4 - Notizie dalla Commissione

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Anno II, n. 3 - giugno 2012

Ingegneria dell’informazione Notizie dalla Commissione

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Conosciamo la

IN COMMISSIONE

Tecnologia e produttività tra socialità e condivisione

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Ultime dalle sedi regionali e nazionali

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Commissione Solidarietà e Cooperazione

PROFESSIONE

L’Open Data di Regione Lombardia 4 “in Lombardia”, nasce l’app della Regione

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La riforma delle professioni è legge

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Aspettando Digit@lia

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Aspettando Digit@alia

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EU Kids online

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La sottile linea tra innovazione e regressione

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SUSTAINABLE & SOCIAL ICT

Tecnologia e impegno sociale, l’esempio di ISF

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Commissione ingegneria informazione


Ingegneria dell’informazione Notizie dalla commissione

Foglio informativo curato dalla Commissione dell’Ingegneria dell’Informazione dell’Ordine degli Ingegneri di Pavia. Ingegneria dell’informazione - Notizie dalla commissione è una pubblicazione non periodica e non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001.

Ing. Cristiano Canobbio

Uffici c/o Ordine degli Ingegneri di Pavia, Via Indipendenza 11, 27100 PAVIA.

Commissione Ingegneria dell’Informazione

Contatti Segreteria Ordine degli Ingegneri di Pavia Tel: 0382.22070 Fax: 0382.530478 E-Mail: contatti@ording.pv.it PEC: ordine.pavia@ingpec.eu

“Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo“ Mahatma Gandhi

Referente notiziario: Ing. Christian Cucculelli mail-to: christian.cucculelli@gmail.com

Coordinatore della Commissione: Ing. Stefano Tazzi mail-to: stefano.tazzi@tin.it

Hanno collaborato a questo numero Foto Christian Cucculelli

christian.cucculelli@gmail.com

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Cristiano Canobbio

cristiano.canobbio@gmail.com Foto

Stefano Tazzi

stefano.tazzi@tin.it Foto

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E quale esempio massimo se il connubio è con la solidarietà! In questo numero presentiamo la nostra commissione solidarietà e cooperazione: unica nel panorama italiano ordinistico a prestare la professionalità dei colleghi iscritti per la realizzazione dei progetti di opere pubbliche nei paesi in via di sviluppo. Per completare il panorama della solidarietà nel numero si parla anche di Informatici Senza Frontiere: in questo momento l'alfabetizzazione informatica dei paesi più poveri è l'imperativo per uno sviluppo degli stessi. Portare il tema della solidarietà attraverso i mezzi tecnologici è un’altra sfida dell’ingegnere volontario. E il web, tra le tecnologie, la fa da padrone in un mondo digitale che non ha confini. Buona lettura. Cristiano Canobbio

Raimondo Lombardi

raimondo@ngi.it Foto

Ben ritrovati, subito vi avviso: questo numero è speciale. Si tratta di un tema a me molto caro: l’interdisciplinarietà, la trasversalità, la flessibilità che l’essere ingegnere ha nel proprio DNA.

Marco Majocchi (Commissione Solidarietà e Cooperazione)

Claudio Tancini (Informatici Senza Frontiere)


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IN COMMISSIONE

Tecnologia e produttività tra socialità e condivisione Circa due anni fa, grazie alla partecipazione ad un gruppo di discussione Internet vengo a conoscenza di un'iniziativa legata ai pericoli dell'uso di Internet da parte dei più giovani, iniziativa promossa dall'associazione Informatici Senza Frontiere. Con un figlio che avrebbe dovuto iniziare ad utilizzare Internet di lì a poco, il tema ha particolarmente catturato il mio interesse - anche perché ho lavorato per oltre dieci anni in modo specifico sui sistemi Web e sono consapevole dei pericoli. L'associazione era però a me sconosciuta, contrariamente all'autore della nota informativa, a me ben noto seppur solo in modo virtuale. Quindi, iniziativa interessante segnalata da parte di persona con identità digitale a me ben nota: scelgo di dare fiducia e, senza muovermi dalla sedia, contatto Informatici Senza Frontiere tramite il loro sito; ricevo risposta e vengo invitato ad un incontro a Milano dove resto più che positivamente impressionato dalle attività svolte. Sono

