DOMENICA Settimanale di Informazione 14 NOVEMBRE 2021
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ANNO XXI - N° 41 - DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021
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DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021
2 L’EDITORIALE DI NANDO TROISE
FRANCESCO POLIZIO (12.O2.1977 FINO A 07.01.1992) TOMMASO CASILLO (08.01.1992 FINO A 20.06.2016) PASQUALE FUCCIO (DAL 20.06.2016 A DICEMBRE 2018) OGGI, RAFFAELE BENE CASORIA K.O. L’Italia cambia, Casoria pure. Caro don Tonino Palmese, arrabbiato sacerdote causa una vigliacca aggressione da parte di due giovani balordi su scooter e senza casco nella centralissima Chiazza intitolata al martire del 1799 il medico Domenico Cirillo, la propria Città è come la madre, VA AMATA SEMPRE, anche se “fosse” brutta. Agli occhi di chi è nato sotto la croce datata 1638 nel vicolo di Santo Lione, invece, Casoria è una splendida città della Campania, tra le poche che riesce a praticare una vicinanza alla Città di Napoli, pur essendo, sempre e comunque definita provincia e non “cintura napoletana” come la civiltà imporrebbe. Le altre sono Arzano, Casavatore, San Giorgio a Cremano e Pozzuoli. Quante volte ho ripetuto queste cose! I nomi dei padri della Patria nel ricordo indelebile dei conoscitori. Certo, quelle vecchie faine non avrebbero commesso gli errori che commette l’amministrazione di Raffaele Bene, sempre misurato e mai insolitamente disinvolto! A tal punto da far apparire la Casoria di quelli che lo hanno preceduto Berna o Bruxelles. Soprattutto in possesso di una verginità politica ed amministrativa che in realtà non hanno. Per uno strano caso il mazzo di carte si è andato mischiando facendo risultare il più votato del Consiglio Comunale, un casoriano verace, quel Capano Andrea, chiamato
alla presidenza del consiglio comunale di Casoria. Casoria cambia, dicevamo; farà bene a cambiare un tantino anche Raffaele Bene, spostandosi verso una ricerca meno sommaria degli elementi migliori in quel modesto ma interessante quadro politico che gli appartiene, gli sta vicino, lo sostiene, lo supporta e lo sopporta. I tecnici sono padronissimi di poter muovere le pedine come ritengono, i soggetti politici sono altrettanti padroni di imporre al tecnico la politica sociale che viene ritenuta più giovevole, agli interessi della Città.
Tante volte ho assistito ad una splendida anche se tesa seduta del consiglio comunale di Casoria. Talmente splendida la seduta da indurmi a giungere con qualche ritardo al corso dell’ordine dei giornalisti all’Hotel Mediterraneo a Napoli, “Chi controlla il controllore”. Sedie sempre numerose e… sparpagliate. Il moderatore Alessandro Sansoni si affretta a comunicare la presenza di tanti consiglieri regionali presenti alla serata, da Marciano a Severino Nappi. Siamo in tanti. Massimo Calenda si incontra con Pierangelo Maurizio. E parla, progetta. Il massiccio F. mi parla a lungo della frattura esistente nell’Ordine dei Giornalisti. Una fazione (quella di Claudio Silvestri, Gerardo Ausiello ed il Sindacato Unitario Giornalisti Campani naturalmente, all’opposizione). L’altra (quella dei dirigenti ufficiali) si difende. Non SCAPPIAMO da Casoria, anzi, ricordando che anche nella nostra Città frattura c’è. La raccontano sia Il Mattino che Cronache di Napoli. Parlano di una frattura esistente a Casoria nel Partito Democratico. Tante fazioni anche se tutte ufficialmente alla opposizione. L’altra (quella dell’amministrazione) si difende. Gli altri movimenti tra le botte. Franco Russo, Ilaria Capone, Luigi Goffredi ed Enzo Amato sacrificati sull’altare dei progetti politici ed amministrativi da realizzare (puc, pics, pua, pnrr ndc). Ma
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DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021 un posticino bisognerebbe sempre trovarlo! Massimo Iodice, intanto, ha preso il posto di Gianluca Aceto al comando della società a totale capitale pubblico Casoria Ambiente (la ex ripartizione della Nettezza Urbana ed Ecologia) nelle cui file dirigenziali ci sono tanti buoni casoriani, confusi da tante brutte cosuccie. O questa società ha l’impennata che la riscatta, o nemmeno i pur bravi, fedeli e fervidi dirigenti “ambientali” riusciranno a metterci una pezza! Ci sono anche altri importanti incarichi vuoti all’interno della macchina comunale. Non ha da tanti anni il dirigente il Settore degli Affari Generali e del Personale; manca il dirigente del Settore Servizi diretti alla Persona (Pubblica Istruzione, Cultura, Sport, Tempo libero, Sicurezza ed Assistenza Sociale); è tornato l’architetto Salvatore Napolitano a dirigere il Settore Lavori Pubblici, Inquinamento e Manutenzioni e né tantomeno è stato accorpato in un unico settore con l’Assetto del Territorio. Non è ancora chiara sotto il profilo amministrativo la organizzazione del Settore Ambiente di cui fa parte il verde pubblico (Casoria ha 5 (CINQUE) VILLE COMUNALI) e sembra anche l’Ufficio Tributi (o Settore Entrate) ed il Patrimonio Comunale (quest’ultimo è un servizio pubblico, politico ed
3 amministrativo che riporta in mente i locali abbandonati in via Po, quelli mai utilizzati in via Castagna e tanto altro). Gli impegni di Raffaele sono tanti. A tal punto di fargli dimenticare la base, sulla quale pur continua a reggersi. Confermata la fiducia a Massimo Iodice sulla scelta dell’amministratore unico di Casoria Ambiente. Perfide, contorte ammissioni da parte di Anna e di Gigino. La prima in crisi di pensiero, il secondo, convintosi, finalmente, che il dissidente non sono io ma gli altri. La dialettica di Casoria è misteriosa, dico misteriosa per non dire incomprensibile. Le manovre si avvolgono attorno a questa nostra Città come rampicanti complicati e difficili. Il presidente della Regione Campania durante l’inaugurazione dell’Asilo Nido “Topo Gigio” in via Primo Maggio ed in via Bellini (la strada priva di illuminazione pubblica da tanti mesi) ed affidato alla Impresa Sociale Fiumadea rivolto alla allora consigliera regionale del PD Antonella Ciaramella disse: “bisogna recuperare le pecorelle smarrite”. Cosa vuole dire? Auspica un accordo tra “il balcone sul futuro”, “Campania Libera” e Partito Democratico. Un accordo non sottobanco anche se alcuni dei sostenitori di Bene lo vedo-
no dentro un maledetto imbroglio. L’accordo avrebbe compreso, specie dopo la pesante sconfitta alle politiche prima ed alle regionali poi del candidato PD, Nicola Marrazzo, la caduta dal Palazzo di Città di Pasquale Fuccio ed altro. La caduta avvenne. Qualcosa torbida, striscia e graffia. Il pensiero del governo di salute pubblica è da tanti mesi la linea guida del leader politico ed amministrativo di questa Città, Tommaso Casillo. Questi suggerisce ormai da tantissimo tempo le larghe intese. Propone una amministrazione pubblica che veda unita alla maggioranza l’intera opposizione e cioè PD, M5S, Lega e civiche. Al Consiglio Comunale altri giochi, affatto proibiti. Al Comune un rampino sicuro. In politica un altro. E il resto. Un amo. Chi fa prima ci guadagna e vince. Casoriadue raddoppia. Cosa? Calma e gesso. Grandissimi reportage dei miei commandos distribuiti ogni domenica a raccontare le vicende della Città, e non solo, essendo in edizione digitale. Consigli di un saggio per invitare Bene alla prudenza. Per finire un grazie a voi cari, vecchi, incredibili, inguaribili casoriani. La Casoria di Bene e il vostro errore di sempre. Ma questa amministrazione regge o no?
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4 ANTONIO BOTTA
INTERVISTA ALL’ASSESSORE ALLE FINANZE DEL COMUNE DI CASORIA, DOTT. FRANCESCO GIRARDI
“ESTERNALIZZAZIONE TRIBUTI: VALIDA STRATEGIA DI RISANAMENTO”
Tempi difficili per gli amministratori locali, soprattutto per chi deve far quadrare i conti. In particolare, il compito è particolarmente gravoso per coloro che amministrano città in grave deficit. E’ il caso di Casoria, Comune in dissesto finanziario. Disposta la razionalizzazione rigorosa delle scarsissime liquidità, dopo la mancanza di oculatezza delle risorse pubbliche da parte di chi ha governato la Città nel passato. Il dott. Francesco Girardi, Assessore a Ragioneria, Bilancio, Economato e Tributi, volentieri ha accolto la richiesta di rispondere a domande su alcune questioni riguardanti la situazione finanziaria del Comune di Casoria Una prima domanda sorge spontanea ad un assessore alle finanze che svolge il suo delicato incarico in un Comune che è in dissesto finanziario: sicuramente i suoi ambiti di manovra sono molto ristretti. E’ come procedere con un macigno sulle spalle. Mi sbaglio? Di sicuro la strada è e rimane in salita. Le ultime notizie di cronaca che hanno registrato l’appello del Sindaco di Na-
“Le criticità connesse alle riscossioni sono comuni a tutte le amministrazioni locali, soprattutto per quelle a sud di Roma. Vizio grave nella procedura del bilancio approvato? Confidiamo nel ricorso al Consiglio di Stato. Deficit cronico di personale”. poli e del Presidente di ANCI ci restituiscono un quadro difficile per tutte le amministrazioni locali, soprattutto per quelle a sud di Roma. Le criticità connesse alla riscossione ed i divari territoriali che si sono ampliati e consolidati negli anni (soprattutto dopo la crisi del 2008) rendono impossibile garantire equilibri di bilancio e servizi
alla cittadinanza. A mio avviso in Parlamento bisognerà trovare coraggio e nuove visioni. Al momento la manovra non ha ancora chiarito come sciogliere il nodo della carenza di personale che paralizza il risanamento della macchina amministrativa. Si parla di un vizio grave nella procedura del bilancio approvato. Quale la sua
replica? Il Comune ha presentato ricorso al Consiglio di Stato e siamo fiduciosi di trovare accoglimento delle nostre ragioni. Del resto il Ministero dell’Interno, che ha competenza specifica e da sempre soprintende a queste procedure, ha ritenuto di validare in pieno il processo da noi portato a termine ed ha emanato il Decreto Ministeriale (previsto dalla legge) che ci consente di approvare il bilancio stabilmente riequilibrato. Pertanto il problema del vizio al momento non si pone e non produce effetti sulla procedura. Quali i motivi del mancato avvio dell’esternalizzazione dei tributi, di cui la Commissione straordinaria di liquidazione aveva deliberato modi e tempi di attuazione? In un comune con un deficit cronico di personale e con un solo dirigente di area economico-contabile i procedimenti anche più semplici comportano maggiore tempo. L’esternalizzazione è stata sicuramente una scelta che ha consentito al Comune di impostare la strategia di risanamento e di ottenere il consenso degli organi vigilanti.
DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021 La gara è stata indetta proprio in questi giorni e si sta procedendo alla pubblicazione. Anche questo scoglio con pazienza si sta superando. E dell’incremento di personale per i tributi, di cui pure si era parlato, cosa può dirci? I vincoli sul fabbisogno del personale non ci consentono margini sulle assunzioni nell’area tributi. Ritengo che le criticità siano oggi nelle procedure e nel supporto informatico. Le competenze del concessionario da individuare dovrebbero dare finalmente respiro anche aquest’area. In due anni di Ammini-
strazione a guida Raffaele Bene, non sono mancati dissidi all’interno della maggioranza, tanto che più di una volta si è dovuto procedere all’azzeramento della Giunta con rimodulazione della struttura organizzativa. Non crede che l’instabilità governativa con uscite di assessori e/ di consiglieri dalla coalizione maggioritaria e rimpasti vari, renda difficile realizzare obiettivi riguardanti proprio il suo campo di intervento? I dissidi fanno parte del gioco. Il fatto che il confronto politico si esaurisca soltanto nel dissidio non fa bene
5 alla città. Le rimodulazioni e riorganizzazioni (senza l’apporto di risorse fresche) seguono l’evolversi delle priorità e le fasi che la procedura di risanamento dei conti ci chiede. Certo, a qualcuno può dispiacere di vedere turbata la propria “confort zone” costruita negli uffici comunali ma purtroppo deve abituarsi. Per quanto riguarda gli avvicendamenti io personalmente sono favorevole. L’amministrazione di Casoria è molto faticosa, definire dei cambi alla fine di una stagione consente di avere risorse fresche e affrontare meglio le difficoltà.
La documentazione relativa al Bilancio dell’esercizio 2021, a causa della mancata compattezza della maggioranza, sarà pronta, a suo avviso, entro i tempi fissati? Quali i nodi problematici da superare? Non registro in questo momento una scarsa compattezza della maggioranza. Di sicuro il venire meno, in una fase così delicata, del Dirigente della Ragioneria, assente per malattia dopo un periodo di ferie, rallenta il cammino. Io comunque sono confidente che raggiungeremo comunque i nostri obiettivi nei tempi fissati.
CIRO TROISE
RAZZISMO, ESTREMA DESTRA E VIOLENZA: L’ALTRA FACCIA DEL TIFO
Il ritorno del pubblico negli stadi dopo il calcio “ovattato” del periodo più duro della pandemia porta tante immagini di grande entusiasmo: i bambini che tornano sugli spalti, i boati, gli striscioni, le bandiere e l’adrenalina che rende le partite molto più interessanti sotto il profilo ambientale ed emotivo. C’è, però, anche un’altra faccia del mondo del tifo che abbiamo ritrovato e avremmo voluto evitare. Le curve storicamente rappresentano un mondo socialmente complesso in cui vengono meno le distinzioni sociali, un’aggregazione umana che soprattutto in passato ha rappresentato un territorio in cui coltivare consenso. Negli ultimi vent’anni soprattutto in varie curve italiane l’estremismo di destra ha trovato spazio, rappresentando la benzina su cui poi s’innescano fenomeni disgustosi come il razzismo. Dagli ululati a Koulibaly al termine di FiorentinaNapoli a quanto accaduto in Roma-Milan per Kessie e Ibrahimovic, fino ai fatti di Avellino-Latina, il tema delle discriminazioni è tornato ad invadere il mondo del pallone. Sullo sfondo poi c’è l’odiosa prassi in tanti stadi, anche quando non gioca il Napoli, di dedicare cori razzisti ai napoletani, invocando il Vesuvio e altre oscenità che appartengono allo storico repertorio degli spalti italiani. Salernitana-Napoli anche è stata caratterizzata dalle tensioni, addirittura all’esterno dell’Arechi due donne hanno subito atti violenti. Emiliana, ragazza di 24 anni con sua madre Anna e un collega Giovanni, per arrivare nei Distinti, sono passati fuori alla curva granata. Una richiesta d’informazioni da parte di Emiliana è stata fatale, ha generato un pomeriggio infernale. Sono stati accerchiati, gli aggressori hanno rifilato un pugno ad Emiliana, provando a spegnere la sigaretta sul braccio. I referti parlano chiaro:
trauma clinico e facciale, tre giorni di prognosi clinica. Dopo la denuncia, la Digos attraverso i filmati ha identificato anche uno degli aggressori. La storia più clamorosa, però, riguarda quanto accaduto per Marsiglia-Lazio con il governo francese che ha vietato la trasferta ai tifosi laziali definendoli fascisti e violenti. Un provvedimento molto forte, anche inusuale per il modo in cui è stato elaborato. Nelle situazioni in cui la trasferta è stata vietata, si imponeva semplicemente il divieto ai residenti nel Paese della squadra ospite; questa prassi si è verificata per esempio per Napoli-Legia Varsavia dello scorso 21 ottobre. Il Governo francese, invece, stavolta ha sottolineato il riferimento al fascismo nel contesto delle valutazioni dell’ordine pubblico caratterizzate dai precedenti degli scontri avvenuti a Marsiglia nel 2018. La contiguità tra certi ambienti dell’estrema destra italiana e alcune curve è nota, basta pensare che tra i protagonisti dell’assalto alla Cgil di sabato 10 ottobre sono stati individuati rappresentanti delle curve di Inter, Lazio e Verona. Berizzi, giornalista di Repubblica e autore del libro “È gradita la camicia nera” parla proprio di Verona come un laboratorio dell’odio, che travalica i confini nazionali. Il mondo delle curve, infatti, è dentro la globalizzazione così come tutti i fenomeni sociali dell’era contemporanea e ci sono sempre di più rapporti internazionali a governare questo mondo così complesso. Basta pensare che in occasione di partite ad alto rischio spesso c’è stata un’alleanza tra tifoserie. Si può ricordare in tal senso Inter-Napoli del 26 dicembre 2018, quando negli scontri perse la vita l’ultras nerazzurro Daniele Belardinelli. Memorie di follia, violenza, odio, parole che vorremmo tener fuori dal mondo del pallone, lo sport che vogliamo riempire di gioia ed entusiasmo.
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6 MARIA SAVERIA RUSSO
TERRANOSTRA: IL COLLETTIVO CHE RESTITUISCE LA TERRA AI TERRITORI
I GIOVANI ATTIVISTI DI “TERRANOSTRA” SI SONO RACCONTATI, HANNO MOTIVATO LE LORO AZIONI ED ESPRESSO I LORO IDEALI. ESEMPI DA SEGUIRE PER CERCARE DI “RICOSTRUIRE” LE PROPRIE CITTÀ, RIPARTENDO PROPRIO DAL TERRITORIO Autonomia non è una parola vuota, un’aureola sulla testa del proletariato, un mito da vendere al mercato delle idee. L’autonomia si esprime in una forma politica, in una parte definita dai giorni, in una parte definita dalla voglia di ripartire e ridare dignità non solo a se stessi, ma alla propria terra. Viviamo in un mondo in cui l’unico dio che conta è il denaro, il movente economico è ciò che, oramai, muove tutto e tutti: guadagnare ed avere potere pur di calpestare le dignità delle persone e mettere in secondo piano le vite degli essere umani. Col passare degli anni lo stesso concetto di lotta è cambiato, le tecnologie sono cambiate, i modi di pensare e di protestare sono cambiati, ma una cosa sola non cambia mai: il cuore e la voglia delle persone di metterci la faccia e di rischiare tutto pur di donare un po’ di luce e mettersi accanto a chi ne ha bisogno. Questo è proprio quello che ha fatto un gruppo di giovani che, nonostante l’insicurezza e le conseguenze che potevano derivare, hanno creato Terranostra. Ma l’hanno creata non solo per loro stessi, ma soprattutto per gli altri. TerraNostra è uno spazio verde di circa 5 ettari, che in passato era stato un deposito militare, successivamente abbandonato e lasciato all’incuria. I ragazzi di TerraNostra, scontrandosi con le istituzioni, lo hanno preso in cura, donandogli una nuova vita, donandogli il verde della speranza. Come si legge sulla pagina Facebook del progetto “Terranostra occupata è un esperimento di governo dal basso di una risorsa territoriale che per decenni è stata chiusa e abbandonata. Puliamo e presidiamo un’area rurale di circa quattro ettari compresa in un ex deposito militare di carburante, al fine di scoraggiare sciacalli e palazzinari dal realizzare sversamenti e progetti speculativi. Abbiamo intenzione di restituire questo spazio alla popolazione locale, attraverso questionari e il coinvolgimento in dibattiti, eventi, laboratori e processi
di nuova socialità. Stiamo realizzando, inoltre, grazie all’aiuto di professionisti solidali, delle analisi del suolo per capire se è possibile costruire insieme orti comuni. Vi invitiamo quindi a partecipare con energia, idee, sostegno materiale a questo piccolo grande sogno appena germogliato.” I ragazzi del collettivo di Terranostra ci hanno concesso un’intervista, nella quale si sono messi a nudo ed hanno raccontato la nascita del progetto, gli eventi che organizzano, le difficoltà e, soprattutto, la felicità che deriva dal donarsi per l’altro. L’intervista presenta tantissimi spunti di riflessione che siamo convinti voi lettori apprezzerete tantissimo e chissà: magari saranno di ispirazione. “Siamo i cittadini della terra dei fuochi, quelli che respirano cemento e camorra, senza spazio per i sogni. Siamo gli studenti senza diritto allo studio; i precari senza diritto al futuro. Siamo gli oppressi, l’ultima priorità e le prime vittime del sistema capitalista. Dall’austerità imposta ai popoli europei, fino al verde negato nei nostri quartieri: siamo l’alternativa da costruire insieme e che, da oggi, si ritaglia lo spazio che merita.
