Editore
Christian Temporiti
Fotografi
Susana Freitas Tony Solinas ChrisTempo
Copertina
Chris Tempo
Main Partner TIENNElab Per Sponsor – Collaborazioni , Idee tnlab24@gmail.com
Tcleb
Contenuti Settembre 2019 Vol. 19
Fotografia modernista Grandi
Alfred Stieglitz Edward Weston Paul Strand
I
FotoWorldNews – Notizie dal Mondo Esposizioni – Mostre – Concorsi Ospiti
Susana Freitas Tony Solinas Inserto Finale/Final Insert
FriendShip International Art Exhibition 2019 35 artists from 19 world countries Text and Photos in collaboration with Amit Ganjoo and Naveena Ganjoo .
Fotografia modernista Alfred Stieglitz promotore dell’arte e della fotografia “Vidi la fotografia in base alla disposizione delle forme nello spazio e capì che era il mio senso della vita. Nella fotografia c’è una realtà così sottile che diventa più reale della realtà“. ll ponte di un transatlantico affollato di migranti, Alfred Stieglitz è tra i viaggiatori di ritorno dagli USA in Europa. Improvvisamente vede: un cappello di paglia riflette la luce e la passerella sospesa divide nettamente gli spazi. In pratica, vede la realtà di ciò che ha davanti agli occhi, senza filtri. Corre nella sua cabina per prendere l’apparecchio fotografico sperando che il viaggiatore non si muova. Torna e scatta. Ha appena realizzato il suo capolavoro, quella che è definita la prima fotografia modernista della storia, la prima “fotografia diretta”, per distinguerla da quella pittorica di cui fino ad allora era stato uno dei massimi esponenti. Un’immagine che ha in sé la forza artistica, compositiva, e la documentazione di quello che era un viaggio in terza classe. Fu pubblicata per la prima volta su Camera Work, la prestigiosa rivista diretta dallo stesso Stieglitz, nel 1911, insieme ai lavori cubisti di Pablo Picasso. Da allora la Fotografia non sarà più la stessa. Dopo The Steerage capì che la fotografia doveva cercare un proprio specifico linguaggio e si impegnò nella straight-photography, che sostenne con mostre e pubblicazioni di molti fotografi. Un personaggio chiave per la fotografia e l’arte in generale, grazie a lui è stata possibile la diffusione delle nuove correnti avanguardiste della fotografia. Proseguirà in questo intento fino alla sua morte nel 1946 . A New York stampa il giornale America Amateur Photographer, la prima di molte riviste fondate da Stieglitz, tra cui Camera Notes, in cui espone per la prima volta le sue tesi d’avanguardia nel 1899. Dopo appena tre anni, forma il gruppo Foto Secessionisti con l’intento di promuovere la fotografia come gesto artistico.
Modernist photography
Alfred Stieglitz promoter of art and photography “I saw photography based on the arrangement of shapes in space and understood that it was my sense of life. In photography there is a reality so subtle that it becomes more real than reality “. The bridge of a transatlantic liner crowded with migrants, Alfred Stieglitz is among the travelers returning from the USA to Europe. Suddenly he sees: a straw hat reflects the light and the suspended walkway clearly divides the spaces. In practice, he sees the reality of what he has before his eyes, without filters. He runs to his cabin to take the camera, hoping the traveler won't move. Come back and shoot. He has just created his masterpiece, what is called the first modernist photography in history, the first "direct photography", to distinguish it from the pictorial one of which until then he had been one of the greatest exponents. An image that has within it the artistic, compositional strength, and documentation of what was a trip to the third class. It was published for the first time on Camera Work, the prestigious magazine directed by Stieglitz himself, in 1911, together with the Cubist works of Pablo Picasso. Since then Photography will no longer be the same. After The Steerage understood that photography had to look for its own specific language and engaged itself in straight-photography, which it supported with exhibitions and publications of many photographers. A key figure in photography and art in general, thanks to him it was possible to spread the new avant-garde currents of photography. He will continue in this intent until his death in 1946. In New York he prints the newspaper America Amateur Photographer, the first of many magazines founded by Stieglitz, including Camera Notes, in which he exhibits for the first time his avant-garde theses in 1899. After just three years, he formed the Secessionist Photos group with the aim of promoting photography as an artistic gesture.