quindi messo in contatto con le persone dell'area Toscana che hanno curato l'iniziativa di mio interesse; mi viene consentito di approfondire la cosa e di prepararmi per replicarla a Pavia. Il tutto avviene tramite scambi di email e chiamate in teleconferenza via Internet. Un po' di buona volontà, un po' di voglia di contribuire mettendo a disposizione conoscenze e competenze, esborso finanziario pressoché nullo e sono pronto per diffondere. Informo anche la Commissione, che fa propria l'iniziativa con l'obiettivo di diffonderla sul territorio, ottenendo il patrocinio sia del nostro Ordine che dell'ASL. Forti degli appoggi vari, con l'aiuto di alcuni membri della Commissione iniziamo a muoverci nel mondo reale e constatiamo che attuare iniziative coordinate sul territorio pare cosa impossibile, nonostante siamo entrati in contatto con parecchie persone volenterose. Tant'è che ad oggi la sola replica dell'iniziativa è stata esclusivamente a mia cura presso la scuola di mio figlio

grazie ad un contatto informale diretto. In un momento in cui si parla molto di recupero di produttività credo che questa storia possa far riflettere sul come le soluzioni per semplificare ed innovare i processi organizzativi già esistano, siano disponibili ed accessibili. L'approccio ingegneristico in questo campo potrebbe quindi essere estremamente utile. Fortunatamente, il canale di comunicazione e di fiducia con Informatici Senza Frontiere rimane attivo e consente iniziative quali la divulgazione che avviene con questo numero della rivista, consentirà di presentare le attività dell'Agenzia Pavia per Ayamé presso Informatici Senza Frontiere con l'auspicio di far scaturire sinergie e altro ancora. Per ora guardiamo quindi il bicchiere mezzo pieno e non demordiamo nell'intento di riempirlo per intero. S. Tazzi

Ultime dalle sedi regionali e nazionali Nel corso del mese di maggio si sono svolti due importanti eventi di condivisione a livello regionale e nazionale: la Commissione Ingegneria dell’Informazione presso la CROIL Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia, tenutasi a Milano il 9 maggio, e un incontro del Comitat o Italiano Ingegn eri dell’Informazione (ex CNII) tenutosi a Fermo il 19 maggio. In entrambe le sedi ha tenuto banco il tema della riforma delle professioni, con l’istituzione di tavoli di lavoro attivi prevalentemente sul tema formazione cui è possibile partecipare (in caso di interesse, segnalare la propria disponibilità al coordinamento della Commissione Ingegneria dell’Informazione). Ai lavori di Fermo ha preso parte anche il Presidente del CNI - Consiglio Nazionale degli Ingegneri - Armando Zambrano che ha sintetizzato le azioni

in atto che riguardano da vicino il nostro settore, ma non solo: -è premesso che non vi sono e non vi devono essere distinzioni e barriere tra i tre settori dell’ingegneria; - è stato di recente chiuso il decreto sui parametri giudiziari dove per la prima volta compaiono tariffe di riferimento per il settore Ingegneria dell’Informazione; - gli ingegneri stanno avendo un ruolo attivo ed importante nella stesura del decreto di riforma delle professioni; - tale decreto è stilato in collaborazione con undici categorie tecniche che compongono l’ex PAT - Professioni Area Tecnica; - a valle di questo decreto ci saranno dieci regolamenti da stilare; - sul tema assicurazioni, è previsto un regolamento specifico ben preciso; - idem sul tema formazione, dove si punterà sulla qualità: la formazione dovrà dare specializzazione e acquisizione di titoli; - a tendere, il focus per la regolamenta-

zione dell’ingegneria dell’informazione deve essere sulla sicurezza; - il CNI è comunque al fianco degli Ingegneri dell’Informazione, con l’obiettivo di stilare una riforma per tutti. Viene inoltre spiegato che saranno costituiti dei Gruppi di Lavoro in seno al CNI cui sarà delegato lo studio di una serie di argomenti importanti; sicuramente un gruppo riguarderà in maniera specifica per l’ingegneria dell’informazione. A valle di questi gruppi di lavoro saranno previsti dei momenti di plenaria in cui saranno coinvolti tutti gli ordini.Dagli incontri e da quanto illustrato dai vari referenti istituzionali è possibile evincere un certo dinamismo dichiarato. Sarà cura della locale commissione contribuire in maniera attiva - come peraltro sempre distintamene fatto - vigilando e stimolando affinché alle parole seguano i fatti. S. Tazzi Pagina 3


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L’Open Data di Regione Lombardia Gli open data sono tipologie di dati liberamente accessibili a tutti, senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione. Gli open data fanno di frequente riferimento a informazioni rappresentate in forma di database e riferite alla tematiche più disparate, ad esempio: cartografia, genetica, composti chimici, formule matematiche e scientifiche, dati medici e pratica, delle bioscienze, dati anagrafici, dati governativi, ecc.

