TRENTO Anno XVI - GENNAIO 2016 - Numero I - trimestrale
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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA CASSA RURALE DI TRENTO
Tab: B Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 - comma 1 DCB Trento.
IL PROGETTO DI FUSIONE
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SOMMARIO
SOMMARIO
TRENTO PAROLA AI PRESIDENTI
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UN’UNICA CASSA, UN UNICO TERRITORIO PERCHÉ INSIEME
IN PRIMO PIANO
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“UNIONE” DI OPPORTUNITÀ I NUMERI DELLA FUSIONE COME CAMBIA LO STATUTO
TRA DI NOI
10 VIA LIBERA DEI SINDACI SUL TERRITORIO 11 LE TAPPE DELLA FUSIONE 12 UNA STORIA DI FUSIONI LA PAROLA AI DIRETTORI
14 UNA NUOVA BANCA MODERNA CHE GUARDA AL FUTURO FONDAZIONE CASSA RURALE DI TRENTO
16 LA FONDAZIONE DELLA CASSA RURALE PROMUOVE LO SVILUPPO DEL TERRITORIO CLM BELL
17 CLM BELL, TUTTI I VANTAGGI DI APPRENDERE UNA LINGUA STRANIERA ALTRE NOTIZIE ED EVENTI
18/19 CALENDARIO INCONTRI PRE ASSEMBLEARI CON I SOCI
Periodico della Cassa Rurale di Trento - Banca di Credito Cooperativo - Proprietario ed editore Cassa Rurale di Trento - Banca di Credito Cooperativo - Società cooperativa. Iscritta all’albo delle banche al n. 2987.6. Iscritta all’albo nazionale degli enti cooperativi al n. A157637. Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo. Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia Registro delle Imprese di Trento, codice fiscale e partita IVA n. 00107860223. Sede legale e direzione generale via Belenzani 6, Trento - Tel. 0461 206111 e-mail: trentovive@cr-trento.net
Direttore: Giorgio Fracalossi Direttore responsabile: Walter Liber Comitato di redazione: Giorgio Bagozzi, Mario Longo, Paolo Serafini, Adriana Osele, Rossana Gramegna, Roberta Pinto, Franco Dapor Coordinatore: Maurizio Tomasi Hanno collaborato: Corrado Corradini, Elisa Dossi, Diego Nart, Andrea Schir Autorizzazione del Tribunale di Trento n° 1063 del 31 ottobre 2000
Anno XVI - GENNAIO 2016 - Numero I - trimestrale
Grafica e impaginazione: Curcu & Genovese Stampa: Tipografia Alcione - Lavis Foto di copertina: le comunità di Trento e di Aldeno. Foto di Lucio Tonina
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PAROLA AI PRESIDENTI
Un’unica Cassa, un unico territorio L
e sfide che il contesto economico pone, oggi, ad una Banca di Credito Cooperativo sono, davvero, assai complesse e sono tali da richiedere un percorso di cambiamento. L’evoluzione della regolamentazione e la nuova dimensione europea della supervisione bancaria, solo per fare un esempio, esigono anche dalle Casse Rurali locali livelli di capitale più elevati, al fine di fronteggiare i rischi derivanti dal deterioramento dei crediti e riuscire a sostenere l’erogazione del nuovo credito necessario per l’economia, proteggendo, al contempo, i risparmiatori da perdite in caso di crisi e mantenendo la fiducia dei mercati e del pubblico in un contesto europeo più integrato e più competitivo. La crescente pressione verso livelli di capitale e soluzioni organizzative caratterizzati da elevata coesione sta spingendo anche le Casse Rurali trentine ad individuare soluzioni che favoriscano un assetto del sistema meno frammentato e meglio strutturato, capace di superare gli svantaggi della piccola dimensione, ma, allo stesso tempo, di preservare i valori della cooperazione e della prossimità con il territorio che, da sempre, costituiscono il punto di forza delle banche locali. Sono diciassette le Casse Rurali trentine che, nel corso del 2016, saranno interessate da processi di aggregazione che, entro la fine dell’anno, dovrebbero portare alla nascita di sette Istituti di credito cooperativo nuovi, frutto, appunto, di una mirata razionalizzazione. Il progetto di aggregazione, che i Consigli di Amministrazione della Cassa Rurale di Trento e della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine hanno elaborato e che, a breve, sarà illustrato in appositi incontri preassembleari previsti sui rispettivi territori di competenza, ha, quindi, il fine di creare una nuova Cassa Rurale in grado di raggiungere la dimensione necessaria per fare banca
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oggi e di porre le premesse per ridurre i costi operativi, innalzando la professionalità degli esponenti aziendali ed accrescendo la qualità e la gamma dell’offerta alla clientela anche attraverso un utilizzo innovativo della tecnologia. Creare un’unica banca per un territorio di riferimento che, già da tempo, è esattamente il medesimo (è opportuno ricordare che attualmente quasi il 90% dell’operatività della nostra Cassa Rurale avviene sul territorio del Comune di Trento), significa, dunque, agire per garantire una maggiore solidità ed efficienza operativa, intesa come soddisfazione della clientela e redditività adeguata, sostenute da migliori servizi e da risparmi sui costi di una struttura, comunque, attrezzata per supportare maggiori dimensioni operative e per mantenere al contempo, alta l’attenzione verso il territorio, le famiglie e le imprese. Mi sento di affermare la convinzione, già formalizzata nei documenti preparatori alla fusione, che l’aggregazione porterà alla valorizzazione reciproca del patrimonio ultracentenario delle due Rurali, ed al consolidamento di un legame forte con il territorio, a beneficio delle/dei Socie/i, della collettività e del mondo dell’associazionismo. Solo per dare un’idea dell’ordine di grandezza di questo legame, mi limito a ricordare che, insieme, le due Rurali hanno “restituito”, nel 2015, alla comunità 2,7 milioni di euro attraverso iniziative di solidarietà, cultura, sport e vantaggi per la base sociale. Si tratta di un mero esempio, per esprimere la convinzione che attraverso questa fusione, qualora l’Assemblea dei/delle Soci/ie esprimesse un voto favorevole al progetto, l’attenzione al territorio si manterrà forte e proseguirà con la stessa intensità anche in futuro. Luigi Baldo