Iniziamo da qui, da questo pezzo di verde strappato al grigiore della periferia, per ridare futuro e speranza a tutta la comunità. #terranostra vivrà grazie alle idee e alla partecipazione di tutti i cittadini.” Cominciamo con una domanda di rito: come è nato tutto? Dove si trova questo parco autogestito? Come è nata l’idea di “occupare” questo ex deposito di carburante aeronautico e creare Terranostra? Raccontateci la vostra storia. La liberazione di questo spazio periferico e abbandonato della città, che si trova in via Boccaccio, è stata iniziativa di una trentina di giovani, provenienti da diverse esperienze di attivismo politico e di volontariato, dallo storico collettivo Che Guevara al movimento “Fate spazio area nord” fino a singoli abitanti coinvolti dall’idea di difendere i pochi spazi verdi della città. “Terranostra” fu scelto come nome per dire che gli spazi sono di tutti e tutte e non di chi vuole inquinarli o devastarli per i propri interessi. Fu un’azione per tornare a respirare, nel territorio più cementificato d’Europa. Si iniziò con un presidio simbolico che poi nel tempo si è trasformato nella bellissima esperienza di partecipazione e aggregazione che ormai tanti e tante di voi conoscono… e se non la conosceste abbastanza, domenica 28 novembre ci sarà un’Open Day con laboratori di progettazione partecipata, attività per bimbi, stand informativi e tanto altro. “Il collettivo che restituisce la terra ai territori”. Questo è il vostro motto. Da dove è nato? Chi fa parte di questo progetto? L’idea della restituzione della terra è importante, perché le aree verdi sono legate al benessere psichico e fisico delle persone e dell’ecosistema tutto, quindi diritto alla salute, diritto alla città, non possono essere negati. Il riscatto della nostra gente parte proprio dalla terra, dal viverla insieme in una logica di solidarietà e di mutuo soccorso, per dare speranze di un futuro migliore a chi fi-
DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021 nora ha conosciuto soltanto grandi fabbriche dismesse e politiche mafiose che hanno massacrato Casoria e tutta l’area a nord di Napoli. Fanno parte di questo progetto giovani e meno giovani, famiglie, associazioni del territorio, collettivi, reti agricole, artisti di ogni genere. E’ una comunità mutevole, in continua evoluzione e chiunque può far parte del progetto. Che tipi di eventi ospita questo “esperimento”? Lo spazio è aperto ad ogni tipo di evento culturale e sociale, sono state centinaia le attività e le iniziative di questi anni: reading, presentazioni di libri, laboratori, eventi ludici e sportivi, concerti, cene e momenti di convivialità, assemblee pubbliche, campeggi. Proprio ad ottobre, Terranostra ha ospitato la Gira zapatista in visita in Europa dal Chiapas, Messico, sulle tematiche dell’autodeterminazione alimentare e dell’agroecologia. Grazie alla rete Rivolterra e a Fuorimercato, sono state numerose le iniziative, mercatini, workshop, laboratori legati proprio agli orti sociali e alle autoproduzioni naturali e senza sfruttamento. Il movimento hip-hop di Casoria cura gli eventi legati all’arte di pittura murales, di danza e di musica rap, che ruotano intorno alla Terrammostro Jam; a settembre si è tenuta la sesta edizione della jam che ha coinvolto centinaia di giovani del territorio. Grazie al laboratorio “La danza della terra”, si tengono tante serate di musica e danza popolare, la più importante delle quali è l’ormai consueta Notte delle noci del 24 giugno. L’ultimo ballo della stagione avverrà proprio questa domenica, 14 novembre, per cui siete tutti e tutte invitate! Concludiamo, invitando chiunque voglia organizzare delle iniziative in terra a contattarci e, magari, a venire il lunedì all’assemblea di gestione aperta! Quale è stata la reazione delle persone a questa iniziativa? Soprattutto quella dei più piccoli e dei ragazzi. Gli abitanti e le abitanti hanno avuto tante reazioni: di curiosità, di solidarietà, di entusiasmo, ma anche di diffiden-
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za verso un’iniziativa inusuale, che però col passare del tempo si fa sempre più apprezzare e conoscere. Ad oggi, Terranostra è uno spazio ricco di stimoli per tutte le persone, ma soprattutto per le giovani generazioni che trovano uno luogo dove incontrarsi, esprimersi, crescere ed emanciparsi. Di questo anche le famiglie sono molto contente, perché la nostra città purtroppo non offre molte alternative. Che tipo di segnale, voi giovani attivisti, volete cercare di lanciare alla città? E non solo. Vorremmo far capire che un nuovo modo di vivere la città è possibile, che la nostra lotta è la lotta di tutti e tutte, per difendere l’ambiente e il nostro futuro. I beni comuni sono una ricchezza collettiva dalla quale partire per essere finalmente protagonisti della nostra vita. Qual è la vostra situazione attuale? Come il Covid ha influito sul progetto? Quali sono i progetti che contate di realizzare nel futuro? Nell’ambito dei fondi Pics, sono stati stanziati due milioni per la progettazione di un parco urbano a Terranostra, quindi la situazione attuale è di attesa per quel che ci riserverà il prossimo futuro. Hanno scritto che la comunità di Terranostra sarà parte attiva del progetto e nella futura gestione: noi speriamo sarà così, perché pretendiamo per una volta che i soldi vengano spesi per i reali bisogni delle persone e non per fare grandi opere inutili. Vogliamo che a decidere sia la città e che siano dati finalmente più strumenti e continuità a questa esperienza. Per il futuro ci aspettiamo che il Consiglio comunale approvi le nostre modifiche per l’uso civico e collettivo e che questo grande movimen-
to coinvolga sempre più abitanti e sempre più spazi del territorio. La situazione attuale vede anche due attivisti sotto processo: chiunque di noi poteva trovarsi in questa situazione e a loro va tutta la nostra solidarietà perché colpiti da istituzioni cieche che invece di aiutare reprimono la libera iniziativa delle comunità territoriali. Nonostante questa e tante difficoltà, tra cui anche la pandemia, la nostra comunità è sempre riuscita ad autorganizzarsi al meglio, a garantire la fruibilità degli spazi e la sicurezza collettiva adeguandosi di volta in volta alle norme sanitarie. Il covid ci ha fatto capire ancora di più quanto questo modello economico stia uccidendo il pianeta e quanto per le persone sia importante avere tanta natura da vivere e tanta aria sana da respirare! Per concludere questa chiacchierata, cosa direste per incoraggiare i giovani a prendere in mano il futuro non solo loro, ma della propria città? In un mondo dove contano i numeri, i profitti ad ogni costo, le regole del mercato, è normale sentirsi precarie, soli e sole, soffocate da ansie per il futuro e da un mondo che ci sta troppo stretto: soltanto stando insieme, soltanto attivandoci nella cura reciproca e nella cura dell’ambiente che ci circonda, possiamo salvarci e costruire qualcosa di diverso, di rivoluzionario, per le nostre vite! Inoltre, i ragazzi di Terranostra la comunità di Terranostra ha presentato una richiesta di petizione popolare per ottenere un consiglio comunale sulla modifica del “regolamento sulla collaborazione tra i cittadini ed amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani” al fine di inserire all’interno dello stesso l’istituzione del “uso civico e collettivo dei beni comuni urbani”, ampliando il regolamento attuale con le proposte avanzate dalla comunità. Questo è il loro ennesimo tantativo di farsi sentire. Aiutiamoli, basta firmare questa petizione: https://www.change. o rg / p / c o n s i g l i o - c o m u n a l e - d e l l a citt%C3%A0-di-casoria-uso-civicoe-collettivo-dei-beni-comuni-urbani
DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021
8 MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
IL MODELLO NEW YORK PER RILANCIARE CASAVATORE Lettrici e lettori, bentornati a Casavatore mi verrebbe da dire in apertura di conversazione. Come i più assidui ricorderanno, un paio di settimane fa il nostro magazine si è occupato tra il serio e il faceto del sorprendente boom edilizio che sta interessando il più densamente popolato comune italiano, che tra l’altro ha appena vissuto una tribolata riconta delle schede elettorali. Dando ragione all’apparentemente sconfitto candidato sindaco nelle consultazioni dell’ottobre 2020, Luigi Maglione, il Consiglio di Stato gli ha consegnato la fascia tricolore sfilandola a Vito Marino. Stante l’eccezionalità della situazione, il neosindaco Maglione non ha avuto ancora nemmeno il tempo di verificare i componenti del nuovo consiglio comunale e di formare la giunta, ma, per mia e vostra fortuna, ne ha trovato quel tanto che basta per rispondere a qualcuna delle mie impertinenti domande. Prima di tutto congratulazioni per il riconoscimento della sua vittoria, sindaco. C’è voluto un anno, ma alla fine la sentenza del Consiglio di Stato le ha dato ragione. Cosa la spinse lo scorso anno a presentare ricorso, la differenza voti che era veramente minima o la sensazione che le cose fossero diverse da come erano state presentate? C’era la certezza che ci fossero due schede non assegnate in un seggio nel quale il presidente era uno dei consiglieri che mi aveva sfiduciato. Non aveva né annullato, né contato le due schede che mi avrebbero assegnato matematicamente la vittoria. Inoltre, sapevamo che in un seggio era comparso un voto in più rispetto ai nostri calcoli e in quello stesso seggio c’era una scheda in favore di Marino che invece non era valida. Non voglio dire che sia stato fatto apposta, ma chi ha votato la mia sfiducia, certo psicologicamente non è a mio favore, o quanto meno non è neutrale. Come mai inizialmente il TAR aveva rifiutato il suo ricorso? Non aveva rifiutato il ricorso. Il TAR non aveva valutato proprio le cose sulle quali io avevo chiesto chiarezza. Il Consiglio di Stato ha poi completamente smentito il TAR. La giustizia ammini-
SOSTENERE PROGETTI DI EDILIZIA DI QUALITÀ PER FAVORIRE UNA IMMIGRAZIONE “SCELTA” E INNALZARE GLI STANDARD ECONOMICOSOCIALI DEL PICCOLO POPOLOSO CENTRO SCHIACCIATO TRA SECONDIGLIANO E CASORIA. È L’IDEA DI LUIGI MAGLIONE, PROTAGONISTA DELLA NOSTRA STORIA DI OGGI TORNATO DA POCO A VESTIRE LA FASCIA TRICOLORE DI PRIMO CITTADINO DI CASAVATORE
