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il pistrice • rino lionetto • camilla garofano flavia sorrentino • fonzy nils • sofia sita oscar odd diodoro • roberto hikimi blefari
Cover Artist! > > fonzy
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camilla garofano
nils
Nata nel 1985 a Empoli,
È un disegnatore di sogni. Strani personaggi in situazioni surreali dallo stile pop, descrivono i suoi pensieri, le sue visioni e i suoi sentimenti. Giganti pelosi, palline colorate, creature buone e cattive, parlano per lui e con lui. Dietro le sue illustrazioni si nascondono messaggi profondi, dal tratto minimal e colorato. Dopo la laurea in architettura, fonde illustrazione e design in un unico percorso, per applicare il suo linguaggio ai più disparati progetti. fonzynils.com
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na delle frasi che si sente ripetere quando si parla di Lago Film Fest è “Lago ti cambia la vita”. Io non ci credevo, finché non l’ho vissuto sulla mia pelle (l’Autan non è servito a molto). Tra tuffi, ninfee, piccoli moli di legno, natura incontaminata, tramonti da sogno e, in mezzo a questa cornice mozzafiato, uno schermo infilato nell’acqua, c’è davvero il rischio che la vostra vita cambi radicalmente. E se non succede potrete sempre raccontare di quella volta che avete visto ore e ore di cortometraggi da tutto il mondo seduti su un pratino... o un pattino! Quando il LFF mi ha chiesto un magazine illustrato da regalare a tutti gli spettatori che sarebbero passati per l’edizione 2015, io ho risposto: “Quanto me pagate?!” “Ma certo! Perché il LFF è il più fico d’Italia!”. Quello che state per leggere è un magazine di cinema e illustrazione con dentro opere esclusive di 8 artisti italiani – che hanno disegnato le tre “anime” del LFF: il lago, il cinema e le rane – e 10 recensioni chickenbroccolesche di corti che vedrete quest’anno (per chi fosse stato in coma negli ultimi 6 anni CB è un sito di critica cinematografica “per chi ama odiare il cinema”); alcuni sono Chicken (belli), altri sono Broccoli (brutti), tutti sono da vedere! Ci vediamo in riva al lago, sono quello che impreca per le zanzare e allunga il braccio sulla spalla della rana più carina con la scusa dello sbadiglio!
ChickenBroccolichickenbroccoli.it
a
ll’inizio non avevo capito nulla. Quando Ester Del Longo portava con prepotenza in cima alla lista della mia agenda giornaliera la voce “Invitare CB al LFF” mi irrigidivo moltissimo. Avevo come l’impressione che fosse uno dei tanti blogger che, utilizzando la scusa del “livebloggingesocialmediacose”, volesse in realtà farsi una settimana di vacanza a spese dell’organizzazione. Ho voluto approfondire per capire, capire meglio, e mi sono trovato di fronte un blog di recensioni cinematografiche scritte a mani nude, con il tono di chi non si prende sul serio e scrive in maniera scanzonata mescolando la citazione alta a quella bassissima della serie “che io faccio quello un po’ maccherone ma ti lascio intravedere che in realtà ne so”. Tutto farcito con giochi di parole, neologismi, LINK curiosi, gif, illustrazioni, cose improprie e molto altro; il tutto a strillare: “ma non lo vedi quanto sono spudorato e ipercreativo?”. “Ester, CB lo lasciamo dove sta!”, sentenziai. Poi scoprii che CB collaborava anche con un altro magazine, anzi lo dirigeva, e quel magazine era di proprietà di un’azienda sponsor del festival. Di colpo mi accorsi che scriveva con il tono tagliente e ironico, preparato e colto di chi il cinema lo ama per davvero. Da allora appoggio e sostengo con calore tutti i suoi progetti, compreso questo. Ora siamo diventati amici, abbiamo fatto un capodanno insieme, ha tenuto mio figlio Greg a battesimo e Ester Del Longo non lavora più nell’ufficio del festival.