L'open data si richiama alla più ampia disciplina dell’open government, cioè una dottrina in base alla quale la pubblica amministrazione dovrebbe essere aperta ai cittadini anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. I concetti di "dato pubblico" e "riuso dell'informazione pubblica" vengono sanciti dalla Direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,

approvata il 17 novembre 2003 e pubblicata nella GUCE n. L 345 del 31 dicembre 2003, relativa al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico e recepita dall'ordinamento italiano dal D. Lgs. 36 del 2006 e s.m.i. La direttiva individua nelle informazioni del settore pubblico "un'importante materia prima per i prodotti e i servizi imperniati sui contenuti digitali", da riutilizzare per "sfruttarne il potenziale e contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro". La stessa fornisce la definizione di: • documento (informazione pubblica): la rappresentazione di atti fatti o informazioni e qualsiasi raccolta dei medesimi a prescindere dal supporto (cartaceo, elettronico, sonoro, visivo, audiovisivo) in possesso di Enti pubblici. Ad esempio sono documenti sia le leggi, sia i dati contenuti nelle banche dati degli Enti; • riutilizzo: l'uso del dato in possesso di enti pubblici da parte di persone fisiche o giuridiche a fini, commerciali o non commerciali, diversi dallo scopo iniziale per il quale il documento che lo rappresenta è stato prodotto nell'ambito dei fini istituzionali. L'ambito di riferimento dei documenti può essere di vario ge-

nere: sociale, economico, geografico, climatico, turistico, in materia di affari, di brevetti, di istruzione ‚ La direttiva incoraggia gli Enti pubblici a rendere disponibili i documenti secondo queste modalità: • creare indici online dei documenti disponibili per favorire l'accesso e la diffusione • definire condizioni eque, adeguate e non discriminatorie da applicare al riutilizzo dei dati. • Dal 23 marzo 2012 è on line l'Open Data di Regione Lombardia (https:// dati.lombardia.it). Messo a punto da Lombardia Informatica, utilizza la stessa piattaforma digitale americana e lo stesso format di quello del Governo degli Stati Uniti. Milioni di dati posseduti dalla pubblica amministrazione sono messi a disposizione di cittadini, imprese e sviluppatori di App. Il portale ha già al suo interno 20 dataset ed arriverà a contenerne a breve 138 riguardanti i più vari settori di interesse, dalla sanità allo sport, dalla scuola al turismo. C.Canobbio

“in Lombardia”, nasce l’app della Regione E’ di fine marzo l’annuncio del debutto sul web dell’applicazione in Lombardia, l’app che consente a chiunque di ricevere informazioni sui servizi offerti da Regione Lombardia. Completamente gratuita, è disponibile per tutti i possessori di i-phone e i-pad direttamente sull’Apple Store: a breve è prevista l’uscita della versione per i possessori di dispositivi mobile basati su tecnologia Android. L’interfaccia è gradevole e divisa in due aree: la parte di ricerca dei servizi regionali, che consente di accedere ad informazioni su farmacie, ospedali, R.S.A., biblioteche, musei, scuole e stazioni ferroviarie, e la parte dedicata Pagina 4

ai luoghi di maggior interesse, che consente di ricercare parchi, fiere e impianti sportivi. La ricerca viene effettuata contestualmente alla propria posizione geografica e per ogni risultato ottenuto vengono mostrate diverse informazioni di dettaglio. 'In Lombardia' fa parte del programma Agenda Digitale Lombarda, presentata nei giorni scorsi assieme al Portale Open Data, che contiene i primi 21 dataset su un totale di 138 che completeranno la messa a disposizione delle informazioni contenute nell'immenso archivio regionale e oggi scaricabili da tutti. Tra i primi file disponibili quelli relativi, appunto, a pagamento

del bollo auto, impianti sportivi, biblioteche comunali, musei, fiere, etc.

Per maggiori informazioni: www.semplificazione.regione.lombardia.it

C.Cucculelli


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La riforma delle professioni è legge E’ dello scorso 24 marzo 2012 la Legge n.24 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività: tutte le novità introdotte da quel decreto, quindi, sono ora legge dello Stato. L’articolo 9 del DL 1/2012 viene sostituito dall’articolo 9 della L. n. 27/2012. Tariffe professionali: rimane confermata l’abrogazione delle tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico, così come già stabilito dal D.L. convertito. Nel caso di liquidazione da parte di un Tariffe abrogate Tirocinio meno garantista Preventivo di massima e assicurazione professionale

