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LA CONVERSIONE ELIMINA UNA “GABELLA” E RAPPRESENTA UN PUNTO A FAVORE DEL COMPARTO EDILE
IL DECRETO CASA È LEGGE, VIA L’IMU SUL “MAGAZZINO” SE GLI IMMOBILI SONO SFITTI Con la legge n. 124 del 28/10/2013 è stato approvato, in via definitiva, il D.L. 31 agosto 2013, n.102, recante “Disposizioni urgenti in materia di Imu, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici” (cd. “Decreto casa”). Viene, così, definitivamente abolita l’Imu sul “magazzino” delle imprese edili, a decorrere dalla seconda rata 2013. L’eliminazione dell’Imu sugli immobili invenduti rappresenta un importante risultato della politica associativa, portata avanti dall’Ance sin dall’introduzione dell’imposta, ed in relazione alla quale era stato avviato anche un contenzioso tributario per denunciare i profili di incostituzionalità del prelievo.
Con la conversione in legge del decreto casa l’Ance incassa un risultato molto importante, ottenendo l’abolizione dell’Imu sul magazzino, quindi sull’invenduto. È un risultato importante che ha visto il Collegio di Brescia protagonista di una “battaglia” voluta e portata avanti con convinzione da Giuliano Campana, oggi vicepresidente nazionale Ance con delega alle questioni fiscali. Certamente ci sono altri punti che potranno e dovranno ottenere ascolto, come ad esempio l’eliminazione dell’Imu sui terreni acquistati da imprese al fine di realizzare costruzioni e, ancora, 643
Il vicepresidente nazionale Giuliano Campana: è stato protagonista della “battaglia” per togliere l’Imu che gravava sull’invenduto
gli immobili acquistati al fine di ristrutturazione e vendita. Sono due capitoli ancora esclusi dalla legge, ma per i quali l’Ance non abbassa la guardia. Esaminiamo quindi i punti
LA DICHIARAZIONE IMU DOVRA’ ESSERE PRESENTATA ENTRO IL 30/6 DELL’ANNO SUCCESSIVO AL QUALE SONO INTERVENUTE VARIAZIONI
fondamentali del “decreto casa” ora convertito in legge, compresi anche i capitoli dedicati agli sgravi fiscali in essere.
Abolizione dell’Imu sul “magazzino” delle imprese edili A seguito delle modifiche apportate in fase di conversione in legge, il provvedimento prevede l’abolizione della seconda rata dell’Imu per il 2013 relativamente ai “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati”. Il Provvedimento prevede, inoltre: che l’imposta resti dovuta fino al 30 giugno 2013; l’esenzione dall’IMU, per i medesimi fabbricati, a decorrere dal 1° gennaio 2014 e l’obbligo, a pena di decadenza dai citati benefici, di presentare la dichiarazione Imu. La dichiarazione dovrà essere presentata entro il temine ordinario del «30 giugno dell’anno successivo a quello in cui sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta». In pratica, la dichiarazione dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2014, per quel che riguarda l’abolizione della seconda rata dell’Imu per il 2013 o, entro il 30 giugno 2015, relativamente all’esenzione dall’IMU per il 2014. Come evidente, l’abolizione della seconda rata 2013 e l’esenzione a regime dal 2014 sono subordinate a tre condizioni: • la classificazione in bilancio dei fabbricati “invenduti” tra le rimanenze (si tratta, quindi, dei 644
soli “beni merce” e non anche dei fabbricati patrimonializzati); • che i suddetti fabbricati non siano in ogni caso locati; • la presentazione della dichiarazione Imu per i predetti fabbricati, a pena di decadenza dall’esenzione. L’abolizione dell’Imu viene, comunque, riconosciuta a prescindere dalla data di ultimazione dei lavori di costruzione, fintanto che il fabbricato rimane destinato alla vendita. In merito, si evidenzia che, in fase di conversione in legge del D.L. 102/2013, sono stati accolti due Ordini del Giorno, che intervengono sull’applicabilità della disposizione che elimina l’IMU per il “magazzino” delle imprese edili. In particolare nel primo Ordine del Giorno il Governo si impegna “a valutare l’opportunità di precisare che le disposizioni stabilite dal presente decreto in materia di Imu per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, purché non locati, si applicano anche agli immobili acquistati dall’impresa e sui quali la stessa procede ad interventi di incisivo recupero, prima della loro vendita”. Il citato OdG rispecchia l’orientamento dell’Ance, secondo il quale nel concetto di “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita” devono essere compresi anche i fabbricati acquistati dall’impresa, sui quali la stessa procede ad interventi di incisivo recupero”, come definiti dall’art.3, co.1, lettere c, d ed f del D.P.R. 380/2001 (“Testo Unico dell’Edilizia”), prima della loro vendita.