strativa non funziona. Che emozione ha provato quando ha saputo della sentenza? Nessuna. È la terza volta che faccio il sindaco della mia città, per cui non è più un fatto di emozione, ma di razionalità. Mi ha fatto piacere, certo, anche perché ci siamo liberati di pesi grossi. In questo anno, se il sindaco non fosse stato già lei, cosa avrebbe fatto che Marino non ha fatto e viceversa? Il problema è questo: gli stessi personaggi che hanno portato Marino alla vittoria presunta erano gli stessi con i quali io avevo chiuso, dichiarando in consiglio comunale che il sindaco non può essere ricattato. Questi personaggi, o i pupazzi da loro manovrati, avevano letteralmente messo nell’angolo Marino e lui era costretto a barcamenarsi tanto a sinistra e a destra che alla fine non ha concluso molto. Non ha fatto niente di male e niente di buono. Diciamo che c’è stato un anno di purgatorio. Da quanto afferma ci viene da pensare che a Casavatore ci sia qualcuno che comanda più del sindaco, o almeno ci abbia provato nell’anno appena trascorso… Come no! Ci sono delle pressioni enormi che però abbiamo eliminato. C’è chi spinge anche per pochi euro o per dimostrare di contare qualcosa. Dal suo insediamento è passato circa un mese: è riuscito a costituire la giunta? È stato avviato l’iter burocratico per ricostituire il consiglio comunale�������� , intanto ho nominato la giunta con un vicesindaco e l’assessore per le urgenze. Avendo vinto “di misura” alla fine, non rischia di ritrovarsi in consiglio una maggioranza numericamente fragile? Assolutamente no: il consiglio è costituito da 16 membri e all’opposizione ce ne sono solo 4, uno dei quali è già contro Marino, per cui siamo più forti di prima. Il suo mandato durerà comunque un anno in meno. In questi quattro anni, considerato anche il PNRR, che obiettivi si è dato? Il primo è spendere tutto quello che avremo; se arriveranno fondi per il Covid li
DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021 spenderemo tutti, anche se sono scettico che avremo granché perché molti fondi si stanno perdendo per strada. Oggi non c’è nessun piano per la distribuzione dei fondi speciali collegati alla pandemia soprattutto per i comuni piccoli, quindi non sappiamo ancora cosa ci arriverà. Per avere i finanziamenti però bisogna presentare progetti… È chiaro. Noi ne abbiamo. In primis per le energie rinnovabili: ad esempio, vorremmo mettere pannelli solari dappertutto e diventare autosufficienti energeticamente, anzi, produrre più energia di quella che consumiamo ed esportarla. Poi abbiamo bisogno di attrezzature sportive, di manutenzione stradale, per le scuole. E le politiche per il lavoro? I posti di lavoro i sindaci dei piccoli comuni non li creano. Mettiamo che io voglia assumere cento persone: i fondi per pagarle, dove li prendo? Il punto è che il comune non dovrebbe creare posti di lavoro direttamente, ma attrarre industriali, imprenditori… E dove? L’unica cosa che possiamo fare oggi è attrarre costruttori. Cosa che porta un certo benessere per certi versi e spese enormi per il comune per altri. Appunto del boom edilizio volevo parlare. Come si spiega? Strategicamente ci troviamo in una posizione eccezionale: l’aeroporto è a un passo, Napoli è vicina, l’asse mediano e la circumvallazione esterna ci collegano con tutti i comuni limitrofi. Come logistica è il massimo, certo. Però un cittadino di Casavatore, quando esce di casa, non trova nulla, deve prendere l’auto e andare altrove. Così facendo, a Casavatore si creano solo quartieri dormitorio. Anche questo è vero. Al contrario di Casoria, che per un certo numero di anni nel passato ha goduto di un certo benessere, Casavatore non ha mai avuto questa possibilità. Non c’è neppure
9 lo spazio per creare un pub, anche se qualche giorno fa ne ho inaugurato uno. Rispetto ad esempio a Frattamaggiore, dove i pub sono centocinquanta, siamo ai minimi termini. La ragione è che non c’è ricchezza di base e neppure mentalità e voglia di investire. Chi può, investe a Casoria o a Fratta, o a Napoli. È un fatto storico, non di cattiva volontà. A questo punto, altrettanto dovrebbe essere costruire case che costano come fossimo al Vomero: non è attrattivo per chi deve poi comperare questi appartamenti sapendo che attorno non c’è nulla. E invece le comprano. Per la posizione. Le dico anche che alcuni imprenditori che avevano locali a Casavatore hanno chiuso qui, perché le cose non andavano e hanno aperto a Frattamaggiore. E quindi non ci sono speranze per Casavatore? Casavatore è stretta in una morsa tra Secondigliano, Casoria e Arzano ed è il comune più densamente popolato d’Italia. Ora, il fatto è che al Vomero c’è una densità abitativa superiore alla nostra, ma appena uno esce di casa, trova a cinquecento metri tutto quello che gli serve, dalla scuola, all’impianto sportivo, ai negozi e così via. Per noi è la stessa cosa: usciamo di casa e a cinquecento metri troviamo quello che ci serve a Casoria, o a due chilometri a Fratta e così via. Questa è la logica attuale di Casavatore. Ma è sempre stata così. Quindi il destino del suo comune è essere città dormitorio, punto. Se ci fosse la possibilità di investire diversamente… ma al momento non c’è niente oltre l’edilizia. Peraltro rifiuto categoricamente il teorema costruttore=delinquente. Non mi sta bene. Quando c’è stata qualche deviazione dalla norma, io ho avuto il coraggio, come due anni fa, di revocare una licenza per un piano casa perché non erano stati versati gli oneri dovuti
che ammontavano a centocinquantamila euro. I costruttori lo sanno, che con me sindaco le cose devono essere trasparenti e devono pagare le tasse. Con questo sistema ho racimolato un milione e mezzo di tributi che ho destinato a interventi urgenti e utili per la città. Rispetto alla legalità e alla trasparenza degli imprenditori edili almeno c’è da star tranquilli, lei vigila. Assolutamente! Ma poi la licenza mica la do io: è stata data dal commissario prefettizio ad un grosso imprenditore che è stato per trent’anni nel settore delle scarpe, poi, a causa della concorrenza sleale dei cinesi ha dovuto chiudere e l’area è stata trasformata in piano casa. Su indicazione mia il commissario prefettizio ha rilasciato la licenza ed è un caso rarissimo nella storia dei piani casa, che sia tutto in regola e non ci sia nulla di cui preoccuparsi. Quindi quelle che andranno a sorgere nell’area a cui fa riferimento saranno “case sicure”. Mi passi la battuta! Anche se è tutto in regola, lei magari non sarà così contento che a Casavatore si continui a costruire, anche solo per il fatto che ne risentono la qualità dell’aria, il traffico, la vivibilità in generale. Io ho sempre pensato che a Casavatore si dovesse fare come a New York, ovvero svilupparsi in verticale. Il suo sogno è vedere grattacieli a Casavatore? In cambio di servizi, sì. Purché chi costruisce garantisca aree verdi, manutenzione, decoro, per me va bene. Tra l’altro quartieri residenziali belli e curati attirano persone belle. Quanto più in basso si scende, invece, è un fatto che altrettanto degradi la popolazione. Brutte case, brutte soluzioni abitative attirano persone di pari livello. Basti pensare alla 167 di Secondigliano o al Parco Verde, dove c’è tantissima gente che vive stipata e su mille famiglie esco-
Via Pietro Nenni snc 80026 Casoria (Na)
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s.r.l.
Distributori di carburanti
Via Bottaro snc 80058 Torre Annunziata (Na) Via Don Sebastiano De Rosa snc 80022 Arzano (Na)
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10 no cinquecento delinquenti al giorno. Dove invece c’è una buona qualità edilizia, migliora pure la qualità sociale. E la sicurezza. Non è un assioma dimostrabile matematicamente ma è così. Eleviamo lo standard dell’offerta per attirare un target sociale superiore, giusto? Esatto. Le dico anche che negli anni Sessanta per una trentina d’anni sono venute ad abitare a Casavatore persone che al 99% facevano parte del ceto medio: impiegati, militari, ecc.; poi il tempo è passato, i figli sono cresciuti e se ne sono andati e il livello ha cominciato a scendere perché in cambio, molti da Secondigliano sono venuti a vivere qua. Quindi si è abbassato il livello culturale (meno laureati, diplomati, ecc.) e, più o meno dal ’95 in poi, nel corso degli anni il livello sociale è sceso sempre di più. La vicinanza a Secondigliano non ci aiuta. Invertire la tendenza, attraverso una nuova edilizia qualificata è una speranza per tutti. E poi qui non abbiamo molto da offrire. Però possiamo garantire una gestione corretta che ci consente di distinguerci. A proposito di correttezza, sindaco:
che livello di sicurezza offre la città: si può uscire tranquillamente di sera, senza rischiare scippi, furti, rapine o chi vive qui deve sempre guardarsi le spalle? La sicurezza è la stessa delle periferie di Napoli. Questo è un grosso nodo: se vogliamo attrarre persone perbene a Casavatore e non consentiamo loro di vivere come persone perbene, libere e sicure, non le attraiamo! Come si interviene su questo? Come garantire il controllo del territorio e la tranquillità dei cittadini? Noi abbiamo un sistema di telecontrollo con sessanta telecamere attive sul territorio, che certo non sono un antirapina, ma almeno sono un deterrente. E stiamo per attivarne un’altra decina. Un bel numero su un territorio di un chilometro quadrato e mezzo. Oltre quella abitativa, abbiamo anche la più alta densità di telecamere di tutto il circondario di Napoli. Tra l’altro ne stiamo anche ricavando qualcosa, perché becchiamo persone che fanno scarichi abusivi, qualche auto che passa col rosso, qualche altra senza assicurazione… stiamo dando un
po’ di mazzate in giro! Qualche giorno fa c’è stato un raid di delinquenti con danneggiamenti a una ventina di auto per strada e abbiamo chiesto un incontro al prefetto per aumentare le misure di sorveglianza. Aspettiamo la convocazione. Abbiamo la stazione dei Carabinieri, ma, come lei sa benissimo, con venti carabinieri, togliendo le 104, togliendo le ferie ecc. ne rimangono tre o quattro e certo non bastano. Chiederemo un aumento di organico al prefetto. Io sono nato e cresciuto a Casavatore e non ho mai voluto andarmene, per quanto sia difficile vivere qua. Ho sempre avuto voglia di fare qualcosa per l mia città, fin da quando avevo tredici anni e frequentavo l’Azione Cattolica, poi sono entrato in politica e questa è la terza volta che faccio il sindaco…credo molto nella partecipazione e credo che qualcosa di buono si riuscirà a fare. Le auguro di cuore che il modello New York applicato a Casavatore dia i frutti sperati e il suo teorema “più case belle più gente bella” si dimostri vero quanto prima! Me lo auguro anche io, è l’unica via che abbiamo.