organismo giuridisdizionale, il compenso del professionista dovrà essere determinato con riferimento a parametri stabiliti con decreto del Ministro vigilante: con la conversione in Legge del D.L. di gennaio, questi parametri dovranno essere stabili nei 120 giorni successivi all’entrata in vigore della Legge in oggetto. Entro lo stesso termine dovranno essere definiti dallo stesso Ministro i parametri per oneri e contribuzioni alle casse professionali. Per quanto riguarda le tariffe, poi, quelle vigenti alla data di entrata in vigore del D.L. 1/2012 continueranno ad applicarsi, limitatamente alla liquidazione delle spese giudiziali, fino alla data di entrata in vigore dei decreti ministeriali che stabiliranno i nuovi parametri di riferimento e, comunque, non oltre i 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione in oggetto (L. n. 27/2012). Scompare poi la nullità della clausola relativa alla determinazione del compenso tra professionisti e consumatori o microimprese, così come stabilito dall’art.36, decreto legislativo 206/2005 ("Codice del consumo, a

norma dell'articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229”). Per quanto riguarda i preventivi che il professionista è tenuto a presentare al proprio committente, esso potrà essere reso disponibile in tutte le forme previste dall’ordinamento. In ogni caso la misura del compenso viene comunicata al committente rilasciando un preventivo di massima che comprenda tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi. Rimane l’obbligo di indicare gli estremi della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale, così come rimane l’abrogazione di tutte le disposizioni vigenti che, per la determinazione del compenso del professionista, rinviino alle tariffe professionali abrogate dal precedente comma 1. Decade l’illecito disciplinare del professionista che nonon ottemperi a quanto descritto sopra e viene introdotto un rimborso spese concordato per il tirocinante, dopo i primi sei mesi. Anche relativamente al tirocinio non viene modificato quanto stabilito all’ art.9, comma 5 del decreto convertito. La Legge n.27/2012, art.9, comma 7, modifica l’art.3, comma 5, della Legge 148/2011 alla lettera a), introducendo il concetto delle professioni regolamentate “secondo i principi della riduzione e dell’accorpamento, su base

Accorpamento volontario dei professionisti e società professionali

volontaria, fra i professionisti che svolgono attività similari”: in merito a quest’ultimo principio sarebbe interessante capire con quali criteri le professioni dovrebbero essere accorpate e soprattutto da chi dovrebbe partire tale iniziativa e con quali orizzonti temporali, in considerazione del fatto che il comma 8 stabilisce che dall’attuazione della L. 27/2012, art. 9, non devono derivare nuovi o maggiori

oneri per la finanza pubblica; lettera c), sopprimendo l’equo compenso al tirocinante e parificando in materia le professioni sanitarie; lettera d) abrogandolo. La Legge di conversione, poi, introduce l’art. 9-bis relativo alle società tra professionisti, che modifica l’art. 10 della L183/2011 (Legge di Stabilità 2012), in particolare: 9-bis, lettera a) - si stabilisce che “le società cooperative di professionisti sono costituite da un numero di soci non inferiore a tre”; 9-bis, lettera b) – al comma 4 lettera b) viene aggiunto “in ogni caso il numero dei soci professionisti e la partecipazione al capitale sociale dei professioniti deve essere tale da determinare la

Corrado Passera Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti maggioranza dei due terzi nelle deliberazioni“; 9-bis, lettera c) – richiesta di stipula polizza assicurativa per la copertura dei rischi derivanti dalla responsabilità civile per i danni causati ai clienti dai singoli soci professionisti nell’esercizio dell’attività professionale; 9-bis, lettera d) precisa che “il professionista può opporre agli altri soci il segreto concernente le attività professionali a lui affidate”. Per quanto riguarda le società di ingegneria esse sono già regolamentate dall’art. 90, comma 2, lettera b) del D.Lgs. n. 163/2006 e dall’art. 254, D.P.R. n. 207/2010. C.Cucculelli Pagina 5


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Aspettando Digit@lia Tra prospettive... Il digital divide, l’Agenda Digitale Europea, e la banda larga sono tornati, proprio nelle ultime settimane, all’attenzione di stampa e televisione. Se ne sentiva forse il bisogno, dato che la famosa “cabina di regia” - creata dal governo per affrontare questi temi non aveva più dato informazioni su quanto stesse facendo. Se non che il 15 o il 30 di giugno (a seconda delle fonti) dovrebbe partorire il suo decreto legge, già denominato “Digit@lia”. Di banda larga in effetti si è parlato abbastanza perché il Presidente del Consiglio, e anche il ministro Passera, l’hanno più volte citata come esempio di investimento produttivo, che dovrebbe essere lasciato fuori dai rigori del “patto di stabilità europeo”; il cosiddetto “fiscal compact”. Poiché a tutt’oggi questa resta ancora una proposta, c’è da chiedersi cosa succederà a questi investimenti se l’idea di Monti non verrà approvata a livello UE. Un’altra occasione per parlare di questi temi è stata data lo scorso 16 maggio dall’intervento dello stesso Monti al FORUM PA di Roma. Il Presidente ha ribadito che i punti chiave dell’azione digitale del governo sono: infrastrutture, cloud e smart city. "L'Agenda digitale - ha concluso - non va vista come una politica di settore, ma parte integrante di una più vasta politica pubblica a sostegno della crescita di tutto il sistema Paese". Uno strumento grazie al quale si potrebbe anche contribuire all’attuazione degli impegni di bilancio e di sviluppo che il governo sta perseguendo. Diverse sono state le indiscrezioni circa i contenuti del decreto Digit@lia. Cinque sono i punti sui quali si starebbe lavorando. Stimolare la crescita dei servizi offerti on-line (eventualmente anche con sgravi di tipo fiscale); portare a termine l’attuazione dell’Agenda digitale Europea, in tutte le sue varie fasi; rivedere le problematiche relative al diritto di autore e alla privacy in Pagina 6

