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CHE COSA E’ LA CRIMINOLOGIA
La criminologia è la scienza che studia i reati, gli autori, le vittime, i tipi di condotta criminale (quindi la conseguente reazione sociale) e le forme possibili di controllo e prevenzione. È una disciplina sia teorica che empirica, sia descrittiva che esplicativa, sia normativa che fattuale. L'oggetto fondamentale di studio è il reato, la cui definizione è esclusivamente sociale. Sono stati fatti in passato tentativi di arrivare a definire crimini naturali, condivisi come tali da tutte le culture, ma essi hanno portato sostanzialmente ad un nulla di fatto. Il reato, infatti, non è un fatto biologico o assoluto, ma il frutto di una certa definizione sociale che varia in funzione del tempo (storia), dello spazio (geografia), e della cultura. Crimine, delitto e cultura sono pertanto concetti profondamente interrelati tra loro.
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CHE COSA E’ LA CRIMINOLOGIA Un interessante campo di studio della criminologia, che ha a che fare con la concezione relativistica che incarna, riguarda lo studio della percezione di gravità dei reati. Il codice penale colloca i reati in un ordine di gravità, mediante differenze di intensità nella pena prevista. Tuttavia la percezione collettiva dei reati stessi, il modo cioè in cui l„opinione pubblica li valuta in un determinato momento storico, può essere notevolmente diversa. Sono stati proposti indici di gravità soggettiva dei reati, in modo da classificare le condotte criminali non più in accordo con la gravità della pena prevista, ma secondo l'intensità di gravità attribuita da parte di un campione rappresentativo dell'opinione pubblica. Compito prioritario della criminologia è quello di ricordare ai giuristi che "il reo va sempre perseguito per quello che fa, non per quello che è".
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LA CRIMINOLOGIA COME SCIENZA Attualmente la criminologia si configura come una scienza multidisciplinare ed interdisciplinare che ricorre preferenzialmente ad un approccio multifattoriale. Non c'è infatti un'unica causa universale dell'agire criminoso, bensì una costellazione mutevole di possibili variabili causali. Queste andrebbero valutate caso per caso nello specifico contesto sociale. Dal punto di vista descrittivo, la criminologia si occupa sia della fenomenologia dei delitti, ossia il modo in cui essi si manifestano concretamente(omicid io, violenza sessuale, reati legati al consumo di sostanze stupefacenti, crimini economici e dei colletti bianchi, delinquenza comune e organizzata, terrorismo, etc) sia delle possibili classificazioni dei reati, degli autori dei reati (tipologie di autori: imputabili e non imputabili, primari e recidivi …) e dei moventi sottostanti ai reati medesimi (stati emotivi e/o passionali, moventi di lucro, moventi di vendetta …).
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LA CRIMINOLOGIA COME SCIENZA
L‟analisi fenomenologica della criminalità ha evidenziato, ad esempio, che la tendenza all'agire criminale è molto più frequente (circa dieci volte di più) negli uomini che nelle donne, e si concentra nelle fasce tra i 20 e i 35 anni.
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ORIGINE STORICHE I primi albori della criminologia si hanno con l'affermarsi della cultura illuministica nel XVIII secolo e in particolare con l'intellettuale giurista italiano Cesare Beccaria e il suo trattato Dei delitti e delle pene. Nasce, in questo contesto, la cosiddetta scuola classica, imperniata sui concetti liberistici del diritto penale.
Successivamente, nell‟ottocento, con lo sviluppo delle scienze empiriche (psicologia, antropologia e sociologia), nasce la scuola positiva, che si articola in due direzioni: Lo studio dell'uomo che delinque secondo l'approccio medicobiologico dell„antropologia criminale. Il maggiore precursore fu Cesare Lombroso. Lo studio sociologico delle condizioni che favoriscono l‟esecuzione di reati in funzione del ceto sociale di appartenenza.
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ORIGINE STORICHE In seguito, con il moltiplicarsi delle ricerche e delle conoscenze psicologiche, la scuola positiva assunse un indirizzo psicopatologico e psichiatrico. La delusione, conseguente alle eccessive aspettative che si erano formate in relazione alla possibilitĂ di affrontare scientificamente i problemi della criminalitĂ , porterĂ all'emergere di approcci di criminologia critica e di anticriminologia e il riemergere della scuola classica, oggi denominata neoclassica.
