P|O|R|T|F|O|L|I|O CHIARA FAUDA PICHET
CFP
* CONTATTI * CHIARA FAUDA PICHET Interior Designer chiara.fauda@yahoo.com +39 3402840928
L’ ISTANTE I Sette Savi Fausto Melotti
NODI IN TENSIONE XIV Triennale pavillion, 1968 A. Mangiarotti
Inspirational works, in between art, design and architecture
LE MÉMOIRE ET SON ESPACE No-stop city, 1969 Archizoom
EASY CHIC Il Caleidoscopio, 1964 Vittorio Gregotti, Giotto Stoppino, Lodovico Meneghetti e Peppo Brivio
EVERYTHING WITH A SHADOW DOES EXIST Finestra sul mondo, 1968 Giuseppe Uncini
FRAGILE H A N D L E W I T H CA R E
PASSEPARTOUT Pavillion
This project links space with human fragility, it focus particularly on the features that can take care of the people who live the spaces. It is structurated in two parts, the first is a research between art, architecture and design, which studies the fragile virtues and the human experience of fragility. The qualities that make us move slower, keep more attention on things, more broadly take care of others, are defined as fragile virtues; some examples are the imperceptible, the not visible, the ephemeral. Human fragility is represented as a break, by the categories: to feel fragile, protected bodies, fissures, fragments and ruins, go beyond cracks. In the second part I elaborated 10 design logics, relations between a spatial feature and a fruition attitude. These assumptions generated just as many design hypothesis; ten sperimental, ephemeral, fragile, concepts. Questo progetto mette in relazione lo spazio con la fragilità umana, in particolare quelle caratteristiche che riescono a prendersi cura delle persone che vivono lo spazio. È organizzato in due parti, una ricerca fra arte, architettura e design che indaga le virtù fragili e l’esperienza umana della fragilità. Sono state definite virtù fragili quelle caratteristiche che ci costringono a muoverci più lentamente, a dedicare maggiore attenzione a quello che ci circonda, come l’impercettibile, l’impalpabile, l’effimero. La fragilità umana è invece rappresentata come un proceso di rottura, attraverso le categorie: sentirsi fragile, corpi protetti, crepe, frammenti e rovine e superare le fessurazioni. Dall’analisi della ricerca ho elaborato 10 logiche progettuali, relazioni ipotetica fra una caratteristica spaziale e un’attitudine alla fruizione, che sono state poi applicate in altrettante ipotesi progettuali, sperimentali, effimere, fragili.
Villa Malaparte. Maquette photo
The book Ville Savoye. The crack
“A stone remain a stone, until someone sees a cathedral inside� The book
THE MOSS GARDEN
This garden is part of a bigger system, a urban plan that through its spaces aims to reflect and represent the contemporary society. We designed a garden, a contemplation and meditation space. A void limited by four majestic geological presences. A violent act against the nature; as if we went on the Dolomites to cut them with a knife and take them here. “A zen garden for contemporary eremites” Andrea Branzi Il laboratorio si era posto l’ambizioso obiettivo di progettare una città che fosse riflesso e rappresentazione della società contemporanea. Noi abbiamo progettato il giardino, luogo di isolamento e meditazione. Un vuoto delimitato da quattro imponenti presenza geologiche. Un atto violento nei confronti della natura; come se si fosse andati sulle Dolomiti per tagliarle col coltello e portarle qui. “Un giardino zen per eremiti moderni” AB
Maquette’s photos View of the “city”
Rock detail
Maquette’s photos
Easy Chic
DEPOP STORE A recycling intervention for the disused kiosks in the urban landscape. The small space was organized as a magic box, physical place for a virtual app, DePop. The design reflects about the duo phisycal/virtual in every aspect. This is the reason for the contrast between exterior and interior. A metallic cube hides a giant kaleidoscope that raises users and fashion magazines to the subject of wonder. The clothes sold by the app can be tried on with a virtual mirror. Un intervento di recupero delle edicole dismesse nel sistema urbano cittadino. Lo spazio limitato è stato trattato come una scatola delle meraviglie, diventando luogo fisico per un’app virtuale: DePop. Tutto il progetto riflette sul binomio fisico/virtuale, a cominciare dall’interno, un grande caleidoscopio dove l’utente e le riviste di moda sono i soggetti della meraviglia. Tutti gli abiti in vendita tramite l’app si possono provare utilizzando un virtual mirror.
