DOMENICA 1 AGOSTO 2021
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXI - N° 01 - DOMENICA 1 AGOSTO 2021
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ANTONIO BOTTA Il grazie ai lettori per averci seguiti anche in questo secondo anno difficile di pandemia
ARRIVEDERCI A SETTEMBRE
L’editore Buonaurio, il Direttore Nando Troise e l’intero staff redazionale di Casoriadue ringraziano di cuore i lettori, che ci hanno seguito anche in questo secondo anno difficile di pandemia, avendo ricevuto, ogni domenica, una copia del giornale in formato digitale su wap e altri mezzi telematici. I commenti pervenuti ci hanno incoraggiato a perseverare nel nostro impegno svolto con passione e serietà avendo, in primis, nel cuore il bene di Casoria, una Città che va amata per la sua storia, di cui è stato doveroso, anche nel corrente anno, valorizzare le tracce di un passato reso “prezioso” da personalità illustri, laiche e religiose, e da opere di elevato valore artistico. Vorremmo, però, anche porre in rilievo lo sforzo compiuto di allargare il nostro sguardo oltre i confini locali, per focalizzare, mediante interviste, reportage, commenti, riflessioni, l’attenzione su problematiche nazionali e internazionali, con una particolare attenzione all’emergenza pandemica. Ribadiamo ai lettori, tra cui figurano anche politici locali, la funzione che l’informazione locale svolge in un contesto urbano afflitto da gravi problematiche ambientali, sociali, economiche, che non solo sono state evidenziate e denunciate, ma per le quali sono state avanzate proposte, sollecitandone soluzioni adeguate. Una costante di Casoriadue è di aver fatto sentire con fermezza la sua “voce”, quando nella vita politica e amministrativa non ha visto chiarezza, trasparen-
za, assunzione di responsabilità, ponendo domande, chiedendo conto, sottolineando comportamenti incoerenti, aiutando la verità ad emergere. I toni? Corretti certamente, ma per nulla ossequiosi, essendo chiaro l’obiettivo non di svolgere la funzione di portavoce di “qualcuno” che conta o di qualche gruppo partitico, ma di interlocutore, questo sì, a nome dei cittadini che non hanno la possibilità di rivolgere domande, di avanzare richieste, di segnalare problemi. Ciò nell’assoluto rispetto del ruolo di altre testate locali, espressioni eloquenti di una dialettica viva nel nostro territorio, “strumenti” di un pluralismo di idee e di punti di vista che stimolano a far crescere la vita democratica, contribuendo al progressivo ampliamento degli spazi collettivi di libertà di pensiero in un clima di stima vicendevole. Un grazie particolare agli sponsor e all’editore Buonaurio, che consentono di realizzare da anni questo progetto editoriale, offrendo un importante spazio comunicativo. Concludiamo con un ringraziamento di cuore alla signora MARIA NIVES, lettrice fedelissima del nostro Settimanale, la quale, immancabilmente, dopo aver letto con attenzione tutti gli articoli, ci ha fatto pervenire sempre i suoi lusinghieri commenti, mostrando di apprezzare gli interventi pubblicati. A lei e a tutti i nostri lettori gli auguri di serene vacanze estive con un cordialissimo “ARRIVEDERCI A SETTEMBRE”
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ANTONIO BOTTA Presentata la nuova Giunta, con la quale il Sindaco auspica “un ulteriore slancio all’azione amministrativa”
SI PONGA FINE ALL’INCERTEZZA DEL QUADRO POLITICO
Ancora un azzeramento nella Giunta a Casoria, il terzo, in due anni da quando il sindaco Raffaele Bene governa la Città. Nell’annunciare la notizia con un comunicato stampa, il Primo Cittadino ha definito il nuovo Esecutivo “di qualità”, augurando ai nuovi Assessori “un proficuo lavoro”. Essi sono: l’ avv. Giovanna Guarino, con deleghe alla Pubblica Istruzione, Cultura e Sport, già assessore a Frattamaggiore; Antonio Rocco, alle Risorse Umane e Affari Generali, già agente della Polizia Municipale a Quarto, attualmente in pensione; l’ing. Luca Brancaccio, con deleghe ai Lavori pubblici. Il Sindaco ha assicurato che la neo Giunta sarà in grado di dare ulteriore slancio all’azione amministrativa”, augurando ai nuovi Assessori “un proficuo lavoro” . Se lo auspica di cuore anche la Cittadinanza per questa compagine governativa che finora ha mostrato luci ed ombre, più ombre che luci, in verità. Il problema è l’incertezza del quadro politico. E’ possibile che la governabilità debba essere assicurata da elementi eletti all’opposizione? Bene é nella stessa situazione in cui si sono trovati impantanati i suoi predecessori Ferrara e Carfora, i quali dovevano andare a “pescare” l’appoggio di esponenti appartenenti allo schieramento avversario. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. Anche nell’ultimo rimpasto, ad esempio, è diventato membro della nuova compagine governativa Antonio Rocco, del PD, partito schierato all’opposizione, e ciò ha determinato l’espulsione di quest’ultimo dal Partito. Il “dito sulla piaga” l’ha posto proprio Casillo quando, nell’intervista pubblicata da Casoriadue la scorsa domenica, ha affermato che le troppe liste civiche creano una frammentazione tale da rendere problematica l’azione di confronto, di mediazione e di sintesi, che è fondamentale per governare. Non sarà forse questo un motivo non secondario di scenari precari che si presentano in molti Palazzi comunali, tra cui anche quello di piazza Cirillo, nei quali i Primi Cittadini al timone della Città, da vari anni a questa parte, il più delle volte non sono stati in grado di creare una coesione e una compattezza di squadra, incapaci, quindi, di tener fede alle promesse
fatte in campagna elettorale? Casoria, in particolare, è diventata una città ingovernabile dal momento che con ben quattro Sindaci, Giosué De Rosa, Stefano Ferrara, Vincenzo Carfora e Pasquale Fuccio, il mandato si è concluso in anticipo. La Costituzione prevede, lo sappiamo, il “non obbligo di mandato”, ma questa garanzia non si deve trasformare in “arma” da brandire per porre sotto ricatto e mettere in crisi un’Amministrazione. Si rivendica tanto la certezza della pena, nell’ambito della giustizia, ma i cittadini hanno diritto anche alla certezza di governo, senza assistere, impotenti, a giochi di potere, ad accordi sotto banco, ad azzeramenti e a rinnovi di Giunte, a minacce di sfiducia, a ripescaggi in extremis per continuare l’azione di governo, fino a subire, ahinoi, anche lo smacco del Commissariamento, che è il fallimento della Politica, da intendere quale esercizio responsabile di “compromesso”, nel senso nobile del termine, per giungere ad un accordo tra vari punti di vista, a una sintesi, in cui le varie parti si dispongono a perdere qualcosa di sé pur di servire il Bene comune. Non si fa politica per essere persone passive, che vanno ad “occupare una poltrona” per difendere degli interessi, non si fa politica per guadagno, ma la si fa per passione, per essere protagonisti e per costruire concretamente un presente e un avvenire migliori. La Politica non può ridursi a un gioco di equilibri interni ai partiti o con correnti di altri partiti, non può essere chiusa dentro il proprio universo, un proprio linguaggio fatto di allusioni, ambiguità, messaggi subliminali, per questo incomprensibile ai non addetti ai lavori, lontana dai problemi della gente. Non poche volte si avverte la spiacevo-
le sensazione che discutere di politica a Casoria equivale a domandarsi se quel tale consigliere o assessore ha abbandonato il proprio gruppo o la propria corrente, intruppandosi in qualche altra formazione o alleandosi con qualche “pezzo” forte della classe dirigente casoriana. Sì, nella nostra città predomina la politica delle alleanze, non quella che dovrebbe occuparsi dello sviluppo sostenibile, del dissesto stradale, della sicurezza, dei fondi europei utilizzati solo in parte, del perché nella nostra Città, tra le più popolose della Campania, a parte la meritoria disponibilità dell’ospedale dei Camilliani a mettere a disposizione i propri spazi per la vaccinazione anti Covid, non vi siano state hub vaccinali (centri di raccolta dedicati esclusivamente alla vaccinazione), costringendo molti cittadini a dirigersi verso altre località per vaccinarsi. Certo, una strada per dirimere l’annosa questione delle casse comunali esangui questa Amministrazione l’ha imboccata, quella del dissesto finanziario, criticabile finché si vuole, ma si è assunta almeno la responsabilità di compiere una scelta su un problema serissimo, di cui tanto si è parlato negli scorsi anni, ma senza alcuna soluzione; come pure, va riconosciuto il merito di innovare, mediante la digitalizzazione, Casoria Ambiente. Ha dichiarato al riguardo Massimo Iodice, Amministratore unico della Partecipata, in merito all’ “APP”, uno strumento per rendere più veloce ed efficace soprattutto il ritiro dei rifiuti ingombranti.”L’applicazione rientra in un percorso di innovazione tecnologica che abbiamo iniziato da alcuni mesi, anche con il cambio d’identità visiva di Casoria Ambiente, con il logo e il portale nuovo.
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che possa aprirsi davvero una nuova fase politica, dove non ci sia più spazio nel Palazzo per le manfrine, per le lotte intestine, ma prevalgano lo spirito di collaborazione, la virtù del senno, la capacità di selezionare i bisogni e di organizzarli secondo valori di campo lungo, nel tentativo di soddisfare quelli che sono prioritari,. Ciò comporta, non va trascurato, il possesso di competenze progettuali, il sacrificio dello studio dei problemi sul tappeto e la rinuncia a declamazioni retoriche.