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ORIGINE STORICHE Dalla fine dell'Ottocento, ai tempi della scoperta delle impronte digitali, l'investigazione criminale ha percorso un lungo cammino. Oggigiorno l‟analisi del DNA fornisce un nuovo tipo di impronta che consente di risalire, con straordinari livelli di precisione, all‟ individuazione dell‟autore di alcuni reati.
Diventa sempre più rilevante il contributo della scienza e delle nuove tecnologie nelle investigazioni giudiziarie. Sempre con maggiore frequenza, i casi delittuosi vengono affrontati attraverso sofisticate metodologie d'indagine, che fanno appello alle scienze forensi. Queste ultime si occupano dell‟esame di reperti e tracce rinvenute sulla scena di un reato e tra esse comprendono: genetica forense, balistica, tossicologia, medicina legale, microscopia elettronica.
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ORIGINE STORICHE – APPROFONDIMENTO Cesare Lombroso
Nel 1876 Lombroso pubblicò L'uomo delinquente. Lombroso misurò la forma e la dimensione del cranio di molti criminali, concludendo che i tratti atavici (ritorno alle caratteristiche presenti nell'antenato evolutivo di un individuo) erano comparsi nei soggetti analizzati. Egli dedusse che i criminali portavano tratti anti-sociali dalla nascita, per via ereditaria, cosa che oggi si considera del tutto infondata. Da notare che Lombroso aveva sviluppato la teoria dell'atavismo un anno prima della pubblicazione dell'Origine dell'uomo di Darwin (1871). Il suo lavoro, nella prima metà del ventesimo secolo, venne chiamato in causa nel contesto dell'eugenetica e da certe forme di "razzismo scientifico”. Molti ritengono che Lombroso non avrebbe approvato i fanatici movimenti xenofobi sorti sull‟onda delle sue teorie, essendo lui stesso di origine ebraica e molto attento alle categorie sociali svantaggiate.
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ORIGINE STORICHE – APPROFONDIMENTO Cesare Lombroso
Da autentico scienziato era molto attento ai dati sperimentali e sempre disposto ad aggiornare le sue teorie basandosi sulle nuove evidenze, come affermano le persone che hanno seguito la sua scuola. Lombroso sostenne sempre con forza la necessità dell'inserimento della pena capitale all'interno dell'ordinamento italiano. Riteneva infatti che, se il criminale era tale per la sua conformazione fisica, non fosse possibile alcuna forma di riabilitazione. Nel 1898 inaugurò a Torino un museo di psichiatria e criminologia (più tardi chiamato "di antropologia criminale").
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ORIGINE STORICHE – APPROFONDIMENTO Cesare Beccaria
Cesare Bonesana, marchese di Beccaria (Milano, 15 marzo1738 – Milano, 28 novembre 1794) è stato un giurista, filosofo, economista e letterato italiano, legato agli ambienti illuministi milanesi. Fu stimolato in particolare da Alessandro Verri, protettore dei carcerati, ad interessarsi alla situazione della giustizia. Dopo la pubblicazione di alcuni saggi di economia, pubblicò nel 1764 “Dei delitti e delle pene”, breve scritto che ebbe enorme fortuna in tutta Europa, in particolare in Francia, dove incontrò l'apprezzamento entusiastico dei filosofi dell'Enciclopedia, di Voltaire e dei philosophes più prestigiosi che lo tradussero e lo considerarono come un vero e proprio capolavoro. Partendo dalla teoria contrattualistica (teoria che fonda la società su un contratto teso a salvaguardare i diritti degli individui, garantendo l'ordine) Beccaria definì il delitto come una violazione del contratto.
