Il sole 24 ore

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30 settembre 2016 L'arte contemporanea anima il Castello di Ama di Marianna Agliottone Castello di Ama è tra le aziende più famose del panorama del vino mondiale. Situata nel cuore del Chianti Classico a 25 Km da Siena. Dal 1999 ha dato vita al proprio progetto collezionistico, costituito da installazioni site-specific concepite e realizzate dagli artisti invitati in dialogo con il territorio, la tenuta e l'antico borgo. Inaugurando una nuova installazione mediamente ogni anno. Spendendo, ogni volta, dai 40 ai 90 mila euro per la sola produzione. Da Michelangelo Pistoletto a Hiroshi Sugimoto, Daniel Buren, Anish Kapoor, Chen Zhen, Louise Bourgeois, Ilya ed Emilia Kabakov, Pascal Martine Tayou, fino ad arrivare al prossimo 9 ottobre quando sarà inaugurata la quattordicesima installazione permanente, quest'anno firmata dall'artista coreano Lee Ufan. I visitatori della collezione di Castello di Ama, e dunque dell'azienda stessa, a fine 2015 sono stati 8.000. ArtEconomy24 ha intervistato i due proprietari Lorenza Sebasti e Marco Pallanti sui temi gestionali e sui prossimi nomi che entreranno a far parte della collezione. Con l'installazione di Lee Ufan, che inaugurerà il prossimo 9 ottobre, a che quota arrivano le opere della Collezione di Castello di Ama? In quale parte di Castello di Ama sarà collocata e che tipo di installazione si tratta? Arriviamo alla quattordicesima installazione della collezione. Il luogo scelto da Lee Ufan per creare la propria installazione in situ è una delle cantine di Villa Ricucci, la villa principale del nostro borgo, quella destinata all'ospitalità, l'unica ad aver conservato inalterati gli originali caratteri settecenteschi. Una cantina di 35 metri quadri caratterizzata dalla muratura in pietra, dunque con forti richiami ai materiali cari alle opere di Ufan, che accoglierà inoltre una installazione pittorica. Il titolo dell'installazione è «Topos», in riferimento all'elemento stilistico ricorrente in un'opera, nella tematica di un autore, con sottotitolo «Excavated». Che bugdet investite generalmente per la produzione e l' acquisizione delle installazioni per la vostra Collezione? I costi sono coperti interamente da Castello di Ama? Anche con Lee Ufan, così come per gli artisti precedenti, abbiamo disposto la nostra consueta «fee» che è sempre stata uguale per tutte le installazioni realizzate finora al Castello di Ama. In questi 15 anni, abbiamo inaugurato una nuova installazione mediamente ogni anno spendendo, ogni volta, dai 40 ai 90mila euro per la sola produzione. Costo che fa parte della «fee» totale stanziata che supera abbondantemente i 100mila euro, e che è interamente a nostro carico, senza alcuna forma di sponsorizzazione o di finanziamento. Tutto deriva dal nostro lavoro di produttori di vino.


Quanti visitatori arrivano per la Collezione di Ama ogni anno? L'accesso è libero o su appuntamento? Lo scorso anno abbiamo avuto oltre 8mila visitatori e quest'anno siamo in crescita. La collezione, e quindi l'azienda, sono visitabili ogni giorno dell'anno, previo appuntamento. Una volta prenotata la visita (per telefono, per e-mail oppure dal nostro sito) gli ospiti vengono accompagnati lungo tutto il percorso da una guida che spiega il nostro lavoro di produttori di vini di territorio mettendolo in relazione con la presenza delle diverse installazioni di arte contemporanea realizzate in situ dagli artisti, nomi che possiamo dire sono tra i più rinomati della scena internazionale. Come si posizione la vostra Collezione rispetto al panorama artistico contemporaneo? Gli artisti invitati ad Ama sono liberi di creare «in» e «per» questo luogo lasciandosi fecondare dal «genius loci». Sono tutte installazioni che si integrano con il paesaggio stesso che le ha generate oppure con le architetture del complesso dove viene lavorato il nostro vino. Per cui la nostra collezione è lontana da qualsiasi coincidenza con il valore di mercato dei nomi coinvolti rendendo praticamente impossibile stabilirne il valore economico dato che sono tutte opere non rivendibili per il loro carattere site-specific. Le installazioni sono assicurate contro quali rischi? Le installazioni della nostra collezione sono inserite in una assicurazione aziendale generale e coperte da ogni tipo di danno e furto. Sono iscritte in bilancio? Sì, sono inserite a bilancio tra gli immobilizzi. Questa con Ufan non è una operazione siglata dalla vostra consolidata collaborazione con la Galleria Continua, il vostro cammino sta procedendo diversamente? Il progetto di “Castello di Ama per l'Arte Contemporanea”, nato nel 1999, è cresciuto grazie alla collaborazione esclusiva con la Galleria Continua. Adesso perseguendo l'obiettivo di ampliare il nostro progetto collezionistico si rende necessario maggior impegno e tempo da dedicare, per cui da circa un anno abbiamo deciso di ingaggiare un curatore. L'amicizia e la stima che ci legava già da tempo a Philip Larratt-Smith - curatore di importanti mostre internazionali che vanno dalla Louise Bourgeois, a Hiroshi Sugimoto e Jannis Kounellis - è così sfociata in una collaborazione che per cominciare ci ha portati quest'anno alla scelta di Lee Ufan. Il rapporto con la galleria Continua non si è esaurito ovviamente, non è più la sola galleria di riferimento ma nulla vieta che si possa riproporre una collaborazione in futuro. Dopo Lee Ufan, qual è il prossimo nome che entrerà a far parte della Collezione di Castello di Ama? In questo momento il nostro curatore Philip Larratt-Smith sta già lavorando per il prossimo anno. Abbiamo diversi nomi con cui siamo già in contatto per valutare le disponibilità reciproche. Da Pipillotti Rist a Hans Op de Beeck e Marlene Dumas. Anche giovani come Esther Klas.


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