3 - Notizie dalla Commissione

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Anno II, n. 2 - marzo 2012

Ingegneria dell’informazione Notizie dalla Commissione

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IN COMMISSIONE

Professiona Day, quando il dissen- 3 so è alternativo 3 Firma Digitale con ruolo

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Assicurazione RC: a che punto siamo?

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Conosciamo il Gruppo Giovani

NORME & SICUREZZA

PEC e Firma Digitale

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PROFESSIONE

Il difficile percorso della riforma professionale

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Digital Divide: la saga continua

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

DigitPA, le nuove Linee Guida per DR e CO

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OPEN SPACE

Nuovo logo per i giovani ingegneri 13 di Pavia: esito del concorso Professional Day: la voce dei giovani

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Commissione ingegneria informazione


Ingegneria dell’informazione Notizie dalla commissione

Foglio informativo curato dalla Commissione dell’Ingegneria dell’Informazione dell’Ordine degli Ingegneri di Pavia. Ingegneria dell’informazione - Notizie dalla commissione è una pubblicazione non periodica e non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001.

Ing. Giovanni Savio Referente in consiglio per la Commissione dell’Ingegneria dell’Informazione

Uffici c/o Ordine degli Ingegneri di Pavia, Via Indipendenza 11, 27100 PAVIA.

Contatti Segreteria Ordine degli Ingegneri di Pavia Tel: 0382.22070 Fax: 0382.530478 E-Mail: contatti@ording.pv.it PEC: ordine.pavia@ingpec.eu

L’informatica ricopre oggi un ruolo importantissimo nella vita di ognuno di noi e anche il mondo professionale ne è fortemente dipendente. Software di progettazione, gestione documentale, gestione fiscale, gestione

Referente notiziario: Ing. Christian Cucculelli mail-to: christian.cucculelli@gmail.com

dei clienti e fornitori, servizi on-line e siti di formazione e informazione costituiscono, in maniera più o meno cosciente, strumenti insostituibili per le no-

Coordinatore della Commissione:

stre attività professionali.

Ing. Stefano Tazzi mail-to: stefano.tazzi@tin.it

Lo sviluppo passa attraverso l’innovazione e l’informatica è sicuramente uno dei settori a maggior contenuto innovativo: la conoscenza delle tecnologie e

Hanno collaborato a questo numero

un loro utilizzo in chiave strategica può diventare una delle leve di maggior Foto

azione per rilanciare la competitività di diversi settori. E’ importante quindi

Christian Cucculelli

presidiarla e saperla indirizzare correttamente a vantaggio di tutti: per far ciò diventa fondamentale la comunicazione. christian.cucculelli@gmail.com

E’ per questo motivo che esprimo grande apprezzamento per l’iniziativa inFoto

trapresa dalla Commissione degli Ingegneri dell’Informazione, in quanto rap-

Stefano Tazzi

presenta un passo importante verso la diffusione e la condivisione di opportunità e conoscenze di interesse collettivo. stefano.tazzi@tin.it Foto

Cristiano Canobbio

Giovanni Savio cristiano.canobbio@gmail.com Foto

Raimondo Lombardi

Eventi e Comunicazioni raimondo@ngi.it

20 marzo 2012

Foto

“L’IT for Social: le opportunità per il settore non-profit”, Museo della Scienza e della tecnologia, Milano

Gloria Chindamo

5-6 giugno 2012

gloriachindamo@alice.it

“ICT Trade: incontro nazionale con le terze parti dell’ICT”, Fiera di Ferrara, Ferrara Andrea Gelpi

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11-12 giugno 2012 “ITA-STQB - Software Testing Forum”, Milano


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IN COMMISSIONE

Professional day, quando il dissenso è alternativo Una domanda che spesso viene posta da chi ha una laurea del settore Ingegneria dell’Informazione è: perché mi devo iscrivere all’Ordine? A cosa mi serve? In questo periodo di incertezza causato dalla riforma delle professioni e dalle liberalizzazioni il dubbio è ancora più forte. Iniziano infatti ad essere in diversi che nella prospettiva di veder aumentare gli oneri (assicurazione, formazione, eliminazione delle tariffe di riferimento) stanno seriamente riflettendo sul fatto di cancellarsi dall’Albo. E non si tratta solo di dipendenti: basta dare uno sguardo sul gruppo Informatica di InArCommunity – gruppo di discussione Web di Inarcassa – per vedere come il sentimento sia condiviso anche dai liberi professionisti del settore. Una risposta ai dubbi può essere fornita leggendo le cronache o recuperando i filmati dell’incontro-mobilitazione avvenuto il 21 gennaio al Teatro Dal Verme di Milano – chi scrive ha avuto la fortuna di essere presente in un teatro pieno in ogni ordine di posto, con molte persone costrette a rimanere fuori – e del Professional Day del primo marzo presso il Teatro della Conciliazione di Roma, trasmesso via TV e via Web in tutt’Italia, evento che ha registrato 700.000 contatti. Prima di queste occasioni non era mai accaduto che i rappresentanti delle ventisette professioni regolamentate si muovessero così uniti e coesi. Se però si pensa ad una protesta o ad una forma di dissenso viene alle mente qualcosa di negativo, qualcosa che vuole provocare una rottura per fare rumore e per tornare al punto di partenza. Nelle due occasioni, non è avvenuto nulla di tutto ciò: non si sono alzati i toni, le argomentazioni sono state esposte in modo garbato e si sono fatte proposte alternative e costruttive. È stato quindi affermato che i professionisti non sono un ostacolo allo sviluppo, bensì costituiscono una componente avanzata ed innovativa del Sistema Paese, con una capacità di proposizione e progettualità che può essere decisiva nella fase

storica attuale. Simbolico il fatto che il Professional Day si è concluso con la consegna di un elenco di proposte costruttive al Governo imbustate e racchiuse in un’urna trasparente. Per la cronaca e i dettagli della giornata si rimanda al materiale disponibile sui vari siti Internet degli organi di informazione. Tornando invece all’apertura, il concetto che qui si vuole esprimere è il seguente: l’iscrizione ad un Ordine professionale significa rivendicare l’essere una figura attiva nello sviluppo della nostra Società. Una cosa non da poco in un’epoca di crisi di valori, di crisi economica, di crisi della politica. La presenza di un punto fermo di riferimento che necessariamente potrà e dovrà andare oltre alla confusione di questo periodo di decreti che vengono convertiti in leggi facendo lo slalom tra emendamenti, rimanendo comunque in attesa di regolamenti attuativi o di altri decreti con scadenza. Il concetto è ancora più forte per gli Ingegneri dell’Informazione, che sono alla ricerca di punti fermi dall’emanazione del Decreto del Presidente della Repubblica n. 328/2001 – Modifica alla disciplina delle professioni - in vigore dal primo settembre del medesimo anno, decreto che ne istituisce la figura senza però definire le riserve. La deregolamentazione del settore – status quo indipendente dalle attuali liberalizzazioni – è infatti tale per cui troppo spesso si assiste a circoli viziosi dove la necessità di nuovi servizi e applicazioni spinge il finanziamento di nuovi progetti per nuovi piani di informatizzazione, affidando responsabilità a persone che mancano degli strumenti di natura tecnica per poterli ideare, progettare, realizzare, mettere in funzione, gestire e mantenere in sicurezza, con il risultato che non vi sarà successo e si tornerà al punto di partenza dopo uno sperpero di risorse e soprattutto senza poter individuare le responsabilità. Ancora più sfumata la situazione se le responsabilità sono affidate a soggetti