L’ANCE CHIEDE CHE L’ESENZIONE SI APPLICHI ANCHE AGLI IMMOBILI E AI TERRENI ACQUISTATI DALLE IMPRESE
Anche tali immobili, infatti, sono civilisticamente classificati tra le “rimanenze” di bilancio (quali beni finiti destinati alla vendita) e, come i fabbricati di nuova costruzione, sono oggetto dell’attività tipica delle imprese di costruzioni, poiché su di essi l’impresa interviene con lavori di recupero incisivo, al fine della loro reimmissione, sul mercato con caratteristiche del tutto simili alle nuove costruzioni. Tale assimilazione è stata già riconosciuta in altri ambiti impositivi, quale il D.P.R. 633/1972 (“Testo Unico dell’Iva”), che, all’art.10, nn. 8, 8bis e 8ter, prevede il medesimo regime di esenzione/imponibilità ad IVA Nel secondo Ordine del per le operazioni di cessione e locazione di immobili, siano essi Giorno accolto, il Governo si nuove costruzioni che immobili impegna, tra l’altro, «ad adottare misure agevolative in materia incisivamente ristrutturati. di Imu rivolte ai soli fabbricati Il parere dell’Ance costruiti e già ultimati alla data sull’esenzione di entrata in vigore della presente dei fabbricati ristruttu- legge e destinati dall’impresa co-
rati
L’Ance osserva che il recupero dei fabbricati esistenti rappresenta una quota molto rilevante delle attività delle imprese del settore delle costruzioni e che la tutela dell’invenduto ai fini Imu, introdotta dal provvedimento, riguarda tutto il magazzino delle imprese del settore, ivi compresi gli immobili ristrutturati per la vendita. L’Ance, quindi, non mancherà di intraprendere le più opportune iniziative volte a far riconoscere l’esenzione dall’Imu anche per i fabbricati ristrutturati dalle imprese di costruzioni, e destinati alla vendita. 645
struttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati». A parere dell’Ance, l’OdG approvato, che limita l’applicabilità dell’esenzione Imu ai soli fabbricati già ultimati alla data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto, è contrario alla finalità della norma, che riconosce l’illegittimità della tassazione patrimoniale su un immobile che, per l’impresa, non è un “bene patrimoniale”, ma un “bene merce” (rimanenza). A tal riguardo, l’Ance ha richiamato l’attenzione sul fatto che la disposizione contenuta nel D.L. 102/2013 è una norma a regime, che si applica quando l’impresa non riesce a cedere i fabbricati costruiti per la vendita, senza nessun’altra condizione temporale relativa all’ultimazione dei lavori di costruzione. Per completezza, si ricorda, inoltre, che il Decreto contiene, all’art.1, anche l’abolizione definitiva della prima rata dell’Imu, dovuta per l’ “abitazione principale” non di lusso, e relative pertinenze, con l’esclusione degli immobili di lusso, iscritti in Catasto nelle categorie A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi). Le disposizioni relative alla sospensione della seconda rata dell’Imu vengono, invece, demandate ad uno dei Provvedimenti collegati alla Legge di Stabilità 2014. Si evidenzia che nell’ambito del Disegno di Legge di Stabilità 2014, attualmente all’esame del Senato, viene definitivamente eliminata l’ “abitazione principale” dall’ambito applicativo dell’Imu a
L’INCOGNITA DELLA “MATERIA PRIMA”, OVVERO (PER ORA) L’IMU SI APPLICA ANCORA SUI TERRENI EDIFICABILI
partire dal 2014. Contestualmente, viene introdotta la Trise.