La fotografia modernista va a proporre un rapporto diretto e assolutamente trasparente con la percezione o, meglio, con gli “oggetti” della percezione. Quest’arte, a differenza della pittura o della scultura modernista, non provoca alcun senso di privazione e di aggressione. Nel corso di centoquaranta anni il Modernismo ha fatto uscire il mondo dalla cornice dell’immagine, svuotando l’arte alcuni dei suoi contenuti, ma nel frattempo c’è stato qualcos’altro che ha lavorato a poco a poco a riempirla di nuovo. Il Modernismo e la fotografia, infatti, coprono quasi esattamente lo stesso periodo, quindi se queste due arti vanno di pari passo, condividono il problema dell’impostura, uno dei temi cardine di uno specialista d’estetica quale Stanley Cavell, secondo cui l’impostura, per l’appunto, è al centro della pratica dell’arte. Per il mondo artistico, una volta che si è liberato di ogni legame con la tradizione, è difficile stabilire una differenza tra ciò che è truccato e ciò che è autentico, e il problema è l’assenza di relazioni con i modelli di ciò che l’arte è sempre stata. si tratta di qualcosa di troppo meccanico per essere considerato una rappresentazione dell’arte stessa, un linguaggio fortemente ermetico per funzionare come strumento di comunicazione. Non c’è abbastanza lavoro nella creazione di un’immagine che proviene dalla semplice pressione di un tasto, quindi, di conseguenza, la fotografia, per molti, non è un linguaggio. Stieglitz è considerato come esempio perfetto in qualsiasi discussione sullo statuto della fotografia come arte dato che egli ha dedicato almeno i primi 25 anni della sua carriera a questo argomento. Il suo impegno si è visto nella scelta delle opere degli altri fotografi, nei saggi pubblicati in veste di redattore capo e soprattutto nel suo lavoro che mostra la preoccupazione evidente di una definizione della fotografia. In un’istantanea giovanile di Stieglitz come Sunlight and Shadows: Paula/Berlin (Luce e ombre: Paula/Berlino) scattata nel 1889, è possibile notare, come scrive ancora la Krauss, che attraverso la creazione elegante di zone di luce e di oscurità estreme, attraverso la giustapposizione di profili scuri, senza spessore, su uno sfondo spezzato da motivi complessi, si ricordano per vari aspetti i procedimenti formali della pittura di fine XIX secolo e una composizione complessa in cui viene svelato ciò che è, per sua natura, la fotografia. La donna è seduta e ha la testa abbassata verso un’immagine che occupa il centro del tavolo, ed è proprio l’immagine stessa che a sua volta rappresenta una giovane, molto probabilmente si tratta della stessa che sta scrivendo, in una cornice ovale decorata. A primo impatto potrebbe sembrare un dipinto, ma non è questo il caso in quanto appesa alla parete, proprio sopra la testa della donna, si trova un duplicato della stessa scena, una seconda stampa della stessa rappresentazione. La luce è feticizzata come fonte di visibilità da cui dipende la fotografia, e il motivo formato dalle striature della persiana modella le strisce alternate di ombra che si spezzano in forme decorative,
inoltre la finestra – qui sotto forma di due ante-cornici aperte sulla scena – permette al fascio luminoso di entrare. Tutti questi “simboli” suggeriscono che ci troviamo di fronte a un otturatore, l’apertura meccanica il cui funzionamento permette alla luce di penetrare nella camera oscura della macchina fotografica. L’immagine dunque rimanda al procedimento che è all’origine del suo essere specifico e che definisce la fotografia. Tale insieme di segni permette di sentire fino a che punto Stieglitz sia implicato in questa impresa simbolista intesa come teoria artistica profondamente interessata agli strumenti della trasposizione estetica. Modernist photography goes on to propose a direct and absolutely transparent relationship with perception or, better, with the "objects" of perception. This art, unlike modernist painting or sculpture, does not cause any sense of deprivation and aggression. Over the course of one hundred and forty years Modernism brought the world out of the frame of the image, emptying some of its contents from art, but in the meantime there was something else that worked little by little to fill it again. Modernism and photography, in fact, cover almost exactly the same period, so if these two arts go hand in hand, they share the problem of imposture, one of the key themes of an aesthetic specialist such as Stanley Cavell, according to whom the imposture, precisely, is at the center of the practice of art. For the artistic