FOCUS ECONOMIA TOSCANA
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
! ! ! ! ! ! ! ! ! !
Occupazione/Disoccupazione Mobilità Cassa Integrazione Guadagni Cassa Integrazione in Deroga Produzione Industriale Export Turismo Redditi Consumi Credito
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA
CGIL TOSCANA
FOCUS ECONOMIA TOSCANA
IR
S
TO S C A N A
www.irestoscana.it
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 2
FOCUS ECONOMIA TOSCANA L’esigenza di un cambiamento strategico Cosa dobbiamo aspettarci per capire una volta per tutte che le ricette fin qui prescritte non sono in grado di farci uscire da questa maledetta crisi? La politica e i protagonisti della nostra economia e della finanza devono prendere atto dell'esigenza di un cambio sostanziale di strategia, peraltro, già avviato in paesi come gli USA. Le soluzioni collegate al pareggio di bilancio e all'aumento del grado di flessibilità della società e del lavoro, non solo stanno creando nuove povertà con conseguenze devastanti e con rischi di disgregazione sociale da non prendere con leggerezza, ma non risolvono il problema di tutti i problemi: l'avvio di una nuova e sempre più lontana fase di crescita economica. I dati che presentiamo in quest'ultimo numero di Focus Economia Toscana confermano questa ormai inesorabile diagnosi. Anche nella nostra regione, che, per altri aspetti si mantiene ancora nel novero delle regioni con maggiori potenzialità di reazione alla crisi, la situazione di disagio sia economico che sociale permane stabilmente, anzi, per certi aspetti peggiora. E ciò a dispetto di quelle politiche sostenute negli ultimi due anni dalle autorità centrali che avrebbero dovuto accompagnarci verso una fase più positiva. L'esempio macroscopico di questo paradosso è il complesso dei dati sul mercato del lavoro che dimostra come, nonostante le attese in relazione all'offerta , la riforma Fornero, anche nella nostra regione, non ha avuto il minimo effetto Fonti: rispetto a quanto proclamato. Anzi la situazione in Toscana, come nelle altre Banca d’Italia regioni, corre decisamente verso il peggio. I dati sulla cassa integrazione (al di la Cgil Toscana delle precauzioni dell'INPS a seguito dell'aggiornamento sui dati del suo Confindustria osservatorio) ci dicono che siamo ormai ampiamente oltre il tetto toccato nel INPS 2010 (annus orribilis!). E il dato si riferisce solo alle domande autorizzate. Se a IRPET queste aggiungiamo le domande invase per mancanza di fondi della CIG in ISTAT Regione Toscana deroga la situazione è decisamente allarmante. Gli stessi avviamenti subiscono una frenata dopo un anno di leggero incremento che ha visto crescere il lavoro Unioncamere precario e diminuire quello stabile. Diminuiscono il tasso di occupazione e il tasso di attività. Aumenta il tasso di disoccupazione fino al 9,70%.
creazione di lavoro. La crescita occupazionale si ottiene da forti politiche di investimento che consolidino e facciano aumentare le nostre capacità produttive, e non da politiche che le riducano come avviene oggi. In questa prospettiva, a conferma di tutto ciò, il dato sulla produzione industriale, contrariamente alle aspettative, risulta essere ancora negativo (tendenza che si conferma ormai d 6 trimestri!) e ci fa sprofondare oltre il dato del 2009. E l'export, che nelle rilevazioni passate agiva in controtendenza, questa volta non ci da i risultati attesi. Nel primo trimestre di quest'anno il valore delle esportazioni in toscana è diminuito dello 06% rispetto allo stesso periodo del 2012. Un dato leggermente migliore di quello nazionale (- 7%) ma che ci pone di fronti a nuovi interrogativi sulle possibilità di uscita dal tunnel. Il dato negativo dell'export deriva principalmente dal settore metalmeccanico (oro in particolare). Vanno meglio invece le cose nel TAC. La situazione non migliora nella dinamica dei redditi e dei consumi. Se a tutto ciò aggiungiamo le difficoltà del settore bancario che vede ormai una tendenza stabilizzata all'aumento delle sofferenze, all'indebitamento delle famiglie e delle imprese e alla riduzione degli impieghi il quadro è di quelli da prendere decisamente sul serio. La politica, le istituzioni, le forze sociali, devono prendere atto della necessità del cambio e progettare una nuova fase che dia più impulso a una nuova crescita. Nel contempo è necessario affrontare le nuove sfide sociali legate al progressivo impoverimento della classe media lavorativa e produttiva che noi prossimi mesi può provocare notevoli dissesti anche nella nostra Toscana.
Il Direttore Fabio Giovagnoli
Tutto questo a riprova del fatto che la crescita occupazionale non si ottiene con interventi mercatolavoristici i quali, in certe occasioni e a determinate condizioni, possono solo favorire un miglior accompagnamento di azioni reali volte alla
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 3
Il Presidente Emanuele Berretti
Mercato del Lavoro: principali indicatori I 2012
I 2013
Var. %
Var. Assoluta
1.543.879
1.507.392
-2,36%
-36.487
Maschi
874.908
850.902
-2,74%
-24.006
Femmine
668.971
656.490
-1,87%
-12.481
1.092.775
1.073.548
-1,76%
-19.227
451.104
433.844
-3,83%
-17.260
I 2012
I 2013
Var. %
Var. Assoluta
141.404
161.733
14,38%
20.329
Forze di lavoro
1.685.283
1.669.125
-0,96%
-16.158
Inattivi (15-64)
736.091
743.783
1,04%
7.692
3.262.024
3.269.444
0,23%
7.420
8,40%
9,70%
1,30%
Tasso di occupazione (15-64)*
63,30%
62,00%
-1,30%
Tasso di attività (15-64)*
69,20%
68,80%
-0,40%
Occupati Occupati totali
Dipendenti Autonomi
Disoccupati
Popolazione>15 anni Tasso di disoccupazione*
Si ridimensiona la base occupazionale regionale a cura di Franco Bortolotti La rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro di Istat mostra quanto la tenuta che aveva caratterizzato il mercato del lavoro regionale negli ultimi due trimestri del 2012 fosse gracile con una diminuzione tendenziale dell’occupazione del 2,4% che corrisponde a circa 37mila posti di lavoro persi rispetto al primo trimestre del 2012. La caduta della base occupazionale dovuta al maggior calo della componente maschile (-2,7%) anche se le femmine diminuiscono dell’1,9%. Riguardo alle modalità di lavoro maggiormente negativo è stato l’apporto del lavoro autonomo (-3,8%) rispetto a quello dipendente (-1,8%); nell’ultimo trimestre del 2012 il lavoro autonomo aveva già iniziato la propria discesa (-4,6%). Il tasso di occupazione scende dal 63,3% al 62% perdendo 1,3punti percentuali. Nei confronti del massimo pre-crisi misurato al terzo trimestre del 2008 persiste un differenziale negativo pari a circa 91mila posti di lavoro ancora da recuperare (-5,7%). Le persone in cerca di lavoro continuano ad aumentare in termini sostenuti, su base tendenziale (+14,4%), arrivando a 161mila e 700unità con un tasso di crescita maggiore di quanto rilevato nel precedente trimestre (da +4,7% a +14,4%) portando il tasso di disoccupazione al 9,7%;piuttosto elevato è risultato il contributo della componente femminile (+19,3%; maschi +9,4%). Alla base delle criticità presenti sul mercato del lavoro toscano, sembrerebbero operare in maniera congiunta due fenomeni, che potrebbero apparire contrapposti: l’effetto disoccupato aggiuntivo e l’effetto scoraggiamento. Il primo ha portato il tasso di disoccupazione al 9,7% e il secondo è testimoniato da un incremento degli inattivi in età da lavoro dell’1% andando di fatto a sterilizzare l’effetto della maggiore disoccupazione sul tasso di attività che si riduce (da 69,2% a 68,8%).
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 4
Mercato del Lavoro: Occupati per macrosettore I 2012
II 2012
III 2012
IV 2012
I 2013
43.620
48.654
49.568
51.304
47.116
429.074
414.087
404.882
398.507
415.610
In senso stretto
299.851
288.127
285.797
282.188
288.856
Costruzioni
129.223
125.960
119.085
116.319
126.754
1.071.185
1.102.944
1.120.524
1.104.285
1.044.666
Commercio, alberghi e ristoranti
333.857
365.859
351.811
325.382
315.398
Altre attività dei servizi
737.328
737.085
768.713
778.903
729.268
1.543.879
1.565.684
1.574.975
1.554.097
1.507.392
Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria:
Servizi
Totale
La perdita si distribuisce tra i vari comparti, ma l’industria in senso stretto e le attività commerciali -ricettive ne risentono in misura maggiore
Variazioni in valore I trim 2012 – I trim 2013 Agricoltura, silvicoltura e pesca
a cura di Franco Bortolotti Osservando l’andamento dei macrosettori di attività, emerge chiaramente come la riduzione di occupati tenda a concentrarsi nelle costruzioni e nelle attività terziarie; queste ultime almeno fino al terzo trimestre del 2012 erano riuscite a controbilanciare la contrazione occupazionale dei settori industriali rappresentando un buon argine nei confronti del crollo dell’occupazione. Ma in questo inizio d’anno il terziario commerciale ha perso circa 18mila e 500 addetti e le altre attività dei servizi circa 8mila; per l’industria in senso stretto la diminuzione è stata di circa 11mila unità (-3,7%). Più contenuto il calo di occupati nelle costruzioni dopo il pesante crollo del precedente trimestre (da -12% a -1,9%; circa 2mila e 800 in meno); per l’agricoltura all’opposto si rileva un aumento corrispondente a 3mila e 500 occupati in più .