IN PRIMO PIANO
Perché insieme N
on ho mai pensato che una fusione tra banche potesse servire “solo” alla crescita. Non se la crescita è considerata fine a se stessa. Penso piuttosto che l’aumento di dimensioni, territorialità, soci e volumi economici siano le conseguenze pratiche di una idea che deve coinvolgere principalmente i soci e i clienti. Spesso noi ci nascondiamo dietro affermazioni del tipo: ce lo chiede l’Europa, ce lo chiedono le autorità di vigilanza, eccetera. C’è anche questo, ma principalmente arriviamo all’unione perché abbiamo riflettuto al nostro interno, in perfetta autonomia, cosa fosse meglio fare per garantire anche in futuro lo stesso livello di servizi, di prodotti, di assistenza ai nostri soci e clienti. Una riflessione che ha coinvolto entrambi gli istituti, e da cui è scaturito un dialogo trasformatosi in progetto di fusione. Le famiglie e le imprese dei nostri territori giustamente desiderano avere vicina la “loro” Rurale, ma vogliono anche avere servizi sempre più accurati ed efficienti, costi minori, vantaggi per i soci e ricadute sulla comunità attraverso il sostegno alla cultura, allo sport e all’associazionismo. Giusto! Ognuno di noi, a Trento come ad Aldeno, è stato molto impegnato in questi anni a dare risposte convincenti alla domanda dei propri clienti e soci. Poi è arrivata la grande crisi, le rate di mutuo che non venivano totalmente pagate, la richiesta di credito che scarseggiava e un “mondo” bancario a livello globale che è profondamente cambiato. È cambiato, soprattutto, il “modo” di fare banca. Ci siamo chiesti se noi potessimo continuare a far finta di niente. In fin dei conti abbiamo spalle molto larghe, rinforzate da buoni risultati economici e da un costante consolidamento patrimoniale operato anno dopo anno. Ma noi – ci siamo domandati – saremo in grado di restituire quel patrimonio ancora più raffor-
zato alle generazioni che verranno? No se stiamo fermi, probabilmente sì se facciamo qualcosa di diverso dal passato. Ci siamo guardati intorno. Il territorio che va da Aldeno a Cadine, passando per Cimone e Garniga Terme, è omogeneo a quello attuale della Cassa di Trento. Trattasi della città capoluogo e dei dintorni, le colline che vi fanno corona. Ci è parso così naturale instaurare un dialogo, che ci ha portati a pensare insieme ad un percorso di fusione. Sono fermamente convinto che nessuno perderà nulla, anzi, insieme possiamo solo migliorare. Si apre con la fusione un ampio ventaglio di opportunità. Siamo una grande Cassa Rurale, abbiamo una forte responsabilità verso la nostra comunità, ma proprio per questo dobbiamo guardare al domani, non fermarci all’oggi. Che tipo di servizi saremo in grado di dare alle nostre imprese e alle nostre famiglie? Saranno migliori se progettati e realizzati da un team più grande, che metta insieme più eccellenze, più idee e più numeri per realizzarle. È un salto di qualità di pensiero prima ancora che di azione, il pensarci dentro una comunità che è cambiata, che giustamente pretende da noi servizi sempre più efficienti, attenzione e sostegno al territorio e condizioni vantaggiose. Ecco, sono convinto che riusciremo a fare tutte queste cose in una realtà bancaria più grande, omogenea, efficiente. Sapremo continuare ad essere vicini alla gente perché continueranno ad esserci le stesse persone, gli stessi sportelli (magari razionalizzando quelli troppo vicini tra loro), la stessa attenzione per ogni paese che c’è sempre stata. Con qualche strumento e forza in più. Crediamoci! Giorgio Fracalossi
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IN PRIMO PIANO
“Unione” di opportunità ECCO PRESENTATO IL PROGETTO DI FUSIONE TRA I DUE ISTITUTI, SU CUI SI PRONUNCERANNO I SOCI IN ASSEMBLEA
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i fronte alla perdurante crisi dei mercati e ai grandi cambiamenti che stanno riguardando i sistemi bancari e finanziari, per fronteggiare adeguatamente un contesto che non è mai stato così complesso, rischioso e competitivo, i Consigli di amministrazione della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine e della Cassa Rurale di Trento hanno condiviso l’opportunità di avviare un processo di aggregazione. Gli amministratori delle due Casse Rurali hanno quindi approvato il progetto di fusione fra le due società, avendo cura che sia salvaguardato il patrimonio non solo economico e finanziario, ma i valori della Cooperazione Trentina insiti negli statuti delle Casse Rurali. Il confronto sull’ipotesi di fusione è stato supportato dall’elaborazione di una serie di documenti che hanno seguito il protocollo d’intesa: relazioni illustrative, situazioni patrimoniali, report statistici e il piano industriale. Migliorerà la qualità dei servizi a soci e clienti L’aggregazione - riportano i documenti - porterà alla valorizzazione re-