world, once it has freed itself of all ties with tradition, it is difficult to establish a difference between what is rigged and what is authentic, and the problem is the absence of relations with the models of what is art has always been. it is something too mechanical to be considered a representation of art itself, a highly hermetic language to function as a communication tool. There is not enough work in the creation of an image that comes from the simple push of a button, so, consequently, photography, for many, is not a language. Stieglitz is considered as a perfect example in any discussion of the status of photography as an art as he has devoted at least the first 25 years of his career to this topic. His commitment was seen in the choice of the works of the other photographers, in the essays published as editor in chief and above all in his work which shows the evident concern of a definition of photography. In a juvenile snapshot of Stieglitz as Sunlight and Shadows: Paula / Berlin (Light and shadows: Paula / Berlin) taken in 1889, it is possible to notice, as Krauss writes, that through the elegant creation of areas of light and darkness extreme, through the juxtaposition of dark profiles, without thickness, on a background broken by complex motifs, the formal procedures of late nineteenth-century painting and a complex composition in which what, by its nature, is revealed, are recalled photography. The woman is seated and her head is lowered towards an image that occupies the center of the table, and it is precisely the image itself which in turn represents a young woman, most probably it is the same one she is writing, in an oval decorated frame. At first glance it might seem like a painting, but this is not the case as there is a duplicate of the same scene hanging on the wall, just above the woman's head, a second print of the same representation. The light is fetishized as a source of visibility on which photography depends, and the motif formed by the streaks of the shutter shapes the alternating stripes of shadow that break into decorative shapes,
furthermore, the window here in the form of two doors - open on the scene allows the light beam to enter. All these "symbols" suggest that we are faced with a shutter, the mechanical opening whose operation allows light to penetrate into the camera's darkroom. The image therefore refers to the procedure which is at the origin of its specific being and which defines photography. This set of signs allows us to feel the extent to which Stieglitz is involved in this symbolist enterprise understood as an artistic theory deeply interested in the tools of aesthetic transposition.
Per quanto riguarda le fotografie di nuvole che l’artista ha realizzato tra il 1923 e il 1931, Equivalenti, invece, si tratta di opere che dipendono completamente dall’effetto di taglio; si ha come l’impressione di guardare immagini strappate con forza dal tessuto continuo dell’estensione del cielo. Il senso di queste immagini arriva a noi come un insieme impossibile da analizzare perché, semplicemente, sono ritagliate. Stieglitz ha eliminato dal campo dell’immagine ogni riferimento al suolo, alla terra e all’orizzonte, non si capisce dov’è l’alto e dov’è il basso. Attraverso la verticalità le nuvole rinviano al significato primo del taglio e lo raddoppiano: i due significati si rinviano reciprocamente l’un l’altro e si rafforzano vicendevolmente perché in entrambi i casi si tratta di mostrare esclusivamente il mondo per mezzo di un’immagine radicalmente separata dai suoi punti di ancoraggio, un’immagine che ha come soggetto il fatto di levare l’ancora. Nella misura in cui fissano la traccia di qualcosa di invisibile,le nuvole sono segni naturali trasposti nel linguaggio culturale della fotografia. In quella di Paula le diverse componenti dell’insieme finiscono per rappresentare altro, ma in Equivalenti la trasformazione funziona in blocco, in modo che il cielo nel suo insieme e la fotografia nel suo insieme siano posti in un rapporto simbolico reciproco. Il taglio, quindi, in queste immagini, non è un semplice fenomeno meccanico: la fotografia non è altro che una trasformazione assoluta della realtà. Ogni opera d’arte, per la sua creazione, comporta un certo rischio, un rischio che consiste spesso nel lavorare senza certezza né garanzia di riuscita. Se non si è colto quel senso di vertigine dato dalle fotografie di nuvole di Stieglitz, allora non si sono viste davvero queste immagini, non si è visto ciò a cui lui ha dovuto rinunciare per farle funzionare. Vedere il rischio significa rendersi conto che, come succede in ambito artistico, lo scacco sarebbe sentito come un’impostura. Ciò che accade con una fotografia è che essa è un oggetto finito. Una fotografia è ritagliata, non necessariamente da un paio di forbici o da una cornice, ma dalla macchina fotografica stessa. […] La macchina, in quanto oggetto finito, taglia una porzione di un campo infinitamente più grande. […] Una volta ritaglia la fotografia, il resto del mondo e la sua espulsione esplicita sono aspetti tanto fondamentali della pratica del fotografo quanto ciò che egli mostra esplicitamente. Stanley Cavell
