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Dialogare e collaborare si può... e si deve

La Camera di Commercio da sempre fa sintesi e rappresentanza dell’imprenditoria veronese e delle associazioni che la governano direttamente. Una modalità di gestione che non ha mai avuto a che fare con le logiche politiche, dato che non è la politica a determinare i criteri di scelta degli imprenditori, ma è la logica del risultato: del fare, del dimostrare con fatti concreti, del raggiungere gli obiettivi prefissati. Solamente riferendomi alla storia più recente dell'ente che rappresento, negli ultimi miei due mandati, a Verona, si sono avvicendati tre sindaci con posizioni politiche, coalizioni e logiche di gestione diverse: ciò non ha creato nessun problema da un punto di vista di principio nei confronti della Camera di Commercio e nel caso dei precedenti sindaci, neanche dal punto di vista della gestione degli assets in comune. Certo, è normale che ad ogni avvicendamento corrisponda un primo passaggio di assestamento e di conoscenza reciproca, ma le divergenze di opinioni sono state superate con un confronto improntato al comune atteggiamento di operare per un bene comune: lo sviluppo socio-economico del nostro territorio. Non sono stati passaggi facili e ci sono stati momenti di tensione, ma sono stati contenuti nell'alveo del dialogo: più o meno acceso, ma sempre all'insegna dell'ascolto reciproco. Purtroppo di recente, debbo constatare che il cambiamento dell'amministrazione al Comune ha segnato il passaggio ad un'epoca di muro contro muro che, personalmente, non avevo avuto occasione di sperimentare. Immagino che l'insediamento di un'amministrazione per molti versi nuova alla scena politica sia complesso e non immediato. Fatico, però, a capire come si vada a cercare di cancellare con un colpo di spugna l'operato dell'amministrazione precedente, senza un apparente criterio logico. Nessuno ha la pretesa di aver operato in modo impeccabile, trial & error si dice tra i manager d'impresa. Tutto è modificabile e perfettibile, ma fatico a comprendere come quanto di positivo raggiunto fino ad ora, dati alla mano, debba essere messo in discussione e negato, senza una logica comprensibile, quanto meno a me. Come tutti gli impreditori, però, mi ritengo al servizio dell'economia del territorio e rilancio quindi la mia offerta a costruire un dialogo improntato alla massima collaborazione, frutto di un maggior scambio di informazioni e soprattutto di condivisione di quelli che dovrebbero essere obiettivi comuni, come lo sviluppo dell'economia del nostro territorio.

Giuseppe Riello, Presidente

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