giuridici il cui principale scopo è il profitto, a volte anteposto alla qualità. Le infrastrutture organizzative ci sono (gli Ordini professionali) ed anche le competenze sono definite ed attribuite (gli Ingegneri dell'Informazione). Non occorre quindi inventare nulla per uscire dalla situazione attuale. Paradossalmente, la sola cosa che manca è un'azione legislativa che vincoli determinate attività in ambito ICT alla supervisione da parte di un ruolo di garanzia. Questa ricerca non è in contrapposizione con il momento storico nel momento in cui le riserve che si vanno a ricercare non hanno una prerogativa di protezionismo economico ma sono a tutela della qualità e della sicurezza. Il campo è sicuramente ristretto rispetto all’ampiezza del mondo dell’Ingegneria dell’Informazione, ma il punto fermo di riferimento è sicuramente cruciale per la competitività e per lo sviluppo, ovvero per consentire a chi sceglie di essere Ingegnere dell’Informazione iscritto ad un Ordine di essere una figura attiva nello sviluppo della nostra Società. S.Tazzi

Innovare, semplificare e razionalizzare le procedure normative, ma anche investire nella ricerca per tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini passando per un ampio piano di rigenerazione urbana nell’ottica della sostenibilità, crocevia di un approccio sistemico multidisciplinare improntato a una progettazione etica. Con lo sguardo rivolto ai giovani. Con queste cinque proposte gli ingegneri italiani sono pronti a scendere in campo domani quando gli oltre 230 mila iscritti alla categoria ribadiranno la necessità di porre un punto fermo alle riforme e alle innovazioni legislative. È un’occasione imperdibile per offrire un contributo concreto al rilancio e allo sviluppo del paese.

Ing. Armando Zambrano, Presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri. Pagina 3


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IN COMMISSIONE

Firma Digitale con ruolo La firma digitale (FD) è un sistema che permette di firmare digitalmente un documento, garantendo l’autenticità della stessa e l’integrità del documento. Tanto basta per renderlo uno strumento importante per la propria attività professionale, in quanto da una parte offre maggior tutela per il proprio lavoro e dall’altra risponde alle richieste crescenti di PP.AA. Ed Enti che, per poter snellire le pratiche cartacee e spingere la digitalizzazione a livelli economicamente vantaggiosi, vedono nella FD il primo alleato. Il provider titolare, ad oggi, della convenzione con il CNI per la gestione dei domini e delle caselle di PEC è Aruba e dal mese di novembre 2010 è possibile richiedere anche il pacchetto di FD (cfr. Circolare CNI 374 PROT. CNI N. 4791, del 26/11/201). Nel corso del 2011, inoltre, si è aggiunta la possibili-

tà di richiedere la FD con attestazione di ruolo. Con questo tipo di firma, oltre a certificare l’autenticità della firma digitale apposta sul documento, attesta anche l’iscrizione del soggetto al proprio Albo al momento della firma. Il certificato di ruolo, infatti dovrà contenere le seguenti informazioni: • Ordine di appartenenza • Titolo (Ingegnere o Ingegnere iunior) • Sezione • Settore • Numero d’iscrizione • Data d’iscrizione • Data di abilitazione Le modalità per ottenere la FD, quindi, sono diverse: A) richiesta semplice come libero cittadino: in questo caso è necessario recarsi presso l’Ufficio Anagrafe del proprio Comune per l’identificazione; B) richiesta in con-

venzione CNI, ma con appartenenza ad un Ordine che non sia IR (Incaricato alla Registrazione). L'iscritto richiede il kit di firma e può inserire il ruolo di Ingegnere, ma in questo caso la certificazione del ruolo deve essere rilasciata dall'Ordine di appartenenza; C) richiesta in convenzione CNI, con appartenenza ad un Ordine che è un IR riconosciuto da Aruba. In questo caso è possibile aggiungere al certificato le informazioni di ruolo e farle verificare dalla segreteria dell'Ordine in automatico. E’ comunque possibile fare riferimento ad altri provider per richiedere il pacchetto di FD, ma per l’attestazione di ruolo sarà necessario richiederla al proprio Ordine e capire con il provider di turno le modalità operative per ottenerla. C.Cucculelli

Assicurazione RC: a che punto siamo? Il 12 gennaio scorso si è tenuto a Pavia, presso la sede degli Ordini degli Ingegneri, un incontro intitolato “L’assicurazione RC professionale e la polizza di tutela legale”: una società di brokering assicurativo ha presentato il prodotto dei Lloyd’s per la copertura assicurativa professionale che l’Ordine di Pavia offre, in convenzione, ai propri iscritti. Al termine dell’evento i partecipanti hanno potuto avere chiarimenti in merito al prodotto assicurativo offerto. Bisogna però registrare che l’attuale pacchetto dei Lloyd’s è principalmente focalizzato sulle attività ’tradizionali’ dell’ingegneria, offrendo così poco appoggio alle esigenze dei professionisti che operano nel settore dell’informazione. Il tema è al centro delle attuali riforme professionali, ma molti son gli aspetti legati alla nostra attività professionale che trovano una difficile collocazione tanto nel quadro normativo quanto in quello assicurativo: la definizione di responsabilità, danno e criteri per la definizione e valutazione di tali danni non sono facilmente individuabili e sul mercato fanPagina 4

no la loro timida apparizione i primi prodotti assicurativi pensati per i professionisti ICT, ma ci si rende subito conto dei gap che ancora devono essere colmati. Sfruttando l’evento dei Lloyd’s, però, è stato possibile quanto meno introdurre il tema con i broker Lloyd’s che hanno condotto l’evento informativo: dall’incontro sono stati ottenuti il ‘Fascicolo informativo - Ingegneri e Consulenti Informatici’ e il ‘‘Questionario LLOYD’S - Ingegneri e Consulenti Informatici’’ grazie al quale l’interessato potrà richiedere la formulazione di un’offerta per una propria assicurazione professionale. Al momento la Commissione dell’Ingegneria dell’Informazione di Pavia sta valutando l’opportunità, o meno, di avviare un gruppo di lavoro interno per studiare con i Lloyd’s un prodotto assicurativo sufficientemente significativo per i colleghi che operano nel settore dell’informazione: d’altro canto si stanno seguendo da vicino le continue evoluzioni della riforma che è attualmente in corso e che ha visto i primi forti segnali di cambiamento già

London, Lloyd’s builing

a partire dalla manovra del mese di agosto 2011, decreto che introdusse proprio il tema dell’assicurazione obbligatoria per tutti i professionisti. Ricordiamo che la riforma degli ordini e delle professioni rappresenta uno dei punti cardine su cui poggiano le tanto invocate liberalizzazioni, e in queste settimane è anch’essa all’attenzione dell’attuale governo di Mario Monti. L’opportunità dell’iniziativa, quindi, dipenderà fortemente da quello che verrà stabilito dalla fase di riforma attualmente in corso. C.Cucculelli


