ANNO XXX I- N.02 FEBBRAIO 2016 - stampato il 08/02/2016
SAMBONIFACESE
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA Registrazione Tribunale di Verona n° 725 del 13.11.1986. ISCRIZIONE AL ROC N. 18663
Mentre andiamo in stampa, nelle vie di Monteforte D'Alpone si sta festeggiando il 67° Carnevalon De l'Alpon, uno dei carnevali più importanti del Veneto. Per la comunità di Monteforte è uno dei più intensi momenti di gioia e aggregazione, una Festa Grande in cui l'imperativo è il puro divertimento basato sulla satira e la goliardia, in perfetta sintonia con la tradizione storica del Carnevale. Per i montefortiani però il Carnevalon è qualcosa di più: è il simbolo di una comunità unita, lavoratrice e vivace, un gesto di amore e di condivisione con e nella comunità, è un un motivo di vanto che nasce dal lavoro comune, è il segno tangibile di come si possa vivere e prosperare nel rispetto delle proprie tradizioni, in allegria e in pace col mondo. E' questo il miracolo del Carnevale, il periodo in cui tutti gli uomini sono uguali nella festa e nella gioia di stare insieme.
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Febbraio 2016
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“Rispondo all’avvocato Bertagnin” “... De rerum natura” ITALIA
Dall’ultimo numero del Suo giornale ho letto con raccapriccio la lettera dell’avvocato Marco Bertagnin nella quale esprime tutta la sua rabbia e dispezzo per il governo, ma anche per La Costituzione, per la Repubblica e per la Democrazia. Per qualificarsi come uomo colto incomincia in latino”Nuntio vobis gaudium magnum” preceduto dal titolo”Repubblica o Stato sovietico”. Continua poi dicendo che “Renzi ha varato una legge di stabilità che è come varare una nave in un bacino, già affondata prima di salpare”. Quindi “l’Italia è uno Stato Sovietico padrone di tutto che si finge repubblica purtroppo per come è intesa la Costituzione” e ancora “la tendenza è di superare il collettivismo che si concretizza in un macro sistema di fatto neo comunale di vassallaggio e di servitù della gleba”… “gli islamici sono schiavi più o meno consapevoli di una religione o di un progetto geopolitico”. Noi italiani siamo schiavi di una forma insensata di repubblica parlamentare tesa a stritolare molti a vantag-
IDENTITÀ
gio di pochi e più sei per bene e più sei a rischio rieducazione”. Avvocato non occorreva che offendesse ancora di più ed abbiamo ben capito il suo scritto, il suo cosiddetto pensiero, anche perché non è nuovo ed infatti così si esprimeva Licio Gelli della P2 ed i generali argentini e cileni, per non citare il vangelo di Hitler “Mein Kampf”… L’avvocato dovrebbe sapere quanto sono costate al popolo italiano queste Istituzioni, il Parlamento, la Costituzione che sono state il frutto della libertà conquistata combattendo il nazifascismo in Italia e in Europa. L’Italia è stata liberata
dagli Anglo Americani e dai Partigiani come determinante è stata l’Armata Rossa. Non tutto è perfetto e infatti la Costituzione ha fatto il suo tempo e si sta cercando di modificarla così come le altre leggi… purtroppo siamo in enorme ritardo con le riforme rispetto ad altri paesi europei. Avvocato prevedo per Lei una pessima vecchiaia certamente prigioniero in uno stato sovietico come l’Italia e certamente non avrà pace… è meglio che anche Lei si svegli! Augusto Suppi Presidente ANPI Sezione Soave
Per le vostre lettere scrivete a :
articoli@laltrogiornalevr.it
La religione laica pressante afferma che “io sono quello che mi sento e sono quello che voglio”. Partirò da un caso. In Canada, che è uno Stato avanzato, due omosessuali, a fronte di regolare contratto e pagamento, hanno avuto un figlio nato con lo sperma di uno dei due, con cui hanno fecondato l’ovocita di una donna anonima, poi impiantato nell’utero di un’altra donna che ha messo al mondo il figlio e che dopo il parto è dovuta sparire per obbligo contrattuale. In pratica, il nascituro ha un padre inseminatore, un maschio che funge da madre e due madri veicolo, costituite la prima da un ovocita e la seconda da un utero, delle quali, per ragioni contrattuali, non potrà conoscere l’identità. A proposito delle “unioni civili” e delle tematiche correlate non si possono fare le cose a metà. Se sono omosessuale e voglio sposarmi, lo devo poter fare senza se e senza ma; se sono omosessuale e, da solo, in due o in gruppo, voglio adottare un figlio, lo devo poter fare senza se e senza ma; se voglio, invece, avere un figlio attraverso uteri in prestito, spermi
tissimi. Ci dobbiamo, dunque, evolvere. Da Aristotele a Luxuria, da Sant’Agostino a Vendola, da Vitruvio a Fazio, da Gesù Cristo a Renzi, da ominidi al Boldrini-pensiero, quintessenza della cultura del niente. Avv. Marco Bertagnin
Marco Bertagnin
propri e vagine a contratto, lo devo poter fare senza se e senza ma; se voglio trasformarmi da uomo a donna, o da donna a uomo, ma anche da uomo o donna a misto, lo devo poter fare senza se e senza ma; se voglio imbottirmi di droga acquistandola liberamente al supermercato, lo devo poter fare senza se e senza ma. Secondo la religione laica pressante non vi è motivo per porre limiti o divieti a qualsiasi tipo di tendenza. I “limiti” sono sinonimo di oscurantismo, di una cultura retrograda, oppressiva, moralista e omofobica. La cultura progressista, alimentata da decenni di sinistra variopinta, è composta da cervelli disabitati ma solidali, accoglienti, moderati, integrati e politicamente corret-
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Numero chiuso il 08- 02 - 2016
L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE L’ALTRO GIORNALE
AMBIENTE, TERRITORIO e AGRICOLTURA A partire da questo numero di Febbraio de L’Altro Giornale prende avvio una nuova iniziativa: una pagina dedicata al territorio e all’Agricoltura, uno dei settori trainanti dell’economia dell’intera Provincia scaligera. Informazioni, notizie, approfondimenti saranno i contenuti di questa pagina, realizzata grazie al supporto di SPREA Depositi s.r.l., società privata che lavora a fianco degli agricoltori da più di
50 anni e che crede fermamente nel territorio e in tutto ciò che l’agricoltura e le aziende ad essa legate rappresentano per la nostra Provincia. All’interno di questo nuovo spazio verrà instaurato anche un Dialogo con i lettori in cui ospiteremo domande e richieste di informazioni alle quali cercheremo di fornire una risposta o direttamente o mettendovi in contatto con professionisti ed esperti del settore.
Le tignole nel vigneto e frutteto
La confusione sessuale come metodo di lotta
Vigneti e frutteti sono oggetto di continui e prevedibili infestazioni di questi lepidotteri, considerati, da sempre, una delle principali cause di danni sia di ordine quantitativo che qualitativo. Infatti, nel corso dell’annata agraria, si susseguono varie generazioni di questi parassiti che aggrediscono i fiori e i frutti delle coltivazioni
arboree, determinando una minore quantità e qualità delle produzioni. E’ indispensabile quindi che il frutticoltore e viticoltore protegga le sue colture da questi parassiti, mettendo in atto una difesa efficace e tempestiva. L’intervento dell’agricoltore a difesa delle sue colture non è mai mancato: egli ha sempre usato gli strumenti e i materiali che la
ricerca ed il mercato gli hanno messo a disposizione. A questo proposito c’è da sottolineare che la lotta a questi lepidotteri è stata storicamente condotta con sostanze chimiche molto efficaci sui parassiti, ma, nel contempo, molto inquinanti per l’ambiente e molto tossiche per l’uomo e la fauna selvatica. L’accumulo delle sostanze chimiche in agricoltura per
la difesa delle piante dai sessuale”. parassiti ha reso l’am- La confusione o disorienbiente sempre meno tamento sessuale de i salubre. Di conseguenza maschi di lepidotteri è
la ricerca si è orientata a sperimentare altri metodi di lotta, sviluppando soluzioni alternative che abbattono l’uso di prodotti chimici, sostituiti da sostanze che, pur mantenendo un ottimo livello di efficacia, non hanno effetti negativi per l’ambiente e l’uomo. In questo contesto, si è affermata in molte aree la lotta ai lepidotteri parassiti della vite e colture frutticole (pesco e melo) attraverso la “confusione
sono accordati per formare un ampio comprensorio, al fine di poter difendere con successo
una tecnica che impiega le proprie colture da queuna sostanza chiamata sti parassiti. Posizionati “feromone sessuale” ed è gli erogatori del feromobasata sul principio per ne nei vigneti e frutteti cui in un ambiente con che si vogliono difendere elevata densità di questo , all’inizio della prima feromone i maschi dei generazione, è buona lepidotteri parassiti non norma monitorare la preriescono a localizzare le senza degli insetti da femmine e non le posso- debellare predisponenno fecondare per man- do alcune trappole per la canza di accoppiamento. cattura. La confusione o Gli strumenti per diffon- disorientamento sessuadere, nell’ambiente in cui le permette all’agricoltola coltura da difendere è re di abbassare in modo inserita, sono rappresen- significativo l’uso di protati da erogatori, reci- dotti chimici dannosi pienti che rilasciano il all’ambiente e pericolosi feromone, che posiziona- per l’uomo. La strada che ti all’interno della coltura il mondo agricolo sta diffondono nell’aria la percorrendo riporta l’atsostanza attiva. Questo tività agricola ad una metodo di lotta è mag- dimensione sostenibile giormente efficace se per l’ambiente naturale, l’area interessata riguar- dove le produzioni ne da un ampio territorio. A troveranno benefici in questo proposito diversi termini di sanità e salufrutticoltori e viticoltori si brità. G.D.C.
