La scultura vivente di Manzoni 50 anni dopo

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di Caterina Romaniello arch.CaterinaRomaniello@gmail.com

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l secondo ciclo della rassegna del Teatro Studio Krypton, “Il Teatro dell’Opera”, si è aperto mercoledì 13 febbraio con una lezione scenica su Piero Manzoni. A cinquant’anni dalla sua morte, l’esperienza creativa e biografica dell’artista è stata esplorata e “messa in scena” nella sala del Cenacolo dell'Accademia di Belle Arti di Firenze. Dopo il successo riscosso nel 2012 dal ciclo di lezioni sull’arte moderna e contemporanea, il regista Giancarlo Cauteruccio (drammaturgia e regia) e lo storico dell’arte Sergio Risaliti (ideazione) ripropongono la stessa formula didattica a metà strada tra la lezione accademica tradizionale e la forma teatrale della mise-en-éspace. Vengono sperimentate e messe alla prova le possibilità del teatro per una didattica innovativa e interattiva, che trasmetta al pubblico quella stessa energia degli ambiti artistici moderni e contemporanei che sono approfonditi di volta in volta. Lo scorso 13 febbraio, in una sala del cenacolo piena - prevalentemente di studenti dell’Accademia e giovani artisti la presenza di una modella nuda, Irene Barbugli, seduta immobile, ha subito trasportato il pubblico nel mondo creativo e nell’immaginario artistico di Manzoni e della sua famosa “Scultura vivente” (1961). Mentre Risaliti ripercorreva rapidamente le tappe fondamentali della vita e dell’attività dell’artista cui era dedicata la prima lezione-spettacolo, sullo sfondo della sala venivano proiettati documenti video e fotografici delle sue opere e dei momenti biografici, in un gioco continuo di rimandi e riferimenti rispetto a ciò che veniva letto o rappresentato nella sala.

SCENA&RETROSCENA

La scultura vivente di Manzoni Subito dopo l’intervento di Risaliti, due attori - Fulvio Cauteruccio e Laura Bandellon – hanno letto alcuni dei manifesti in cui era lo stesso artista a chiarire la sua visione dell’arte alla fine degli anni Cinquanta. Durante la lettura scenica una serie di performance hanno coinvolto il pubblico direttamente: su una riproduzione del parallelepipedo della

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“Base magica” (1961)è salito un ragazzo, rimanendovi per tutta la durata della lettura, mentre un altro ragazzo firmava il corpo della modella nuda, evidente riferimento al momento della firma dello stesso Manzoni sulla sua “Scultura vivente”. Per sottolinearne la portata e l’importanza , momenti cruciali nel percorso artistico di uno dei più importanti protagonisti della storia

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dell’arte del Novecento sono stati ricreati materialmente di fronte al pubblico, oltre a essere rappresentati nelle proiezioni dei documenti video originali. La lezione scenica – della durata complessiva di un’ora - si è chiusa sulle note de “La ballata della moda” di Tenco, mentre in sala sfilavano dieci giovani artisti, ognuno munito del suo palloncino per ricreare, in fine, “Il fiato d’artista” (1961). “Il Teatro dell’Opera” prosegue con gli appuntamenti del 28 febbraio (lezione su Daniela De Lorenzo al Teatro Studio di Scandicci), il 12 marzo (su Lucio Fontana al museo Pecci di Prato) e il 4 aprile (su Francesco Carone, sempre al Teatro Studio). Le lezioni sono ad ingresso libero.


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