Tratto da un articolo di Francesca Testa
As for the photographs of clouds that the artist created between 1923 and 1931, Equivalents, on the other hand, are works that completely depend on the cutting effect; one has the impression of looking at images torn by force from the continuous fabric of the extension of the sky. The meaning of these images comes to us as a whole impossible to analyze because, simply, they are cut out. Stieglitz has eliminated from the image field any reference to the ground, to the earth and to the horizon, it is not clear where the top is and where the bottom is. Through verticality the clouds refer to the first meaning of the cut and double it: the two meanings reciprocally refer to each other and reinforce each other because in both cases it is a question of showing the world exclusively through a radically image separated from its anchor points, an image whose subject is the fact of raising the anchor. To the extent that they set the trace of something invisible, clouds are natural signs transposed into the cultural language of photography. In that of Paula the different components of the set end up representing something else, but in Equivalents the transformation works in a block, so that the sky as a whole and the photograph as a whole are placed in a reciprocal symbolic relationship. The cut, therefore, in these images, is not a simple mechanical phenomenon: photography is nothing but an absolute transformation of reality. Every work of art, for its creation, involves a certain risk, a risk that often consists in working without certainty or guarantee of success. If you did not grasp that sense of vertigo given by Stieglitz's cloud photographs, then you did not really see these images, you did not see what he had to give up to make them work. Seeing the risk means realizing that, as happens in the artistic sphere, the failure would be felt as an imposture. What happens with a photograph is that it is a finite object. A photograph is cut out, not necessarily from a pair of scissors or a frame, but from the camera itself. [...] The machine, as a finished object, cuts a portion of an infinitely larger field. [...] Once he cuts out photography, the rest of the world and his explicit expulsion are as fundamental aspects of the photographer's practice as what he explicitly shows. Stanley Cavell
Edward Weston è un’icona della fotografia americana del XX secolo. Le sue serie di nudi, paesaggi e still life in close-up hanno contribuito a definire la fotografia modernista, caratterizzata da eleganza formale, semplicità e astrazione. “La fotocamera deve essere utilizzata per la registrazione della vita, per ricercare la quintessenza del soggetto stesso, sia che si tratti di acciaio lucido che di carne palpitante”. Ansel Adams amava dire: “Weston è uno dei pochi artisti creativi del nostro tempo… I suoi lavori illuminano il viaggio spirituale dell’uomo verso la perfezione”. Weston è, in effetti, l’incarnazione della poesia applicata alla fotografia. La continua ricerca di identificazione con la natura per conoscerla fino alla più profonda essenza lo ha portato alla sperimentazione e alla ricerca di una forma nuova nella forma .
He is an icon of 20th century American photography. His series of nudes, landscapes and still life in close-ups have helped define modernist photography, characterized by formal elegance, simplicity and abstraction. "The camera must be used for recording life, to look for the quintessence of the subject itself, whether it is polished steel or palpitating flesh". Ansel Adams loved to say: "Weston is one of the few creative artists of our time ... His works illuminate the spiritual journey of man towards perfection". Weston is, in effect, the embodiment of poetry applied to photography. The continuous search for identification with nature to know it to the deepest essence led him to experimentation and to search for a new form in the form.