CRONACHE
Febbraio 2016
Opere pubbliche pronte a partire
COLOGNOLA. Dalla scuola primaria alle strade, dal sito di Bocca Scalucce all’energia
Servizi di
Daniela Rama
Grazie ad una norma della legge di stabilità 2016 Colognola può iniziare a guardare al futuro attraverso la realizzazione di numerose opere pubbliche già in programma da qualche anno, per un ammontare di ben 4 milioni di euro. In base a questa legge i Comuni che possiedono risorse proprie e opere in avanzato stato di progettazione, possono procedere con l'esecuzione in esenzione dal patto di stabilità. Soddisfatti di questa possibilità si sono detti il primo cittadino Alberto Martelletto e l'assessore ai lavori pubblici Andrea Nogara: «Avere progetti pronti e subito cantierabili – hanno spiegato – ha pagato; i soldi ci sono e quindi non resta che ultimare alcune procedure amministrative per arrivare entro breve a vedere nuovi cantieri in paese». «In realtà – ha proseguito Martelletto – si tratta di uno scenario fino a un mese fa impensabile. Se non fosse stato per questa legge, infatti, che permette di svincolarsi dal patto di stabilità e usufruire finalmente delle risorse proprie del paese, non saremmo mai riusciti ad avviare opere per cui è già stata fatta e approvata la progettazione. In un periodo in cui tutto era bloccato – ha
Via Casteggioni
continuato – anziché scegliere la strada dell’inerzia, l'Amministrazione ha fatto lavorare gli uffici con l’obiettivo di avere pronta una serie di progettazioni da giocarci in caso di un’eventuale apertura sul Patto. Ora – ha concluso – la nostra lungimiranza è stata premiata e quindi nel 2016 riusciremo a regalare al nostro paese opere per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro che, oltretutto, godono di diversi contributi regionali. Non riusciremo a farle ovviamente tutte entro le prossime elezioni ma saranno comunque avviate entro l'anno». Tra le opere in cantiere vi sono la nuova scuola primaria per un ammontare di 2 milioni e 200 mila euro, la pista ciclopedonale di via Monte Baldo per 170 mila euro e il completamento delle opere per il quartiere Villaggio:
«Qui infatti, con Acque Veronesi, tra gennaio e febbraio – ha affermato Nogara – inizieremo i lavori in piazza Marcolini e in via Bovo, quindi si farà l’illuminazione pubblica e l'asfaltatura in via Vespucci. Poi sarà la volta delle vie Caboto, Vasco de Gama, Da Verrazzano e Salvo d’Acquisto». Verranno sistemate anche via Montello, a Villaggio ai Colli, e via Casteggioni, nel capoluogo, dove si interverrà su due dissesti idrogeologici, per circa 200 mila euro. Un'attenzione particolare verrà riservata al sito inquinato di Bocca Scalucce, che verrà risanato, per un totale di 650 mila euro di cui il 50 per cento a carico del comune di Illasi. Previsti anche lavori di efficientamento energetico mediante la sostituzione degli infissi e della centrale termica al
La scultura veronese piange il “Michelangelo del legno” COLOGNOLA / IL LUTTO
Lutto nel mondo dell'arte veronese. Si è spento il “Michelangelo del legno”, conosciuto come Artidoro, l'apprezzato scultore colognolese Dorino Biasin. Nato nel 1941 a Rovigo, sin dalla primissima età, seguì le orme di diversi suoi avi vissuti nell'Ottocento, divenuti famosi scultori, rivelandosi ben presto anche lui un abile scalpellino del legno. «Per me lavorare il legno – amava ricordare Biasin – è una valvola di sfogo necessaria a esternare idee, pensieri e opinioni appartenenti alla mia quotidianità». Una routine dedita ai valori cristiani, di fede profonda, di amore per la famiglia e per l'arte, condivisi da sempre e fino all'ultimo con la moglie Antonietta Franchin. Sposati dal 1962, Dorino e Antonietta giunsero a Verona nel '66, prima a San Martino e poi a Colognola. Proprio in paese, a Pieve, si costruirono la loro casa in cui non poteva mancare uno spazio dedicato alla creatività di Artidoro. In questo laboratorio Dorino, negli anni precedenti alla pensione, periodo in cui poté finalmente dedicarsi completamente alla scultura, aveva custodito ceppi, tronchi o radici raccolti sulle spiagge o lungo il Po. Non erano pezzi qualsiasi di legno, perché in essi già ad una prima occhiata percepi-
Biasin al lavoro
va l’anima e la forma della scultura che portavano in sé. Tra le sue numerose opere, portate anche più volte alla ribalta delle cronache per gli spunti riflessivi offerti, vi sono natività che, ormai da anni, sono presenti alla Mostra Internazionale dei Presepi in Arena, nonché altre sculture realizzate in memoria di Aldo Moro, sul tema delle stragi del sabato sera e perfino sulla spiritualità di papa Francesco. In paese Biasin mancherà come uomo e come artista, ma la profondità dei significati che sapeva imprimere alla sua arte continuerà a vivere attraverso gli occhi di chi ammirerà le sue sculture.
cappotto degli edifici comunali: «Interverremo – ha precisato l'Assessore – sul municipio per il quale abbiamo ricevuto un contributo di 350 mila euro dalla Regione su 560 mila di spesa, sulla parte vecchia della scuola per l’infanzia “L'Aquilone”, sulla scuola media “Gino Fano”, sulla palazzina degli impianti sportivi di via Nogarola, del Centro sportivo di San Vittore e sul Centro Associativo “Mario Peruzzi” a Monte».
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Sede ufficiale a San Bonifacio ONLUS / IL SORRISO DI BEATRICE
Novità in casa dell'Associazione colognolese “Il sorriso di Beatrice”. Da qualche settimana infatti, la onlus fondata nel 2009 dai famigliari della giovane signora Beatrice Bevilacqua, scomparsa a causa di un cancro, ha una nuova sede. Se prima infatti l'associazione - che si occupa del sostegno alle famiglie che assistono un proprio caro malato nonché di sostenere la ricerca si trovava a Pieve di Colognola a casa di Rino Davoli, marito di Beatrice e presidente della onlus, ora si trova a San Bonifacio. Più precisamente al civico 4 di piazza Costituzione, vicino al municipio. Nell'annunciare questo importante cambiamento, Davoli ha spiegato che l'opportunità di avere una sede ufficiale è stata offerta dal Comune a titolo gratuito, permettendo così all'associazione di diventare un punto di riferimento sul territorio. «Anche la vicinanza all'ospedale “Fracastoro” di San Bonifacio – ha precisato – rafforza il progetto di continuità, per il quale da anni ci adoperiamo, tra la struttura
ospedaliera e la nostra realtà associativa. Il sostegno psicologico, burocratico e sociale alle famiglie che necessitano di un aiuto legato all'incontro con la malattia oncologica». Ma l'inizio del 2016 ha portato con sé anche altre nuove iniziative per l'associazione, tra cui l'uscita di un notiziario online dal titolo “Il Gazzettino del Sorriso di Beatrice” e il progetto “Ho preso un granchio”: percorso di psico - educazione rivolto agli alunni della scuola superiore e che verte su temi quali la patologia oncologica, la salute e le terapie. La solidarietà e i valori del volontariato sono invece i temi scelti dall'associazione per proporre a scuole, gruppi associativi, parrocchie e altro, la quinta edizione del Premio Beatrice 2016. Per partecipare si dovrà produrre un elaborato, uno scritto o un'opera grafica, musicale, di danza, fotografica o multilmediale inerente i temi annunciati. I bandi e altre informazioni si possono reperire visitando il sito www.ilsorrisodibeatrice.com
CRONACHE
Febbraio
Il 2016 si rivelerà l’annata dei lavori
SOAVE. Opere pubbliche, ecco 2 milioni di euro. Il Sindaco: «Interveniamo su scuole e sport»
Il 2016 vedrà a Soave l’apertura di una serie di cantieri per realizzare finalmente molti lavori pubblici che solo ora l’Amministrazione, grazie all’arrivo di vari contributi, riesce a realizzare. «Grazie a vari eventi favorevoli che si sono concretati in questo periodo per il 2016, avremo a disposizione due milioni di euro da usare per le opere pubbliche del paese – annuncia il sindaco Lino Gambaretto -. Una parte di questi soldi saranno usati per sistemare le scuole elementari per renderle antisismiche e il palazzetto dello sport, per il quale abbiamo ottenuto un finanziamento che copre due terzi dell’intera opera, per rifare il tetto e cambiare le caldaie e tutto questo poeterà a un notevole risparmio energetico. Il resto dei contributi arrivati servirà a realizzare tutti gli altri lavori di cui stiamo stilando un elenco, come le sistemazioni dei parchi gioco e la chiusura festiva del centro storico con le fioriere.