rete; sostenere le nuove iniziative imprenditoriali connesse al mondo di internet; dare un’adeguata formazione ai lavoratori non più giovani, senza competenze informatiche, soprattutto all’interno della PA. A questi punti, andranno poi probabilmente aggiunte le considerazioni esposte da Monti e più su citate. Ma proprio negli ultimi giorni - stiamo parlando di fine maggio - quando in realtà questo articolo era già pronto per la pubblicazione, due fatti sono intervenuti a modificare le prospettive. La Cassa Depositi e Prestiti ha deciso un aumento di capitale di 500 milioni – di cui 200 subito – per incrementare la propria quota di partecipazione in Metroweb, destinando questo investimento a rafforzare i progetti in corso per l’estensione della fibra ottica. Questa notizia non ha mancato di generare un mare di polemiche. Poiché Metroweb e Telecom stanno lavorando nelle stesse città, è lecito chiedersi se agiranno seguendo un’unica dorsale, solo più allargata, oppure in concorrenza, per due diverse infrastrutture NGN. Infatti, sebbene la CDP abbia manifestato l’intenzione di lavorare in assoluta sinergia con Telecom, questa ultima si è invece mostrata molto irritata dalla possibile concorrenza. Anche forze politiche e commentatori si sono divisi in merito, chi appoggiando la libertà di mercato e di concorrenza, e chi sostenendo che, in un momento in cui gli

investimenti scarseggiano e i soldi pubblici sono pochi, sono assolutamente da evitare inutili duplicazioni. Da qualunque parte ci si voglia schierare, è evidente che alla possibilità del lavoro sinergico delle due cordate non crede nessuno! L’altra notizia è che il decreto Digit@lia potrebbe subire un improvviso ritardo e slittare ad agosto. Questo sembra dovuto non solo al fatto che il parlamento, tra poco impegnato nella approvazione della legge di bilancio, non potrà dedicarsi ad altro, ma anche allo sviluppo di un disegno di legge bipartisan (ideato dallo stesso parlamento) che potrebbe fornire al governo la base per il suo decreto. Da tale disegno sarebbero però scorporate le due tematiche più calde - cioè la diffusione della banda larga e le questioni relative alla protezione del copyright e della privacy - mentre sarebbero compresi tutti gli altri temi già citati. In chiusura, ci fa piacere segnalare che i ricercatori dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione dell’Informazione e della Percezione (TeCIP) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa sono riusciti a sviluppare una tecnologia che permette di raggiungere su fibra ottica la ragguardevole velocità di 1 Terabit al secondo su un solo canale! Gli stessi ricercatori erano poco prima riusciti a certificare apparecchiature, destinate sempre alla fibra ottica, in grado di raggiungere la velocità effettiva di 448 Mbit. A dispetto delle apparenze, dunque, sembra proprio che il


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I vari piani che abbiamo raccontato nei precedenti articoli sembrano proseguire di buona lena. Il 18 maggio scorso la Regione Lombardia ha annunciato che la banda larga sarebbe ora disponibile per il 96% dei cittadini residenti, avendo portato le infrastrutture necessarie in 274 dei 707 comuni non ancora raggiunti, e quindi di ritenersi in linea per soddisfare l’obiettivo del 100% entro il primo semestre del 2013. Di questi 274 comuni 60 sono in provincia di Pavia, dove Telecom Italia e l’Amministrazione Provinciale hanno anche firmato una convenzione triennale. Questa consentirà di utilizzare una tecnica di scavo non invasiva, volta a velocizzare la posa delle infrastrutture necessarie. Si tratta di fare passare le cablature all’interno di mini-scavi, larghi pochi centimetri e profondi non più di 30 cm, che consentiranno di ridurre fino all’80% i costi socio ambientali, sia in termini di disagi per i cittadini e per le amministrazioni, che di tempi necessari alla loro realizzazione.

