Panorama silp 1

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Newsletter-periodico numero 1 - 2015

UNI R E L E F OR Z E Il direttivo di Silp Toscana traccia la linea su spending review, lotta all'illegalità, stress e sicurezza sul lavoro. "Ora più risorse e iniziative sui territori" pagine 4­8

L'INTERVENTO

TISSONE: "TUTTI VOGLIONO PIU' SICUREZZA MA NON PAGHINO I LAVORATORI"

LA NOVITA'

IN QUESTURA A LIVORNO APRE SPORTELLO INCA E' IL QUINTO IN TOSCANA

PREVIDENZA

SCOPRI I REQUISITI DI ACCESSO ALLA PENSIONE PER I POLIZIOTTI

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PANORAMA SILP numero 1 - 2015

Editoriale

Marco Noero

Segretario Generale Silp per la Cgil Toscana

Panorama Silp, la nostra voce Primo allarme: lo stress da lavoro Con questo primo numero ritorna il periodico “Panorama SILP”, a cura della struttura regionale del sindacato. Un organo di informazione sindacale che si pone l’obiettivo di interagire con i poliziotti su tutti i temi che riguardano la loro professione di operatore della sicurezza pubblica. Particolare attenzione, come nostro costume, verrà posta alla trasversalità che detti temi comportano rispetto al mondo del lavoro e nella società italiana, con riferimento alle sue contraddizioni. Intanto, però, vorrei concentrare l’attenzione su un tema: quello dei suicidi, e più in generale del malessere sociale esistenziale che troppo frequentemente ci riguarda direttamente come Operatori alla sicurezza di tutti i cittadini, e quindi come donne ed uomini in divisa inseriti in una società complessa come quella attuale. Va evidenziato questo tema tentando di approfondire un fenomeno grave quanto “silenzioso”, ma che è fondamentale far salire in superficie per analizzarne tutti i suoi aspetti, anche sotto il profilo sociale e psicologico. Ed è dovere del sindacato denunciare la mancanza di supporti legislativi od omissioni, oltre all'inosservanza delle leggi che tutelano la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori della pubblica amministrazione. Queste leggi ad oggi non possono ancora essere patrimonio ed appannaggio degli operatori della Polizia di Stato e di tutto il comparto sicurezza. Anche il 2015 si è aperto, purtroppo, in perfetta coerenza con gli anni passati, con un numero singolarmente alto e mai abbastanza analizzato di morti suicidi tra le forze dell'Ordine. Infatti, nel solo

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mese di gennaio sono stati quattro i colleghi che si sono tolti la vita. Fatti di cronaca hanno frequentemente catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica su questo fenomeno, perché gli appartenenti ai Corpi di Polizia sono persone ritenute addestrate ad affrontare qualsiasi situazione legata ai pericoli di una professione ad alto rischio, e invece possono anche loro decidere di porre fine alla propria vita e ­ non di rado ­ a quella dei propri cari. Si tratta di una strage silenziosa che si ripete ogni anno da sempre ed è in costante aumento. Una questione che è da ritenersi oggetto di prioritario approfondimento da parte del sindacato. In tal senso è da ritenere controproducente il silenzio del mondo sindacale rispetto alla mancata ed ostinata inottemperanza del Dipartimento della PS sul rischio da stress da lavoro correlato, proprio per le ripercussioni che questo ha sul quotidiano lavoro dei poliziotti e delle altre forze dell'ordine. Studi recenti, anche mediante sondaggi effettuati presso gli operatori del settore, confermano come vi sia una seria correlazione tra il fenomeno dei suicidi e del disagio lavorativo e quindi del relativo stress che questo comporta. L'assoluta mancanza di monitoraggi e/o strumenti di carattere psicologico idonei, che possano accompagnare l'operatore di Polizia nell'arco della sua carriera, è da ritenersi un altro presupposto importante, che non può non essere oggetto di sollecito approfondimento. Un approfondimento meritevole di proposte di carattere legislativo e professionale a favore e/o supporto per l'operatore medesimo.


PANORAMA SILP numero 1 - 2015

L'intervento Tutti chiedono più sicurezza Ma non devono pagare i lavoratori di DANIELE TISSONE

viene da noi vista quale un ulteriore aspetto di criticità per i lavoratori del Comparto visti

(segretario generale Silp Cgil)

i tanti, troppi sacrifici che vengono richiesti oggi al personale. Non è colpa delle

Il 2015 è un anno difficile per sicurezza, manca un piano

lavoratrici e dei lavoratori della sicurezza se, a causa della riduzione del costo del

serio e competente che affermi i principi di legalità e

lavoro, della diminuzione di risorse e di mezzi avvenuta negli anni con oltre sette

sicurezza per il Paese fatto di obiettivi e investimenti certi.

miliardi di tagli si tenti, oggi, di voler far pagare simili costi ai soli lavoratori aumentando

Con grande piacere utilizzo questo spazio concessomi dal

carichi di lavoro e disagi che derivano unicamente dalle minori risorse messe in campo

Silp Cgil della Toscana per salutare e ringraziare tutte le

per una sicurezza che diminuisce, pericolosamente, gli standard qualitativi e quantitativi

iscritte e gli iscritti della vostra regione e grazie ai quali vengono diffuse le opinioni e le

che necessiterebbero al nostro Paese. Il Governo, per il Silp Cgil, non può penalizzare

iniziative della nostra organizzazione sindacale. In questo senso un mezzo di

ancor di più la sicurezza del Paese riducendo il personale ed i mezzi nonché le

comunicazione quale il vostro dimostra, ancora una volta, la volontà di espandere le

prerogative sindacali di una categoria costantemente sacrificata alla quale non si

nostre idee e i contributi che il Silp Cgil mette a disposizione di tutti per migliorare le

possono chiedere, seriamente, ulteriori sacrifici senza mai una reale contropartita in

condizioni di vita e di lavoro delle donne e degli uomini in divisa in un'ottica tesa ad

termini di avanzamento di carriera, di immissione di risorse stipendiali e nel campo della

elevare i servizi offerti da noi operati sul versante della sicurezza dei cittadini. Siamo da

formazione, dell'aggiornamento oppure sui versanti logistici vedasi il tema degli

poco reduci dall'incontro tenutosi con il Ministro Alfano, in tale occasione abbiamo

