOSCANA MARIANELLA BARGILLI E LA SUA FEDRA INCANTANO L’OLIMPICO DI VICENZA
Un vero e proprio successo quello riscosso dall’attrice toscana Marianella Bargilli che il 7-8-9 ha debuttato in prima nazionale sul palco del meraviglioso Teatro Olimpico di Vicenza con la Fedra di Racine per la regia di Patrick Rossi Castaldi all’interno del 74° Ciclo di Spettacoli Classici. Pubblico e critica hanno accolto lo spettacolo con grande calore ed applausi e l’interpretazione di Bargilli è destinata a lasciare un segno. Francesco Bettin di Sipario l’ha definita “una delle attrici più interessanti da seguire nel panorama teatrale, che lascia Vicenza come una vera regina, con portamento nobile, eccitata e addolorata insieme. Davvero una sfida indovinata la sua”. Un personaggio difficile quello di Fedra ricco e complesso, una sfida importante che l’attrice toscana ha raccolto con entusiasmo restituendo un’eroina tragica da ricordare. “Fedra a un personaggio femminile, infinito, enorme, la storia del teatro ce lo racconta. – dichiara Bargilli-. Arrivare ad interpretarlo è un traguardo importante nel percorso di un’attrice, quando si toccano questi ruoli con una storia teatrale così importante di rappresentazioni, di interpretazioni non si può che essere felici, arrivare a lavorarci quindi è possibile solo cin grande rispetto, passione, amore, emozione e totale attenzione. Sono incontri artistici che ti fanno crescere da tutti i punti di vista professionalmente, umanamente, un lavoro che vive di emozioni soprattutto che entrano dentro di noi e lì rimangono per fortuna.” E dopo Fedra per Marianella si apre una stagione autunnale ricca di impegni. A breve uscirà nelle sale il film “Tramonto a nord ovest” per la regia di Luisa Porrino e a novembre sarà in tournée in tutta Italia con lo spettacolo “Uno, nessuno e centomila” tournée che durerà fino a marzo con Pippo Pattavina.
VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021
VENERDI’ 15 OTTOBRE 2021
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