RITA GIAQUINTO
“NESSUNO È ESCLUSO”: L’EPILESSIA AL CENTRO DI UN PROGETTO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Lunedì 8 novembre le telecamere di NanoTV sono entrate nell’Istituto Statale Superiore “Giustino Fortunato” di Napoli, per assistere ad una delle giornate conclusive di un progetto sull’inclusione che ha coinvolto gli studenti delle classi terze e quarte nelle ore dedicate all’alternanza scuola-lavoro. Un progetto socialmente formativo che ha voluto trasmettere il concetto del “Nessuno è escluso!”, con particolare riferimento alle persone che soffrono di epilessia, i cui disagi sono spesso motivo di emarginazione o, quanto meno, di allontanamento da ambiti scolastici, lavorativi e sociali. Capire questo disturbo, conoscere la patologia e le varie entità delle crisi epilettiche - e come gestirle - vuol dire anche fornire ai familiari, conoscenti, amici, compagni e colleghi di chi ne soffre gli strumenti per affrontare questo “scomodo inquilino” – come ci raccon-
teranno le relatrici - nel migliore dei modi, evitando paure infondate ed atteggiamenti, molto spesso, controproducenti per una sana inclusione. Il ciclo di 30 ore è stato fortemente voluto ed organizzato dall’Associazione E.C.O. – Epilessia Campania OdV, i cui soci sono stati anche i relatori del corso : la Presidente, l’imprenditrice Rossella Giaquinto; i membri del Consiglio Direttivo Maria Rosaria Annunziata e Anna Stilo; la
Dott.ssa Assunta Trinchillo, Neurologa Epilettologa del centro di Epilessia; i medici del centro di riferimento dell’Epilessia della A.O.U. Federico II, come la Prof.ssa Leonilda Bilo, coordinatrice della LICE, Lega Italiana Contro l’Epilessia per la Campania ed il Molise. Per entrare nel merito del corso formativo, Maurizio Cerbone ha intervistato l’ormai famosa imprenditrice napoletana Rossella Giaquinto, amica della nostra
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redazione e della rete web NanoTv, nonché Presidente dell’associazione Eco Epilessie Campane. Nella fase conclusiva di questo progetto, ci facciamo raccontare dalla Presidente quanto è importante che la scuola formi i giovani nella politica dell’inclusione ma, soprattutto, che contribuisca alla creazione di nuove competenze da poter sfruttare poi in ambito lavorativo : “Innanzitutto, grazie di essere stati presenti in questa che è l’ultima giornata nelle classi terze. Con l’Associazione ECO Epilessie ODV abbiamo deciso di occuparci di tutelare i diritti di chi soffre di epilessia e delle loro famiglie. Abbiamo pensato di dar vita ad un progetto che potesse essere adattato alle scuole. In questo caso, la “Giustino Fortunato” ci ha accolto con grande generosità, dandoci la possibilità di realizzare l’alternanza scuolalavoro rivolto alle classi terze e quarte. Approfitto per ringraziare la Dirigente Scolastica, la Prof.ssa Fiorella Colombai, tutto il corpo docente e, ovviamente, gli studenti, i veri protagonisti di questa bellissima esperienza. Siamo arrivati al termine del progetto in cui abbiamo presentato innanzitutto l’Agenda 2030 per parlare di quelli che sono gli obiettivi di questo appuntamento così importante, a cui tutti siamo stati chiamati a partecipare, dalla diminuzione delle disuguaglianze, alla parità di genere, a quanto è importante l’inclusività in qualsiasi società laddove ci siano problematiche di fragilità”. Accanto a Rossella, incontriamo la Dott. ssa Maria Rosaria Annunziata, Segretaria e Tesoriere dell’Associazione, che così ci spiega gli intenti del corso: “Abbiamo voluto portare la nostra esperienza di malati di epilessia o dei loro familiari. Per noi è stato molto impor-
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tante spiegare ai giovani studenti che l’epilessia è un inquilino scomodo, ma è un inquilino che non deve sovrastare tutti gli altri aspetti della nostra vita. Dell’epilessia non bisogna aver paura, è una malattia che si può gestire tranquillamente, e le persone che ne soffrono possono svolgere normalmente tutte le attività della vita quotidiana. Volevamo portare la nostra esperienza di vita, far capire che siamo persone normali come tutte le altre, e trasmettere un messaggio di tranquillità e di serenità intorno a questa patologia”. Un’insegnante presente al corso pone l’accento su quanto il corso sia stato capace di coinvolgere l’interesse dei ragazzi: “I ragazzi dell’indirizzo socio-sanitario di questo Istituto sostanzialmente devono apprendere nozioni di igiene, di psicologia e devo dire che sono stati molto motivati da questa esperienza e questa cosa mi ha fatto immensamente piacere. C’è stata una ricaduta ottima sui ragazzi che, sin da subito, si sono dimostrati interessati e coinvolti alla tematica affrontata. Tant’è che molti di loro vorranno continuare a fare esperienza in questo settore. Infatti, hanno chiesto alle relatrici di poter continuare questo tipo di formazione anche al di là dell’ambito scolastico. E noi tutti speriamo che questo desiderio possa realizzarsi presto e nel migliore dei modi”. E sono, infatti, alcune studentesse del corso che, con parole semplici ma piene di entusiasmo, ai microfoni di NanoTV hanno trasmesso molto bene l’efficacia di questo breve, ma intenso percorso di formazione: “Conoscevo questa malattia, ma non sapevo come fosse strutturata. E grazie alle professoresse e alle dottoresse che ce ne hanno parlato, ora sappiamo, ad esempio, come aiutare
queste persone, e come sostenerle”. E ancora: “Mi è piaciuto molto questo corso perché mi ha fatto conoscere tutti gli aspetti di questa malattia e come intervenire. Spero che, in futuro, in ogni ambito, nessuno sia escluso a causa di questo disagio”. E infine: “Le prof e le dottoresse sono state tutte ottime, perché grazie alle loro spiegazioni mi hanno fatto vedere un mondo che, fino a qualche giorno fa, ai miei occhi era completamente coperto”. Insomma, tanti ringraziamenti da parte degli studenti che, però Rossella, a nome di tutti i membri dell’associazione, rivolge ai veri protagonisti del corso: “Ma il grazie va a loro, agli studenti, i veri attori principali di questo progetto, al loro coinvolgimento, al loro interesse, alla loro curiosità che ci hanno reso tutti orgogliosi e soddisfatti. Torniamo a casa arricchiti principalmente dalla loro sensibilità che ci rimarrà nel cuore”. In chiusura, è doveroso ricordare tutti quelli che, con altrettanto entusiasmo e grande generosità, si sono voluti unire a questo momento di condivisione e hanno sostenuto l’Associazione contribuendo alla perfetta riuscita del progetto: l’azienda Goldelin e l’azienda Divise & Divise che hanno donato le mascherine; l’Azienda Visone che ha regalato un braccialetto che identifica il corso; i succhi di frutta dell’Azienda agricola Perna di Sant’Antonio Abate per offrire agli studenti una merenda sana, naturale e sostenibile. Infine, il validissimo fotografo Salvatore Amoroso, oltre alle tante fotografie, provvederà alla realizzazione di un video finale con interviste veloci e dinamici “botta e risposta” con cui gli studenti ci faranno capire il loro punto di vista ed il loro pensiero nei confronti della tematica affrontata. Una tematica che, come tutte le fragilità, merita - in tutti gli ambiti - quella qualità di ascolto, di attenzione, di sensibilità e di sostegno che, se attuati con responsabilità, contribuiranno a migliorare noi stessi come cittadini consapevoli, ed il nostro rapporto con l’intera comunità. Per chi fosse interessato o avesse necessità di entrare in contatto con l’Associazione ECO Epilessie Campania OdV, potrà rivolgersi al sito: www.epilessiecampaniaodv.org oppure alle pagine Instagram e.c.o. epilessie_campania_odv ed il profilo Facebook ECO Epilessie Campania ODV.
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ACHILLE D’ONOFRIO: IL PITTORE GENTILE Un uomo sereno e che trasmette serenità. Un artista maturo e consapevole, un atleta instancabile. Questo è, in estrema sintesi, Achille D’Onofrio: pittore, ciclista, ex portiere di calcio ed ex ferroviere nonché protagonista di questa intervista. Nato a Prata di Castello Ultra (in provincia di Avellino) nel 1945 ma cittadino del mondo avendo viaggiato per esigenze familiari e per lavoro in tutta Italia e in mezzo mondo. Attualmente vive ad Acerra con sua moglie che lo “sopporta” da quasi cinquantasette anni e si gode la vita da pensionato ma la sua storia, che articolandosi in varie città sembra quasi un Giro d’Italia, merita di essere raccontata perché è la storia di un uomo semplice che con impegno e passione è riuscito a realizzare tutti i propri sogni. Visto che stiamo raccontando una storia ci tocca partire dalle origini. Voglio sapere tutto! “Ma la mia storia è davvero lunga! Cercherò di farne un riassunto! Sono nato a Prata di Castello Ultra nel 1945 ma da piccolo con la famiglia mi trasferii a Bologna dove ho trascorso gli anni migliori della mia vita. Per me, che venivo dal profondo sud campagnolo, Bologna rappresentava il progresso e, certamente, un modo di vivere totalmente diverso a quello cui ero abituato. Ricordo sempre che a Bologna compravamo il pane fresco tutti i giorni mentre a Prata il pane era quello fatto in casa e cotto a legna che potevamo mangiare anche per quindici giorni di fila. Ero figlio della civiltà contadina e, fin da piccolo, ho sempre aiutato la mia famiglia. Ma
nonostante questo ho comunque avuto la possibilità di studiare, assecondando la mia passione per l’arte. A Bari, dove mi trasferii con la famiglia durante gli anni dell’adolescenza, ho frequentato infatti l’Istituto d’Arte e poi, a Napoli, l’Accademia di Belle Arti, dalla quale sono uscito laureato in pittura. Nel frattempo a soli diciannove anni mi sono sposato. Dal matrimonio sono nati due figli. Vinsi poi un concorso per le Ferrovie a causa del quale rinunciai alla carriera di insegnante. Grazie al mio lavoro, che ho amato tantissimo, ho potuto viaggiare e conoscere praticamente tutta l’Italia”. Lei però è anche un uomo di sport “Certamente. Pratico gli sport fin da giovanissimo. Ho iniziato con l’atletica, la mia prima grande passione. Poi sono passato a ciclismo e calcio, giocando nel ruolo di portiere”. Posso chiederle come mai ha scelto proprio quel ruo-
lo? Non è certamente il preferito dai più “Ho scelto di giocare come portiere perché questo è il solo ruolo realmente completo. Voglio dire che il portiere è un atleta a tutti gli effetti: deve avere forza fisica, ottimi riflessi, ottima vista, agilità e anche molto coraggio. Mi crederebbe se le dicessi che ad ogni partita giocata perdevo due chili e mezzo non tanto per lo sforzo atletico ma principalmente per la tensione agonistica?” Non stento a crederlo! Posso chiederle quando ha giocato la sua ultima partita? “Avevo cinquantasette anni, ho sostituito un ragazzo che all’ultimo minuto, per via dell’emozione, non volle scendere in campo”. E come è nato invece l’amore per il ciclismo? “Iniziai coi campionati ferroviari (tra l’altro ho sempre ottenuto degli ottimi piazzamenti) e, a tutt’oggi, nonostante i problemi alla schiena causati da un incidente stradale, riesco a fare
almeno seimila chilometri all’anno.” Facciamo un passo indietro ed analizziamo il suo lato artistico. Ovviamente dopo anni di studio e di prove sicuramente ora ha raggiunto un suo stile personale, ma c’è un movimento pittorico al quale lei si ispira? “Sicuramente l’espressionismo. E’ da tantissimi anni ormai che espongo le mie opere e tanti, nel corso del tempo, sono stati i riconoscimenti. L’ultimo in ordine di tempo è il prestigioso premio Prata che per me è doppiamente importante perché sono il primo paesano (il Premio Prata è una manifestazione organizzata dal Comune di Prata di Castello Ultra n.d.r.) ad averlo ricevuto. Ho pianto per una settimana per l’emozione”! Vorrei, infine, soffermarmi sull’opera da lei dedicata al canto VI del Purgatorio dantesco e che è parte del volume “Divina Commedia illustrata da artisti contemporanei” a cura di Giorgio Gregorio Grasso “Si tratta del canto in cui Sordello da Goito incontra Dante e Virgilio. Ci ho messo una settimana per realizzarlo. Ho cercato di cogliere il fulcro dell’episodio, con Sordello che si inginocchia ai piedi di Virgilio, Dante che guarda la scena e quattro anime purganti a fare da cornice. Ho cercato di riprodurre l’essenza di queste anime che non sono puro spirito come le anime del Paradiso né hanno totalmente le fattezze umane e materiali delle anime dannate dell’Inferno. Tengo molto a quest’opera ma come, del resto, tengo ad ogni mio dipinto”.