equipaggiamenti o dei mezzi. Come Silp Cgil abbiamo pertanto chiesto all'esecutivo

presentato, insieme alle altre OOSS, una piattaforma contenente tutti gli aspetti che

una reale inversione di rotta criticando, ancora una volta, l'impiego dei militari in compiti

riguardano la sicurezza dei cittadini in un'ottica tesa a garantire sempre maggiori

di sicurezza e ordine pubblico, il tutto al fine di garantire ai cittadini una reale sicurezza

standard di operatività nonché tutte le questioni rimaste ancora sul tappeto che

per le città come altrove, cambiamento invocato da molti ma mai perseguito, realmente,

riguardano le carriere, i concorsi, il turn­over compresa la discussione, ancora aperta,

attraverso i fatti. Per questo il Silp Cgil ha da tempo avviato un confronto serio con i

sui protocolli operativi. Le questioni qui rappresentate, strettamente legate ai tagli degli

partiti politici e le istituzioni affinché si affronti un tale delicato tema con un approccio

ultimi decenni e legate ai tanti, troppi ritardi riguardano, anche, le disposizioni per la

competente e costruttivo. in questa ottica abbiamo infatti ottenuto di spostare sul tavolo

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato introdotte dalla legge di

del coordinamento la discussione afferente la chiusura dei presidi, tema che non può

stabilita' 2015, misure che non contribuiranno ad innalzare la sicurezza dei cittadini ne'

riguardare la sola Polizia di Stato. In questi giorni si sono aperti alcuni tavoli che

a migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli operatori. Ciononostante non si deve

riguardano le carriere, i presidi e, non ultima, la questione legata alla ricezione delle

però tralasciare l'importante risultato ottenuto con tale legge che ha consentito a tanti

denunce da parte degli agenti di polizia giudiziaria, argomento che sta particolarmente

operatori, di vedersi sbloccare assegni e promozioni in un particolare momento di

a cuore al Silp Cgil e che ha recentemente visto la presa di posizione unanime di tutte

difficile situazione economica aggravata dal riproposto blocco del contratto di lavoro

le OOSS della Polizia di Stato. Tra le priorità che avremo davanti vi è poi quella del

che interessa milioni di lavoratori del pubblico impiego. La previsione delle assunzioni

rinnovo urgente del contratto di lavoro che sta penalizzando, da troppo tempo, l'intera

per il 2015, che impone una riduzione di personale del 55%, a fronte di un decremento

categoria. Troppo spesso, la lotta alla illegalità e al diritto alla sicurezza non hanno

stimabile in circa 2500 presenze annue per la sola Polizia di Stato, unitamente alle

coinciso con una efficace azione fatta di investimenti o di opportune quanto efficaci

nuove norme in materia previdenziale contenute nella legge stessa che riguardano tutti

strategie, servono pertanto interventi coraggiosi che mettano al centro la sicurezza dei

i lavoratori attualmente in regime contributivo, norma inserita all'ultimo momento,

cittadini e che vadano nella direzione di migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli

concorreranno, a giudizio del Silp Cgil, a far diminuire ulteriormente e in maniera

operatori. Siamo certi che vi sia ancora tanto da fare e, per questo, chiediamo a tutti gli

sensibile, la presenza di operatori su tutto il territorio nazionale con una previsione di

iscritti di sostenerci durante questo anno difficile che potrà e dovrà fare invertire la rotta

circa un 25% di colleghi in meno rispetto al 2013. Anche la previsione che porterà

di chi ­ fino ad oggi ­, ha creduto che la sicurezza potesse venire sempre più diminuita

all'avvio delle procedure per la revisione dell'Accordo Nazionale Quadro, tenuto conto

attraverso tagli lineari e, non, implementata con risorse ulteriori oggi divenute

del mutato assetto funzionale, organizzativo e di servizio nonché del blocco parziale del

assolutamente indispensabili per mantenere alta l'efficenza degli apparati nonché per

turnover e della elevazione dell'eta' media del personale oggi pari a 45 anni anagrafici,

garantire la giusta dignità di coloro i quali, con sacrificio, servono questo Paese.

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Il Direttivo Noero: "Lo slogan 'Unire le forze' traccia la linea dei prossimi anni"

Il 16 dicembre scorso, nella sede di Cgil Toscana in via Pier Capponi a Firenze, ha avuto luogo la riunione del Direttivo di Sil Cgil Toscana, che ha approvato il bilancio preventivo 2015 (il 15 marzo la prossima riunione). Al tavolo della presidenza, il segretario generale Marco Noero, la segretaria regionale di Cgil Toscana Patrizia Bernieri, il presidente del Direttivo di Silp Cgil Toscana Bruno Levantini e Giacomo Lattanzi, segretario organizzativo regionale e del Silp Grossetano. Era presente anche Pier Luciano Mennonna per il Silp nazionale. Noero ha preso la parola per fare un bilancio delle attività svolte e per dettare la linea dei prossimi mesi: “E' il momento di investire risorse per lanciare iniziative nelle province. Nel 2014, nel nome della confederalità, è aumentata la presenza della Cgil nelle questure, con l'apertura di uno sportello Inca nelle strutture di Firenze, Pisa, Livorno, Grosseto e Arezzo. L'obiettivo è che succeda altrettanto nelle altre province, anche se non sarà facile: basti pensare che, ad esempio, a Pistoia non c'è ancora la nuova questura".