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ORIGINE STORICHE – APPROFONDIMENTO Cesare Beccaria
La società nel suo complesso godeva pertanto di un diritto di autodifesa, da esercitare in misura proporzionata al delitto commesso (principio del proporzionalismo della pena) e secondo il principio contrattualistico per cui nessun uomo può disporre della vita di un altro. Beccaria sostenne l'abolizione della pena di morte, secondo lui non impediva i crimini e non era efficace come deterrente. Si occupò della prevenzione dei delitti. Sostenne che per un criminale, una vita da trascorrere in carcere con l'ergastolo, era peggiore di una condanna a morte. A suo avviso l'esecuzione non vale come monito e deterrente al crimine in quanto le persone tendono a dimenticare e rimuovere completamente un fatto traumatico e pieno di sangue.
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TEORIE PER SPIEGARE I FENOMENI CRIMINALI Sono state proposte molte teorie per spiegare fenomeni criminali. Esse si possono dividere in:
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teorie biologiche teorie psicologiche teorie sociologiche
La criminologia contemporanea procede verso l'integrazione di più teorie particolari (biologiche, psicologiche o sociali) in teorie multifattoriali che cercano di interpretare il comportamento criminoso secondo più parametri esplicativi e a livelli diversi di lettura.
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TEORIE ALLA BASE DELLA CRIMINOLOGIA Teorie Biologiche
Fra le teorie biologiche vanno ricordati gli studi di Cesare Lombroso (vedere pagina 10 e 11) sul delinquente nato e sul concetto di atavismo, oltre che le indagini sui fattori genetici, ormonali, psicopatologici e neurologici dell'agire criminoso. Nei decenni passati ebbe un certo credito la teoria del cromosoma Y soprannumerario. Nel patrimonio genetico umano normale sono presente due cromosomi sessuali, XX nel caso delle femmine e XY nel caso dei maschi. Il cromosoma Y è quindi quello che determina l'acquisizione del sesso maschile. In un certo numero di soggetti ricoverati in manicomi criminali, o incarcerati per gravi reati, si è osservata la presenza della trisomia XYY, cioè la presenza di un cromosoma Y aggiuntivo.
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TEORIE ALLA BASE DELLA CRIMINOLOGIA Teorie Biologiche
Poiché la frequenza statistica dell'anomalia XYY appariva piuttosto elevata tra i soggetti internati e caratterizzati da comportamenti violenti, si è pensato che questa anomalia potesse essere una delle basi della condotta criminale. In realtà, dal punto di vista metodologico, c'era un grosso problema in questi studi: mancava il confronto con un gruppo di controllo di non internati. Può darsi infatti che la frequenza statistica della sindrome XYY sia la stessa nel resto della popolazione. In assenza del confronto con il gruppo di controllo, non è possibile trarre alcuna conclusione attendibile
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TEORIE ALLA BASE DELLA CRIMINOLOGIA Teorie Psicologiche Fra le teorie psicologiche abbiamo i modelli di derivazione psicoanalitica (teoria del delinquente per senso di colpa, teoria della carenza del Super-Io e la teoria della deprivazione affettiva di Bowlby) e le teorie di derivazione comportamentista basate sul concetto di condizionamento. In particolare ha avuto notevole diffusione la teoria della frustrazione-aggressione di Dollard e Miller. Studi sperimentali hanno provato che la frustrazione (stato psichico in cui ci si viene a trovare quando si è bloccati o impediti nel soddisfacimento di un proprio bisogno o desiderio) tende a generare aggressività, la quale può scaricarsi sia direttamente sulla causa o fonte della frustrazione, sia su altri soggetti. Secondo questa teoria alla base del comportamento criminale potrebbe esserci un accumulo di aggressività da frustrazione. Gli studi di Bowlby hanno invece provato che, condizioni precoci di deprivazione affettiva e relazione, possono avere effetti duraturi sulla personalità individuale, portando ad atteggiamenti rivendicativi, di compensazione, e condotte devianti. 17
TEORIE ALLA BASE DELLA CRIMINOLOGIA Teorie Sociologiche
Tra le teorie sociologiche si ricordano quella degli ambienti o contesti criminogeni (teorie ecologiche della criminalità), la teoria delle associazioni differenziali di Edwin Sutherland, quella delle identificazioni differenziali, la teoria del conflitto culturale, le teorie fondate sul concetto di anomia (maggiore è la tendenza anomica in una società, maggiore è la frequenza di reati nella stessa). Spesso i comportamenti criminosi si manifestano nell'ambito di subculture criminali, che trasmettono ai propri membri valori strutturati tanto quanto quelli della cultura generale (non criminosa) di cui le stesse sottoculture fanno parte.