ChickenBroccoli Magazine Special Lago Film Fest 2015 • Realizzazione, grafica e testi: CB • Hanno collaborato: Carlo Migotto, Mattia Coletti, Nicole Tressoldi, Camilla Garofano, Fonzy Nils, Flavia Sorrentino, Oscar Odd Diodoro, Roberto Hikimi Beflari, Rino Lionetto, Il Pistrice, Sofia Sita. • Il © di testi e immagini è dei rispettivi autori. Non riproducete nulla senza il permesso. Dài, non fate arrabbiare CB. Avete le recensioni, avete i posterini, ma che volete di più? cb mag lff 2015 pagina2
Carlo Migottlagofest.org o
si è diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana a Firenze. Dopo aver lavorato come costumista teatrale, decide di seguire il sogno di diventare illustratrice. Frequenta l’Accademia Nemo e impara a usare le tecniche digitali. Ha lavorato a Chef Rubio – Viaggio nell’Italia dello street food e L’italiano in gioco, e per Battello a vapore. Fa parte di un collettivo di quattro illustratrici toscane, Le Vanvere, con le quali promuove l’illustrazione nella sua regione. camillagarofano.com
Nazionali
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the age of rUst
alessandro mattei, francesco aber | 2014
Trama: Benvenuti all’... Excavator Park
Internazionali
hole
martin edralin | canada | 2014 Trama: Il mio buco sinistro
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cb mag lff 2015 pagina4
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cco. Iniziamo subito con il cortometraggio più “pesante” di tutti, nel senso di peso specifico della visione, sai quando vedi una cosa che piano piano assume un peso dentro e quando arriva il finale tu non riesci ad alzarti dalla sedia perché intanto ti si è creata un’incudine in pancia che valla a sollevare. E neanche hai preso i pop-corn. The Hole racconta la storia di Billy, un uomo sfortunato, che cerca di convivere con la sua deformità più dignitosamente possibile. Ha un lavoro ma non ha amici, gli unici che sembrano prendersi cura di lui sono gli infermieri che quotidianamente lo aiutano nelle faccende, anche le più semplici, come farsi la doccia o rassettare casa. Ma per le faccende più difficili come si fa? Ogni essere umano vuole ricevere e dare amore, e anche il corpo di Billy, anche se sfortunatamente “non conforme”, ha delle necessità sessuali. Per questo Billy è dedito, nascosto da una parete che ne mantiene segreta l’identità e la malformazione, a quella pratica denominata “glory hole” (entrare nello specifico sarebbe imbarazzante). Ma è degradante non poter abbracciare, guardare negli occhi, o anche solo sapere com’è l’uomo – Billy è omosessuale – a cui sta dando piacere. Capire che il “buco” del titolo non è quello della stanza rossa che il protagonista frequenta è ovvio, è invece il buco che Billy ha nel petto (in senso figurato, questa volta), talmente grande da non poter essere colmato mai, neanche da tutta l’amiciza del mondo; e sul finale, di amicizia, Billy ne riceve tanta, anche se l’immane pesantezza resta.
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ravi Mattei e Aber, che con un divertente corto a metà tra Spilbi (come amichevolmente chiamiamo noi Steven Spielberg) e una puntata di SuperQuark, ci raccontano la vita segreta di questi mastodonti, un po’ Transformers un po’ dinosauri meccanici, i temibili Petramosaurus Cavator, sì insomma le scavatrici! Dio crea gli uomini. Gli uomini creano le scavatrici. Le scavatrici distruggono la natura. Piero Angela eredita la Terra. Già, in effetti ci mancano solo Piero e Alberto, me li immagino tutti presi a raccontarci il rito di accoppiamento delle scavatrici, quando arriva il T-Rex di tutte le macchine mangiapalazzi e se li pappa in un sol boccone! La natura vince sempre! A parte gli scherzi – che devono piacere molto a Mattei e Aber, visto il tono divertito del film – qui si parla in maniera brillante di una cosa seria: quella matta matta matta voglia dell’uomo di costruire dappertutto, distruggendo senza criterio la Natura che lo circonda e consumando senza pietà o lungimiranza le risorse della Terra, in attesa del caos. DISTRUGGONO IN BRANCO! Il modo giusto per sensibilizzare e raccontare, questo è il gran pregio di The Age of Rust. E poi non ci credereste mai, ma gli effetti speciali - le scavatrici sono tutte create in computer graphic - hanno veramente una gran bella dignità, si vede che non hanno badato a spese!