Costruzioni
Altre attività dei servizi
Industria in senso stretto
Commercio, alberghi e ristoranti -20.000
-15.000
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 5
-10.000
-5.000
0
5.000
Dinamica Occupati: confronto con l’Italia Variazioni tendenziali trimestrali occupati
Toscana
Centro
Italia
1,5% 1,0% 0,5% 0% -0,5% -1,0% -1,5% -2,0% -2,5% -3,0% 2009
2010
2011
2012
Toscana
Tasso di occupazione: medie mobili
2013
Centro
Italia
66 65 64 63 62 61 60 59 58 57 56 2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 6
2011
2012
2013
Dinamica Occupati: confronto con l’Italia Tasso di disoccupazione: medie mobili
Toscana
Centro
Italia
12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Disoccupati, dinamica trimestrale Dati destagionalizzati (NI I trim 2008=100) 190 181 172 163 154 145 136 127 118 109 100
Toscana
2009
2010
2011
2012
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 7
Centro
Italia
2013
Flusso Iscritti alle liste di MobilitĂ ISCRIZIONI
2010
2011
di cui donne
2012
di cui donne
2012/ 2011
2012/ 2010
di cui donne
var.%
di cui donne
var.%
di cui donne
Arezzo
2.169
1.024
2.402
1.086
3.019
1.240
25,7
14,2
39,2
21,1
Firenze
6.278
2.766
6.031
2.606
7.771
3.280
52,4
44,0
41,4
23,5
Grosseto
1.101
386
1.486
545
1.856
650
24,9
19,3
68,6
68,4
Livorno
2.076
711
2.243
833
2.389
859
6,5
3,1
15,1
20,8
Lucca
2.277
837
2.455
883
3.041
1.167
23,9
32,2
33,6
39,4
Massa Carrara
1.854
409
1.502
466
1.751
521
16,6
11,8
-5,6
27,4
Pisa
2.423
936
2.524
994
3.115
1.150
23,4
15,7
28,6
22,9
Pistoia
1.848
732
1.918
765
2.503
1.060
30,5
38,6
35,4
44,8
Prato
2.191
908
2.037
913
2.480
971
21,7
6,4
13,2
6,9
Siena
1.204
438
1.315
513
1.874
699
42,5
36,3
55,6
59,6
23.421
9.147
23.913
9.604
29.799
11.597
24,6
20,8
27,2
26,8
Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 8
Stock iscritti alle liste di MobilitĂ Stock al 31/12
2010
2011
di cui donne
2012
di cui donne
2012/ 2011
2012/ 2010
di cui donne
var.%
di cui donne
var.%
di cui donne
Arezzo
3.925
1.835
4.285
2.003
5.135
2.268
19,8
13,2
30,8
23,6
Firenze
11.016
5.266
11.575
5.347
12.939
5.827
18,2
8,9
27,2
10,7
Grosseto
1.967
875
2.401
967
3.012
1.145
25,4
18,4
53,1
30,9
Livorno
3.474
1.238
4.180
1.533
4.315
1.637
3,2
6,8
24,2
32,2
Lucca
3.794
1.550
4.526
1.726
5.198
2.003
14,8
16,0
37,0
29,2
Massa Carrara
3.034
772
3.216
887
3.306
959
2,8
8,1
9,0
24,2
Pisa
4.356
1.738
4.575
1.894
5.264
2.047
15,1
8,1
20,8
17,8
Pistoia
3.400
1.599
3.583
1.506
4.277
1.803
19,4
19,7
25,8
12,8
Prato
4.374
1.896
3.932
1.764
4.083
1.732
3,8
-1,8
-6,7
-8,6
Siena
1.999
818
2.417
996
2.971
1.171
22,9
17,6
48,6
43,2
41.339
17.587
44.690
18.623
50.500
20.592
13,0
10,6
22,2
17,1
Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 9
Avviamenti AVVIAMENTI
2010
2011
di cui donne
2012
di cui donne
2012/ 2011
2012/ 2010
di cui donne
var.%
di cui donne
var.%
di cui donne
Arezzo
54.174
27.640
54.527
27.911
49.222
24.893
-9,7
-10,8
-9,1
-9,9
Firenze
215.381
109.762
219.740
112.587
216.891
112.433
-4,8
-1,7
-1,3
4,2
Grosseto
48.778
24.092
48.508
24.073
49.461
25.045
2,0
4,0
1,4
4,0
Livorno
73.202
41.396
74.106
43.903
70.957
42.889
-4,2
-2,3
-3,1
3,6
Lucca
68.220
38.935
67.970
38.565
68.397
38.704
0,6
0,4
0,3
-0,6
Massa Carrara
24.872
13.695
24.012
12.722
25.354
13.367
5,6
5,1
1,9
-2,4
Pisa
74.673
39.432
78.302
40.676
72.878
38.479
-6,9
-5,4
-2,4
-2,4
Pistoia
36.409
20.642
36.232
20.966
38.022
22.112
4,9
5,5
4,4
7,1
Prato
45.358
23.707
48.372
25.362
47.227
24.853
-2,4
-2,0
4,1
4,8
Siena
61.083
29.932
59.594
29.943
57.307
29.277
-3,8
-2,2
-6,2
-2,2
702.150
369.233
711.363
376.708
695.716
372.052
-2,2
-1,2
-0,9
0,8
Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 10
Avviamenti per tipologie contrattuali Avviamenti per Tipologie Contrattuali
2010
incidenza %
2011
incidenza %
2012
incidenza %
Lavoro a tempo indeterminato
81.640
12%
82.424
12%
82.195
12%
-0,3
0,68
Lavoro a tempo determinato
355.675
51%
346.994
49%
348.466
50%
0,4
-2,03
Apprendistato
28.764
4%
27.919
4%
24.490
4%
-12,3
-14,86
Lavoro a progetto/co.co.co.
46.641
7%
46.154
6%
38.151
5%
-17,3
-18,20
Somministrazione
72.344
10%
72.410
10%
65.700
9%
-9,3
-9,18
Associazione in partecipazione
5.795
1%
5.639
1%
5.474
1%
-2,9
-5,54
Lavoro intermittente
43.496
6%
60.882
9%
64.003
9%
5,1
47,15
Lavoro occasionale
17.922
3%
16.418
2%
14.991
2%
-8,7
-16,35
Lavoro domestico e di cura
29.495
4%
33.670
5%
34.937
5%
3,8
18,45
Altre forme
6.624
1%
6.540
1%
7.016
1%
7,3
5,92
Tirocinio
12.930
2%
11.500
2%
9.528
1%
-17,1
-26,31
702.150
100%
711.363
100%
695.716
100%
-2,2
-0,92
Totale Avviamenti
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 11
2012/2011 2012/2010
Avviamenti - prima e dopo legge 92 Primi effetti delle Riforme introdotte dalla legge 92 a cura di Valter Bartolini Il Pur nella parzialità del dato, la legge 92 è entrata in vigore solo il 18 Luglio, si notano, oltre alla ulteriore diminuzione degli avviamenti per la debolezza della domanda di lavoro, gli effetti in chiaro scuro delle modifiche introdotte in materia di tipologie contrattuali. Si riducono molto le Collaborazioni a progetto, più tutelate con la L 92, mentre aumentano sia i tempi indeterminati sia i tempi determinati, questi ultimi per effetto della acuasalità. Tra le forme più atipiche si dimezza il lavoro a chiamata ma cresce prepotentemente il lavoro occasionale e, in misura ridotta la collaborazione a Partite IVA. Da valutare con attenzione il calo dell'apprendistato che, nel periodo considerato, è stato oggetto di una modifica normativa e di un regime transitorio per la formazione esterna che potrebbe aver indotto le aziende ad una certa cautela nel ricorrervi.
Avviamenti per Tipologie Contrattuali
II° semestre 2011
incidenza %
I° semestre 2012
incidenza %
II° semestre 2012
incidenza %
II°/I° sem. 2012
Lavoro a tempo indeterminato
38.400
12%
38.005
10%
44.190
14%
15,1%
Lavoro a tempo determinato
159.175
49%
182.094
49%
166.372
52%
4,5%
Apprendistato
11.698
4%
13.889
4%
10.591
3%
-9,5%
Lavoro a progetto/co.co.co.
20.966
6%
22.750
6%
15.275
5%
-27,1%
Somministrazione
31.799
10%
34.833
9%
30.867
10%
-2,9%
Associazione in partecipazione
2.924
1%
2.735
1%
2.739
1%
-6,3%
Lavoro intermittente
29.031
9%
44.804
12%
19.199
6%
-33,9%
Lavoro occasionale
8.138
2%
7.327
2%
7.664
2%
-5,8%
Lavoro domestico e di cura
16.206
5%
19.389
5%
15.548
5%
-4,1%
Altre forme
3.161
1%
3.348
1%
3.668
1%
16,0%
Tirocinio
4.337
1%
5.148
1%
4.380
1%
1,0%
325.835
100%
374.322
100%
320.493
100%
-1,6%
Totale Avviamenti
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 12
Cassa Integrazione Guadagni “reale” Come sarebbero i dati se si considerassero per la CIGD le domande pervenute fino a maggio e non autorizzate per assenza di finanziamenti. In questa tabella, abbiamo riportato i dati relativi alla cassa integrazione, comprensivi delle richieste di cassa in deroga presentate ma non accolte in seguito al blocco dei finanziamenti. L'operazione è tutt'altro che arbitraria, perché in costanza di risorse le domande sarebbero già state approvate e statisticate dall'INPS. Possiamo quindi affermare che anche la cassa in deroga, sia pure in misura lievemente minore della straordinaria e dell'ordinaria, con una crescita di oltre il 30% concorre in modo determinante a raggiungere un vero e proprio record negativo con oltre 32.000.000 di ore nel primo semestre che proiettate su base annua ci porteranno a superare 70.000.000 di ore a fine 2013 ( 54.000.000 circa 2012). L'anno in corso dunque, come da previsioni, si conferma il peggiore dall'inizio della crisi per i riflessi sociali ed occupazionali.
Toscana
I° semestre 2010
I° semestre 2011
I° semestre 2012
2013/2012
2013/2011
CIGO
5.552.107
5.144.607
7.428.386
44,4
33,8
CIGS
8.636.196
8.343.663
11.542.954
38,3
33,7
CIGD*
10.128.157
9.853.445
13.482.136
36,8
33,1
Totale
24.316.460
23.341.715
32.453.476
39,0
33,5
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 13
Cassa Integrazione Guadagni ORE DI CIG ORDINARIA, STRAORDINARIA E IN DEROGA 5.000.000 4.500.000 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000
0
G 2009 F M A M G L A S O N D G 2010 F M A M G L A S O N D G 2011 F M A M G L A S O N D G 2012 F M A M G L A S O N D G F M A M G
500.000
Cigo
Cigs
Cigd
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 14
Perché cala la Cig in deroga a cura di Franco Bortolotti Le ore di cassa integrazione sono utilizzate come indicatore dell’andamento congiunturale: se aumentano, significa che le aziende aumentano i periodi in cui “sono ferme”; negli ultimi mesi però pesano molto le vicissitudini amministrative della Cig in deroga, sospesa per mancanza di fondi: apparenti miglioramenti possono allora essere spiegati non con il minor numero di aziende in crisi ma con la mancanza di fondi per finanziare il ricorso alla Cig per i lavoratori temporaneamente inattivi. E’ questo il motivo per cui la Cig in deroga nel maggio 2013 è, in Toscana, un quarto rispetto allo stesso mese del 2012, e nel giugno è un trentatreesimo rispetto al 2012 (in pratica, sono finiti i fondi). Nonostante questo, e nonostante che il picco di aumento della cig sia intercorso fra novembre 2012 e gennaio 2013, il dato dei primi sei mesi dell’anno (26,5 milioni) supera del 13% quello del primo semestre 2012, ed è perfino maggiore del dato del 2010 (26,3 milioni di ore), finora anno record della crisi.
Cassa Integrazione Guadagni Settore Edile +44%
ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTORE (I Sem.) CIG – Toscana
a cura di Franco Bortolotti
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
1.065.825
1.314.587
1.690.501
1.163.383
6.341.421
8.356.389
6.878.003
6.507.451
6.933.150
22.291
24.421
49.493
45.825
163.785
563.529
502.354
611.161
720.119
1.484.917
1.628.254
1.185.942
1.535.947
3.118.282
7.423.525
5.375.952
3.947.742
4.252.737
CHIMICA
69.664
60.814
131.728
39.159
758.586
961.655
767.313
929.305
770.129
EDILIZIA
1.243.084
1.973.518
1.045.041
1.019.747
2.574.532
3.198.489
3.618.782
3.796.330
5.475.446
TRASPORTI
72.503
101.670
110.665
116.976
640.392
559.550
812.861
569.272
864.399
COMMERCIO
19.113
32.050
9.607
41.519
24.052
714.859
853.627
1.362.719
1.927.476
LEGNO
128.589
88.052
32.201
53.119
300.051
1.171.803
1.325.332
1.408.462
1.280.135
LAPIDEO E MINERALI
528.652
393.358
389.996
329.777
874.968
1.658.416
1.881.009
1.938.366
2.315.668
ALTRO
112.489
27.266
106.667
78.207
267.996
1.697.644
2.301.227
2.270.907
1.950.631
TOTALE
4.747.127
5.643.990
4.751.841
4.423.659 15.064.065
26.305.859
24.316.460 23.341.715 26.489.890
METALMECCANICHE CARTA - EDITORIA TAC
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 15
Le ore autorizzate di cassa integrazione passano dai 23,3 milioni del primo semestre 2012 ai 26,5 milioni del semestre passato. Il settore che ha maggiormente determinato questa situazione negativa è quello edile, con circa 4,5 milioni di ore (+44% rispetto allo stesso semestre del 2012). Sia la metalmeccanica che l’industria TAC hanno aumentato del 7/8% (in valori assoluti di 300.000/400.000 ore) il dato dello scorso anno. Mentre l’industria chimica vede un utilizzo della Cig diminuito del 17% (150mila ore), i settori con i maggiori livelli di incremento sono adesso nel terziario: i trasporti (300mila ore in più, +52%) e il commercio (+550mila ore, +41%). La diffusione della Cig ai settori terziari indica la pervasività della crisi ed il suo spostarsi sul lato delle famiglie e delle aspettative di consumo.