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TEORIE ALLA BASE DELLA CRIMINOLOGIA Teorie Sociologiche
I sociologi hanno anche evidenziato l'importanza dei processi di stigmatizzazione, nella formazione dell'identità criminale e nel suo consolidamento, in un vero e proprio progetto di vita deviante. In altre parole, talvolta è la stessa reazione sociale squalificante ed emarginante nei confronti della devianza e della criminalità ad agire come fattore criminogeno. La teoria dell'etichettamento (labelling) punta il dito sulle conseguenze negative della stigmatizzazione ed è alla base dell'approccio utilizzato nei confronti della criminalità minorile, che si fonda sull'evitare il più possibile la carcerazione per i minori e la loro esclusione dal normale circuito delle relazioni sociali.
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METODI DELLA CRIMINALOGIA La criminologia è oggi una disciplina piuttosto eclettica in termini metodologici. Essa si avvale infatti delle seguenti tecniche di indagine:
Studio di casi clinici individuali Ricerche mediante campioni (sondaggi campionari) Analisi di statistiche ufficiali collettive Analisi di fonti informative e documentali Ricerche sperimentali o quasi sperimentali Ricerche sociali e sul campo Analisi di documenti storici
Sono anche possibili indagini settoriali e studi predittivi mediante particolari tecniche statistiche.
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METODI DELLA CRIMINALOGIA In Italia le statistiche ufficiali della criminalità sono raccolte, elaborate e pubblicate dall„ISTAT. Esse forniscono, in particolare, i tassi relativi ai vari reati (Il tasso di un reato è il numero di casi del reato in questione, registrato in un determinato anno, ogni centomila abitanti). Un esempio interessante di impiego delle fonti informative e documentali consiste nel monitorare, per un dato periodo temporale, tutti i casi di un determinato reato riportati dalla stampa. In questo modo il reato può essere analizzato secondo le sue caratteristiche socio-demografiche di manifestazione (il luogo, i protagonisti, il contesto sociale, la dinamica dell'evento, e così via). Indagini campionarie a scopo criminologico sono svolte da vari istituti italiani(per esempio dal Censis e dalla Doxa). Questi due istituti consentono di studiare la percezione dell'opinione pubblica in materia di criminalità e di misurare quante persone sono state vittime di reati (indagini di vittimizzazione). Il confronto fra i reati ufficialmente denunciati e quelli realmente commessi consente una sommaria valutazione del numero oscuro (i reati commessi ma non denunciati né rilevati ufficialmente).
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CHI È IL CRIMINOLOGO La formazione del criminologo è impostata sulla ricerca continua. Essere criminologi significa acquisire un‟adeguata consapevolezza verso il proprio ruolo, sia in ambito dell‟insegnamento, dello studio, delle pubblicazioni e della ricerca che in ambito operativo (nel tribunale, in carcere, nelle indagini difensive o dell‟autorità giudiziaria, ecc.).
Il criminologo deve acquisire gli strumenti scientifici e filosofici per comprendere a fondo le problematiche individuali, sociali, normative e politiche che stanno alla base del comportamento delinquenziale, dei processi di criminalizzazione primaria e secondaria, dell‟esistenza e del funzionamento della legge penale e delle istituzioni penali. Deve suggerire, in modo critico e propositivo, cambiamenti in senso democratico, umanitario e civile della legge penale e delle istituzioni penali. 22
CHI È IL CRIMINOLOGO La diffusione di questa scienza in Italia è piuttosto limitata rispetto al contesto internazionale. La figura del criminologo vero e proprio, infatti, comincia a svilupparsi solo negli ultimi tempi. La strada verso la ricerca è però assolutamente minima. Le motivazioni sono sicuramente da ricercare alla base, ovvero nella natura del nostro sistema giudiziario che favorisce il momento inquisitorio rispetto a quello investigativo, lasciato meramente sullo sfondo.