...e l’irrisolta questione delle frequenze Anche sul fronte della telefonia mobile si sta andando avanti, ma non senza qualche difficoltà. Qui l’impegno economico è tutto ‘privato’, ma anche allo Stato (dopo l’incasso di più di 3 miliardi dall’asta delle frequenze) vengono richieste alcune cose. Sono proprio le frequenze a generare problemi: il 4G europeo dovrà andare sugli 800 e sui 2.600 MHz, ma, in Italia, nella prima fascia ci sono le televisioni digitali (canali dal 61 al 69), mentre la seconda è utilizzata attualmente dal Ministero della Difesa. Anche se tutte e due le fasce dovrebbero essere liberate entro il 1°gennaio 2013, le televisioni – che giudicano insufficiente il rimborso previsto - stanno facendo resistenza per la liberazione della prima, mentre per la seconda gli operatori vorrebbero ottenere un anticipo nei tempi, che gli permetta di prepararsi e fare decollare effettivamente il servizio all’inizio del prossimo anno. Sempre le frequenze stanno inoltre generando problemi alla creazione di un unico dispositivo in

grado di funzionare in tutto il mondo. Sono note le difficoltà e le polemiche suscitate dall’uscita del nuovo iPad, la cui capacità di connettersi al 4G è stata limitata agli USA. La Terra è, da questo punto di vista, suddivisa in 4 mega aree: USA-Canada, Europa Occidentale-Medio oriente-Africa, Europa orientale, Asia. Ogni area ha le sue frequenze di funzionamento e, sebbene ci siano delle sovrapposizioni, un dispositivo mobile efficiente dovrebbe essere in grado di ‘leggere’ almeno 3 o 4 frequenze diverse, con conseguenti problemi di costo e dimensioni. Problemi che, a quanto è dato sapere, per ora neanche Apple è riuscita a risolvere. R. Lombardi

EU Kids Online Quali sono le raccomandazioni che più facilmente facciamo ai nostri figli? Se prendi il motorino allacciati il casco e se fai tardi avvisa. Oggi come oggi non c’e’ solo il mondo reale pieno di pericoli, ce n’è uno ben più pericoloso perché non lo consideriamo tale: il cyberspazio. Una recente ricerca svolta dal progetto Eu Kids Dnline, finanziata dall'Unione europea e coordinata dalla London School of Economics and Political Science, ha fotografato la relazione con Internet di oltre 25 mila ragazzi (e loro genitori) di 25 Paesi Ue. Oggi sei ragazzi italiani su dieci, tra i 9 e i 16 anni, navigano tutti i giorni in Internet o quasi. Per fare i compiti (85%), giocare (83), guardare video (76) o «parlare» con gli amici (62): il 57% ha un profilo su un social

network. E navigare è spesso un'esperienza privata: il 62% (media Ue del 49%) lo fa nella propria camera. La ricerca riguarda anche i genitori che hanno una percezione molto “leggera” dell’uso del computer e soprattutto una bassa consapevolezza delle insidie della rete. Un esempio per tutti, molto spesso i genitori non sono consapevoli dei rischi sperimentati dai propri figli: il 40% dei genitori i cui figli dichiarano di aver visto immagini a sfondo sessuale, esclude che i propri ragazzi si siano imbattuti in simili situazioni. In Italia (e in Portogallo) la percentuale sale al 54% e risulta la più alta tra tutti i Paesi. La risposta che mi viene è che forse noi non siamo nati nel mondo virtuale e comunque ci siamo arrivati da “grandi” con la consapevolezza delle inside e dei pericoli del mondo reale.

Ma proprio per questo dobbiamo sforzarci di trasporre i nostri comportamenti protettivi anche su questo “nuovo” mondo. In fondo il miglior modo di non subire le conseguenze negative non è vietare od evitare ma affrontare con regole e consapevolezza questa nostra ulteriore sfaccettatura della realtà C.Canobbio