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ciproca del patrimonio ultracentenario delle due Casse Rurali, consolidando un legame forte con il territorio, a beneficio dei soci, della collettività e del mondo dell’associazionismo. La nascita di una “nuova” Cassa caratterizzata da una struttura organizzativa più forte non potrà che favorire guadagni di efficienza ed importanti economie di scala nell’ambito dei costi generali e consentire un ulteriore salto di qualità nell’offerta di prodotti e servizi a soci e clienti, con un approccio più competitivo di quello che oggi possono realizzare le due Casse Rurali singolarmente considerate. La realizzazione di questa operazione porterà inoltre alla naturale conclusione di un percorso, avviato trent’anni fa, diretto a riunire le Casse Rurali che operavano su un territorio attiguo e che annoveravano una base sociale e una clientela per alcuni aspetti complementari. Nuove opportunità dalla comune territorialità Il sistema bancario è da qualche tempo interessato da fenomeni che ne stanno profondamente cambian-
do l’assetto e i compiti. Basti pensare alle nuove opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, all’entrata in vigore di normative ad elevato impatto organizzativo, alla crescente pressione competitiva che si concretizza, tra l’altro, in una maggiore mobilità della clientela. La costituzione di un’azienda di credito locale di maggiori dimensioni, che potrà svolgere la propria funzione economica in modo più efficiente, consentirà alla “nuova Cassa Rurale” di rispondere meglio a queste sfide. L’unione tra le due Casse Rurali, che operano prevalentemente nella stessa zona di riferimento (un territorio caratterizzato da un elevato interscambio economico e sociale), favorirà anche una razionale ricomposizione dell’offerta dei servizi a beneficio dei membri della comunità locale, clienti tradizionali delle due Casse Rurali, rafforzando quei valori di cooperativismo, solidarietà e radicamento territoriale che sono alla base della nostra mission. Si verrà infatti a realizzare un’unica Cassa Rurale, in una zona omogenea, con l’opportunità di razionalizzare gli sportelli bancari esistenti e al contempo, grazie ad una più efficiente distribuzione della rete, con la possibilità di assicurare un migliore servizio ai soci e clienti e consolidare le quote di mercato oggi detenute singolarmente. In sintesi, i principali obiettivi dell’aggregazione, declinati nel progetto industriale di fusione, possono essere così riassunti: - formare un’unica Cassa Rurale, rafforzata dal punto di vista strutturale, con risorse economiche e potenzialità commerciali accresciute rispetto
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alla somma delle grandezze individuali delle due società che partecipano alla fusione; raggiungere significativi risultati in termini di redditività, secondo una logica di crescita equilibrata e sostenibile, idonea a razionalizzare i costi e a sostenere investimenti migliorativi; consolidare una struttura aziendale in grado di assicurare servizi di qualità nei territori interessati, per rispondere alle nuove esigenze della clientela; incrementare gli investimenti in formazione per sviluppare le competenze dei dipendenti, la cultura aziendale e le loro motivazioni; assicurare il mantenimento dei valori tradizionali espressi dal credito cooperativo per continuare ad essere riconosciuti come “banca differente”.
I vantaggi della fusione I principali benefici attesi dall’operazione di fusione si possono così sintetizzare.
Sul piano economico, finanziario e patrimoniale, l’integrazione tra le due banche assicurerà alla “nuova” Cassa Rurale di Trento un incremento delle masse intermediate ed un potenziamento, in valore assoluto, dei mezzi propri. L’unione consentirà di perseguire importanti economie di scala, il miglioramento degli indici di produttività e l’innalzamento della redditività aziendale con positivi effetti sulla patrimonializzazione. Ai risparmi derivanti dalla razionalizzazione della rete delle filiali si affiancheranno le opportunità di conseguire maggiori ricavi derivanti da un migliore e più completo presidio del territorio di competenza e dalla cattura dei relativi flussi finanziari, sia per quanto attiene all’intermediazione creditizia sia per lo sviluppo delle attività di servizio. Si conta inoltre – nel medio periodo – sui benefici derivanti dalla realizzazione di ulteriori progressi in termini di diversificazione e frazionamento del rischio di credito rispetto alle singole Casse, e dal generale miglioramento della gestione e presidio di tutti i rischi,
in particolare del credito deteriorato. Dal punto di vista delle economie di scala, si registrano in particolare quelle da subito realizzate con l’eliminazione delle cosiddette “duplicazioni” (ad esempio nel campo dei servizi informatici). In tema di costi del personale, si ritiene che, nel medio termine, i benefici economici deriveranno dalla graduale riduzione degli organici complessivi, dall’estensione di formule lavorative “più flessibili” e dalle opportunità derivanti da una significativa redistribuzione delle risorse a favore delle attività a maggior contenuto commerciale. Tali interventi offriranno nuove opportunità di crescita professionale per i collaboratori con conseguenti vantaggi nella relazione con soci e clienti. Sul piano organizzativo, le maggiori opportunità deriveranno, oltre che dalle prospettive di razionalizzazione della rete delle filiali, dalla possibilità di integrare i compiti e le responsabilità degli addetti, soprattutto per quanto riguarda il rafforzamento delle componenti di servizio alla clientela e delle strutture di presidio dei rischi.
