GravitĂ sospesa Leichte Schwere (Tanz_5) sculture e disegni
Robert Schad
Con la collaborazione e il contributo del Comune di Pergine Valsugana Con il contributo e il sostegno di Provincia Autonoma di Trento - Dipartimento Cultura Con il contributo e il sostegno di Azienda per il turismo Valsugana - Lagorai - Terme - Laghi Associazione Castel Pergine Scultura Publistampa Arti grafiche Frisanco Bruno e C. s.n.c. Si ringrazia per l’assistenza all’allestimento: Michele Anderle, Marco Baitella, Claudio Brugnara, Matteo Facchinelli, Stefano Frisanco, Claudio Moser, Marcello Romeo, Paolo Rossi, Omar Sartori, Andrea Signoretto Fotografie: Toni Ott Traduzioni: Studio Alias, Pergine
A Š C A S T E L P E R G I N E S C U L T U R A - 2015
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Publistampa Edizioni, Pergine Valsugana, Trentino Isbn 978-88-96014-64-6
Carta Tatami White 170/250 g/m2 di Fedrigoni Cartiere
GravitĂ sospesa Leichte Schwere (Tanz_5) sculture e disegni
Robert Schad al Castello di Pergine 18 aprile - 8 novembre 2015
a cura di Theo Schneider Verena Neff coordinatore Riccardo Cordero
CASTEL PERGINE
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Ora ci sono! Le figure danzanti di Robert Schad sono al Castello di Pergine. Si difendono bene, sono delle creature a sé stanti che danno una prospettiva del tutto nuova al castello. Sono articolate, affusolate, fugaci, volano verso il Lago di Caldonazzo, galleggiano nell’aria, sono in bilico sui bastioni, si distendono sul prato, si snodano lungo il fossato. Leggere, toccano appena il suolo, in punta di piedi, in verticale, un meraviglioso contrasto con il Castello ancorato sulla roccia.
Jetzt sind sie da! Die tanzenden Figuren von Robert Schad im Castello di Pergine. Sie behaupten sich gut, sind eigenständige Gestalten, die ganz neue Blickwinkel zur Burg schaffen. Gelenkig sind sie, filigran, flüchtig, sie entfliegen Richtung Caldonazzosee, sie schweben, balancieren auf den Zinnen, fläzen sich auf der Wiese, schlängeln sich dem Burggraben entlang. Leicht, den Boden kaum berührend, auf Zehenspitzen, im Kopfstand, ein wunderbarer Kontrast zum bodenständigen Castello.
Ma sono pesanti, estremamente pesanti, un metro pesa più di 80 kg. Con grande difficoltà l’enorme gru le ha sollevate oltre la muraglia e solo grazie alla fantasia e all’ingegno umano è stato possibile movimentarle e posizionarle in verticale.
Aber schwer sind sie, tonnenschwer, ein Laufmeter wiegt über 80 kg. Mit Müh und Not hievte der grosse Kran sie über die Ringmauer, und nur dank menschlicher Fantasie und Genialität konnten sie weitertransportiert und in die Senkrechte gebracht werden.
In una fredda giornata di febbraio siamo andati a trovare Robert Schad in una delle sue residenze e ateliers, nella collinosa Franca Contea. In quella zona le miniere di ferro e la sua lavorazione hanno una tradizione secolare. Le aziende piccole e quelle più grandi ne sono ancora oggi la testimonianza e grazie a Robert ricevono qualche commessa di lavoro. Abbiamo visto nella fucina “l’uccello” non terminato, l’enorme TARRAK su un campo di neve accanto a una fabbrica di acciaio.
An einem kalten Februartag haben wir Robert Schad in einem seiner Wohnorte und Ateliers in der hügeligen Franche-Comté besucht. Eisenabbau und dessen Verarbeitung haben in jener Gegend jahrhundertealte Tradition. Kleinere und grössere Betriebe zeugen heute noch davon und bekommen dank Robert den einen und anderen Auftrag. Wir sahen den noch unfertigen „Vogel“ auf der Esse, die riesige TARRAK auf einem Schneefeld neben einer Stahlfabrik.
Il fatto che abiteranno per tutta l’estate 2015 nel Castello è un grande onore per Castel Pergine, che con Tanz_5 si trova in celebre compagnia. La danza delle sculture esordì nel 2011 ad Altshausen in Germania, un anno dopo si trovavano nel parco di Heidelberg, nel 2013 a Linz e l’anno scorso occupavano lo spazio urbano della città medievale di Landshut. Però qualcosa ci rallegra in particolar modo: alcune delle sculture sono state specificamente create per il Castello. Per esempio l’opera VOLOK con le ali sulla piattaforma panoramica che vola verso la Valsugana. Oppure le tre medie DERGEL, SIRNONES e PYERS sulla collina presso il parcheggio, sotto l’Ala Clesiana e sulle rocce sopra la torre rotonda. In futuro, nel loro cammino attraverso la vita, porteranno sempre dentro di sé una parte del Castello.
Dass sie den Sommer 2015 über im Castello wohnen, ist eine grosse Ehre für Castel Pergine, das sich mit Tanz_5 in prominentester Gesellschaft befindet. Der Tanz der Skulpturen begann 2011 in Altshausen in Deutschland, ein Jahr später waren sie im Park in Heidelberg, 2013 in Linz, und im letzten Jahr bespielten sie den Stadtraum des mittelalterlichen Landshut. Etwas freut uns aber ganz besonders: sind doch einige der Plastiken speziell fürs Castello geschaffen worden. So zum Beispiel die VOLOK mit den Flügeln auf der Aussichtsplattform, die in die Valsugana hinausfliegt. Oder die drei mittleren DERGEL, SIRNONES und PYERS auf der Anhöhe beim Parkplatz, unterhalb der Ala Clesiana und auf den Felsen oberhalb des Runden Turmes. In Zukunft auf ihrer Wanderung durchs Leben werden sie immer ein Stück Castello in sich bergen.
Che ballino per tutta l’estate nel Castello, che trasmettano la leggerezza di Schad, che rallegrino noi e voi! Merci!
Sollen sie doch alle einen Sommer lang im Castello tanzen, die Schadsche Leichtigkeit weitertragen, uns und Sie erfreuen. Merci!
Verena Neff e Theo Schneider
Verena Neff und Theo Schneider
Un sentito e sincero ringraziamento all’artista Robert Schad a nome dell’Amministrazione comunale e della città di Pergine, che ci onora con la sua presenza e contribuisce ad arricchire culturalmente la nostra comunità.
Im Namen der Gemeindeverwaltung der Stadt Pergine danke ich Robert Schad, dem diesjährigen Künstler auf Castel Pergine ganz herzlich. Er beehrt uns mit seiner Anwesenheit und bereichert unsere Gemeinde in kultureller Weise.
L’opportunità di vedere numerose opere di Robert Schad molte delle quali con dimensioni e forme imponenti e significative, in un contesto tutto particolare quale è il Castello di Pergine è un’occasione da non perdere da parte dei perginesi e da parte di tutti i trentini che ci permetterà di conoscere direttamente questo artista.