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Ha proseguito il segretario generale: "Lo slogan 'Unire le forze' traccia la linea dei prossimi anni: la spending review del governo non può essere la chiusura degli uffici di polizia, senza tra l'altro dire cosa si fa del futuro di alcuni colleghi. Noi, a priori, non siamo contro la chiusura di certi uffici. Siamo sempre stati per le unificazioni, ma serve un ragionamento complessivo: a volte il personale è maldistribuito. Dunque diciamo sì a razionalizzare la spesa pubblica, ma su una piattaforma credibile che non sacrifichi servizi e lavoro". L'elenco delle priorità di azione non è finito: "Un'altra stella polare nostra è la battaglia per la legalità e contro la corruzione: anche in Toscana le infiltrazioni della malavita ci sono, e da tempo. E anche qui c'è tanta strada da fare. Il tutto, mentre in Senato in Commissione c'è un disegno di legge per i codici identificativi agli agenti durante i servizi di ordine pubblico. Si tratta di una sfida che dobbiamo accettare, sulla quale dobbiamo dare un contributo. Senza paura, e chiedendo di fermare le manifestazioni se violente". Infine, c'è il capitolo della sicurezza sul lavoro. Anche qui Noero incalza il governo: "Il Ministero dice che lo stress da lavoro correlato deve essere riconosciuto nel Documento di Valutazione del rischio. Ci batteremo su questo così come ci batteremo con forza sul mancato rinnovo dei nostri contratti, che è stata una scelta non ineludibile del governo”. Levantini ha aggiunto: “Dobbiamo distinguerci dalle logiche clientelari di certi altri sindacati, senza permettere ai colleghi di usare violenza se non serve nelle manifestazioni: il codice identificativo può essere un deterrente, c'è in tutto il mondo. Dobbiamo lavorare sulla formazione”. SEGUE A PAGINA 5


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Il Direttivo Mennonna: "Sì alla unificazione delle Sale di polizia e carabinieri"

SEGUE DA PAGINA 4 Bernieri ha portato il sostegno di Cgil Toscana: “E' in corso un attacco al pubblico, alla presenza dello Stato nei territori. La conseguenza è un danno ai servizi, oltre che al lavoro: noi a questo ci dobbiamo opporre. Il Silp ha sempre sostenuto le nostre iniziative, sciopero generale compreso. 'Unire le forze' è il motto perfetto in questa situazione”. Poi, è stata la volta degli interventi dalla platea. Secondo Claudio Meoli (Silp pisano), sul tema del codice identificativo, “dobbiamo dire sì, ma spiegando che si deve parlare anche dei manifestanti, che devono essere riconoscibili, senza caschi. I violenti vanno isolati”. Ha proseguito Antonio Marrocco (Silp fiorentino): “Al di là del codice identificativo, serve una revisione del sistema sul servizio d'ordine pubblico alle manifestazioni, va distinta con chiarezza la filiera di comando con ognuno che si prende le proprie responsabilità”. Per Antonio Losacco (Silp lucchese) “il sindacato deve prendere atto che serve fare un passo in più. E' giusto fare le manifestazioni, ma va fatto anche uno sforzo unitario per avere maggiore coordinamento”.

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Mentre Lattanzi, dopo un inciso sulla necessità di accelerare sul fronte del proselitismo (“puntiamo sull'offerta di servizi”), è tornato sul codice identificativo: “E' giusto essere aperti, ma rivedendo in toto il sistema. Può succedere che un agente col codice possa avere più remore ad agire in un tumulto, e potrebbe essere controproducente. Ci vogliono dei protocolli che regolino il comportamento degli agenti di ordine pubblico ma anche dei manifestanti”. Mennonna ha infine concluso così: “Il Governo deve avere il coraggio di mettere mano ad un sistema sicurezza fatto di cinque corpi di polizia, duplicazioni e sovrapposizioni. Si cominci unificando le sale operative di polizia e carabinieri per il controllo del territorio. Poi si coinvolgano i sindacati per le riforme, che non siano solo chiusure di uffici di polizia: serve chiarezza nei compiti. Cambiare verso non significa tapparsi le orecchie e fare linguacce. Senza coinvolgimento è a rischio la coesione sociale, è la polizia che sta nelle piazze per l'esasperazione delle vertenze e per il governo che alza livello dello scontro”.


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Il Direttivo I gadget: penne, agende, calendario GiĂ pronta la tessera del 2015

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Il Direttivo L'ok all'approvazione del bilancio e gli interventi dai territori

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Il Direttivo Il contributo di Patrizia Bernieri della segreteria di Cgil Toscana

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L'Osservatorio Vietato sottovalutare la criminalità organizzata in Toscana di RENATO SCALIA (Centro Studi Vigna, Fondaz.Caponnetto) È oramai noto come le mafie riescano a propagarsi e ad attecchire nei territori del centro e nord Italia, utilizzando la loro arma più potente, l’infiltrazione nel sistema delle relazioni sociali. Le ultime operazioni di polizia "mafia Capitale", "Aemilia" e gli arresti in Umbria dimostrano che le mafie ormai sono fortemente radicate su tutto il territorio nazionale. La criminalità organizzata non si limita, dunque, a esportare manovalanza criminale, ma fa leva su una collaudata capacità di intrecciare relazioni con imprenditori, politici, amministratori, apparati tecnici. Non deve al riguardo stupire se, negli ultimi anni, uno dei reati più contestati risulta la corruzione aggravata proprio delle categorie appena citate. La corruzione è un patto illegale di corrispondenza tra due soggetti e, per la stipula di un simile accordo, occorre necessariamente che gli interlocutori si conoscano, si frequentino e si siedano a uno stesso tavolo. In Toscana, per fortuna, non si sono ancora raggiunti livelli di guardia com in altre regioni del nord, Liguria, Piemonte, Lombardia, dove alcuni comuni sono stati addirittura commissariati per infiltrazioni mafiose. Nella nostra regione la criminalità organizzata ha sempre cercato di agire in modo sommerso, trafficando in droga e soprattutto usando la regione come rifugio per il riciclaggio del denaro sporco, senza puntare al controllo del territorio. Il rischio, però, è alto e non è stato per nulla scongiurato. Dalle nostre parti, non di rado, si commette il gravissimo errore di sottovalutare e, in alcuni casi, di nascondere il fenomeno. Molti,

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soprattutto, amministratori locali e rappresentati delle istituzioni, considerano la mafia un fenomeno circoscritto nelle regioni di origine. Riecheggia ancora quella frase "la mafia non esiste" che in molti proferivano, tanti anni fa, nelle città del sud e, ora, altri ripetono in territori diversi del nostro Paese. La piena conoscenza di tale fenomeno è un fattore indubbiamente determinante per poter mettere in campo strumenti di contrasto efficaci. E' evidente, quindi, che con la consapevolezza si aumenta considerevolmente il livello di prevenzione. Proprio per questo motivo, l'impegno da parte di tutte le componenti della nostra società è fondamentale. Bisogna agire in maniera compatta e solo in questo modo potremo tentare di debellare questo cancro. La presenza del crimine organizzato nei nostri territori non è un'ipotesi fantascientifica della Fondazione Caponnetto, come qualcuno dice, ma è dimostrata dalle numerosissime indagini delle forze di polizia, dai provvedimenti di sequestro e arresto, nella maggior parte dei casi emessi dall'autorità giudiziaria delle regioni del Sud Italia. Ecco perché bisogna tenere sempre alta l’attenzione e monitorare permanentemente il territorio, soprattutto, nei settori degli appalti, del movimento terra, dei rifiuti, delle acquisizioni immobiliari e aziendali, ovunque ci siano interessi economici.