Paul Strand
è stato un fotografo e videomaker statunitense, che,
insieme ad altri grandi fotografi modernisti come Alfred Stieglitz ed Edward Weston , contribuì, all'inizio del XX secolo, a conferire alla fotografia la dignità artistica che a tutt'oggi conserva. La sua critica nei confronti del pittoricismo storico verteva sul fatto che si rifacesse ad un modello artistico quale le pittura, mentre lui ed in generale la straight photography nord americana ponevano alla base della qualità formale delle loro fotografie proprio il fattore tecnico meccanico che per anni era stato proprio quello che l'aveva distanziata dal mondo dell'arte, che invece vedeva la pittura come arte tout court. Alla luce della rivoluzione del ready made ad opera di Marcel Duchamp la fotografia può quindi ispirarsi al reale senza risultare per questo non artistica. Paul Strand iniziò la sua carriera come fotografo all'età di 18 anni mentre frequentava la "Ethical cultural high school". Il suo avvicinamento alla fotografia è stato influenzato dalla amicizia con Stieglitz e altri fotografi che avevano esposto le proprie opere nella "Galleria 291". Il suo variegato corpo di lavoro, che copre una sessantina d'anni, tocca i più disparati generi e soggetti attraverso America, Europa e Africa. he was an American photographer and videomaker, who, along with other great modernist photographers such as Alfred Stieglitz and Edward Weston, contributed, at the beginning of the 20th century, to giving photography the artistic dignity it still preserves. His criticism of historical pictorialism centered on the fact that he drew on an artistic model such as painting, while he and in general the North American straight photography placed at the basis of the formal quality of their photographs the very mechanical technical factor that for years was it was precisely what had distanced her from the art world, which instead saw painting as art tout court. In light of the ready-made revolution by Marcel Duchamp, photography can therefore be inspired by reality without being non-artistic. Paul Strand began his career as a photographer at the age of 18 while attending the "Ethical cultural high school". His approach to photography was influenced by his friendship with Stieglitz and other photographers who had exhibited their works in "Gallery 291". His varied body of work, which covers about sixty years, touches the most diverse genres and subjects across America, Europe and Africa.
FotoWorldNews
Fototrappole, gli scatti piĂš belli Anche se sono pensate soprattutto per fini scientifici, questi gioielli della tecnologia ci hanno regalato molte immagini indimenticabili (NationalGeographicsItalia Gallery)
FotoWorldNews
L'incredibile naso della zanzara e altre foto al microscopio ecco come funziona il micidiale sistema di puntamento del fastidioso insetto. (focus.it)
FotoWorldNews
Scatti di guerra
La guerra vista con gli "occhi" dei grandi fotoreporter: dalle trincee delle Ardenne a Kabul. Leggi anche la storia del giorno piĂš lungo e guarda le foto storiche... un attimo prima o anche 50 anni di foto storiche (focus.it)
Esposizioni - Mostre – Concorsi
Mostre, incontri, laboratori e tanto altro ancora a Novafeltria, in provincia di Rimini, dal 20 al 29 settembre. Una “quinta scenografica” – è così che la definiscono gli organizzatori – di mostre e attività fotografiche di vario genere. Un evento che vede protagonisti, ognuno con specifiche proprie, l’amministrazione comunale, palazzi pubblici, imprenditori locali e ambienti espositivi di vario genere: insomma, una gran festa diffusa della fotografia. Un “festival suo malgrado”, sempre dalle parole degli organizzatori, che nasce sei anni fa da un gruppo di appassionati riuniti in una pagina Facebook. Tra le mostre che si preannunciano interessanti, per la loro originalità, segnaliamo “Cronache immaginarie di un domatore di cavalli”, di Lorenzo Zoppolato; come in una “finzione” di Borges l’autore si cimenta in una narrazione surreale del quotidiano. “Natura morta” di Juan Borgia, invece, è un poetica ricerca sulle forme della vita che ci fa scoprire l’inaspettato nel noto davanti al quale passiamo senza vedere. Tra i workshop in calendario si preannuncia interessante quello dedicato a “Storia e riconoscimento dei processi fotografici antichi” tenuto da Gabriele Chiesa. Una carrellata su