Die Bevölkerung von Pergine und vom Trentino sollte es nicht verpassen, die zum Teil imposanten und bedeutenden Werke in diesem ganz speziellen Umfeld des Castello di Pergine anzuschauen und so den Künstler Robert Schad kennen zu lernen.
Sono altrettanto sicuro che questa esposizione contribuirà anche a far conoscere in maniera significativa ancor di più la nostra cittadina e i suoi dintorni ai numerosi turisti e appassionati d’arte che la visiteranno. Non ho dubbi che questa iniziativa avrà il medesimo successo delle altre che si sono susseguite negli anni scorsi. Iniziativa che contribuisce a confermare la volontà di Pergine di essere anche centro culturale. Anche quest’anno Verena e Theo ci hanno sorpreso per la scelta dell’artista e devo rinnovare loro la gratitudine che la città di Pergine ha sempre avuto nei loro confronti per questi eventi che ci arricchiscono culturalmente. Theo e Verena con un entusiasmo che mi ha colpito particolarmente hanno curato, oltre che con competenza, anche con vera passione l’esposizione di questo artista riuscendo a superare brillantemente, come sempre peraltro, le difficoltà tecniche e organizzative per realizzarla date anche dalla localizzazione del maniero. Grazie ancora a loro da parte della cittadinanza e grazie a Robert Schad che ha accettato l’invito. Roberto Oss Emer Sindaco di Pergine Valsugana
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Sicher wird diese Ausstellung in grossem Masse dazu beitragen, den Touristen, Kunst sach ver ständigen und Besuchern, unsere Stadt und deren Umgebung näher zu bringen. Ich zweifle auch nicht daran, dass der diesjährigen Initiative der gleiche Erfolg wie all den vorangegangenen beschieden sein wird. Sie bekräftigt den Willen von Pergine, ein Kulturzentrum zu sein. Einmal mehr haben uns Verena und Theo mit der Wahl des Künstlers überrascht. Seit Jahren schätzt die Gemeinde Pergine ihre Initiativen, die uns kulturell weiterbringen, sehr. Verena und Theo kuratieren wie jedes Jahr mit Kompetenz und grosser Leidenschaft die Ausstellung, und es ist ihnen auch diesmal gelungen, die technischen und organisatorischen Schwierigkeiten im schwer zugänglichen Castel Pergine zu meistern. Der Dank der Gemeinde Pergine geht an die Kuratoren und an Robert Schad, der 2015 die Herausforderung auf Castel Pergine angenommen hat. Roberto Oss Emer Bürgermeister von Pergine Valsugana
Più vicini al cielo Riflessioni sulla mostra a Castel Pergine Robert Schad Agli inizi dell’estate 2013, lungo ripidi tornanti giunsi a Castel Pergine situato lassù in alto, sopra la Valsugana, un luogo ricco di storia e storie, brullo e roccioso. Mi sorsero dei dubbi circa la fattibilità di una mostra di sculture in acciaio, prevalentemente di grandi dimensioni, che in parte desideravo realizzare appositamente per questo luogo. Come avrebbero potuto scalare tale montagna questi oggetti, in parte estremamente pesanti, e prendere il proprio posto? Il Castello non offre spazio alle sculture in modo convenzionale, ma vuole essere conquistato e scalato. Le sculture prima devono essere portate qui, per poi crearsi un loro luogo proprio, uno spazio inconfondibile. Conobbi Theo Schneider e sua moglie Verena Neff nel 2013, in occasione della biennale della scultura a Racconigi nei pressi di Torino. Mi invitarono a visitare Castel Pergine per liberare la mente ed esplorare le possibilità per una presentazione delle mie sculture pesantissime e di grandi dimensioni. Le prospettive e le vedute fantastiche sul paesaggio montano circostante, ma anche i luoghi in punti piuttosto nascosti come l’anello di mura e le segrete del castello mi stimolarono, la mia fantasia strabordava, i concetti si susseguivano rapidamente e di nuovo venivano scartati, perché i difficili accessi agli spazi da me scelti mettevano ogni volta in discussione la fattibilità della mostra così come me la immaginavo. Theo, tuttavia, fanatico di scultura, riuscì a dissipare i miei dubbi. «Ce la faremo», ripeté come un mantra, e così crebbe dentro di me la fiducia e la certezza che egli sarebbe stato disposto a spostare delle montagne per il nostro progetto. Con un mezzo di trasporto pesante, una gru di 50 m, e con aiutanti volenterosi riuscimmo in quello che sembrava essere un’impresa impossibile. Pergine è un luogo speciale… la bellezza austera e la sterilità sono la patria ideale per i miei “abitanti in acciaio a tempo determinato”. Proprio qui è particolarmente tangibile l’apparente leggerezza delle pesanti forme. Alcune sculture sembrano voler spiccare il volo per librarsi nel vasto paesaggio montano. Sembrano essere in movimento e sostare al momento dell’osservazione per poi proseguire, nell’istante successivo, la loro danza in questo immenso scenario. Altre appaiono come guardiani d’acciaio, sembrano attendere qualcosa in questo mondo duro, qualcosa che non possiamo definire. Altre ancora si rintanano nel fossato e nelle segrete. Nacquero così una varietà di esperienze visive diverse, una coreografia scultorea, un teatro con attori d’acciaio sul palcoscenico del Castello lassù, sopra la Valsugana. Le sculture abitano un castello a tempo determinato. Tutto sembra essersi fermato in un mondo senza tempo, dove solo l’alternarsi del giorno e della notte e il cambio del clima sembrano scandire il ritmo interiore di questo luogo. Il rumore della città è lontano. A Castel Pergine si è più vicini al cielo. Sono curioso di vedere come gli abitanti in acciaio a tempo determinato cambieranno lo sguardo sul Castello, se saranno in grado di creare dei luoghi in tale paesaggio e all’ombra di quel colosso di pietra, quale è il Castello, che si imprimono, che uno porta con sé nella mente, che tematizzano dei segreti, come non sono mai stati creati, se saranno in grado di mettersi alla stessa altezza degli occhi con la storia del luogo e di entrarne in dialogo. In autunno si vedrà cosa avranno mosso i miei abitanti d’acciaio nelle teste di coloro che li hanno incontrati. In ogni caso s’impregnano nella memoria di questo luogo meraviglioso. Larians, aprile 2015 15