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NORME & SICUREZZA

PEC e Firma Digitale La PEC è uno strumento di comunicazione e non identifica in maniera sicura il mittente. La stessa cosa accade con le raccomandate cartacee, dove le poste garantiscono solo la comunicazione della busta, ma non identificano il mittente o meglio l'autore del documento contenuto nella missiva. Lo strumento che rende pienamente operativa la PEC e che la farà realmente decollare è la firma digitale, un sistema che permette di apporre alla fine di un documento una firma elettronica che garantisce la paternità del documento e la sua integrità. L'unione di firma digitale e PEC permetteranno di trasferire definitivamente nel mondo informatico la gestione di documenti, aprendo definitivamente la strada alla loro conservazione a lungo termine. La firma digitale è uno strumento basato su algoritmi matematici, su una coppia di chiavi, chiamate “privata” e “pubblica”, e dei certificati. Gli oggetti appena descritti sono contenuti all'interno di smartcard o di supporti USB che possono essere acquistati presso fornitori riconosciuti dalla Stato Italiano, i certificatori. Una volta preparato un documento, per firmarlo digitalmente è sufficiente collegare al computer il dispositivo di firma, sia esso una smart-card, o una pennetta USB, e applicare la firma digitale al documento utilizzando l'apposito programma. Il documento firmato conterrà alla fine un insieme di caratteri illeggibili per un individuo, ma caratteristici solo ed esclusivamente di quel documento. Qualsiasi modifica venga effettuata sul documento

dopo l'apposizione della firma, renderà quest'ultima non più verificabile come vera. E’ sufficiente aggiungere o togliere anche solo uno spazio bianco, o modificare una sola lettera, per invalidare la firma apposta sul documento. Al documento così firmato viene aggiunto anche il certificato dell'autore, che altro non è che un breve documento firmato digitalmente dal certificatore che garantisce l'identità di chi ha apposto la firma digitale. Tecnicamente quando si firma un documento viene utilizzata la chiave privata presente nel dispositivo di firma, mentre nel certificato si trova la chiave pubblica, che serve per la verifica della firma. E' importante sapere che non esistono firme digitali false, nel senso che non è possibile per un tecnico dimostrare che una firma è falsa. Se il sistema di verifica della firma dice che la firma è valida, quel documento risulta firmato dalla persona indicata nel certificato. Certificato che a sua volta non è possibile falsificare. Da un punto di vista tecnico pertanto non è possibile dichiarare falsa una firma. Una firma digitale attribuisce paternità al documento; è quindi importantissimo, avere cura del dispositivo di firma. Se questo dovesse essere utilizzato da terzi, si dovranno trovare modi differenti da quelli tecnici per dimostrare il fatto. La mia firma autografa fatta con una penna su un foglio di carta, permettetemi il paragone, è depositata nei miei neuroni e mi può essere estorta, falsificata o duplicata mediante fotocopia. La mia firma digitale invece è depositata dentro il dispositivo di firma che potrei

perdere o potrebbe venirmi rubato. Al certificato di firma è possibile far aggiungere, in fase di rilascio, alcune informazioni aggiuntive, fra le quali il ruolo, cioè il poter dimostrare in modo certo che si è iscritti all'ordine professionale e quindi abilitati alla professione. Per quanto riguarda gli ingegneri è stata sottoscritta una convenzione con uno dei certificatori, e durante il processo di richiesta del dispositivo di firma è possibile inserire le informazioni relative alla propria iscrizione all'albo. Ai certificatori è stata proposta anche la possibilità di rendere pubbliche le informazioni di ruolo mediante messa a disposizione sulla rete Internet, visto che la lettura dei dati dal certificato non è agevole. Questa modifica sarà emanata con un decreto del presidente del consiglio dei ministri previsto al momento per gennaio 2012. Questi due nuovi strumenti cambieranno il modo di operare di tutti noi, permettendo in un prossimo futuro, di inviare documenti a colleghi, clienti, fornitori, pubbliche amministrazioni senza dover più necessariamente passare per la carta. Come tutte le cose nuove esiste il rovescio della medaglia che consiste nella necessità di conservare in modo sicuro documenti elettronici, all'interno di computer, che essendo macchine sono soggetti a guasti. In altre parole dovremo imparare a conservare ciò che produciamo con i computer. A. Gelpi

L’esperienza di Trento Andrea Gelpi, laureato in Ingegneria Elettronica, coordina la Commissione dell’Inegneria dell’Informazione di Trento dal 2005, partecipando in maniera attiva a diverse iniziative in seno al CNI, tra le quali: • 2009/2010 Rilascio PEC gratuite a tutti gli ingegneri iscritti all'albo • 2010 Partecipazione al tavolo di lavoro Identità digitali per la stesura di due DPCM • 2010/2012 Incarico per la messa a disposizione delle PA degli elenchi PEC degli iscritti.

Ing. Andrea Gelpi Coordinatore della Commissione Ingegneri dell’Informazione di Trento

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PROFESSIONE

Il difficile percorso della riforma professionale Una riforma in nome delle liberalizzazioni Inizia lo scorso 13 agosto 2011, con l’entrata in vigore della cosiddetta Manovra di Ferragosto (Decreto Legge 138/2011), il tormentato percorso di riforma delle professioni regolamentate. L’allora governo Berlusconi, cavalcando il tema delle liberalizzazioni tanto invocate da più parti, decide di intervenire con azioni significative sul-

L’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con l’ex-ministro dell’Economia Giulio Tremonti

la regolamentazione delle attività professionali: la riforma dovrà avvenire entro i 12 mesi successivi all’entrata in vigore del decreto stesso (ossia entro il 13 agosto 2012). Accanto al riconoscimento della validità dell’esame di stato come strumento per l’accesso agli ordini professionali, si introducono l’obbligo di copertura assicurativa per i professionisti, l’obbligo della formazione continua permanente, l’introduzione di un tirocinio che preveda un equo compenso per il tirocinante e la possibilità di svolgerlo già durante il periodo universitario, l’accesso libero alla professione, maggiore grado di libertà per le comunicazioni commerciali e soprattutto la possibilità di deroga rispetto all’assunzione a riferimento delle tariffe professionali. Il decreto viene successivamente convertito nella Legge 148/2011, dal titolo “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”.

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Nel mese di novembre è stata la volta della Legge di Stabilità 2012 (ex Finanziaria), con la Legge 183/2011, che ha provato a dare maggior incisività alla riforma aprendo di fatto il mondo delle attività professionali alle imprese a capitale sociale. Nascono infatti le società per l’esercizio delle attività professionali, limitatamente alle forme giuridiche stabilite dai Titoli V e VI del Libro V del Codice Civile. Il Titolo V regolamenta tutte le attuali forme societarie attualmente previste, quali: società semplice, società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società per azioni e società a responsabilità limitata, mentre il Titolo VI regolamenta le società cooperative e le cooperative a mutualità prevalente. Vista la complessità della materia, il testo di legge stesso prevede, all’art.10, comma 11, l’adozione di un regolamento disciplinare da emanarsi entro i 6 mesi successivi all’entrata in vigore della Legge stessa e mirato a chiarire meglio quanto stabilito dai commi 4, lettere a) e c), 6 e 7. Altro fronte di intervento le tariffe professionali; mentre la Legge 148/2011 lasciava aperta la possibilità di deroga all’applicazione delle tariffe professionali, prevedendone il ricorso solo nel caso di liquidazione giudiziale o nel caso di prestazioni professionali svolte nell’interesse dei terzi, la Legge di Stabilità 2012 elimina definitivamente ogni riferimento ad esse abrogando proprio quel punto, L. 148/11, art. 3, comma 5, lettera d).