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IN PRIMO PIANO
CR Aldeno e Cadine
I numeri della fusione Le principali grandezze
CR Trento "TOTALE CR Aldeno e Cadine + CR Trento"
Dati al 31.12.2015
DIPENDENTI
CLIENTI
330
Privati
Imprese, associazioni e enti
73.100
105
15.784 47.308
19.773 53.327 3.989 6.019
225
SPORTELLI
SOCI
17.859
36
5.420
12.439
23
I valori di bilancio
Dati in migliaia di euro
FONDI PROPRI
PRESTITI A CLIENTELA (LORDI)
61.037
145.000
486.950
206.037 INTERVENTI A FAVORE ENTI/ASSOCIAZIONI NEL 2014
942.807
1.429.757
RACCOLTA COMPLESSIVA Diretta
PRESTITI /RACCOLTA DIRETTA
Indiretta
2.678
549.220
688
1.990
1.257.574
731.510
1.806.794
Importo
1.871.699
Numero 574
871
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614.125 796.415
88,7% 75,0% 79,1%
2.603.209 182.290 297
13
MASSE INTERMEDIATE (RACCOLTA COMPL. + PRESTITI) 1.218.460 2.814.506
4.032.966
IN PRIMO PIANO
Come cambia lo Statuto U
na fusione, si sa, comporta anche modifiche al documento fondamentale che regola la vita della Cassa Rurale, lo Statuto sociale. I principi di banca cooperativa, vicina al territorio e alle comunità in cui opera, non mutano. Cambia però qualche norma organizzativa e di funzionamento. In particolare sulla composizione e i compiti operativi degli organismi sociali. La nuova Cassa Rurale che si formerà dalla fusione della Cassa Rurale di Trento e della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine adotterà lo Statuto della Cassa di Trento. Ma non sarà un’adozione in toto, priva di modifiche: lo statuto verrà infatti rivisto in alcuni articoli, per renderlo adatto alla nuova realtà e accogliere il frutto delle intese del progetto di fusione. In primo luogo cambia l’art. 1 – Denominazione. Al nome di tutte le Casse di cui la Cassa Rurale di Trento è la continuazione, si aggiungono il nome della Cassa Rurale incorporanda, ma anche della Cassa Rurale di Aldeno, della Cassa Rurale di Cadine e della Cassa Rurale di Garniga, le tre Casse storiche di cui essa è frutto. In segno di riconoscimento del valore e dell’impegno di tanti soci e di tante comunità locali che hanno saputo trasmettere un patrimonio fatto di lavoro e solidarietà. È la stessa disciplina della Banca d’Italia a sancire, nei principi, l’importanza di una composizione quali-quantitativa degli organi collegiali, che garantisca professionalità, competenze diffuse, disponibilità di tempo e risorse adeguati, operando con autonomia di giudizio. Essa prescrive che il numero dei componenti gli organi sociali debba essere adeguato alle dimensioni ed alla complessità dell’assetto organizzativo, in altre parole, un consiglio di amministrazione non pletorico, rapido e funzionale. Così il progetto prevede che dopo una fase transitoria che si concluderà nel 2020, il numero degli amministratori si riduca a 9 oltre il Presidente; inoltre, da subito, l’eliminazione del vincolo della rappresentatività territoriale, ovvero tener conto della residenza dei candidati in determinate circoscrizioni, farà privilegiare il criterio della competenza nella scelta della governance. Ma per garantire nei primi esercizi la presenza in consiglio di amministratori espressione di entrambe le Casse, dopo la fusione del primo luglio 2016, tra i soci della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine verranno cooptati tre nuovi amministratori. Amministratori che rimarranno in carica fino all’assemblea del 2017 e si aggiungeranno ai 10 membri del consiglio in carica
della Cassa Rurale di Trento, portandoli complessivamente al numero di 13, o di 14 se si conta anche il presidente. Il mandato dei tre amministratori cooptati della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine scadrà all’assemblea del 2017, insieme a quello di quattro amministratori della Cassa Rurale di Trento. L’assemblea eleggerà sei nuovi amministratori, di cui tre scelti tra i soci della Cassa Rurale di Aldeno e tre fra i soci della Cassa Rurale di Trento. In questo modo i componenti del consiglio scenderanno da 13 a 12, più il presidente. Un numero che rimarrà costante fino al 2020, quando terminerà la fase di transizione. Nelle assemblee del 2018 e 2019 infatti i membri del consiglio rimarranno sempre 12 poiché in entrambe verranno rieletti tre amministratori su tre in scadenza, scelti tra i soci della Cassa Rurale di Trento. Si entrerà a regime con l’assemblea del 2020,quando la fase di transizione si potrà considerare ultimata e scadranno i sei amministratori eletti nel 2017. Ne verranno eletti, però, solo tre; per questo il consiglio di amministrazione sarà ridotto: il numero di amministratori passerà da 12 a 9. Anzi, 10 se si considera anche il presidente. Infine si evidenzia che nelle disposizioni transitorie è definito il criterio di votazione del Presidente in scadenza di mandato nel 2018, che sarà scelto fra i soci della CR Trento, ed il criterio di nomina fino all’assemblea 2020, rispettivamente del Vicepresidente Vicario, che sarà scelto fra gli amministratori espressione della CR Trento, e del Vicepresidente, che sarà scelto fra gli amministratori espressione della CR Aldeno e Cadine.
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TRAdiNOI
Via libera dei sindaci sul territorio I QUATTRO PRIMI CITTADINI DI TRENTO, ALDENO, CIMONE E GARNIGA TERME: “I PRESIDENTI CI HANNO RASSICURATI, GLI SPORTELLI RIMARRANNO SUL TERRITORIO”
I
ncontro istituzionale lo scorso 28 gennaio tra i presidenti e i quattro sindaci delle comunità interessate alla fusione: Alessandro Andreatta di Trento, Nicola Fioretti di Aldeno, Damiano Bisesti di Cimone e Valerio Linardi di Garniga Terme. I quattro primi cittadini hanno ricevuto assicurazioni dai presidenti della Rurale di Trento Giorgio Fracalossi e della Cassa di Aldeno e Cadine Luigi Baldo che nulla cambierà nei rapporti con le comunità interessate. In particolare, Alessandro Andreatta ha affermato che la fusione rappresenta una “grande opportunità” per i cittadini. “Abbiamo già assistito a percorsi di fusione sul nostro territorio, e tutti si sono rivelati positivi per la comunità. La banca ne uscirà più forte ed efficiente. Non credo sia una strada difficile, perché i nostri territori sono omogenei. Mi auguro piuttosto che vengano salvaguardati i posti di lavoro, e che si trovino le migliori condizioni per gestire eventuali surplus di personale derivanti dalla fusione”. Per Nicola Fioretti, sindaco di Aldeno, la Cassa Rurale non è mai stata “solo” uno sportello, ma una istituzione sul territorio e vicina alla gente. “C’è la consulta dei soci che rappresenta la base sociale, ed abbiamo ricevuto rassicurazioni dai presidenti che gli sportelli sul territorio rimarranno attivi”. Giudizio positivo sul percorso di fusione e unanime richiesta da parte dei due sindaci Damiamo Bisesti (Cimone) e Valerio Linardi (Garniga Terme): mantenere gli sportelli nelle zone più periferiche. Richieste alle quali ha risposto il presidente della Rurale di Trento Fracalossi: gli sportelli sul territorio saranno mantenuti, perché rappresentano un inso-
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Incontro istituzionale a Palazzo Geremia tra il Presidente Fracalossi, i sindaci Fioretti, Andreatta, Bisesti e Linardi ed il presidente Baldo
stituibile presidio territoriale. Eventuale razionalizzazione sarà fatta laddove ci siano due sportelli nella medesima località. Sulle ricadute occupazionali derivanti dall’eventuale razionalizzazione, Fraca-
lossi ha garantito che eventuali dipendenti in surplus saranno accompagnati in maniera “soft” e su base volontaria alla pensione, e che nessuno dovrà temere per il proprio posto di lavoro.