Dem Himmel näher Gedanken zur Ausstellung im Castel Pergine Robert Schad Steile Serpentinen führten mich im Frühsommer 2013 hinauf zum Castel Pergine, das hoch über dem Valsugana liegt – ein Ort voller Geschichte und Geschichten, karg und felsig. Zweifel kamen auf über die Machbarkeit einer Ausstellung meist großformatiger Stahlskulpturen, die ich zum Teil speziell für diesen Ort machen wollte. Wie sollten diese zum Teil tonnenschweren Objekte diesen Berg erklimmen und ihren Platz einnehmen? Das Castel bietet keine Skulpturenorte im herkömmlichen Sinn, sondern will erobert und bestiegen werden. Skulpturen müssen erstmal hierher transportiert werden, um sich ihren eigenen, unverwechselbaren Ort schaffen zu können. Den Hausherrn, Theo Schneider und seine Frau Verena Neff lernte ich 2013 bei der Skulpturenbiennale in Racconigi bei Turin kennen. Sie luden mich ein, Castel Pergine zu besuchen, um die Gedanken schweifen zu lassen und die Möglichkeit einer Präsentation meiner großformatigen und tonnenschweren Skulpturen auszuloten. Phantastische Perspektiven und Ausblicke auf die umliegende Berglandschaft aber auch Orte an eher verborgenen Stellen wie der Mauerring und das Burgverlies provozierten mich, meine Phantasie sprudelte, die Konzepte überschlugen sich, wurden wieder verworfen, weil die schwierigen Zugänge zu den von mir gewählten Orten, die Machbarkeit einer Ausstellung, wie ich sie mir sie vorstellte, immer wieder in Frage stellten. Theo jedoch, der Skulpturenfanatiker, schaffte es, meine Bedenken auszuräumen. ‚Das kriegen wir hin‘ sagte er gebetsmühlenartig, und so wuchs in mir das Vertrauen und die Gewissheit, dass er bereit war, für unser Projekt Berge zu versetzen. Mit schwerem Transportgerät, einem 50m-Kran und zupackenden Helfern gelang das scheinbar Unmögliche. Pergine ist ein besonderer Ort: Die herbe Schönheit und Kargheit ist die ideale Heimat meiner ‚stählernen Bewohner auf Zeit‘. Gerade hier wird die scheinbare Leichtigkeit der zum Teil tonnenschweren Formen ganz besonders erlebbar. Einige Skulpturen scheinen abheben zu wollen, um in die weite Berglandschaft hineinzufliegen. Sie scheinen in Bewegung und im Moment der Betrachtung innezuhalten, um im nächsten Moment ihren Tanz in diese weite Landschaft hinein fortzusetzen. Andere scheinen wie stählerne Wächter, scheinen in dieser herben Welt auf etwas zu warten, was wir nicht definieren können. Wieder andere verkriechen sich im Burggraben und im Burgverlies. Es entstand eine Vielfalt unterschiedlichster Blickerlebnisse, eine skulpturale Choreografie, ein Theater stählerner Akteure auf der Bühne der Burg hoch über dem Valsugana. Skulpturen bewohnen eine Burg auf Zeit. Sie scheint angehalten in dieser zeitlosen Welt, in der nur der Wechsel von Tag und Nacht, der Wechsel des Wetters den inneren Rhythmus des Ortes zu bestimmen scheinen. Der Lärm der Stadt ist fern. Auf Castel Pergine ist man dem Himmel näher. Ich bin gespannt darauf, wie die stählernen Bewohner auf Zeit den Blick auf die Burg verändern, ob sie in der Lage sind, in dieser Landschaft und im Schatten des steinernen Burgkolosses Orte zu schaffen, die sich einprägen, die man in Gedanken mitnimmt, die Geheimnisse thematisieren, wie sie noch nie entstanden sind, ob sie in der Lage sind, mit der Historie des Ortes auf Augenhöhe zu gehen und einen Dialog einzugehen. Im Herbst wird sich zeigen, was meine stählernen Bewohner in den Köpfen derjenigen bewegt haben, die ihnen begegnet sind. Jedenfalls schreiben sie sich hinein in das Gedächtnis dieses wunderbaren Ortes. Larians, im April 2015 17
Tanz_5 Stefanje Weinmayr Incontrai Robert Schad e la sua opera molti anni fa… ovviamente in un luogo pubblico! In collezioni di musei e di privati. Successivamente, lui in persona, per la prima volta, nel 2006 in occasione di un simposio a Graz che era incentrato sul Leitmotiv “art in public space”. Rimasi impressionata dalla sua imponente presenza fisica e dalla profonda congruenza interiore tra creatore e opera. E felice, quando, dopo anni, con il progetto scultoreo internazionale “Robert Schad. Tanz” (danza), finalmente si presentò l’occasione di portare le sue opere anche a Landshut, una città con una grande tradizione scultorea che, dal 1998, custodisce nel museo scultoreo sotterraneo nell’Hofberg l’opera dello scultore Fritz Koenig, nato nel 1924. Robert Schad, nato nel 1953 a Ravensburg, vive e lavora a Larians, Francia, e Chamosinhos, Portogallo, da dove realizza le sue mostre e gli allestimenti internazionali. La genesi artistica dello scultore, che non iniziò solo con gli studi all’Accademia di Belle Arti a Karlsruhe, si sviluppò con imperterrita determinazione. Questo sviluppo è lineare, nessuna inversione drammatica, solo poche vie secondarie. Robert Schad scelse presto l’acciaio come materiale per le sue sculture. Nella storia, l’acciaio è un materiale relativamente giovane. Inoltre, era un materiale che, ai suoi inizi, stava per industrializzazione, per sviluppo di un’architettura che spaccava ogni misura umana. L’arte lo scoprì abbastanza tardi, nel corso della metà del XX secolo, come possibile materiale per sé. Questo materiale nell’opera di Robert Schad costituisce una scelta programmatica. Essa contrassegna il luogo, l’obiettivo e l’immaginazione figurativa di un artista che oggigiorno può essere considerato uno dei più importanti scultori d’acciaio a livello europeo. Per Schad, la linea (d‘acciaio) nello spazio è l’esigenza figurativa più importante. Con essa egli mette in scena delle costruzioni complesse, spesso monumentali, che sono concepite per occupare lo spazio. Talvolta è possibile, e anche voluto dallo scultore, che l’osservatore si trasformi in attore entrando nell’opera e sperimentandola non solo visivamente, ma anche fisicamente. Il movimento scultoreo-grafico si dispiega in modo plastico nello spazio occupando una vasta area. Secondo le riflessioni di Albert Einstein, lo spazio reagisce alla massa accumulata, che struttura lo spazio attorno a sé. In questo modo anche la concezione dello spazio si relativizza: se la massa, ovvero