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FRANCESCO TAGLIALATELA
L’ARTE COME NECESSITA’ DI VITA: IL RACCONTO DI ENZO MARINO
I valori morali vengono nella società post-contemporanea odierna spesso denigrati, posti nel dimenticatoio dello spettro conoscitivo dell’individuo, quasi come se oggi fossimo tutti delle macchine, degli effimeri numeri scanditi da codici e schiavi di un’ambigua logica algebrica impostaci dalla mentalità diffusa dell’epoca che stiamo attraversando. Questo breve preambolo è doveroso porlo in evidenza, perché dal mio personale punto di vista è come se vivessimo in una società senza emozioni o dove comunque le emozioni vengono costantemente limitate e ostruite, perdendo importanza quando invece un essere umano prima ancora che essere animale sociale e macchina economica è innanzitutto un serbatoio di emozioni. Ora, le emozioni possono essere espresse nei più svariati modi, possono essere filtrate mediante diversi mezzi a seconda dell’uso che si fa di questi, ma a mio avviso non possono essere soppresse o negate con velata e incessante violenza. Sono stato felice e onorato di ospitare come mio interlocutore un artista di grande spessore internazionale, un uomo che di emozioni ne prova e non le nasconde, ma anzi ha il dono di riuscire a trasmetterle a chi osserva i suoi lavori di inestimabile valore e impatto psicologico. Sto parlando di Vincenzo Marino, un simbolo dell’arte casoriana e non solo, un uomo che ha conosciuto la sua materia a fondo, viaggiando e ricercando sempre nuove tecniche e nuovi strumenti per veicolare la propria arte e arricchirla anche al di fuori di un contesto meramente locale. Egli esplora il percorso umano e la sua collocazione spazio-temporale. I suoi studi portano a sospendere la figura umana in uno spazio indefinito tra l’essere e il non essere con un gioco di negativo-positivo. Ebbene sì, personalità ribelle nello spirito, abnegante, particolare dalla sensibilità unica. Vincenzo Marino è questo e molto altro: Enzo raccontami il tuo percorso e come nasce la passione per la pittura “La passione ce l’ho da quando ero nella pancia di mia madre. Vedi non è qualcosa di inquadrabile perché non nasce, ma ha sempre fatto parte di me fin dalla tenera età. Non è mai successo che mi
svegliassi la mattina dicendo “oh, adesso inizio a pitturare”, ma sono nato artista e tutt’ora sento l’esigenza di dovermi esprimere con la pittura. All’incirca dal 1959 ho sentito come un’esigenza interiore, quella di dovermi esprimere con l’arte, tant’è che mi iscrissi all’istituto tecnico A.Volta ma abbandonai gli studi dopo pochissimo tempo per dedicarmi completamente ad essa. Pensa che già a tredici anni vendevo i miei primi lavori presso le mostre locali cittadine. Nel 63’ poi ho pensato bene che una città così grande come Casoria di cui sono parte integrante ormai da tempo immemore meritasse di più sotto il punto di vista artistico, così ho ideato e fondato il G.L.A.C. (Gruppo Liberi Artisti Casoriani). In generale poi posso ritenermi soddisfatto della mia vita e della mia carriera professionale, anche perché per il lavoro che svolgo ho avuto modo di viaggiare molto in tutto il mondo, di conoscere culture diverse, linguaggi ed espressioni diversi come quando visitai il sito archeologico di Tula in Messico ex capitale dell’Impero Tulteco. Sono stato in Marocco, in Tunisia, in Giordania nella città di Amman, in Inghilterra a Londra e a Liverpool dove pure ho organizzato una mostra, ancora in Austria a Graz e non ultima per importanza in Germania a Berlino dove ho tenuto tre mostre di cui ricordo con piacere “Mythos Eros Magie” facendo conoscere la mia arte e quella italiana ai tedeschi e
nel mondo. Voglio ricordare che fino a prova contraria l’Italia si è ritagliata uno spazio nel mondo proprio grazie all’arte, alla fantasia e alla creatività. Berlino è stata di sicuro una delle principali tappe per la mia carriera, ma anche a livello personale e umano dove ho avuto modo di esprimermi a pieno diffondendo la teoria del “dolce far niente”. Per dolce far niente intendo quei momenti di pura riflessione su se stessi, una contemplazione che aiuta a capirsi osservando in silenzio tutto ciò che ci circonda. Può sembrare un qualcosa di astratto, talvolta di banale, ma non lo è.” Dal tuo punto di vista nel corso degli anni cos’è mutato nel modo in cui l’arte viene espressa? “E’ cambiato che si va molto di più sul virtuale e sul concettuale. Vengono sfruttate al massimo le strumentazioni e le tecniche moderne che prima di certo ai miei tempi non esistevano ancora. Anche io ho provato questo nuovo metodo virtuale con alcune sculture performative. E sì perché devi sapere che non sono solo pittore, ma scolpire è un’altra mia grande passione e alcuni miei lavori da scultore sono figli dell’arte virtuale, esempio su tutti il fuoco. C’è stato un momento in cui ho avvertito il bisogno di essere nei tempi, essere contemporaneo. Attenzione, ciò non vuol dire che mi sono adattato ai tempi in cui ho operato, anzi, ma prendendo spunto da diverse culture ho sempre riportato le mie emozioni su tela, rendendo le mie opere al passo con i tempi. Da autodidatta quale sono posso dirti che la parte essenziale della scultura performativa, la principale missione è il rapporto tra l’artista che esprime e il pubblico che capta quello che l’opera racconta.” Come mai oggi l’arte viene poco considerata, talvolta snobbata ? “Vedi, purtroppo viviamo in una società mediocre e questo discorso è ricollegabile alla domanda precedente. Siamo in una società che si diletta nella mediocrità sguazzandoci e ciò non fa altro che diffonderla. La nostra società rispetto all’arte ha ancora una visione atavica rimasta al quadretto o al disegnino quando non è così per niente. Anche in
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14 campo artistico ci sono stati importanti passi avanti con un’evoluzione costante. A causa di questa mediocrità diffusa se proponi qualcosa di un po’ più sublime non viene capito ma solo abbandonato a se stesso.” Come definisci la tua arte? “Sai tanti critici ne hanno dato definizioni sbagliate, dall’ astratta all’informale. Ad oggi ti dico che a me non piace incasellare né l’arte in generale, né tantomeno la mia. Non mi piace darne una definizione univoca. Ad ogni modo la mia più grande esepressione artistica è quella del cognitivismo. Ad esempio in “Amori Ancestrali”, opera che esposto a Norimberga nel 93’ circa, si parla di epoche diverse mediante la rappresentazione di diversi simboli per ognuna di esse. Penso al fauno di epoca romana, all’ipnos emblema della civiltà greca o ancora il pesce simbolo della nascita della cristianità” Che persona è oggi Enzo Marino ? “Come mi vedi. Mi sento artista a trecentosessanta gradi quando lavoro, ma per il resto sono una persona del popolo, uno qualunuqe come tanti. Pensa che alcuni miei colleghi nel tempo, nonostante il mio successo lo consentisse mi criticavano il fatto di non atteggiarmi più di tanto, mentre noto che tanti artisti contemporanei anche locali e ignoti come vendono due operette credono di comandare e di avere una fama che non detengono.” Tra le varie tecniche che adotti in pittura qual è quella che prediligi? “ Tra quelle che ho utilizzato mi piaceva molto l’olio su tela, ma ad oggi per via di alcuni problemi avuti in passato impiego molto di più l’acrilico che pare regga e per questo mi trovo molto bene. Anche le case venditrici lo consigliano proprio per la sua maggiore resa ed ela-
sticità che non subisce le ripercussioni di un fattore climatico come l’umidità. Dunque l’acrilico è quella tecnica che prediligo.” Belle pazzie e bugiarde aurore è il tuo lavoro scrittorio, parlami di questo libro e da dove nasce l’idea di scriverlo: “Allora io avevo già scritto e messo da parte alcuni racconti per svagarmi, lo facevo per hobby come passatempo. Sai che oltre a pitturare, mi piaceva e mi piace scolpire, cucinare con mia moglie bruciando i ragù, disegnare e appunto scrivere. Un giorno una mia carissima amica mi propose di pubblicare qualche racconto. Così mi resi disponibile e devo dire che fin da subito i miei racconti inerenti Casoria ebbero un certo riscontro. Alla fine del ciclo di racconti avrei dovuto ricevere un libro che però non so per quali strani motivi non mi è mai arrivato. Alla fine ho fatto tutto a mie spese collaborando con Polidoro Editore e vendendo al momento della pubblicazione nel 2014 ben milleduecento copie del libro. Belle Pazzie e Bugiarde Aurore è un insieme di racconti di vita vissuta da me in persona, ma anche descrizioni dettagliate di come vedo la società moderna e la città di Casoria in questo momento storico.” Che rapporto hai con la città di Casoria e con i casoriani? “Parto col dire che i casoriani mi amano, la politica casoriana molto meno. Non ho mai avuto buonissimi rapporti con i vari sindaci che si sono alternati e con gli assessori alla cultura, tranne che con Raffaele Bene, attuale sindaco, al quale mi lega una fraterna amicizia di cui non voglio approfittare proprio perché non ho interessi di carattere politico e istituzionale. Stavo facendo muovere qualcosa in
campo artistico e culturale con l’ex sindaco di Casoria Fucci. Con il suo appoggio stavo provando a rivoluzionare lo statuto della biblioteca comunale che deve essere luogo di proposta culturale e non statico come è oggi. Stavo riuscendo a distaccare la biblioteca dagli affari politici e anche la Commissione per la Cultura accolse questa proposta da me avanzata, ma di lì a poco cadde il Fucci e tutto saltò finendo del dimenticatoio. Casoria oggi è imbastardita perché non esiste più, specie dopo la Rivoluzione Industriale, un ceppo originario e autentico del posto, ma c’è tutto un mix di provenienze extracittadine. A tal proposito faccio una tripartizione tra: “ I Casuriani figli di Casoria; i Casoriani acquisiti e i figli di entrambe queste categorie.” Da dove nasce l’ideazione del premio “Scintilla dell’Ingegno” di cui è da poco passata la VI edizione? “Nasce da un esigenza e cioè quella di voler migliorare questa città. Oggi Casoria è purtroppo una città morta in cui i meritevoli non vengono ripagati in alcun modo per il loro contributo, mentre al contrario sembra che i delinquenti vengano osannati quasi come eroi. Purtroppo è il sistema alle fondamenta ad essere marcio e le istituzioni malfunzionanti consentono alla criminalità di proliferare. Il premio “Scintilla dell’Ingegno” oggi alla sesta edizione è solo per chi merita davvero, per tutti coloro che si distinguono sempre per il proprio operato. Ho iniziato con le scuole nel 2013 alla prima edizione, in cui i migliori elementi venivano segnalati e premiati, poi ho cominciato ad estendere questo evento premiando anche personaggi appartenenti alle istituzioni, carabinieri, vigili del fuoco, pionieri della cultura casoriana e dello sport.”