Lino Gambaretti
Sono due anni che non facevamo grandi lavori a Soave – aggiunge il primo cittadino -. I contributi arrivati non sono “piovuti dal cielo”, ma derivano dal fatto che abbiamo fato le domande in modo tempestivo presentando i progetti adeguati». A fine gennaio il comune di Soave ha incassato anche 500 mila euro dalla Cantina sociale. «Sono in contatto con il Ministero dei Beni culturali per la sistemazione
di una parte della cinta muraria, soprattutto porta Vicentina, dove si dovrebbero almeno mettere delle reti per evitare che i sassi arrivino sulla strada, e a livello paesaggistico la parte destra di porta Verona – continua il sindaco -. Inoltre c’è una possibilità di aumentare i parcheggi a ridosso delle mura e realizzare altri lavori che i soavesi aspettano da anni, finora bloccati per questioni buro-
cratiche, come ad esempio l’ampliamento della scuola elementare creando una struttura nel cortile interno: sono anni che facciamo i conti con la mancanza di spazi senza poter realizzare un polo scolastico nuovo per mancanza di risorse. Oltretutto - conclude il Sindaco - non possiamo demolire le scuole attuali perché sono vincolate come bene storico». Maria Grazia Marcazzani
SOAVE. La scuola media ricorda le vittime delle foibe In occasione della giornata del ricordo delle vittime delle foibe, la scuola media di Soave ha deciso di coinvolgere tutti i ragazzi facendo loro conoscere questa tragedia spesso dimenticata. Tutte le classi, a turno, vedranno un dvd intitolato “Istria addio – La cisterna” tratto da uno spettacolo teatrale realizzato dal Libero Comune di Pola per raccontare nelle scuole l’esodo degli italiani da Istria, Fiume e Dalmazia. Lo spettacolo racconta la vicenda di una famiglia di Rovigno d’Istria tra il 1938 e il 1959. Quindici personaggi con le dolci cadenze del dialetto istro-veneto, intrecciano le proprie storie attorno alla cisterna, il pozzo cui le famiglie di allora attingevano l’acqua per la mancanza di un acquedotto. I ragazzi delle classi terze incontreranno Giuseppe Gioseffi e la figlia Loredana. Gioseffi è originario di Dignano d’Istria e nel 1947 fu costretto a fuggire durante le persecuzioni di Tito. Dalla nave Toscana che lo portò in Italia, si diresse a Verona, dove fu in seguito raggiunto dalla moglie Rina Biasiol e dalla figlia maggiore di appena sette mesi. Arrivò a San Bonifacio per poi trasferirsi a Soave e ha sempre lavorato come capostazione della stazione di San Bonifacio. La figlia Loredana, insegnante di lettere della scuola media in pensione, è vicepresidente dell’associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, l’Anvgd. «Noi che l'abbiamo vissuta, abbiamo la responsabilità morale di far conoscere una vicenda storica ignorata per sessant'anni» - sono le parole di Gioseffi. Rimanendo in tema “Giornate della Memoria”, il 30 gennaio è avvenuta la commemorazione di Nikolajewka e il 18 febbraio, nell’ambito dell’università popolare, l’assessore alla Cultura e insegnante di lettera alle scuole medie, ricorderà la Grande Guerra grazie al lavoro fatto lo scorso anno con i ragazzi della scuola e le lettere scritte dai soavesi soldati in guerra da cui è stato tratto lo spettacolo “La nostra guera granda” portato in scena lo scorso novembre dalla compagnia locale “E mi, e ti e Toni”. M.G.M.
6 «Proposta: un’area riservata ai cani» RICEVIAMO&PUBBLICHIAMO
Lo scorso 18 gennaio ho presentato un ordine del giorno che impegna il Sindaco di Soave a valutare la possibilità di istituire un'area cani attrezzata nel territorio comunale di Soave, sul modello di quella esistente in alcuni comuni limitrofi. Si tratta di un'idea che mi è arrivata dai cittadini: la proposta ha già ricevuto 60 adesioni da parte di altrettanti proprietari di cani. L'area, qualora il Consiglio approvasse la proposta, dovrà essere scelta tra quelle di proprietà comunale per non gravare l'ente di ulteriori costi. Ma è soprattutto sulle modalità di gestione che si è concentrata la mia attenzione: mi sono confrontato con alcuni amici sindaci ed è scaturita una bella idea: una soluzione utile è installare un cancelletto all'ingresso apribile attraverso la tessera sanitaria. In questo modo per entrare è obbligatorio registrare i propri dati e questo ci permetterebbe di salvaguardare l'area da vandali ed incuria. Insomma, il messaggio è chiaro, chiunque può entrare ma deve far rilevare la propria tessera sanitaria sia in entrata che in uscita, un po' come succede con i distributori automatici di sigarette. Inoltre si dovrebbe prevedere una telecamera di videosorveglianza per dissuadere i soliti furbi dal sporcare. E’sicuramente un servizio utile e richiesto dalla gente, sono felice di farmi portavoce di questa istanza ma, come ho scritto nella proposta, si devono schedare gli ingressi e videosorvegliare gli utenti perché c'è il rischio che qualche solito noto trasformi questa bella e possibile realtà in una latrina. Occorre creare le condizioni affinché le persone perbene , che sono la stragrande maggioranza, possano usare l'area ed eliminare la possibilità che qualche disgraziato crei disagi per tutti. Matteo Pressi Capogruppo di Minoranza
NOTIZIE IN BREVE DA SOAVE (M.G.M.) “LAFOGLIAEILVENTO” PORTA I BAMBINI A RISCOPRIRE LE TRADIZIONI ANTICHE. Il 24 febbraio nel museo del gioco di Soave, sede dell’associazione “Lafogliaeilvento” si terrà il primo degli appuntamenti sulla riscoperta dei giochi tradizionali dei nostri nonni e di forme d’arte particolare che sicuramente entusiasmeranno i più piccoli. In questa giornata si scoprirà la “sand art”ovvero come creare con la sabbia sia un’esperienza artistica. Gli altri appuntamenti saranno a marzo e aprile. Per informazioni prendere contatto con l’associazione. MOSTRA DI ALESSIO PEGORARO. Nei giorni 14, 20 e 21 febbraio nella chiesa di San Rocco a Soave si terrà la mostra personale di pittura “Un giorno d’inverno” dell’artista arcolese Alessio Pegoraro. Le opere esposte sono caratterizzate da toni miti, le atmosfere melanconiche e le nebbie in trasparenza accompagnano in questa magica stagione, alla ricerca del paesaggio nella pianura padana. Pegoraro dal 1998 a oggi ha partecipato a diverse mostre sia collettive sia personali.Nel 2014 si è tenuta una delle sue esibizioni più importanti cioè “Domus Dei et Porta Coeli ”, nel chiostro dell’abbazia di Villanova, dove con una serie di disegni realizzati con la tecnica dell’inchiostro nero su cartoncino introducevano il pubblico in un viaggio alla ricerca delle antiche pievi, oratori e piccole chiese sparse sul territorio dell’est Veronese.