Cassa Integrazione Guadagni In Toscana quasi il 5% CIG nazionale
RAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIA
a cura di Franco Bortolotti
RAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIA
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
METALMECCANICHE
2,2%
3,2%
5,1%
3,8%
3,3%
2,7%
3,3%
3,6%
3,3%
CARTA - EDITORIA
0,9%
1,0%
1,7%
2,3%
2,8%
4,2%
4,5%
4,6%
5,3%
TAC
6,5%
6,2%
6,1%
7,5%
6,6%
9,0%
8,3%
7,1%
8,2%
CHIMICA
0,9%
0,9%
2,2%
0,5%
2,7%
2,7%
2,9%
2,9%
2,2%
EDILIZIA
4,6%
6,5%
5,3%
4,8%
6,5%
6,2%
6,7%
5,5%
7,0%
TRASPORTI
2,1%
3,1%
4,4%
3,2%
2,8%
2,9%
3,9%
2,4%
4,5%
COMMERCIO
1,8%
3,2%
2,6%
4,0%
1,0%
3,8%
4,7%
4,9%
5,8%
LEGNO
7,6%
3,7%
2,9%
2,3%
2,9%
4,8%
5,6%
5,3%
4,4%
13,3%
8,0%
12,9%
8,4%
6,0%
6,1%
7,4%
6,9%
8,0%
ALTRO
3,7%
0,7%
2,4%
1,3%
2,5%
3,7%
4,2%
3,5%
3,8%
TOTALE
3,9%
4,6%
5,1%
4,5%
4,1%
4,2%
4,8%
4,5%
4,8%
LAPIDEO E MINERALI
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 16
Il settore edile è in crisi in tutt’Italia, ma il dato toscano segna una specifica virulenza della crisi, giacché la quota di ore di cig sul totale nazionale ha raggiunto nel settore il 7% (era fra il 4% e il 6%, negli anni precedenti). Diminuisce leggermente la quota toscana della cig metalmeccanica (dal 3,6% al 3,3%) e quella TAC aumenta (dal 7,1% all’8,2%). La parte della Toscana nella Cig totale nazionale aumenta, nel primo semestre, anche nei settori lapideo-minerali, nel commercio, nell’editorialecartario e nei trasporti.
Cassa Integrazione Guadagni POSTI DI LAVORO EQUIVALENTI SETTORI METALMECCANICHE
Massa Carrara
Lucca
Pistoia
Firenze
Livorno
Pisa
Arezzo
Siena
350
2.050
400
2.500
1.100
1.650
1.050
1.100
400
300
600
1.300
550
400
250
CARTA - EDITORIA TAC
450
CHIMICA EDILIZIA
900
500
TRASPORTI COMMERCIO LEGNO
300
Grosseto
Prato
Totale
10.400 1.100
2.750
500
250
400
650
350
750
2.250
6.400 1.150
1.100
700
450
400
8.200
300
1.300
1.000
500
2.900
300
550
250
1.900
1.050
700
850
3.450
250
250
250
2.950
LAPIDEO E MINERALI
250
ALTRO
400
250
800
TOTALE
1.200
4.950
2.850
10.650
2.600
4.050
5.250
3.500
1.500
3.200
39.750
cassintegrati / dipendenti
2,3%
5,2%
3,9%
3,4%
2,5%
3,2%
4,8%
4,1%
2,5%
3,8%
3,6%
40.000 Posti di lavoro. Nei primi sei mesi del 2013 il bacino dei cassaintegrati “teorici” (cioè il numero di ore integrate “tradotto” in lavoratori medi, tenuto conto dell’orario medio di lavoro) è nuovamente cresciuto, passando dai circa 35mila del primo trimestre ai circa 40mila dei primi sei mesi. Di questi, 10400 circa sono metalmeccanici, 8.200 edili e 6.400 tessili (o lavoratori dell’insieme del TAC). Quasi 3500 sono i “cassintegrati teorici” attribuibili al lapideo e alle lavorazioni dei minerali non metalliferi (anche questi settori legati al ciclo di produzione dell’edilizia. Dal punto di vista territoriale, accanto al dato fiorentino (oltre 10.500 cassintegrati teorici, il 3,4% dei dipendenti della provincia), emergono le province di Arezzo e Lucca (entrambe le province hanno circa 5mila cassintegrati teorici corrispondenti a ben il 5% dei dipendenti totali), mentre Livorno, Massa-Carrara e Grosseto hanno un livello di cassintegrati inferiore al 3% dei dipendenti totali. CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 17
Cassa Integrazione Guadagni ORE CIG PER PROVINCIA E SETTORE (I° Semestre) SETTORI
Massa Carrara
Lucca
Pistoia
Firenze
Livorno
Pisa
Arezzo
METALMECCANICHE
218.409
1.372.351
266.614
1.670.036
727.596
1.111.817
689.870
738.557
4.924
126.579
275.306
211.305
3.622
59.826
3.794
27.961
302.726
400.888
853.520
4.541
372.842
CHIMICA
5.728
143.213
84.222
265.610
41.668
EDILIZIA
156.540
597.275
327.372
1.847.249
TRASPORTI
19.539
78.514
13.829
COMMERCIO
68.856
148.931
LEGNO
80.624
LAPIDEO E MINERALI
Prato
Totale
71.603
66.297
6.933.150
12.756
5.800
16.207
720.119
496.005
45.185
243.876
1.505.193
4.252.737
157.944
19.341
24.768
23.288
4.347
770.129
334.503
424.442
721.632
481.457
314.284
270.692
5.475.446
157.082
259.149
51.938
203.570
40.649
4.066
36.063
864.399
128.072
683.011
109.315
109.595
346.161
100.177
140.695
92.663
1.927.476
94.059
188.501
201.542
9.558
141.051
381.015
158.560
10.383
14.842
1.280.135
112.073
169.157
48.317
699.949
118.133
84.621
462.639
560.942
47.350
12.487
2.315.668
ALTRO
119.719
270.526
156.769
521.941
132.556
178.529
171.990
159.853
126.355
112.393
1.950.631
TOTALE
814.373
3.303.331
1.889.890
7.111.245
CARTA - EDITORIA TAC
Siena Grosseto
1.740.641 2.692.605 3.496.017 2.322.904
987.700 2.131.184 26.489.890*
Nella meccanica ed in edilizia il maggior numero di ore. L’articolazione territoriale della cassa integrazione vede nel settore metalmeccanico la prevalenza dei dati delle province di Firenze (1,67 milioni di ore nel primo semestre 2013), Lucca (1,37) Pisa (1,11). Nel settore dell’edilizia le ore di Cig nel primo trimestre superano un milione e ottocentomila a Firenze, superano le settecentomila ad Arezzo e raggiungono quasi le seicentomila a Lucca. Nel comparto Tac la Cig si concentra nuovamente a Prato (1,5 milioni di ore), Firenze (850mila), e Arezzo (quasi 500mila ore nel primo semestre). Nel settore lapideo-lavorazione minerali non metalliferi le province maggiormente colpite dalla Cig sono Firenze (700mila) e Siena (oltre 560mila). *Dati al netto di quanto riportato nella slide 13 CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 18
Cassa Integrazione Guadagni 2013 (I° Semestre)
Centrale Meridionale
METALMECCANICHE
Cresce la CIG nelle tre Aree Vaste.