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SALVATORE IAVARONE
CONSIGLIERE COMUNALE DI CASORIA
ELIMINARE LA PLASTICA NELLE MENSE DI CASORIA La plastica è sempre più parte integrante della nostra vita, ma dobbiamo correre ai ripari, limitarne l’uso quotidiano. Servono azioni concrete e serve dare l’esempio soprattutto ai più giovani. Da Presidente della IV commissione consiliare al comune di Casoria abbiamo parlato anche di questo tema in commissione, e a nome della IV commissione, che si è riunita il 4 novembre 2021, per trattare il tema del servizio della mensa scolastica ho chiesto all’assessore alla Pubblica istruzione Dott. Giovanna Guarino, di attivare tutte le azioni necessarie per prevedere nel servizio di refezione scolastica l’abbattimento dell’uso della plastica e l’utilizzo di prodotti bio e a KM 0. Intanto preso atto che quotidianamente a Casoria serviamo
oltre 1.200 studenti, e che si utilizzano bottigliette di plastica per la somministrazione di acqua abbiamo chiesto immediatamente di attivare tutte le azioni, per prevedere che la ditta si attivi per la fornitura di borracce riutilizzabili (eventualmente anche con il logo del Comune di Casoria).
Questa modifica, comporterebbe un risparmio notevole di plastica, ed un esempio importante proprio nelle scuole e per i più piccoli. A fronte di un impegno minimo da parte delle famiglie (riempire quotidianamente le borracce), vi sarebbe un risparmio di oltre 1200 bottiglie di plastica al giorno, 6000 bottiglie a settimana, 25.000 bottiglie al mese, 250.000 bottiglie all’anno. Si tratta di un indispensabile segno di rispetto per l’ambiente e per il nostro stesso futuro. Ci auguriamo che quanto prima questa richiesta diventi realtà e che sia sostenuta con forza e responsabilità proprio dalle mamme e dai ragazzi, un piccolo “disagio” che comporterà un grande risultato per l’ambiente. Un segnale importante a cui non dobbiamo sottrarci.
SOSTEGNO AI COMUNI PER LA GIUSTIZIA DI PROSSIMITÀ E’ stato pubblicato sul BURC Regionale di fine ottobre il decreto dirigenziale con cui, in attuazione della legge regionale 29 giugno 2021 n. 5 che all’art. 51 istituisce il Fondo regionale di sostegno ai Comuni per la giustizia di prossimità, si approva l’avviso indicante i criteri per la ripartizione del fondo. L’avviso è rivolto ai Comuni della Campania che hanno assunto a proprio carico le spese per il mantenimento in funzione dei soppressi uffici del Giudice di Pace. La ripartizione delle risorse, nei limiti della copertura finanziaria, avviene in proporzione e nei limiti del 30% delle spese effettivamente sostenute per il funzionamento e l’erogazione del servizio della giustizia di pace nell’anno precedente. Le spese ammesse sono quelle espressamente indicate all’art. 51 L.R. n. 5/2021. Si ricorda che la relativa istanza dovrà essere trasmessa entro il termine perentorio del 15 novembre 2021 all’indirizzo di posta elettronica certificata: us09@pec. regione.campania.it. Per informazioni e chiarimenti è possibile inviare quesiti fino al 20 novembre p.v. tramite l’indirizzo di
posta elettronica us09@pec.regione.campania.it. La ripartizione delle risorse, nei limiti della copertura finanziaria, tra i Comuni di cui al precedente art. 2 avviene in proporzione e nei limiti del 30 per cento delle spese effettivamente sostenute ed autocertificate ai sensi dell’art.18 della legge n.241/1990 per il funzionamento e l’erogazione del servizio della giustizia di pace nell’anno precedente a quello di assegnazione delle risorse. Tra i costi ammessi a finanziamento sono inclusi: 1) il costo del personale messo a disposizione dai Comuni, 2) la fornitura di cancelleria, 3) macchine informatiche e di copia, 4) i servizi di pulizia, 5) riscaldamento, 6) elettrificazione, 7) connessione telefonica e informatica, 8) vigilanza, 9) manutenzione dei locali.
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16 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CLAUDIO FILIPPINI
IL SINDACO LUIGI MAGLIONE HA NOMINATO IL SECONDO ASSESSORE COMUNALE
Con proprio decreto, il sindaco Luigi Maglione ha nominato il secondo assessore della nuova giunta comunale. Il neo assessore è Elsa Picaro, insegnante, alla quale sono state affidate le deleghe di lavoro istituzionali alla Pubblica istruzione, Edilizia scolastica e Cultura. Intanto, si è insediato stamane, presso il municipio, l’ufficio elettorale centrale costituito dal presidente del Tribunale di Napoli Nord e presieduto dal giudice Alessandra Farina. L’ufficio avrà il compito di determinare il nuovo riparto dei seggi di consigliere comunale da attribuire a ciascuna lista o a ciascun gruppo di liste collegate al sindaco Luigi Maglione, proclamato primo cittadino dalla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 12 ottobre.
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VITTIME DEL COVID-19: PIANTUMAZIONE DEGLI ALBERI DELLA MEMORIA
I residenti possono rivolgere, all’Amministrazione comunale, istanza per la piantumazione, su aree comunali, di un albero in ricordo dei propri congiunti vittime della pandemia da Covid-19, con apposizione, a proprie spese, di una targa-ricordo. Le aree comunali a verde su cui effettuare le piantumazioni sono site sia nel centro storico che presso il quartiere Acacie. Nel centro cittadino è possibile piantare gli alberi della memoria in via Colletta, in via Vico e in via della Madonnina mentre al quartiere Acacie i residenti possono utilizzare le aiuole poste da Via Meucci a Via delle Industrie. Sono anche disponibili, inoltre, tutte le aiuole delle strade cittadine in cui mancano gli alberi o le piante ornamentali. L’iniziativa di ricordare le locali vittime del covid-19, adottata dal precedente esecutivo municipale guidata dal sindaco Vito Marino e ripresa, di recente, dall’amministrazione civica del primo cittadino Luigi Maglione, prevede anche l’organizzazione, il prossimo 18 marzo 2022, di una specifica giornata territoriale dedicata a chi è prematuramente scomparso a seguito della pandemia. La Giornata nazionale per le vittime del virus sars cov-2 è stata invece istituita dalla legge 35 del 18 marzo 2021.
GARANZIA GIOVANI: IL COMUNE OSPITERÀ 20 TIROCINANTI, DI CUI 10 DIVERSAMENTE ABILI Il municipio ospiterà 20 tirocinanti, di cui 10 diversamente abili, iscritti al programma “Garanzia Giovani”. I profili professionali riguardano tre addetti all’accoglienza e all’informazione per le attività di front-office nelle varie sedi comunali, 11 impiegati amministrativi che si occuperanno di attività connesse all’espletamento di pratiche amministrative, due addetti alla contabilità da adibire alle attività amministrative/contabili, un programmatore informatico destinato alla attività di programmazione informatica per la digitalizzazione delle procedure amministrative, un web master addetto alle attività di aggiornamento dei contenuti e al miglioramento della usabilità del sito istituzionale in linea con le direttive dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), due tecnici web che si occuperanno di implementare anche la comunicazione istituzionale attraverso altri canali telematici (sito web, facebook, app). I giovani interessati devono possedere i seguenti requisiti previsti dal piano di attuazione Regionale “Garanzia giovani in Campania”: disoccupati ed età compresa tra i 16 ed i 35 anni. Gli annunci sono pubblicati, da oggi e per 20 giorni consecutivi, sul portale www.cliclavoro.lavorocampania.it, nella sezione tirocini garanzia giovani 1292. I tirocini promossi prevedono un percorso della durata di sei mesi per i giovani normodotati e di 12 mesi per i giovani diversamente abili.