Dal Rapporto 2013 sulle presenze della criminalità organizzata in Toscana della Fondazione Caponnetto: 282 persone in soggiorno obbligato negli anni ‘60 e ‘70; 67 beni confiscati Operazioni di polizia nei confronti di clan (dagli anni '80 in poi): 48 c.o. campana, 34 c.o. calabrese, 29 c.o. siciliana, 3 c.o. pugliese, 2 altre mafie (c.o. sarda e banda Magliana) 20 omicidi di mafia, 18 latitanti arrestati


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Da Roma a Firenze Se la Polizia entra nelle scuole Cani, devianza e proposte di PIERLUCIANO MENNONNA (Segretario Silp Cgil nazionale)

Ovvio che, dinanzi all’impossibilità di intervenire con i mezzi che si hanno a disposizione, si chiami la Polizia, ricorrendovi per prevenire e per reprimere. Neanche per i lavoratori di polizia rientra tra le cose più belle che ci siano al

È di forte attualità il tema dei controlli nelle scuole

mondo, far aprire gli zainetti degli studenti davanti agli altri ragazzi o

per il contrasto allo spaccio di stupefacenti a cura

ragazze o sottoporre a controlli di vario genere con i cani, il cui “gioco” è

delle forze dell’ordine. Il tema tocca tutti, sia per l’impatto della cronaca, sia

trovare stupefacente. È necessario adesso trovare un terreno su cui

per la sensazione di invasività in contesti delicatissimi che si avverte, sia

convergere tutti: forze dell’ordine, scuola, sindacato, rappresentanze degli

per la familiarità di ognuno di noi con i protagonisti della vicenda: la polizia

studenti, Asl, enti locali, per trovare la cifra comune che possa in primo

come istituzione, la ricaduta sulle famiglie e sui ragazzi, il compito della

luogo fornire gli strumenti di conoscenza verso gli stupefacenti, gli alcolici, i

scuola. Sappiamo che la legge consente alle forze dell’ordine di intervenire

fenomeni delle dipendenze.

di propria iniziativa qualora abbiano informazioni sulla presenza di

Le regole esistono, ma certamente è la formazione a vario livello che deve

stupefacenti, e sappiamo anche che nei casi riportati sono stati i dirigenti

condurre tutti quanti. Non si può solo intervenire per reprimere, occorre

scolastici a richiedere l’intervento della Polizia. La scuola, tramite i docenti,

prevenire con la formazione costante. Dal canto suo, come il resto della

ha in quel momento la custodia temporanea dei ragazzi (minori,

Pubblica Amministrazione, la Polizia di Stato non gode di ottima salute. Il

ovviamente), e questo ci dà la misura dell’importanza e della complessità

governo dovrebbe investire anche da noi in formazione, fare di più. Ma

della questione.

esistono ottime professionalità che giornalmente sono nelle scuole ad

Ho avuto modo di scambiare qualche opinione con autorevolissime figure

incontrare ragazzi e docenti. Occorre certamente mantenere la costante

interessate a vario titolo a queste dinamiche ­ professionisti della sicurezza,

formazione per i poliziotti su come agire in quei contesti, ma occorre

studenti, sindacalisti, docenti, medici ­ ed ho trovato in tutte una sincera

spiegare ai ragazzi i danni fisici e psichici che arrecano alcolici e

sensibilità ed un approccio molto rigoroso. Il dibattito che segue questa

stupefacenti, spiegare che dietro quella che potrebbe sembrare una

vicenda deve a mio parere focalizzarsi sull’integrità dei ragazzi e delle

modesta quantità di hashish esistono economie criminali, organizzazioni

ragazze ed il loro futuro ­ la loro salute, senza che dai controlli possa

mafiose che si arricchiscono e che riciclano capitali intervenendo anche

emergere alcun sentimento di umiliazione ­, ricercando in ogni attore,

nelle dinamiche della finanza senza controllo. Da quest’anno avremo dati

istituzionale e non solo, l’essenza delle proprie funzioni, da mettere a

ufficiali anche sul fatturato del mercato degli stupefacenti, dato che Eurostat

disposizione dell’interesse generale. Se si è giunti a questo, ci troviamo

prevede che anche voci legate alla criminalità debbano concorrere alla

probabilmente in quel punto che Durkheim chiamava di anomia e devianza:

formazione del PIL ufficiale di un Paese, ma si parla di 24 miliardi di euro

un fatto sociale nuovo che in modo inevitabile e necessario introduce una

annui. Anche dirigenti scolastici e docenti hanno bisogno di trovare ascolto

nuova idea nella società e provoca una risposta collettiva capace di

e risposte. A questo ruolo di formazione siamo chiamati tutti. Non solo nei

rafforzare la solidarietà di gruppo ed esplicitare nuovi codici. È necessario

licei ma anche nelle scuole professionali e nelle scuole medie, dove la

mettere in campo una rinnovata energia. Una sinergia, un passo avanti. Tra

precocità dei nostri tempi vede già i ragazzi in età preadolescenziale.

le argomentazioni di vario genere formulate è entrato di tutto, dalla

Eccoci dunque: un lavoro non estemporaneo e non legato all’emergenza e

legalizzazione delle droghe leggere alla necessità di controlli più frequenti,

alla contingenza, che preveda un ruolo e una connessione per ognuna delle

dalla reintroduzione dell’educazione civica tra le materie di insegnamento al

istituzioni chiamata a svolgere un lavoro continuo ed efficace. Altrimenti

ruolo della famiglia. L’attacco a tutto il pubblico impiego non ha risparmiato

saremo sempre in emergenza: i docenti, i dirigenti scolastici, le famiglie, la

la Scuola, anzi. Siamo andati verso una progressiva riduzione

Polizia. Gli studenti saranno smarriti. Ognuno nella legittimità del proprio

dell’autorevolezza dell’istituzione e una costante mortificazione dei

agire, rimarremo tutti fermi sul nostro punto e non resteranno che interventi

lavoratori e delle lavoratrici, ma malgrado ciò il suo ruolo resta centrale.

disorganici, repressione e titoli sui giornali.