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rino lionetto
«Mi chiamo Rino, ho 28
anni e sono un illustratore. Il disegno è l’unica cosa che ho sempre fatto con amore. Nei miei lavori il colore ha una importanza primaria: esprime una parte latente della mia apparenza, ovvero un’anima psichedelica a forma di rinoceronte dai colori fluorescenti che vibra e manda scariche elettriche ogni qualvolta lo si accarezza. L’anno scorso è nato MushMush, alter ego che riesce a esternare questo bipolarismo. Il rinoceronte è ancora un neonato e deve crescere» mushmush86.tumblr.com
rino
Nuovi segni
cams
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roberto hikimi blefari
carl-Johan Westregård | svezia | 2014
Trama: Sbadigli e grida
ah!
Vive e lavora a Torino.
Dopo una lunga esperienza in un’agenzia di grafica e comunicazione, si è specializzato nell’illustrazione per
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La Svezia! Quanta bellezza in una sola nazione! E quante cose indimenticabili ci ha regalato nel corso degli anni: i vichinghi, Pippi Calzelunghe, le librerie IKEA, Igmar Bergman... e soprattutto gli ABBA! Come dimenticare gli ABBA! Grazie di esistere Svezia! Peccato che se poi io ti vedo raccontata come in questo cortometraggio tutto fatto di paesaggi plumbei, desolati e deserti, ripresi a trecentosessanta gradi, senza che nulla mi venga raccontato, allora non mi piaci più. Cams è un esercizio di stile – neanche originale, pare quel video musicale in rotoscopia di Kylie Minogue, ma senza che ti esploda la testa – o al limite è videoarte. MAMMA MIA! che noia...
l’infanzia, l’editoria
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e la motion graphic.
Internazionali
dUlce dolor moisés aisemberg | messico | 2014 Trama: 50 sfumature di piñata i avevate mai pensato a che brutta vita fa una piñata? Grande protagonista di ogni festa di compleanno che si rispetti, tutti i bambini messicani non vedono l’ora che arrivi il suo momento. Lei, trepidante, attende il suo attimo di gloria... e per cosa? Per essere presa a bastonate senza pietà! STOP ALLA VIOLENZA SULLE PIÑATE! In un moto di piñatismo indomito, la protagonista di Dulce Dolor fugge dalla festa in cerca di una nuova vita. Sembra trovarla in un giovane operatore ecologico, un principe verde se vogliamo, che la raccoglie dal ciglio della strada e la porta a casa; è subito amore. Ma l’amore va anche consumato... e se sotto sotto la dolce piñata, in un mix paradossale di dolore e gioia, non avesse maturato, una bastonata dopo l’altra, appetiti sessuali “particolari”? Un corto che già dalla sua protagonista surreale si staglia come il più originale di tutti.