2012 (I° Semestre)
Costiera
Centrale Meridionale
a cura di Franco Bortolotti
Costiera
2.002.947
1.500.030
3.430.173
2.556.347
1.700.057
2.251.047
502.818
22.350
194.951
421.455
22.217
167.489
2.759.601
785.066
708.070
2.997.028
596.945
353.769
CHIMICA
354.179
67.397
348.553
477.748
53.052
398.505
EDILIZIA
2.445.313
1.517.373
1.512.760
1.554.629
1.188.140
1.053.561
TRASPORTI
206.974
248.285
409.140
249.041
61.155
259.076
COMMERCIO
903.746
587.033
436.697
611.962
334.615
416.142
LEGNO
404.885
549.958
325.292
606.813
431.246
370.403
LAPIDEO E MINERALI
760.753
1.070.931
483.984
252.714
840.633
845.019
ALTRO
791.103
458.198
701.330
844.755
419.184
1.006.968
11.132.319
6.806.621
8.550.950
10.572.492
5.647.244
7.121.979
CARTA - EDITORIA TAC
TOTALE
Nella Toscana Centrale la Cig è aumentata circa del 5% (600mila in valori assoluti) rispetto al primo semestre 2012; nelle altre due aree vaste l’incremento si attesta intorno al 20% (in valori assoluti, cresce in entrambe le aree di oltre un milione di ore). La Cassa Integrazione cresce nel settore metalmeccanico di oltre un milione di ore nell’area costiera, mentre diminuisce nella Toscana Centrale (di cinquecentomila unità) e nella Toscana Meridionale (duecentomila unità in meno). Le ore integrate in edilizia crescono in tutte e tre le aree, ma soprattutto nella Toscana Centrale (di circa 900mila unità); nel TAC le ore integrate aumentano di 350mila nella Toscana costiera, di 200mila nella Toscana meridionale e diminuiscono di 200mila nella Toscana centrale. Infine il settore lapideo e delle lavorazioni non metallifere vede un aumento di 400mila ore nella Toscana Centrale, uno di 200mila nella Toscana Meridionale e una diminuzione di oltre 350mila unità nella Toscana Costiera.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 19
Cassa Integrazione Guadagni VARIAZIONI 2013/2012 (I° Semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTORE SETTORI
Massa Carrara
Lucca
Pistoia
Firenze
Livorno
Pisa
Arezzo
METALMECCANICHE
-197.019
995.069
61.919
-550.836
-241.619
622.695
-363.949
160.141
-15.794
2.151
120.973
-40.829
-6.009
47.114
-2.107
6.066
135.500
-366.985
-77.688
2.785
209.950
CHIMICA
-85.838
-65.320
-233.998
130.125
-932
EDILIZIA
-126.728
259.594
38.711
738.803
TRASPORTI
-11.311
-1.881
-12.596
COMMERCIO
-48.708
-8.261
LEGNO
38.114
LAPIDEO E MINERALI
Prato
Totale
3.781
-64.483
425.699
5.404
-3.164
1.219
108.958
-10.644
-30.628
229.393
207.246
304.995
102.138
2.682
10.362
1.301
-19.696
-159.176
74.151
252.182
224.929
121.507
-17.203
113.170
1.679.116
18.273
169.130
-5.874
176.691
16.179
-5.740
-47.744
295.127
2.215
259.328
6.150
71.374
210.038
15.841
26.539
30.241
564.757
-59.855
-155.454
-48.959
3.062
-26.432
150.324
-29.889
-1.723
2.485
-128.327
-8.407
-2.888
36.566
471.613
100.508
-450.248
184.230
55.048
-8.980
-140
377.302
ALTRO
-112.276
-179.183
636
-71.335
-91.395
77.216
12.204
43.732
-16.922
17.047
-320.276
TOTALE
-561.901
1.074.926
-508.013
828.495
15.831
900.115
584.398
367.697
207.282
239.345
3.148.175
variazione 2012-13
-40,8%
48,2%
-21,2%
13,2%
0,9%
50,2%
20,1%
18,8%
26,6%
12,7%
13,5%
CARTA - EDITORIA TAC
Siena Grosseto
Si aggrava la crisi a Lucca. A cura di Franco Bortolotti A livello delle singole province la Cig metalmeccanica aumenta essenzialmente a Lucca (quasi un milione di ore, buona parte per influenza della navalmeccanica della Versilia) e Pisa (oltre 600mila ore in più, peraltro a partire da un dato 2012 molto basso); diminuiscono invece le ore di cig metal meccaniche a Firenze (-560mila), Livorno (-240mila) e Massa (-200mila). Nel comparto TAC ancora una volta i dati peggiori sono relativi alla provincia di Lucca (+1,35 milioni di ore nel semestre, rispetto ai primi sei mesi 2012), con un notevole aumento a Grosseto (quasi 300mila ore, dovute presumibilmente ad una singola azienda in crisi), mentre a Pistoia diminuiscono di circa 366mila. La Cig nell’edilizia aumenta in tutte le province (salvo Massa-Carrara e Grosseto) ma soprattutto a Firenze (+738mila ore) e Lucca (circa +260mila). Le ore integrate aumentano fortemente nelle province di Livorno ed Arezzo (entrambe circa 150mila ore in più). Firenze (+260mila) e Arezzo (+210mila) sono le province di maggior incremento della Cig nel commercio. Nel settore del legno ad un incremento di 15mila ore a Arezzo si contrappone una uguale diminuzione a Pistoia. Infine nelle lavorazioni di vetro, ceramica, marmo e affini abbiamo un incremento a Firenze (+470mila) e Arezzo (+184mila) ed una diminuzione notevole (-450mila) a Pisa. Nel complesso gli incrementi più consistenti riguardano Lucca (+48%) e Pisa (+50%, ma in questo caso a partire da una base 2012 molto modesta), seguite da Grosseto (+27%) e Arezzo (+20%), mentre risulta in miglioramento la situazione di Pistoia (-21%) e soprattutto Massa (-41%); nel primo caso il dato risultante potrebbe essere il risultato della cadenza dei rinnovi della Cig, nel secondo potrebbe esservi l’influenza positiva dell’ampliamento delle attività di Nuovo Pignone - GE. CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 20
Cassa Integrazione Guadagni ORE AUTORIZZATE: 26.489.890
Ritorna la straordinaria. a cura di Franco Bortolotti
28%
28%
Nei primi sei mesi del 2013 la cassa integrazione straordinaria costituisce circa il 44% del totale delle ore integrate in Toscana, mentre ciascuna delle altre due modalitĂ di Cig costituisce circa il 28% del totale. Tuttavia, per i motivi ricordati in precedenza, il ruolo della Cig in deroga tende a ridursi (diminuzione del -24% rispetto al primo semestre 2012), mentre adesso cresce soprattutto la cassa integrazione ordinaria (+44%). La cassa in deroga rimane predominane a Massa Carrara (45% delle ore locali di Cig) e molto rilevante a Prato e Pistoia. In tutte le altre province salvo Grosseto
44% Ordinaria
Straordinaria
predomina la cassa integrazione straordinaria
Deroga
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 21
Cassa Integrazione in Deroga Tab. 1 - Distribuzione delle ore di CIGD autorizzate nel 2012 per ramo di attività economica e macro-mansione in Toscana. Ore Ore autorizzate autorizzate agli Impiegati agli Operai
Settori
Industria
Totale ore autorizzate
5.152.879
1.292.875
6.445.754
949.370
109.470
1.058.840
Artigianato
7.015.734
618.011
7.633.745
Commercio
3.018.378
2.381.744
5.400.122
98.182
73.309
171.491
16.234.54 3
4.475.409
20.709.952
Edilizia
Altro Totale
1% 26%
31%
5%
Industria Edilizia Artigianato Commercio Altro
Il consumo di ammortizzatori in deroga a cura di Enrico Fabbri I dati che seguono costituiscono un’analisi delle ore di cassa integrazione in deroga autorizzate dalla regione Toscana nel periodo del 2012 e dei primi tre mesi del 2013. L’obiettivo, infatti, è quello di comprendere la dimensione temporale dei periodi di sospensione / riduzione delle attività lavorative sia a livello macro – settoriale che a livello territoriale, indipendentemente dal numero dei lavoratori coinvolti (di cui si è ampiamente reso conto nei numeri precedenti di Focus Economia). L’analisi delle ore autorizzate in passato, infatti, è in grado di fornire importanti indicazioni ai fini di un valutazione indiretta di quanto i singoli settori e territori siano in crisi e quanto tali difficoltà pesino – anche in termini economici – sul sistema degli ammortizzatori sociali. Le ore totali di Cigd autorizzate in Toscana nel 2012(cfr. tab. 1), sono 20.709.952 (si tratta del 5.83% rispetto al totale di ore autorizzate in tutta Italia). Gli operai hanno un numero di ore maggiore rispetto a quella degli impiegati in tutti i settori produttivi considerati. Si noti, inoltre, che il settore dell’artigianato ha visto autorizzate il maggior numero di ore, il 36.9% rispetto a quelle totali, seguito da quello industriale (31%), commerciale (26%) ed edile (5.1%); i restanti settori hanno ottenuto in totale lo 0.8% di ore.
37%
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 22
Cassa Integrazione in Deroga Ore autorizzate agli Operai 3.366.958 1.900.771 1.337.271 541.266 969.260 591.269 968.629 768.276 751.130
Ore autorizzate agli Impiegati 605.486 229.203 209.594 618.024 166.740 534.488 36.722 86.135 96.470
Lavorazione minerali non metalliferi
721.564
94.211
815.775
Carta, stampa ed editoria
472.859 393.427 400.369 264.096
118.985 64.586 16.249 125.430
591.844 458.013 416.618 389.526
Intermediari (Agenzie viaggio, immobiliari, di brokeraggio, magazzini di custodia conto terzi)
87.653
254.717
342.370
Alberghi, pubblici esercizi e attività similari
275.704
53.988
329.692
Chimica, petrolchimica, gomma e materie plastiche
261.464
37.313
298.777
188.044 148.318 73.832
38.358 27.115 21.931
226.402 175.433 95.763
16.710
850
17.560
7.256 3.277 1.725.140 16.234.543
1.520 0 1.037.294 4.475.409
8.776 3.277 2.762.434 20.709.952
Classe di attività economica Meccaniche Tessili Legno Commercio all'ingrosso Abbigliamento Commercio al minuto Pelli, cuoio e calzature Installazione impianti per l'edilizia Trasporti e comunicazioni
Industria edile Artigianato edile Servizi
Alimentari Industria lapidei Metallurgiche Attività economiche connesse con l'agricoltura Artigianato lapidei Energia elettrica, gas e acqua Altro
Totale
Totale ore autorizzate 3.972.444 2.129.974 1.546.865 1.159.290 1.136.000 1.125.757 1.005.351 854.411 847.600
Distribuzione delle ore di CIGD autorizzate nel 2012 per classe di attività economica. a cura di Enrico Fabbri Gli ambiti economici in cui il consumo di CIGD è stato maggiore sono stati quelli della meccanica (che ha assorbito il 19,2% delle ore autorizzate), quello tessile (con un assorbimento dell’11,8% delle ore autorizzate) e il settore del legno (con un assorbimento del 10,3%).
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 23
Cassa Integrazione in Deroga Provincia
Edilizia
Artigianato
Commercio
Industria
Altro
Totale
Totale %
Arezzo
204.024
1.799.446
511.886
879.204
13.271
3.407.831
16,5%
Firenze
178.286
1.654.381
1.583.973
1.446.104
31.300
4.894.044
23,6%
Grosseto
69.558
191.400
205.010
70.259
69.538
605.765
2,9%
Livorno
36.749
276.745
376.351
536.554
0
1.226.399
5,9%
Lucca
91.268
836.586
741.666
562.517
18.539
2.250.576
10,9%
Massa Carrara
95.579
343.582
467.656
393.738
456
1.301.011
6,3%
Pisa
63.796
543.471
414.970
411.120
1.840
1.435.197
6,9%
Pistoia
138.354
895.798
404.794
789.415
10.342
2.238.703
10,8%
Prato
118.290
773.581
319.850
1.094.188
16.445
2.322.354
11,2%
Siena
62.936
318.755
373.966
262.655
9.760
1.028.072
5,0%
1.058.840
7.633.745
5.400.122
6.445.754
171.491
20.709.952
100,0%
Totale
Distribuzione delle ore di CIGD autorizzate nel 2012 per ramo di attività economica e Provincia. a cura di Enrico Fabbri La Provincia che nel corso del 2012 ha visto il maggior numero di ore autorizzate è stata Firenze. Il consumo si è concentrato soprattutto nel ramo dell’artigianato (per il 33,8%) come, del resto, è accaduto – seppur in maniera minore – nelle altre Province, che mediamente vedono prevalere l’artigianato con un valore pari al 34,7%.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 24
Cassa Integrazione in Deroga Andamento mensile delle ore CIGD autorizzate nel corso del 2012 per ramo di attività economica. a cura di Enrico Fabbri Il grafico seguente mostra l’andamento mensile delle ore autorizzate nei diversi rami di attività economica considerati dall’INPS nel corso del 2012. Il grafico indica un andamento piuttosto regolare dell’edilizia e picchi dei rami di artigianato, industria e commercio in concomitanza dei mesi di marzo, giugno, luglio e ottobre. Si noti che il consumo di ore dell’industria supera (seppur di poco) quello del commercio nei mesi di giugno e ottobre.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 25
Cassa Integrazione in Deroga Confronto su base mensile delle ore CIGD autorizzate di nel trimestre gen.- apr. nelle annualità 2012 e 2013. a cura di Enrico Fabbri Nel mese di gennaio le ore autorizzate nel 2013 sopravanzano quelle del 2012 del 35%, la tendenza si inverte, invece, nel mese di febbraio, in cui le ore autorizzate nel 2013 sono -462% rispetto all’anno precedente, infine, nel mese di marzo 2013 le ore autorizzate tornano a salire, ma continuano ad essere inferiori rispetto a quelle del 2012 di circa il 30%
-30%
-462%
+35%
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 26
Cassa Integrazione in Deroga Distribuzione delle ore di CIGD autorizzate nei primi 4 mesi del 2013 per classe di attività economica. a cura di Enrico Fabbri Nella tabella seguente, le ore di CIGD autorizzate nel 2013 sono disaggregate per classe di attività economica. Come per il 2012, nel 2013 i settori in maggiore difficoltà rimangono quelli della meccanica, del tessile e della lavorazione del legno.
