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Ferrari: Nessuna Speranza?

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Simply Scala

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speranza per la Ferrari? Così su due piedi, no. Questa è la conversazione “tipo” che chi lavora nel motorsport affronta spesso quando ha a che fare con una persona non del settore.

Ormai le speranze di titolo per i piloti di Maranello sono completamente ridimensionate, a meno di clamorosi crolli della Mercedes o errori ripetuti di entrambi i suoi piloti. Semplicemente, oltre ad avere quello che attualmente è il miglior pilota in circolazione, in Mercedes hanno lavorato bene su tutti i punti deboli dello scorso anno.

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Ad esempio, se nel 2018 c’era la velocità ma la Ferrari era superiore nella gestione delle gomme, ora la situazione sembra essersi ribaltata. Ma perché la Mercedes è ancora così superiore, nonostante l’inverno avesse prospettato un’inversione di tendenza?

Come sempre, le ragioni, Hamilton a parte, sono diverse ed interconnesse. In primis, in Mercedes si è avuto, all’inizio dell’attuale ciclo regolamentare, un vantaggio talmente grande che ha permesso alla scuderia di gestire e ottimizzare il lavoro in tutte le stagioni successive, modulando al meglio le risorse e gli sforzi. Nel periodo in cui in Ferrari si cercava di recuperare, arrivando anche (si mormora) ad avere più cavalli, a Milton Keynes (sede Mercedes) si sono potute approfondire altre aree.

Dover rimontare uno svantaggio rende tutto meno efficiente e lucido, anche la gestione. Dall’esterno aumenta la pressione e di pari passo aumentano investimenti per strade che poi si scoprono sbarrate… e aumenta lo stress per tutti. In particolare in un ambiente, come quello della Ferrari, politicamente difficile.

UNA GESTIONE MANAGERIALE “CHIRURGICA” Viceversa la Mercedes adotta un modello vincente anche a livello dirigenziale.

C’è un solo padrone, Toto Wolff, che muove le carte con autorevolezza, essendo non solo team principal, ma anche CEO di tutta l’operazione F.1 (in realtà, con la sua HWA, di tutti i programmi sportivi della Stella a tre punte). Il manager austriaco ha vinto la battaglia politica ed è in grado di “silenziare” le altre voci anche nei momenti di difficoltà.

Gode, a ragione, di una fiducia praticamente sconfinata da parte della casa tedesca che gli delega in... “toto” la gestione. Risultato: sebbene sia sempre possibile incappare in una vettura “no”, sembra difficile pensare ad una Mercedes non favorita non solo per il 2019, ma anche per il 2020.

Invece, dalla stagione successiva, potrebbe cambiare tutto, per via dei nuovi regolamenti: uno stravolgimento di filosofia importante, con parti in comune, ibrido con solo Kers e aerodinamica rinnovata. Ecco perché già da oggi si punta tantissimo sul 2021: la sfida è tutta lì. Anticipare, e magari condizionare, la definizione delle regole sarà fondamentale. Ammesso che si trovi l’accordo per fare tutto ciò di cui si è parlato.

TUTTI GLI OCCHI SU CHARLES LECLERC Peraltro in Ferrari l’arma segreta è pronta, eccome. Si chiama Charles Leclerc.

Il pilota monegasco è considerato un fenomeno assoluto da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di lavorarci nelle categorie minori. Nonostante l’età vanta una maturità incredibile e una capacità innata di adattarsi ad ogni situazione, oltre alla velocità pura e alla solidità mentale. Nel suo percorso verso la Formula 1 ha superato anche Hamilton, e

di gran lunga, tanto che, dopo la positiva gara in Bahrain, l’inglese è corso a complimentarsi…. Aveva riconosciuto qualcuno come lui.

Senza nulla togliere a Vettel, Leclerc è giovane ed è speciale, qualcuno su cui puntare in ottica futura. Va detto che il tedesco è messo fin troppo sulla graticola, avendo commesso errori che sembrano invero più legati alla disperazione nel colmare il gap coi rivali che a veri svarioni suoi. Tuttavia oramai in Ferrari sembra logorato e si inizia a vociferare di cambiamenti importanti.

RED BULL PRONTA A COLPIRE A TEMPO DEBITO Nel discorso di inizio 2019 si inserisce anche la Red Bull: difficile inquadrarla per via del motore Honda ancora un po’ “nel limbo” e del rapporto con le rivali.

Gli austriaci comunque sembrano a loro volta guardare più alla scadenza del 2021 che all’anno in corso. Per adesso si tampona con le idee di Newey e con la classe di Max Verstappen, che non ha però la possibilità di sviluppare continuità (sua e a livello tecnico). Sicuramente, il rapporto con Honda è partito con il piede giusto. Anche se non si lotta per la vittoria, i tempi dei disastri in casa McLaren sono lontani e chissà cosa potrà accadere nel futuro a medio termine.

Nel frattempo la speranza è che anche Pierre Gasly riesca a mettere insieme tutti gli elementi a sua disposizione e realizzare il suo potenziale. Il francese ha un talento strepitoso, e i risultati lo confermano (podio sfiorato con la Toro Rosso e titoli in Formula Renault e Formula 2). Per lui serve solo un po’ di adattamento ad una squadra con un umore notoriamente strano e non sempre sano, che spesso sembra pendere unicamente verso Verstappen. Starà a Gasly guadagnarsi la fiducia, “strappandola” anche all’olandese se sarà necessario.

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