come, nel corso del tempo, si è passati attraverso una nutrita serie di tecniche di stampa, ognuna con personalità ben definita: dalla dagherrotipia, alla carta salata, alle autocromie e via proponendo. Non mancano incontri con autori e tavole rotonde. Tra queste, certamente da seguire intitolata “Interazioni tra virtuale e reale nella progettazione fotografica: dal web alla carta” durante la quale ci si confronterà su questo tema molto attuale. Alla tavola rotonda interverranno Giampaolo Majonchi, Giovanni Minervini e Salvatore Picciuto, moderati da Sandro Jovine. Per gli incontri con gli autori, infine, il fotografo e documentarista Simone Cerio parlerà del suo ultimo progetto sulle comunità LGTB cristiane presenti in Italia. L’inaugurazione e l’apertura delle mostre sono previste per il pomeriggio di sabato 20 settembre alle ore 18. More info www.semplicementefotografare.com
Esposizioni - Mostre – Concorsi
"Whispers of Light", sussurri di luce
Dal 7 al 29 settembre a Roma, presso la sede del Parco Regionale dell’Appia Antica, in mostra gli scatti paesaggistici in grande formato della fotografa naturalista Barbara Dall'Angelo
Trentatré immagini di grande formato sulla Natura scattate in tutto il mondo sono al centro di “Whispers of Light”, la nuova mostra della fotografa romana Barbara Dall’Angelo, frutto di una ventina di viaggi compiuti dalla fotoreporter dal 2012 ad oggi. L'esposizione sarà inaugurata venerdì 6 settembre a Roma presso la Sala Appia del Parco Regionale dell’Appia Antica (via dell’Appia Antica 42, dalle ore 16.30) - nel complesso multifunzionale della ex Cartiera Latina - promossa dalla Direzione Naturale Parchi e Aree Protette della Regione Lazio. “La fotografia è il mio modo di vedere il mondo”, ha spiegato l’autrice, da tempo collaboratrice di National Geographic Italia, “è quello che mi spinge a guardare con nuovi occhi. Attraverso la fotografia scopro cosa cattura la mia anima: istanti delicatissimi di armonia della Natura che svelano la fragilità del nostro mondo e invitano a una riflessione sulla necessità di un impegno personale di tutti noi nella protezione e salvaguardia della Terra, nostro patrimonio più prezioso”. La mostra “Whispers of Light” è caratterizzata da immagini di grande impatto visivo, che raccontano scenari d’eccezione: lo straordinario incontro fra la lava incandescente del vulcano Kilauea e le acque fredde dell’Oceano Pacifico alle Hawaii, le aurore boreali nei cieli d’Islanda, il deserto del Namib sotto la luce lunare, il sole di mezzanotte fra gli iceberg della Groenlandia, i colori intensi e accesi dell’estate indiana nel New England, le atmosfere rarefatte dell’alba invernale ad Hokkaido a -20 gradi centigradi durante il risveglio delle gru coronate. Queste sono solo alcune delle immagini in mostra, che accompagnano lo spettatore in angoli più o meno remoti del nostro pianeta. Sarà possibile visitare “Whispers of Light” dal 7 al 29 settembre, dalle ore 10 alle 18, tutti i giorni tranne il lunedì. Ingresso gratuito. More Info
Esposizioni - Mostre – Concorsi
Fino al 31 ottobre 2019 potrete inviare le vostre immagini al concorso fotografico annuale di National Geographic Italia. Il regolamento completo|
Susana Freitas I come from Lisbon,Portugal and live in Cologne, in Germany and I started to make street photography about 3 years ago. Important for me in my street captures, is the emotion. A foto as to have a soul, it has to touch you, without needing explanation. I shot both in BW and colours, depending on the mood or light of the image. I travel often in Europe and each place, each city is an inspiration, the diversity of our world, the different cultures and urban spaces, the different people and way of life atract me. To present my work, I chose both BW and colour shots, from different cities in europe, some take with a Nikon D31000, other with Olympus om-d e-m10 mark II , the camera that I`ve been using the last time.
There are so many great street photographers that inspire me, also unknown ones, but I would mention 3 famous ones, which work really impresses me (where I can find the soul I mentioned before): Helen Levitt, Mary Ellen Mark and William Klein. What started as an hobby, became a way of life, a way of finding myself in this world and a way of seeing and feeling reality. That is what street photography means to me.