Classe di attività economica Meccaniche
gennaio
febbraio
marzo
aprile
Totale
187.024
58.003
247.568
28.806
521.401
81.785 81.015 30.356 52.502 55.852 61.745 54.646 30.490 27.928 50.747 13.799 13.090 13.846 13.541 16.723 13.312 774 3.498 1.392 0
21.875 43.074 13.807 22.048 11.392 12.489 13.752 12.480 11.370 7.896 872 9.908 14.358 4.916 6.760 9.174 2.062 0 0 0
198.163 144.664 118.466 93.377 96.752 66.692 69.706 55.931 68.958 41.183 63.273 42.268 38.847 47.639 38.492 26.074 28.278 5.650 6.771 760
64.752 1.449 25.634 1.616 2.457 7.087 8.712 12.740 2.910 857 2.118 3.980 102 686 572 1.000 1.679 1.080 152
366.575 270.202 188.263 169.543 166.453 148.013 146.816 111.641 111.166 100.683 80.062 69.246 67.153 66.782 62.547 49.560 32.793 10.228 8.163 912
Altro
151.738
42.975
221.347
19.908
435.968
Totale
955.803
319.211
1.720.859
188.297
3.184.170
Tessili Pelli, cuoio e calzature Abbigliamento Legno Commercio al minuto Commercio all'ingrosso Installazione impianti per l'edilizia Industria edile Trasporti e comunicazioni Lavorazione minerali non metalliferi Servizi Artigianato edile Carta, stampa ed editoria Alberghi, pubblici esercizi e attività similari Chimica, petrolchimica, gomma e materie plastiche Intermediari (Agenzie viaggio, immobiliari, di brokeraggio, magazzini di custodia ) Alimentari Metallurgiche Industria lapidei Artigianato lapidei
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 27
Mobilità in deroga Provincia
-120
Oltre 120 giorni
Totale Complessivo (VA)
AR
10
22
32
FI GR LI LU MS PI PO PT SI
15 6 8 13 12 9 7 4 4
60 15 14 30 55 18 25 19 18
75 21 22 43 67 27 32 23 22
Totale complessivo
88
276
364
Provincia
-120
Oltre 120 giorni
Totale Complessivo (VA)
AR
31,3%
68,8%
100,0%
FI GR LI LU MS PI PO PT SI
20,0% 28,6% 36,4% 30,2% 17,9% 33,3% 21,9% 17,4% 18,2%
80,0% 71,4% 63,6% 69,8% 82,1% 66,7% 78,1% 82,6% 81,8%
100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Totale complessivo
24,2%
75,8%
100,0%
La mobilità in deroga un confronto diacronico relativo ai primi due mesi del 2012 e 2013 a cura di Enrico Fabbri
Nel 2013 la Regione Toscana, con le risorse a disposizione, è riuscita a coprire le richieste di mobilità in deroga fino al 25/2/2013. Ciò significa che nei mesi di gennaio e febbraio sono state finanziate 539 domande di mobilità in deroga. Nel 2012, invece le domande di mobilità autorizzate nei mesi di gennaio e febbraio erano state 364. Dunque, rispetto ai primi due mesi del 2012, le domande di mobilità in deroga del 2013 sono state il 48,1% in più. Nelle due tabelle seguenti i lavoratori in mobilità – rispettivamente del 2012 e 2013 – sono disaggregati per Provincia e durata del periodo di mobilità. Nel corso dei primi due mesi del 2012, il 24,2% dei lavoratori in mobilità è rimasto in tale situazione per un numero di giorni pari o inferiore ai 120 giorni (naturalmente, il 75,8% di essi ha avuto periodi di mobilità più lunghi di 120 giorni). La Provincia con la maggior percentuale di lavoratori associati a questa classe temporale è quella di Livorno (pari al 36,4% del totale), quella con la percentuale minore è Pistoia (17,4%).
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 28
Mobilità in deroga Provincia
-120
Oltre 120 giorni
Totale Complessivo (VA)
AR
45
5
50
FI GR LI LU MS PI PO PT SI
83 21 30 46 21 34 20 23 16
28 4 15 24 100 4 2 11 7
111 25 45 70 121 38 22 34 23
339
200
539
Totale complessivo
Provincia
-120
Oltre 120 giorni
Totale Complessivo (VA)
AR
90,0%
10,0%
100,0%
FI GR LI LU MS PI PO PT SI
74,8% 84,0% 66,7% 65,7% 17,4% 89,5% 90,9% 67,6% 69,6%
25,2% 16,0% 33,3% 34,3% 82,6% 10,5% 9,1% 32,4% 30,4%
100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Totale complessivo
62,9%
37,1%
100,0%
Distribuzione dei lavoratori in mobilità per Provincia e durata del periodo di mobilità (dati relativi al periodo 1/1/2013 – al 28/2/2013). a cura di Enrico Fabbri
I dati nelle tabelle a fianco indicano che nei primi 2 mesi del 2013, il 62,9% dei lavoratori in mobilità è rimasto in tale condizione per un numero di giorni uguale o inferiore ai 120 giorni (naturalmente, il 37,1% di essi ha avuto periodi di mobilità più lunghi di 120 giorni). La Provincia con la percentuale più elevata di lavoratori in mobilità, per un periodo inferiore o uguale ai 120 giorni, è stata Prato (90,9%), quella con la percentuale inferiore è Massa Carrara (17,4%). In termini generali, il dato che emerge dal confronto tra le tabelle è che la tendenza dei lavoratori in mobilità a concentrarsi nella classe temporale con durata superiore ai 120 giorni, registrata nel 2012, si inverte nel 2013, in cui – come si è visto – la maggioranza dei mobilitati, tende a rimanere in tale condizione per un periodo uguale o inferiore ai 120 giorni. A tale proposito, si vedano anche i dati della tabella seguente che – per ogni Provincia – riporta le variazioni percentuali relative ai lavoratori in mobilità associati alle due classi temporali considerate.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 29
Mobilità in deroga Distribuzione dei lavoratori in mobilità per Provincia, durata del periodo di mobilità e variazione percentuale dei dati relativi alle annualità 2012 e 2013 (primi due mesi). a cura di Enrico Fabbri
La tabella mostra che i lavoratori in mobilità che sono rimasti in tale condizione per un periodo uguale o inferiore ai 120 giorni sono aumentati nei primi due mesi del 2013 rispetto al 2012, di ben il 285% (con punte del 475% nella Provincia di Pistoia). Mentre, coloro che risultano permanere in mobilità in deroga per più di 120 giorni sono diminuiti del 28% (con punte del 92% nella Provincia di Prato).
fino a 120 giorni Provincia
2012
2013
Oltre 120 giorni Var. 2013/2012
2012
2013
Var. 2013/2012
AR
10
45
350%
22
5
-77%
FI
15
83
453%
60
28
-53%
GR
6
21
250%
15
4
-73%
LI
8
30
275%
14
15
7%
LU
13
46
254%
30
24
-20%
MS
12
21
75%
55
100
82%
PI
9
34
278%
18
4
-78%
PO
7
20
186%
25
2
-92%
PT
4
23
475%
19
11
-42%
SI
4
16
300%
18
7
-61%
88
339
285%
276
200
-28%
Totale complessivo
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 30
Produzione Industriale Produzione manifatturiera / numero indice su trimestre anno prec.
a cura di Franco Bortolotti
10
I dati relativi alla produzione industriale (stime UnioncamereConfindustria) del primo trimestre 2013 sono assolutamente deludenti;
5
l’avvio di ripresa che poteva essere intravisto nei dati del trimestre precedente non c’è, anzi viene confermata la caduta di produzione industriale del -5% circa, già presente
0
nei mesi centrali del 2012. Si tratta del sesto trimestre negativo, ed è altamente improbabile che torni il segno più nel trimestre in corso. Ancora una volta siamo costretti a
-5
-10
sperare che almeno la crescita zero sia raggiunta entro la fine dell’anno.
-15
-20
-25 2005
2013: un inizio deludente
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 31
Produzione Industriale Un record negativo
Andamento cumulato dell'indice della produzione 125
a cura di Franco Bortolotti
120
L’indice cumulato della produzione segna un livello assolutamente negativo, appena sotto il numero
115
indice 80 (2004=100), un record negativo che speriamo non sia ulteriormente superato (come accadrebbe se nel secondo trimestre dell’anno la caduta
110
produttiva fosse superiore al 3%)
105 100 95 90 85 80 75 2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 32
Produzione Industriale Andamento per Settori
Tre curve negative
15,0
a cura di Franco Bortolotti L’aggregato dei settori “tradizionali” vede una ulteriore caduta del -7,2% (rispetto al primo trimestre 2012), dovuta in particolare alle variazioni negative (oltre il -9%) di tessile, abbigliamento, legno e mobilio (ma adesso anche la concia/pelletteria è in regresso del -3%). Non molto meglio va l’insieme dei settori “moderni”, che perde oltre il -4% (soprattutto a causa delle contrazioni di circa -7% di metallurgia, prodotti in metallo, elettronica e mezzi di trasporto). Solo il comparto chimico-farmaceutico ha un chiaro anche se modesto andamento positivo (+2,6%). I settori intermedi perdono l’1,4% del valore del prodotto (in questo caso probabilmente una ripresa dell’orafo si affianca ad una performance piuttosto negativa dell’industria alimentare).
10,0 5,0 0 -5,0 -10,0 -15,0 -20,0 -25,0
Settori "tradizionali" Settori "intermedi" Settori "moderni"
-30,0 2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 33
Produzione Industriale Andamento per Area Vasta
Tornano negative le tre Aree Vaste
10,0
a cura di Franco Bortolotti
5,0
Nel primo trimestre del 2013 la congiuntura negativa, già pronunciata nell’area costiera, si diffonde nuovamente nelle aree centrale e meridionale, su valori in tutto molto simili (fra -5% e -6% rispetto allo stesso trimestre del 2012). A livello di singole province, abbiamo da una parte la situazione relativamente migliore di Arezzo (con un valore intorno allo zero) e dall’altra le situazioni peggiori di Livorno, Siena e Grosseto (tutte con cali della produzione superiori al -10%).
0
-5,0
-10,0
Area Costiera Area Centrale Area Meridionale
-15,0
-20,0
-25,0
-30,0 2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 34
Export Toscana Finita la corsa delle esportazioni? a cura di Franco Bortolotti
30.000.000
1.000.000.000
15.000.000
0
0
Altra Industria
ind. estrattiva
2.000.000.000
TAC
45.000.000
Metalmeccanica
3.000.000.000
2011
2012
2013
altro
60.000.000
Serv. culturali, etc.