il suo volume, cambia, anche la struttura dello spazio cambia. Questo volume viene eliminato fino all’estremo nei disegni spaziali costruttivistici di Robert Schad. Ciò nonostante essi definiscono con insistenza lo spazio che li circonda, in conformità con il verdetto di Einstein. Robert Schad crea i suoi “disegni dello spazio” con l’acciaio quadro massiccio. Le loro linee, i loro tracciati, i cambi di direzione, in breve il loro movimento non è originato dalla torsione di questi corpi, ma dal sommarsi di pezzi lineari, di differente lunghezza, che vengono saldati uno con l’altro in un processo che qualche volta è pianificato, ma che spesso nasce istintivamente al momento dall’immaginazione della forma. I punti di saldatura vengono levigati. Questo evoca ogni volta l’apparenza di elementi organici articolati, che a sua volta sorregge il carattere figurale dell’opera. La pesantezza fisica dell’acciaio massiccio è compensata. Nasce una forma continuativa dalle proporzioni umane che si sviluppa in modo danzante nello spazio. Questa impressione di movimento provvisorio, fugace, viene rafforzata dal contatto, spesso in apparenza labile, con il suolo, un esempio di come Schad gioca sempre con gli antagonismi: stabile - labile, massa - linea, equilibrio fragile e la sua perdita…
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Lo scultore, le cui opere nascono in grandi acciaierie e, per via delle grandi dimensioni, a volte anche nei cantieri navali, è sicuro di sé quando si tratta di mettere efficacemente in scena delle grandi sculture in vaste situazioni spaziali. Le prestigiose opere di Schad comunicano spesso in esposizioni permanenti con architetture rappresentative. Per esempio, la scultura “Courante” di quasi dieci metri di altezza, trenta metri di lunghezza e dal peso di quaranta tonnellate, posizionata nella corte d’onore del “Ministero delle Finanze a Berlino” (2001), si confronta in modo critico con la topografia del luogo. La scarna costruzione in pietra calcarea arenaria ospitava una volta il “Ministero dell’Aviazione del Reich” e, più tardi, la “Casa dei Ministeri” della Repubblica Democratica Tedesca. Un altro luogo politico, che il nativo della Svevia commenta con le sue sculture, è la sede del parlamento regionale del Baden-Württemberg a Stoccarda che egli allestì occupando lo spazio alla fine degli anni Ottanta. Un esempio insigne per gli allestimenti sacrali, oggigiorno divenuti rari, è la “Kreuz für Fatima“ (Croce per Fatima) di 34 metri di altezza nata nel 2007 nel centro del luogo di pellegrinaggio portoghese dinnanzi alla quale si raccolgono quotidianamente migliaia di pellegrini. Nel 2006, nella vicina Ratisbona, venne tesa al di sopra di una grande superficie d‘acqua la “Regensburger Linie” (Linea di Ratisbona) sull’area della Fachhochschule (Istituto Superiore), mentre il gruppo “Der Linie lang” (Lungo la linea), posizionato nel 2012 per la Clinica Schwarzwald-Baar a Villingen-Schwenningen, risveglia delle associazioni sui destini dell’esistenza umana anche nelle loro situazioni di confine. Robert Schad. Tanz IV. Scultura. Acciaio. Città. Con questi ultimi tre termini, concisi e programmatici, abbiamo integrato nel 2014 a Landshut il titolo del concetto di interpretazione evoluzionaria “Robert Schad. Tanz”, che viene messo in scena ex novo ogni volta in un contesto specifico in diversi luoghi europei. In questo modo le monumentali sculture d’acciaio dai nomi fantastici, come “ZMORG”, “ELLERD” oppure “KENDER”, ogni volta ottengono nel contesto ambientale, spesso urbano, un effetto del tutto diverso. Nel parco del castello di Altshausen (Tanz_1), la residenza barocca della famiglia dei Duchi di Württemberg, dove esse furono esaminate per la prima volta dal punto di vista della loro interazione con l’ambiente circostante, il dialogo tra scultura e spazio fu completamente diverso rispetto a quello all’interno del parco scultoreo ad Heidelberg (Tanz_2) con il loro gioco tra edifici storici e moderno parco paesaggistico. A Linz (Tanz_3), la capitale austriaca della cultura, le sculture in acciaio circondarono il così chiamato “Landhaus” (la sede del parlamento regionale dell’Alta Austria) e illustrarono così la tradizione rappresentativa di sculture in uno spazio pubblico. Un altro luogo cruciale era la rocca del castello con le sue terrazze, l’area verde per gli abitanti di Linz, dove opere come “VARULL” divennero dei luoghi d’incontro. Landshut (Tanz_4), la residenza della vecchia Baviera con la sua topografia storica dalla tuttora impressionante chiusura, fornì nel 2014/2015 il palcoscenico per le sculture monumentali d’acciaio dello scultore. Schad stesso disse nell’intervista con la Bayerischer Rundfunk (Radio Bavarese) che, in verità, vede le sue sculture come ballerini temporanei che rappresentano per un anno una pièce teatrale su un palcoscenico che (…) gli viene messo a disposizione dalla città di Landshut.
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E così, sulle grandiose piazze del Tardo Medioevo, fu gettato un ponte tra il XV e il XXI secolo. Dopo lunghe riflessioni sul luogo di esposizione, le sculture furono inserite come “abitanti a tempo determinato” nello spazio vitale dei cittadini, dove sarebbero dovute entrare a far parte della nostra società cittadina. Robert Schad stesso espresse così il suo parere durante un’intervista con la Bayerischer Rundfunk (Radio Bavarese): «Le mie sculture gettano dei ponti tra lo storico e il contemporaneo e generano delle vedute attraverso e sulla città che il cittadino fino ad oggi forse non ha ancora visto e non ne era nemmeno abituato. Per questo è assolutamente normale che alcune persone abbiano paura di questa nuova definizione e del nuovo aspetto delle sculture (…) in questi luoghi familiari». Nell‘allestimento delle opere a Landshut non vi erano delle barriere spaziali, nessun transennamento. Ovunque fu possibile, furono esposte nel bel mezzo del centro della società urbana con l’intenzione di eliminare la distanza museale, riverente, tra osservatore e opera d’arte. Un momento d’irritazione era intenzionale, anche per mettere in discussione delle abitudini visive e per rendere così possibile uno sguardo più attento sull’opera e sul luogo. Con tutte le precedenti riflessioni, dopo lo spettacolare posizionamento (che era dovuto alla topografia della città medievale) fummo sorpresi, e qualche volta sopraffatti, dalle forti reazioni che “VARULL” e “KENDER”, “ZMORG” e “SYRIMM” provocavano, dimostrando, secondo il verdetto di Einstein già postulato, quanto profondamente esse definivano lo spazio che le circondava, e con esso le persone che le incontravano per quasi un anno in molteplici occasioni. Se ora, a Castel Pergine, “POKENT” e i suoi compagni si allungheranno verso il cielo, la danza a Landshut sarà definitivamente storia. Siamo curiosi di vedere come proseguirà il viaggio… Landshut, marzo 2015