Le tappe della fusione NELL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA I SOCI DELLE CASSE SARANNO CHIAMATI A ESPRIMERE IL LORO PARERE E IL LORO VOTO AL PROGETTO
L
a richiesta di autorizzazione è stata fatta dalle Casse Rurali dell’aggregazione. È in base alle loro valutazioni primarie che i ancora a fine ottobre, dopo che i due presidenti Giorgio Fracda delle due Casse hanno scelto di percorrere la strada della calossi e Luigi Baldo avevano siglato il protocollo d’intesa fusione e, a fine ottobre, hanno inviato il progetto alla Banca ed i Consigli di Amministrazione delle due Casse avevano delibed’Italia. Mentre se ne attende l’autorizzazione, le Casse hanno rato il progetto di fusione. La Banca d’Italia dovrebbe rispondere reso disponibile alla consultazione dei soci i documenti relativi entro fine febbraio alla Provincia. A sua volta Piazza Dante alla fusione: il progetto, la relazione illustrativa, le situazioni dovrà deliberare dando l’ok al progetto. E a quel punto la parola patrimoniali delle banche, i bilanci degli ultimi 3 esercizi. finale spetterà ai soci che si riuniranno in Quando il progetto sarà approvato, le assemblee straordinarie a primavera. Il due Casse lo iscriveranno al Registro delle Dal punto di vista progetto di fusione tra la Cassa Rurale di imprese e avvieranno l’analisi dei progetti tecnico, la fusione Aldeno e Cadine e quella di Trento è già organizzativi, confrontandosi e valutando avverrà mediante stato avviato dal punto di vista tecnico e le scelte, affiancati da Federazione Trenorganizzativo. La “nuova” Cassa Rurale tina della Cooperazione, Cassa Centrale incorporazione della di Trento avrà una base sociale di quasi Banca, Phoenix e Ibt per l’informatica. Cassa Rurale di Aldeno 18.000 soci, circa 2,6 miliardi di raccolta Seguiranno, a primavera, le assemblee e Cadine in quella di complessiva, 1,3 miliardi di crediti, oltre straordinarie dei soci che metteranno al Trento, con decorrenza 300 dipendenti e 36 sportelli. voto l’intero disegno di fusione. In conIn questa fase transitoria è stato cocomitanza ci saranno anche le assemblee 1 luglio 2016. stituito un apposito comitato di fusione ordinarie, in cui al vaglio dei soci finirà composto dalle presidenze dei cda e del il bilancio 2015. Se la fusione sarà approcollegio sindacale e dalle direzioni delle due Casse. E sotto vata, ne uscirà la maggiore Cassa della provincia e una delle esso ci sono altri comitati tecnici, formati da collaboratori spepiù grandi a livello nazionale. Un percorso che diventerà effetcialisti di diverse materie. Insieme, si sono occupati di valutare tivamente operativo con l’1 luglio, data fissata per la decorrenza con maggiore attenzione le prospettive economico-finanziarie della fusione.
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TRAdiNOI
Una storia di fusioni ENTRAMBE LE RURALI DI TRENTO E ALDENO-CADINE HANNO ALLE SPALLE ESPERIENZE DI FUSIONI. ECCO COSA NE PENSA CHI CI È GIÀ PASSATO.
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e volete andare in fretta, andate soli. Se volete andare lontano, andate insieme”. Proverbio africano declinabile in altri due modi: insieme è meglio, insieme si può. Cosa ne pensa un campione di soci e clienti delle Casse Rurali di Trento e di Aldeno-Cadine interessate dal progetto di fusione? Si è espresso così. “Quando c’è stata la prima fusione fra la Cassa Rurale di Villazzano con quella di Povo ero perplessa – spiega Luigina Bazzanella, presidente della Circoscrizione Villazzano e cliente della Cassa dal 1980 - Pensavo che, la comunità di Villazzano, perdesse un pezzo di storia. Una sorta di gelosia come se venisse meno la nostra identità. Con l’andare del tempo è maturata in me la certezza che, mettersi assieme per il bene di più comunità, è la soluzione migliore per servire al meglio il proprio territorio. Nei panni di socio o cliente, dopo la fusione non c’è stata differenza. A Villazzano la Cassa garantisce tutti i servizi di cui abbiamo bisogno e ci permette di mantenere un ruolo attivo all’interno della Cassa stessa con i rappresentanti dei soci e i componenti del Consiglio di amministrazione. Questo funziona se, la periferia, è sempre presidiata da strutture adeguate e gestita da persone professionalmente preparate. L’associazionismo sa che può sempre contare sulla generosità della Cassa Rurale che valuta la valenza dell’attività proposta e la ricaduta della stessa sul territorio. Le piccole Casse Rurali, giustamente legate al territorio – conclude - devono prendere la decisione di fondersi, perché da sole non potranno sopravvivere. Il progetto di fusione è quindi positivo perché rafforzerà lo stato patrimoniale, acquisirà nuove risorse con la garanzia di essere banca del territorio”.