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QUALE STRADA SCEGLIERE PER INTRAPRENDERE LA "PROFESSIONE" DEL CRIMINOLOGO
Innanzitutto bisogna precisare che quella del criminologo non è una professione, bensì una specializzazione. Il criminologo in quanto tale non è né previsto né regolamentato dalla legge. Ciò implica che non ci sia una formazione ad hoc. Bisogna frequentare master specifici, di I o II livello, al termine del ciclo di studi universitario. In passato questo “pass” era riservato esclusivamente a studenti di medicina (con specializzazione legale), giurisprudenza, sociologia e psicologia, oggi vi è una maggiore apertura. Si è infatti aperta la strada anche a facoltà come scienze della comunicazione o della formazione. Parleremo quindi di un giurista criminologo, uno psicologo criminologo e così via. Rifacendoci agli approcci tradizionali, potremmo indicare comunque due strade, a seconda dell‟aspetto che più ci affascina: - Facoltà di Scienza Politiche o Giurisprudenza per gli aspetti più giuridici ed un‟analisi politico sociologica; - Facoltà di Sociologia o Psicologia per l‟aspetto più emotivo, psicodiagnostica e dunque più clinico. 24
QUALE STRADA SCEGLIERE PER INTRAPRENDERE LA "PROFESSIONE" DEL CRIMINOLOGO
Serve un‟indole fortemente incline alla curiosità, al desiderio di conoscenza, eclettica. Un individuo che possegga notevoli capacità deduttive, nonché una buona dose di cultura ed empatia con gli altri. Esiste una facoltà denominata Scienza dell‟investigazione, che prevede una preparazione psicologica di base notevole e che sembrerebbe aprire la strada a una vera e propria “carriera”. Tuttavia resta difficile trovare una collocazione una volta usciti dal percorso di studi, non essendoci ancora una regolamentazione di questa figura professionale. E‟ importante che il criminologo acquisisca competenze necessarie a valutare le dinamiche criminali le problematiche individuali e il background dove il crimine si svolge.
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IN QUALI AMBITI POTREBBE OPERARE IL CRIMINOLOGO
Esperto nel Tribunale dei minori; Membro non togato del Tribunale di Sorveglianza; Nel carcere come esperto in materia di trattamento;
Perito, nominato dal giudice, nell‟ambito di un processo che richiede la valutazione dell‟imputabilità; Esperto nella consulenza aziendale in termini di sicurezza; Collaboratore con le forze dell‟ordine, come ad esempio il profiler.
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SAGGI PER APPROFONDIRE Dieci e tutte diverse Editrice Tirrenia Stampatori, 2004 Andrea Giuliano
Torino,
Di recente uscita (settembre 2004, prima ristampa dicembre 2004), il volume è un completo manuale per le indagini di polizia scientifica. Dopo una doverosa ed articolata panoramica storica e gli imprescindibili fondamenti giurisprudenziali, vengono affrontati gli aspetti più tecnici: dai basilari riferimenti anatomici ed istologici, ai diversi metodi di rilevazione, alle caratteristiche generali e particolari delle impronte (digitali, palmari e plantari), fino ad arrivare alle più recenti applicazioni biometriche, con originali apporti personali, non dimenticando gli aspetti antropologici e archeologici e sottolineando possibili ambiti di ricerca. Il libro è arricchito da numerose illustrazioni che rappresentano un insieme unico nel suo genere. La doviziosa raccolta bibliografica – una vera ricerca nella ricerca - comprende oltre 600 voci. Criminal Profiling Dall’analisi della scena del delitto al profilo psicologico del criminale Ed. McGraw-Hill, collana psicologia Massimo Picozzi, Angelo Zappalà Picozzi: un nome, una garanzia. Non vi annoierete mai leggendo i suoi libri, con chiunque li scriva. le descrizioni tecniche sono vivacizzate dalla narrazione di episodi realmente avvenuti e da illustrazioni. Serial Killer