CRONACHE
Febbraio 2016
Farmacisti “mobili” Soccorso in camper
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SOAVE. La dottoressa Daniela Vaccari racconta l’Associazione Volontari che presta aiuto sul campo
I bisogni e le necessità che si presentano nelle emergenze sono di diversa natura, motivo per cui il soccorso alle persone arriva da più fronti. Se, in caso di catastrofe, si attivano nell’immediato tra gli altri il 118, il Soccorso Ospedaliero, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino, le Forze della Polizia, un ruolo importante lo giocano anche gli operatori di altri servizi come ad esempio gli assistenti sociali, gli psicologi e, perché no, anche i farmacisti. A Verona infatti, si sono diplomati i primi 26 farmacisti che hanno partecipato ad uno speciale corso di formazione, organizzato dalla sezione della Protezione Civile della Provincia, coordinata dall’ing. Armando Lorenzini e dal delegato provinciale Lino Gambaretto. La dott.ssa Daniela Vaccari, farmacista di Soave, fa parte di questo nuovo gruppo di volontari e a lei abbiamo chiesto di illustrarci questa iniziativa. Come nasce l’idea che un farmacista con il camice bianco possa indossare la divisa della Protezione Civile e sia chiamato a prestare soccorso in caso di calamità? «Paolo Pomari, durante il suo mandato come presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Verona, ebbe modo di conoscere quanto avevano fatto i colleghi farmacisti dell’Ordine di Cuneo durante il terremoto che aveva colpito la Regione Abruzzo prima e l’Emilia poi. Qui, già da tempo avevano fondato la prima Associazione Farmacisti Volontari in Protezione Civile ed erano intervenuti sui luoghi del disastro con il loro camper attrezzato a
Daniela Vaccari
farmacia mobile, portando un insostituibile aiuto ad una popolazione che con la casa aveva perso tutto, anche le medicine salvavita. Il dottor Pomari ebbe subito l’idea di fondare anche a Verona una Associazione simile e condivise l’idea con i giovani farmacisti iscritti all’Agifar, con l’Ordine professionale e con Federfarma. La sua tenacia e il suo entusiasmo portarono in breve tempo alla realizzazione di questa impresa. L’Ordine dei Farmacisti contribuì in maniera fondamentale provvedendo all’acquisto del camper e altri sponsor ci aiutarono nell’allestimento. Forse sul camper non riusciremo ad indossare il camice bianco, perché ragioni di sicurezza ci impongono altro abbigliamento, ma
il nostro distintivo e la nostra professionalità saranno con noi sul camper come in farmacia». Come è organizzata la vostra Unità e come svolge la sua attività a fianco della Protezione Civile? «La nostra Associazione è divisa in squadre di quattro persone, la prima delle quali è pronta a partire entro 24 ore dall’allerta con il camper attrezzato a farmacia mobile, caricato di medicinali secondo una dotazione standard detta “de minimis” stabilita dall’Associazione Nazionale, che ci vengono forniti entro poche ore da un deposito di medicinali della zona. Il camper è provvisto inoltre di bombole di ossigeno, misuratori di pressione, materiale di pronto soccorso e nel campo allestito dalla Protezione Civile ha la sua collocazione accanto al PMA (posto medico avanzato), con il quale lavora in stretta collaborazione, fornendo i medicinali necessari e tutto il supporto logistico che serve alla gestione del farmaco e dei presidi. Le squadre si alterneranno secondo tabelle prestabilite per assicurare la presenza fino al termine dell’emergenza. L’Associazione Farmacisti Volontari in Protezione Civile non limita il suo intervento ai casi di calamità: è a fianco dei cittadini anche in altri modi. Attualmente collabora con il Banco farmaceutico nell’iniziativa “recupero farmaci validi non scaduti”, una raccolta che permette, attraverso l’uso di contenitori appositamente predisposti e presenti in diverse farmacie della Provincia, di recuperare in sicurezza farmaci
non utilizzati, molte volte presenti nelle nostre abitazioni, per distribuirli ad associazioni di volontariato (Cesaim, Caritas) che già forniscono prestazioni medico sanitarie a persone non assistite dal SSN. I farmacisti volontari provvedono a controllare lo stato e la validità dei farmaci raccolti, a registrarli in un apposito programma per metterli poi a disposizione delle Associazioni». Questa vostra Associazione richiede sia disponibilità di tempo ma anche impegno di risorse economiche, come fate ad autofinanziarvi? «Entrambi sono problemi di un certo rilievo. Per quanto riguarda il tempo, nel momento in cui si entra a far parte di una Associazione di volontari, si sa che è un elemento prioritario. I nostri Volontari questo lo sanno e hanno dato la massima disponibilità, confermando la loro adesione alle squadre che sono state formate e che, in caso di necessità, partiranno secondo un ordine prestabilito. Per quanto riguarda le risorse economiche, possiamo attualmente contare solo sulla generosità dei colleghi e sulla quota di iscrizione dei volontari. Siamo supportati dall’Ordine dei Farmacisti, da Agifar, l’associazione giovani farmacisti che devolve a noi ogni anno il ricavato di un’iniziativa da loro organizzata, e da Federfarma. Le spese di gestione del camper, l’attrezzatura e eventuali corsi di aggiornamento hanno costi elevati e la ricerca di qualche sponsor sarà uno dei nostri compiti nell’immediato futuro». Angelica Adami
CRONACHE
Febbraio 2016
Alta velocità sì? Alta velocità no? SAN BONIFACIO. Il tema Tav sta sempre più conivolgendo e dividendo l’intero paese
Alta velocità si, alta velocità no. Tracciato a Sud, centro...a San Bonifacio col passare dei giorni il tema Tav sta sempre più coinvolgendo e dividendo il paese. L'alta velocità è stata al centro del Consiglio comunale, riunitosi d'urgenza nella serata di lunedì 11 gennaio per l'approvazione delle osservazioni al tracciato Sud. Una convocazione che è stata oggetto di dissenso da parte delle minoranze che avevano chiesto lo slittamento della seduta al giorno successivo visto che, la sera stessa in sala Barbarani si stavano riunendo alcuni comitati civici per un confronto sul medesimo tema. Dissenso che si è poi concretizzato con l'uscita dall'aula consiliare, senza ascoltare le osservazioni, dei consiglieri Anna Firolli, Alessandro Signorato e Barbara Somaggio; Simone Rossi si è astenuto dal voto, mentre Federico Pasetto non vi ha partecipato. Dal canto suo è stato proprio il sindaco Giampaolo Provoli a spiegare come non fosse possibile alcun rin-
vio del Consiglio in quanto il giorno successivo era l’ultimo per la presentazione delle osservazioni (per i cittadini interessati dagli espropri la data ultima è stata invece il 28 gennaio) e come il Comune già prima di Natale avesse inviato 300 lettere ai cittadini interessati per incontrarli lo scorso 7 gennaio assieme a un gruppo di tecnici esperti in espropri e indennizzi. Anna Firolli ha poi sottolineato come la Via (Valutazione Impatto Ambientale) sia stata fatta solo per il tracciato precedente, e non per
quello a Sud, e che senza di essa il progetto non può essere considerato defintivo. Sono stati poi Provoli e il capo ufficio tecnico Franco Volterra a chiarire come ancora non ci si trovi nella fase di Via e che in questo momento il Consorzio Iricav 2 ha due procedimenti diversi e paralleli, uno in rapporto con il Ministero dell’Ambiente e uno con quello delle Infrastrutture. Solo quando i due percorsi saranno terminati ci sarà la convergenza per l’approvazione finale del Cipe. Per questo infatti al momento non è stato effet-
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tuato alcun esproprio, ma sono stati solo avvisati i cittadini espropriandi perchè possano partecipare al procedimento. Dal canto loro i comitati civici contrari al tracciato a Sud hanno organizzato sul tema Tav un incontro pubblico il 25 gennaio con ospite l’Architetto Domenico Bolla che, basandosi su un concetto di urbanistica che pone al centro la salvaguardia del territorio come bene comune, ha sostenuto la necessità di un tracciato che affianchi le infrastrutture (ferrovia o autostrada) già esistenti. Diversa l'opinione del comitato "No Tav in centro" per il quale i danni derivanti dal passaggio a Sud non sono paragonabili a quelli che comporterebbe il passaggio dell'alta velocità attraverso il centro storico, che ne risulterebbe distrutto. Matteo Dani
SAN BONIFACIO / CARNEVALE Dopo anni, tornano le maschere Torna il carnevale in centro storico. Dopo anni dall'ultima sfilata la piazza e il centro di San Bonifacio torneranno a colorarsi con le maschere e le risate di grandi e piccini. Un gradito ritorno quello del carnevale in centro, presentato ufficialmente nelle scorse settimane assieme al caledario del Carnevale Veronese, con il Comune, la Pro Loco e varie associazioni interessate e attive nell'organizzazione delle sfilate. All'interno del calendario, che raccoglie tutti gli eventi e le sfilate che in programma nei comuni della provincia veronese, sono infatti ben tre le date che interesseranno il territorio sambonifacese. Tutto è partito con la sfilata di domenica 7 febbraio a Lobia, mentre la successiva è prevista per domenica 14, a Locara, alle ore 15.00. La vera novità sarà però domenica 21 febbraio quando il carnevale tornerà in centro. E' previsto alle 14.30 il via della sfilata che, nell'intento degli organizzatori, punta a riempire il centro con i carri allegorici, le maschere della tradizione più famose e con quelle invece più legate all'attualità. Come detto, numerose le associazioni coinvolte nella manifestazione, che vedrà anche la partecipazione degli sbandieratori di San Bonifacio. M.D.
Foto di Mirko Barbieri
SAN BONIFACIO / PONTE DELLA MOTTA Il ponte della Motta ora può davvero tornare. Una notizia molto attesa da tutta la cittadinanza di San Bonifacio e che è stata ufficializzata nelle scorse settimane. La svolta sta all'interno di una delibera di Giunta regionale approvata prima della fine dell'anno e nella quale vengono stanziati per la ricollocazione del ponte 950mila euro. Fondi che, come spiegato dai tecnici della Difesa del suolo della Regione Veneto, fanno parte delle economie della gestione commisariale dell'alluvione del 2010. Anche il primo cittadino Giampaolo Provoli ha confermato la notizia, rivelando come fosse già a conoscenza dell'approvazione della delibera ma abbia aspettando la sua pubblicazione per rispetto nei confronti dell’assessore ai lavori pubblici Elisa De Berti, che ha seguito attentamente la questione, e dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin. Sono ormai quasi completate le necessarie
opere di sistemazione idraulica e di realizzazione della spalla destra del nuovo ponte che sarà quindi, come previsto dal progetto redatto dal Comune, a doppia carreggiata carrabile. Sono pure in via di conclusione i lavori di posa dei pali di cemento su cui poggeranno le fondamenta del nuovo ponte. A regalare un ulteriore sorriso è anche la conferma arrivata dalla Regione, per cui il progetto ha già ottenuto il via libera della Soprintendenza. Il responsabile unico del procedimento sarà l’ingegner Umberto Anti, capo del Bacino idrografico Adige-Po. A mancare è solo il protocollo d’intesa tra Regione e Comune per l’individuazione dei rispettivi compiti, questione che non preoccupa nessuna delle due parti interessate. Sembra davvero la volta buona, quindi, per restituire a San Bonifacio ed ai suoi cittadini il ponte che tornerà a collegare la Motta al centro storico. M.D.