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Il prossimo anno saranno cinquanta. Sono gli anni da socio di Cassa Rurale. Lui è Carlo Segatta. Vive a Povo, presidente dalla fondazione (1965) dello Sci Club Marzola e del Gruppo Sportivo Marzola, due realtà di grande tradizione dello sport di casa nostra. “Ho sempre ritenuto la fusione una buona cosa e la ritengo tale ancora di più oggi. L’unione fa la forza. Per noi è sempre stata una cosa più che ottima. Solo in questo modo si riesce ad andare avanti. Altrimenti si è destinati a faticare. Non sono progetti facili anche perché, a volte, si deve superare lo scetticismo delle persone destinato a rappresentare l’ostacolo maggiore. Ci si deve rendere conto che, oggi, non si può andare da soli. Bisogna essere accompagnati, in tanti, in gruppo, insieme. Poi a risultato ottenuto ci si rende conto della validità dell’iniziativa. Anche con una Cassa Rurale di maggiori dimensioni rispetto a quando era la Cassa Rurale del paese l’attenzione non è mai mancata. Sono sempre stati bravi”. Anche Italo Nardelli valuta positivamente il progetto. Vive a Sopramonte. Socio dal 1997, già membro della Consulta dei Soci della Cassa Rurale. È imprenditore artigiano nel settore del legno. È presidente del coro “Voci del Bondone” e consigliere dell’Associazione culturale Giulia Turcati. “Con l’attuale situazione direi che, la fusione, è da considerarsi una buona cosa – sostiene – In passato lo scenario era differente e anche una singola Cassa Rurale riusciva a svolgere al meglio
TRAdiNOI la propria funzione e dare risposte su ogni versante, compreso il sostegno alle associazioni. Ma oggi, penso alla ex Cassa Rurale di Sopramonte, riuscirebbe a fare altrettanto? Francamente mi risulta difficile pensarlo. Ecco perché fare rete è fondamentale tra soggetti bancari che appartengono allo stesso mondo. Non si registra solamente nel credito cooperativo. Anche nel mondo artigiano, mi sia consentita questa considerazione personale, cerchiamo di darci una mano ed evitare una concorrenza che rischierebbe di essere dannosa per tutti”. Per la circoscrizione di Meano, zona di origine della Cassa Rurale di Vigo Cortesano, abbiamo contattato Franco Micheli. Già consigliere comunale di Trento, socio di Cassa Rurale da trentacinque anni, attivo nel sociale del paese nella veste di presidente dell’Associazione “Amici di Fliess” e consigliere della Fondazione Salvadori-Zanatta. “Dalla mia esperienza posso dire che, le fusioni, hanno sempre dato i risultati positivi. Ho vissuto l’unificazione tra le Casse di Povo e Vigo Cortesano e, successivamente, quella con Villazzano-Trento da cui è nata l’attuale Cassa Rurale di Trento. Impegno e attenzione riservate alle comunità sono sempre state costanti. Anche oggi, pur con una Cassa Rurale di notevoli dimensioni, non manca il rapporto con la realtà associazionistica e, naturalmente, con i soci e i clienti. Anche quando il quadro economico era decisamente migliore rispetto all’attuale ho sempre vissuto in maniera molto positiva le unificazioni. Quando tutto avviene all’insegna della trasparenza non c’è da temere nulla. È un arricchimento per le comunità”. Al Aldeno incontriamo Giovanni Moratelli, agricoltore, socio e già amministratore di Cassa Rurale. Ha vissuto l’unificazione tra le Casse Rurali di Aldeno e di Cadine, concretizzata a metà degli anni Novanta. ”È stata una fusione bellissima perché – ricorda – è stata condotta in porto con il massimo rispetto reciproco e con la massima trasparenza. Il progetto è stato pensato e concretizzato dagli uomini che, a quel tempo, rivestivano ruoli apicali all’interno delle due strutture. Mi riferisco ai presidenti e ai direttori.
Hanno saputo dialogare al meglio, rispondendo al meglio a tutti gli interrogativi e dimostrando grande sensibilità nei confronti di tutti: soci, clienti, collaboratori. Oggi il mondo è globale. Deve essere osservato, vissuto, interpretato con una visione più ampia. Bisogna accantonare lo scetticismo e porsi con atteggiamento positivo al cambiamento. Certo, bisogna ragionare, riflettere, evitare i salti nel buio. Ma, ripeto, il mondo è globale. Per essere competitivi è opportuno andare oltre il campanile”. “Sono favorevole alla fusione”. È chiaro e sintetico Aldo Zanlucchi, socio dal 1970 della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, già sindaco di Garniga Terme dal 1982 al 1999, albergatore di professione. “È naturale che, l’unificazione con una realtà più grande, sia destinata a garantire maggiore potenza e possibilità maggiori per soci e clienti. La Cassa è più forte, ha maggiore liquidità ed è in grado di rispondere a un numero maggiore di richieste. Non dobbiamo chiuderci all’interno degli stretti confini del paese. È giunto il tempo di guardare oltre. Fondamentale resti la filiale anche nelle piccole località. Come a Garniga con personale cordiale e preparato”. “Sono socio di Cassa Rurale da sempre. È una tradizione di famiglia. Mio padre è stato uno dei primi soci della Cassa Rurale di Cadine”. Chi parla è Massimo Baldessari, comandante del Corpo dei Vigili del Fuoco volontari del sobborgo trentino. Non sono favorevole o contrario a prescindere a un progetto di fusione – aggiunge – Non sono un tecnico e non ho elementi per valutare il progetto. L’esperienza avuta con la Cassa Rurale di Aldeno è stata positiva perché c’è stata pari dignità. È auspicale che, in presenza di una eventuale altra fusione, vengano rispettate le diverse realtà garantendo la filiale nel paese. Se così non fosse si rischierebbe di perdere il senso di Cassa Rurale. Con Aldeno c’è sempre stato rispetto: ha condiviso la ragione sociale con Cadine, ha garantito adeguata rappresentanza all’interno degli organi sociali e dimostrato vicinanza concreta al panorama associazionistico”.
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LA PAROLA AI DIRETTORI
UNA NUOVA BANCA MODERNA CHE GUARDA AL FUTURO Come sarà la nuova Cassa Rurale? Ne parliamo con Giorgio Bagozzi e Pio Zanella, direttori della Cassa di Trento e Aldeno-Cadine. “Uniamo due esperienze diverse in un territorio omogeneo. Per essere ancora più efficienti e vicini alla comunità”.