4.000.000.000
Il primo trimestre del 2013 segna una battuta d’arresto nella corsa delle esportazioni, da qualche anno l’unica componente dinamica della domanda; infatti il valore dell’export è diminuito dello 0,6% (48 milioni di euro in meno) rispetto al primo trimestre 2012: la stagnazione dell’intera economia europea, ed il rallentamento di alcune delle economie extraeuropee, hanno prodotto questa prima battuta d’arresto. A livello nazionale il rallentamento è solo impercettibilmente maggiore (-0,7%). L’altra industria manifatturiera vede crescere le esportazioni di 125 milioni (+5,7%), l’industria TAC di quasi 50 (+2,4%), mentre la metalmeccanica perde circa 200 milioni di esportazioni (l’estrattiva, 13). Bisogna però dire che, come in precedenza le lavorazioni di metalli preziosi aretine gonfiavano il valore dell’export, adesso è questa componente che determina buona parte della contrazione delle esportazioni metal meccaniche; al netto del settore aretino della lavorazione metalli l’export metalmeccanico regionale continua a crescere passabilmente (oltre 160 milioni, +8,6%). Al netto delle variabilità del settore metallurgico aretino (i cui comportamenti derivano dal prezzo dell’oro e da altri fattori) le esportazioni toscane crescono ancora, allora, del 4,3%. Il saldo attivo della bilancia commerciale, grazie alla crisi verticale delle importazioni, continua a migliorare, passando, fra il primo trimestre 2012 e il primo trimestre 2013, da 2,1 a 2,6 miliardi (raddoppiando dal livello di 1,3 miliardi del 2011). Tre province vedono crescere l’export: Firenze (+14%), Massa –Carrara (+13%) e Lucca (+3%). A parte Pisa, stabile, tutte le altre province vedono un declino delle esportazioni, soprattutto Livorno (-16%), Prato (-14%), Arezzo (-13%) e Grosseto (-10%). A Massa – Carrara e Firenze l’aumento dell’export è trainato dal metalmeccanico, a Lucca dalle altre industrie manifatturiere.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 35
Export Toscana Continua a crescere la quota della Toscana nel Tac Italiano
20%
a cura di Franco Bortolotti La quota regionale dell’export nazionale si è stabilizzata (all’8,2%) nel primo trimestre dell’anno, con una prima riduzione dell’incidenza del metalmeccanico (dal 7,3% al 7%), determinata dalle vicende dell’oreficeria aretina. Invece la quota toscana dell’export TAC italiano continua a crescere (dal 18,2% al 18,4%).
15%
10%
5%
2011
RT PO
tro
EX TO TA LE
Cu l rv izi
al
tu ra li
va Se
In
d. E
st
e ra tu
2010
ra tti
Pe sc a
ria
TA C
du st In Al tra
Ag ric ol
M
et
al
m
ec ca ni
ca
0%
2012
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 36
Export Toscana 1,4% Si ferma l’export metalmeccanico
1,5%
a cura di Franco Bortolotti
1,2%
Considerando il passato biennio, l’export metalmeccanico aumenta la propria quota dal 37,8% del 2011 al 40,6% del 2013, mentre diminuisce rispetto al 2012 quando aveva raggiunto il 42,9%. Mentre altra industria e TAC si assestano rispettivamente sul 30% e al 27% circa.
1,3% 31,7%
37,8%
30,0% 40,6%
26,8%
industria metalmeccanica industria TAC altra industria manifatturiera agricoltura e pesca Altro
1° trim. 2011 1° trim. 2013
27,6%
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 37
Export Toscana Articolazione della dinamica dell’export
Regione Toscana - Saldi Import - Export Importi in euro industria metalmeccanica
2011
2012
a cura di Marco Batazzi
2013
441.234.270
1.044.566.438
1.213.834.023
1.111.713.691
1.340.018.197
1.365.089.855
690.194.912
766.169.985
906.909.510
agricoltura e pesca
-9.218.050
-15.441.172
-7.333.440
industria estrattiva
-680.436.981
-692.970.755
-613.691.949
-1.509.388
6.224.552
202.433
-237.570.336
-288.138.581
-245.089.557
1.314.408.118
2.160.428.664
2.619.920.875
industria TAC altra industria manifatturiera
servizi culturali, tecnici, media Altro TOTALE
Valore export I trim. 2013
Variazione % su I trim. 2012
Saldo bilancia dei pagamenti
Germania
271,6
-1%
49,3
Francia
109,6
-3%
-20,1
Spagna
58,0
+3%
-4,7
Grecia
6,5
+5%
-5,3
94,6
-1%
2,7
7,8
-1%
2,6
Quadro Internazionale
Italia Di cui Toscana
In un’ottica settoriale e territoriale c’è da segnalare nel settore metalmeccanico le contrazioni del valore dell’export ad Arezzo (370 mln in meno circa, tutti attribuibili alla lavorazione dei metalli preziosi) e a Livorno (-68 milioni, le contrazioni derivano dai settori metallurgico e dei mezzi di trasporto); gli incrementi principali si verificano a Firenze (+255 milioni, tutti nella costruzione di macchine) e MassaCarrara (+32, più omogeneo fra comparti). Le produzioni esportate TAC continuano a crescere a Firenze (+77 milioni) e Arezzo (+40), mentre sono in netto calo a Prato (-69 milioni). Infine altre industrie manifatturiere registrano maggiori volumi di esportazioni sia ad Arezzo che a Firenze (in entrambi i casi circa +46 milioni). Quadro internazionale Il rallentamento delle importazioni nei paesi mediterranei sta innescando un lento processo di recupero delle esportazioni; tale processo però non solo non si traduce in un riequilibrio della bilancia commerciale, per paesi come Spagna, Grecia e Francia, ma comporta ulteriori peggioramenti del bilancio pubblico a causa della caduta delle entrate dello Stato. Il mancato riequilibrio dei conti pubblici (sempre più lontano con il progredire delle politiche di austerità) si traduce però in un rallentamento delle capacità esportative degli stessi paesi leader, e, in prospettiva, in un avvitamento deflazionistico dell’intera economia europea.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 38
Il Porto di Livorno 2011
2012
Var.%
Un quadro d’insieme
29.672.529
27.418.023
-7,6
a cura di Alessandro Bruschi
7.173
6.593
- 8,8
TEUs
637.798
549.047
-13,9
Rotabili (n°mezzi commerciali)
331.225
303.692
-8,3
2.085.119
1.768.422
-15,2
Crocieristi (unità)
982.928
1.037.849
5,6
Auto nuove (unità)
466.246
356.053
-23,6
Nel 2012 il porto di Livorno ha movimentato oltre 27 milioni di tonnellate di merci, con una flessione di circa 7,5 punti percentuali rispetto ai dati del 2011, quando i traffici si sono attestati intorno ai 30 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda gli altri indicatori, confrontando i dati del 2011 con quelli del 2012, si evince un trend generale di riduzione, frutto della prolungata crisi economica: infatti, le navi arrivate sono diminuite di quasi il 9%, la movimentazione dei contenitori di circa il 14%, il traffico rotabile di oltre l’8%, i passeggeri (traghetti) di oltre il 15% e, infine, il traffico di auto nuove di quasi il 24%. L’unica eccezione è rappresentata dal settore dei crocieristi, che ha registrato un incremento di oltre il 5,5 percento , grazie all’adozione da parte delle compagnie marittime di politiche di marketing favorevoli ai clienti.
Principali indicatori di traffico Totale movimentazione del porto (ton) Navi arrivate
Passeggeri (unità)
Porti centro/nord
TUE
Var.% 2012/2011
Genova
2.064.806
+11,8
La Spezia
1.247.218
-4,6
549.047
-13,6
75.392
-55,7
Livorno Savona/Vado Ligure
Traffico contenitori (TEUs) Complessivamente il porto di Livorno ha movimentato nel 2012 container per circa 500.000 tonnellate, con una performance superiore soltanto all’inizio del decennio passato. Questi dati dimostrano una riduzione di circa 90.000 tonnellate rispetto ad i dati 2011, corrispondente ad una flessione intorno il 14%. Il trend di riduzione incominciato nel 2008 e attenuato sostanzialmente negli anni successivi appare in ripresa, pur in misura contenuta, rispetto al biennio 2008-2009. L’analisi del traffico container dei principali porti del centro/nord evidenzia come quello di Genova, rispetto ai restanti porti presi in considerazione (La Spezia, Livorno e Savona/Vado è Ligure) è l’unico che presenta una variazione percentuale positiva rispetto all’anno precedente, con una crescita di circa il 12% e “sfondando” per la prima volta la “quota di oltre 2 milioni di TUEs. Ciò è stato possibile grazie ad una politica adottata dalle grandi compagnie di navigazione che, per fronteggiare la crisi economica, hanno razionalizzazione i servizi e ridotto gli scali, concentrando le loro strategie commerciali verso i porti attrezzati ad accogliere navi porta container sempre più grandi.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 39
Turismo Estero Bilancia turistica regionale. Valori in milioni di euro correnti
Il saldo della bilancia turistica rimane positivo. a cura di Franco Bortolotti
La spesa dei turisti stranieri: tassi di variazione a valori correnti
I dati Banca d’Italia riguardanti il turismo internazionale mostrano una spesa dei turisti stranieri che si attesta ad un livello pari a 3,6miliardi di euro, con un incremento del’1,7% rappresentando una decelerazione nei confronti dell’anno scorso (+5,8%) ma mantenendosi al di sopra della variazione media del centro Italia (-0,4%) pur essendo tuttavia inferiore alla dinamica nazionale (+3,8%). Riguardo alle uscite la spesa all’estero dei residenti della regione è stata di circa 1,2miliardi di euro con un aumento del 3% nei confronti del 2011. L’attivo della bilancia turistica regionale che si va a determinare è così pari a poco meno di 2,5miliardi di euro, molto simile a quanto rilevato l’anno precedente (2,4miliardi di euro) con un contributo di circa il 70% proveniente dalla provincia di Firenze.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 40
Turismo Estero Spesa procapite dei turisti stranieri. Valori in euro correnti
Spesa pro-capite in lieve aumento ma tendono a calare i viaggiatori stranieri con una stabilizzazione dei pernottamenti a cura di Franco Bortolotti
Viaggiatori stranieri (NI 2007=100)
Pernottamenti (NI 2007=100)