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L'inaugurazione Uno sportello Inca in Questura a Livorno: è il quinto in Toscana che da più di 60 anni difende e promuove i diritti del lavoro e di cittadinanza, si rafforza sul territorio con l’apertura di questo nuovo presidio, presso il quale i cittadini in divisa e i propri familiari potranno avere la consulenza previdenziale di cui hanno bisogno. CALCOLA LA TUA PENSIONE Presso le segreterie provinciali di tutta la Toscana, mediante i servizi INCA – CGIL si possono effettuare proiezioni precise sul calcolo della propria pensione ad ogni collega che ne faccia richiesta. Questo è solo l’ultimo in ordine di arrivo di servizi che Il 5 novembre scorso si è tenuta presso la questura di Livorno la prevista inaugurazione dello Sportello INCA che si aggiunge a quelli già nelle questure di Firenze, Pisa, Grosseto ed Arezzo a cui i colleghi ed i loro familiari, oltre ai dipendenti civili del Ministero dell’Interno, potranno avvalersi gratuitamente dei servizi previdenziali ed assistenziali che l’INCA fornisce con la professionalità che la contraddistingue. Anche a Livorno quindi da oggi tutti i colleghi possono richiedere una proiezione del proprio trattamento pensionistico futuro, possono richiedere la consulenza su qualsiasi istanza assistenziale da produrre o già in essere. Per un appuntamento presso gli Sportelli INCA i colleghi posso mettersi in contatto con i responsabili provinciali del SILP presenti nel territorio. In questo modo, l’Inca e il Silp Cgil offrono alle lavoratrici e ai lavoratori della polizia di stato e del comparto sicurezza una serie di servizi per rendere più facile l’esercizio dei diritti previdenziali e assistenziali: presto anche a Livorno. Le esperienza sindacale unita a quella del patronato,

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le segreterie SILP della Toscana offrono in materia di servizi a tutti i poliziotti ed ai propri familiari, tramite gli Sportelli INCA – CGIL già in funzione a Firenze ed a Pisa e quelli in via di inaugurazione a Livorno, Grosseto ed Arezzo. Ovviamente ciò è possibile anche nelle rimanenti province di Lucca, Massa, Siena Prato e Pistoia.


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La piaga Le vite dimenticate dei poliziotti suicidi di GIACOMO LATTANZI

Sembra, inoltre, che Il 90% degli appartenenti alle forze di

(Segretario generale

polizia che tenta il suicidio, utilizza la pistola di ordinanza, che

Silp Cgil Grosseto)

rappresenta un immediato strumento di morte facilmente utilizzabile e che porta quasi sempre a morte certa, riducendo

Da inizio anno, in meno di due mesi,

quasi a zero la probabilità che il gesto resti un tentativo di

sono cinque gli appartenenti alle forze

suicidio. Premere quel grilletto equivale il più delle volte a

dell’ordine che si sono suicidati

morire. In tutto questo la nostra amministrazione sembra

sparandosi con la pistola di

alquanto indifferente. Nell’arco della vita professionale di un

ordinanza. Tra questi tre poliziotti.

polizotto non vi sono programmi di intervento idonei, da parte

L’ultimo episodio risale al 25 febbraio. Poliziotti invisibili alla

del Dipartimento, volti alla prevenzione e alla promozione della

nostra amministrazione, che vengono ricordati e commemorati

salute mentale e del benessere psicologico. Una volta superate

solo dopo la loro morte. E’ solo allora che se ne parla e si

le prove psicoattitudinali il giovane poliziotto riceve in dotazione

ricostruiscono le loro storie. Storie fatte di donne e uomini in

la sua beretta e la riconsegna, se tutto va bene, a fine carriera

divisa, armati dallo Stato per adempiere ad un delicato dovere

per andare in pensione. Come se vi fosse una sorta di

quotidiano: garantire la sicurezza di tutti i cittadini e farsi spesso

presunzione in base alla quale la mente umani non si plasmi e

carico dei problemi degli altri. Persone che vivono la sofferenza

non si modifichi nel tempo in base all’esperienza vissuta.

degli altri, che empatizzano nel dolore altrui e mettono in

Al contrario, sono proprio certi vissuti, traumatici e non a

pericolo la loro vita a difesa di diritti fondamentali garantiti dalla

condizionare la nostra esistenza. Occorre, allora, ricordarsi

nostra Costituzione, come il diritto alla vita. Una vita persa per

delle donne e degli uomini in divisa ogni giorno e non dopo la

salvare quella di altri. Donne e uomini che quando si tolgono la

loro morte. E’ necessario ora più che mai che nasca un serio e

divisa e tornano a casa spesso devono fare i conti anche con i

concreto programma di monitoraggio e di intervento su tutto il

loro problemi personali: un mutuo o un affitto da pagare,

territorio nazionale, volto a mantenere e promuovere la salute

separazioni, divorzi, debiti. Colleghi che per problemi economici

mentale e il benessere psicofisico di tutti i poliziotti, con la

a cinquant’anni non possono più permettersi un affitto e tornano

creazione di strutture specializzate adatte ad intervenire in tal

a dormire in caserma. Questa è la Polizia di Stato nel 2015.

senso. Strutture composte da personale specializzato che non

Poliziotti sempre più vecchi, sottopagati, che faticano ad

sia visto come una minaccia per il poliziotto che vive

arrivare a fine mese, che si scontrano sempre di più con gli

momenti di difficoltà.

effetti di una crisi economica che ci sta lentamente logorando.