Maquette’s photos
West facade
South facade
Section AA
Section BB
A 0
1
2 m
B
B
A
Plan Axo of the exploded structure
Render by night Kaleidoscope, Interior view
LA MÉMOIRE E T S O N E S PAC E
The Synagogue
The design of the project is a challenge to traditional architecture, an interior cemetery inside the Beaubourg, chatedral of contemporary art. The building maintains a central role for the city, while facing a sociological tabù: the death. To solve such a delicate objective the inspiration comes from art, mediator between humans and the inconceivable. “A place to live the eternity.” AB Una sfida alla convenzione architettonica. Un cimitero progettato all’interno del Beaubourg, cattedrale dell’arte contemporanea e struttura storicamente rivoluzionaria. L’edificio rimane un fulcro per la città, ma osando trattare un tema tabù per la società attuale, la morte. Per affrontare questo compito delicato un grande contributo è stato cercato nell’arte, da sempre intermediaria fra l’uomo e l’inconcepibile. “Un luogo dove abitare l’eternità.” AB
The hill The cinerary
Roof the Garden
3th floor Services
2th floor the Hill and Labyrinth
1th floor Chapels and Cinerary
Ground floor the Hall and Services
the Garden
EVERYTHING WITH A SHADOW DOES EXIST The design, minimal and temporary, wants to point the attention on a special detail of the contemporary art pavillion in Milan. The theme is a window, a larger opening was necessary, but there wasn’t enough space. The architect took advantage of all the architecture and didn’t stop at the corner. With a 45° cut he acquired the necessary space from the near wall, reaching the necessary requirements according to the law. It is a masterful lesson in a half-hided corner of PAC, that deserves to be underlined. Un intervento minimo e temporaneo per attirare l’attenzione su un dettaglio speciale del padiglione di arte contemporanea di Milano. Questa volta il tema è una finestra, dovendo garantire un’apertura sufficiente verso l’interno e non avendo lo spazio necessario l’architetto sfrutta l’intero corpo architettonico e non si ferma all’angolo. Con un taglio a 45° prende spazio dal muro contiguo, raggiungendo i requisiti necessari per l’abitabilità. Una lezione magistrale in un angolo seminascosto del PAC, che merita di essere sottolineata.
Maquette’s photos
SW facade + SE facade
Maquette’s photos
NODI IN TENSIONE
Folie in Corte Sant’Andrea
The 5 folies + distribution scheme along the Lodigiano area
The development park follows the water of Brembiolo canal.
Il parco si sviluppa seguendo il corso del canale Brembiolo.
Five folies host different activities in order to generate and organize cultural services and movements.
Cinque folies accolgono differenti attività con lo scopo di generare fermento e servizi culturali.
Energy is the main theme: a different renewable source is associated to each of the folies. In order to satisfy the complete energetic consumption of the park.
L’energia in ogni sua forma è il tema principale del parco, ogni folies ne produce utilizzando una diversa fonte rinnovabile, in questo modo si soddisfa il fabbisogno energetico necessario al funzionamento del parco.