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SAGGI PER APPROFONDIRE Sulla scena del crimine: CSI all’italiana” Edizioni Il Molo Chiara Guarascio Il primo manuale di criminalistica rivolto a tutti gli appassionati del genere poliziesco e del giallo che vogliano soddisfare la curiosità di saperne di più sui meccanismi d‟indagine del crimine. La cultura mediatica di stampo angloamericano ha infarcito gli spettatori con falsi miti che non rispecchiano la realtà italiana, generando così una gran confusione sulle professioni legate allo studio del crimine. Questo saggio procede, in maniera analitica e puntuale, a fare ordine, elencando i vari ruoli e i metodidi casa nostra”. Crimini e farfalle. Misteri svelati delle scienze naturali Raffaello Cortina Editore 2006 Cristina Cattaneo e Monica Maldarella Non ci sono solo sudore e polvere da sparo nell'indagine poliziesca. Anche la scienza fa la sua parte nel chiarire "crimini e misfatti“. L'identificazione di una foglia su un cadavere può farci conoscere la stagione in cui la vittima è stata uccisa, la ricerca di minuscoli plancton nelle ossa può aiutarci a comprendere se la persona è annegata o è stata ammazzata prima di cadere in acqua. In questo libro il lettore constaterà, attraverso il racconto di casi reali, come l'applicazione delle scienze naturali sulla scena del delitto o nelle indagini di laboratorio possa essere decisiva per ricostruire la dinamica dei fatti, identificare un colpevole o incastrare un assassino.
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SAGGI PER APPROFONDIRE Isabella Betsos Merzagora. Lezioni di criminologia. Cedam, Padova, 2001
Gianluigi Ponti. Compendio di criminologia. Cortina, Milano, 1999 Augusto Balloni. Criminologia in prospettiva. Clueb, Bologna, 1983 Francesco Sidoti, "Criminologia e Investigazione", Giuffrè, Milano 2006 Fernando Mantovani, "Il problema della criminalità", Cedam, Padova 1989 Saverio Fortunato, "Senso e conoscenza nelle scienze criminali", Colacchi, L'Aquila 2007 Dario David, "La vera storia del cranio di Pulcinella: le ragioni di Lombroso e le verità della fisiognomica", Magi, Roma 2007
LINK PER APPROFONDIRE http://www.scienzeinvestigazione.it http://www.criminologie.net http://www.serialkillermuseum.com http://www.crimine.net
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SOLUZIONI AL GIOCO Pupetta Maresca OMICIDA: Assunta Maresca, detta Pupetta VITTIMA: Antonio Esposito LUOGO E DATA: Napoli, 4 agosto 1955 Assunta Maresca, detta Pupetta, il 27 aprile 1955 sposa Pasquale Simonetti, detto Pascalone 'e Nola, boss emergente della camorra napoletana. Dopo vari scontri armati con gruppi rivali, e un periodo di tempo trascorso in carcere, Simonetti abbandona il contrabbando di sigarette ed entra in affari con Antonio Esposito, detto Totonno 'e Pomigliano, altro pezzo da novanta della malavita napoletana, cambiando genere d'affari e lanciandosi nel mercato ortofrutticolo. La malavita s'inventa il ruolo di "protettrice" di contadini e commercianti, cui chiede, in cambio della protezione, il diritto di fissare il prezzo dei prodotti, la data del raccolto, dello scarico e i nominativi degli acquirenti. La camorra controlla in questo modo l'intero percorso della produzione ortofrutticola. Verso la metà degli anni '50, però, avviene una nuova riconversione dell'economia nazionale che mette in crisi i loschi traffici della camorra. Le grandi industrie conserviere aprono uffici nel centro di Napoli e, presentandosi sul mercato, come prima mossa giocano al ribasso, costringendo sia i contadini sia i mediatori a vendere sottocosto. Il campo d'azione della camorra va sempre più restringendosi, ormai controlla solo una piccola parte del mercato, quello che va dai piccoli coltivatori ai dettaglianti al minuto, non garantendo più ampi guadagni per tutti. È necessario sgomberare il campo eliminando chi vuole fare la parte del leone. La vittima eccellente è Pasquale Simonetti che il 16 luglio 1955 cade sotto i colpi di pistola esplosi da Gaetano Orlando, ma il mandante dell'omicidio è Antonio Esposito, ex amico e socio in affari della vittima
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SOLUZIONI AL GIOCO Pupetta Maresca (continuo) Pupetta, incinta di sei mesi, decide di vendicare la morte del marito. Accompagnata dal fratello Ciro e dall'autista Nicola Vistocco, il 4 agosto 1955 Pupetta si reca nell'affollata via Novara, nei pressi della stazione ferroviaria di Napoli, e sosta davanti al bar Grandone, poco distante dal luogo dove Pasquale Simonetti è stato ucciso. Antonio Esposito è all'interno del bar, Pupetta l'affronta e gli scarica addosso il caricatore della pistolaIl Tribunale la condanna a 18 anni di carcere, ridotti poi a 13 anni e 4 mesi in appello. Riceve la grazia nel 1965.