TEATRO POPOLARE / “VARDÈ CHE COMEDIE!” Torna a febbraio la rassegna di teatro popolare “Vardè che comedie!” organizzata dall’associazione Teatroprova di San Bonifacio e che si tiene come sempre nel teatro della scuola dell’infanzia “Principe di Napoli” del paese. Il 6 febbraio la compagnia “Teatrinvsibili” di Tregnago ha inaugurato la rassegna con “Voria cantar Verona”. Il secondo appuntamento sarà il 20 febbraio con “Pura per sempre” della compagnia “Teatro Impiria” di Verona.
Sarà raccontata la vita di suor Pura Pagani, originaria di Campofontana, dove è anche sepolta, in cui ogni anno la prima domenica di luglio tutti i devoti a questa religiosa, paragonata a San Pio da Pietralcina, si ritrovano per ricordarla nell’anniversario della morte avvenuta il 2 luglio 2001. Infine il 6 marzo uno spettacolo di burattini per bambini intitolato “Il mago Quaeita” organizzato dallo stesso Teatroprova. M.G.M.
CRONACHE
Febbraio 2016
Progetto Tav/Tac: analisi del Sindaco
BELFIORE. Il primo cittadino, Davide Pagangriso: «Dai nostri studi, emerse alcune criticità»
Il Consiglio comunale di Belfiore, nella seduta del 20 gennaio, ha presentato le proprie osservazioni al progetto definitivo della TAV/TAC linea Verona – Padova. L'Amministrazione ha incaricato l'ing. Massimo Merzari di studiare il progetto trasmesso da RFI Spa al Comune e di valutare le maggiori criticità presenti. «Dallo studio di Merzari sono emerse in particolare modo quattro criticità - spiega il sindaco Davide Pagangriso -. Il rischio idraulico, costituito dalle piene dei torrenti Illasi, Mezzane, Alpone e Tramigna. Poi l'interferenza con la viabilità e i collegamenti ciclabili; le opere compensative da spostare in area più idonea e il cantiere previsto in via Bova, pure da spostare». Questi i problemi salienti del tracciato TAV: il territorio del comune di Belfiore è collocato in un'area idraulicamente fragile, per la presenza dei corsi d'acqua
Davide Pagangriso
suddetti con struttura pensile, sopra il piano campagna. Dal 2009 si sono manifestati numerosi eventi di piena straordinaria. Gli argini in terra possono ad ogni significativo aumento di portata cedere, con il rischio che l'acqua raggiunta la campagna circo-
stante. La zona maggiormente a rischio è località Castelletto, che ospita sia una zona abitata che la ZAI. A Castelletto, è prevista anche la sottostazione elettrica TAV, che può essere interessata dall'esondazione. La TAV interferisce poi con i percorsi dell'Arcole DOC, con quello ciclabile della Val d'Illasi e con la progettata pista ciclabile “dalle Terme di Caldiero alla Botte Palladiana”. Viene così a pregiudicare la costituzione di una grande rete ciclabile intercomunale, con un bacino di utenza di oltre 110.000 residenti. Come opera compensativa, a nord della Strada Porcilana è prevista una “macchia arbustiva”: «Riteniamo che come opera di mitigazione sia preferibile che RFI acquisti l'area delle cave dismesse in adiacenza a Cava Moneta, che il Comune sta per adibire a oasi naturalistica. Così si completerebbe tutta la zona
palustre e potremmo incrementare la nostra area verde ad uso della popolazione» commenta il sindaco. Infine il cantiere in via Bova, in area esondabile: «Chiediamo di spostare la cantierizzazione a Castelletto, in un sito già dotato di sottoservizi, adiacente la ZAI. Ci sono due zone idonee a tale funzione, una già di proprietà comunale, l'altra è area industriale dismessa. Hanno collegamento diretto con la grande viabilità e gli impianti sportivi che IRICAV realizzerebbe per gli operai, poi sarebbero facilmente fruibili dai cittadini» - conclude Pagangriso. Il Consiglio comunale ha inoltre fatto proprie le osservazioni pervenute da Coldiretti e da privati; altre ne sono arrivate fino al 27 gennaio, giorno di scadenza. Tutte saranno portate all'attenzione di RFI Spa, soggetto aggiudicatore della TAV. Graziana Tondini
«Frontiere chiuse, ma non in Italia» RICEVIAMO&PUBBLICHIAMO
Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra contro l’impero Austroungarico nonostante, fino a qualche mese prima, fosse con loro alleata nella Triplice Alleanza. Come sappiamo l’Italia vinse ma abbiamo lasciato sul campo 750.000 morti, oltre ai milioni di feriti e invalidi. Ne è valsa la pena? Penso proprio di no. Le guerre non devono assolutamente mai essere dichiarate e combattute: portano solo dolore e disperazione. A distanza di tanti anni e senza alcuna retorica, se i nostri nemici di allora avessero vinto la guerra, contro Francia ed Inghilterra, forse saremmo parte integrante dell’Austria con il Trentino Alto Adige e il Friuli. Oggi, 2016, l’Austria ha bloccato di fatto le frontiere e quindi se noi fossimo cittadini austriaci avremmo le frontiere senz’altro più controllate. Quello che oggi l’Italia purtroppo non ha. Oltre all’Austria, altri nostri diretti confinanti quali la Svizzera, la Francia ed altri Paesi più a nord Svezia, Norvegia, Finlandia, Inghilterra e Olanda, per non parlare poi dei Paesi dell’Est Europa, hanno bloccato le frontiere annullando di fatto il trattato di Shengen. Alcuni Stati inoltre stanno rimandando ai loro Paesi di origine gli extracomunitari che non risultano in regola (oggi gennaio 2016 si parla di oltre 100.000 persone), prendendo nel contempo misure drastiche contro l’immigrazione incontrollata. Questo è quello che succede in Europa. E in Italia? L’Italia si sta dimostrando il ventre molle dell’Europa pronta ad accogliere chiunque e senza tanti problemi e controlli sia che arrivi dal mare e sia che entri attraverso l’unica frontiera ancora aperta (per il momento), con la Slovenia. Purtroppo in seguito a queste decisioni, con molta probabilità e per il fatto che l’intera Europa chiude le frontiere vi sarà un aumento esponenziale degli extracomunitari, che naturalmente si riverseranno in Italia. Già ne abbiamo a centinaia di migliaia, ma non essendoci altri sbocchi, con la chiusura delle frontiere ne arriveranno a milioni. E le risorse per mantenerli chi le metterà…forse l’Europa? E i nostri politici che iniziative stanno prendendo per far fronte a questo problema a difesa e a salvaguardia di noi italiani che paghiamo le tasse per mantenere loro e gli extracomunitari? Purtroppo c’è ancora qualche politico italiano (naturalmente di sinistra) che afferma che questi extracomunitari sono una ricchezza. Forse dal punto di vista dei politici sarà senz’altro vero. Gli scandali infatti hanno dimostrato che sugli extracomunitari c’è gente che ci guadagna...e molto. Indubbiamente gli extracomunitari dei Paesi in difficoltà devono essere aiutati, personalmente ritengo però che debbano essere aiutati nel loro Paese di origine. Questa dovrebbe essere la linea guida che i nostri politici dovrebbero seguire. Ma per molti politici italiani sembra che il problema degli extracomunitari e non solo, ma anche della mancanza di lavoro, della disoccupazione giovanile, della sicurezza e delle povertà emergenti, risultano problemi marginali, mentre è molto più importante mantenere la propria “carena” con gli annessi e connessi. Povera Italia! Silvano Miniato
10 BELFIORE / CAVA MONETA Cava Moneta di Belfiore è un vecchio sito estrattivo di oltre 18 ettari che nel tempo ha subito un processo di rinaturalizzazione con l’insediamento di vegetazione e fauna spontanee. «Nel 2011 il Comune di Belfiore ha acquisito Cava Moneta con un finanziamento regionale - spiega il sindaco Davide Pagangriso -. L’Amministrazione ha redatto un progetto di riqualificazione e valorizzazione per raggiungere obiettivi di tutela e conservazione del valore naturalistico ed ambientale del biotopo e destinare il sito ad una fruizione pubblica compatibile con l’uso didattico e scientifico». Numerose sono le specie erbacee, arbustive, arboree presenti nella Cava, che definiscono delle nicchie ecologiche, utili per la sosta, l’alimentazione e la riproduzione di molte specie di uccelli. A seconda delle stagioni in Cava Moneta dimorano uccelli migratori come il cormorano, l’airone bianco, il gabbiano, il tordo sassello, il tordo bottaccio, la marzaiola, il beccaccino, la garzetta e uccelli nidificanti e stanziali come il fagiano, la civetta, la cornacchia grigia, il germano reale. Ben 11 di queste specie rientrano nell’elenco degli uccelli a rischio di estinzione tutelati dalla Direttiva CEE 409/1979 sulla protezione dell’avifauna europea. Inoltre sono presenti le specie ittiche tipiche degli specchi d’acqua di scarsa profondità, quali la tinca, la carpa, la scardola, il carassio, il pesce gatto. Il progetto appaltato prevede la realizzazione un'area “ricreazionale naturalistica”: «In Cava Moneta si potranno svolgere passeggiate ed escursioni, bird-watching, attività didattiche per le scuole, ricerche e studi scientifici - prosegue il Sindaco -, pertanto realizzeremo subito il sentiero naturalistico, che consentirà di osservare gli uccelli presenti senza disturbarli e senza interferire nelle loro fasi del ciclo biologico. Un tratto del sentiero sarà attrezzato per favorire la visita e la pesca agli utenti disabili. Una parte dell'area sarà destinata a orto botanico, in cui piantumare le specie da fiore e gli arbusti tipici della zona umida e della pianura veronese. All'ingresso sarà predisposto il parcheggio, la biglietteria, un'aula didattica-museo e i relativi servizi». I lavori per la riqualificazione di Cava Moneta sono stati appaltati a metà gennaio e inizieranno nella prossima primavera. Il costo complessivo del progetto ammonta a 330mila euro. G.T.