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Tanz_5 Stefanje Weinmayr Robert Schad und seinem Werk begegne ich seit vielen Jahren… Im öffentlichen Raum, natürlich! In musealen und Privatsammlungen. Ihm selbst dann erstmals 2006 auf einem Symposium in Graz, das um das Leitmotiv ‚art in public space‘ kreiste. Ich war beeindruckt von seiner physischen Präsenz und der tiefen inneren Kongruenz zwischen Schaffendem und Werk. Und glücklich, als sich nach Jahren endlich mit dem Internationalen Skulpturenprojekt ‚Robert Schad. Tanz‘ die Gelegenheit bot, seine Werke auch nach Landshut zu holen, eine Stadt mit großer Bildhauertradition, die seit 1998 im unterirdischen Skulpturenmuseum im Hofberg das Oeuvre des 1924 geborenen Bildhauers Fritz Koenig bewahrt. 1953 in Ravensburg geboren, lebt und arbeitet Robert Schad in Larians, Frankreich und Chamosinhos, Portugal, von wo aus er seine internationalen Ausstellungen und Aufstellungen realisiert. Die künstlerische Genese des Bildhauers, die nicht erst mit dem Studium an der Akademie der Bildenden Künste in Karlsruhe begann, entwickelte sich in unbeirrbarer Konsequenz. Es gibt in dieser Entwicklung keine Brüche, keine dramatische Umkehr, nur wenige Nebenwege. Robert Schad hat sich früh und absolut für Stahl als seinen skulpturalen Werkstoff entschieden. Stahl ist in der Geschichte ein relativ junger Werkstoff. Noch dazu einer, der in seinen Anfängen für die Industrialisierung stand, für die Entwicklung einer Architektur, die jedes menschliche Maß sprengte. Die bildende Kunst hat ihn erst spät, letztlich im Verlauf der Mitte des 20. Jahrhunderts, als möglichen Werkstoff für sich entdeckt. Die Wahl des Materials ist im Werk Robert Schads eine programmatische. Sie markiert den Standort, die Zielsetzung und die bildnerische Vorstellung eines Künstlers, der heute als einer der bedeutendsten europäischen Stahlbildhauer gelten darf. Die (stählerne) Linie im Raum ist Schads wichtigstes bildnerisches Anliegen. Mit ihr inszeniert er komplexe, oft monumentale Gebilde, die raumgreifend angelegt sind. Zuweilen ist es möglich und auch vom Bildhauer intendiert, dass der Betrachter zum Akteur wird, indem er das Werk selbst betritt und es damit nicht nur visuell, sondern auch physisch erfährt. Die skulptural-zeichnerische Bewegung entfaltet sich in weitem Umgriff plastisch im Raum. Nach den Überlegungen Albert Einsteins reagiert der Raum auf angesammelte Masse. Sie strukturiert den Raum um sich herum. So relativiert sich auch der Raumbegriff: ändert sich die Masse bzw. ihr Volumen, verändert sich auch die Raumstruktur. Dieses Volumen wird in den konstruktivistischen Raumzeichnungen Robert Schads bis zum Äußersten zurückgenommen. Dennoch bestimmen sie, dem einsteinschen Verdikt entsprechend, nachdrücklich den sie umgebenden Raum. Robert Schad erschafft seine ‚Raumzeichnungen‘ aus massivem Vierkantstahl. Ihre Linien, Strecken, Richtungswechsel, kurz: ihre entschiedene Bewegtheit entsteht nicht durch das Biegen dieser Körper, sondern aus der Addition unterschiedlich langer, gerader Teile, die in einem Prozess einmal geplanter, oft aber instinktiv dem Augenblick geschuldeter Formvorstellung miteinander verschweißt werden. Die Schweißstellen werden verschliffen. Dies evoziert immer wieder den Anschein organischer gelenkartiger Elemente, was wiederum den figuralen Charakter des Werkes stützt. Die physische Schwere des massiven Stahls ist aufgehoben. Es entsteht eine Verlaufsform mit menschlichen Proportionen, die sich tänzerisch im Raum entwickelt. Dieser Eindruck vorläufiger, flüchtiger Bewegung wird durch die oft labil
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erscheinende Bodenberührung verstärkt – ein Beispiel dafür, wie Schad immer wieder mit Antagonismen spielt: stabil – labil, Masse – Linie, fragile Balance – und deren Verlust… Der Bildhauer, dessen Werke in großen Stahlfabriken und aufgrund ihrer Formate auch schon mal in Schiffswerften entstehen, ist souverän, wenn es darum geht, in weit angelegten räumlichen Situationen Großskulpturen wirksam zu inszenieren. Prominente Werke Schads korrespondieren häufig in dauerhaften Inszenierungen mit repräsentativer Architektur. Die annähernd zehn Meter hohe, dreißig Meter lange und vierzig Tonnen schwere Skulptur ‚Courante’ im Ehrenhof des ‚Bundesministerium der Finanzen’ in Berlin (2001) etwa setzt sich kritisch mit der Topografie des Ortes auseinander: Der nüchterne Kalksandsteinbau beherbergte einst Hitlers ‚Reichsluftfahrtministerium’ und später das ‚Haus der Ministerien’ der DDR. Ein anderer politischer Ort, den der gebürtige Schwabe mit seinen Skulpturen kommentiert, ist das Baden-Württembergische Landtagsgebäude in Stuttgart, das er Mitte der Achtziger Jahre raumgreifend gestaltete. Ein prominentes Beispiel für heute rar gewordene sakrale Aufstellungen ist das 2007 entstandene 34 Meter hohe ‚Kreuz für Fatima’ im Zentrum der portugiesischen Wallfahrtsstätte, vor dem sich täglich tausende Pilger versammeln. Im benachbarten Regensburg wurde die ‚Regensburger Linie’ auf dem Gelände der Fachhochschule 2006 über eine große Wasserfläche gespannt, während die 2012 aufgestellte Gruppe ‚Der Linie lang’ für die Schwarzwald-Baar Klinik Villingen-Schwenningen