Processo Cuocolo: la camorra alla sbarra OMICIDA: Camorra VITTIME: Gennaro Cuocolo - Maria Cutinelli LUOGO E DATA: Torre del Greco, Napoli, 5 giugno 1960 All'alba del 6 giugno del 1906, in Contrada Calastro a Torre del Greco, viene rinvenuto il cadavere di Gennaro Cuocolo, basista della camorra, con il capo massacrato da colpi di bastone, sul corpo almeno quaranta coltellate e stilettate. A Napoli, qualche ora piĂš tardi, nell'appartamento in via Nardones, viene scoperto il corpo senza vita di Maria Cutinelli, moglie di Gennaro Cuocolo, uccisa con undici coltellate. I due formavano una coppia criminale specializzata in furti di appartamento, svolgendo il ruolo di basisti per i compagni camorristi cui fornivano informazioni e impronte di serrature di appartamenti signorili.
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SOLUZIONI AL GIOCO Processo Cuocolo: la camorra alla sbarra (continuo) Le indagini ricostruiscono i fatti a partire dalla sera precedente i due delitti: Cuocolo aveva pranzato con una comitiva di camorristi in una trattoria vicino al luogo del delitto; la compagnia era composta da Enrico Alfano, detto Erricone, considerato vero "capintesta" della camorra, suo fratello Ciro, Giovanni Rapi, da Gennaro Ibello e Gennaro Jacovitti, questi ultimi manovalanza della camorra. Il gruppo è arrestato, ma dopo un mese e mezzo le indagini condotte dalla questura sono a un punto morto, i sospettati vengono rilasciati e il caso passa al comando dei carabinieri. L'inchiesta è affidata al capitano Carlo Fabbroni che non risparmia accuse di corruzione e d'inefficienza alla polizia napoletana. Un nuovo impulso alle indagini viene fornito da un giovane camorrista detenuto nelle carceri napoletane, tale Gennaro Abbatemaggio, che ricostruisce la sua verità dei fatti: la morte di Cuocolo era stata decisa in una riunione di camorristi presieduta da Enrico Alfano, perché accusato d'essere una spia delle forze dell'ordine. Le rivelazioni portano a nuovi arresti. Alle ore 14 del 22 ottobre 1907 la Camera di Consiglio si riunisce a Castelcapuano per firmare l'ordinanza di rinvio a giudizio degli imputati. Il 27 marzo 1909 il sostituto procuratore generale rinvia a giudizio ben 47 imputati. Il dibattimento dura ben 12 mesi. L'8 luglio 1912, il processo Cuocolo si conclude con la condanna a 354 anni di reclusione complessivi.