Abbiamo fatto tanto in questi mesi sugli indumenti usati, gli oli esausti e le deiezioni canine, la nostra prossima sfida è migliorare l’annoso problema del ritiro dei rifiuti ingombranti. L’app consentirà ai cittadini di consultare il calendario della raccolta differenziata che ha raggiunto il 54%, inviare delle segnalazioni e richiedere il ritiro dei rifiuti ingombranti. Il lancio dell’app coincide anche con l’avvio della campagna di distribuzione dei kit per la raccolta differenziata
in quattro punti della città (due a Casoria e due ad Arpino). Siamo uno dei pochissimi Comuni della zona a nord di Napoli che fornisce ancora le famiglie dei kit, sarà l’occasione per sensibilizzare i cittadini al download dell’applicazione. Il sindaco Bene, come accennato all’inizio, nel presentare la nuova Giunta ha auspicato che sia impresso all’azione amministrativa “un ulteriore slancio”. Se lo augurano anche i cittadini:
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RITA GIAQUINTO
Casi Covid-19 e vaccini a Casoria: numeri, statistiche, percentuali
Ne parliamo con la Dott.ssa Maria Rosaria Granata, responsabile della U.O.C. - Unità Operativa Complessa di epidemiologia e prevenzione della ASL Napoli 2 Nord, quindi una figura coinvolta a trecentosessanta gradi nella gestione della pandemia nei trentadue comuni della provincia a Nord di Napoli. Con l‘aiuto della Dott.ssa Granata, abbiamo provato a trasformare in numeri quello che il Covid-19 ha significato, fino ad oggi, per il Comune di Casoria e per i suoi abitanti. Prima di entrare nel dettaglio, è doverosa una precisazione: va ricordato ai nostri lettori che quelle che ci ha fornito la Dott.ssa Granata sono informazioni sottoposte a continui – talvolta repentini – cambiamenti e che quindi i dati che seguiranno si riferiscono a quanto raccolto fino a martedì 27 luglio u.s., giorno in cui è stato redatto l’articolo. Partiamo dai contagi emersi a Casoria. Questi i dati della Dott.ssa Granata: “Dall’inizio della pandemia, quindi da marzo 2020, Casoria ha contato n. 7.000 persone contagiate. Ad oggi, i positivi sono circa sessanta. Non possiamo considerarlo un numero particolarmente preoccupante, ma la curva dei contagi è, purtroppo, in risalita in tutti i Comuni. Il rammarico è che, nella settimana che andava dal 21 al 27 giugno, noi avevamo quasi azzerato i positivi attivi, non solo a Casoria ma in tutti i Comuni di Napoli Nord. Da quella settimana in poi, invece, su tutta l’azienda, compresa Casoria, abbiamo avuto di nuovo una ripresa”. Una risalita della curva dovuta alle riaperture? “Alle riaperture ma anche alla ripresa degli spostamenti. Ho cercato di analizzare i casi di questi sessanta positivi e, per la maggior parte, sono casi di contagio dovuti a rientri da viaggi. Infatti, il primo caso di variante delta noi lo abbiamo avuto proprio a Casoria, di ritorno da un mega focolaio verificatosi a Palma de Maiorca. Questi rientri hanno generato la quarantena dei contatti stretti che, purtroppo, prima dell’isolamento, hanno generato altri positivi”. Il ruolo fondamentale di chi gestisce l’unità operativa epidemiologica è,
come ci spiega la Dott.ssa Granata, di agire con due armi fondamentali. E ci spiega: “Queste armi sono il “contact tracing”, fondamentale per circoscrivere ed isolare il positivo, per fare quanto meno danni è possibile; la seconda arma è costituita dalle vaccinazioni. Il contact tracing non è altro che il tracciamento dei contatti, ovvero risalire a quanti potrebbero essere entrati in contatto con il contagiato.Una volta constata una positività, comincia la nostra indagine epidemiologica : chiediamo se sono stati fatti viaggi, se la positività è emersa in ambito lavorativo. In questo momento, ad esempio, si riscontrano casi a seguito di matrimoni, battesimi,
compleanni, cerimonie in generale. Dopodiché ci facciamo dire tutti i contatti, prima a livello familiare, poi a livello sociale, come amici, colleghi, etc. Da questa indagine, parte la quarantena dei contatti più stretti e di cui poi verrà accertata la negatività o la positività con il tampone”. Tra gli attuali sessanta positivi, ci sono casi gravi? “Non ci sono casi gravi. La maggior parte sono asintomatici o paucisintomatici, quindi con sintomi molto lievi, infatti sono tutti a domicilio. Noi li monitoriamo, se ne hanno bisogno , vengono visitati da un medico USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziali), che a seconda di quello che riscontra, ci comunica se è un caso da ricovero o meno. Attualmente, a Casoria abbiamo una sola persona ricoverata nel nostro ospedale, in reparto, non in terapia intensiva”. E si tratta di persone già vaccinate? “Si, ci sono anche persone già vaccinate, ma che effettivamente stanno dando prova di ciò che noi volevamo dal vaccino, e cioè cercare di evitare l’ospedalizzazione, e soprattutto la terapia intensiva. Infatti, hanno una sintomatologia molto sfumata, possono avere qualche dolore, cefalea, ma nulla di più”. Mi parli dei decessi. Quanti nostri concittadini questo maledetto virus si è portato via? “Ce ne risultano 131, sempre da marzo 2020. Negli ultimi tempi, proprio come azienda, ce ne sono stati pochissimi. Purtroppo, però, è anche da tenere presente che il numero dei decessi non è mai fedele al 100%. Questa mancanza di certezza è dovuta al fatto che ci sono stati decessi di casoriani, ad esempio, in grandi ospedali di Napoli, con cui la comunicazione è stata davvero molto difficoltosa. Adesso, però, hanno trovato il sistema per poter controllare gli ospedali grandi, come il Cotugno o il Cardarelli. Diversa è la situazione in un ospedale di provincia, più piccolo,dove il tutto si monitora più facilmente”. Parliamo dei vaccini. Come si sta comportando Casoria con le adesioni alla campagna vaccinale? “Su una popolazione Istat di 66.039
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8 abitanti, che parte dai dodicenni in su, cioè dall’età resa accessibile al vaccino, abbiamo avuto in piattaforma n.44.052 adesioni. Quindi, siamo sul 70% di adesioni, e noi lo consideriamo un buon risultato”. La Dott.ssa Granata ci fa, a questo punto, un’analisi per fascia di età. Un controllo che viene fatto ogni giorno per tenere la situazione costantemente sotto controllo: “Con la fascia dei cosiddetti “over 80”, abbiamo superato il 95% sulle adesioni ed il 93% della popolazione sulla fascia degli ottantenni. Vista la percentuale così alta, questa, per noi, rappresenta una fascia completamente coperta. La fascia 70/79 anni : siamo sull’adesione al 90% ; fascia 60/69 anni : siamo sull’82% di ade-
sioni. Con questa età, la percentuale comincia a scendere, anche perché qui abbiamo avuto il problema del vaccino ASTRAZENECA, che ha generato una certa paura e quindi c’è stato uno stop. Fascia 50/59 anni : adesione al 74%; fascia : 40/49 anni : parliamo del 63%; fascia 30/39 anni siamo al 56%; fascia 20/29 anni, siamo al 58%; fascia 12/19 anni : siamo al 38% , sempre come adesioni. Però, la notizia sugli obblighi che andranno in vigore con il green pass, ha fatto un po’ da “spauracchio” e infatti, proprio ieri, mi sono ritrovata in piattaforma più di 15.000 nuove adesioni”. Tradurre in parole i numeri che la Dott. ssa Granta ci ha fornito, vuol dire invitare tutti a tenere alta l’attenzione, a conti-
nuare ad usare i dispositivi di sicurezza, ed evitare i luoghi affollati, all’estero come in Italia. “Dobbiamo imparare a convivere con il virus, sappiamo che la vaccinazione non ci dà l’immunità e che il Covid non sarebbe scomparso da un giorno all’altro” – è così che la Dott.ssa Granata ci saluta, invitando a proseguire con fiducia la campagna vaccinale. Alla domanda se è d’accordo a rendere obbligatoria la vaccinazione, ci risponde così: “Si, anche se l’obbligo è contrario ai miei principi, nel senso che dovrebbe essere una scelta etica e consapevole da parte di tutti, facendo emergere la partecipazione attiva di una comunità di fronte ad un’emergenza : vaccinarsi vuol dire semplicemente proteggere se stessi e gli altri”.
MARIA CRISTINA ORGA IO RACCONTO STORIE magazine: numero zero
VINCENZO AMATO E RAFFAELE BENE: DIVORZIO ALL’ITALIANA NELLA GIUNTA CASORIANA
Non ricordo chi ha detto “ogni fine è un nuovo inizio”. Non sarebbe difficile recuperare l’informazione con una veloce ricerca su Google, ma che importanza ha? Come i libri editi non appartengono agli autori ma a chi li leggerà e i figli non appartengono ai genitori ma alla vita, i proverbi sono patrimonio della saggezza popolare e gli aforismi più felici sono patrimonio dell’umanità come i beni artistici tutelati dall’Unesco e restano appannaggio di tutti. Quindi oggi me ne servo io e con un perfetto tempismo circolare sono felice di presentare, proprio nell’ultimo numero di CasoriaDue prima della pausa estiva, IO RACCONTO STORIE, la nuova rubrica del nostro settimanale che il temerario Direttore ha voluto affidare a me. Lo spazio dedicato è un’idea di Nando, che dopo la pubblicazione qualche settimana fa dell’omonima ballata mi ha detto: “Visto che racconti storie, perché non ne racconti una alla settimana? Monografie, interviste, approfondimenti tematici… insomma, racconta, racconta quel che vuoi: non sarò certo io a fermarti!”, ha precisato sornione parafrasando il “non mi fermare”, ultimo verso della mia poesia. A quel punto sarete d’accordo con me, mi aveva incastrata: come potevo rifiutare un invito del genere? E allora eccoci qua, al numero zero in cui, tanto per continuare ad onorare la citazione ri-
portata in apertura, parliamo di una fine che diventa nuovo inizio e speriamo non viceversa. Ah, dimenticavo: quel magazine in corsivo aggiunto al titolo è un vezzo mio, Quindi, se non vi piacerà, sapete con chi prendervela. Se invece a non piacervi è la rubrica… pure! D’accordo? E allora andiamo a raccontare: C’era una volta, nella ridente cittadina di Casoria a nord di Napoli, un’amministrazione in affanno. E poi un’altra e un’altra e un’altra ancora. I cittadini, smarriti e rassegnati, non sapevano più a che santo votarsi, da quando anche il loro amato patrono Mauro, nonostante il profluvio di fiori, fioretti, voti e candele non aveva saputo dare indicazioni efficaci per sanare gli atavici mali della città e indicare la via di un radioso o almeno poco nuvoloso futuro prossimo venturo. Avviliti, gli stessi coraggiosi gladiatori della politica si avventuravano nell’agone della sfida all’ultimo voto imbracciando di volta in volta le bandiere dei partiti di tutto l’arco costituzionale, dall’estrema destra all’estrema sinistra e ritorno e avventurandosi in spericolati balli di gruppo che univano l’allegro girotondo del “casca il mondo, casca la terra e tutti giù per terra“ al famigerato ballo della sedia, dove, dopo aver roteato sufficientemente da farsi girare ben bene la testa, l’ultimo che arriva
è l’unico a trovarsi con il concuisisiede per terra. E quando le bandiere di partito avevano poco di che gonfiarsi di vento e vanto, i prodi candidati casoriani si sono via via inventati liste civiche dai nomi poetici e profetici, garantendo che non di casacca si veste l’uomo ma di competenza, onestà e buona volontà. I cittadini più idealisti e tenaci (ancora ce ne sono, credetemi!) a rischio di passare per illusi e/o voltagabbana, hanno continuato indefessamente a recarsi alle urne ad ogni chiamata elettorale e a confidare negli uomini piuttosto che nei simboli, sperando che uomini fossero e non caporali. E così, con alterne vicende e sempiterne illusioni, delusioni e recriminazioni, passava il tempo nella ridente cittadina a nord di Napoli, finché al prestigioso soglio del Palazzo di Piazza Cirillo non assurse Raffaele Bene, impalmato dai concittadini come primus inter pares con il pesante fardello di risollevare le sorti della malmessa città. Il buon Raffaele (mi scuserà se mi permetto di preferire il nome di battesimo al nomen gentium, il “buon Bene” non si può sentire, dai!), neoletto alle ultime amministrative ci ha provato una prima volta mettendo insieme una promettente squadra di personalità motivate e competenti, ma ha dovuto prendere atto che l’impresa era ben più ardua di quanto non apparisse e allora, da buon padre di famiglia, ha provato a
DOMENICA 1 AGOSTO 2021 rimescolare le carte spostando qualche pedina nel dicembre del 2020, trovando una quadra che sembrava destinata a portare la legislatura a scadenza realizzando finalmente progetti strutturali indifferibili e strategici da lungo rimasti nei cassetti o in mente dei per la cronica penuria di fondi e personale più volte lamentata anche da queste colonne da qualcuno dei miei illustri ospiti, rappresentanti autorevoli proprio della giunta Bene bis (chiedo scusa, ma stavolta non sono riuscita proprio a resistere… non è colpa mia: le parole mi prevaricano mio mal grado, mi escono dalla penna o dalle dita senza bussare… scostumate!!!). Tutto sembrava volgere per il meglio, sarebbe stata solo questione di tempi tecnici e anche i cittadini di Casoria avrebbero avuto il loro meritato …e vissero felici e contenti, quando, ad un certo punto… ecco che dal mazzo spunta fuori la Matta e si spariglia il gioco. Il sindaco croupier raccoglie le carte abbandonate sul tavolo, riordina il mazzo, mischia, spacca ed è pronto a servire una nuova mano ai giocatori che mica hanno tutti ben capito cosa è successo. Prima però, il conduttore del gioco fa la chiama nominale: “Torni al tavolo l’assessora alle Politiche sociali Marianna Riccardi, prego! Venga pure l’assessore alla Polizia Municipale, mobilità urbana e Protezione Civile Vincenzo D’Anna! Si accomodi l’assessore al Bilancio, Tributi e Patrimonio Comunale Francesco Girardi! Riprenda posto la vicesindaca Paola Ambrosio con delega alle politiche ambientali, verde pubblico, arredo urbano e SUAP! Ecco, ci siamo tutti. Rien ne vais plus. Carta a te, carta a te, carta a te…” A dire il vero non ci sono tutti. Una sedia è rimasta vuota. Ed è una sedia pesante, con un bel plafond di risorse da incamerare, gestire e ben indirizzare. Quella che ospita l’assessore ai Lavori Pubblici. Quella che fino a una mano fa era occupata da Vincenzo Amato che non più di qualche settimana fa ci ha entusiasticamente raccontato, proprio su queste colonne, il suo progetto di rilancio della città. E che da qualche giorno, arrivederci e grazie, è stato rimosso dall’incarico con una mossa a sorpresa del primo cittadino. Che nell’aria ci fosse l’odore tipico di elettricità e terra bagnata che annuncia l’improvviso scatenarsi di un temporale estivo il fiuto dei nasi più allentati l’aveva percepito, ma il cielo terso rosso di sera carico di promesse dei mesi passati faceva presagire
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tutt’altro a dire il vero. Ma tant’è. Se anche i grandi amori epici finiscono, bisogna farsi una ragione dell’evidenza che finiscano ancor più facilmente le convivenze politiche più o meno sorrette da uniformità d’intenti e affinità elettive (e non elettorali). Sarà. Ma l’amaro resta. Cosa sia successo realmente, cosa abbia spinto il sindaco Bene a dare il benservito all’assessore Amato non è chiaro ai più. E neanche ai meno. Che sia chiaro almeno al destinatario del provvedimento è nostro auspicio. Auspicio ma non certezza. Così, per non sbagliare, glielo chiediamo. Dottor Amato, ci siamo sentiti solo qualche settimana fa e sembrava che la collaborazione con il sindaco e la giunta tutta andasse bene. Cosa è successo? Per la verità nemmeno io ho contezza esatta delle ragioni che hanno indotto il sindaco a revocarmi il mandato. Diciamo che da qualche tempo notavo un atteggiamento di irrigidimento rispetto ad alcune mie esternazioni. Io, per carattere e formazione, sono abituato a dire sempre quello che penso, anche a rischio di non essere apprezzato. Posso immaginare, quindi, che le mie divergenze di vedute rispetto a certi dossier abbiano avuto peso nella decisione. Quali sono a suo avviso i temi più critici? Ho sempre lamentato il fatto che, soffrendo un atavico debito di bilancio, l’unico modo per ottenere finanziamenti è quello di partecipare ai bandi che vengono man mano pubblicati dal Ministero, dalla Regione, eccetera. Infatti recentemente abbiamo avuto quindici milioni di euro per la partecipazione a un bando nazionale che ho fortemente voluto e a cui invece tutti dicevano non avremmo potuto prendere parte per mancanza di personale e perché avremmo quindi dovuto trascurare altre situazioni in cui i finanziamenti erano in fase più avanzata. I fatti mi hanno dato ragione e con i soldi che arriveranno potremo ristrutturare edifici di edilizia pubblica, in un’area particolare che