Gli interventi del Governo Monti Proprio in quei giorni si assiste all’esplosione dello spread dei BTP italiani che quotidianamente infrange nuovi record al rialzo e l’Europa, forse per la prima volta, trema seriamente. Il rischio di default si affaccia su diversi Paesi dell’unione e l’Italia non viene risparmiata: accade così che il 18 novembre 2011 si insedia il Governo ‘tecnico’ di Mario Monti, con il princi-

pale obiettivo di ridare fiducia ai mercati sull’operato italiano in tema di economia, sviluppo e finanza. E’ con tali premesse che il Governo Monti si affaccia sul tessuto imprenditoriale ed economico del Paese Italia e, come tanti suoi predecessori, è chiamato innanzi tutto a trovare meccanismi che sblocchino l’empasse dell’economia e del sistema imprese, agevolando le liberalizzazioni di alcuni mercati e trovando nuovi equilibri sui prelievi fiscali per stimolare i consumi e la crescita. In circa tre settimane il Governo Monti giunge a varare il primo decreto urgente intitolato “Disposizioni urgenti per la crescita, l'equita' e il consolidamento dei conti pubblici”: è il 6 dicembre

Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri in carica

2011 e il Decreto Legge 201 viene subito rinominato “Decreto Salva Italia”. Anche in questo decreto emerge chiaramente la volontà di mantenere l’attenzione sul tema della riforma delle professioni: gli interventi in questa direzione non sono particolarmente numerosi, ma credo significativi: mentre da una parte si accorcia a diciotto mesi il periodo del tirocinio per dare l’opportunità ai nuovi professionisti di inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro con un margine più ampio rispetto al precedente, dall’altra parte si interviene in maniera inequivocabile sui tempi delle riforme. Scompare il riferimento all’entrata in vigore del DPR previsto dalla L.148/11 e viene indicato il termine del 13 agosto 2012 come ultima, e unica, data a partire


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PROFESSIONE

Intervento normativo

D.L. 138/2011

L. 148/2011 L. 183/2011 D.L. 1/2012

Ambito di intervento Tariffe Formazione Pubblicità Tirocinio Assicurazione Attuazione del D.L.138/2011 Tariffe Società di capitali per servizi professionali Tirocinio Preventivo

Quadro riassuntivo degli interventi normativi di riforma della professione

dalla quale cesseranno di vigere tutte le normative relative all’ordinamento professionale che si trovino in contrasto con le norme che nel frattempo verranno definite. L’intervento più significativo in tema di riforma, il Governo Monti lo attua il 24 gennaio 2012, giorno dell’entrata in vigore del Decreto Legge 1/2012, intitolato “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, più semplicemente noto come Decreto Sviluppo. Anche in questo caso la linea del Governo è molto chiara, tant’è che il comma 1 dell’art.9 interviene subito sulle tariffe professionali, abrogandole definitivamente. Il messaggio è talmente chiaro che, nel caso di liquidazioni giudiziarie o di attività professionali svolte nell’interesse di terzi, il successivo comma 2 fa riferimento a parametri definiti dai ministri competenti, e non più a tariffe definite dal Ministero della Giustizia. Il decreto sviluppo cambia poi i rapporti tra professionista e committente, prevedendo la pattuizione del compenso al momento dell’assegnazione dell’incarico professionale: la mancata consegna del preventivo, con conseguente accettazione da parte del committente, determinerà un illecito professionale a carico del professionista stesso. Un ulteriore intervento viene fatto sulle modalità del tirocinio, limitando a sei mesi il tempo massimo di

sovrapposizione con il percorso di studi del tirocinante stesso. Quello sin qui descritto è lo stato dell’arte della riforma delle professioni e numerosi sono ancora i temi da approfondire e discutere, a partire dall’obbligo della copertura assicurativa professionale, per la quale si sta ancora discutendo per capirne le modalità di applicazione: il Parlamento stesso e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri stanno ancora dibattendo sul tema e non si escludono revisioni nel corso dei prossimi mesi. L’altro tema caldo, su cui si stanno aprendo diversi dibattiti al’interno delle varie categorie professionali, è quello relativo all’ingresso delle società di capitale per i servizi professionali: se da una parte esiste il timore che la figura del professionista si annichilisca all’ombra delle leggi di mercato cui sono sottoposte le società di capitali, con una potenziale perdita di qualità del servizio offerto, dall’altra si pone il tema delle’interferenza per aspetti etici e deontologici, anch’essi ritenuti spesso ‘poco compatibili’ con gli obiettivi di una ordinaria società di capitali.

La riforma e l’ingegnere dell’informazione In un contesto tanto ampio si colloca la problematica della figura dell’ingegnere dell’informazione, affe-

rente sì ad un mondo professionale ordinistico, ma operante in un mercato già completamente liberalizzato: i dubbi e le domande sull’opportunità di mantenere tale figura in seno all’ordinamento si sollevano da più parti, supportati soprattutto dalle recenti modifiche normative, ritenute troppo penalizzanti: se da un lato si può concordare con l’opportunità di formazione continua, dall’altra ci sarebbe da obiettare con quali criteri definire percorsi ‘validi’ di formazione per un professionista che operi su ambiti eterogenei e di ampiezza vastissima, sia dal punto tecnologico che metodologico. L’altro aspetto riguarda invece l’obbligo di copertura assicurativa: anche se si trattasse di dover presentare tale assicurazione solo nel momento di accettazione di un incarico, quali garanzie assicurative devono essere date? E soprattutto con quali prodotti assicurativi, considerando che l’offerta di tali prodotti è completamente insufficiente, ad oggi, per coprire le esigenze del settore? Si consideri inoltre che per poter offrire garanzie assicurative è necessario stabilire, in maniera quanto più possibile inequivocabile, ruoli e responsabilità dei vari attori intervenuti a vario titolo nell’attività in oggetto e che ad oggi non è possibile alcun indirizzamento di tale problematica in quanto non esiste alcuna norma, alcuna legge o alcun disciplinare che identifichi quanto meno delle famiglie di ruoli, ambiti, competenze e rispettive responsabilità: ogni richiesta di risarcimento da parte di un committente, quindi, andrebbe studiata singolarmente facendo appello alle sole ricostruzioni dei fatti o alle eventuali precisazioni riportate in contratti di servizio o lettere di incarico, quando presenti. Questo è, paradossalmente, il caso atipico di una professione regolamentata, che opera già in un mercato completamente liberalizzato, il cui compito dovrebbe essere quello di presidiare le infrastrutture critiche nazionali, quelle di importanza pubblica, quelle stesse Pagina 7


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PROFESSIONE

Anche l’innovazione ha un prezzo

da cui dipendono enormemente sia i potenziali benefici tanto auspicati dalla digitalizzazione delle P.P.A.A., sia il rilancio dell’economia e del sistema imprese. D’altronde siamo qui per dar voce al tema fondamentale del rinnovo tecnologico del Paese, a partire dalle iniziative di ricerca e sviluppo agli investimenti sulla banda larga, dalla competitività delle aziende derivante dal rinnovo tecnologico alla digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni e ci ritroviamo, invece, a veder annichilire una professione che potrebbe dare il proprio valore aggiunto a tutto ciò e a riscontrare i continui e mancati investimenti sulle infrastrutture telematiche, tant’è che oggi ammonta ancora al 40% del totale il numero di famiglie che non possiede una connessione di rete: la qualità delle connessioni disponibili, invece, è un altro tema.