Il regime agevolato per l’edilizia residenziale: la proroga L’art.6 del DL. 102/2013 interviene, inoltre, sul regime fiscale agevolato per i trasferimenti di immobili (aree e fabbricati) compresi in piani urbanistici particolareggiati, diretti all’attuazione dei programmi di edilizia residenziale, comunque denominati (imposta di registro all’1% ed ipo-catastali al 4%, per un
prelievo complessivo pari al 5%). In particolare, viene confermato l’allungamento ad 11 anni del termine massimo entro il quale deve essere completato l’intervento edilizio, cui è condizionata l’applicabilità del predetto regime fiscale agevolato, originariamente fissato a 5 anni e già oggetto di una proroga nel 2010. Tale modifica normativa è da ritenersi positiva, in considerazione del fatto che la crisi economico finanziaria degli ultimi anni ha colpito in maniera sensibile le piccole e medie imprese operanti nell’edilizia, che spesso hanno
dovuto rallentare i propri piani di investimento, in alcuni casi, addirittura, interrompendo l’esecuzione dei lavori per mancanza di risorse. Questa è, poi, perfettamente in linea con la posizione dell’Ance che, da tempo, nelle proprie iniziative presso le competenti sedi, auspicava un ulteriore allungamento di tale termine, tenuto conto che la disciplina di settore stabilisce in 10 anni il termine ordinario di attuazione dei programmi urbanistici. Tuttavia, l’Ance esprime forti perplessità e preoccupazioni
BOSETTI SRL
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L’ANCE PONE LA QUESTIONE RELATIVA AL RISCHIO CHE SI BLOCCHINO I PROCESSI DI RINNOVO URBANO
per gli effetti sul mercato che, a partire dal 2014, verranno prodotti dall’abolizione prevista dal D.Lgs. 23/2011 (cd. “Decreto sul federalismo fiscale municipale”) di tutte le agevolazioni fiscali attualmente previste per i trasferimenti immobiliari. Occorre, infatti, rilevare l’incongruenza e la contraddizione tra l’abrogazione prevista dal D.Lgs. 23/2011 e le predette misure del D.L. 102/2013, che prorogano ad 11 anni il termine per il completamento dell’intervento edilizio, ai fini dell’applicazione del regime fiscale agevolato per i trasferimenti di immobili volti all’attuazione di programmi di edilizia residenziale. Di fatto, quindi, in assenza di ulteriori interventi normativi, l’efficacia dell’allungamento ad 11 anni del termine massimo entro il quale deve essere completato l’intervento edilizio (a cui è subordinata l’applicabilità del regime fiscale di favore) rischia di essere limitata ai soli trasferimenti di immobili effettuati entro il 31 dicembre 2013. Ciò comporterebbe un sostanziale blocco dei processi di rinnovo urbano, che verrebbero ostacolati da un prelievo fiscale “espropriativo” già nella fase di acquisizione degli immobili (aree e fabbricati) da riqualificare. In tale prospettiva, l’Ance sta intraprendendo le più opportune iniziative in vista dell’avvio dell’esame del Disegno di Legge di Stabilità 2014 e dei relativi Provvedimenti di accompagnamento che potrebbero intervenire in materia, al fine di confermare, anche dal 2014, le agevolazioni fiscali per i trasferimenti di im-
mobili finalizzati all’attuazione dei piani urbanistici, in deroga alle previsioni del citato D.Lgs. 23/2011.
Cedolare secca per locazione a canoni concordati La conversione in legge del D.L. 102/2013 conferma la riduzione del prelievo sui redditi derivanti dalla locazione “a canoni concordati” di immobili residenziali, per i quali il locatore abbia optato per la “cedolare secca”. Per questi l’imposta sostitutiva si applicherà, già a partire dal periodo d’imposta 2013, nella misura del 15% (e non più del 19%). La riduzione della percentuale d’imposta non riguarda le locazioni “a canone libero” di immobili residenziali, per i quali il locatore abbia optato per la “cedolare secca”, che continua, quindi, ad applicarsi nella misura del 21%.
Il punto sulle opportunità fiscali in edilizia Con questa prima parte dedicata all’analisi delle novità in materia fiscale e impositiva abbiamo offerto un’esaustiva panoramica del punto della situazione in essere. Nel prossimo numero vi diamo appuntamento con un ulteriore capitolo che riguarderà la nuova guida dell’Agenzia delle Entrate in materia di ristrutturazioni edilizie. (fine prima parte)
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UNA STRATEGIA AD AMPIO RAGGIO PROMOSSA DAL COLLEGIO IN STRETTO RAPPORTO CON LA SCUOLA EDILE
IL FUTURO DELL’EDILIZIA ATTRAVERSO IL PROGETTO R3 E IL RILANCIO TECNOLOGICO
Definire le regole base dell’edilizia del terzo millennio. Innovando, riconfigurando, trovando la strada giusta per un rilancio a 360 gradi di tutto il settore edilizio. Questo è l’obiettivo del progetto R3 che ha già radici solide e trova fondamento nella domanda di innovazione che deve essere assecondata.