ospita due scuole, materna ed elementare che versano in condizione di degrado. Per di più c’è da risistemare un depuratore che afferisce a una decina di fabbricati nella stessa zona e che adesso non è in funzione, ma in inverno provoca la formazione di liquami e crea pericoli per la salute pubblica. I soldi lo Stato ce li darà entro un anno e mezzo ma nel frattempo il Comune dovrà provvedere a tutta la progettazione esecutiva. Ma vincere le resistenze per partecipare a questo e ad un altro bando, per il quale abbiamo avuto due milioni di euro non è stato affatto facile. Non è vero quindi che partecipare ai bandi significa trascurare le altre attività. Basta trovare un equilibrio. Visto che siamo in sottorganico, suggerivo di fare come altri comuni che per un anno o due si affidano all’esterno e le risorse umane interne si possono occupare delle altre esigenze del cittadino. Mi pare di aver capito, anche dalla nostra precedente conversazione, che le risorse del Comune sono scarse e quindi, per fare cassa, o si partecipa ai bandi o nulla. E infatti così è: nulla. Ritornando al discorso del perché sia finita come è finita e che mi coinvolgeva come assessore, non è accettabile per me che mi si dica ci sono da perfezionare dei finanziamenti che già ci hanno dato e che se facciamo altre cose li perdiamo. Io ho risposto: sediamoci attorno a un tavolo e vediamo quali soluzioni possiamo trovare. Ma a quel tavolo mi sono ritrovato seduto da solo. È vero che bisognerebbe scrivere ogni volta, ma io mi sono trovato più volte a discuterne nel gruppo di giunta al quale ho comunicato sempre le varie situazioni, esortandolo a ad assumere le decisioni conseguenziali. In alternativa le conseguenze le avrei tratte io. Ovvero, non potendo lavorare come mi ero impegnato a fare, avrei rimesso il mandato. C’erano situazioni che erano impantanate da anni ma che a mio avviso sarebbero state risolvibili in pochi mesi. Ho chiesto più volte che venissero affrontate, ma non ho mai ottenuto ri-
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10 scontro. Quindi ho iniziato a prendere posizioni nette e chiare rispetto a una serie di questioni. Quando non ero d‘accordo su qualcosa ho sempre espresso il mio dissenso apertamente. Le garantisco che se non lo avessi gestito io, noi non avremmo partecipato a quel bando. Oltre al fatto che veniva detto che, per coerenza politica una serie di cose si devono approvare, ma io personalmente, quando non ne sono convinto non le approvo oppure chiedo tempo per approfondire prima di esprimermi. È mai stato contattato da qualcuno dei suoi colleghi di giunta per tentare una mediazione come talvolta si fa? Mai. Mi sono sempre ritrovato solo in situazioni del genere. A dire la verità, ho trovato il confronto solo con Sonia Tabacco che era assessore alla pubblica istruzione e che aveva a cuore ovviamente gli interventi di riqualificazione degli edifici scolastici. Lei mi è testimone che la mia posizione è sempre stata chiara e riversata su argomenti. Dopo due mesi si è dimessa. In sintesi: se io dovevo fare l’assessore ai lavori pubblici e rispetto a proposte concrete che era possibile portare avanti partecipando ai bandi non trovavo dall’altra parte chi si fidava della mia competenza non poteva andare avanti a lungo. C’è mi pare un altro argomento estremamente dirimente: quello della rete idrica del quartiere al confine con Afragola. Ci può far capire qualcosa in più? In molte parti d’Italia si verifica che la condotta idrica non arriva in tutti i territori di confine. Se un comune limitrofo ci arriva, viene chiesto dall’amministrazione adiacente di gestire la fornitura a quel territorio. Nella prima seduta di Giunta, appena dopo la nomina di Assessore, ho posto all’attenzione del Sindaco e degli altri Assessori, alcuni argomenti importanti, non risolti da anni, che secondo il mio parere, necessitavano di particolare attenzione, tra cui anche quello della rete idrica della zona di via Po, a confine con Afragola, non gestita dalla nostra concessionaria, Ottogas, perché non alimentata da nostre condotte. Nel 2017 fu firmata da rappresentanti dei Comuni di Casoria e Afragola, una convenzione con la quale si stabiliva di alimentare la zona di via Po, con fornitura da parte del Comune di Afragola, e l’addebito dei relativi costi al nostro Comune, i cui consumi sarebbero stati
misurati previo l’installazione di appositi contatori e liquidati al comune di Afragola. Ciò è avvenuto dal 2017, senza che il nostro comune mettesse in atto tutti gli adempimenti conseguenzali. Ho proposto varie soluzioni, tra cui quella di invitare l’Ottogas a prendere in gestione diretta quella parte di territorio, Dopo le prime riunioni alle quali sono stato invitato, stranamente si sono fatte altre riunioni su questa problematica, (dove non sono stato più invitato) e sull’utilizzo di un finanziamento di euro 3.500.000, concesso dalla regione, dove era mia la competenza, in quanto Assessore ai LL. PP. Sarebbe utile conoscere quale è lo stato di attuazione del suindicato finanziamento, sottratto alle mie competenze senza alcuna comunicazione e cosa è stato fatto per la questione della zona di Via Po, di esclusiva competenza, per quanto riguarda la bollettazione, di altro Assessore. Sono queste dunque, secondo lei, le ragioni che hanno portato al divorzio? Di certo c’è il fatto che io sono una persona concreta abituata a risolvere i problemi, senza perdere tempo, assumendo posizioni chiare che piaccia o no. Se tornassi indietro però, mi comporterei allo stesso modo. Ma lo farei da subito, senza aspettare mesi. Come ha saputo della revoca? Premesso che è appannaggio del sindaco nominare e revocare gli assessori, ho appreso dai social che aveva composto una nuova giunta prima ancora di verificare se nella PEC ci fosse la revoca del mandato. Peraltro, circolava da giorni in rete un presunto decreto non firmato, nella quale si leggeva che, preso atto delle mie dimissioni, il sindaco nominava il mio successore. In pratica tutta la città sapeva che ero stato dimissionato, tranne me. Ricevevo telefonate degli amici che mi chiedevano e io non sapevo cosa rispondere. Certo non mi ha fatto piacere. Devo anche dire, però, che una settimana prima il sindaco mi aveva chiamato dicendomi che in consiglio si era formata una nuova maggioranza che voleva una propria rappresentanza. Questo è anche normale sotto l’aspetto politico. Mi chiese quindi di dimettermi. Gli anticipai che ci avrei pensato per qualche giorno, ma che comunque non avevo intenzione di rimettere il mandato. Gli chiesi di essere lui a dimettermi
se voleva, dandomi possibilmente delle motivazioni e specificando anche perché su cinque assessori sarei stato io l’unico a dover fare un passo indietro. La conseguenza della mia sottolineatura è stata la revoca di tutti e cinque gli assessori. Salvo poi riconfermarne quattro tranne me. Devo pensare che le mie critiche sulla gestione di certe procedure, tipo dover decidere ad horas su questioni importanti per le quali ci sarebbe voluto un tempo minimo di approfondimento prima di assumere le decisioni conseguenti abbia dato fastidio. Triste epilogo… Eh sì. Devo dire che negli ultimi giorni, oltre i contrasti con la giunta, ho avuto anche dei contrasti con il dirigente dei lavori pubblici perché volevo partecipare ai bandi e lui insisteva col fatto che non avessimo personale. Il fatto di essere riusciti invece ad ottenere i finanziamenti di cui abbiamo parlato prima dimostrava che volendo si poteva fare. Con un Comune in dissesto finanziario noi dobbiamo fare il possibile per partecipare ai bandi, dicevo io. Infatti due bandi li abbiamo vinti e io sono convinto che anche avremo il terzo a cui abbiamo partecipato, che riguarda l’asilo nido al parco di Via Castagna. E questa è la dimostrazione che lei in pochi mesi ha fatto un buon lavoro. Forse troppo buono… Ancora una cosa: sono vent’anni che la grande arteria di via delle Puglie aspetta di essere riqualificata. Si dovrebbero fare fognature, marciapiedi, strade, illuminazioni e quant’altro serve per dare respiro alle tante attività che si affacciano in quella zona. Noi per Via delle Puglie avevamo un finanziamento bloccato da anni e siamo arrivati alla pubblicazione del bando per la progettazione. Per cui a dicembre, massimo a gennaio inizieremo anche i lavori lì. Abbiamo anche avuto il finanziamento di un milione per la circumvallazione esterna. Io penso che in sei, sette mesi non è poco. Ho fatto quello che ho potuto, ma sono riuscito a fare solo il venti per cento di quello che mi sarebbe riuscito se avessi avuto l’appoggio della giunta. Figuriamoci se l’appoggio lo avesse avuto! Penso io salutandolo. E metto il punto finale al mio racconto numero zero. Ci ritroviamo a settembre, se vorrete, sarò ancora qui. Perché io… racconto storie. Buone vacanze.
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CHIARA D’APONTE
Alessandro Graziuso lascia la maggioranza: “non percepisco la presenza di un sindaco POCO attento ai problemi reali della città” È giovane ma ha le idee molto chiare. Non si riconosce più nel progetto del sindaco Bene e per questo ha deciso di prenderne le distanze. Alessandro Graziuso, con garbo ma anche con fermezza, ci ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a lasciare la maggioranza e a rimpinguare le fila dell’opposizione. Ormai ho delle domande fisse che rivolgo a tutti i miei intervistati. Mi piace che si descrivano per renderli più familiari ai nostri lettori. Vorrei che anche lei ci regalasse un pezzetto di sé. Ci racconti un po’ della sua vita, del suo percorso di studi e lavorativo. Come mai si è avvicinato alla politica? Ho sempre osservato, sin da bambino, il mondo della politica con attenzione, curiosità e passione, anche perché è sempre stato argomento di confronto in famiglia. Con il tempo poi, anche la scelta dei miei studi giuridici, ha contribuito ad accrescere la sete di conoscenza e di partecipazione che mi hanno condotto a candidarmi nel 2016 alla carica di consigliere comunale che ho rivestito subentrando al dimissionario Santillo. Tuttavia, l’esperienza durò solo pochi mesi e così la decisione di ricandidarmi nel 2019 per confrontarmi e poter condividere la mia idea di città, sempre in atteggiamento costruttivo e concretamente diretto alla crescita della città. Oggi, a trent’anni sono tra i consiglieri più giovani e in quanto tale con la mia azione tento di avvicinare alla politica i miei coetanei, oramai sempre più diffidenti. L’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, medio tempore conseguita, mi consente oltremodo di affron-
tare le difficoltà avendo un approccio tecnico e di attuare una politica cosciente e consapevole delle conseguenze delle azioni di governo e delle responsabilità che ne derivano. Lei è molto attivo su Facebook quindi in realtà basta farsi un giro sulla sua bacheca per capire quanti e quali siano i motivi che l’hanno spinta a passare dalla maggioranza all’opposizione. Vorrebbe però motivare in maniera chiara e senza censure questa sua scelta? Sempre nell’ottica di un progetto condiviso e di una volontà sincera e reale di vivere il territorio, appoggiammo la candidatura dell’avvocato Raffaele Bene. Da subito, abbiamo evidenziato le inopportunità delle scelte messe in campo dall’amministrazione. Tra le più discutibili, per modalità e necessità: A) una gestione poco comprensibile ed economicamente criticabile della macchina dirigenziale; B) un ripetuto e discutibile rilancio dell’esecutivo, che confonde e non garantisce condizioni di serenità lavorativa. Attualmente la composizione della giunta vede in carica assessori candidati alle ultime elezioni a sostegno di altri candidati a sindaco. Non vedo ad oggi, idee, ideali e soprattutto una comunanza e condivisione di un progetto tra le parti un tempo contrapposte. C) l’esternalizzazione della riscossione dei tributi, compresa la riscossione dell’ordinario. A ciò si aggiunga la mancata partecipazione all’azione amministrativa, accompagnata dall’assenza di una seria
programmazione delle scelte future. Non senza considerare la mancata considerazione e il poco peso politico, civile ed etico verso le attuali priorità sanitarie dei cittadini. Mi riferisco alla assenza di un centro vaccinale sul territorio casoriano, che non fa altro che scoraggiare l’adesione alla campagna vaccinale. Nella possibilità, ahimè più prossima, della somministrazione di una terza dose di vaccino occorre attivarsi nell’immediato affinchè la città di Casoria abbia un proprio centro vaccinale, così da eliminare la ripetizione del disagio creato a tanti casoriani non automuniti e impossibilitati a raggiungere i centri vaccinali situati nei Paesi limitrofi. Una visione del tutto diversa, dunque, di amministrare la cosa pubblica, ci ha portato con il tempo a lavorare sempre di più con l’opposizione sino ad amalgamarci con la stessa in alcune azioni che hanno poi segnato la nostra scelta di abbandonare la maggioranza. Quali sono i problemi che, a detta sua, dovrebbero essere risolti nell’immediato e che invece il Sindaco sta trascurando? Non vedo, o quanto meno non percepisco la presenza di un sindaco attento ai problemi reali della città. Ritengo che bisogna porre l’attenzione su alcune “questioni” che nell’immediato e/o comunque nel breve periodo renderebbero Casoria una città normale. E’ innanzitutto necessario rendere la città più sicura anche attraverso l’utilizzo degli strumenti tecnologici così da farla diventare viva e vivibile, creare luoghi di aggregazione per giovani, meno giovani e persone disabili, rigene-
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12 rare la segnaletica stradale. Il decoro e l’ordine urbano non sono delle azioni straordinarie. È un’umiliazione la continua pubblicità sui social delle operazioni di disserbo delle strade e della pulizia delle caditoie. Non può neppure ulteriormente prolungarsi l’attesa per la riqualificazione del manto stradale. Basta con i soliti “rappezzi”! Occorre inoltre garantire un servizio di trasporto efficiente sul territorio comunale; riorganizzare la macchina comunale in modo tale da rendere gli Uffici efficienti; installare sistemi di rallentamento dei veicoli nei pressi soprattutto delle attività commerciali; rendere le
infrastrutture scolastiche a norma. Queste alcune delle questioni da affrontare seriamente in una prospettiva di breve periodo anche se l’elenco sarebbe più lungo. Purtroppo, l’Amministrazione locale facendosi scudo di un disagio collettivo si limita a sponsorizzare qualche buona pratica che dovrebbe caratterizzare l’ordinario andamento dell’azione amministrativa. Anche questa è una mia domanda fissa. L’ho rivolta a tutti i consiglieri municipali che ho avuto modo di intervistare: qual è la ricetta per poter governare Casoria nel migliore dei
SALVATORE IAVARONE
modi? Non esiste una “ricetta migliore” per governare Casoria, ma visioni diverse di gestione della cosa pubblica. Purtroppo, con il passare degli anni, l’assenza di una visione prospettica ha fatto sempre più peggiorare la situazione della nostra Casoria che e’ ormai diventato uno tra i Paesi dell’area a nord di Napoli meno sviluppato, basti vedere i Paesi a noi limitrofi. Ad oggi, a malincuore, dubito che la linea intrapresa dalla Amministrazione Bene sia quella giusta per fare uscire Casoria dallo stato in cui versa.
