7 minute read
Jeep Wrangler
Advertisement
Jeep Wrangler
LEI È LEGGENDA
La Jeep Wrangler è un’icona. Ma grazie alla sua particolare anima, non è solo in grado di portare il suo proprietario nell’avventura. Porta l’avventura da lui, anche nella vita urbana di tutti i giorni
di Marco Cortesi
Perché
ti compri una Jeep se stai quasi sempre in città?
Inoltre, buona parte degli incidenti avvengono in città, e la Jeep, oltre ad essere indistruttibile, ha una dote innata: sembra spaventare alla grande gli altri automobilisti, che quando incrociano la sua strada immancabilmente si ammansiscono per senso di conservazione. Questa sì che è sicurezza attiva!
Scherzi a parte, la cosa che colpisce di più della Wrangler è l’aura di avventura che emana. Riesce a farti sentire un cercatore d’oro della Sierra Nevada, anche se nell’800, ai tempi del sogno californiano o del Klondike, non c’erano ancora ovviamente le auto. Però il feeling è quello.
Non per altro il nome Rubicon richiama proprio il Rubicon Trail, sentiero che attraversa i luoghi della corsa all’oro, diventato oggi il punto di riferimento e di raduno indiscusso per tutti gli amanti dell’offroad. Jeep in particolare.
Ma non serve andare così lontano. Anche in città, o poco al di fuori di essa, la Wrangler consente di riscoprire lo spirito avventuroso. Ad esempio, sui sentieri della Val Trompia, in cui l’estrazione di metalli come il ferro aveva creato un vero e proprio “rush” nostrano.
Tra una miniera abbandonata e l’altra la Wrangler ti fa immaginare di essere un piccolo esploratore. Ma anche al limite dei paesaggi urbani, c’è sempre qualcosa da scoprire. Una cascina caduta in rovina con l’arrivo di un’autostrada o di una linea ferroviaria.
Un’azienda dalla grande storia, caduta nel degrado. Il termine tecnico è archeologia urbana, o archeologia industriale.
Fatto sta che guidando una Wrangler ci si sente un po’ Indiana Jones.
Il suo bello è proprio questo. Non solo ti porta nell’avventura ma porta l’avventura in te. Certo, molti dei clienti che la acquisteranno lo faranno per l’immagine ma la maggior parte non potrà fare a meno di calarsi nel personaggio, mantenendo vivo lo spirito del Rubicon Trail con l’unica macchina che non cambia, anche quando cambia.
Ci sono tante definizioni e caratteristiche che vengono utilizzate per indicare le “vere fuoristrada”. Ma qualunque sia la scelta, la Jeep Wrangler spunta tutte le caselle.
Dal sistema 4x4 permanente all’architettura del telaio “body on frame” con longheroni e traverse, dalle ridotte ai differenziali bloccabili e alle barre scollegabili: tutte le cose sono al posto giusto. Ma non è solo quello. Nonostante presenti tutte le caratteristiche tecniche corrette, è il colpo d’occhio che conferisce alla Wrangler il titolo a pieni voti. La nuova Wrangler conserva l’aspetto, l’indole, l’anima delle prime Jeep.
Le linee sono quelle leggendarie, e ancora oggi... modulari. Grazie proprio dal telaio non autoportante, la Jeep può essere ridotta ai minimi termini. Le porte sono rimovibili, così come il tetto, sia nella versione “morbida” Sunrider, sia con l’opzione hard top Freedom Top che tra l’altro è modulare e si trasforma facilmente in “targa”.
Anche il parabrezza mantiene la storica caratteristica di essere ripiegabile e rimuovibile. Nessuna vettura offre la stessa sensazione di libertà visiva e di guida… anche se,
attenzione, in Italia non è consentito circolare senza le portiere! Come detto, nonostante le novità della generazione JL, con una griglia anteriore rinnovata e un’aerodinamica migliorata, la linea rimane quella storica, inconfondibile. Tanto storica da essere entrata nel lessico comune: non servono altre parole, è una Jeep.
Tanti sono i dettagli che tradiscono il passare dei tempi, dalle luci a led agli stessi fanali posteriori, prima semplici appendici avvitate alla vettura che servivano a... far luce, oggi veri oggetti di design che denotano qualità costruttiva.
Ma mentre all’esterno il rinnovamento va per dettagli, per quanto riguarda gli interni il salto è talmente grande da far quasi parlare di rivoluzione. L’abitacolo è decisamente più confortevole ed elegante, con una qualità superiore dei materiali e delle finiture.