Troppo spesso, infatti, nell’attuale e diffusa cultura che

Uomini e donne considerati dai cittadini persone imperturbabili

caratterizza il nostro ambiente lavorativo, il collega che ha

capaci di affrontare situazioni ad alto rischio senza

problemi di natura psicologica è portato a nascondere le proprie

conseguenze, ma che a volte decidono di porre fine alla loro

sofferenze psichiche per la paura di perdere il posto di lavoro e

esistenza e a quella dei loro cari.

di essere etichettato come pazzo. Al primo posto occorre,

Un fenomeno quello dei suicidio tra gli appartenenti alle forze di

pertanto, mettere la persona umana. L’Uomo che va salvato ed

polizia poco studiato in Italia a differenza di altri paesi

il suo lavoro, quello del poliziotto, che deve essere tutelato e

occidentali. Sono molte le ricerche internazionali, per lo più

garantito. Il diritto alla vita, infine, deve essere garantito e

anglosassoni, sul fenomeno dei suicidi dei poliziotti, che hanno

tutelato anche a noi poliziotti, soprattutto quando la minaccia

dimostrato una correlazione positiva con lo stress lavorativo.

viene dalla stessa arma che dovrebbe difendere e difenderci.

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Fenomeno Stalking E' la prevenzione l'arma contro le persecuzioni alle donne di ALESSANDRA ROCCA

dall'insuccesso delle strategie attivate e dal fastidio derivante dai cambiamenti ingiusti

(Silp Cgil Firenze)

messi in atto e subiti. In particolare si ricordano delle ruminazioni ossessive sulla

Lo Stalking si rifà ad una tecnica di caccia

necessità o meno di denunciare lo stalker, sul dare o non dare importanza alla cosa,

con appostamento; una tecnica che

sull'attribuirsi o meno responsabilità negli eventi, sull'agire o meno, sul considerare o

combina, con tempi e forme diverse,

meno l'aiuto degli altri. La constatazione di fatto produce una disistima di se stessa

inseguimenti furtivi, azioni minacciose,

che porta la vittima a mettere in atto dei comportamenti particolarmente aggressivi

pedinamenti della vittima, appostamenti

tanto nei confronti del molestatore quanto nei confronti di se stessa. In questo

inaspettati. In senso più proprio, il termine si

scenario si può indurre una collusione psicopatologica tra aggressore e vittima per la

riferisce ad un insieme di comportamenti

quale non solo il molestatore desidera continuare all' infinito il rapporto sadico con la

molesti o minacciosi in un crescendo

vittima ; ma anche la vittima , per dei propri e precedenti assetti psichici, non è in

ingiustificato ed inesistente. La definizione che mi sembra più utile in questo senso è

grado spezzare il suo rapporto col suo carnefice. In letteratura vengono descritti

quella di un insieme di comportamenti tramite i quali una persona (stalker) disturba e

diversi approcci cognitivi di sostegno alle vittime di stalking ma certamente non è

fa soffrire un'altra (vittima) con intrusioni o con comunicazioni ripetute, aggressive ed

questa la sede per un ulteriore approfondimento. Come allora si può intervenire allora

indesiderate fino a provocarle malessere, disagio, ansia o paura. Per molto tempo il

di fronte a questo fenomeno? A livello sociale/comunitario, la presenza nel C.P.

fenomeno dello Stalking è stato ampiamente sottovalutato, forse anche perché

dell'art. 612 bis riconosce il fenomeno dello staklking e legittima la denuncia per la

considerato, a torto, un fatto “privato” (i panni sporchi si lavano in casa), come lo sono

tutela della persona. A livello organizzativo, è necessario diffondere una cultura

generalmente le relazioni affettive su cui spesso si innesca e che spesso un omicidio

preventiva , ad esempio con corsi specifici di formazione per categorie maggiormente

o un fatto grave di violenza è l' epilogo di molestie generalmente sottovalutate. E' un

a rischio. Per noi operatori di Polizia, e per tutti gli operatori delle professioni di aiuto,

delitto quasi sempre invisibile fino a quando non esplode in violenza, anche omicida.

si possono prevedere interventi per fornire adeguate informazioni anche sulle strategie

Allora di solito interviene la Polizia; allora di solito, possiamo dire, è troppo tardi. Pur

di difesa. Un altro elemento a cui prestare attenzione, è che tra i professionisti che si

potendosi individuare contesti diversi nei quali si possono sperimentare degli atti

occupano di casi di stalking , spesso sono presenti pregiudizi: alcuni possono ritenere

persecutori ( amigliare, lavorativo, vicinato ecc.), vorrei ricordare gli esiti talora

che gli ex partner siano più autorizzati dagli sconosciuti o dei conoscenti a molestare ,

drammatici dell'andamento e della fine delle relazioni sentimentali. Credo che nella

il che può portare ad un mancato riconoscimento del fenomeno, all'assenza di un

genericità e nella immaturità di certe relazioni, impostate e vissute allora come una

sostegno sociale e alla trascuratezza nella valutazione del rischio. A livello individuale,

telenovela, si creano così degli equivoci di fondo che oltre a deformare gli aspetti già

la prevenzione è strettamente legata all'informazione: è necessario informare sulla

critici di singole personalità , offuscano non soltanto l'onestà dei sentimenti

rete di sportelli e istituzioni che si occupano a vario titolo del fenomeno, dando ampio

(sensazione di tradimento) , ma generano evidenti stadi di abbandono (frustrazione e

spazio sui media alle iniziative in materia. La prevenzione non va intesa

rivendicatività) .Tra i vari aspetti che gravitano intorno al tema dello Stalking, ho voluto

esclusivamente come “difesa dello stalker”, ma anche come “difesa dello stalking”;

focalizzare una breve riflessione sulla vittima e sulle conseguenze di agiti molesti e

nelle scuole, ad esempio, va vista come un'occasione per formare affettività, per dare

persecutori. La vittima dello Stalking presenta nel tempo un insieme particolare di

giusto rilievo alla maturità emotiva e per indicare quali sono i comportamenti che

sintomi fisici e psicologici che, associati ad una inibizione psicosociale e alla perdita

vanno promossi e quelli che vanno puniti innanzitutto dal gruppo dei pari. In presenza

della qualità di vita, si condensano nella cosidetta “Sindrome delle molestie assillati

di donne che si emancipano e acquistano sicurezze e nuove prospettive, gli uomini

SMA”; una manifestazione che può andare da una generica sofferenza disforica fino

restano un passo indietro, fanno fatica a confrontarsi con questa nuova generazione di

ad una grave angoscia depressiva. Il quadro clinico è dovuto a quell'insieme di

donne. Sicuramente è un problema culturale, questo è un paese dove fino a poco

comportamenti ripetuti e intrusivi che alla fine, divenuti imprevedibili, incontrollabili e

tempo fa era contemplato il delitto d'onore, quindi quando non si sa come affrontare

ansiogeni, possono determinare uno stato di malattia, integrabile in un danno

una situazione, ad esempio un abbandono, si ritorna un po' al brodo primodiale.