CRONACHE
Febbraio 2016
Scuola media nuova Il sogno sarà realtà ARCOLE. Iniziata la realizzazione di uno stabile all’avanguardia, pronto tra pochi mesi
E' iniziata lo scorso 26 gennaio la demolizione della vecchia scuola media di Arcole. E' pertanto cominciata la realizzazione di un'opera molto attesa dai cittadini che consegnerà fra pochi mesi uno stabile all'avanguardia sia dal punto architettonico che strutturale. Il nuovo edificio scolastico infatti prevede 12 aule, 4 laboratori (arte, musica, informatico-linguistico e tecnologico-scientifico), gli uffici per la segreteria, l'aula mensa, un auditorium, un giardino interno e i nuovi spogliatoi che collegheranno la nuova scuola con la palestra. Esternamente è inoltre prevista una piastra polivalente per attività sportiva all'aperto. Sarà uno stabile ad un unico piano con
una particolare pianta a foglia che alleggerirà dal punto di vista architettonico uno stabile di dimensioni importanti visto che avrà una superficie di circa 2.600 metri quadrati. Il nuovo istituto in classe energetica A+, antisismico, dotato di allarme e videosorveglianza sarà realizzato con strutture prefabbricate in cemento armato e avrà il tetto in legno con travi a vista. Il costo complessivo dell'opera supera i 3,3 milioni di euro e sarà finanziato per 2 milioni di euro con fondi europei e per il restante da fondi propri del comune che pertanto non accenderà nessun mutuo. «Per noi è un sogno che si realizza - commenta il Vicesindaco Reggente di Arcole, Alessandro Ceretta,
che detiene la delega all'Edilizia Scolastica -. Già dal 2008 abbiamo rinunciato all'indennità di carica che ci spettava con l'obiettivo di sistemare e rendere sicure tutte le scuole del paese. A distanza di 7 anni possiamo dire che l'obiettivo è ormai raggiunto. La scuola media era l'unica rimasta da sistemare e tra pochi mesi sarà un'opera conclusa». L'Amministrazione comunale ha previsto inoltre un importante investimento anche in attrezzature e arredi per la nuova scuola. «Sostituiremo i banchi e le sedie obsoleti e acquisteremo le Lavagne Interattive Multimediali in modo che siano presenti in tutte le aule, compreremo alcune stampanti 3D, sostituiremo alcuni PC obsoleti
per il laboratorio informatico e doteremo di strumenti anche il nuovo laboratorio scientifico - commenta Ceretta -. Non vogliamo quindi solo investire nel contenitore, inteso come stabile, ma anche nei contenuti fornendo strumenti all'avanguardia in accordo con la dirigenza scolastica e gli insegnati per dare ai nostri ragazzi tutti gli strumenti necessari. Vogliamo che la nuova scuola sia un punto di riferimento per le possibilità didattiche che offrirà. L'auditorium infine sarà utilizzabile anche la sera in modo indipendente dalla scuola e sarà studiato per essere utilizzabile come sala conferenze, cinema e teatro sia per la scuola che per le nostre associazioni».
GIORGIO LECCA DALLA RADIO A SAN REMO “Giorgio Lecca, il patron di Radio 80 - già Radio San Bonifacio – è un personaggio”. Questo è quanto dicono in molti. E a ragione, perché da oltre 40 anni Giorgio si occupa di pubblicità e di editoria. Dalla sua sede sambonifacese ha avviato progetti di promozione e comunicazione di cui hanno beneficiato molte realtà economiche locali. E se nel tempo i canali trasmettitori di messaggi hanno assunto le fattezze e la strumentazione che il momento storico reclamava, altrettanto ha fatto Giorgio Lecca coltivando l’attenzione per il nuovo che avanza. Non si è mai fermato: faceva parlare la carta quando primeggiava la carta, ora fa parlare Internet perché siamo negli anni del web 2.0 (se non oltre)…e, soprattutto, non ha mai smesso di far parlare la radio. Fondatore di Radio San Bonifacio nel 1975 (oggi Radio 80), Giorgio ha percorso gli sviluppi dell’emittente negli anni e l’ha condotta all’aggregazione in SpheraHolding. Hub che Premio Radio Tv Giorgio Lecca nasce dalla fusione di due storici gruppi radiofonici del nord premia NEK Festival di Sanremo 2015 Italia: Company Group con Radio Company, Radio 80 e Radio Valbelluna ed il Gruppo Radio Padova e Easy Network. La SpheraHolding raggiunge nei 7 giorni l’82% della popolazione di Veneto e Friuli Venezia Giulia, con una media di 865.000 ascolti al giorno [dati Radio Monitor 2014 ndr]. Un grande amore, quindi, quello di Giorgio Lecca per la Radio e per la musica in particolare. E’ proprio grazie ad una sua proposta che nel 2001 infatti il Festival di Sanremo ha istituito il Premio “Sala stampa radio-tv-web”, poi intitolato “Lucio Dalla”. Oggi, a 15 anni di distanza, il riconoscimento è uno dei più ambiti tra quelli assegnati al Festival della canzone italiana, grazie alla tenacia di Giorgio Lecca, che oggi è anche Presidente, oltre che ideatore, del blasone. In realtà è doppio il merito riconosciuto con la consegna del premio: al cantante insignito (al miglior giovane e al migliore fra i big) e ai media, soprattutto le radio locali, che ogni giorno passano la musica. E comunque, tra la carta che ancora si stampa, nell’organizzazione pubblicitaria di Lecca, non possiamo non citare L’Altro Giornale sambonifacese. Un mensile gratuito di attualità e cronaca, arriva direttamente a casa di 24.000 famiglie, oltre che in un migliaio tra comuni, edicole, ospedali, centri commerciali. Infine, l’ultima opera in ordine cronologico di Giorgio, si chiama “New York disco club”. Concept innovativo, di ispirazione americana che mixa discoteca, ristorante, musica dal vivo. Mette tutto in un’unica grande sala, accende la musica e le luci (comunque soffuse) alle 8 PM, fa accomodare gli ospiti a bei tavoli apparecchiati, serve una cena al menu e, in contemporanea, offre spettacolo dal vivo, intrattenimento musicale e la possibilità di ballare. E invita tutti a un giro di ballo.