Consigliere Comunale di Casoria
L’amministrazione Bene intercetta un finanziamento di 15 milioni di euro
Qualità dell’abitare, un finanziamento per l’edilizia pubblica a Casoria
Casoria ammessa al finanziamento del Programma nazionale della qualità dell’abitare (PinQua) del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili (Mims) con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale. L’Alta Commissione istituita presso il Mims per esaminare le oltre 290 proposte pervenute da Regioni, Comuni e Città Metropolitane ha concluso in tre mesi la fase della selezione stilando una graduatoria di progetti ammissibili al finanziamento, complessivamente pari a 3,2 miliardi di euro. Gli indicatori utilizzati
per definire la graduatoria dei progetti hanno tenuto conto sia della superficie residenziale che viene recuperata dal progetto, sia della maggiore inclusività sociale che esso genera, anche tramite il coinvolgimento nella successiva gestione dell’intervento da parte del terzo settore. Indicatori di impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico sono stati i parametri su cui si è formato il giudizio della Commissione: l’apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la pre-
mialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valorizzate dall’apposito programma informatico creato ad hoc. Tra i Comuni vicini che hanno ottenuto finanziamenti, anche Afragola con un progetto per le Salicelle e Napoli, oltre alla Città Metropolitana di Napoli che ha portato 8 milioni di euro al parco Verde. I fondi di Casoria saranno destinati al Parco Buontempo e gli edifici residenziali di Arpino, ricordiamo che i finanziamenti erano per la ristrutturazione e valorizzazione del patrimonio residenziale dei Comuni.
Il sindaco di casavatore, con decreto sindacale del 30/07/2021, ha designato quale direttore del consorzio cimiteriale, casavatore-arzano-CASORIA il dott. antonio pugliese La pubblicità sulle edizioni digitali e sui siti dei giornali offre una informazione credibile. Il settimanale CASORIADUE ha una storia cartacea di 30 anni e dal lockdown ha iniziato la sua storia in edizione digitale; in aggiunta ha anche un sito del giornale. La pubblicità è un’antenna molto sensibile in una fase di ridefinizione dei valori e delle priorità. La nostra testata da la possibilità alle aziende che intendono puntare sulla qualità e sulla capacità creativa di immaginare un tempo post pandemia.
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ANTONIO BOTTA A margine del messaggio ai “grandi del G20” scritto dal Vescovo Metropolita di Napoli, don Mimmo Battaglia
“TU, CHIESA DI CRISTO, UNISCITI AL CORO DEI POVERI”
All’Arcivescovo emerito della Diocesi di Napoli, don Mimmo Battaglia. Ho letto il suo messaggio ai “grandi” del G20, che si sono incontrati a Napoli per stabilire accordi su energia e clima. Come sempre, anche in questo suo intervento, lei punta diritto al “cuore” del Vangelo e, sulla scia di uno dei suoi maestri, don Tonino Bello, compianto Vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi, sorprende credenti e non credenti per la forza profetica del contenuto. Infatti,nel porgere il benvenuto a nome della Chiesa napoletana ai governanti di ricche nazioni e grandi Stati, compie una radicale scelta di campo rivolgendosi direttamente “ai primi agli occhi di Dio, vedove e orfani, stranieri e ammalati, anziani e soli, popolo dei diseredati, degli scartati . A voi voglio innanzitutto chiedere perdono a nome dei fratelli potenti, che reggono le sorti di numerosi popoli, per non aver ascoltato il vostro grido, il vostro dolore, per non aver dato un volto alla vostra sofferenza. Sono sicuro che non si offenderanno se a nome loro chiedo scusa”. A nome vostro, sorelle e fratelli pri-
mi, parlerò agli ultimi”. Lei, don Mimmo, ha parlato ai prediletti del Signore, manifestando loro la stessa genuina tenerezza di don Tonino, così mirabilmente descritta da Padre David Maria Turoldo in una lettera che gli scrisse: “… Fratello dei poveri che chiami sempre per nome, uno ad uno; come ci chiama per nome un Altro – Lui solo! -; come Cristo chiama per nome una ad una le sue pecorelle, il pastore buono, pronto a dare anche la sua vita per esse.” Pervase, dunque, d’ardore d’amore divino e di zelo fra-
terno queste sue parole: “Allora dico ai poveri: gridate! Gridate il vostro bisogno di dignità e di uguaglianza! Gridate come la vedova che chiede insistentemente giustizia al giudice (finanche se il giudice fosse corrotto)! Non si arresti il vostro grido per ottenere giustizia da quanti hanno una parola efficace. Prima o poi, fratelli miei poveri, sorelle mie povere, questo grido si farà storia e come seme cadrà sulla terra buona. Non siate indifferenti a quanto accade intorno a noi, siate voce nel deserto per un mondo alla deriva. E tu, Chiesa di Dio,
chiamata a difendere il diritto dei poveri, la dignità degli ultimi, unisciti al loro coro e alza la tua voce: questo è il tempo opportuno per la tua profezia. Non si offendano i primi se parlo agli ultimi; se quando si tratta di emergenza climatica ed energetica, non penso al profitto, ma a nomi e persone, che a causa dell’abuso delle risorse sono costretti a migrare, vedono i loro paesi distrutti dalla guerra, si trovano privati dei diritti più elementari quali istruzione, lavoro e salute. A questi ultimi va il mio accorato appello: fratelli e sorelle, non cessate di denunciare l’ingiustizia che vi attanaglia, il sistema che vi distrugge. Abbiate cura della casa di Dio, della Madre Terra, non in nome di un profitto, ma per amore di volti e persone. Voi dite «crisi economica», io leggo «Antonio, Gennaro, Francesca, Annamaria…», nomi e storie di quanti hanno perso il lavoro per questioni di “revisione gestionale”, perché sono cambiate le esigenze di mercato a fronte della richiesta, perché la borsa è in calo e… tante cose che sono numeri e non persone.
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14 Penso alla Whirpool e ai tanti disoccupati della nostra città, del Sud e di tutti i Sud del mondo, che per il ricatto tipico dell’economia del consumo, vedete minacciato il vostro diritto al lavoro e a un equo compenso. Voi che non chiedete più del dovuto e a cui è negato anche il minimo, gridate, ché io, vostro fratello nella battaglia, grido con voi”! Risuona in questo messaggio la stessa ansia di giustizia di don Tonino Bello, che fu anche Presidente di Pax Christi, Movimento internazionale che si propone di educare alla pace e di cercare le strade concrete perché nel mondo siano bandite la violenza e le ingiustizie. Note le battaglie del Vescovo di Molfetta contro la produzione delle armi, delle mine antiuomo e contro le inique disuguaglianze tra i pochi “ricchi epuloni” della terra e i moltissimi “Lazzari” che sopravvivono con i rimasugli dei primi. Ecco uno stralcio di una sua lettera: “Non ci potrà mai essere pace finché i beni della terra sono così ingiustamente distribuiti. Guerra non è solo il tuono dei cannoni o l’esplosione delle atomiche, ma la semplice esistenza (anche se subita in rassegnato silenzio) di questo violento sistema economico. L’assurdo non è
che nel mondo ci siano ricchi e poveri, ma che i ricchi diventino sempre più ricchi sulla pelle dei poveri che diventano sempre più poveri”. Grazie don Mimmo, anche per la maniera amorevolmente e autorevolmente paterna con cui spesso si rivolge ai giovani, esortandoli, con il cuore in mano, a dare un senso alto alla loro vita, a non arrendersi nelle difficoltà e a dare valore ai loro talenti. Anche nel messaggio ai “grandi del G20” si è rivolto ai giovani spronandoli a lottare per i loro ideali senza fare ricorso alla violenza, con la promessa, “a nome dei fratelli primi”, di tenere in gran conto delle loro aspirazioni per un mondo più giusto, più equo, più fraterno. “Infine, mi rivolgo ai giovani e, a nome dei miei fratelli e sorelle primi, vi dico: aiutateci! Siate aria fresca! Noi promettiamo di aprire le finestre del cuore, per per-
mettere che la vostra voce possa portare frutto. Promettiamo che non ci sarà bisogno che ricorriate alla violenza per farvi sentire, che non vi costringeremo più alla sommossa perché la vostra voce giunga in alto. Sapremo farci orecchio attento, che non ha bisogno di eclatanti sommosse per essere richiamato all’attenzione. Da parte vostra, però, chiedo collaborazione e comprensione: che la nostra città sia esempio di grido pacifico, ma convincente, affinché all’ingiustizia non si aggiunga la violenza. Mi perdonino i primi se ho parlato agli ultimi. Ma sono un vescovo della Chiesa di Cristo, un semplice servo di Colui che da primo si fece ultimo e che da ricco si fece povero. Il suo grido sulla croce ancora riecheggia nei secoli e si mescola senza distinzione al grido di ogni povero, di ogni popolo oppresso, di ogni ultimo del-
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la terra. Che Dio ci benedica tutti, che benedica i primi e gli ultimi, e che ci renda strumento di conversione vicendevole per una nuova alba di giustizia e di pace.” Grazie, don Mimmo, per la sua insistenza nel non venire meno alle nostre responsabilità di uomini e cristiani, per il suo forte richiamo a stare accanto a chi “rosicchia briciole di vita”, per la sua sollecitazione a incarnare la fede sui calvari del dolore, dov’è chi, ferito dai drammi esistenziali, è in attesa del buon samaritano. Grazie, Pastore della Chiesa napoletana, per avere appreso dal “suo maestro” don Tonino Bello lo stesso coraggio, lo stesso stile nel modo di testimoniare la fede in Cristo e nel modo accogliente ed empatico di rapportarsi a chi si avvicina per donare sorriso, forza, entusiasmo, speranza, in particolar modo ai diversamente abili, ai quali apre il suo larghissimo cuore con immensa gioia; stile che, come precisò Padre David Maria Turoldo, “usiamo anche nella preghiera, nel dialogo con Dio; uno stile che ci rende più sinceri e umani. Grazie per questo suo incedere nel fiume della vita, a mani distese, a sentimenti dispiegati come bandiere; e nel contempo, con nulla di forzato, nulla di retorico”.
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ANGELA CAPOCELLI
I PUSILLANIMI, DA DANTE AI GIORNI NOSTRI I pusillanimi sono coloro che per negligenza, per incapacità e/o per scelta, improntano la propria vita sull’inattività, l’indolenza, la passività e che non adottano ideali rifiutandosi di schierarsi con qualsiasi fazione (per disinteresse o, peggio, per opportunismo). Il loro, in fin dei conti, è un peccato d’omissione, più che di commissione, deplorevole a tal punto che, nel Medioevo, Dante Alighieri li collocò in una posizione antistante il suo inferno, facendo pronunciare a Virgilio quelle, che poi sarebbero diventate proverbiali, parole “non ragioniam di loro ma guarda e passa” (tramutate in “non ti curar di loro ma guarda e passa” da una semplificazione popolare). Già il Sommo poeta, nel 1300, dava quindi un giudizio molto severo sulla pusillanimità; difatti, coloro che si macchiarono di questa colpa sono relegati da Dante in una zona che non è terra ma nemmeno ancora Inferno, che non è Purgatorio né certamente Paradiso: l’Antinferno. Questa “esclusione” dei pusillanimi dagli altri dannati, rigidamente inseriti nei cerchi infernali, è una prima applicazione di quel contrappasso con cui l’Alighieri soleva definire le pene riproducendo i caratteri peculiari delle colpe: non smossi, toccati o turbati da niente e nessuno, in vita, essi sono, in morte, costretti a inseguire un’insegna indefinita, pungolati da insetti i quali gli provocano una fuoriuscita di sangue e lacrime che, misti, divengono cibo per i vermi ai loro piedi. Ed ecco che coloro che non ebbero il coraggio di seguire durante la propria esistenza un ideale, un impulso, sono costretti nell’oltretomba a inseguire una bandiera indistinta, un’illusione irraggiungibile e, laddove in vita furono immobili a qualsiasi sollecitazione, sono in morte costantemente tormentati (da vespe e mosconi)… Ma chi sono i pusillanimi, ai giorni nostri? La scarsa presenza del termine “pusillanimità” nelle conversazioni della maggior parte di noi italiani non corrisponde all’assenza di questo concetto nella società. L’aggettivo “pusillanime” è attestato nel latino tardo, del duecento, in cui “pusillanimis” è un composto di pusillus “piccolo” (o “meschino”) e animus, nel significato di “coraggio”. Un pusillanime, quindi, è una persona poco coraggiosa il cui comportamento o atteggiamento è talmente irresoluto o rinunciatario da apparire meschino o vile.