“È
un bene che la fusione tra le due Rurali avvenga ora. Perché così possiamo cogliere al meglio le opportunità derivanti dall’integrazione”. Giorgio Bagozzi, direttore della Rurale di Trento, non ha dubbi: “operiamo entrambi in una cornice socioeconomica pressoché identica. Non avrebbe senso continuare a procedere separati, soprattutto in un momento come questo in cui le banche – anche le Casse Rurali –
devono affrontare numerose sfide, normative, economiche e tecnologiche. Se non l’avessimo fatto, sarebbe stato come bruciare una ricchezza, un valore per il territorio costruito da tante generazioni”. Pio Zanella, direttore della Cassa di
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Aldeno e Cadine, è dello stesso avviso: “Quasi il 90% della nostra operatività insiste sul comune di Trento. Con l’integrazione completiamo la copertura dell’ambito territoriale di Trento con alcuni sobborghi come Ravina, Romagnano e Piedicastello che la Cassa di Trento attualmente non copre. Oltre ai nostri tradizionali sportelli da Aldeno a Cimone a Garniga Terme, fino a Cadine. Creiamo così una struttura forte e molto ben radicata. Sono certo che ora, potendo scegliere liberamente, anticipiamo un processo che consentirà di dare una forte prospettiva sul territorio allo strumento del credito cooperativo. Questo è il tempo delle aggregazioni, non delle divisioni. Non uniamo solo due patrimoni, ma due esperienze, due culture aziendali che si integreranno tra loro per far nascere qualcosa di nuovo”. Cosa cambierà per i soci e i clienti dei due istituti? “Nulla se ci riferiamo alla presenza territoriale – afferma Bagozzi – mentre potrà cambiare in meglio l’offerta di servizi e prodotti. Maggiore specializzazione, flessibilità, attenzione al cliente. Saremo più grandi ma rimarremo una banca a misura di persona”. “Potremo contare su una Cassa Rurale al passo con i tempi – aggiunge Zanella – che, attraverso una riorganizzazione dei propri servizi interni, effettuata nel segno di una maggiore specializzazione e qualità della consulenza, potrà garantire maggior supporto alla clientela, ed
anche maggiore flessibilità, potendo contare su maggiori risorse, umane e strutturali. I bilanci saranno così resi più sostenibili e si potranno, conseguentemente, liberare ulteriori risorse a favore delle famiglie e delle imprese”. Ci saranno ripercussioni sul personale? “Come è stato più volte dichiarato, – ci dice Bagozzi – alcuni sportelli che si trovano molto vicini tra loro saranno accorpati, ma questo non si tradurrà immediatamente in esuberi del personale. Partirà una riorganizzazione in cui si apriranno numerose opportunità per tanti colleghi e colleghe, chiamati ad interpretare anche un nuovo modo di fare banca. Certo, alcune funzioni che ora sono svolte dai due istituti saranno accorpate e ci potrà essere l’esigenza di ricollocare il personale. In tal caso valuteremo anche un accompagnamento ‘soft’ alla pensione laddove ne ricorrano le condizioni, concordando tempi e modalità con i collaboratori interessati. Anzi, auspico un ricambio, anche significativo, in modo da lasciare spazio a nuovi ingressi di giovani”. “Far incontrare persone che provengono da esperienze aziendali diverse sarà positivo – afferma Zanella – e consentirà di far crescere una squadra motivata e competitiva. Ma l’avere a disposizione una base più ampia di personale ci consentirà di andare incontro ad esigenze diverse, favorendo la flessibilità e progetti di conciliazione lavoro-famiglia”.
Dallo sportello agli smartphone, come cambia la banca Quasi senza accorgercene, abbiamo modificato profondamente il modo di relazionarci con la nostra Cassa Rurale. Il contatto quotidiano con un impiegato allo sportello è sempre importante, ma
meno di una volta. Ora allo sportello ci si va per una consulenza, un supporto, un servizio specifico. Meno per le operazioni
routinarie di prelievo denaro, versamenoperazioni. Perché l’apporto “umano” to, bonifico, eccetera. non può mai mancare. Per quelli c’è il computer di casa, il taLe filiali del futuro sfrutteranno la tecblet, lo smartphone. Oppure le filiali evonologia, ma senza mai far perdere alla lute come “Banch’io”. Per ora tre sportelli Cassa Rurale la sua naturale vocazione ai Solteri, a San Donà e in via Gandhi, dead essere banca di territorio e di relastinati a crescere ulteriormente in futuro. zione. L’automazione di alcune funzioni Da una parte la filiale tradizionale, dove bancarie consente alla Cassa Rurale di magari allo sportello riorganizzare meclassico si preferiglio i propri servizi È in corso sce un salottino, un interni, nel segno luogo di dialogo e di di una maggiore un importante processo relazione, e dall’altra specializzazione e di cambiamento un’area automatica, qualità della condel modo di fare dove effettuare le sulenza. La crescita banca, favorito dalle operazioni di ogni esponenziale degli giorno e anche di più. apparecchi mobili tecnologie e dalle Con molti vancome gli smartphomutate esigenze dei taggi, a cominciare ne, e le relative clienti. Un percorso dalla possibilità di “app”, non possono verso l’innovazione effettuare operaziotrovare impreparati ni in un orario decigli istituti bancari, che sarà accelerato samente aumentato che si trovano ad dalla fusione rispetto alle aperture affrontare situaziotradizionali. Con queni fino a ieri scosto approccio ciascuno può programmanosciute. Occorre dialogare con questi re le proprie attività bancarie sulla base nuovi clienti, soprattutto i più giovani, degli impegni lavorativi e familiari. rapportarsi con loro. Questa è la vera Tra le novità, un bancomat evoluto sfida che oggi affrontano le banche. Per in grado di gestire in modo autonomo e questo è importante una organizzazioveloce i conti bancari, effettuare ricerche ne molto ben strutturata e un approccio e operazioni, prelevare e versare contanti alle novità tecnologiche positivo. La cree assegni, contare le monete. E, in orari azione di una Cassa Rurale nuova e più di ufficio, la disponibilità comunque di grande aiuta questo processo di crescita un assistente per lo svolgimento delle e miglioramento continuo.