Ristrutturare e innovare: questa è la chiave di volta sulla quale si gioca il futuro dell’edilizia
Il progetto R 3 rappresenta una strategia ad amplissimo raggio che è quella definita dal Collego Costruttori Edili di Brescia che, attraverso lo stretto rapporto di collaborazione con la Scuola Edile Bresciana (Seb), sta lavorando alacremente per instillare negli imprenditori locali il seme che faccia germogliare una rinascita dell’edilizia bresciana. A patto di capire come muoversi e, soprattutto, in quale direzione. Aspetto, quest’ultimo, al quale contribuisce in modo 648
decisivo il progetto R3, portato avanti nel solco di uno dei concetti basilari per chi, oggi, è chiamato a costruire o, ancor più importante, a riqualificare un immobile: il risparmio energetico. Prima di addentrarsi nella specificità di R3, è bene spiegare la strategia definita dal Collegio: come sottolineato dal presidente della Seb, Angelo Deldossi, “il futuro del settore dipenderà dalla capacità di riconfigurare il modo di fare edilizia. Siamo, di fatto, a zero per quanto riguarda le possibilità
RISTRUTTURARE, RIQUALIFICARE E RINNOVARE: ECCO I TRE CAPITOLI DI UN IMPEGNO CHE COINVOLGE IL COMPARTO
di nuove realizzazioni, motivo per il quale è necessario concentrarsi su tre approcci essenziali: ristrutturazione, riqualificazione, rinnovamento. All’orizzonte - aggiunge Deldossi - c’è la sostituzione del patrimonio edilizio esistente, a partire dal concetto che l’edilizia diventerà sempre di più un servizio da erogare, e non semplicemente la costruzione di una casa”. Se questo è il tracciato entro il quale muoversi, due sono le filiere sviluppate da Collegio Costruttori e Seb: da una parte la necessità di colmare il gap tecnologico tra le grandi imprese e quelle medio piccole, con la prospettiva - come detto - di portare l’edilizia nel terzo millennio. Un capocantiere con il tablet? Perché no: progettare con mezzi tecnologici permette di risparmiare costi e di lavorare con maggiore efficienza. Ecco quindi l’idea di far consociare gruppi di impresa affinché possano affrontare questo tipo di sfida tecnologica, sinergia “aiutata” dal finanziamento regionale (300mila euro) giunto un paio di anni fa attraverso il bando “Ergon”, servito anche a finanziare R3. Si è creato così un percorso condiviso con l’Università di Brescia, in particolare attraverso il professor Angelo Ciribini, per lavorare sulle innovazioni di processo. Con il Politecnico di Milano, invece (e qui ci si avvicina a R3) ci si sta concentrando, sotto l’egida del prof. Enrico De Angelis, sulla tecnologia per consumi energetici zero. Partiamo dalla normativa: Europa e Italia hanno fissato al 2020 il limite per portare gli edifici a consumi energetici “quasi zero”,
ma nel nostro Paese c’è l’idea di anticipare questa scadenza al 2018 per gli edifici pubblici. Non è tutto: addirittura in Lombardia si sta pensando di fissare il 2015 come termine ultimo per gli adeguamenti. Ed eccoci al Progetto R3: se questi sono i tempi, è necessario “insegnare alle imprese a costruire a consumi zero, mostrando come sia possibile rivalutare il proprio immobile abbattendo i costi della bolletta”. I vantaggi di una ristrutturazione concretizzata in chiave ecosostenibile? Facile: risparmio
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energetico, rivalutazione dell’immobile, rispetto ambientale. Ma il tema è duplice, nel senso che non si tratta solo di “educare” il settore edilizio a pensare green. Bisogna far capire anche ai proprietari di immobili (che siano edifici pubblici, appartamenti in condominio o case singole) che investire in questo campo consente risparmi reali, sia in termini di consumi e, di conseguenza, di denaro, anche durante il periodo in cui l’investimento viene ammortizzato. Va quindi ricordato l’accordo tra Collegio Costruttori e Banco di
L’OBIETTIVO DI INSEGNARE A COSTRUIRE A CONSUMI ZERO, E SENSIBILIZZARE I COMMITTENTI SUGLI INNEGABILI VANTAGGI