Oggi, potremmo definire pusillanime il giornalista che non si schiera con nessun partito politico per non inimicarsene alcuno, l’individuo che non prende una decisione importante riguardo la propria vita per non uscire dalla sua confort zone o la persona che non si ferma di fronte un’aggressione in atto per le strade della sua città. È sicuramente vile chi preferisce il silenzio alla denuncia, l’omertà alla verità, la negazione alla confessione. Ma l’esempio più alto, l’apoteosi della pusillanimità nella nostra società è sicuramente rappresentato da un episodio che si ripete in maniera sempre più vergognosamente persistente: l’utilizzo di cellulari per fare video in situazioni che richiederebbero l’intervento del passante, il quale, più che in spettatore, si trasforma in regista dei fatti che si stanno verificando. Atti di bullismo, sopraffazioni, episodi di violenza verbale o fisica, discriminazioni, azioni illegali o vicende razziali: la gente risponde a tutto questo sfoderando il proprio smartphone e limitandosi a riprendere ciò che sta avvenendo (nel migliore dei casi, perché spesso opta per il dantesco “guarda e passa”). Sebbene, talvolta, una testimonianza di ciò che accade possa tornare utile nei processi o semplicemente per denunciare quanto è avvenuto, tuttavia il fatto che nessuno o quasi protenda per l’intervento diretto è triste e invita a riflettere. I cellulari si sono talmente impossessati delle nostre vite che, come un prolungamento del nostro arto, non si separano mai da noi e, al pari della spada di un cavaliere, divengono l’arma da sguainare anche nei momenti in cui più servirebbe l’azione diretta. E dunque, se è vero che grazie ai video possediamo testimonianze di fatti altrimenti passati inosservati, è vero altresì che a causa dell’atto del riprendere non si sfrutta la possibilità di evitare che un determinato episodio avvenga. Dante avrebbe sicuramente giudicato come vile il primo comportamento e come virtuoso il secondo, perché per quanto i secoli passino e i contesti mutino ci sono cose, connaturate all’essere umano, che rimangono costanti a seconda del tempo e dello spazio: tra queste, la necessità di vincere la paura e di rischiare per una giusta causa. Dunque, quando siamo bloccati dal timore, dobbiamo sempre ripeterci, come afferma Virgilio in quello stesso terzo canto dell’inferno in cui l’Alighieri ci presenta i pusillanimi, “ogni viltà convien che qui sia morta”!.
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CIRO TROISE
A centrocampo c’è un’emergenza, s’intervenga sul mercato
dare altrove a trovare più Il momento economicospazio, nonostante Zanoli finanziario del calcio è e Folorunsho abbiano fatto complesso, la pandemia ha bella figura e Gaetano sia svuotato le risorse, spento un talento. Ci sono delle la prospettiva di crescita, priorità: il difensore centraormai bisogna adeguarsi e le può arrivare a fine mercacercare di superare questa to trovando una soluzione fase. Gli stadi saranno riaper Luperto ma sulla fascia perti, il prossimo ostacolo sinistra e a centrocampo da aggirare è il distanziabisogna intervenire quanto mento di un metro tra spetprima. tatori che abbassa la quota Il Napoli spera di portare a al Maradona dal 50% al casa Emerson Palmieri an33%. La strada è ancora L’infortunio di Demme che in prestito nelle battute lunga, il Napoli è dentro finali del mercato, altrimenquesto contesto con l’agindebolisce ancora ti s’andrà su qualche altergravante di non aver ottenuto la qualificazione alla di più un reparto che aveva nativa low-cost. Il centrocampo, dopo l’inprossima Champions Leagià delle lacune fortunio di Demme, diventa gue nelle ultime due stagioni e il monte ingaggi che ha raggiunto quota 140 milioni lordi. l’epicentro della campagna trasferimenti. Sarebbe un peccato In questo contesto il Napoli deve fare una scelta, al momento non intervenire in maniera precisa sulle lacune di un organico i big sono tutti in rosa, il caso più complicato riguarda Insigne che rimane valido, vanificherebbe anche lo sforzo di trattenere ma è comunque uno scenario pericoloso per la prossima estate, big come Koulibaly o di aver acquistato un’estate fa un talenquando potrebbe materializzarsi l’addio a parametro zero sen- to come Osimhen. Fabian Ruiz rientra venerdì, non dovrebbe partecipare all’amichevole di Monaco di Baviera, ci sarà per la za l’accordo sul rinnovo del contratto. Se De Laurentiis non cederà nessun big, vuol dire che non farà sfida del 4 agosto sul campo del Wisla Cracovia. la “sforbiciata” al monte ingaggi annunciata nella conferenza Spalletti coltiva l’alternativa tattica del 4-3-3, con Fabian Ruiz, Zielinski ed Elmas utilizzabili come interni di centrocampo. stampa dello scorso 30 giugno a Roma. Indebolire l’organico in un campionato estremamente compe- Nell’immediato si punterà su Folorunsho e Lobotka, Gaetano, titivo espone al rischio del crollo, nelle ultime due stagioni che sembra comunque più adatto al ruolo di trequartista che sono serviti 78 punti per entrare nelle prime quattro. La Roma davanti alla difesa, è stato confermato per la sfida contro il Bacon Mourinho e la Lazio con Sarri rappresentano delle mine yern Monaco ma nel corso del mercato dovrebbe andare alla vaganti, il Napoli, per reggere più fronti, deve accontentare Cremonese in prestito. Giuntoli e lo staff dello scouting del Napoli lavorano su possiSpalletti e costruire un organico competitivo. La squadra è forte, ha delle picche di talento importanti, Spal- bili soluzioni. Al momento non ci sono state cessioni, la prima letti sembra avere le chiavi per far migliorare il gruppo sotto il potrebbe riguardare Tutino, conteso da Parma e Salernitana. profilo dell’organizzazione tattica ma ci sono delle lacune che Ounas piace alle neopromosse Empoli, Venezia e Salernitana, senza cessioni al momento non c’è budget a disposizione, si vanno colmate. Mario Rui sulla fascia sinistra è solo, Ghoulam dovrebbe tor- opterà per giocatori in prestito magari con diritto di riscatto nare ad ottobre tra i convocati ma non si possono avere garan- o soluzioni per posticipare il pagamento ai prossimi bilanci. zie sull’esterno algerino, nessuno può avere un’idea di quan- Il Napoli riflette, l’identikit del centrocampista ricercato non te partite riuscirà a giocare. Il Napoli ha perso tre co-titolari: dovrebbe cambiare con l’infortunio di Demme: serve un proHysaj, Maksimovic e Bakayoko, che in ritiro sono stati sosti- filo di struttura, più rapido di Bakayoko, non solo nel passo tuiti da Malcuit, Luperto e Folorunsho. Riguardo ai rientranti ma anche nel pensiero. Piacciono tanto Zakaria del Borusdai prestiti, soltanto Malcuit dovrebbe restare a fare il vice di sia Monchengladbach e Koopmeiners dell’Az Alkmaar ma Di Lorenzo. Nelle idee di Spalletti i giovani dovrebbero an- sono profili costosi.
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IDA PICCOLO
ALTRO GRANDE SUCCESSO PER IL FASHION GOLD PARTY WEDDING LA NONA EDIZIONE ALLA FONTANINA EVENTS DI GIUGLIANO
Moda, glamour, fascino, eleganza: questi gli ingredienti di successo della nona edizione del Fashion Gold Party, la tradizionale manifestazione, ideata ed organizzata da Alfonso Somma, patron di Moda Gold, agenzia specializzata in cinema, moda, spettacoli ed eventi, che si è svolta nella magica location La Fontanina Events a Giugliano. La kermesse è stata presentata, in maniera impeccabile e professionale, dalla collaudata coppia formata da Roberta Scardola, volto noto televisivo e teatrale, e da Nicola Coletta, top model partenopeo e attore con già un bel trascorso alle spalle, e si è articolata in tre momenti: alle ore 18,30, Esposizione Wedding Sposa & Sposo, un momento dedicato alle future coppie di sposi, alle ore 19,00 Cocktail di benvenuto con il Red Carpet e le Interviste dei premiati e degli ospiti, e dalle ore 20,00, le Sfilate e le Premiazioni. Un folto pubblico delle grandi occasioni è accorso per assistere alla serata, nel corso della quale sono stati premiati lo chef napoletano Salvatore Spuzzo (ha ritirato il premio Antonio Olivieri, proprietario di Villa Alma Plena), la Tiktoker Miriam Landi, una vera e propria star del social molto amata tra i giovani, il cantautore Rico Femiano, Rossella Erra, per tutti Signora Rossella, l’ambasciatrice del pubblico di Vieni da Me con Caterina Balivo, giurata di Ballando con le Stelle, opinionista di Detto Fatto e ospite in varie trasmissioni nazionali, il giornalista Giu-
seppe Di Tommaso, inviato di punta della trasmissione di Rai Uno, La Vita in Diretta ed eroe del momento per aver ritrovato Nicola Tanturli, di 21 mesi e lo showman Francesco Cicchella, attore, comico, imitatore, cantante, musicista. Tra gli ospiti del parterre l’attore di Un posto al sole Cosimo Alberti con il marito, il personal trainer Cristian Luino, la show-woman Lucia Cassini, la giornalista e scrittrice Annamaria Ghedina, la fashion blogger Lina La Mura, la speaker radiofonica e conduttrice televisiva Ida Piccolo, la curatrice Rai Grazia D’Ascoli, il giornalista di Novella 2000 Armando Sanchez, il direttore de La Gazzetta
dello Spettacolo Francesco Russo, le giornaliste Maria Consiglia Izzo e Lorenza Licenziati, Pasquale Capasso, responsabile regionale di Miss Blumare, l’onorevole Francesco Barbato, influencer per gioco, Ciro Schettino, amministratore del blog “Lina’s Style”, i fotografi Maurek Poggiante, Giuseppe Filosa, Vincenzo Burrone, Domenico Debiasio, le stiliste Chiara Fornelli e Teresa Magliulo, tanti modelli e modelle. Hanno allietato la serata con tanti intermezzi musicali, molto apprezzati dal pubblico e dagli addetti ai lavori gli S.D.R.A.G., acronimo tratto dai nomi dei componenti del gruppo: Salvatore Nisi (bit-box), Kenny
Martins, Roberta De Lorenzo, Adriana Lanzi, Gabriella Montuori, punta di diamante della scuola di canto “I AM Music”, fondata e diretta dalla Maestra Maria Nasti. Un ensemble vocale molto bravo, che spazia dal repertorio nazionale a quello internazionale, dai brani classici napoletani a quelli neomelodici. Tanti i momenti moda e glamour tra cui le collezioni di Veronica Guerra, Piero Camello, Imperatrice sartoriale, Paolo Iovino Couture, la GM Couture di Giovanna Marinacci, la RGD di Rosa De Giulio, i costumi uomo e donna di Tarta – Swim-Wear, i bijoux di Dettagli, i gioielli e le pietre preziose di Alessandra Pirone, la creatività di Saliser, il gusto di Rogante, con i suoi spumanti fruttati, rivoluzionari nel gusto, di Babà Re, finissimo liquore alla crema di rum e pezzi di babà, e il vino delle Cantine Ferraro di Pompei. Immancabile il brindisi finale con la torta di “Lello, la Pasticceria”. Un ringraziamento anche ai partner dell’evento: Mag Academy - Innovation Hair Academy in collaborazione con Diagonale, New Hair Concept, Stile Libero e Di Costanzo Ciro, hairdresser; Sofia Roffo, Makeup Artis; Auto da Sogno Malvone. Le coreografie sono state curate da Stefania Maria, le foto dal reporter ufficiale Domenico D’Alisa. Media partner ViewPoint “Alla scoperta delle eccellenze italiane”, Grafica Creativityecom Srl, con la collaborazione e ufficio stampa della giornalista Silvia La Penna.