Assoziationen zu den Schicksalsläufen menschlicher Existenz auch in ihren Grenzsituationen weckt. Robert Schad. Tanz IV. Skulptur. Stahl. Stadt. Mit den letzteren drei programmatisch knappen Begriffen ergänzten wir 2014 in Landshut den Titel des evolutionär angelegten Konzepts ‚Robert Schad. Tanz‘, das in verschiedenen europäischen Orten immer wieder neu im jeweils spezifischen Kontext inszeniert wird. Dabei erzielen die monumentalen Stahlplastiken mit phantastischen Namen wie ZMORG, ELLERD oder KENDER im gewachsenen, meist urbanen Kontext stets von Neuem eine gänzlich andere Wirkung. Im Schlosspark von Altshausen (Tanz_1), dem barocken Stammsitz der herzoglichen Familie Württemberg, in dem sie erstmals auf ihre Wechselwirkung mit ihrem Umfeld untersucht wurden, war der Dialog Skulptur–Raum ein gänzlich anderer als im Skulpturenpark Heidelberg (Tanz_2) mit seinem Wechselspiel aus historischen Gebäuden und modernem Landschaftspark. In Linz (Tanz_3), der österreichischen Kulturhauptstadt, umstanden die Stahl skulpturen das sogenannte Landhaus, den Sitz des oberösterreichischen Landesparlaments und illustrierten damit die repräsentative Tradition von Bildwerken im öffentlichen Raum. Ein anderer Schwerpunkt dort war der Schlossberg mit seinen Terrassen als innerstädtisches Naherholungsgebiet der Linzer, wo Werke wie VARULL zu Treffpunkten wurden. Landshut (Tanz_4), die altbayerische Residenzstadt mit ihrer immer noch bestechend geschlossenen historischen Topographie war 2014/2015 die Bühne der monumentalen Stahlskulpturen von der Hand des Bildhauers. Schad selbst sagte im Interview mit dem Bayerischen Rundfunk, er sehe seine Skulpturen ei-
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gentlich als temporäre Tänzer, die ein Jahr lang ein Theaterstück auf einer Bühne aufführen, die (…) ihnen von der Stadt Landshut gestellt wird. Und so wurde auf den großzügigen spätmittelalterlichen Straßenplätzen eine Brücke zwischen dem 15. und dem 21. Jahrhundert geschlagen. In langen Standortüberlegungen wurden die Skulpturen als ‚Bewohner auf Zeit’ in den Lebensraum der Bürger hineingeholt, wo sie Teil unserer Stadtgesellschaft werden sollten. Robert Schad selbst meinte dazu in einem Interview mit dem bayerische Rundfunk: „Meine Skulpturen schlagen Brücken zwischen Historischem und Zeitgenössischem und schaffen Durch- und Einblicke auf die Stadt, die der Bürger so vielleicht bisher noch nicht gesehen hat und so auch nicht gewohnt ist. Deshalb ist es ganz normal, dass einige Leute Angst vor dieser neuen Definition und dem neuen Erscheinungsbild der Skulpturen (...) an diesen vertrauten Orten haben“. Es gab in der Landshuter Inszenierung der Werke keine räumlichen Barrieren, keine Absperrungen. Wo immer es ging, wurden sie mitten hineingestellt ins Zentrum der Stadtgesellschaft in der Absicht, den musealen, ehrfurchtsvollen Abstand zwischen Betrachter und Kunstwerk aufzulösen. Ein Moment der Irritation war dabei intendiert, schon um Sehgewohnheiten in Frage zu stellen und damit einen aufmerksameren Blick auf das Werk wie den Ort zu ermöglichen. Bei allen vorangegangenen Überlegungen waren wir nach der spektakulären Aufstellung (die der Topographie der mittelalterlichen Stadt geschuldet war) doch überrascht, gelegentlich überwältigt von den starken Reaktionen, die VARULL und KENDER, ZMORG und SYRIMM hervorriefen und damit bewiesen, wie nachdrücklich sie, dem schon postulierten Verdikt Einsteins entsprechend, den sie umgebenden Raum bestimmten – und damit die Menschen, die ihnen über nahezu ein Jahr auf vielfältige Weise begegneten. Wenn sich nun für ein Jahr POKENT und seine Gefährten in Castel Pergine in den Trentiner Himmel recken, ist der ‚Landshuter Tanz‘ endgültig Geschichte. Wir sind gespannt, wie die Reise weiter geht… Landshut, im März 2015
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opere
SYRIMM, 2013
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BALUG, 2012
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VOLOK, 2015
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FONKE, 2015
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PYERS, 2015
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SIRNONES, 2015
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DERGEL, 2015
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TARRAK, 2002
58
59
60
61
HADDER, 2013
62
63
64
65
TAUK, 1998
66
67
69
70
71
POKENT, 2012
72
73
74
75
SNOPIOT, 2015
76
77
FUHL, 2009
78
80
81
SUBIRAT, 2011
82
83
85
Disegno, 2015
86
Disegno, 2015
87
Disegno, 2015
88
Disegno, 2015
89
90
91
SUSSE, 2001
92
HANSK, 2014
GENNES, 2002
93
94
FILLIM, 2009
95
SYMISTRONAN, 2005
96
97
98
SUBIRAS, 2012
99
101
Elenco delle opere altezza x larghezza x profonditĂ cm
Parcheggio Pian dela Panizza 01
SUBIRAT
pag.
82
2011
accaio 100 mm
164
x 1127
x
271
156
Tra le due mura 02
TAUK
pag.
66
1998
acciaio 100 mm
445
x
230
x
03
POKENT
pag.
72
2012
acciaio100 mm
265
x
238
x
14
04
DERGEL
pag.
56
2015
acciaio 100 mm
237
x
36
x
39
05
SIRNONES
pag.
52
2015
acciaio 100 mm
123
x
226
x
74
06
HADDER
pag.
62
2013
acciaio 100 mm
304
x
111
x
82
07
PYERS
pag.
50
2015
acciaio 100 mm
206
x
95
x
43
08
TARRAK
pag.
58
2002
acciaio 100 mm
270
x
420
x
410 320
09
SYRIMM
pag.
34
2013
acciaio 100 mm
700
x
180
x
10
FONKE
pag.
46
2015
acciaio 100 mm
123
x
155
x
46
11
BALUG
pag.
38
2012
acciaio 100 mm
278
x
151
x
98
12
VOLOK
pag.
44
2015
acciaio 100 mm
364
x
398
x
46
pag.
76
2015
acciaio 100 mm
37
x
558
x
251
pag.
78
2009
acciaio 60 mm
537
x
133
x
105
Prima della Torre Madonna 13
SNOPIOT
Davanti al Palazzo 14
FUHL
Sala delle Armi 15
SYMISTRONAN
pag.
96
2005
acciaio 45 mm
77
x
117
x
28
16
FILLIM
pag.
95
2009
acciaio 45 mm
72
x
109
x
33
x
21
17
SUSSE
pag.
92
2001
acciaio 45 mm
18
Disegno
pag.
86
2015
lacca su lamiera
55
x
33
88,3
x
125
19
Disegno
pag.
87
2015
lacca su lamiera
88,3
x
125
20
Disegno
pag.
88
2015
lacca su lamiera
88,3
x
125
21
Disegno
pag.
89
2015
lacca su lamiera
88,3
x
125
Prigione della Goccia 22
SUBIRAS
pag.
99
2012
acciaio 45 mm
55
x
323
x
80
23
GENNES
pag.
93
2002
acciaio 45 mm
38
x
47
x
17
pag.