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cb mag lff 2015 pagina6
Il suo è uno stile semplice, caratterizzato da linee morbide, colori delicati e personaggi che non si prendono mai sul serio. Selezionato nell’Annual 2015 dell’associazione Autori di Immagini, ha collaborato con «Nurant», «Ammo», «Paperbanana» e «Slowfood». hikimi.it
Poster Artist! > > il pistrice [Pì-stri-ce] s. f. Esemplare femminile in perenne movimento tra Italia e Francia, capelli scuri, lunghe orecchie da coniglio, non mangia
e adora i mostri marini. Disegna chimere usando lo pseudonimo di Pistrice, il nome del suo mostro marino preferito. Oltre all’illustrazione si dedica alla grafica e lavora come freelance su progetti di comunicazione culturale. Alla fine del 2011 fonda SQUAME, che promuove illustratori internazionali. ilpistrice.com
Trama: In memoria del pesce rosso
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sWimming in yoUr Nuovi segni skin again Trama: Il colore giallo
una giusta dose di curiosità,
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iviamo tutti in una gigantesca boccia di vetro, pesce grande mangia pesce piccolo e tra squali, barracuda e meduse rimanere a galla è sempre più difficile. Il protagonista è uno di quelli che si fa i fatti suoi, ma davanti a una lampante ingiustizia – lasciar morire un esemplare nero di pesce rosso in un acquario di un negozio di animali – tutto il coraggio del mondo sprizza in un solo istante e il maleducato commesso diventa la vittima perfetta per un momento di “ordinaria follia”. “Come ci si sente senza respiro, eh?”, urla l’uomo al commesso, mentre lo strozza in preda a un raptus che sembra voler vendicare tutti i pesci morti negli acquari della storia dei pesci morti. Perché la vita di un uomo è più preziosa della vita di un pesce in acquario? Soprattutto se quest’uomo è un esemplare infame di menefreghista schifoso? Tutta la tristezza del mondo compressa in un litro d’acqua e la morte di un povero pesce senza memoria, ma capace di farci ricordare quanto male ci circonda. E il più delle volte quel male lo chiamiamo uomo. Recitato in lingua inglese da un attore protagonista stratosferico, capace in 10 minuti di passare dalla tristezza alla violenza, dalla compassione all’annichilimento, AtPitW è un esempio lampante di come i registi in Italia ci siano eccome, e passano spesso via cortometraggio per trovare la strada del Cinema; il futuro - al contrario di quello del povero pesce - è ros(s)eo.
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on mi è piaciuto. Quindi invece di sprecare inchiostro vi lascio uno spazio per i vostri appunti:
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cb mag lff 2015 pagina10
tommaso pitta | 2014
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flavia sorrentino
terence nance | Usa | 2014
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parla troppo, ama il bello
all the pain in the World
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troppo, non beve troppo,
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Vive e lavora a Roma.
Della sua città ama che “non è stata costruita in un giorno”, e questa consapevolezza, insieme a la porta a cercare sempre nuovi modi espressivi e comunicativi. Pensa che le illustrazioni, come le persone, siano ponti e che quando si deve esprimere un preciso messaggio attraverso un disegno, bisognerebbe scegliere i mattoni giusti perché le fondamenta siano solide. Ha una viscerale passione per le copertine, Toulouse Lautrec, la Poesia, la Storia del costume, il lettering, Tina Turner e il sugo. behance.net/flaviasorr
a million miles aWay Internazionali
Jennifer reeder | Usa | 2014
Trama: La classe delle vergini canterine
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na volta qualcuno ha detto “essere adolescenti fa schifo”, non ricordo se fosse Michael Moore o Macaulay Culkin, fatto sta che aveva ragione. Questo bel corto, illuminato da lucidalabbra alla fragola e schermi di smartphone pieni di ♥, è una piccola e perfetta parabola al femminile di come uno scontro generazionale – quello classico tra alunne e professoressa – possa trasformarsi in complicità e “sorellanza”, senza mai sfociare nel femminismo superficiale da TG. Un gruppetto di alunne, dopo delle presentazioni intime fatte nelle loro stanze (c’è luogo che ci racconta più di un’adolescente della sua stanza?) si ritrovano in classe, pronte per una lezione di canto. Sono tutte diverse: c’è quella che legge assorta e quella che, un po’ Lolita un po’ Joker, si colora la lingua con un lecca-lecca blu, c’è quella che piange per chissà quale delusione amorosa e quella che guarda tutti con aria di sfida, dall’alto del suo nuovo taglio di capelli. Tutte pronte a non seguire la lezione della professoressa triste, non fosse altro per quell’orrendo golf con il gatto! Ma, se è vero l’adagio “canta che ti passa”, tra alunne e insegnante succede qualcosa di “magico”, e tra emoticon in sovraimpressione e lacrime, il gruppo di giovani donne troverà un attimo di perfetta coesione, superando quel milione di miglia che le divide. Una regista da tenere d’occhio questa Jennifer Reeder, ha tutte le carte in tavola per essere una Sofia Coppola molto più interessante e meno autocelebrativa.