La spesa procapite dei turisti stranieri risulta pari a circa 950 euro, rappresentando un livello molto più alto della media nazionale (525euro), che corrisponde a circa 82 punti percentuali in più. Il valore rimane tuttavia inferiore di circa il 6% al livello massimo registrato nel 2007 (poco più di mille euro procapite). Fra le province sono Firenze (circa 2mila euro), Siena (circa mille e 400 euro) e Lucca (circa 840 euro) a caratterizzarsi per i livelli procapite più elevati in regione con Siena che tuttavia ha subito un decremento della spesa pro-capite non indifferente (-15,5%). Si ridimensiona la dinamica del numero di viaggiatori stranieri dopo l’ampio incremento del 2011 (+13,2%) evidenziando una diminuzione del 2,3% (Italia +2,1%). I pernottamenti risulterebbero in moderata crescita (+1%); in realtà rispetto al livello del 2007 i pernottamenti risultano diminuiti del 9,5% mentre i viaggiatori stranieri sono diminuiti dell’1,5% ad indicare una minor durata media della permanenza.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 41
La dinamica dei salari e delle pensioni in Toscana Un’indagine sugli archivi derivati dalle dichiarazioni ISEE presentate presso i CAAF CGIL della Toscana a cura di Gianni Aristelli Presentazione Questo numero analizza la dinamica dei salari e delle pensioni in Toscana con una specifica attenzione alla copertura dell’andamento inflazionistico ed all’incidenza del prelievo fiscale. Allo scopo sarà impiegata la base informativa regionale sulle dichiarazioni dei redditi presentate con il modello 730 presso le strutture regionali del CAAF CGIL negli anni 2009-2012, relativamente ai redditi percepiti nell’anno precedente. La fonte consente infatti di costruire un quadro ragionevolmente preciso della situazione, dato che il CAAF CGIL raccoglie ogni anno sul territorio regionale circa 260.000 dichiarazioni, 150.000 delle quali relative a lavoro dipendente a tempo indeterminato e determinato che, su un numero di occupati dipendenti regionale approssimabile al milione di unità, costituisce una copertura di tutto rispetto. Il CAAF CGIL è infatti il primo CAAF in Toscana per numero di dichiarazioni raccolte (pari a circa il 26% del complesso dei CAAF toscani). Fra i dichiaranti il 61% è iscritto alla CGIL, il 38% non è iscritto ad alcun sindacato e l'1% è iscritto ad altri sindacati. In questo numero viene presa in esame la dinamica dei salari e delle pensioni misurata dalla variazione di reddito lordo (o netto) da lavoro dipendente (o pensione) sull’anno precedente relativamente ai dichiaranti che abbiano avuto esclusivamente entrate riferibili a lavoro dipendente a tempo indeterminato (o di pensione) per l’intero periodo di entrambi gli anni con lo stesso sostituto d’imposta. Si isolano in questo modo le variazioni di reddito di quei soggetti le cui variazioni reddituali siano imputabili ragionevolmente alla sola dinamica in oggetto, svincolandosi da variazioni legate alla durata del rapporto di lavoro, alla variazione del datore di lavoro, ad eventuali congedi o
aspettative, a periodi di crisi aziendale o di un incremento considerevole di alcune voci stipendiali. Per quest’ultimo motivo vengono trascurate dalle elaborazioni anche tutte le dichiarazioni che dimostrino fra gli anni una variazione reddituale di ampiezza superiore al 15% (sia in senso negativo che positivo), dato che oltre tale misura è ragionevole ritenere che sia intervenuto uno dei fattori non oggetto di analisi. Le metriche che vengono valutate sono la variazione del reddito lordo, del reddito netto e delle imposte. Il reddito lordo è costituito dal reddito da lavoro dipendente o pensione erogato nell’anno al dichiarante (quindi al netto degli oneri a carico del datore di lavoro). Il reddito netto è ottenuto dalla differenza tra il reddito lordo percepito dal dichiarante decurtato delle imposte, ovvero la somma dell’imposta netta IRPEF (quella calcolata sul reddito abbattuto dalle deduzioni ed al netto delle detrazioni) e delle addizionali regionali e comunali. Si ricorda in proposito che l’IRPEF è calcolata in maniera progressiva, per cui l’aumentare del reddito, se non compensato da maggiori deduzioni e detrazioni, porta necessariamente ad un innalzamento più che proporzionale delle imposte erodendo l’eventuale incremento salariale avvenuto. Da notare che l’informazione del sostituto di imposta è relativa al dichiarante, per cui sfuggono all’analisi le dichiarazioni congiunte (ovvero quelle che consentono le compensazione fra i coniugi), data la mancanza di informazioni sul datore di lavoro del coniuge. In questo contesto una dimensione rilevante di analisi è costituita dall’analisi macro-settoriale. Il modello 730 non contiene informazioni sulla natura del sostituto d’imposta, ma una prima rielaborazione dei dati ha consentito una ripartizione binaria dei datori di lavoro fra settore privato o pubblico. L’operazione è stata eseguita classificando le informazioni disponibili come ragione sociale e natura societaria ed ha consentito un quasi totale abbinamento alle due modalità.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 42
La dinamica salariale nel settore privato Tavola 1. Settore privato. Variazione percentuale del reddito e delle imposte rispetto ad alcune variabili anagrafiche e di reddito dei dichiaranti nel 2011. Base 2010 = 100
Variabili anagrafiche e di reddito (osservate nel 2010)
Frequenze
Variazione % reddito lordo
Variazione % reddito netto
Variazione % imposte
Femminile
14.271
1,97
1,36
4,71
Maschile
25.530
1,90
1,20
4,64
8.068
2,88
2,35
5,51
36-50 anni
22.859
2,01
1,26
5,20
51-65 anni
8.828
1,08
0,46
3,23
46
1,88
1,41
2,97
Italia
37.284
1,89
1,23
4,57
Estera
2.517
2,37
1,67
7,15
3.324
2,70
1,84
12,89
15.001-20.000
11.426
3,02
2,11
8,79
20.001-25.000
12.196
2,63
1,82
6,70
25.001-30.000
5.739
2,13
1,27
5,70
Oltre 30.000
7.116
0,36
0,11
1,58
39.801
1,92
1,25
4,66
Genere
Classe di età Fino 35 anni
66 anni e oltre Nazione di nascita
La dinamica salariale del settore privato è quella dei dipendenti delle aziende che applicano contratti propri del settore privato o ad essi assimilabili. A livello generale nel gruppo di osservazione si è registrata una variazione di reddito lordo tra il 2010 e il 2011 di +1,92%, che in termini netti si riduce all’1,25%. Per contro la variazione percentuale delle imposte è stata naturalmente più sensibile e pari al 4,66%. L’analisi sul profilo anagrafico e di reddito dei dichiaranti dimostra la presenza di ulteriori differenziazioni. Le variazioni sono state più sensibili per le donne, i più giovani, i lavoratori nati all’estero ed i livelli di reddito inferiori.
Livelli di reddito Fino 15.000
Totale
-
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 43
La dinamica salariale nel settore pubblico Tavola 2. Settore pubblico. Variazione percentuale del reddito e delle imposte rispetto ad alcune variabili anagrafiche e di reddito dei dichiaranti nel 2011. Base 2010 = 100
Variabili anagrafiche e di reddito (osservate nel 2010) Genere
Variazione % reddito lordo
Frequenze
Femminile
8.941
0,45
Maschile
4.872
0,68
Classe d’età
Fino 35 anni
Variazione % reddito netto
Variazione % imposte
-
0,03
2,33
0,15
2,63
949
0,97
0,82
1,58
36-50 anni
6.999
0,65
0,13
2,79
51-65 anni
5.826
0,35
0,18
2,22
39
1,08
0,75
1,86
66 anni e oltre Nazione di nascita
Italia Estera Livello di reddito Fino 15.000
-
13.567
0,53
0,03
2,43
246
1,01
0,50
3,05
134
0,72
0,65
1,52
15.001-20.000
1.721
1,62
0,93
5,67
20.001-25.000
4.477
0,80
0,34
2,98
25.001-30.000
4.075
0,65
0,03
3,12
Oltre 30.000
3.406
0,48
1,26
0,04
2,44
Totale
13.813
-
0,03 0,54
La dinamica salariale del settore pubblico è quella relativa ai dipendenti della pubblica amministrazione ed a contratti ad essa assimilabili. A livello generale nel gruppo di osservazione si è registrata una modesta variazione del reddito lordo tra il 2010 e il 2011 dello 0,54%, che in termini netti tende ad azzerarsi ad un livello dello 0,04%. La variazione percentuale delle imposte è stata ovviamente più consistente e pari all’2,44%. A differenza del settore privato, l’analisi sul profilo anagrafico dei dichiaranti presenta scarse differenziazioni tra le varie fattispecie considerate.
-
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 44
La dinamica delle pensioni Tavola 3. Pensioni. Variazione percentuale della pensione e delle imposte rispetto ad alcune variabili anagrafiche e di reddito dei dichiaranti nel 2011. Base 2010 = 100
Variabili anagrafiche e di reddito (osservate nel 2010) Genere
Variazione % pensione lordo
Frequenze
Variazione % pensione netto
Variazione % imposte
Femminile
25.144
1,47
0,86
5,01
Maschile
41.546
1,51
0,79
4,87
Classe d’età
Fino 35 anni
17
-
1,52
-
1,71
1,72
36-50 anni
169
1,40
0,49
9,40
51-65 anni
20.571
1,53
0,75
5,10
66 anni e oltre
45.933
1,48
0,84
4,78
Nazione di nascita
Italia Estera Livello di reddito
66.166
1,50
0,81
4,90
524
1,51
0,75
5,11
Fino 15.000
28.195
1,52
0,87
7,29
15.001-20.000
18.092
1,53
0,83
5,31
20.001-25.000
10.626
1,53
0,85
4,49
25.001-30.000
5.532
1,46
0,74
4,20
Oltre 30.000
4.245
1,37
0,64
3,50
66.690
1,50
0,81
4,90
Totale
Anche la dinamica delle pensioni ha fatto registrare una variazione positiva tra il 2010 e il 2011 di intensità pari al 1,5% al lordo delle imposte, che al netto si riduce al 0,81%. La variazione percentuale delle imposte è stata ovviamente più consistente e quasi dell’ordine del 5%. L’analisi legata alle variabili anagrafiche e di reddito dimostra scarse differenze, data la notevole omogeneità della fattispecie.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 45
Distribuzione delle variazioni Tavola 4. Distribuzione della variazione percentuale del reddito netto per profilo del dichiarante nel 2011.