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18 VITTORIA CASO
SERATE DANTESCHE
La Divina Commedia, pur essendo uno straordinario documento della civiltà medievale, sollecita noi, cittadini del 2021, a riflettere sul significato della condizione umana, sul senso dell’esistenza, sulla natura problematica dell’essere umano, sulle nostre fragilità; sugli aspetti positivi e negativi di ogni azione; su pregi e difetti di ogni creatura. Da qui, la scelta di celebrare Dante da parte delle Associazioni Culturali “Gocce di fraternità” e “Clarae Musae” che hanno collaborato nella realizzazione del progetto, ideato dal prof. Antimo Petito. Due serate dantesche, dunque, coordinate dalla brillante giornalista Anita Russo; lettrici di eccellenza, Loredana De Rosa, Lina Sanniti, Anna Borzacchiello; l’onore e l’onere del ruolo di esperta è toccato a me, Vittoria Caso, presidente di Clarae Musae, compito al quale mi sono dedicata con umiltà e semplicità. Nella saletta interna dell’ospitale Caffetteria “Mozzillo” di Casapozzano, in uno scenario, in cui sia le pietre, sia i secolari alberi evocano momenti di storia, di vita vissuta e solida cultura, assieme a tanti amici, sono echeggiati versi della Divina Commedia tratti dalle tre cantiche, al fine di approfondire il pensiero politico di Dante, il 17 luglio; la concezione dell’amore, il 18. Dalle parole di Dante, gigante della letteratura italiana e della cultura occidentale, padre della volgar lingua, abbiamo tratto messaggi di grande attualità. In un mondo quale il contemporaneo, tendente alla superficialità, al consumismo, all’individualismo, in cui le relazioni umane sono sempre più spesso sostituite dalle virtuali, e soprattutto nel postcovid sono fittizie e inconsistenti,
la lettura di un classico come Dante suscita certamente molte domande ma al contempo offre risposte da saper decodificare. Se è vero che un classico “è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire” (Calvino), le opere di Dante ed in particolare la Commedia, al di là di ridicole forzature, offrono innumerevoli sollecitazioni e spunti di riflessioni all’essere umano, la cui natura non è cambiata. Il rammarico di Dante, di fronte ad una politica non orientata al bene comune, non interessata alla pace e alla giustizia, è il nostro; soffre Dante per una politica gestita da uomini avidi di potere che strumentalizzano le rivalità e i contrasti cittadini a tutto vantaggio della crescita della propria autorità personale e della salvaguardia dei propri interessi. La “nave sanza nocchiero in gran tempesta”, cioè una società priva di una guida
in grado di governare nel rispetto della libertà e della dignità umana, ci ricorda tante situazioni sociopolitiche italiane; l’ironico “vieni a veder la gente quanto s’ama”, grazie a “superbia, invidia e avarizia”, “le tre faville c’hanno i cuori accesi”, è di sconvolgente attualità: egoismo, avidità, sete di potere, fame di ricchezza, rendono fragile una società, in qualunque tempo e in ogni dove. Analogamente, quando “a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili”, cioè il disordine e l’eccesso di norme rendono impossibile amministrare la giustizia, accade che i cittadini si ritrovino privi di punti di riferimento e di esempi. In una siffatta società, in cui regna confusione morale “somigliante a quell’inferma che non può trovar posa in su le piume”, l’”ovra grande e bella” degli onesti, cioè di chi agisce disinteressatamente e con competenza per il bene comune, è, ahimè, “mal gradita dal mondo” e se ne ricava solo ingratitudine. Dante, anche dopo sette secoli, non è solo uomo di fede, ma anche emblema della ricerca della verità “fatti non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”: lo studio, il sapere aprono il cuore e la mente verso orizzonti di umanità, solidarietà, collaborazione, rispetto ed esortano l’essere umano a non perdersi dietro false felicità ed effimeri idoli, a non rinchiudersi nella gabbia dell’egoismo e dell’interesse personale. Coltivare il rispetto l’uno per l’altro in una sana collaborazione e con senso di responsabilità è la chiave per perseguire la pace e la giustizia e tornare anche noi “a riveder le stelle”, uscendo finalmente dalla “selva oscura” di questa ed altre pandemie.
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Maria Paola Buonomo
Muse ispiratrici e destini crudeli, il dolore dell’arte
Se gli artisti della nostra storia sono stati per lo più uomini, è anche vero che i loro capolavori sono nati da un’ispirazione tutta al femminile: tante sono le donne che si nascondono dietro le più straordinarie opere artistiche e i loro padri. Figlie di Zeus e Mnemosine, le Muse sono la personificazione mitica dell’arte in ogni sua forma. Fin dall’alba dei secoli, gli artisti le hanno invocate affinché ispirassero le loro menti a grandi cose. Dalla Venere di Botticelli, alla Gioconda di Leonardo, fino alla Pop-Marylin Monroe di Warhol: le donne sono sempre state oggetto di rappresentazione, colte nelle pose più stravaganti, apprezzate in tutti i loro difetti, esaltate come figure angeliche e divine. Le muse ispiratrici sono state amiche, amanti, mogli capaci di penetrare nell’a-
nimo più profondo dei geni dell’arte, diventando le forme migliori del loro talento. Ma non è tutto oro quello che luccica: le protagoniste nascoste dell’arte sono state anche al centro di storie amare e difficili. Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne Quando Jeanne Hébuterne, appena ventenne, si innamorò di Amedeo Modigliani, non poteva immaginare il
triste destino che la vita le avrebbe di lì a poco consegnato. “Modì” era un artista smodato, dall’animo inquieto, dipendente da alcol e droghe: aveva una reputazione terrificante e inaccettabile per la famiglia rigorosamente cattolica a cui Jeanne apparteneva. La giovane fu, infatti, ripudiata e allontanata dai genitori, abbandonata ad una relazione instabile e dannosa.
Nei suoi capolavori, Modigliani riusciva a rappresentare la sua musa in una dimensione celeste, lasciando emergere l’anima pura che lo aveva incantato. Un rapporto ideale che l’artista non seppe far rientrare nella vita reale: Jeanne rimase incinta di una bambina che il suo padre maledetto bohèmien non riconobbe mai. Ma questo fu solo l’inizio della tragedia. Amedeo era stato di salute cagionevole fin dall’infanzia, debolezza che lo condusse alla tubercolosi che gli causò la morte a soli 35 anni. Poco prima di morire, la sua devota compagna gli aveva rivelato di aspettare un altro figlio, un bambino che non sarebbe mai nato: delirante per la scomparsa dell’uomo che aveva amato incondizionatamente, Jeanne si gettò da un balcone, uccidendo se stessa e il feto che portava in
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20 grembo. Gauguin e le adolescenti Donne ed eros sono sempre stati al centro delle opere di Paul Gaugin. Nonna Flora e mamma Aline furono le figure più significative della sua infanzia, per sempre impresse nella sua memoria come motivo di amore e dolore, per la loro assenza. Gauguin, in preda al desiderio di allontanarsi dalla rigida vita borghese che solo gabbie poteva offrire all’estro artistico, partì per Panama e poi per la Martinica, dove trovò il suo paradiso terrestre, la libertà che cercava. Proprio il modo in cui visse questa esperienza è oggetto di critiche severe: sull’isola caraibica Gauguin dipinse giovani ragazzine quattordicenni, con le quali
ebbe rapporti sessuali. Furono anche loro piccole inconsapevoli muse. Da quell’ambiente idilliaco e privo di ogni norma civile e sociale, nacquero opere e l’artista esplose nelle sue migliori capacità.
Resta, tuttavia, il segno di un’attività di pedofilia mista al sentimento di supremazia colonialistica che, per quanto inserita nel suo contesto storico culturale, forse non può essere giustificata in nome dell’arte e dei suoi privilegi. Pablo Picasso e Dora Maar Dora Maar era una fotografa, modella, poetessa e artista completa quando si innamorò follemente di Pablo Picasso, l’uomo che avrebbe poi definito “una malattia”. Picasso dichiarò il suo amore a tante donne e tante erano coloro che credettero alle sue parole, ma gli artisti, si sa, sono lunatici e fedifraghi, perfino
verso se stessi. I due si incontrarono per caso, in un caffè di Parigi, nel 1935 e da qui iniziarono anni turbolenti, di passione e contrasti. Pablo fece di Dora il suo soggetto preferito, raffigurandola anche nel massimo capolavoro Guernica. Eppure, pare che godesse nell’umiliarla, nel farla ingelosire con altre donne. Dora Maar cercava la fama e il successo, ma dall’artista spagnolo non ottenne che dolore e sofferenza: dopo nove anni di relazione, fu costretta a ricoverarsi in una clinica psichiatrica. Era stata una delle tante, una delle tante vittime dell’arte…
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MICHELE BRUNO* Egregio Direttore di Casoria due In merito all’articolo del 24 luglio u.s. pubblicato online su “Casoria Due” da lei diretto, avente come titolo : Il Punto sulle aree dismesse di Casoria con relativa intervista al Senatore Tommaso Casillo. Mi rivolgo a Lei per alcune mie riflessioni sulle aree dismesse della città di Casoria incominciando dalla Area della ex Rhodiatoce. Lo stabilimento Montefibre di Acerra nasce dalla fusione delle Società Rhodiatoce e Chatillon, con il loro scopo di sostituire l’opificio ex Rhodiatoce di Casoria costruito nei primi anni 50. La realizzazione e la successiva messa in esercizio degli impianti produttivi di Acerra è stata scaglionata nel tempo secondo il seguente ordine cronologico da Casoria ad Acerra: Reparto FDY – produzione filo continuo stirato anno 1977; polimerizzazione discontinua – produzione polimene in chips anno 1978; 1^ caldaia Breda – produzione a vapore anno 1979 2^ caldaia Breda – produzione a vapore anno 1979 Reparto POY anno 1980; Reparto Fiocco produzione fiocco da polimene a chips anno 1980; Reparto DMT anno 1982; Reparto Fiocco produzione fiocco dalla 1^ linea CP poli anno 1982; Reparto Fiocco produzione fiocco dalla 2^ linea CP poli anno 1982; 10.Reparto NIFA produzione filo continuo alta velocità anno 1985; Reparto IMFRA 1 produzione fiocco da recupero anno 1996; Reparto IMFRA 2 produzione fiocco da recupero; Reparto BIAC impianto depurazione acque di scarico anno 1998. In conclusione, tenuto conto delle valutazioni espresse dagli Istituti Competenti alla valutazione del rischio amianto (Co.n.ta.r.p Direz Reg INAIL Campania), nonché facendo riferimento ad altre realtà produttive similari non si può escludere che i casoriani che lavoravano sia alla Rhodiatoce che alla Montefibre siano stati esposti a condizioni operative tali da giustificare un esposizione a fibre di amianto aerodisperse significativa ai fini del rischio amianto, secondo i criteri adottati in premessa, sino al 31/12/1985. Per i seguenti operai: Reparto Officina meccanica mansioni coibentatori - tubisti saldatori – meccanico; Reparto area mansione meccanico Saus – Fiocco – aggiustatore meccanico Polimerizzazione – manutentore meccanico Poy – meccanico Fdy; Reparto Officina edile - mansione ponteggiatore. Mansioni di : elettricista – strumentista dello stabilimento – elettro strumentale – Le sopraindicate qualifiche sono state riconosciute dall’INAIL con appositi pareri ai fini di usufruire i benefici previdenziali per esposizione a fibre di amianto – ai sensi della legge 257/92 - sia per gli operai che lavoravano alla Rhodiatoce di Casoria sia quelli alla Montefibre di Acerra, fermo restando il termine espositivo al 31/12/1985. Per quanto concerne gli operai di Casoria che lavoravano alla Rhodiatoce, attualmente, per loro valgono le stesse valutazioni esposte nei confronti della Montefibre di Acerra. La sussistenza dei presupposti utili ai fini del godimento dei benefici previdenziali in questione, ovviamente, andrà riscontrata