92
2014
acciaio 45 mm
61
x
34
x
26
Sala del Trono 24
103
HANSK
Montaggio del 31 marzo e 1 aprile 2015
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
Esposizioni Ausstellungen
Esposizioni personali Einzelausstellungen
118
2015
Pergine Valsugana, Castel Pergine, Gravità sospesa - Leichte Schwere (Tanz_5) Neumarkt i.d.Opf., Museum Lothar Fischer Heilbronn, Städtische Museen Feldberg / Falkau, EAC Galerie (mit Werner Pokorny) Landshut, Stadtraum, Tanz_4. Skulptur. Stahl. Stadt. Karlsruhe, Art’Karlsruhe (one-man-show mit Galerie Nothelfer, Berlin) Remagen, Werkhallen Obermann/Burkhardt
2014
Zürich, Arthobler Gallery Landshut, Stadtraum, Tanz_4. Skulptur. Stahl. Stadt. Landshut, LA Projects Konstanz, Galerie Geiger Iserlohn, Kunstverein Villa Wessel
2013
Karlsruhe, Art’Karlsruhe (one-man-show mit Galerie Nothelfer, Berlin) Linz (A), Stadtraum, Tanz_3 Paris, Galerie Linz
2012
Mannheim, Galerie Peter Zimmermann Heidelberg, Skulpturenpark (Tanz_2) Grünstadt-Sausenheim, Kunstkabinett im Turm Wien, Artmark Galerie Berlin, Galerie Nothelfer
2011
Johannisburg, Seippel Gallery Karlsruhe, Art’Karlsruhe mit Galerie Friese Stuttgart (one-man-show) Stuttgart, Galerie Friese Paris, Galerie Linz Altshausen, Marktplatz (Tanz_1) Weil am Rhein, Galerie Stahlberger (mit Károly Klimó)
2010
Sydney, Conny Dietzschold Gallery Goslar, Mönchehaus Museum Goslar Cˇ eský Krumlov, Egon Schiele Art Centrum Appenzell, Kunsthalle Ziegelhütte Esslingen, Kreissparkasse Besançon, Galerie Jean Greset (mit Harald Schmitz-Schmelzer)
2009
Frankfurt, Dommuseum Reutlingen, Kunstverein Offenburg, Städtische Galerie
2008
Köln, Galerie Ralf Seippel Mannheim, Galerie Peter Zimmermann Saarbrücken, Galerie St. Johann Freiburg, Galerie Artopoi und Architekturforum Freiburg (mit J. Trimpin & H. Bachem)
119
2007
Krems, Factory/Kunsthalle Paris, ART PARIS 2007 mit Galerie Georg Nothelfer (one-man-show) Wien, Artmark Galerie Porto, Galeria Quadrado Azul Schorndorf, Kulturforum Frankfurt, Ausstellungshalle 1A (mit Joseph Heer)
2006
Palma de Mallorca, Galeria Joanna Kunstmann Stuttgart, Galerie manus presse Berlin, Galerie Georg Nothelfer Prag, Národní Galerie v Praze/Nationalgalerie
2005
Hamburg, Galerie Peter Borchardt Koblenz, Ludwig Museum Budapest, Kiscelli Múzeum
2004
Deurle, Grusenmeyer Art Gallery Frankfurt, ART Frankfurt mit Galerie Zimmermann (one-man-show) Mammern, Kunst Mammern Larians, Le Parc de Sculptures Bad Schussenried, Parkanlagen des Neuen Klosters Leonberg, Galerieverein Porto, Fundação Resende
2003
Kaiserslautern, Pfalzgalerie Mülheim/Ruhr, Städtisches Museum »Alte Post« Berlin, Galerie Georg Nothelfer Lehnin, Skulpturengarten am Klostersee Hannover, »Forum Kultur« der Sparkasse Marl, Skulpturenmuseum Glaskasten im Stadtpark Singen, Städtisches Kunstmuseum
2002
Weingarten, Katholische Akademie Brno, Du˚m umeˇní meˇsta - Haus der Kunst Ahlen, Kunstmuseum Paris, FIAC Paris mit Galerie Georg Nothelfer (one-man-show) Coesfeld, Kunstverein Münsterland Delmenhorst, Städtische Galerie »Haus Coburg«
2001
Héricourt, Musée Minal, Château, Parc du C.R.F.E. Bretegnier Neuss, Kulturforum »Alte Post« Freiburg, Museum für Neue Kunst
2000
Köln, »Köln Skulptur«, ART Cologne 2000 mit den Galerien Löhrl und manus presse (one-man show)
120
1999
Karlsruhe, Badischer Kunstverein Mönchengladbach, Galerie Löhrl am Abteiberg Łódz, Muzeum Sztuki Łódz, Rezydencja Ksiezy Mlyn Budapest, Mücsarnok Kunsthalle
1998
Göppingen, Städtische Galerie Heilbronn, Galerie Manfred Rieker
1997
Rio de Janeiro, Paço Imperial Porto, Fundação de Serralves Porto, Galeria Quadrado Azul Lisboa, Centro de Arte Moderna CAM, José de Azeredo Perdigão/Fundação Calouste Gulbenkian Bolzano, Museion Bremen, Galerie Rolf Ohse
1996
Unna, Kunstverein Basel-Riehen, Galerie Irena Kain Hannover, Galerie Claudia Böer São Paulo, MuBE, Museu Brasileiro da Escultura Belo Horizonte, Centro Cultural da Universidade Federal de Minas Gerais UFMG
1995
Stuttgart, Galerie manus presse Budapest, Fészek Galéria und Goethe-Institut (mit Károly Klimó)
1994
Braunschweig, Kunstverein Pforzheim, Kunstverein Pforzheim im Reuchlinhaus München, Galerie Beatrice Wassermann
1993
Wilhelmshaven, Kunsthalle Ravensburg, Städtische Galerie »Altes Theater« Mannheim, Städtische Kunsthalle Marl, Skulpturenmuseum Glaskasten Essen, Galerie Heimeshoff/Jochen Krüper
1992
Köln, Wassermann Galerie Würzburg, Kunstverein Würzburg Mulhouse, Musée des Beaux-Arts Wolfsburg, Städtische Galerie
1991
Heidelberg, Kunstverein Heidelberg Dortmund, Museum am Ostwall Heidelberg, Galerie Terbrüggen Neu-Ulm, Edwin-Scharff-Haus São Paulo, XXI. Bienal de São Paulo (one-man show)
121
1990
Arnsberg, Kunstverein Duisburg, Wilhelm-Lehmbruck-Museum Ehingen, Schloss Mochental Antwerpen, ADO Gallery Mönchengladbach, Galerie Schröder
1989
Karlruhe, Staatliche Kunsthalle Rottweil, Forum Kunst
1988
Reutlingen, Hans-Thoma-Gesellschaft/Kunstverein Bregenz, Künstlerhaus Palais Thurn+Taxis Bochum, Kunstverein Bochum
1987
Coimbra, Museu Nacional de Machado de Castro Porto, Museu Nacional de Soares dos Reis Porto, Palácio da Bolsa do Porto Madrid, Centro Cultural de la Villa de Madrid Barcelona, Galeria Thomas Carstens, Barcelona Friedrichshafen, Städtisches Bodensee-Museum
1986
Freiburg, Art Club + Kunstforum Freiburg, Kunstverein Freiburg Nordhorn, Städtische Galerie Nordhorn Barcelona, Fundació Joan Miró Wolfsburg, Städtische Galerie Lisboa, Fundação Calouste Gulbenkian
1985