Brescia per mutui agevolati finalizzati proprio alle ristrutturazioni. Tutti temi che vengono illustrati con dovizia di particolari durante gli incontri relativi a R3. Ma, dal punto di vista degli operatori del settore edile, conviene investire in risorse e know how per costruire case a consumi zero? La risposta è sì e deriva da uno sguardo alla situazione del patrimonio edilizio esistente in Italia: su dieci milioni di edifici, oltre 7 milioni sono stati costruiti prima degli anni ’70. Quello italiano è un patrimonio immobiliare vecchio ed
energivoro. Immaginiamo se, su 33 milioni di unità immobiliari, si risparmiassero 1000 euro ciascuna di spese di gas per il riscaldamento. Ci sarebbero 33 miliardi di euro non utilizzati per la bolletta ma per finanziare lavori di ristrutturazione. Questo è dunque il nuovo mercato, la nuova sfida cui bisogna farsi trovare preparati. Ad una condizione: quella di affidarsi sempre a chi lavora con coscienza e competenza. Progettando con serietà e investendo sulla formazione. Queste le chiavi per spalancare le porte all’edilizia del futuro.
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Un capocantiere può recarsi al lavoro con in dotazione un tablet? Perché no: progettare con mezzi tecnologici permette di risparmiare costi e di lavorare con maggiore efficienza, offrendo prodotti innovativi ad alto valore aggiunto e a basso impatto ambientale.
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IL CENTRO MULTISETTORIALE DI RICERCA HA NUOVI OBIETTIVI PER USCIRE DALLO STALLO
SNELLIRE E RIORGANIZZARE: COSÌ SI TRASFORMA IL CSMT IN CENTRO PROBLEM SOLVING
Snellire, riorganizzare, ripartire di slancio. E’ la filosofia alla base del nuovo corso del Centro servizi multisettoriale e tecnologico (Csmt) di Brescia, una ripartenza avviata ufficialmente alla fine di settembre, con l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione, ridotto a livello numerico (i componenti del cda sono scesi da 12 a 5) e affidato alla guida di Marco Bonometti, patròn delle Officine Meccaniche Rezzatesi e presidente dell’Aib. Il Csmt rappresenta il luogo deputato alla ricerca applicata
In cosa vuole distinguersi il Csmt targato 2013? L’idea di fondo è quella, innanzitutto, di impegnarsi a fondo per la risoluzione di problemi e criticità delle aziende che nel Csmt hanno trovato un partner ideale cui associarsi. Ma c’è di più rispetto a quella che è la missione del Centro: diffondere innovazione, novità tecnologiche da mettere al servizio di una
terra bresciana che ha bisogno di innovativi orizzonti di sviluppo. Non è dunque un caso che nel comitato di indirizzo trovino posto l’ex ministro Francesco Profumo, quindi Luigi Ambrosio (direttore del Cnr) e la biologa Daniela Bellomo. A guidare il Comitato è stato chiamato il prorettore del Politecnico di Milano, Riccardo Pietrabissa - che svolgerà anche il ruolo 651
di direttore scientifico - mentre ne fanno parte anche Maurizio Memo dell’Università di Brescia e Saverio Gaboardi (Aib). Tornando invece al CdA, accanto al presidente Bonometti ci sono Claudio Teodori, prorettore dell’Università di Brescia) e Carlo Ferlito, direttore generale della Fabbrica d’Armi Pietro Beretta. A dimostrazione che questo
LA NUOVA ROTTA PUNTA ALLA CINA PER DARE VITA A PARTNERSHIP DI SPESSORE TECNOLOGICO
nuovo piano d’azione non è solo sulla carta, il Csmt ha già cominciato ad allargare i propri orizzonti, con la bussola che indica una rotta che porta fino alla Cina. Per la precisione a Ningbo, distretto industriale che dista due ore e mezza di auto da Shangai, con 154mila imprese private che vi lavorano (seimila sono straniere). Un’area piuttosto appetibile per le imprese bresciane, che rappresentano una produzione di eccellenza rispetto ad una realtà produttiva, quella di Ningbo appunto, in cui l’industria si fonda su biomedicale, automotive, meccatronica e stampi.