La circolare del CNI Senza dubbio è proprio la riforma della professione a catalizzare l’attenzione e lo sforzo del CNI che, in occasione dell’entrata in vigore del Decreto Sviluppo, pubblica la seconda informativa sulla riforma delle professioni tramite la Circolare N. 8/XVIII del 23/01/2012. Con questa circolare il CNI comunica la centralità del ruolo ricoperto per raccogliere i contributi e il sostegno di tutte le altre professioni, con l’obiettivo comune di discutere e far

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apportare le necessarie modifiche a quanto sin qui stabilito dal Governo Monti in materia di liberalizzazione delle professioni. Il testo di base per lo schema di un DPR che riporti i punti di intesa comuni dovrebbe ormai essere pronto, rinviando a regolamenti e codici deontologici di ogni categoria i punti specifici. Il CNI evidenzia, poi, la mancata modifica al regime delle società tra professionisti, seppur richiesta a gran voce da Ordini e Collegi. Viene inoltre rilevato l’aspetto negativo dell’eliminazione del principio di equo compenso per i tirocinanti. Lo schema di proposte in corso di esame da parte del CNI prevede interventi in materia di: formazione professionale continua, pattuizione del compenso per iscritto all’atto del conferimento dell’incarico, tirocinio professionale, collegio disciplinare, pubblicità informativa dell’attività professionale, società professionali e camere interprofessionali.

Il ruolo mancato dell’ingegnere dell’informazione Pur prendendo atto dell’impegno del CNI sul tema della riforma, è necessario però denunciare la scarsa attenzione dello stesso nei confronti degli ingegneri dell’informazione, figura professionale che trova collocazione nel Decreto del Presidente della Repubblica 328/2001, al pari dei colleghi civili, ambientali e industriali: i tempi rapidissimi di consultazione che questa riforma ha imposto nei confronti degli ordini professionali, la recente rielezione delle rappresentanze in seno al Consiglio Nazionale degli Ingegneri, tra cui non compare alcun rappresentante del settore dell’informazione, e l’ambiguità sull’identità dell’ingegnere dell’informazione che si è venuta a creare in questi anni - nonostante il DPR 328/2001 ne definisca ambiti e attività - non hanno offerto la possibilità di poter esprimere in tempo utile le

proprie posizioni, di poter far conoscere nel profondo i temi e i problemi legati a questa professione, di poter condividere le ipotesi di riforma, di poter discutere sull’opportunità o meno di alcuni provvedimenti. Oggigiorno la competitività delle imprese e l’efficienza delle pubbliche amministrazioni hanno bisogno di continua innovazione tecnologica nell’ICT per poter continuare a creare valore e abbattere nel contempo inefficienze e costi per obsolescenza dei sistemi informativi, senza parlare delle grandi opportunità offerte dall’innovazione ICT per quanto riguarda i nuovi canali di vendita e di comunicazione. Altro tema molto importante è quello dell’innovazione ICT a servizio della sicurezza, con il tema della privacy e la protezione dei dati sensibili in testa , accanto alla sicurezza delle infrastrutture critiche e la gestione della continuità operativa di queste ultime. Mai come in questo preciso contesto storico, quindi, è importante coinvolgere ai tavoli chi è in grado di guidare l’innovazione nel campo del proprio ambito professionale. L’ingegnere dell’informazione è una di quelle figure in grado di guidare l’innovazione in campo ICT, un settore sempre più importante e strategico all’interno di ogni Sistema Paese, e una riforma delle professioni che non tenga in considerazione tutte le parti coinvolte si trasformerebbe in occasione persa anziché in opportunità. L’auspicio più profondo è che si prenda coscienza della centralità e dell’importanza di definire delle politiche di intervento anche in materia ICT e, più in generale, sulle tematiche dell’informazione, regolamentando le attività del settore e investendo sulle infrastrutture di trasmissione dati, partendo proprio dal coinvolgimento dei professionisti in grado di dare un contributo costruttivo al futuro impianto di regolamentazione. C.Cucculelli


Ingegneria dell’informazione - Notizie dalla commissione n. 3, marzo 2012

PROFESSIONE

MIND MAP 4 Decreto Legge 201/2011 Decreto Salva Italia Governo Monti Art. 33 Comma 1, lettera a) – Viene posta la data del 13 agosto 2012 come data ultima per la riforma delle professioni Comma 1, lettera b) – All’art. 10 della L.183/2011 viene aggiunto il comma 2-bis. La durata del tirocinio non potrà essere superiore ai 18 mesi

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Decreto Legge 138/2011 Manovra di Ferragosto Governo Berlusconi

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Legge 183/2011 Legge di stabilità 2012 Governo Berlusconi

Riforma della professione Legge 148/2011 Governo Berlusconi

modifica

introduzione

Art. 10 Comma 1 – Introduzione DPR come strumento per al riforma delle professioni

Conversione in legge

Comma 2 – Abrogazione delle norme attualmente vigenti e in contrasto con quanto definito dal DPR di cui al comma 1

Art.3, comma 5 - Conferma Esame di stato per accesso a professioni regolamentate

Comma 2-bis -

- Riforma degli ordinamenti professionali da compiersi entro il 13 agosto 2012

Commi da 3 a 9 – Nascono le società per l’esercizio di attività professionali, di cui ai titoli V e VI, del libro V del Codice Civile

- Riforma degli ordinamenti professionali da compiersi entro il 13 agosto 2012

Comma 10 – Adozione del regolamento disciplinare, per quanto introdotto dai commi da 3 a 9, da completarsi entro 6 mesi dall’entrata in vigore della presente Legge

Lettera a) - Accesso libero alla professionee limitazione consentita solo per ragioni di interesse pubblico modifica

Comma 11 – Abrogazione della Legge 1815/1939 “Disciplina giuridica degli studi di assistenza e di consulenza”

Lettera b) – Formazione continua permanente con regolamento del CNI illecito professionale Lettera c) – Tirocinio massimo di 3 anni, anche in parallelo agli studi e principio di equo compenso

Comma 12 – Eliminazione riferimenti alle tariffe minime introduzione

Lettera d) – Possibilità di deroga alle tariffe, utilizzate solo nel caso di liquidazione giudiziale o prestazioni professionali nell’interesse dei terzi abrogazione

Lettera e) – Obbligo copertura assicurativa per la prestazione professionale Lettera f) – Organi di controllo