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La sottile linea tra innovazione e regressione L’8 febbraio 2012 è stato presentato a Bruxelles il rapporto annuale della Comunità Europea sul grado di maturità dell’innovazione nei vari Paesi Europei. La classifica suddivide i Paesi dell’UE in quattro grandi categorie: innovatori leader, innovatori gregari, innovatori moderati e innovatori modesti. Se poca sorpresa riserba il primato tedesco, unico Paese dell’unione ad essersi classificato innovatore leader, è purtroppo da registrarsi l’ennesima débâcle dell’Italia - anche se piuttosto attesa in quanto in linea con la posizione ricoperta lo scorso anno - giunta dietro anche a Gran Bretagna e Francia, quest’ultimi risultati degli innovatori gregari. Al pari dell’Italia, quindi, troviamo gli altri innovatori moderati quali Malta, Grecia, Polonia, Ungheria, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Repubblica Ceca. (Fonte “Il Sole 24 Ore” del 7 febbraio 2012, p. 26, articolo di Beda Romano) Una classifica che lascia spazio a qualche critica, per quanto personale, alle politiche di innovazione sin qui perseguite dal nostro Paese. Da diverso tempo si reclama, da più fronti, l’urgenza di avviare un programma strutturale che sia in grado di rilanciare l’economia e le imprese: è impensabile immaginare una ripresa sufficientemente robusta senza innovazione; a tal proposito Wikipedia riporta la seguente definizione: ”Innovazione è un'attività di pensiero che, elevando il livello di conoscenza attuale, perfeziona un processo migliorando quindi la qualità di vita dell'uomo. Innovazione è cambiamento che genera progresso umano; porta con sé valori e risultati positivi, mai negativi”. E, a completamento della definizione, introduce anche il concetto opposto: ”Il cambiamento che porta peggioramento delle condizioni non è innovazione: è regresso”.

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Interessante è poi la definizione di invenzione: ”idea o realizzazione che porta ad un progresso tecnologico. Secondo il gergo legale si intende una soluzione nuova ed originale di un problema tecnico. Essa può riguardare un prodotto o un processo (metodo, procedimento). Un'invenzione può alle volte essere basata su uno sviluppo precedente, collaborazioni o idee; il processo inventivo richiede la consapevolezza di concetti esistenti o metodi che possono essere modificati o trasformati in un'invenzione. Tuttavia alcune di esse rappresentano una rottura radicale nel campo scientifico o tecnologico tale da estendere i confini della conoscenza umana”. E’ su questa sottile linea di confine tra innovazione e invenzione, credo, che si giocano buona parte delle responsabilità politiche ed imprenditoriali di questi anni. Troppo spesso si pensa ad innovare processi, prodotti e soluzioni in maniera così significativa da rischiare lo sconfinamento nel concetto di invenzione: fatto di per sé molto positivo, ma destinato a chi ha più knowhow, risorse economiche ed intellettuali e una grande capacità di cogliere opportunità nascoste ai più. Il tessuto imprenditoriale italiano, invece, è notoriamente costituito da Piccole e Medie Imprese (PMI) e le eccellenze emergono soprattutto tra coloro che hanno fatto dell’innovazione un asset strategico. In questo caso l’innovazione spinta ai massimi livelli ha di fatto portato all’introduzione di soluzioni tecnologiche completamente nuove, determinando il vantaggio competitivo e il conseguente successo di quelle stesse imprese. Ma il tessuto imprenditoriale è, ahimé, molto più ampio di quanto queste eccellenze nostrane possano rappresentare e tutte le imprese hanno bisogno di essere coinvolte attivamente in un programma di innovazione che con-

senta loro di riacquisire competitività su mercati che obbligano, molto spesso, a una continua evoluzione e rinnovamento di processi e tecnologie. E’ in un contesto così caratterizzato che diventa fondamentale per la sopravvivenza stessa delle imprese maturare la consapevolezza che anche l’innovazione necessita di continuità e di un suo processo di gestione (Continuous Innovation). In questi anni si è purtroppo assistito ad una classe politica che si è, troppo spesso, concentrata verso i grandi investitori e particolari settori produttivi (ad esempio la ricerca nel settore automobilistico), ma dimenticandosi di creare un bacino di know how tecnologico e scientifico sufficientemente maturo per accompagnare le differenti realtà imprenditoriali in un virtuso percorso di innovazione. Troppo spesso si è pensato ad incentivare l’uso di nuove tecnologie (per esempio motori e caldaie ad alta efficienza energetica, etc.), materiali, o metodologie, tralasciando invece il processo di ricerca e sviluppo di base che consenta di sviluppare invenzioni o di innovare le tecnologie stesse. Dall’altra parte, invece, si è assistito ad una classe imprenditoriale e dirigenziale che si è un po’ seduta di fronte ai cospicui sostegni statali di cui sopra, trascurando il processo di innovazione interna. In questa personalissima rico-