Per creare le basi di un rapporto fruttifero per il comparto bresciano una delegazione del Csmt si è recata due volte in Cina, una visita restituita verso la fine di ottobre da cinque imprenditori cinesi. Il tema del confronto è semplice: trovare la strada giusta affinché la ricerca bresciana possa essere applicata anche alle imprese attive a Ningbo. Progresso e condivisione, lungo un asse non sempre favorevole alle imprese del Bresciano ma che ora, con la regia del Csmt, potrebbe aprire nuovi e interessanti sviluppi.
FRANCIACORTA SCAVI
Le aree di azione individuate per ora sono indirizzate ai settori del biomedicale, dell’automotive, della meccatronica e degli stampi, settori nei quali il sistema produttivo bresciano ha mostrato di saper competere a livello internazionale
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NELL’AGENDA DELLA PRESIDENTE EMILIA ARDESI INCONTRI DI ZONA E SEMINARI SULLE DINAMICHE DEMOGRAFICHE DELLA PROVINCIA
IL GRUPPO GIOVANI IN KART HA “SCALDATO I MOTORI” PER L’ATTIVITÀ AUTUNNALE Il Gruppo Giovani scalda i motori per l’autunno, e non solo in senso figurato. L’occasione è stata fornita dall’incontro svoltosi nei giorni scorsi all’International Kart Indoor di Moniga del Garda quando, terminato il Consiglio Direttivo dei Giovani del sodalizio di via Ugo Foscolo, consiglieri e invitati si sono sfidati all’ultimo sorpasso in una gara di go-kart. Nel corso dell’iniziativa, prima di una lunga serie di incontri di zona, la presidente Emilia Ardesi ha colto l’occasione per presentare l’attività che nei prossimi mesi caratterizzerà l’attività del Gruppo Giovani del Collegio. In agenda vi sono numerosi appuntamenti in provincia, utili sia come “collante” La riunione del Gruppo Giovani si è conclusa con una sfida a bordo dei go-kart. associativo, sia per presentare i A fianco: la presidente Emilia Ardesi programmi a breve termine. La serata conviviale al kar- legate agli “spostamenti” interni todromo di Moniga è stata quindi al territorio. solo una tappa delle riunioni itiAl termine della relazione neranti in agenda. Nel frattempo e del dibattito è stata inevitabile, - come ha spiegato Emilia Ardesi vista la sede scelta, scendere in - una particolare attenzione verrà pista. La gara ha visto una ventina posta allo studio e all’analisi dei di partecipanti sfidarsi senza esclufenomeni di migrazione interna sione di colpi. della popolazione bresciana, un Al termine delle qualifiche e indicatore importante dello stato delle gare eliminatorie i migliori di “salute” di alcune zone della quattro di ognuno dei tre gruppi di Provincia e della loro attrattività. piloti si è sfidato per l’ultima gara Capitoli ai quali verranno dedi- finale, che si è rivelata avvincente. cati appositi seminari, anche alla La buona partecipazione e il luce delle dinamiche di mercato coinvolgimento degli ospiti e dei 653
consiglieri del Gruppo Giovani ha premiato l’impegno organizzativo. Insomma, si è trattato di una buona partenza per l’attività del Gruppo Giovani di via Foscolo.