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Lettera g) – Pubblicità Art.3, comma 5-bis – Art.3, comma 6 – Principio di libertà d’impresa per le professioni

rafforzamento

Decreto Legge 1/2012 Decreto Sviluppo Governo Monti Art. 9

Comma 1 – Sono abrogate le tariffe professionali regolamentate nel sistema ordinistico. Comma 2 – Nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale,il compenso del professionista è determinato con riferimento a parametri stabiliti con decreto del ministro vigilante. Comma 3 – Il compenso per le prestazioni professionali è pattuito al momento del conferimento dell’incarico professionale Violazione determina illecito professionale Comma 4 – Sono abrogate tutte le disposizioni che stabiliscono i compensi dei professionisti facendo riferimento alle tariffe professionali Comma 5 – Viene ribadita la durata massima del tirocinio a 18 mesi, ma limitato a 6 mesi il periodo massimo di sovrapposizione dello stesso ai corsi di studio. Soppressione parziale

Soppressione

Comma 6 – All’art.3, comma5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n.148, sono apportate le seguenti modificazioni: a) - alla lettera c) il secondo, terzo e quarto periodo sono soppressi Eliminazione del principio di equo compenso per i tirocinanti b) la lettera d) è soppressa

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PROFESSIONE

Digital Divide: la saga continua Il cammino verso l’azzeramento del digital divide sembra aver fatto importanti passi avanti in questi mesi. Attualmente, secondo i dati forniti dal governo italiano, i nostri connazionali “digitally divided” ammontano a circa 3,5 milioni, pari al solo 5,6% dell’intera popolazione. Percentuale che si deve azzerare entro il 2013. La Infratel è la società che, utilizzando fondi pubblici, sta stendendo la rete in fibra a cui gli operatori potranno poi collegarsi. Secondo le intenzioni del Ministro Passera, il piano dovrebbe essere proprio questo: gli investitori privati possono agire autonomamente nelle grandi città, mentre toccherebbe al contributo pubblico la gestione delle così dette aree a “fallimento di mercato”. Più facile a dirsi che a farsi, a quanto pare. Infatti, se Infratel dal canto suo lamenta la mancanza di circa un miliardo di Euro per completare il piano previsto, le aziende private discutono animatamente tra loro, per non dire litigano, su quali siano i mezzi più idonei per portarci in prospettiva agli agognati 100 Mbit. Telecom - da molti vista come uno dei maggiori responsabili per la lentezza con la quale si sono sviluppate le reti in Italia - è rimasta per lungo tempo strettamente ancorata alla sua rete ADSL, in rame, che difficilmente supera i 20 Mbit; proprio pochi giorni fa, lo scorso 9 febbraio, ha però annunciato un cambio di strategia. Franco Bernabè, Presidente di Telecom Italia, ha infatti esposto alla Commissione Trasporti della Camera il piano in due fasi che porterà, entro il 2014 e in ben 99 comuni, connessioni fino a 100 Mbit a 6 milioni di abitazioni, con un potenziale bacino di utenti pari al 25% della popolazione. Nella prima fase, la fibra raggiungerà gli armadi della rete di distribuzione, in architettura FttCab e con velocità da 30 a oltre 50 Mbit. Nella seconda fase, si arriverà fino ai singoli edifici e abitazioni, con l’architettura Ftth, capace di raggiungere i fatidici 100 Mbit. Questo sta Pagina 10

succedendo nel comune di Milano, dove Telecom prosegue nel suo piano di sviluppo Ftth-Gpon, e, in prospettiva, dovrebbe accadere in altri 200 comuni entro il 2020, contribuendo così al coinvolgimento del 50% della popolazione, proprio come prevede l’Agenda Digitale Europea. In ogni caso, come avevamo riferito nel precedente articolo, Telecom si aspetta che sia stimolata anche la crescita della domanda, e che siano proprio le esigenze del mercato a dare impulso al progetto per le nuove reti. In questo senso, la Società ritiene che le recenti iniziative del Governo stiano andando nella giusta direzione, in quanto, come previsto dal recente decreto Semplificazioni, le telecomunicazioni vanno progressivamente riacquistando un ruolo centrale nelle politiche di sviluppo. Bernabè si augura inoltre che l’Agcom giochi un ruolo centrale nella definizione delle regole che devono stabilire l’equilibrio tra i vari investitori privati in campo. Anche in Lombardia assistiamo a novità rilevanti. La Regione è impegnata nell’azzeramento del digital divide, operazione che dovrà portare una linea veloce in ben 707 dei 1.544 comuni lombardi che ne sono ancora privi. Il 6 febbraio il presidente Formigoni ha poi annunciato di aver siglato un accordo con Metroweb e F2i, giganti della fibra ottica, che porterà la rete da 100 Mbit a circa 4,3 milioni di lombardi, tutto entro la scadenza del 2020. Al momento, non è noto chi siano i fortunati prescelti. Il progetto, che vale circa 1,2 miliardi di euro (non tutti pubblici) prevede che, partendo dai capoluoghi di provincia, la rete super-veloce raggiunga, attraverso un percorso cablato, 167 comuni, dove vive un po’ meno della metà della popolazione lombarda. Il compito di portare poi ai 100 Mbit gli altri 6 milioni dovrebbe essere condiviso con la rete mobile, sfruttando la nuova tecnologia LTE (Long Term Evolution), che potrebbe teoricamente

Simpaticamente meno Digital Divided

raggiungere proprio quelle velocità. A proposito di questa tecnologia, è interessante notare che, sempre in questi giorni, sia TIM che Vodafone hanno annunciato l’inizio di test pubblici. Per quanto riguarda TIM, i test si faranno nella zona di Torino, dove, dicono, chiunque fosse interessato può presentarsi in uno specifico negozio TIM e farsi dare una chiavetta già configurata per la nuova rete. Vodafone ha scelto invece per i suoi test gli stadi italiani, rivolgendosi però a persone già individuate e partendo anche in questo caso da Torino. Per entrambi i provider, il debutto ufficiale del 4G è previsto per fine anno. In conclusione, le novità sono molte, e tutte rilevanti. Il governo da parte sua, per monitorare più attentamente questi sviluppi, ha istituito una cabina di regia, che si è riunita per la prima volta all’inizio di febbraio, e dalla quale ci si aspetta un’azione sia di spinta che di controllo. R.Lombardi

KEYWORDS FttCab - Fibre To The Cabinet Ftth - Fibre To The Home Ftth-Gpon - Fibre To The Home - Gigabit passive optical network LTE - Long Term Evolution ADSL - Asymmetric Digital Subscriber Line 4G - 4th Generation: LTE e Wi-Max sono tecnologie 4G


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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

DigitPA, le nuove Linee Guida per DR e CO La Circolare Nr. 58 E’ del 1° dicembre 2011 la circolare nr.58 di DIGITPA che illustra le attività di propria competenza e delle Amministrazioni in merito all’attuazione dell’art. 50 bis - “Continuita Operativa” (CO) del “Codice dell’Amministrazione Digitale” (D.lgs. n. 82/2005 così come modificato dal D.lgs. 235/2010, per brevità CAD), richiamando le “Linee Guida per il Disaster Recovery delle Pubbliche Amministrazioni”, emanate da DigitPA stessa.

Mentre la prima parte della Circolare riporta le informazioni che le Amministrazioni devono inviare a DigitPA ai fini del rilascio del parere sugli Studi di Fattibilita’ Tecnica (SFT) e le modalità di presentazione delle richieste come previsto dal comma 4, art. 50 bis del CAD, la seconda parte della Circolare riporta le informazioni che le Amministrazioni devono inviare a DigitPA ai fini dell’attivita’ di verifica del costante aggiornamento dei Piani di Disaster Recovery (DR), previste dal comma 3, lettera b), art. 50 bis, del CAD.