Profilo
Dipendenti del settore privato
Minori di zero
Da 0 a 1,0
Da 1,0 a 2,8 Da 2,8 a 3
Da 5,0 a Da 3,0 a 5,0 10,0
Da 10,0 a 15,0
Totale
% dichiaranti con variazione inferiore all'inflazione
12.757
4.417
8.452
745
5.583
6.422
1.425
39.801
64,4
7.052
1.704
2.035
178
1.317
1.261
266
13.813
78,1
Pensionati
12.990
28.689
18.093
548
3.268
2.362
740
66.690
89,6
Totale
32.799
34.810
28.580
1.471
10.168
10.045
2.431
120.304
80,0
Dipendenti del settore pubblico
Le variazioni esposte nelle tavole precedenti fanno riferimento ai valori medi della variazione. La dispersione dei valori dei singoli dichiaranti rispetto alla media consente di meglio valutare le singole situazioni individuali. La tavola riepiloga la distribuzione delle variazioni con un’attenzione specifica al valore di variazione del +2,8% che rappresenta il valore della variazione inflattiva registrata nel 2011 rispetto all’anno precedente dall’indice nazionale dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati FOI (per approfondimenti si veda il sito ISTAT). Si registra un dato di oltre 96.000 dichiarazioni (l’80% di quelle osservate) che dimostrano variazioni nette inferiori all’indice inflattivo. Il fenomeno è particolarmente intenso fra i pensionati dove il mancato recupero per l’inflazione raggiunge addirittura il picco dell’90%, più sensibile poi per il settore pubblico e più attenuato per quello privato. Da notare che per quasi 33.000 dichiarazioni (il 27% del totale) la variazione registrata è risultata di segno negativo (compresa per costruzione tra 0 e -15%) ed ha riguardato con particolare incidenza i salari del settore privato. CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 46
Distribuzione della variabilità Grafico 1. Distribuzioni della variazione percentuale del reddito netto nel 2011 rispetto al 2010 percentuale del reddito netto nel 2011 rispetto al 2010 per profilo di dichiarante 50 Indice inflattivo nazionale FOI (2,8%) 45
Frequenze percentuali
40 35 30 25 20 15 10 5 0 -15 -14 -13 -12 -11 -10
-9
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
Variazione percentuale Dipendente privato
Dipendente pubblico
Pensione
Il grafico presenta la distribuzione delle variazioni distinte per le tre voci considerate, arrotondata all’unità. Si notano le evidenti distribuzioni campanulari, con centratura differenziata sulle tre voci: più spostata a sinistra quella dei dipendenti pubblici, poi quella dei privati ed infine quella dei pensionati. La distribuzione dei pensionati in particolare è fortemente centrata sul valore +1 (47%), mentre le altre sono più distribuite (essendo anche maggiori gli elementi retributivi che possono variare di anno in anno). Sul grafico è stata evidenziata le retta approssimativa che separa le variazioni che hanno consentito almeno un recupero inflattivo dalle altre. Si nota, come nella precedente tavola, come per la maggior parte dei dichiaranti la variazione di reddito non abbia consentito nemmeno il recupero della dinamica dei prezzi. CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 47
Intensità delle variazioni dell’ultimo triennio Tavola 5. Variazione percentuale annuale dei principali valori di reddito per profilo del dichiarante. Anni 2008-2011
Variazione % del reddito lordo Profilo Profilo
Variazione % del reddito netto Profilo Profilo
2009 rispetto al 2008
2009 rispetto al 2008
Variazione % delle imposte Profilo Profilo
Profilo 2010 rispetto al 2009
2011 rispetto al 2010
2010 rispetto al 2009
2011 rispetto al 2010
2009 rispetto al 2008
2010 rispetto al 2009
2011 rispetto al 2010
Dipendenti del settore privato
1,26
1,28
1,92
1,03
1,04
1,25
2,19
2,27
4,66
Dipendenti del settore pubblico
3,49
1,05
0,54
2,85
0,85
0,04
6,02
1,79
2,44
Pensionati
3,42
0,68
1,50
2,78
0,58
0,81
6,63
1,13
4,90
Un confronto con i dati dei precedenti periodi, mette a fuoco le differenze delle precedenti situazioni osservate (per approfondimenti vedi i precedenti numeri di FocusEconomia 2011 e 2012). Innanzitutto i valori sono più stabili nel tempo nel caso dei lavoratori del settore privato, mentre sono chiaramente distinti negli altri due casi, con riduzioni di reddito progressivamente consistenti. Se si considera poi che i processi inflattivi sono stati progressivamente più intensi negli anni considerati (0,7% nel 2009, 1,6% nel 2010, 2,8% nel 2011), ci si rende conto facilmente di come la situazione che si dimostra sia chiaramente recessiva. Basti pensare che nel 2009 i redditi che avevano registrato variazioni al di sotto dell’inflazione erano stati il 21,6% del totale, mentre per il 2010 lo stesso insieme è costituito dal 70,3% dei dichiaranti e nel 2011 dal 80,0%. Discorso a parte invece va fatto per la dinamica delle imposte, che dopo una fase iniziale di contenimento per pubblico e pensioni ha ripreso nell’ultimo periodo a crescere in maniera consistente. CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 48
Conclusioni a cura di Gianni Aristelli La dinamica dei redditi netti dimostra anche per il 2011 un peggioramento diffuso per tutti i profili di reddito considerati, con una particolare gravità per la componente dei redditi del settore pubblico e da pensione che vedono praticamente eroso l’eventuale incremento salariale dai fattori inflattivi del periodo. Nel settore privato poi si manifesta un’elevata concentrazione di variazioni di segno negativo, con quindi una più che tangibile situazione di disagio. Sono ormai due anni che si registrano valori di copertura inflattiva decisamente modesti, con di fatto una situazione di impoverimento progressivo che sembra profilarsi di lungo periodo. Nel 2011, per oltre un quarto dei dichiaranti infatti la variazione reddituale è stata addirittura negativa, per oltre la metà non ha consentito un recupero inflattivo e per finire un modesto 20% ha almeno avuto un recupero di quanto perso per via delle dinamiche dei prezzi. Solo un 10% dei dichiaranti può dire di aver registrato una variazione reddituale realmente positiva, avendo
registrato una variazione di almeno il 5% rispetto all’anno precedente. Si conferma poi che una causa della situazione è anche il consistente aumento del prelievo fiscale con una variazione percentuale sempre superiore all’incremento del reddito e con variazioni percentuali importanti per i redditi inferiori a 15.000 euro. A tutto questo si aggiunga che, per costruzione dell’analisi, i dipendenti considerati fra l’altro possono essere considerati fra i più fortunati non avendo dovuto affrontare nel corso del 2011 una crisi aziendale o addirittura la perdita del posto di lavoro, che li avrebbe addirittura esclusi dall’analisi. Emerge ancora con più forza l’esigenza di una seria riforma fiscale che da un lato sollevi dai carichi fiscali più onerosi le famiglie con maggiori criticità e che sposti tale carico sulle situazioni più forti o meno controllabili di reddito a vantaggio dell’intero mondo del lavoro dipendente e dei pensionati.
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 49
I consumi in Toscana Non Alimentare - Esercizi Specializzati
100 100
Alimentare - Esercizi Specializzati
Tutte le categorie merceologiche
100 100
100 100
98 96
95
96
95
94
95
95
94
92
92
90
90
90
89
88 86
85
85
85
82 80
79
75
80
80
75
75
81
73
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 50
1째 Trim. 2013
2012
2011
2010
2009
1째 Trim. 2013
2012
2011
2010
2009
70 2008
1째 Trim. 2013
2012
2011
2010
2009
2008
70
2008
70
I Depositi in Toscana Famiglie Consumatrici 52.000 51.000 50.000 49.000 48.000 47.000 46.000 45.000 44.000 43.000
apr 13
mar 13
feb 13
gen 13
dic 12
nov 12
ott 12
set 12
ago 12
lug 12
giu 12
mag 12
apr 12
mar 12
feb 12
gen 12
dic 11
nov 11
ott 11
set 11
ago 11
lug 11
giu 11
42.000
Le famiglie consumatrici sono individui o gruppi di individui considerati nella loro qualitĂ di consumatori - Dati in mln di â‚Ź CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 51
Impieghi in Toscana Impieghi Industria: un calo di oltre 2 miliardi di euro da giugno 2011 18.000
17.500
17.000
16.500
16.000
15.500
Dati in mln di â‚Ź CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 52
apr 13
mar 13
feb 13
gen 13
dic 12
nov 12
ott 12
set 12
ago 12
lug 12
giu 12
mag 12
apr 12
mar 12
feb 12
gen 12
dic 11
nov 11
ott 11
set 11
ago 11
lug 11
giu 11
15.000
Impieghi in Toscana Impieghi Costruzioni: sotto la soglia dei 9 mld di euro 11.000
10.500
10.000
9.500
9.000
8.500
Dati in mln di â‚Ź CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 53
apr 13
mar 13
feb 13
gen 13
dic 12
nov 12
ott 12
set 12
ago 12
lug 12
giu 12
mag 12
apr 12
mar 12
feb 12
gen 12
dic 11
nov 11
ott 11
set 11
ago 11
lug 11
giu 11
8.000
Impieghi in Toscana Impieghi Servizi: -1,6 mld da giugno 2011, di cui 750 mln da gennaio 2013 34.000 33.500 33.000 32.500 32.000 31.500 31.000 30.500
Dati in mln di â‚Ź CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 54
apr 13
mar 13
feb 13
gen 13
dic 12
nov 12
ott 12
set 12
ago 12
lug 12
giu 12
mag 12
apr 12
mar 12
feb 12
gen 12
dic 11
nov 11
ott 11
set 11
ago 11
lug 11
giu 11
30.000
Finanziamenti Banche / Finanziarie Numero di soggetti con finanziamenti in Toscana
Crescono le finanziarie
400.000 Nel corso degli ultimi tre anni il numero dei soggetti che si rivolgono alle finanziarie è in aumento. Allo stesso tempo diminuisce nelle banche. Questo fenomeno risulta particolarmente sconveniente per i cittadini perché i costi di un finanziamento con una società finanziaria risultano essere mediamente più elevati. Talvolta sono le banche stesse ad indirizzare i propri clienti verso una finanziaria. Questo permette alle prime di incassare commissioni dalle società finanziarie e spostare il rischio del credito concesso su quest’ultime.
350.000
300.000
250.000
200.000
150.000
100.000
50.000
0 31/mar/09
30/set/09
31/mar/10
30/set/10
31/mar/11
Banche
30/set/11
31/mar/12
30/set/12
31/mar/13
Finanziarie
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 55
Finanziamenti a revoca Andamento dei tassi applicati ai numeri generati dall’utilizzo dei finanziamenti 10.000.000.000
8,2 8,1 8,0 8,1 8,1
6,5
6,1
6,9 6,8 6,9
TASSO
7,4 7,2 7,2 6,6 5,8
6,2 6,1 5,4
6,3 6,4
6,6
6,9
7,2 7,3
7,7
NUMERI 7,7
7,7
7,0
9.500.000.000 9.000.000.000
6,5
8.500.000.000
5,8
8.000.000.000 7.500.000.000 7.000.000.000 6.500.000.000 6.000.000.000 5.500.000.000 0 gi 6 u 06 se t0 6 di c0 m 6 ar 0 gi 7 u 07 se t0 7 di c0 m 7 ar 0 gi 8 u 08 se t0 8 di c0 m 8 ar 0 gi 9 u 09 se t0 9 di c0 m 9 ar 1 gi 0 u 10 se t1 0 di c1 m 0 ar 1 gi 1 u 11 se t1 1 di c1 m 1 ar 1 gi 2 u 12 se t1 2 di c1 m 2 ar 13
ar
m
Andamento degli interessi e commissioni prodotte
Dati in € 200.000.000
INTERESSI E SPESE
190.000.000 180.000.000 170.000.000 160.000.000 150.000.000 140.000.000 130.000.000 120.000.000 110.000.000
t0 5 di c0 m 5 ar 0 gi 6 u 0 se 6 t0 6 di c0 m 6 ar 0 gi 7 u 0 se 7 t0 7 di c0 m 7 ar 0 gi 8 u 0 se 8 t0 8 di c0 m 8 ar 0 gi 9 u 0 se 9 t0 9 di c0 m 9 ar 1 gi 0 u 1 se 0 t1 0 di c1 m 0 ar 1 gi 1 u 1 se 1 t1 1 di c1 m 1 ar 1 gi 2 u 1 se 2 t1 2 di c1 m 2 ar 13
100.000.000 se
di
c0
5
5.000.000.000
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 56
Crollano i volumi di utilizzo dei finanziamenti e gli interessi e spese a cura di Nicola Barbini I due grafici a fianco sono relativi ai finanziamenti a revoca concessi dalle banche dal 2005 a dicembre 2012. Questa tipologia di finanziamenti è utilizzata per dare liquidità ad un’attività o a una famiglia. Nel primo grafico si evidenzia in blu l’andamento dei numeri prodotti dal totale delle operazioni (rappresentano un po’ i volumi generati) ed in nero l’andamento dei tassi applicati. Nel secondo grafico si rappresenta l’andamento degli interessi (scaturiti dal prodotto dei numeri generati con i tassi di interesse) più le commissioni. Gli introiti per le banche inferiori del 39% rispetto al picco massimo del settembre 2008. Mentre i numeri prodotti dall’utilizzo dei finanziamenti non aveva mai toccato un livello così basso.
Sofferenze: oltre 10 miliardi di euro Andamento dello stok delle sofferenze in Toscana (verde) e numero di affidati a sofferenze (azzurro) 10.391
In giallo son riportate le variazioni percentuali delle sofferenze (importi) su mese precedente
9.729 8.741 8.110
8.261 67.640
7.379 6.776
3.962 3.162
3.407 42.983
40.656 7,7%
4.282
4.542 49.447
4.834
5.151
5.840
5.486 55.239
61.249
62.842
9.109 69.255
65.311
64.482
63.151 61.243
56.296
53.210 51.013
46.857 46.911 16,3%
16,0%
8,1%
8,9% 6,1%
6,4%
6,6%
6,5%
9,9%
6,5%
5,8%
6,8%
6,8%
4,2%
1,9%
mar 09 giu 09 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 dic 10 mar 11 giu 11 set 11 dic 11 mar 12 giu 12 set 12 dic 12 mar 13 Dati in mln di â‚Ź CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2013 | IRES TOSCANA | Slide 57