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SOLUZIONI AL GIOCO La banda Casaroli CORPI DI REATO: pistole, americano, bombe a mano
fondina,
bossoli,
mitra,
fucile
Paolo Casaroli fu uno dei protagonisti delle vicende di cronaca nera degli anni Cinquanta del secolo scorso. la sua "specialità" era la rapina in banca. Il 16 dicembre 1950, a capo della sua banda composta da nove persone, rapinò una banca di Bologna, uccidendo il direttore dell'agenzia e un agente della sicurezza. Condannato all'ergastolo, il 2 marzo ottenne la libertà condizionale per buona condotta. È morto nel marzo 1993 stroncato da una crisi cardiaca
Sorelle Cataldi OMICIDA: Lidia e Franca Cataldi VITTIMA: Angela Barruca e il figlio Gianni LUOGO E DATA: Roma, 20 ottobre 1945
Le sorelle Lidia e Franca Cataldi, di 22 e 17 anni, il 20 ottobre 1945 uccisero Angela Barruca e il figlioletto Gianni di tre anni. Il fatto avvenne a Roma, nell'appartamento della vittima situato a piazza Vittorio 70. Sposata al commerciante Pietro Belli e madre di tre bambini, Angela Barruca - concittadina delle sorelle Cataldi, sfollate a Roma da Colleferro a causa dei bombardamenti più volte aveva prestato denaro alle ragazze in cerca di lavoro. La mattina del 20 ottobre 1945 le sorelle Cataldi si recarono nell'abitazione della vittima per chiedere ancora dei soldi, ma la Barruca si rifiutò. Scoppiò una violenta lite e la donna fu immobilizzata sul divano, mentre il piccolo Gianni fu chiuso nel bagno.
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SOLUZIONI AL GIOCO Sorelle Cataldi (continuo) Temendo di essere denunciate e in preda al panico, le sorelle colpirono ripetutamente la donna con un coltello da cucina, quindi si accanirono con la stessa arma sul bambino. Prima di lasciare l'appartamento, le omicide si impossessarono di una pelliccia di volpe della vittima. Le sorelle scapparono precipitosamente dall'appartamento e abbandonarono il coltello su un muretto di piazza Vittorio. Grazie al portiere dello stabile, cui non era sfuggita la fuga delle due ragazze, le sorelle furono catturate e processate per il duplice omicidio.
La decapitata di Castelgandolfo OMICIDA: sconosciuto VITTIMA: Antonietta Longo LUOGO E DATA: Castelgandolfo, luglio 1955 La mattina del 10 luglio 1955 sulla riva del lago di Castelgandolfo fu rinvenuto il cadavere di una donna senza testa. Il medico legale stabilĂŹ che la donna, prima di essere decapitata, era stata accoltellata ripetutamente al ventre, all'addome e alla schiena, poi, la stessa mano, aveva reciso la testa che non fu mai ritrovata. Il corpo apparteneva a una donna tra i venticinque e i trent'anni, alta circa un metro e sessanta. Al polso destro il cadavere aveva un orologio d'oro bianco. Accanto al cadavere i carabinieri rinvennero un portachiavi, un orecchino con pendaglio triangolare, il frammento di una foto che raffigurava una donna e un uomo ripresi a braccetto. La descrizione fatta del corpo trovato in riva al lago corrispondeva a quello di una domestica la cui scomparsa era stata denunciata dalla famiglia Gasparri, i datori di lavoro della donna, alla fine di giugno.
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SOLUZIONI AL GIOCO La decapitata di Castelgandolfo (continua) Il confronto tra le impronte digitali ritrovate nell'abitazione dei Gasparri e quelle del cadavere consentirono il riconoscimento del corpo decapitato. La vittima si chiamava Antonietta Longo, era nata a Mascalucia, in provincia di Catania, il 25 luglio 1925. La squadra omicidi ricostruì gli ultimi giorni della vita di Antonietta: un paio di mesi prima, dopo aver ritirato tutti i suoi risparmi dal libretto di deposito postale, aveva depositato due valigie contenenti indumenti alla stazione Termini, infine aveva chiesto al datore di lavoro un mese di ferie. Il 30 giugno aveva ritirato una lettera dalla cassetta fermo posta e l'indomani era sparita. Il mistero era, forse, tutto in quella lettera, il cui contenuto, però, rimase sconosciuto. La sera del 1° luglio Antonietta era uscita di casa alle 8,30, in tasca aveva il biglietto per Mascalucia, ma, anziché raggiungere la stazione, aveva trascorso alcune notti in una pensione. Il 5 luglio, presumibilmente il giorno della morte, imbucò una lettera indirizzata alla sua famiglia in cui annunciava che presto si sarebbe sposata. L'autore e il movente della morte di Antonietta Longo rimasero avvolti nel mistero e Antonietta passò alla cronaca come la decapitata del lago. Il corpo di Antonietta fu sepolto nel cimitero di Mascalucia, suo paese d'origine.
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