Susana Freitas Photography
Vengo da Lisbona, in Portogallo e vivo a Colonia, in Germania, e ho iniziato a fare street photography circa 3 anni fa. Importante per me nelle mie catture di strada, è l'emozione. Una foto deve avere un'anima, deve toccarti, senza bisogno di spiegazioni. Ho scattato sia in bianco e nero che a colori, a seconda dell'umore o della luce dell'immagine. Viaggio spesso in Europa e in ogni luogo, ogni città è una fonte d'ispirazione, la diversità del nostro mondo, le diverse culture e spazi urbani, le diverse persone e il modo di vivere mi attraggono. Per presentare il mio lavoro, ho scelto sia le foto in bianco e nero che quelle a colori, di diverse città europee, alcune con una Nikon D31000, altre con Olympus om-d e-m10 mark II, la fotocamera che ho usato l'ultima volta. Ci sono così tanti grandi fotografi di strada che mi ispirano, anche quelli sconosciuti, ma vorrei citarne 3 famosi, il cui lavoro mi colpisce davvero (dove posso trovare l'anima che ho menzionato prima): Helen Levitt, Mary Ellen Mark e William Klein. Quello che è iniziato come un hobby, è diventato un modo di vivere, un modo di ritrovarmi in questo mondo e un modo di vedere e sentire la realtà. Questo è ciò che significa la fotografia di strada per me.
A foto as to have a soul, it has to touch you, without needing explanation
Tony Solinas La mia passione per la fotografia nacque negli anni 70 e la mia prima importante reflex fu una Canon FTB ovviamente a pellicola. Il mio primo interesse è stato quello di documentare la vita nelle città in cui vivevo o visitavo. Per motivi di lavoro e di tempo ho avuto una lunga pausa, ma poi con l'avvento del digitale ho acquistato una semplice Canon EOS 300 e qualche obiettivo giusto per iniziare una nuova avventura fotografica. Successivamente ho iniziato a percorrere quotidianamente la pista ciclabile che costeggia il fiume Entella della mia città. Una decina di km che mi hanno permesso di immergermi nella natura ed osservare la vita che in essa esplodeva dalle prime luci dell'alba. Una fauna che mi incuriosiva e che amavo ogni giorno di più. Nacque la passione per la fotografia naturalistica.
Mi recai sempre più spesso in Sardegna dove vive la mia famiglia, ed in particolare negli stagni che circondano Oristano, la mia città di origine. Cominciai a fotografare la fauna locale utilizzando una semplice Canon 60D con obiettivo Tamron 16300. Resomi conto che era un'attrezzatura del tutto inadeguata acquistai una Canon 7D mark II e uno zoom Sigma 150-600, ed iniziai ad occuparmi seriamente della fotografia naturalistica. Amo fotografare animali in libertà, paesaggi al tramonto e angoli delle città che visito. Oggi possiedo anche una Canon 6D mark II per la quale acquisterò a breve uno zoom Canon 28-300 e uno zoom Canon 100-400. Il mio modo di scattare é molto semplice e non cerco immagini che colpiscano l'occhio per la loro eccessiva elaborazione, ma immagini semplici che trasmettano le emozioni provate durante lo scatto .
Tony Solinas Photography
My passion for photography was born in the 70s and my first major reflex camera was a Canon FTB obviously a film. My first interest was to document life in the cities where I lived or visited. For work and time reasons I had a long pause, but then with the advent of digital I bought a simple Canon EOS 300 and some right lenses to start a new photographic adventure. Later I started to walk daily the cycle path that runs along the Entella river of my city. About ten kilometers that allowed me to immerse myself in nature and observe the life that exploded in it from the first light of dawn. A fauna that intrigued me and that I loved more and more every day. A passion for nature photography was born. I went more and more often to Sardinia where my family lives, and in particular in the ponds surrounding Oristano, my hometown. I began to photograph the local fauna using a simple Canon 60D with a Tamron 16300 lens. I realized that it was a completely inadequate equipment I purchased a Canon 7D mark II and a Sigma 150-600 zoom, and I began to take a serious interest in wildlife photography. I love photographing animals in the free life, landscapes at sunset and corners of the cities I visit. Today I also own a Canon 6D mark II for which I will buy a Canon 28-300 zoom lens and a Canon 100-400 zoom lens shortly. My way of shooting is very simple and I am not looking for images that affect the eye due to their excessive processing, but simple images that convey the emotions felt during shooting.
Gallery
Thanks to Amit Ganjoo to Naveena Ganjoo and all Artists present at the exhibition that shared this experience with me ! - Chris Tempo -
Tcleb FotoMagazine
See You Soon !