Il processo, già iniziato con il secondo ciclo della precedente JK, fa ora il salto al livello successivo. La plancia, fedele alla tradizione del marchio, presenta forme pulite e linee scolpite che si abbinano perfettamente al design orizzontale del cruscotto, con finiture che variano in base all’allestimento.
Il quadro strumenti (rifinito a mano) propone una superficie morbida al tatto, con cuciture a vista sull’allestimento Sahara. I pannelli delle porte lato guidatore e passeggero anteriore, rivestiti in vinile, sono morbidi al tatto e presentano braccioli più lunghi a beneficio del comfort dei passeggeri.
Non va però dimenticato anche il lato più “duro” della Wrangler: sul fondo dell’abitacolo restano presenti gli scoli per l’acqua, in caso di allagamento, e anche se più raffinate, tutte le componenti sono pensate per essere
robuste e resistenti. Senza dimenticare la multimedialità, con tre sistemi Uconnect con quadro strumenti LED a colori, schermo tattile capacitivo ad alta definizione e funzioni Apple CarPlay e Android Auto per il telefono vivavoce e la navigazione. Particolarmente utile anche la retro-camera, anche in fuori strada: un modo efficace per evitare di finire in fossi o scarpate.
Proprio il fuori strada è (ovviamente) il terreno di caccia per la Wrangler, inimitabile e inarrestabile.
Nel dettaglio il sistema di trazione integrale Command-Trac dispone di una scatola di rinvio a due velocità, con rapporto per le marce ridotte di 2.72:1, nonché di robusti assali anteriori e posteriori Dana next-generation. La versione Rubicon, quella più abile nella guida off-road, è equipaggiata con un riduttore off-road inseribile a due velocità con rapporto delle marce ridotte pari a 4.0:1 e bloccaggi elettrici dei differenziali anteriori e posteriori. In più offre un sistema di disconnessione elettronica della barra stabilizzatrice anteriore per aumentare l’escursione delle sospensioni ed incrementare la trazione quando si percorre un tratto particolarmente difficile. A richiesta, per le condizioni più estreme, è disponibile anche il differenziale autobloccante posteriore Trac-Lok, utile in particolare su neve e ghiaccio.
A denotare l’attenzione verso l’off-road anche le diverse opzioni per le gomme, da pesare attentamente in funzione dell’utilizzo. Con la Rubicon, sulle strade bianche sembra di andare su una strada qualunque, solo in modo più divertente. Tuttavia è da tenere in considerazione che più uno pneumatico è specializzato sull’off-road, minori saranno le caratteristiche di tenuta sull’asfalto, specie se bagnato.
Però, rispetto al passato, la vera differenza di questa versione JL è che anche nella guida quotidiana non si sacrifica nulla. Il comfort è quasi da vettura “normale”. Si apprezza non solo la posizione di guida alta, ma anche lo stare a bordo in generale.
Certamente sia per consumo che per rumorosità non si tratta di un mezzo da autostrada, ma i passi avanti sono sorprendenti anche da quest’ultimo punto di vista. I consumi non saranno da utilitaria (e i lunghi viaggi saranno un po’ più snervanti) ma sono abbordabili: un plus non da poco ad esempio per chi frequenta raduni o pianifica vacanze “on the road”, ma anche per chi usa la Jeep come unica auto quotidiana.
Ad aiutare la vettura sono dei motori di qualità: confermato il 2.2 litri turbodiesel da 200 CV, con 450 Nm di coppia a 3000 giri/ min, a cui si aggiunge il nuovo turbo benzina 2.0 quattro cilindri in linea. Un propulsore da 272 cavalli ma soprattutto 400nm di coppia, incremento notevole rispetto al precedente V6 aspirato. Tutti e due i motori sono Euro6 D Temp, e dotati dell’efficiente e pluripremiato cambio automatico a otto rapporti prodotto da ZF.
Tutti questi numerosi miglioramenti in termini di allestimento, feeling e qualità contribuiscono a impreziosire un prodotto che già era al top della categoria.
Oggi i prezzi base superano i 50.000€ per la versione a 5 porte Unlimited e i 48.000 per il modello “base”. Un cambiamento che denota anche lo spostamento verso l’alto della vocazione della Wrangler, destinata ad un pubblico sempre più di alto livello.