Le Linee Guida L’art. 97 della Costituzione sancisce, tra gli altri, un generale principio organizzativo di carattere programmatico che riguarda l’amministrazione dello Stato nel suo complesso: gli uffici pubblici devono essere organizzati in modo che siano garanti il buon funzionamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Da tale principio consegue per la Pubblica Amministrazione anche l’obbligo di assicurare la continuità dei propri servizi, quale pre-

supposto per garantire il corretto e regolare svolgimento della vita nel Paese; questa affermazione assume particolare significato in considerazione del sempre maggiore utilizzo delle tecnologie ICT per la gestione dei dati e dei processi interni ai singoli enti, il cui impiego deve essere realizzato anche pianificando le necessarie iniziative tese a salvaguardare l’integrità e la disponibilità delle informazioni stesse. In quest’ottica anche l’attuazione degli obblighi imposti dal CAD in materia di CO possono costituire un’occasione per sensibilizzare le Amministrazioni verso un percorso complessivo in materia di sicurezza di tutta l’organizzazione, coerentemente con il quadro normativo richiamato, nonché un momento per rivisitare e razionalizzare le risorse dedicate. Da quanto detto consegue che la continuità dei servizi informatici rappresenta un impegno inderogabile per la Pubblica Amministrazione che dovrà operare in modo da limitare al massimo gli effetti negativi di possibili fermi prolungati dei servizi ICT. A titolo esemplificativo, la compromissione della continuità di un sistema informatico, può essere conseguenza di: • errori/malfunzionamenti dei processi (il processo organizzativo che usa il servizio ICT non ha funzionato come avrebbe dovuto per errori materiali, errori nell’applicazione di norme ovvero per il verificarsi di circostanze non adeguatamente previste dalle stesse); • malfunzionamento dei sistemi, delle applicazioni e delle infrastrutture; • attacchi o eventi naturali di tipo accidentale; • disastri. Fra le conseguenze di eventi che possono colpire un organizzazione causando il blocco del Sistema Informatico, si definisce “disastro”, l’effetto di un evento improvviso che ha come impatto gravi e prolungati danni e/o perdite per l’organizzazione. Al riguardo, la Continuità operativa comprende fra le attività e soluzioni possibili, il “Disaster

Recovery”, che più propriamente attiene agli accorgimenti organizzativi e alle soluzioni tecniche, organizzative e procedurali adottate per garantire il ripristino dello stato del Sistema Informatico (o di parte di esso), per riportarlo alle condizioni di funzionamento e di operatività antecedenti a un evento disastroso (fonte DigitPA - LINEE GUIDA PER IL DISASTER RECOVERY DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI).

Sul sito www.digitpa.gov.it è disponibile un template di scheda per lo studio di fattibilità tecnica, cui le amministrazioni sono chiamate a rifarsi per poter inoltrare la richiesta di valutazione a DigitPA stessa. Il template è aggiornato al 25 gennaio 2012 ed è corredato di informazioni utili alla corretta compilazione del modulo stesso. C. Cucculelli

Riferimenti bibliografici:

• Linee Guida per il disaster recovery delle PA • CIRCOLARE 1° dicembre 2011, n. 58 • www.digitpa.gov.it

KEYWORDS BIA - Business Impact Analysis CO - Continuità Operativa DR - Disaster Recovery DM - Data Mirroring PDR - Piano di Disaster Recovery PCO - Piano di Continuità Operativa PSO - Piano per la Sicurezza dell’Operatore RA - Risk Assessment RPO - Recovery Point Objective RTO - Recovery Time Objective SFT - Studio di Fattibilità Tecnica SPC - Sistema Pubblico di Connettività Pagina 11


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OPEN SPACE

Il Gruppo giovani Il Gruppo Giovani nasce nel 2005 con l'intento di affrontare in particolare tutte quelle problematiche riguardanti i giovani professionisti, cercando di creare dei contatti con il mondo del lavoro, organizzando incontri tecnici ma anche serate di cultura generale ed eventi non prettamente ingegneristici, per favorire uno scambio tra i professionisti. Ad oggi sono 55 i giovani ingegneri di Pavia iscritti alla commissione che li introduce alla vita e alle funzioni dell’Ordine venendo incontro alle esigenze di approfondimento sulle tematiche professionali tipiche di chi si affaccia al mondo lavorativo. L’adesione è importante se consideriamo che il 40% degli iscritti a livello nazionale sono giovani dai dati emersi durante l’ultimo Congresso Nazionale degli Ingegneri di Bari. Questo dato segna un momento fondamentale per la nostra professione, perché le generazioni presenti hanno la responsabilità di sostenere e valorizzare i giovani che sono da considerare l’assoluta primaria risorsa di ciascun Paese, offrendo condizioni per la loro crescita intellettuale, culturale e professionale, per una realistica prospettiva di stabilità economica e sociale. Per guardare lontano dobbiamo prima di tutto conoscere la situazione attuale e lo scenario sociale che al momento non è dei migliori. Da sempre le crisi sono state un momento di cambiamento, di elaborazione e di riscatto, attraverso proposte costruttive e lungimiranti ed è per questo che è fondamentale mettere a fuoco le dinamiche occupazionali dei giovani, per garantire il rispetto delle pari opportunità e di una concorrenza consapevole e produttiva e

non al solo ribasso. La già delicata situazione del Paese e dell’economia globale, trova oggi i giovani ancora più vulnerabili e precari nelle prospettive professionali e di conseguenza nelle vite personali e il momento è un pesante fardello da sostenere che i giovani colleghi oggi più che mai hanno ereditato. Per questo, i giovani professionisti mettono ogni giorno umiltà, freschezza, entusiasmo e serio impegno

Gloria Chindamo Referente del Gruppo giovani per partecipare in maniera propositiva a ciò che riguarda il presente ed il futuro della nostra professione e si adoperano per trovare una posizione nella società con non sempre si accorge di loro. Il Nostro Ordine, è sensibilizzato sull’argomento anche per la forte componente giovane al suo interno e da alcuni anni si adopera per il sostegno dei colleghi dal punto di vista formativo e culturale nella complessa fase di inserimento nel mondo professionale mantenendo un’agevolazione per la quota di iscrizione, sconti sui corsi in partenza e organizzando incontri gratuiti in occasione della commissione loro dedicata. A livello nazionale esiste un network delle commissioni giovani di tutta Italia che lavora intensamente

e che nel 2010 per la prima volta ha avuto occasione di intervenire durante il Congresso Nazionale di Torino, evento che si è ripetuto nel 2011 durante il Congresso di Bari e che si auspica divenga un abitudine, considerati anche i grandi numeri da loro rappresentati sulla totalità degli iscritti. Continua ad essere di fondamentale importanza un coinvolgimento “giovane” per meglio inquadrare la situazione attuale ed individuare la miglior strategia di valorizzazione della nostra professione con idee fresche e innovative anche nella logica di una maggiore tutela della collettività e della società in continuo sviluppo. Per concretizzare lo spirito della commissione negli ultimi anni sono state numerose le iniziative e i corsi in partenza tra cui alcune visite in cantieri di rilievo in Pavia, una visita al CERN di Ginevra, al LENA, corsi di formazione gratuita dal taglio estremamente pratico quali il calcolo delle Parcelle, strutture, antincendio, la figura del CTU/CTP, corso di REVIT, approfondimenti sul CENED, catasto, impianti, materiali innovativi e urbanistica per citarne alcuni. I giovani dell’Ordine partecipano inoltre ad eventi importanti quali Porte Aperte alle imprese presso l’Università, il Consiglio Nazionale Ingegneri di Torino 2010 e di Bari 2011. Una delle più recenti iniziative dei giovani è stata l’istituzione della Festa d’Estate per gli iscritti, svoltasi nel 2011 a Villa Meardi (Retorbido) con grande partecipazione ed entusiasmo da parte di tutti che vuole divenire una costante aggregativa nella futura vita di un ordine che ci rispecchi, giovane e dinamico. G. Chindamo