dall’INAIL per il rilascio dell’attestato ad esposizione fibre di amianto ai sensi di legge sulla scorta delle informazioni riportate sui curriculum professionali rilasciati dalla Società in questione. Tali informazioni, ad oggi risultano complete unicamente per le attività svolte presso lo stabilimento Montefibre di Acerra. Gli Istituti che hanno esaminato la questione ai sensi della legge 257/92, pur rendendosi conto delle difficoltà di reperire le specifiche informazioni richieste per i periodi lavorativi espletati presso la Rhodiatoce di Casoria (primi anni 50), hanno concluso che le valutazione tecniche di competenza non consentono, nella fattispecie del caso in esame, di poter superare tale problematiche; pertanto valgono gli stessi criteri di esposizione all’amianto ai sensi delle legge 257/92 art.13 comma 8 e comma 7 di quelli della Montefibre di Acerra. Il primo dovere di un’amministrazione è la salvaguardia della salute dei cittadini; oggi la classe politica casoriana si è mai interrogata sulle innumerevoli malattie tumorali che colpiscono i cittadini di Casoria ?. Si è mai interrogata perché gli operai della ex Rhodiatoce e Montefibre di Casoria non superano mediamente i 75 anni e i decessi avvengono per: Broncopatia Cronica Ostruttiva, Carcinoma Polmonari, Tumori alla laringe, Tumori gastrointestinali, tutte malattie dovute ad una significativa esposizione a fibre di amianto. Per non parlare della zona di Via Petrarca a Casoria dove (come risulta dal registro dei tumori presso la fondazione Pascale) vi è un alto indice di tumore alle mammelle. La dimensione, la storia e la passata rilevanza economica dell’area Rhodiatoce-Resia-Tubi Bonna fanno uno dei problemi più rilevanti e complessi della città di Casoria. La loro posizione nel cuore della città, la loro dimensione (parecchi ettari), i problemi di inquinamento, hanno reso quest’area sempre meno compatibile con le esigenze della popolazione. Per tanto tempo i siti industriali dismessi hanno rappresentato il maggiore sbocco occupazionale per la città: arrivati ad occupare migliaia di dipendenti, la gran parte cittadini di Casoria, assicurando loro retribuzioni tra le più alte del comparto industriale del territorio (la cosiddetta “aristocrazia operaia”). I loro tempi hanno scandito per anni i tempi della città di Casoria : la sirena degli stabilimenti, per quasi un ventennio, ha segnato gli orari non solo per il cambio dei turni al loro interno; il suono indicava che una parte consistente della popolazione si era svegliata o si stava mettendo a tavola o terminava la sua giornata di lavoro. La Rhodiatoce-Resia-Tubi Bonna rappresentavano “la fabbrica”. Erano insediate nella coscienza profonda di ogni cittadino casoriano, facevano parte in tutti i sensi dell’anima casoriana. Per quasi vent’anni gli stabilimenti hanno operato in regime di convenzione dal punto di vista urbanistico. Oggi, che le fabbriche che non vi sono più, è necessario un approccio metodologico diverso, la cui importanza si deduce anche dalla necessità inderogabile di una collaborazione con tutti i soggetti, istituzionali e non, per giungere a una soluzione positiva e condivisa. Una soluzione alle problematiche che l’area ex Rhodiatoce e anche la Ex Resia sulla Sannitica e Tubi Bonna, pone che non è possibile senza uno sforzo congiunto di tutte le parti politiche e sociali della città di Casoria. Per ricercare un coinvolgimento di tutti gli altri livelli istituzionali: Regione, Stato,
22 Unione Europea. Si deve pensare ad una soluzione che rilanci l’immagine della città, i suoi servizi, il suo reddito. Una soluzione che richiede grandi sforzi economici, una straordinaria operazione di concertazione di forze, di capacità progettuali, di risorse intellettive. Occorre puntare sui fattori positivi di Casoria, sulla sua posizione alle porte di Napoli, sulla sua vivibilità, sulla ricettività, per candidarsi ad assumere un ruolo propulsivo non solo e non tanto nell’ambito della Regione Campania ma in uno scenario molto più vasto. Riappropriarsi delle aree ex-Rhodiatoce-Resia-Tubi Bonna - da parte del Comune di Casoria - significa affrontare costi enormi, non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista della riconversione degli immobili o comunque del loro smantellamento, ammesso che ciò sia possibile, dal momento che è prevedibile che possano essere posti sotto controllo dall’Autorità Giudiziaria per lo smaltimento amianto, in quanto non messi in atto tutti i piani di bonifica ai sensi della normativa vigente. Una stima sia pure approssimativa dei costi di smantellamento dei capannoni e della riconversione a verde pubblico dell’area fa ritenere necessaria una spesa di non meno di parecchi milioni di euro, oltre i costi di bonifica. Oggi la riconversione delle aree dismesse a Casoria va vista anche come opportunità per colmare il gap culturale del sistema imprenditoriale casoriano. Ovviamente, ciò va considerato non solo in termini di bisogno immediato dell’apparato industriale o di servizi, ma in termini di prospettiva. PROPOSTA I temi dell’ambiente, della tutela del suolo, dell’acqua e della produzione di energia sono i temi che possono rappresentare occasioni di sviluppo. Vi è l’opportunità di tessere una rete di
DOMENICA 1 AGOSTO 2021 relazioni nel campo della ricerca di nuove tecnologie e di nuovi processi in alcuni campi considerati ormai caratterizzati da vere e proprie situazioni di emergenza. Vi sono ricerche spesso scoordinate nel settore delle costruzioni (legge sull’inquinamento acustico, legge sui campi elettromagnetici, etc.); leggi di finanziamento per sistemi di produzione di energia pulita, per il risparmio energetico, etc. Non c’è un centro che coordini questi servizi. I progettisti spesso non hanno fonti efficienti dalle quali attingere informazioni. Del resto non si può pensare che alcune grandi emergenze di oggi non impongano interventi radicali negli impianti, nelle costruzioni, etc. La soluzione va quindi ricercata in quei settori che hanno una forte valenza innovativa nel panorama internazionale. E’ necessario pensare ad una attività molto remunerativa allo scopo di evitare che la cessazione dell’attività possa significare che quell’area divenga di fatto inutilizzabile. In sostanza gli alti costi di riconversione potrebbero far nascere un’area abbandonata. Occorre prospettare delle ipotesi di soluzione che possano rilanciare quelle aree, riportandole in una posizione d’avanguardia e di ricollocare Casoria in una posizione centrale dal punto di vista dello sviluppo socio-culturale ed economico nella Regione Campania. Occorre tuttavia evitare la tentazione di richiamare attività che, pur assicurando redditi alti, possono produrre fenomeni di inquinamento che la comunità casoriana non è più disposta a tollerare. Occorre, inoltre, scartare le varie ipotesi di recupero improduttivo di quell’area, dal momento che non vi sarebbero le risorse economiche per realizzarlo. E’ necessario rivolgere lo sguardo verso iniziative ad alto reddito, soprattutto perché contano sull’innovazione, sul vantaggio competitivo, dovuto alla capacità di porsi in anticipo di fronte a problemi nuovi ma importanti.
Il Benessere passa anche dal Materasso
DOMENICA 1 AGOSTO 2021 Occorre valutare l’ipotesi di costituire a Casoria un Centro Europeo di Ricerche e monitoraggio dei problemi dell’ambiente inteso come un insieme coordinato o da coordinare di materie che entrano a far parte di questa famiglia di problemi (come ampiamente dibattuto nel G20 ambientale conclusosi pochi giorni fa a Napoli). A titolo di esempio, si potrebbe insediare nel nostro territorio un Centro di ricerca e di monitoraggio di sistemi per la produzione e l’utilizzo di idrogeno finalizzato alla produzione di energia; sistemi innovativi per il trattamento delle acque; lo studio per una gestione innovativa del ciclo dei rifiuti; l’adozione di sistemi innovativi nel campo delle tecnologie di costruzione (compresa la domotica), tese a rendere le abitazioni di Casoria più funzionali, a risparmiare energia, a ridurre l’inquinamento acustico, elettromagnetico, etc. Dunque si potrebbe proporre l’elaborazione di un progetto finalizzato alla costruzione di un Centro avanzato di ricerca in materia di ambiente ed energia. Intorno a queste ipotesi del Centro di ricerca e di studi è stato rilevato anche un certo interesse da parte dell’Unione Europea ad investire nell’aree dismesse con progetti che permettono anche uno sbocco alla disoccupazione; oltre all’interesse delle imprese, occorre verificare anche la disponibilità del mondo scientifico (Università, Parchi Scientifici e Tecnologici) ad operare in modo coordinato in un’area dedicata alla ricerca. Un appello al Sindaco di nominare un responsabile delle aree dismesse con la predisposzione della: Valutazione Ambientale Strategica (VAS)-che sia veramente un competente al ramo e non un personaggio che non riesce nemmeno ad evidenziare una sostanza tossica da una nociva. Cos’è la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), qual è il suo ambito di applicazione e quali sono le norme che la rego-
23 lano? A disposizione degli operatori facsimili, modelli e linee guida, più un glossario che spiega i termini utilizzati nelle varie fasi del processo. In Sistema informativo per la Valutazione Ambientale Strategica sono consultabili tutti i procedimenti VAS. Poche persone riescono a leggere la VAS ed applicarla. Il quale si dovrà occupare del programma di controllo manutenzione dei materiali contenenti amianto nelle aree dismesse con i seguenti compiti: Tenuta di idonea della documentazione riportante l’ubicazione dei materiali contenenti amianto con la relativa segnalazione dei siti; Predisporre un programmazione dei siti dismessi; Sovraintende e vigila su tutto previsto dalla norma vigente sui siti eventualmente inquinanti; Predisporre una specifica procedura di autorizzazione per interventi in aree superficie con amianto. La città di Casoria ha bisogno di un nuovo strumento regolatore. Le aree inutilizzate, quelle dove una volta sorgevano grandi complessi industriali, sono state finora lasciate a se stesse. Si tratta di rimetterle a disposizione dei cittadini rendendole nuovi incubatori di lavoro sicuro, in linea coi principi della green economy. C’è bisogno di edilizia sociale, convenzionata e popolare, tre risposte diverse ad esigenze differenti. Il programma-progetto va quindi completato creando spazi di socialità, luoghi di incontro, in un piano coordinato che ponga regole chiare per i privati. La deregulation significherebbe ridurre Casoria a terra di nessuno. Casoria lì luglio 2021 Dr. Michele BRUNO * ex Referente Regionale Direzione Regionale INAIL per l’Amianto e le Malattie Professionali e Responsabile sub Processi
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Vaccini, Rostan (Misto): “Obbligo vaccinale personale scolastico è scelta di responsabilità”
“Introdurre l’obbligo vaccinale per il personale scolastico è una scelta di responsabilità assolutamente in linea con la strategia di prevenzione e contrasto adottata dal governo Draghi con il supporto del Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. L’emergenza Covid-19 non è affatto superata e non possiamo consentirci l’esplosione di nuovi cluster alla ripresa dell’anno scolastico. Chi tenta di trarre profitto elettorale soffiando sul fuoco dell’irresponsabilità targata ‘no vax’ e ‘no green pass’, agitando improbabili questioni di libertà costituzionali violate, farebbe bene a farsi un esame di coscienza e a pensare ai danni che sta provocando al Paese”. Queste le parole di Michela
Rostan, Vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera. “La tutela della salute pubblica non può essere oggetto di mediazione tra partiti – ha proseguito Rostan – per cui auspico che da tutte le forze politiche giunga un appello univoco a vaccinarsi senza se e senza ma. Quanto accaduto in questi giorni in alcune piazze italiane ci fa percorrere pericolosissimi passi indietro sul terreno della prevenzione del contagio. Basta guardare cosa sta accadendo a Tokyo per le Olimpiadi dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 2500 contagi, il dato più alto dall’inizio della pandemia. Questo è il momento della responsabilità e i partiti devono dare il buon esempio invece di ricattare ogni minuto il governo”.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Evento storico a Miss Italia , Pulcinella per la prima volta nella giuria del celebre concorso di bellezza
Ebbene si... Teatro dello storico evento la città di Mariglianella . “Pulcinella” primo sindacalista, giustiziere e sempre in difesa dei deboli, ironico e sempre pronto a sconfiggere le debolezze con la sua inerzia e astuzia. Cetrulo e Piscitrulo, sempre in conflitto con la sua amata colombina gelosa e possessiva, per le attenzioni che ha sempre avuto verso le donne, come narra un detto Pullcinellesco: “Jo tengo diciott” nammurate” otto e teng” a Piazza Mercato, otto e tengo sott”o purton” e, otto invece me corron “appriess ca’ me vonn” fa’ nu mazziatton”. L’iniziativa rientrava nell’ambito delle attività socio culturali dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Arcangelo Russo e fortemente voluta dall’assessore Sport Cultura
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e Spettacolo Felice Porcaro. Ad interpretare la popolare maschera napoletana è stato il carismatico e poliedrico attore Angelo Iannelli che con la sua simpatia e il suo talento ha coinvolto le trentuno finaliste regionali e un attento e appassionato pubblico. Durante lo spettacolo, lo storico presentatore di Miss Italia Erennio De Vita ha più volte sottolineato il severo impegno e spirito di sacrificio nel sociale per i meno fortunati dell’artista napoletano, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Ambasciatore del Sorriso” La Finale Regionale di Miss Sorriso si è conclusa con la vittoria della diciottenne napoletana Erika De Marino che con questa fascia rappresenterà la Campania alla ottantaduesima edizione del consorso di Miss Italia.