Folie in Lanche area Section + Plan
L’ ISTANTE
Maquette photo
The natural “corridor� behind the PAC View of the final boardwalk
Exhibith catalogue cover
Curatorship, re-drawings of the works
The design cornerstone is a single word: The istant. We curated a collective exhibition of 13 artists, for a milanese jewel, the PAC. The instant represented as a “stopmotion” changes his significance from an atemporal to an infinite moment. We created the silence by contrast. The first room is dark and noisy, while for the rest of the exhibition was used a paving to absorb sounds. The only historical work is exposed at the end of the exhibithion, at the top of a boardwalk suspended on the tank. The path guides the user to the Yves Klein’s paint Le painter se jet dans la vide, but the boardwalk ends a moment earlier than the paint, the time and the space to desire something but not to be able to get to it. Una parola come fulcro, un allestimento per una collettiva di 13 artisti da progettare in un gioiello milanese, il PAC. L’istante, rappresentato in fermoimmagini, si tramuta da attimo atemporale a momento infinito. L’allestimento si propone di eliminare tutti i punti di riferimento spazio-temporali, soprattutto la percezione sonora. Abbiamo creato il silenzio per contrasto, la sala iniziale è molto rumorosa per amplificare il silenzio di un allestimento in cui l’intervento unificante è una pavimentazione che attutisce i suoni. Chiude la narrazione una passerella sospesa sulla vasca, che accompagna il visitatore verso l’unica opera storica della mostra Le peintre se jette dans la vide di Yves Klein. Un lungo percorso che porta verso la fotografia sospesa, ma si ferma appena prima, il tempo e lo spazio di desiderare qualcosa, ma di non poterci arrivare.
Olafur Eliasson Bruce Naumann
Z ZEGNA PITTI UOMO
Concept visualization Render of the pre-show
Render of the exhibition Picture of the realized catwalk
This is the design realized during the collaboration with Migliore e Servetto Architects of the set for the Z Zegna event during Pitti Uomo 2014 in Florence. The brand presented a new sporty-urban style, ispired by parkour, but always maintaining the elegance of Ermenegildo Zegna. The set created a urban environment using theatrical layers of lights and tissues. Progetto dell’allestimento realizzato durante la collaborazione con lo studio Migliore e Servetto Architects per l’evento ZZegna durante Pitti Uomo 2014 a Firenze. Il marchio ha presentato una nuova linea più sportiva, ispirata al parkour, mantenendo comunque la classica eleganza di Zegna. L’allestimento ho ricreato un ambiente urbano, attraverso l’utilizzo di quinte sceniche realizzate con luci e tessuti.
Plans + Sections
Concept collage
Graphics for the exhibitors Picture of the realized catwalk
VIRTUAL MUSEUM for XXI century The Virtual Museum wants to give a practical support to enhance the development processes of cities, archives and museums. It ts an open, flexible, dynamic web platform. VM permits to surf in the data flow of urban statements, uploaded in the server not only by formal institutions, but also by normal users. The memories leave signs in the city, which can be discovered by the people taking advantage of an engineering serendipity process. Il Virtual Museum vuole essere uno strumento di supporto per agevolare l’innovazione nelle città, negli archivi e nei musei. È una piattaforma online aperta, flessibile e dinamica, che permette di muoversi fra il flusso di dati riferiti ad una città, che potranno essere caricati non solo dalle istituzioni, ma da ogni utente. Le memorie lasciano un segno intangibile ma presente nella città, che può essere scoperto dagli utenti attraverso un processo di engineering serendipity.
Propaganda painting in Hunedoara train station. ph.Paolo Mazzo
digitalization
The creation and the effect of a contemporary archive The process
The model for the website
ANDREA BRANZI ARCHIVE Andrea Branzi is a Florentine architect, founder, in 1964, of Archizoom Associati, an italian radical group. He works with architecture and design as if they were sociological and philosophical branches of knowledge. The archive of writings is a classification and catalogation of more than thousand texts, books and articles written by architect Branzi and on the Archizoom and Andrea Branzi’s works. Moreover there is a considerable collection of graphic works, exhibition posters, collages and pictures that are precious testimonies to that moment of cutural transformation. Andrea Branzi è un architetto fiorentino, fondatore nel 1964 degli Archizoom Associati, un gruppo radicale italiano. Lavora con architettura e design come se fossero delle branche sociologiche e filosofiche del sapere. L’archivio degli scritti è una classificazione e catalogazione di circa un migliaio di testi, libri e articoli scritti da Andrea Branzi e sul lavoro degli Archizoom e dell’architetto. Esiste inoltre una collezione considerevole di lavori grafici, poster, collages e fotografie, una preziosa testimonianza di quel momento di rinnovamento culturale.
Superarchitettura exhibition images, poster and cover from the archive
* An ant already knows it, that the sky begins at a millimeter from the ground
TM