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historia p natUral Nuovi segni
Trama: Giardinaggio ecologico ol
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cb mag lff 2015 pagina12
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Jùlio cavani | brasile | 2014
er carità, nella Natura ci si sta bene, due o tre minuti al mese ma non di più che poi iniziano ad arrivare l’asma, le formiche, i rash cutanei... no, preferisco rimanere nella mia di giungla, quella d’asfalto. Sembra proprio che il regista volesse fare questo profondo parallelismo tra le due giungle, una dentro l’altra, delineate da confini che sono gabbie, uomini e animali tutti in trappola, in cerca di reciproca vendetta. Ma il risultato è banalmente didascalico, peccato.
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sofia sita
È un’illustratrice italiana che vive a Dundee, in Scozia. Il suo motto è “Smile & think original!” e cerca di riportarlo in ogni suo lavoro. Quando le è possibile, cerca di coinvolgere gli amici nei suoi progetti. I suoi ultimi clienti sono Creative Dundee, Forgan Art Centre, Creative Cooking Society, Street Art Bologna, Ferrara Buskers Festival, Fabbrica Borroni. Le piacciono i pennarelli, i colori, le bolle di sapone e sorridere. sofiasita.wix.com/ sofiasita
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la fille bioniQUeInternazionali stéphanie cabdevila | francia | 2014
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na novella Dott.ssa Frankenstein crea il suo clone cyborg capoccione, senza pensare che tutte le Intelligenze Artificiali, prima o poi, vogliono sempre conquistare la loro indipendenza, anche a colpi di karate e raggi laser dagli occhi. In un caleidoscopio di effetti speciali hand-made (c’è tanto polistirolo e tantissima carta ritagliata) e di strambissimi personaggi, dal fantasma formaggino (d’altronde sono francesi) al cuore canterino, questo piccolo musical – esatto, cantano sempre, ma non annoiano mai – sembra uscito dritto dritto dalla mente di Michel Gondry. Ecco cosa succede quando si percorre la strada della fantasia, si entra nella grotta delle idee, si scala la montagna della creatività e si arriva, con un piccolo capolavoro in mano, nella vallata dell’ingegno, sicuri che tutte le folli trovate messe in scena colpiranno in pieno lo spettatore, sorprendendolo e facendolo sognare. Trop genial!
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Trama: Libertè! Egalitè! W il clonè!
oscar odd diodoro
Dopo aver frequentato la Scuola internazionale di
riverbero Nazionali
mybosswas | 2014 Trama: Rombo di suono
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i risiamo. Qual è il confine tra videoarte e cortometraggio? Bastano delle immagini innegabilmente ben concepite e girate per fare un corto? No, ovviamente ci vuole la storia. In questo caso poi il confine che viene ampiamente superato è quello con il documentario. Il “riverbero” del titolo è lo strascico sonoro che ogni singolo elemento che ci circonda produce: una lavatrice, una finestra che si chiude, il cemento di un palazzo che si erode, un gruppo di musicisti e cantanti – che sembrano usciti da una performance artistica, appunto – chiusi in una stanza. Una camera di risonanza particolare, come ci viene spiegato sul final di film, studiata appositamente per “catturare” il suono, il riverbero, il più tempo possibile. In una spiegazione sinestetica: è la stanza dove vediamo il suono percorrere il più lungo tragitto, fino all’esaurimento dell’ultimissimo decibel. Il video, nonostante sia inscrivibile nella docu-performance, il Chicken se lo prende lo stesso, perché la fotografia è esemplare, la regia ipersimmetrica molto affascinante e il reparto sonoro (non sarebbe potuto essere altrimenti) curato in maniera maniacale e avvolgente.
graphic design a Venezia ha iniziato a lavorare come illustratore e graphic designer. Oggi è un libero professionista.Ha esposto a Los Angeles, Roma, Pisa, Milano, Napoli, Treviso, Bolzano, per eventi e gallerie come Posters Rock, Italian Poster Rock Art, Hero Complex Gallery, Art May Sound, Rock Motel. Adora i pattern e le decorazioni arabe. Vede il mondo attraverso cerchi, triangoli e rettangoli. Forse è colpa dell’abuso di pizza. odd-house.com
chickenbroccoli.it
lagofest.org