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«Nomine nelle Ulss Verona conta poco» RICEVIAMO&PUBBLICHIAMO
Nonostante le uscite di Salvini e del presidente della Regione nella nostra città per raccogliere consensi pre elettorali, i fatti parlano chiaro: i veronesi contano meno di altri Veneti nelle decisioni che contano. Basti pensare a quanto accaduto con le nomine dei direttori generali delle Ulss, dove la n.15, premiata in Italia come miglior azienda sanitaria che esprime ben due assessori regionali, esce dalle nomine con le ossa rotte, o meglio, pare non si meriti un suo direttore generale. Lo stesso l'Ulss n.22 che registra attivi di bilancio da anni, tanto da "prestare" risorse all'azienda ospedaliera di Verona, nonostante una delle quote capitarie più basse di tutto il Veneto. In compenso, i cittadini della provincia di Vicenza e Venezia possono esultare. Per loro ben due direttori generali: non si capisce il criterio di suddetta spartizione ma risulta chiaro chi conta davvero all'interno della maggioranza. Il Bassanese diventa praticamente autonomo e così anche il Veneto Orientale (unica Ulss con un direttore generale confermato), ma con quale legittimità? Il risparmio e la razionalizzazione nella sanità tanto profetizzata da “Zaia2” dove sono finiti? Noi tosiani ci aspettavamo quantomeno coerenza, visto che Zaia e i suoi per mesi ci hanno raccontato che sarebbero stati intransigenti sulle Ulss provinciali ed oggi si rimangiano le parole, ma solo per alcune; nei fatti, invece, si è abdicato a questo principio e si sono create province di serie A e di serie B. Perché per esempio il bassanese merita di essere autonomo rispetto a Vicenza, mentre la bassa veronese (oggi nell'Ulss 21) o l'ovest veronese (oggi nell'Ulss 22) no? Di sicuro con queste scelte l'Amministrazione Zaia2 non ha reso un buon servizio ai cittadini e in tutto questo "calderone" di nomine non è stata nemmeno presa in considerazione la nostra proposta sull'Ulss pedemontana: una risposta intelligente alla razionalizzazione della spesa che metteva al centro i nostri cittadini e non le careghe. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a dichiarazioni forti da parte dei vertici della Lega proiettati verso le prossime amministrative scaligere: frasi pronunciate al termine di grandi "mangiate" e in vista di partecipazioni a parate di carnevalate dove i temi che contano davvero per Verona e i suoi cittadini, come la sanità e la sicurezza, non sono nemmeno stati sfiorati. Prima di pensare alle carnevale però, sarebbe il caso di dare delle risposte su temi concreti. Scendere per strada e ascoltare la gente, ma non a bordo di un carro allegorico. Giovanna Negro
ANTONELLA BURATO IL LIBROI DI POESIE “Il pensiero sospeso e la vertigine” è il volume di poesie d’amore pubblicato a fine 2015 dall’artista arcolese Antonella Burato. Una nuova dimensione artistica per la Burato, finora conosciuta soprattutto come pittrice. L’abbiamo incontrata e le abbiamo chiesto il perché di un libro di poesie: «Desideravo parlare d'amore nonostante tutto e l'ho fatto attraverso la poesia che è un mezzo che mi è congeniale, come lo è per tante persone in questo tempo» risponde Antonella. «Il contenuto del libro mi è arrivato negli ultimi due anni, prendendo coscienza di quale potrebbe essere il chiarimento ad ogni domanda che ci poniamo, la soluzione ad ogni difficoltà che vediamo... è l'amore l'unica arma che abbiamo e se chiudiamo gli occhi e sospendiamo il pensiero lo possiamo avvertire, allenare, "abbondare” intorno a noi». La Burato pittrice espone le sue opere fin dagli anni ’80, ha partecipato ai Giardini della Biennale Giovani di Venezia nel 1984, ha dipinto numerose meridiane tra cui quella di San Giorgio sul campanile di Arcole e di San Matteo su quello di Asiago. Altro campo dell’arte visiva in cui si è fatta notare è la collezione di angeli a sanguigna, ritratti secondo diversi scorci prospettici. Ma è stato naturale il passaggio dalla pittura ai versi? «Non c'è stato passaggio, ho sempre scritto fin da piccola e le due espressioni sono in simbiosi, i sentimenti li descrivo usando i nomi dei colori come aggettivi, e i dipinti, specie quegli degli angeli, cercano la poesia come obbiettivo finale» - risponde Burato. Ma dove vorrà portarci l’artista con questi brani? «Quello a cui tendo è l'amore universale, che si può sperimentare innanzitutto studiando noi stessi per poter capire gli altri; se impariamo a riconoscerci e a perdonarci, allora saremmo capaci di farlo con gli altri. L’amore passa attraverso le persone che siamo, per arrivare poi a essere "Universale". E’attraverso la persona che amo, io amo tutto ciò che mi circonda...» Aspettiamo quindi di conoscere il proseguo di questa introspezione. Graziana Tondini
CRONACHE
Febbraio 2010
S.O.S. lavoratori e polo scolastico
MONTEFORTE. Diversi gli argomenti trattati nel Consiglio comunale del 25 gennaio
Servizi di
Maria Grazia Marcazzani
Opere accessorie alla Tav, aiuto ai lavoratori in difficoltà e collocazione del nuovo polo scolastico. Questi i temi trattati nell’ambito del consiglio comunale dello scorso 25 gennaio a Monteforte d’Alpone, dove l’unico assente – giustificato - era il consigliere di minoranza Andrea Ciresola. La seduta si è aperta con una comunicazione del Sindaco, Gabriele Marini, che ha partecipato a una riunione, organizzata dalla Provincia, sul tracciato ad alta velocità che passerà da San Bonifacio: «come opere accessorie – ha affermato il primo cittadino saranno realizzate delle strade di collegamento con la strada regionale 11. A questo proposito ho chiesto l’allungamento di queste stesse arterie fino a Monteforte, dove in certe ore del giorno si concentra tutto il traffico proveniente dalla vallata». Il vicesindaco Adriana Valenti da parte sua ha spiegato che il Comune ha deciso di ade-
Gabriele Marini
rire al Patto territoriale per favorire opportunità d’inserimento lavorativo ai lavoratori appartenenti alle categorie svantaggiate, come ad esempio le persone che hanno più di cinquant’anni e chi è in mobilità. La Regio-
ne tende a prediligere l’unione tra Comuni nella presentazione dei progetti lavorativi: così l’Amministrazione ha deciso di unirsi a San Bonifacio, comune che ha già una persona specializzata in questo settore. Il comune di Monteforte potrà comunque scegliere autonomamente a quali progetti aderire e quali no. Durante il Consiglio comunale si è dibattuto anche sull’adozione della seconda variante al Piano degli interventi del territorio comunale. Sull’argomento è intervenuto l’architetto incaricato dal comune, Andrea Mantovani, che ha spiegato che è stato fatto il cambio della base cartografica perché era datata, ed è stata ridefinita la veste grafica: lo strumento precedente, infatti, conteneva errori di conversione, che arrecava problemi nella gestione degli uffici tecnici e dei progettisti a causa di perimetri sbagliati, vincoli di edifici e, non da ultimo, l’eliminazione dell’area dove la precedente Amministrazione prevedeva di rea-
lizzare il nuovo polo scolastico (posizione bocciata perché collocata in zona a rischio alluvione). Il sindaco Marini ha chiesto spiegazioni al consigliere di minoranza Roberto Costa, che ricopriva il ruolo di vicesindaco nella scorsa Amministrazione, riguardo la zona di posizione del polo scolastico, per capire se c'erano motivazioni politiche nel non rispettare il parere vincolante della Provincia riguardo la posizione in zona a rischio idrogeologico, perdendo così importanti contributi. Costa ha risposto che «la decisione venne presa per sicurezza viabilistica non essendoci stata la disponibilità dei privati a vendere un altro lotto: ci si è fidati dei tecnici» – ha affermato. Marini si è chiesto perché nel Pat la zona a rischio esondazione sia rimasta come progetto per il futuro polo scolastico, anche se la Provincia, a differenza della Regione aveva dato parere negativo. Costa ha risposto che il motivo dipese dal parere dei tecnici che avevano proposto di alzare il livello del suolo per la protezione della scuola, perché non c’erano altre zone disponibili. Da parte sua l’architetto Mantovani ha affermato che a questo punto per individuare una nuova area e fare tutto il piano degli interventi ci vorrà almeno un anno e mezzo.
12 MONTECCHIA. Conclusi i lavori alla rete fognaria di via Zaffaini Si sono da poco conclusi i lavori per la realizzazione della rete fognaria di via Zaffaini a Montecchia di Crosara, un’opera che i residenti aspettavano da molti anni e che finalmente si è potuta realizzare. Era dal 2009 che l’opera doveva essere eseguita dall’amministrazione Pallaro, che aveva molto a cuore la sua realizzazione, e ora tutto ciò ha potuto concretizzarsi con grande soddisfazione di tutti: in questa zona infatti non era ancora arrivata la rete fognaria. I lavori sono stati finanziati totalmente e progettati da Acque Veronesi per un costo complessivo di 133.000 euro. Un’opera, questa, di notevole importanza che una doppia valenza igienica: non solo verrà realizzato un pezzo di rete mancante, ma anche l’acqua potabile sarà più pulita perché il nuovo impianto s’inserisce in un tratto di strada dove esiste già una rete idrica con raccolta dell’acqua potabile. Un’altra zona dove sono da poco terminati i lavori per la rete fognaria è la zona alta di via Trestini: qui la fognatura è stata fatta da privati sotto l’egida di Acque Veronesi con il contributo previsto di circa 50.000 euro erogato dal Comune.
SAN GIOVANNI ILARIONE Tra poche settimane sarà finalmente attivo a San Giovanni Ilarione il centro prelievi caldeggiato dal sindaco Ellen Cavazza. Infatti, nell’ultima seduta del 2015 della Giunta regionale è stato approvato il decreto con cui si autorizza l'attivazione di un punto prelievi all’interno del servizio della medicina di gruppo. Manca solo la firma della convezione per la gestione del s ervizio tra la Fondazione Mozzatti d’Aprili, che gestisce le case di riposo di Monteforte e Bolca, e il Comune. La Fondazione fornirà personale infermieristico interno per i prelievi e le provette saranno portate da questi all’ospedale di San Bonifacio per le analisi. «Sono felicissima che dopo anni d’insistenza e determinazione siamo arrivati all’obiettivo - commenta il sindaco Ellen Cavazza, faut rice dell’iniziativa -. Non è stato facile, ma gli ilarionesi meritano questo nuovo servizio, soprattutto le fasce più deboli che devono essere maggiormente aiutate. L’ospedale di San Bonifacio per queste persone è scomodo e devono sempre farsi comunque aiutare dai familiari per essere accompagnate, mentre qui invece sono a casa loro».