biologico di natura psichica. Vi sono anche dei primi problemi psicologici che derivano

SEGUE A PAGINA 14

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PANORAMA SILP numero 1 - 2015

Fenomeno Stalking L'errore da evitare: pensare che sia un problema solo femminile SEGUE DA PAGINA 13 La sensazione è che il femminicidio sia una parte di un problema più grande che comprende l'omofobia, il razzismo e tutte le forme di violenza e intolleranza che si registrano ultimamente nei confronti dei più deboli. È importante che ci siano le leggi e un inasprimento delle pene, e questo decreto legge sul femminicidio che è stato approvato il 14 agosto 2013, n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, è un primo piccolo passo, ma senza la prevenzione e una rieducazione culturale seria che parte dalle scuole innanzitutto, non si va da nessuna parte. È importante che si lavori tutti insieme per arginare il fenomeno, uomini e donne, non si può continuare a considerare il femminicidio un problema solo del genere femminile come se parlassimo di mestruazioni o menopausa... è una cosa folle. In tutto il mondo si combatte la piaga della violenza domestica, declinata in modo diverso a secondo degli usi e costumi del posto, e sono sempre e solo donne ad occuparsene, nei centri antiviolenza, nelle aule dei tribunali, nei centri di supporto psicologico. È un problema che riguarda la società, il genere umano, non è un "argomento solamente femminile": bisogna iniziare ad abbattere questi muri se si vogliono cambiare davvero le cose. Quando l’obiettivo è diminuire il numero di femminicidi, l’aggravio di pena difficilmente sarà di per sé un deterrente, visto che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di “dolo d’impeto” il cui autore/autrice raramente tiene razionalmente conto dell’aumento di pena. Perché è sbagliato parlare di “raptus passionale”, si tratta di femminicidi. L’importante, più che perseguire giuridicamente il femminicidio, è riconoscerne le cause culturali e sociali e cercare di abbatterle, combattere la contrapposizione di genere e non accettarla come “naturale”. Garantire magari alle famiglie delle vittime la certezza della pena, ma a tutte quelle che sono ancora vive di avere un progetto pratico, de facto, non solo de iure. L'obiettivo è rendere le violenze sulle donne sempre meno accettabili socialmente. Un dato infatti è emerso chiaramente, indipendentemente dal grado di sviluppo economico dei Paesi: gli abusi fisici e sessuali sono più diffusi là dove, per affermare l'autorità maschile all'interno della coppia, le consuetudini culturali tendono a giustificare il ricorso alla forza. I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini che commettono tali azioni. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. È ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze,donne uccise nell'indifferenze. Il femminicidio rappresenta l’espressione estrema e spesso la sola visibile della violenza di genere che, a dispetto

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delle tesi giornalistiche, non è un’emergenza, ma un fenomeno strutturale di una società che pone uomini e donne in una relazione di disparità. Per contrastarlo non bastano gli appelli e nuove forme di sensibilizzazione, le Istituzioni pubbliche di questo Paese dovrebbero sollecitare indagini ad ampio spettro su questo fenomeno, conoscere aiuterà a creare migliori politiche preventive. Per esempo, S.I.L.VI.A, è l' acronimo di Staking Inventory List per Vittime e Autori, espressione che indiviua un formulario destinato alle forze di Polizia per monitorare i casi di Stalking. S.I.L.VI.A, nasce da un' idea sviluppata congiuntamente dalla Direzione Centrale Anticrimine, Sevizio Centrale Operativo e il Dipartimento di Psicologia, Centro Studi Cesvis, della Seconda Università degli Studi di Napoli, a seguito del riscontrato aumento delle segnalazioni pervenute alle Forze di Polizia sulla fenomenologia in tema, le cui espressioni in concreto sono risultate non sempre di facile gestione. Uno strumento di supporto per l'operatore in grado di contribuire alla comprensione delle dinamiche che afferiscono la vittima di continue molestie, minacce e atti vessatori, subiti ad opera di una persona conosciuta o sconosciuta. La raccolta sistematica dei dati tramite il formulario S.I.L.VI.A potrà essere anche utilizzata ai fini del monitoraggio, in ambito nazionale, sulla diffusione del fenomeno e sulle caratteristiche di chi agisce o subisce gli atti persecutori, al fine di poter elaborare strategie efficaci di contrasto. Il ruolo delle Forze di Polizia è di fondamentale importanza per la vittima, che dovrebbe trovare nelle Istituzioni un referente preparato comprendente le dinamiche del comportamento vessatorio, evitando di sottovalutare il problema e, consigliata dagli operatori, potrà attuare utili strategie di protezione ed evitare dei comportamenti che potrebbero, al contrario, causare un peggioramento della condotta vessatoria, nonché rivolgersi a strutture specializzate per un sostegno psicologico. Vorrei sottolineare ancora una volta, e qui termino, che il raggiungimento dell'uguaglianza di genere de jure e de facto è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne e che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti.


PANORAMA SILP numero 1 - 2015

Rubrica Previdenza Requisiti di accesso alla pensione per i poliziotti: focus di Camillo Bruno

PENSIONE DI VECCHIAIA I dipendenti della Polizia di Stato che cessano dal servizio per limiti di età hanno diritto al trattamento pensionistico con i seguenti requisiti in relazione alle qualifiche rivestite: 65 anni dirigente generale; 63 anni dirigente superiore; 60 anni per le restanti qualifiche inferiori. I requisiti minimi contributivi previsti sono 20 anni e 15 anni se maturati entro il 31.12.1992. L’art.18 del D.L. 6 luglio 2011 n.98 , convertito con legge 15 luglio 2011 n.111 ha esteso anche al personale della Polizia di Stato l’incremento di tre mesi ai requisiti anagrafici previsti per il pensionamento di vecchiaia, nel caso in cui non siano stati raggiunti i requisiti per l’accesso al pensionamento a domanda e con D.M. del M.E.F. del 16 dicembre 2014 pubblicato in G.U. n.301 del 30.12.2014 a decorrere dal 1° gennaio 2016 i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici sono ulteriormente incrementati di 4 mesi . Il D.L. 6 dicembre 2011 n.201 convertito con legge 22 dicembre 2011 nr.214 all’art. 24 c.18 aveva previsto l’emanazione di un regolamento di armonizzazione al regime dell’A.G.O. per tutto il personale del comparto sicurezza ­ difesa e vigili del fuoco, soccorso pubblico ­ che è stato emanato, ma non ha interessato il comparto, per cui rivivono i requisti previgenti. Nello stesso dispositivo di legge