LA SINGOLARE STORIA DELL’EDIFICIO SEMIDISTRUTTO DALLA GUERRA, POI RICOSTRUITO E ADESSO RESTAURATO
SANTA MARIA DEI MIRACOLI GIOIELLO RINASCIMENTALE ORA RESTITUITO ALLA CITTÀ Mercoledì 10 ottobre 1962, sabato 26 ottobre 2013. Due date che segnano la doppia rinascita di uno dei monumenti religiosi più belli e amati dalla città, la Chiesa di S. Maria dei Miracoli, in corso Martiri della Libertà. Un gioiello rinascimentale con una storia recente tormentata, bisognoso di cure e attenzioni per le ferite provocate dagli uomini e dal tempo. La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli il 10 ottobre del 1962 riaprì al culto dopo diciassette anni di attesa. Tanto erano durati i restauri seguiti nel dopoguerra al bombardamento aereo del 2 marzo 1945. Una incursione tragica, che aveva provocato ottanta vittime civili, fra le quali tante donne e bambini. Diciassette minuti di inferno, fra le 12,43 e le 13. La Chiesa era stata quasi completamente distrutta; salva soltanto la facciata, che una palizzata aveva protetto dalle schegge. Un nuovo miracolo. Così, il 10 ottobre 1962 il vicario generale della diocesi,
mons. Luigi Ferretti, celebrò una messa per la riapertura al culto della Chiesa ricostruita, davanti ai fedeli e alle autorità cittadine, sindaco Bruno Boni in testa. La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è un santuario civico, vale a dire proprietà del Comune che aveva voluto e finanziato la costruzione. Sabato 26 ottobre 2013 nuova cerimonia, stavolta per salutare la fine dei restauri strutturali iniziati nel 2008. Anche in questo caso - a sottolineare l’importanza dell’avvenimento e il valore simbolico della chiesa - era presente il sindaco, Emilio Del Bono. Sull’altare 654
il parroco di San Nazaro e Celso (al quale storicamente è affidato il tempio), mons. Gabriele Filippini, e il vicario episcopale mons. Gianfranco Mascher. Fra i banchi delle navate una folla commossa e colpita dalla bellezza del luogo. S. Maria dei Miracoli è stata eretta nel 1488, testimone e custode nei secoli di un forte legame fra la città e la Vergine. Nel 1484 su una casa di via Crema, oggi corso Martiri, venne affrescata un’immagine di Maria, subito venerata dai bresciani perché ritenuta dispensatrice di prodigi. Tanto che il Comune, nel 1487, per proteggere
LA CHIESA È STATA ERETTA NEL 1488, TESTIMONE E CUSTODE NEI SECOLI DEL CULTO MARIANO
l’effigie stabilì di erigergli intorno una cappella. La devozione fu tale che l’anno dopo si decise la costruzione addirittura di una chiesa. E quale chiesa. Un tempio rinascimentale straordinario, a pianta quadrata, diviso in tre navate, con l’abside pentagonale, due cupole sovrastanti la navata centrale, due più piccole sulle cappelle centrali delle navate laterali, la bellissima facciata progettata da Giovanni Antonio Amadeo, il caratteristico portale in marmo di Botticino opera di Giangasparo Pedoni. Un tempio poi arricchito di magnifici dipinti dedicati alla Vergine da artisti come il Moretto, Tommaso Bona, Grazio Cossali, Pietro Maria Bagnadore, Pietro Marone. E, in fondo, nell’abside, la Vergine con Bambino che aveva dato origine alla chiesa. Prima le bombe alleate e poi il peso del tempo hanno imposto una cura massiccia all’edificio. Gli ultimi restauri ad opera del Comune sono cominciati nell’estate del 2008. Già nel 1898, in verità, la facciata era stata pulita dallo smog. Un maquillage necessario, ma una minuzia al confronto con l’intervento di un decennio dopo. Doveva durare due anni, è andato avanti per oltre cinque. Lavori complessi e delicati, data la natura dell’edificio: rifacimento del tetto, consolidamento strutturale, messa in sicurezza, pulitura complessiva degli interni. Le tele di Bagnadore, Cossali, Bona e Marone, prima depositate al Museo Diocesano, sono state ricollocate nella chiesa (il Moretto resta in custodia alla Pinacoteca Tosio Martinengo). La riapertura è stata accolta dai bresciani con grande gioia, per l’affetto religioso verso il monu-
La facciata dell’edificio sacro, splendido esempio di architettura rinascimentale
mento e la sua qualità artistica. Ora può essere nuovamente ammirato e dare un contributo al rilancio di una storica via di Brescia, da qualche tempo in affanno. In gennaio era stato restituito alla città, dopo lunghi restauri, anche un altro gioiello architettonico, la barocca Chiesa della Carità in via Musei, costruita a partire dal 1640 su progetto di Agostino 655
Avanzo. La carità e i miracoli, due fondamenti della fede, due pilastri della devozione bresciana, incarnati in due straordinari edifici rinati in questo 2013. Spiritualità, arte, bellezza per donare un briciolo di serenità a questo nostro tribolato tempo. Enrico Mirani