I prossimi incontri del Gruppo giovani

Contatti

4 aprile, la gestione di qualità in un piccolo studio professionale

Segreteria:

0382.22070

8 maggio, la diagnosi energetica (contributo commissione giovani Como)

Consigliere referente:

Gloria Chindamo

27 giugno, la direzione lavori

Coordinatore:

Laura Gobbi

11 luglio, l’acustica nel progetto Pagina 12

xxxx@xxxx.xxx


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OPEN SPACE

Nuovo logo per i giovani ingegneri di Pavia: esito del concorso Lo spirito di aggregazione continua con la più recente iniziativa che riguarda il bando di concorso indirizzato ai giovani iscritti sulla creazione di un logo che li rappresenti. Tra le 31 proposte giunte alla segreteria dell’Ordine è stata premiata la collega Dott. Ing. Eleanna Kakolyris distintasi per l’originalità della proposta che meglio interpreta e concreta in forma grafica l’origine tecnica e lo spirito di ciò che rappresenta. Si ringraziano i partecipanti al concorso che hanno contribuito con le loro preziose idee alla vita dell’Ordine e della Commissione. Con le proposte, tutte meritevoli, è stata allestita una mostra durante l’Assemblea Generale degli iscritti il 14 marzo 2012 presso la sala Consigliare.

Il logo vincitore

Graduatoria concorso 1° Classificato e Logo Vincitore :

Ing. Viola Cappelletti Ing. Matteo Giovanni dell'Isola, Geom. StefaIng. Eleanna Kakolyris, nia Greguoldo Ing. Alessandro Kakolyris Ing. Gianluca Dondi Ing. Lorenzo Ferrari Ing. Ivan Fontana 2° Classificato: Ing. Marco Neri Ing. Fiorella Fugazza, Ing. Enrico Zanetta 3° Classificato PARIMERITO in ordine alfabe- Ing. Cristina Garippa tico del Capogruppo: Ing. Cristiana Calatroni Iseppi Ing. Marcella Battiston, Ing.Giulia Battiston Ing. Luca Maria Lavezzi Ing. Carlo Bigioggero Ing. Lello Gorrini

Ing. Maria Teresa Lemmo, Ing. Massimo Pizzochero Ing. Monja Marini Ing. Luana Mocchi Ing. Roberta Pernetti Ing. Ilaria Vallone ,Ing. Caterina Rebora, Ing. Mattia Preti Ing. Emanuele Zamperini, Ing. Marco Albiero

G. Chindamo

Professional Day: la voce dei giovani Il 1° marzo si è svolto il Professional Day, giornata dedicata ai professionisti italiani che ad oggi garantiscono al Paese il 15% del PIL e assicurano un lavoro a più di 4 milioni di persone. Nella provincia di Pavia sono migliaia i professionisti ma non dobbiamo dimenticare che saranno i giovani ad essere colpiti dalle decisioni di oggi e dalla politica che chiede la soppressione degli ordini. La persistente campagna dei mass media, suggerendo un giudizio negativo collettivo, non considera che il legame fra gli esperti e la società continuerà a rappresentare un positivo punto di forza per un futuro progredire della nostra comunità che non deve dimenticare o svilire le professioni ma che dovrebbe valorizzarle e farne vanto per un continuo miglio-

ramento. Quando si parla di liberalizzazione delle professioni, occorre ricordare che esse sono già libere, molto più che in altri paesi. Si studia, si supera un esame di stato e ci si iscrive al proprio albo professionale. Non è certo inserendo soci di capitali senza alcuna abilitazione, che si rilancia un Paese che perderebbe ogni legame con l’etica e la deontologia professionale. Non è certo togliendo un riferimento tariffario che si tutela la committenza sul reale valore della prestazione e certamente, la concorrenza al ribasso porta ad onorari che vanno di gran lunga sotto la dignità professionale, senza parlare della qualità che ovviamente non potrà essere garantita da un minimo tariffario e i giovani saranno i più colpiti da questo mercato sen-

za regole, dimenticheranno il rigore e la responsabilità del proprio operato a favore dei prezzi sempre più bassi. Siamo sicuri che saremo incentivati e motivati ad aggiornamenti e approfondimenti? La committenza troverà prestazioni sempre più scadenti e sicuramente nel lungo periodo stiamo puntando al declino del Paese. I professionisti non hanno nessuna garanzia, nessuna tutela e nessun ammortizzatore sociale, tantomeno i giovani e l'unica forza che li contraddistingue è la passione e l'orgoglio di appartenenza che ogni giorno li fa andare avanti con entusiasmo in una situazione economica e sociale tutt’altro che favorevole, in una professione ormai molto vicina ad una vocazione. G. Chindamo Pagina 13


Ingegneria dell’informazione Notizie dalla commissione

LINK UTILI

Diamo i numeri

www.ording.pv.it Sito Ordine di Pavia

In questo numero proviamo a “paragonare” numericamente gli ingegneri del terzo settore dipendenti con il totale degli ingegneri dipendenti. Nel primo grafico abbiamo che il 18% (399) sono iscritti al terzo settore su una popolazione totale di iscritti pari a 1857.

groups.google.com/group/oicipv Gruppo Google OICIPV

www.inginformazione.it Sito CNII

www.cii-croil.it Sito collaborativo CII – CROIL Ing. Settore C Totale iscritti

Iscritti al Settore C

Nel secondo grafico si riporta invece il confronto tra ingegneri dipendenti che rappresentano il 27 % (687) e ancora tutti gli iscritti.

Ing. dipendenti Totale iscritti

Iscritti dipendenti

Nel terzo grafico osserviamo il rapporto tra gli iscritti del terzo settore dipendenti e il totale degli ingegneri dipendenti. Si evince che sul totale degli ingengeri dipendenti quelli del terzo settore sia la maggioranza con quasi il 40%.

Ing. Settore C Ing. dipendenti

Rapporto tra iscritti al Settore C e dipendenti

Tot. ing. dipendenti: 687 (di cui 559 in azienda privata e 128 in azienda pubblica) Tot. ing. dipendenti informatici 399 (di cui 351 in azienda privata e 48 in azienda pubblica)

I prossimi impegni della Commissione

C. Canobbio

11/04/2012 Riunione periodica presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri


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