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viene esteso anche al personale del comparto per le anzianità maturate dall’1.1.2012 il sistema di calcolo contributivo con il criterio pro­rata , nonché secondo quanto previsto dall’art.24 c.13 è previsto l’adeguamento agli incrementi delle speranze di vita con cadenza biennale dall’1.1.2019. L’art. 12 c.1 del D.L. n.78/2010 convertito con legge nr.122/2010, prevede per le decorrenze il primo giorno dal mese successivo a quello del compimento del limite di età, se il destinatario aveva maturato i requisiti di anzianità antecedentemente al 31.12.2010, diversamente se i requisiti vengono raggiunti successivamente al 1.1.2011 , il pensionamento di vecchiaia potrà avvenire decorsi dodici mesi (applicazione della cosiddetta finestra mobile) dal compimento dell’età, oppure dalla decorrenza dei requisiti di anzianità. La domanda per motivi di tempestiva erogazione della prestazione deve essere presentata almeno 5 mesi prima dell’accesso, anche per via telematica all’INPS. L’istituto è disciplinato dalle circolari INPDAP (ora INPS ex gestione INPDAP), ed in particolare quelle del 16 dicembre 2004 n.67 e n.6 del 23 marzo 2005. PENSIONE PER INFERMITA’ Il personale della Polizia di Stato che viene dispensato dal servizio per patologie incompatibili con l’assolvimento dei compiti d’istituto ha diritto al trattamento pensionistico nel caso in cui, a prescindere dall’età, abbia raggiunto 15 anni di servizio utile di cui 12 effettivo. L’istanza va diretta alla sede INPS ex gestione INPDAP in relazione alla sede territorialmente competente riguardo l’ultima sede di servizio e alla Prefettura­UTG (Ufficio territoriale del Governo), con decorrenza riferibile dalla data di cessazione dal servizio per dispensa.


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Rubrica Previdenza Vecchiaia, infermità, anzianità e destituzione: scopri il tuo caso PENSIONE DI ANZIANITA’ Il personale della Polizia di Stato potrà richiedere di cessare dal servizio ed accedere al trattamento pensionistico soddisfatti in base alla vigente normativa i seguenti requisiti: 57 anni di età e 35 anni di anzianità contributive; 40 anni di anzianità contributive; 53 anni di età e raggiunta la massima anzianità contributiva prevista dall’ordinamento di appartenenza (art.6 c.2 Dlgs 30 aprile 1997 nr.165 e s.m.i). Con decorrenza 1.1.2013 sia ai sensi dell’art.18 c.4 del D.L. 6 luglio 2011 n.98 convertito con modificazioni con legge 15 luglio 2011 n.111 che ai sensi dell’art.24 c.12 del D.L. 6 dicembre 2011 n.201 convertito con legge 22 dicembre 2011 n.214, anche per il personale del comparto sicurezza ­ difesa , vigili del fuoco, soccorso pubblico ­ i requisiti anagrafici e contributivi previsti per l’accesso al pensionamento a domanda sono incrementati di tre mesi e con D.M. del 16 dicembre 2014, pubblicato in G.U. n.301 del 1° gennaio 2016, i requisti di accesso sono ulteriormente incrementati di 4 mesi con decorrenza dalla predetta data. Dall’1.1.2011 ai sensi dell’art. 12 c.2 del D.L. 78/2010 convertito con legge 122/2010 anche ai suddetti requisiti , se non maturati entro il 31.12.2010 , si applica la “finestra mobile” ( differimento dell’accesso al pensionamento di 12 mesi) , mentre con il solo requisito contributivo di 40 anni di anzianità contributive il differimento è cosi stabilito: 1 mese nel 2012; 2 mesi nel 2013 e 3 mesi nel 2014. La domanda deve essere presentata, anche per via telematica all’Inps, almeno cinque mesi prima della data di cessazione dal servizio. In ogni caso la domanda di pensione non può essere presentata prima di dodici mesi della data indicata per l’accesso la pensionamento di anzianità. Dal 1° ottobre 2005 l’INPDAP (ora INPS ex gestione

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INPDAP) è subentrato all’Amministrazione Centrale ed agli uffici periferici nella liquidazione dei trattamenti pensionistici ( L.335/1995 art.2 c.1 ; circolari INPDAP nr.67 del 16 dicembre 2004 e nr.6 del 23 marzo 2005). PENSIONE PER DESTITUZIONE Il personale della Polizia di Stato destituito dal servizio acquisisce il diritto al trattamento pensionistico di quiescenza ordinario allorquando raggiunga i medesimi requisiti previsti per l’accesso al trattamento pensionistico di anzianità, ovvero i soli requisiti di anzianità contributiva fissati in 40 anni, oppure i 57 anni di età unitamente ai 35 anni di contributi oppure i 53 anni di età ed il massimo di anzianità contributiva previsti dall’ordinamento di appartenenza. Il quadro così delineato determina evidentemente la necessità di consulenza tramite il patronato INCA e lo SPI della CGIL, per effetto di numerosi interventi correttivi in materia introdotti per primo nel 1992 e sesseguitisi fino al 2011 uniti alle diverse modifiche dei criteri di calcolo dei trattamenti pensionistici, e da ultimo quello previsto nell’art.1 c.707 e 708 della Legge 190/2014 (Legge di stabilità 2015), la cui eventuale applicabilità al comparto che non appare compatibile, stante la specificità determinata per legge, dovrà essere disciplinata dall’INPS in sede di circolare esplicativa al momento non ancora emanata. Appare perciò opportuno il ricorso al patronato, per un riscontro sia sui requisiti di accesso che sul “quantum” nonché sulla valutazione di aderire o meno in futuro alla previdenza complementare e maggiormente in caso di dispensa nell’ipotesi di optare per il passaggio ad altre amministrazioni in caso di inidoneità al servizio.


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