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10 EURO BAMBINI PRIMO: PENNETTE AL SUGO PRIMO: PENNETTE AL SUGO SECONDO: COTOLETTA E S E C O N D O : C O TPOALTEATTTI N A EE P A T A T I N E D ODLO CLEC D E L L A CA E DELLA CSAAS A B EBVEAVNAD NED E I N IO M A G G I O O G N NN EE N O M A G G I O O GIN4I 4P EPR E SRO SO 1 L I T R O1 D S SOO RO L II TV RION O D I RVOI N O SBSIOA N OC O 1 A C Q U A N A T UBRI A AN LC E OE D 1 A C Q U A 1 A C Q U AF R NIAZTZUARNATL R E ED 1 ACQUA F R I Z Z A N N B : P E R A L T R E B E V A N DT E RO R I C H I E S T E N B :G PAEM REANLTTO R EA BPEAVRAT NED E O PA RICHIESTE PAGAMENTO A PARTE
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DOMENICA 1 AGOSTO 2021
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL TRIANON
“Caruso vive” nel racconto di Geppy Gleijeses al Trianon Viviani
Nel giorno del centenario della scomparsa, il teatro della Canzone napoletana ospita una serata/evento dedicata al grande cantante con musica, foto, proiezioni e racconti sui suoi amori e dolori. Con la partecipazione del tenore Gianluca Terranova. Lunedì 2 agosto, alle 21 “Caruso vive. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso nel centenario della scomparsa e la sua voce come non l’avete mai sentita”. Questo il titolo della serata/evento che, lunedì 2 agosto, alle 21, si terrà al Trianon Viviani nell’àmbito delle celebrazioni promosse dalla Regione Campania per il centenario della scomparsa del grande tenore partenopeo. Proprio cento anni fa, il 2 agosto 1921, in una suite del grand hotel Vesuvio, moriva Enrico Caruso, registrato all’anagrafe come “Errico”. Per ricordarlo, Geppy Gleijeses ha curato e diretto un articolato racconto teatrale, che proprio nel teatro di Forcella, diretto artisticamente da Marisa Laurito, assume un significato particolare, essendo il Trianon Viviani prossimo ai luoghi dell’adolescenza e della gioventù del tenore: come l’oratorio di padre Giuseppe Bronzetti, in via Postica Maddalena, e il caffè dei Mannesi, all’angolo di via Duomo, dove si esibiva come posteggiatore. «Per me che a 5 anni, nel 1960, ogni domenica dopo pranzo ero costretto a casa dei miei nonni paterni, nel “salottino d’ascolto”, insieme a genitori e parenti tutti, a sentire dal grammofono rigorosamente a tromba, su un gracchiante 78 giri, la voce del mito, è il coronamento del sogno di una vita», spiega Gleije-
ses. «Leggerò un testo del giornalista Luciano Giannini, “impressionista”, a pennellate, come ama definirlo, liberamente ispirato a due libri fondamentali su Caruso, Ridi Pagliaccio! di Francesco Canessa e Una vita una leggenda di Pietro Gargano – prosegue il regista e attore – e anche attraverso questa lettura sfateremo la leggenda dei fischi al San Carlo: egli bissò Una furtiva lagrima, altro che fischi! E narreremo le sue gesta, vita, morte e miracoli». Il testo rilegge la breve ma intensa parabola terrena di questo «archetipo del tenore pop», la voce più grande del secolo breve, la prima al mondo a superare, con un disco, un milione di copie vendute. Idolatrato dai contemporanei: Caruso fu tenore, ma anche musicista, disegnatore di deliziose caricature, pittore, scultore e poeta. «Non ho seguìto
cadenzate sequenze di tempo e di luogo – precisa Giannini –, ma ho assecondato suggestioni personali, ispirandomi liberamente alle due migliori biografie in commercio, per ricostruire la figura di un artista e di un uomo che, dalle più umili origini, seppe elevarsi a un’arte eccelsa e, allo stesso tempo, popolare, dando lustro internazionale al melodramma italiano». La lettura sarà contrappuntata da proiezioni di fotografie del tenore e dall’ascolto della sua voce, grazie al lavoro dei laboratori Abbey Rocchi, che hanno rimasterizzato e restaurato le incisioni originali. La serata si completerà con la conversazione informale di Gleijeses con Enrico Girardi, critico musicale del Corriere della Sera, e sarà aperta e chiusa dal tenore Gianluca Terranova, protagonista del fortunato biopic su Caruso di Raiuno, che, accompagnato al piano da Sergio La Stella, interpreterà alcuni cavalli di battaglia del repertorio del cantante partenopeo. Con la produzione di Gitiesse – Artisti riuniti, Caruso vive vede in locandina la direzione tecnica di Franco Grieco, le luci dell’artigiano Luigi Ascione e le forniture acustiche e foniche di Gelato equipment. Lo spettacolo si terrà nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, con il contingentamento dei posti disponibili. L’ingresso è gratuito. Per partecipare (con un massimo di richiesta di due posti) occorre scrivere a comunicazione@ teatrotrianon.org. Seguirà un’email di conferma, fino a esaurimento dei posti disponibili.
www.casoriadue.it
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DOMENICA 1 AGOSTO 2021 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA BRUNA BOTTA
L’associazione “La Mescolanza ODV” Il “Piano B” e il progetto benessere di Alexander Romanovsky “Danze e Counseling” in recital a piazza Calenda chiedono la sospensione dell’ordinanza di sgombero di Terranostra
Per il Trianon Viviani, il grande pianista ucraino interpreta Chopin, Rachmaninov e Campogrande davanti al teatro di Forcella. Martedì 3 agosto, alle 21. Il grande pianista Alexander Romanovsky in recital martedì 3 agosto prossimo, alle 21, in piazza Vincenzo Calenda. Marisa Laurito, direttore artistico del Trianon Viviani, ha invitato il solista ucraino a esibirsi nello spazio antistante al teatro per la tappa a Napoli del suo Piano B. Romanovsky è considerato unanimemente uno dei giovani pianisti più talentuosi: ventisettenne, allievo di Leonid Margarius, ha vinto il prestigioso concorso internazionale Ferruccio Busoni nel 2001, due anni dopo l’ingresso nell’Accademia Filarmonica di Bologna (prima di lui solo Mozart e Rossini avevano conseguito il titolo di Accademico a soli 15 anni). Da venti anni è ospite dei maggiori palcoscenici del mondo, dalla Scala di Milano alla Royal Albert Hall di Londra. L’arrivo e il perdurare della pandemia lo ha convinto a realizzare il progetto Piano B: un recital in tour per tutta l’Italia con un palco mobile costruito su un rimorchio leggero. «Non si poteva restare immobili, bisognava reagire – spiega Romanovsky –: voglio così portare la musica classica sia alle persone che ne sono state private nell’ultimo anno sia a quelle che la conoscono ancòra poco e non sanno cosa possa fare per loro: e, non potendo il pubblico spostarsi, sarò io a raggiungerlo per suonare nelle diverse realtà sociali, dalle più difficili alle più agiate, nelle piazze, nei quartieri di periferia, negli ospedali e nelle comunità di accoglienza». In programma musiche di Fryderik Chopin, Sergej Rachmaninov e Nicola Campogrande. Le luci di Piano B sono a cura di Mandalaki studio, l’audio di Angelo Venditti. Il concerto si terrà nel rispetto della normativa di igiene e sicurezza prescritta per l’emergenza sanitaria, con i posti contingentati e numerati. L’ingresso è gratuito. Per partecipare (con un massimo di richiesta di due posti) occorre scrivere a comunicazione@ teatrotrianon.org. Seguirà un’email di conferma, fino a esaurimento dei posti disponibili.
La sottoscritta Bruna Botta, Presidente dell’Associazione di volontariato “La Mescolanza ODV” iscritta al ROA presso il CSV di Napoli, iscritta al n.116 dell’Albo Comunale delle Associazioni del Comune di Casoria, iscritta al Registro Regionale delle Associazioni di Volontariato, avente Codice Fiscale 93068230635, dichiara, in rappresentanza di tutti i membri, che la nostra associazione ha da sempre trovato in Terranostra uno spazio in cui svolgere le proprie attività, riunirsi, conservare le donazioni di vestiario che arrivano dai cittadini e dalle cittadine di Casoria, fare pratica di solidarietà attiva in connessione con le attiviste e gli attiviste di Terranostra. Sottolineiamo che l’Associazione, pur essendo attiva da anni sul territorio di Casoria, riconosciuta e ben nota alle famiglie e alle persone in difficoltà del territorio nonché ad una buona fetta della cittadinanza, la quale ci aiuta nella realizzazione delle attività, NON POSSIEDE UNA SEDE e non ha mai avuto nessun appoggio concreto da parte delle istituzioni, trovando invece in Terranostra il proprio spazio fondamentale. Proprio ieri, ad esempio, abbiamo potuto realizzare la presentazione del libro di poesie della scrittrice e nostra attivista Roberta D’Alesio, proprio nel verde di Terranostra. Presidio dunque di cultura, di solidarietà, di libera espressione del singolo, di accoglienza di ogni proposta, di aggregazione, di benessere. Mi soffermo sulla parola benessere parlando anche a nome delle partecipanti e dei partecipanti al progetto “Danze e Counseling” e come curatrice di esso, che vede nella congiunzione della danza e del counseling uno strumento di salutogenesi. Ogni anno, nel periodo primaverile-estivo, il progetto si trasferisce a Terranostra con la realizzazione del laboratorio gratuito e aperto a tutti dal titolo “La danza della terra”, un’esperienza fortemente partecipata che ha visto prenderne parte cittadine e cittadini di ogni fascia d’età. Per molti di essi, il laboratorio rappresenta uno strumento per la propria salute psico-fisica: si crea infatti uno spazio di libera espressione, di accoglienza, di aggregazione, svago, conoscenza di sé e dell’altro. Sono nati profondi legami e un forte senso di comunità e di condivisione. Ci si sostiene reciprocamente nei momenti di difficoltà. Sulla pagina Fb di Terranostra si può vedere uno degli ultimi video girati dai membri della Danza della terra in cui i partecipanti (giovani, anziani, donne, uomini) danzano, suonano e cantano che desiderano “Danzare ancor”. Come poterglielo negare? Sarebbe un enorme danno per la comunità casoriana interrompere questo processo di partecipazione dal basso, chiudere questo luogo punto di riferimento che fa bene all’anima e al corpo di numerosissimi cittadini. Chiediamo l’immediata sospensione dell’ordinanza di sgombero.
DOMENICA 1 AGOSTO 2021
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL FRANCESCO CILIENTO
L’Arcivescovo Mimmo Battaglia per la prima volta visita la comunità della parrocchia di Santa Brigida
Presso la Parrocchia di Santa Brigida, il nuovo Arcivescovo metropolita di Napoli, Monsignor Domenico Battaglia, si è presentato la prima volta presso la comunità brigidina per commemorare la fondatrice dell’Ordine di Santa Brigida. Alla celebrazione eucaristica erano presenti oltre ovviamente al neo parroco, Domenico Aiuto, l’ex Padre Generale dell’Ordine dei Padri Leonardini, Monsignor Francesco Petrillo, attuale Preside della Sezione Toscana, padre Leonardo, Cavaliere, padre Innocenzo, Cavaliere Ufficiale e l’ex parroco, padre Tommaso Galasso, Cavaliere Ufficiale. Ad essere nuovamente presenti, dopo un anno di sospensione delle attività per l’emergenza epidemiologica, i Cavalieri e le Dame dell’Ordine Militare del Santissimo Salvatore e di Santa Brigida di Svezia, rappresentati dal Luogotenente Generale Biagio Abbate, che ha portato i saluti del Principe Gran Maestro, il Luogotenente d’Italia Giannangelo Marciano, il Preside della Campania Pierluigi Scarpa, il Cavaliere Ufficiale Domenico Cuozzo, la Dama Nunzia Capobianco. Molto toccante l’omelia di Monsignor Battaglia, il quale si è
soffermato sull’importanza di essere guidati dall’amore di Gesù, affinchè ciascuno di noi possa proseguire un corretto cammino cristiano che fortifica la fede: “L’esempio di Santa Brigida, donna forte, combattente, pronta a rincorrere le persone più deboli, non le persone potenti, che invece combatteva e cercava di portare sulle retta strada, ci aiuta a comprendere la presenza e l’amore di Dio, quell’amore che ci dà la forza di superare le più impervie difficoltà”. Al termine della Santa Messa, l’arcivescovo Battaglia (nella foto) ha ricevuto dai Cavalieri e le Dame presenti, il crest raffigurante lo stemma araldico dell’Ordine Militare di Santa Brigida. Inoltre, come da tradizione, anche il neo parroco, come i suoi predecessori ha ufficializzato il suo ingresso nell’ordine Militare ricevendo la patente di nomina di Cavaliere Ufficiale dal Luogotenente d’Italia. Altre due patenti di dama e cavaliere sono state consegnate rispettivamente alla dottoressa Angela Tiziana Crocco e al dottor Ermanno Capobianco. Alle patenti nomina, seguirà la solenne cerimonia d’investitura e la consegna dei diplomi a fine anno presumibilmente in Puglia.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA LORENZO CREA
“A TU PER TU” È UN SUCCESSO: 100.000 TELESPETTATORI PER LORENZO CREA SU GT CHANNEL E PIÙENNE
Dopo una stagione televisiva ricca di ospiti, ben 25, “A Tu per Tu” fa i conti con gli ascolti. Un vero trionfo per l’originale format condotto dal giornalista Lorenzo Crea prodotto da Tony Florio editore di Gt Channel e ideato da entrambi. Un programma perfettamente riuscito anche grazie alla sapiente regia di Mario Albano e alle incursioni musicali del duo composto da Federica Cardone e Andrea De Vivo. L’Auditel ha certificato in questi giorni i dati di ascolto e sono davvero entusiasmanti: ogni puntata ha fatto registrare una media di 100 Mila telespettatori settimanali su PiùEnne e Gt Channel. Grande soddisfazione per le due emittenti che hanno creduto in questa rivisitazione del David Letterman Show in salsa napoletana. Una trasmissione che è diventata punto di riferimento per politici, attori, imprenditori e personalità di spicco del territorio campano e nazionale. Basti pensare che dal salotto di Lorenzo Crea sono passati tutti i candidati a Sindaco di Napoli, senza dimenticare le interviste esclusive a Marisa Laurito, Cristina Donadio, Don Maurizio Patriciello e Pascal Vicedomini (reduce dal grandissimo successo dell’Ischia Global Fest). “A Tu per Tu” si è affermato nel panorama televisivo locale grazie alla qualità dei suoi ospiti, opportunamente stimolati dal conduttore, all’alta definizione delle immagini e alla bellezza della scenografia, alla qualità delle luci. La trasmissione, che si è avvalsa della collaborazione di uno
staff tecnico di assoluto livello, si è guadagnata i complimenti di tutti i personaggi che si sono alternati sulla poltrona della trasmissione. Un grande contributo lo ha dato senza dubbio la redazione giornalistica coordinata dal giornalista Enzo Agliardi che ha raccolto, puntata dopo puntata, tutto il materiale audiovisivo realizzato grazie ai contributi inviati per meglio presentare gli ospiti in studio. “A Tu per Tu” ha potuto contare sul sostegno di due sponsor che hanno contribuito alla realizzazione della produzione: la Falco società cooperativa che opera con successo nel settore della vigilanza privata e la Bema Ecology che si occupa da anni di ambiente e energie rinnovabili.
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DOMENICA 1 AGOSTO 2021
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Augurissimi
Possa la vostra vita insieme essere piena di momenti indimenticabili, affetto e amore. Auguri ai novelli sposi ILARIA CAPONE E LUCA GRAZIUSO
Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione
Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 30 luglio 2021
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