La Fondazione della Cassa Rurale promuove lo sviluppo del territorio FA LEVA SULLA FORMAZIONE, LA CULTURA E LA RICERCA L’ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE CASSA RURALE DI TRENTO. TANTI STRUMENTI PER UN OBIETTIVO: PROMUOVERE LO SVILUPPO DEL TERRITORIO
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ata ormai otto anni fa per iniziativa della Cassa Rurale di Trento, la Fondazione omonima è un organismo indipendente, dotata di adeguate risorse da impiegare per lo sviluppo del territorio e il “miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche dell’intera comunità trentina”. Le finalità sono di utilità sociale e pubblica, da realizzare attivando progetti e iniziative nei campi dell’istruzione e formazione, della promozione culturale e della ricerca storica e scientifica e sostenendo programmi di solidarietà e assistenza e di tutela ambientale. Nei programmi sono inserite azioni destinate ad accompagnare la comunità nel tempo quali incontri e seminari aperti di approfondimento e su temi di attualità, con la partecipazione di studiosi ed esperti del panorama nazionale. Con il sostegno a progetti di ricerca e di sperimentazione tecnologica, medica e scientifica si realizza l’importante obiettivo di contribuire a migliorare e facilitare la qualità di vita delle persone. L’impegno e la determinazione dei giovani trentini più meritevoli trovano incoraggiamento e sostegno nelle borse di studio e di ricerca, istituite in diversi campi di attività. Esse hanno
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già consentito a 14 giovani talenti di realizzare i propri progetti di studio e ricerca presso università ed enti italiani e stranieri. Per promuovere lo studio e l’apprendimento delle lingue straniere, la Fondazione ha compiuto nel 2009 una
importante scelta strategica: l’acquisizione totale del CLM BELL, la società leader in Trentino per l’insegnamento delle lingue straniere. Questo consente di realizzare iniziative speciali e offrire agevolazioni (si veda alla pagina seguente).
Clm Bell, tutti i vantaggi di apprendere una lingua straniera LA FONDAZIONE CASSA RURALE DI TRENTO È IMPEGNATA ANCHE SUL VERSANTE DEL MIGLIORAMENTO DELLE CAPACITÀ LINGUISTICHE DELLA POPOLAZIONE. TANTI I CORSI PER OGNI ETÀ E PREPARAZIONE. CONTRIBUTI PER I SOCI E I LORO FAMILIARI.
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a cinquant’anni il Clm Bell, acronimo di Centro Lingue Moderne. Dal 1966 è realtà leader nell’insegnamento delle lingue straniere sul territorio provinciale. Clm Bell ha sede centrale e amministrativa nel capoluogo trentino e una filiale a Riva del Garda. Sette anni fa l’istituto è stato acquisito dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento, che ne cura la gestione con l’obiettivo di diffondere la cultura delle lingue straniere presso la comunità trentina, in modo da favorire relazioni e scambi tra il nostro territorio e il resto del mondo. Il Clm Bell organizza corsi in sede e fuori sede per ogni età e per tutti i livelli: lezioni individuali, corsi specialistici (Business, Financial, Legal English), corsi aziendali, corsi in preparazione alle certificazioni linguistiche, corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo e dalla Provincia Autonoma di Trento. Le principali lingue insegnate sono inglese, tedesco, spagnolo e francese. A richiesta si attivano anche corsi di altre lingue straniere e di italiano per gli stranieri. Gli insegnanti di madrelingua e bilingue sono altamente qualificati, hanno esperienza nel campo dell’insegnamento e sono in continuo aggiornamento sui nuovi metodi didattici. Clm Bell è il solo centro di esame autorizzato in esclusiva per la provincia di Trento per tutti gli esami di certificazione esterna di inglese (Cambridge English) e di tedesco (Goethe Institut). Inoltre è centro di svolgimento per gli esami di spagnolo (DELE) e di francese (DELF DALF). Ogni anno vengono mediamente esaminati circa ottomila candidati. Clm Bell collabora con molte aziende private, banche, enti e numerosi istituti scolastici per insegnamenti, attività di lettorato e la preparazione agli esami di certificazione linguistica. Da venticinque anni organizza e gestisce in proprio a Candriai (Mon-
te Bondone) “English Summer Camp”, soggiorno studio residenziale di lingua inglese per bambini e ragazzi. Da sei anni organizza “Deutsches Sommer Camp” a Villa Santi nel Parco Naturale Adamello Brenta. In buona sostanza: un soggiorno in lingua tedesca. L’attenzione e le opportunità formative non sono indirizzate esclusivamente alla fascia adulta. Anche ai giovanissimi è riservata attenzione con “Happy Summer Days”, attività diurna dal lunedì al venerdì. Inoltre organizza soggiorni studio all’estero per gruppi e per singoli, in prestigiose istituzioni di Irlanda, Regno Unito, Germania e Spagna. Più di tremila studenti all’anno di tutte le età frequentano i corsi e le attività del Clm Bell, la cui qualità è garantita da certificazioni di particolare significato. Ultima annotazione ma altrettanto importante rispetto alle altre: la Cassa Rurale riserva a soci “attivi” e ai familiari – coniuge e figli conviventi – una particolare attenzione espressa attraverso contributi utili a contenere i costi d’iscrizione ai corsi della scuola e ai soggiorni estivi.
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Si rinnova l’operazione “ascolto Soci” con 14 incontri aperti anche ai Clienti e alle Associazioni operanti sul territorio.
Si rinnova l’operazione “ascolto Soci” con 14 incontri aperti anche ai Clienti e alle Associazioni operanti sul territorio.
ella d i c o S i r Pe della e o t n e r T ale di r u R dine a a s C s a e C o n e di Ald e l a r u uto R b a i r t n Cass o c i uro d e 0 0 7 a o fin labile u m u c e h c an onti! c s e i t u b i r nt con altri co