Berlin, Förtsch Galerie Schwäbisch Hall, Städtische Galerie »Am Markt« Ludwigshafen, Kunstverein Ludwigshafen am Rhein
1984
Stuttgart, Galerie Brigitte March Ravensburg, Städtische Galerie »Altes Theater« Hugstetten, Galerie Regio Karlsruhe, Galerie Hilbur Fellbach, Städtische Galerie
1983
Lisboa, Galeria Quadrum Lisboa, Goethe-Institut (mit Túlia Saldanha) Karlsruhe, Staatliche Akademie der Bildenden Künste
1982
Karlsruhe, Galerie Drei 5
1981
Coimbra (P), Centro Cultural »Edificio Chiado« (mit Túlia Saldanha)
Opere in spazi pubblici Skulpturen im öffentlichen Raum
122
2014
Stadt Hanau
2013
Enzkreis Klinikum Neuenbürg
2012
Stadt Altshausen Reutlingen, Kreissparkasse Heidelberg, Carl Lamy GmbH Villingen-Schwenningen, Schwarzwald-Baar Klinikum
2011
Singen, Nestlé Product Technology Center, PTC Kloster Maulbronn, Skulpturenweg Mahlberg, Katholische Kirche St. Leopold
2010
Freiburg, MEZ/Coats Areal
2009
Stadt Bad Schussenried Stadt Göppingen Stadt Schorndorf
2008
St. Wendel, „Strasse des Friedens“ Amiens, „La Madeleine“
2007
Santuário de Fátima
2006
Regensburg, Fachhochschule
2005
Bremen, Firma Saacke GmbH
2003
Sylt, Sylt-Quelle Rantum Stadt Besançon
2002
Stadt Weingarten
2001
Laupheim, Kreissparkasse Berlin, Bundesministerium für Finanzen Karlsruhe, Landratsamt Filderstadt/Bernhausen, S-Bahn-Station
2000
Fellbach, Maria-Regina-Kirche Ostfildern, Kreiskrankenhaus Ruit
1999
Stadt Saarbrücken Memmingen, Finanzamt
1998
Stadt Bremen
1997
Ehningen, Landesgirokasse
1996
Freiburg, Polizeirevier Nord Hannover, Kreissparkasse Stadt Belo Horizonte
1995
Marbach, Deutsches Literaturarchiv und Schillermuseum Stadt Singen
1994
Weilimdorf, Schitag Stuttgart Freiburg i.Br., Institut für Mikrobiologie der Universität Freiburg
1993
Stadt Ravensburg Mannheim, Südwest LB
1992
Kathmandu (Nepal), Deutsche Botschaft Moskwa, Deutsche Botschaft Stadt Badenweiler Stadt Neu-Ulm Stadt Wolfsburg Stadt Mülheim/Ruhr
1990
Karlsruhe, Forschungszentrum
1987
Stuttgart, Landtag Baden-Württemberg
1986
Stadt Nordhorn
1985
Freiburg, Museum für Neue Kunst
1983
Karlsruhe, Institut für Meteorologie und Klimaforschung im Forschungszentrum
1980/82 Karlsruhe, Universität
123
Biografia
Biographie
1953
Nasce a Ravensburg in Germania
1953
Geboren in Ravensburg
1974-80
Studio di Arte all’Accademia di Belle Arti a Karlsruhe / Germania
1974-80
Kunststudium an der Staatlichen Akademie der Bildenden Künste, Karlsruhe
1980
Matrimonio con la musicista Erika Stauss
1980
Heirat mit der Musikerin Erika Stauss
1980-81
Stipendio del DAAD per un soggiorno di lavoro alla Escola Superior de Belas Artes, Porto (ESBAP), Portugal
1980-81
Stipendium des DAAD für einen Arbeitsaufenthalt an der Escola Superior de Belas Artes, Porto (ESBAP), Portugal
1982
Premio di disegno della III Biennale di Arte Moderna, Vila Nova de Cerveira, Portugal
1982
1984
Borsa di Studio della Kunststiftung Baden-Württemberg
Preis für Zeichnung der III. Biennale für Zeigenössische Kunst, Vila Nova de Cerveira, Portugal
1984
Stipendium der Kunststiftung BadenWürttemberg
1985
Förderpreis der Stadt Wolfsburg
1986
Förderpreis der Städte Ravensburg und Weingarten
1985
Borsa di Studio della città di Wolfsburg
1986
Borsa di Studio delle città di Ravensburg e Weingarten Premio d’Arte della città di Nordhorn
Kunstpreis der Stadt Nordhorn
“1. Mencio” nello XXV. Premio Internazionale per il Disegno “Joan Miró”, Barcelona 1987
Borsa di Lavoro del E.V., Bonn
1988
Borsa di Studio della Cité Internationale des Arts, Paris
1989
1989-90
Grande premio della II Biennale Internazionale per la Scultura Obidos, Portugal Borsa di Wilhelm-Lehmbruck della città di Duisburg
»1. Mencio« im XXV. Internationalen Preis für Zeichnung »Joan Miró«, Barcelona 1987
Arbeitsstipendium des Kunstfonds E.V., Bonn
1988
Stipendium der Cité Internationale des Arts, Paris
1989
Grosser Preis der II. Internationalen Biennale für Bildhauerei Obidos, Portugal
1989-90
Wilhelm-Lehmbruck-Stipendium der Stadt Duisburg
Professorato per la Scultura all’Accademia di Belle Arti a Stoccarda
Gastprofessur für Bildhauerei an der Staatlichen Akademie der Bildenden Künste, Stuttgart
1992
Borsa di progetto “Werk statt Schloss” della città di Wolfsburg
1992
Projektstipendium »Werk statt Schloss« der Stadt Wolfsburg
2003
Apertura del “Parc de Sculpture de Larians”
2003
Eröffnung des »Parc de Sculpture de Larians«
2007
Soggiorno di lavoro nella Fondazione Mark di Suvero “La Vie des Formes” a Chalon sur Saône
2007
Arbeitsaufenthalt in »La Vie des Formes« Stiftung Mark di Suvero, Chalon sur Saône
Vive a Larians, Francia e a Chamosinhos, Portogallo
125
Lebt in Larians, Frankreich und Chamosinhos, Portugal
Castel Pergine ringrazia:
Provincia Autonoma di Trento Dipartimento Cultura
Regione Autonoma Trentino -Alto Adige Autonome Region Trentino -S체dtirol Region Auton처ma Trentin-S체dtirol
Comune di Pergine Valsugana
A C A S T E L P E R G I N E SC U L T U R A S
lavorazione artigianale del ferro
frisanco bruno
e C. s.n.c.
ARTI GRAFICHE | EDIZIONI
Le grandi mostre nel Castello di Pergine 1991 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Fabrizio Plessi Davide Scarabelli Toni Benetton Giorgio Celiberti Riccardo Licata Carlo Lorenzetti Mauro Staccioli Francesco Somaini Pino Castagna Michael Deiml Eduard Habicher Piera Legnaghi Romano Abate Annamaria Gelmi Nane Zavagno Santorossi Mirta Carroli Carlo Ciussi Graziano Pompili Riccardo Cordero Klaus Prior Paolo Bellini Robert Schad
CASTEL PERGINE stagione estiva 2015 2 aprile - 9 novembre
euro 20,00