SAN GIOVANNI ILARIONE / “INVITO A TEATRO” Continua fino al 19 marzo, nel teatro parrocchiale di Villa di San Giovanni Ilarione, la 15ª edizione della rassegna teatrale di commedie brillanti “Invito a teatro” organizzata dalla compagnia locale “Sale e pepe”. Dopo il primo appuntamento del 6 febbraio con “L’avvocato delle cause perse” della compagnia”Astichello” di Monticello Conte Otto, sarà la volta, il 20 febbraio, de “Il Campiello”, celebre commedia di Carlo Goldoni portata in scena dal Gruppo Arte Drammatica “Renato Simoni” di Verona, dove si rivivrà la vita veneziana nel ‘700 in un tipico campiello della città lagunare.
CRONACHE
Febbraio 2016
Lotteria vincente: 5 milioni al Giaòn VERONELLA. Lo scorso 6 gennaio la dea bendata ha “baciato” la contrada locale
Servizi di
Graziana Tondini
Il 6 gennaio scorso la dea bendata ha baciato il comune di Veronella, in particolare la contrada Giavone, circa 70 abitanti facenti parte della frazione Miega, 300 residenti in tutto. La più lontana dal capoluogo, a circa 6 km, in confine tra i comuni di Veronella, Albaredo d’Adige e Cologna Veneta. La notte dell’Epifania eravamo tutti increduli che la “bottega storica” del Giaòn (così è chiamato il paesino in dialetto), il vecchio “casolin” di una volta, fosse stato scelto dalla fortuna. Di solito i grandi premi vanno a Roma, o agli autogrill. Invece era tutto vero: nella bottega alimentari, tabacchi, lotto, gestita da Adriano e Fabrizio Fattori, fratelli che hanno ereditato l’esercizio dal padre Bruno, era stato venduto il biglietto vincente dei 5 milioni di euro della Lotteria Italia. Dalla mattina dopo si è scatenato il finimondo su Giavone: telefonate, media e tv locali e nazionali, intervistatori, clienti, curiosi, e tante persone di passaggio che volevano “toccare con mano” un
po’ di fortuna. Sul posto si è recato anche il sindaco Michele Garzon, come tutti sorpreso e felice per l’inaspettato sorteggio; subito dopo la mezzanotte tra il 6/7 gennaio l’ANSA lo aveva chiamato per avvertirlo della vincita: «Esprimo la speranza che abbia vinto qualcuno che ne ha bisogno. E che sappia ben gestire la vincita, una somma così ti può cambiare la vita in tanti modi». Su chi sia il vincitore, si fanno tante congetture: «Con me non si è fatto vivo ancora nessuno» dichiara Adriano Fattori, uno dei titolari. «Mi auguro sia qualcu-
no del posto, che oltre per sé faccia del bene anche per il paese, investendo qui in zona, portando lavoro. Non ho ricevuto telefonate o biglietti di ringraziamento, ma nel frattempo si è sparsa la voce che la ricevitoria è fortunata e abbiamo venduto anche 3 - 4 buoni biglietti di “gratta e vinci!». La bottega dei fratelli Fattori è punto di riferimento per le comunità dei paesini di Miega, Presina, Michellorie, Boschirolle, Anson, Santa Apollonia, Strà, zone ai più sconosciute, in cui Adriano porta anche le spese a domicilio, agli anziani e persone sole
14 VERONELLA
Sembrava il ritorno all’antico rito della transumanza, l’inizio del 2016 nelle strade in confine tra Cologna Veneta e Veronella. Da anni è sempre più una rarità, anche nei piccoli paesi e nelle vie di campagna, vedere transitare un gregge o una mandria di bovini. Era un antico rito quello della transumanza, migrazione di uomini e bestie dalla pianura ai pascoli di montagna. Sostantivo di etimologia latina “Trans – attraverso” e“Humus – terreno”, la transumanza con l’avvento della moderna zootecnia e dell’allevamento intensivo nelle stalle si è fortemente ridimensionata, in molti luoghi del tutto scomparsa. Sopravvive in poche zone d’Italia, alcune anche in Veneto, come la Lessinia e l’Altopiano di Asiago. Figuriamoci la sorpresa dei cittadini di Veronella, nel vedere tra dicembre e gennaio una ventina fra vacche e tori sostare nell’area incolta dietro Corte Grande. Nei lotti non ancora urbanizzati, i bovini sono stati portati a brucare l’erba per una decina di giorni, prima di essere ricondotti nella stalla di provenienza. Una nota di colore che è molto piaciuta alla gente, ai bambini in particolare: ad ogni ora c’erano capannelli di persone intente a guardare e fotografare. Domenica 16 gennaio invece il transito del gregge: ben 800 fra pecore, caprini, agnellini sono passati nella zona di Strà – Scopaine di Cologna, poco lontano dall’area della mandria. Erano condotti da circa 10 muli e cani da pastore, tre allevatori con le mogli e un furgone di supporto per gli agnellini più piccoli. «Proveniamo da Legnago e lì stiamo tornando» ci ha detto un pastore. Siamo d’accordo con un agricoltore di potere usare i suoi terreni per fare mangiare il gregge cammin facendo». E così un'altra immagine da “albero degli zoccoli” è tornata nel XXI secolo, a ricordarci che ogni tanto fa bene tornare a vivere come “uomini e bestie in cammino”. Nel rispetto reciche non possono muoversi. proco tra uomo e natura. Piacerebbe anche a Papa Francesco. «Vorrei tanto che avesse vinto qualcuno del posto e riutilizzasse i soldi in zona» conferma l’assessore Aldo Brunello, che è proprio di Miega. Chiediamo a Brunello se una tale vincita “può dare alla testa”: «Penso proprio di no, noi di Miega/Giavone siamo gente di solide origini contadine, con i piedi ben piantati per terra. Vorrei che i soldi venissero impiegati non solo per il proprio benessere ma anche a scopi sociali. E come assessore alla cultura, se avessi vinto io, un pensiero sul recupero di Corte Grande lo farei».
COLOGNA. Giornata della memoria, a teatro va in scena La storia di Perlasca Il Teatro Comunale di Cologna Veneta, per celebrare la giornata della memoria, sabato 23 gennaio ha portato in scena la rappresentazione teatrale “Il coraggio di dire no – La storia di Giorgio Perlasca” di e con Alessandro Albertin, regia di Michela Ottolini. La rappresentazione è stata messa in scena due volte: al mattino per gli studenti delle medie e del liceo Roveggio, alla sera per il pubblico: «Abbiamo voluto quest’opera teatrale per ricordare la figura di Giorgio Perlasca, un uomo comune, un commerciante di carni, che tra nell’inverno tra il 1944/45 si è trasformato nel console spagnolo Jorge Perlasca, mettendo a rischio la sua vita, salvando migliaia di persone» dichiara il vice - sindaco Laura Branco. Protagonista assoluto Alessandro Albertin, che impersona tutti i personaggi: oltre a Perlasca, l’ambasciatore spagnolo Sanz Briz, gli impiegati dell’ambasciata, i nazisti ungheresi delle Croci Frecciate. Perlasca agli inizi aderì al fascismo e combatté come volontario nella guerra di civile di Spagna. Fu grazie a un documento firmato Francisco Franco che ottenne dall’ambasciata spagnola a Budapest una cittadinanza fasulla e un passaporto intestati a “Jorge Perlasca”. Con questa nuova identità, collaborò con l’ambasciatore nel salvare gli ebrei di Budapest, andando a prenderli direttamente alla stazione, indirizzati ad Auschwitz e ricoverandoli in “case protette” sotto giurisdizione spagnola, in cui le Croci Frecciate non potevano entrare. Quando Sanz Briz lasciò Budapest, Perlasca arrivò a spacciarsi per sostituto del Console, all’insaputa del Governo spagnolo. In veste di “Console” riuscì addirittura a convincere il primo ministro ungherese a evitare l’incendio e lo sterminio di 60.000 ebrei nel ghetto cittadino, “minacciando” ritorsioni del “suo governo” sugli ungheresi residenti in Spagna. A fine guerra, Perlasca fu arrestato e rilasciato dopo pochi giorni dai russi. «In Italia Giorgio Perlasca non raccontò mai la sua vita a Budapest, neanche alla famiglia - spiega Albertin -. Venne ritrovato nel 1988 da alcune donne ungheresi che lo cercavano per ringraziarlo. Da lì la sua storia fu scoperta. Ma venne ignorato dalla sua patria, per opportunità politica probabilmente». Egli amava semplicemente dichiarare:”Ho fatto quello che un uomo aveva il dovere di fare. “Secondo una leggenda ebraica, al passaggio della bufera esistono 36 uomini giusti, sconosciuti al mondo, che si prendono il compito di salvare l’umanità. Lo Stato di Israele ha quindi nominato Perlasca “Giusto tra le Nazioni”. E come riconoscimento ad un “uomo giusto” il pubblico di Cologna, tutto in piedi, gli ha donato un caloroso applauso.
Giorgio Perlasca