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IDA PICCOLO
A TU PER TU CON GIACOMO RIZZO: CONCLUSA ANCHE LA SESTA PUNTATA DEL PROGRAMMA IN ONDA SU PARTENOPE TV
Molto apprezzata e seguita anche la sesta puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www.partenope.tv). La trasmissione, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, a partire dalle ore 20,45, ha avuto un ospite eccezionale, il grande Giacomo Rizzo, un pilastro del teatro, del cinema e dello spettacolo italiano. Napoletano Doc, nato sotto il segno del Capricorno 82 anni fa, il maestro Rizzo ha debuttato a Portici, a otto anni in uno spettacolo di varietà interpretando il piccolo Totò, e da quel momento non ha più smesso collezionando immensi successi in tutti i campi del mondo dello spettacolo. Attore di teatro, tanta varietà, cantante da night, ballerino, presentatore nelle feste di piazza, molta televisione e una sfolgorante carriera al cinema. Il nostro ospite, perfettamente a suo agio nello studio televisivo di Partenoe Tv, ha raccontato la sua vita professionale e privata con numerosi aneddoti e curiosità mai dette finora, ha ricordato i suoi esordi, i suoi tanti incontri artistici (Totò, Nino Manfredi, Rosalia Maggio, Angela Luce, Pierpaolo Pasolini, Edwige Fenech, Billy Wilder, Jack Lemmon, Sergio Citti, Bernardo Bertolucci, Robert De Niro, Dominique Sanda, Gérard Depardieu, Liz Taylor, Carlo e Aldo Giuffré, Roberto Benigni, Mario Merola, Luisa Conte, Carlo Taranto, Nanni Loy, Nino D’Angelo, Gloriana, Caterina De Santis, Alessandro Siani,
Massimiliano Gallo e tanti altri), la sua brillante e premiata esperienza nel mondo del cinema e la svolta avvenuta con il film di Paolo Sorrentino, “L’amico di famiglia”. Una carriera lunghissima che lo ha visto spaziare fra i generi più disparati, passando con disinvoltura dal teatro al cinema, dalla commedia all’italiana alle sceneggiate napoletane, dai film d’autore alle commedie del teatro napoletano dimostrando una grande duttilità. Inoltre tante sono state le testimonianze fotografiche relative alla carriera, ai colleghi, alla vita privata e numerosi i videomessaggi inviati da Francesca Confessore, Rosalba Colosimo, Salvatore Esposito, Alessandro Brunelli, Emanuela Giordano, Emiliano De Martino, Fabio Massa, Rosario Iodice, Gennaro Silvestro, le figlie Angela e Veronica e i nipoti. Il maestro Giacomo Rizzo ha parlato anche dell’amore, un sentimento che caratterizza la sua vita, della sua esperienza con il Covid invitando i telespettatori a vaccinarsi, si è sottoposto ad un fuoco di fila di domande, a cui ha risposto con sincerità. Molto amata la rubrica “In cucina con Gemyy” curata dalla food blogger Gemma Caruso, che ha ideato per Rizzo un timballo buonissimo. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. Si ringraziano anche gli sponsor: Ritz Cafè di Pietro Toglio e Babà Re con la testimonial, la giornalista Lucia La Marca, la ragazza col turbante con le sue domande intriganti.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MICHELE BRUNO Alla Cortese Attenzione Assemblea dei Sindaci - Al Sindaco di Arzano Al Sindaco di Casavatore - Al Sindaco di Casoria All’Avv. Francesco Leo - Direttore del Consorzio Ai Componenti del Consiglio Consortile Ai Componenti del Consiglio Consortile Dott. Salvatore Silvestro, Ing. Mario Oscurato, Col. Biagio Chiariello, Avv. Rosa Manna, Dott. Angelo Russo, Avv. Giuseppe Salzano, Dott. Mauro Muto, Sig. Salvatore Pacifico e.p.c - S.E. Il Prefetto di Napoli Il sottoscritto Dr Michele Bruno nella sua qualità di rappresentante legale del Consorzio Cimiteriale Casoria - Casavatore . Arzano, fà presente quanto segue: Di seguito alle precedenti PEC avente stesso oggetto (n.ro 2) relative alle diffide degli Avvocati Rosa Consuello (civilista) e Raimondo Capasso (penalista), inoltrate per conto del dr Antonio Pugliese neo designato Direttore del Consorzio Cimiteriale Casoria - Casavatore - Arzano con decreto Sindacale del 30/7/2021 n.7, notificate al sottoscritto in quanto rappresentante legale del Consorzio Cimiteriale ed all’accesso agli atti richiesto dall’Avv Rosa Cansuello; ad oggi nessun riscontro in merito alla questione delle succitate diffide e né quantomeno mi è stato comunicato il nome di un penalista da parte della Direzione del Consorzio ( da individuare nella short list del Consorzio Cimiteriale) per assumere la difesa in merito alla succitate intimidazioni e provvedere al riscontro in termini giuridici. Resto in attesa di conoscere da parte della Direzione del Consorzio Cimiteriale se si è provveduto ad adempiere alla richiesta dell’Avv. Consuello per l’accesso agli atti; in quanto declino ogni responsabilità in merito a tale adempimento per eventuali ritardi. Dr Michele Bruno Presidente del Consorzio Cimiteriale Casoria - Casavatore - Arzano
PRESENTAZIONE DELLA PUBBLICAZIONE CULTURA E SOCIALE MUOVONO IL SUD IL MODELLO CATACOMBE DI NAPOLI AUDITORIUM MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI 20 NOVEMBRE 2021 - ORE 11:00 Con la presente desidereremmo invitarLa alla presentazione del cofanetto “Cultura e Sociale Muovono il Sud - Il modello Catacombe di Napoli” che si terrà nell’Auditorium del Museo Archeologico Nazionale di Napoli il 20 novembre 2021 alle ore 11:00. L’opera contiene gli Atti del Convegno tenutosi a Napoli a novembre 2019, in occasione del decimo anniversario della nuova gestione delle Catacombe di Napoli ad opera della Cooperativa La Paranza del Rione Sanità. La Fondazione di Comunità San Gennaro e la Casa Editrice Edizioni San Gennaro hanno deciso di dare alle stampe tre volumi in “cofanetto” - a cura di Stefano Consiglio, Nicola Flora e Francesco Izzo - che raccontano, attraverso testimonianze di specialisti ed esperti del settore, la straordinaria opera di valorizzazione delle Catacombe di Napoli. Gli effetti generati nel Rione Sanità dall’esperienza della Cooperativa La Paranza sono, infatti, il risultato di un accurato quanto responsabile lavoro di ricerca portato avanti da un’illustre Commissione Scientifica presieduta dal Professore Giuliano Volpe. La riapertura e la pubblica fruizione dell’inestimabile patrimonio storico-artistico e archeologico del Rione Sanità - fino al 2009 abbandonato - hanno incentivato e determinato veri e propri processi di sviluppo “dal basso” i cui effetti sono misurabili dal punto di vista sociale, culturale, economico, reputazionale e identitario. Siamo sempre più fiduciosi che il Modello Catacombe di Napoli che fa della Bellezza, della Comunità e della Cultura le sue principali linee d’azione, possa essere replicabile e potenzialmente esportabile altrove, dimostrandosi capace di generare concrete trasformazioni e rivoluzioni nei territori in cui esso si sperimenta. Saremmo lieti di averLa tra i nostri ospiti nella convinzione che l’unica via percorribile per tutelare il patrimonio culturale della nostra città, sia tessere una sinergia sempre più forte tra organi dello Stato, società civile e istituzioni. Per accedere al Museo gratuitamente e per partecipare all’evento è necessario prenotare scrivendoci a segreteria@fondazionesangennaro.org Ricordiamo inoltre che sarà richiesto il green pass o certificato con esito di tampone negativo fatto entro 48h dall’evento.
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ELENA TORRE
LUCA BASSANESE, “PIAZZA BASSANESE VOL.II” È IL SUO NUOVO ALBUM
Ad un anno di distanza dal suo ultimo lavoro discografico, LUCA BASSANESE torna con “PIAZZA BASSANESE VOL.II” (Aida / Ola ola music), il nuovo album. “PIAZZA BASSANESE VOL. II” è disponibile in digitale (Spotify, Apple music, iTunes, Amazon music, etc.) https://fanlink.to/piazzabassanese2 ed in versione CD sul sito ufficiale: http:// www.lucabassanese-officialsite.it/shop/ Luca Bassanese / Piazza Bassanese Vol. II.Un album nel quale Bassanese affronta tematiche sociali ed esistenziali, mettendosi a nudo attraverso brani come “Un uomo migliore” sul tema della disabilità, “Democrisia” sulle disparità sociali, la rivisitazione di “Home sweet home (Save the Planet)” sul grande tema della tutela dell’ambiente, affrontando interpretazioni di opere essenziali nel suo percorso di artista, come nei quattro omaggi alla grande canzone italiana presenti in un album tutto da scoprire. 17 brani che non vi lasceranno indifferenti, perché come dice Bassanese: “Quando piove tutti cercano riparo, tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare”. Il tutto arricchito da un’importante ri-
cerca stilistica, nuove sonorità e la produzione artistica del Maestro, già disco d’oro e di platino, Stefano Florio. “PIAZZA BASSANESE VOL.II” è stato anticipato dai brani “Un uomo migliore” (https://youtu.be/GJsDhEeXQo8) e “Democrisia” (https://youtu.be/ReaM5cEoZR0), singolo e video quest’ultimo attualmente in rotazione. Questa la tracklist completa dell’album: 1. “Quando piove tutti cercano riparo” 2. “Se mi rilasso collasso” 3. “L’amore disperato (sempre vincerà)” 4. “Un uomo migliore” 5. “L’uomo medio” 6. “Santo Subito” 7. “Ambarabà ciccì coccò” 8. “Democrisia” 9. “Home sweet home (Save the planet) acoustic version” 10. “Mamma” 11. “Dio è morto” 12. “Confini”13. “Canzone del 29 giugno” 14. “I Sognatori” 15. “Capitombolo” 16. “Il Pescatore” 17. “Che ne sai”. Nel 2022 ci sarà il grande ritorno live con il “PIAZZA BASSANESE LIVE TOUR”, che toccherà molti palchi in Europa tra cui Francia, Germania, Belgio, Austria, Svizzera. La dimensione del live ha da sempre un ruolo fondamentale nel percorso dell’artista che ricordiamo
essersi esibito nei maggiori festival Europei come il Paléo in Svizzera, lo Sziget in Ungheria, il Dranouter in Belgio e molti altri ancora (guarda i video sulla pagina YouTube ufficiale https://www. youtube.com/ucabassanese). Concerti sempre densi di pura energia e musica popolare, dove ogni volta Luca Bassanese è stato capace di stupire ed emozionare. “PIAZZA BASSANESE LIVE TOUR” non fa eccezione e si preannuncia come uno show intenso e spettacolare per vivere insieme al pubblico un’esperienza indimenticabile e travolgente.
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Mi sento incredibilmente triste perchè ho perso mia zia, la mia seconda mamma. Il tuo cuore ha smesso di battere,ma un cuore che ha toccato così tante vite continuerà a vivere in coloro che amava. Mi mancherai tanto zia Antonietta. RINO FICO Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 11 novembre 2021
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