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PROFESSIONE

struzione, ritengo che l’ICT abbia doppiamente pagato lo scotto di una miopìa imprenditoriale alquanto sconcertante dalla quale, complice anche la totale deregolamentazione del settore, è nato lo stereotipo per il quale troppo spesso l’ICT rappresenti un costo e non un investimento. Non è difficile, guardandosi attorno, prendere coscienza di quanto l’ICT permei la vita quotidiana di ognuno di noi. Complessi sistemi telematici controllano e gestiscono le reti di mezzi pubblici, di distribuzione dell’energia elettrica o del gas, delle telecomunicazioni: tutti apparati che in qualche modo entrano a far parte delle nostre attività quotidiane, senza parlare poi degli apparati e dei dispositivi personali quali smartphone (con la vasta scelta di apps disponibili e le molteplici funzionalità), token per l’e-banking, la firma digitale, i tablet, gli e-book e tanti, tanti altri ancora. Tutti questi strumenti diventano sempre più cruciali anche per il buon funzionamento di un’attività professionale o imprenditoriale, a volte per opportunità a volte per necessità: si pensi a proposito all’offerta di soluzioni cloud sul web che hanno aperto la strada a strumenti che un tempo erano appannaggio solo di imprese disposte a significativi investimenti (ad es. soluzioni CRM) o, dall’altra parte, all’obbligo dell’utilizzo della Posta Elettronica Certificata (PEC) e firma digitale per le comunicazioni con le PP.AA. E’ importante far comprendere che l’innovazione rappresenta un importantissimo investimento per il futuro, ma solo se fatto convergere verso l’avvio di un processo virtuoso che consenta continue migliorìe ai processi e ai sistemi in dotazione: il guadagno in termini di efficienza e performance aziendale si può chiaramente misurare sul periodo medio-lungo, e quindi difficilmente misurabile nel breve, ma consentirebbe a imprese e professionisti di stare al passo con i tempi, riducendo drasticamente i gap tecnologici dei propri strumenti informatici e, conse-

guentemente, i costi derivanti dal rinnovo del parco tecnologico e metodologico. I progetti ICT aziendali a maggior costo coprono spesso iniziative caratterizzate da un importante valore innovativo oppure dall’esigenza di upgrade di sistemi informativi molto obsoleti. Le applicazioni di un sistema informativo necessitano di una gestione integrata del ciclo di vita, che consideri tra i suoi criteri anche l’evoluzione delle tecnologie di riferimento, delle infrastrutture e delle nuove opportunità di innovazione: poiché esse vengono spesso mantenute in esercizio per tempi troppo lunghi rispetto al ciclo di vita delle soluzioni tecnologiche di mercato, queste iniziative richiedono ingenti risorse in termini di realizzazione e, soprattutto, grandi sforzi per la riconversione professionale delle persone, chiamato ad uno sforzo intellettuale molto intenso per apprendere in tempi relativamente brevi tecnologie, paradigmi e metodologie fortemente discontinue dalle precedenti. Per questi stessi motivi, tali progetti sono quelli generalmente caratterizzati da livelli di rischio più elevati. Se, da una parte, i rischi derivanti dal profondo gap tecnologico (in particolare costi, tempi) possono essere in qualche modo mitigati attraverso accordi o contratti ben pensati con fornitori, vendor e altri stakeholder, il problema della riqualificazione del perso-

nale rappresenta il rischio di più difficile mitigazione. Per quanto si possa pensare a percorsi formativi qualificati e qualificanti, bisogna tener conto della resistenza che un individuo, tendenzialmente, ha nei confronti del cambiamento. In tal senso, un processo di innovazione continua consentirebbe una riqualificazione altrettanto continua del personale stesso, dandogli così l’opportunità di vivere meglio i cambiamenti tecnologici e metodologici legati alle proprie attività lavorative, consentendo all’impresa stessa di poter contare su persone costantemente motivate (in quanto costantemente coinvolte nel cambiamento) e con forti skill professionali. Se lo Stato è colui che ha i mezzi, e la responsabilità, di sostenere questo ciclo virtuoso di innovazione, attraverso azioni di più ampio respiro nei confronti del mondo imprenditoriale attraverso politiche più concrete e strutturate a sostegno dell’R&D, cercando di innescare un processo di mutua utilità tra il mondo della ricerca e quello imprenditoriale, il professionista ICT è colui che ha gli strumenti e la responsabilità - etica e deontologica per trasmettere a professionisti e PMI questa nuova coscienza dell’innovazione. La mancata presa di coscienza di tale necessità prende il nome di regressione. C.Cucculelli Pagina 9


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OPEN SPACE

La Commissione Solidarietà Sociale e Cooperazione

Barriera antisale, Koubanao, Senegal

La Commissione solidarietà e Cooperazione dell'ordine ingegneri di Pavia è nata nell'anno 2000, sull'onda della crescente richiesta di attività professionali a sostegno di iniziative umanitarie in paesi in via di sviluppo. L’attività della Commissione è offerta a titolo gratuito e consiste nel mettere disposizione delle associazioni locali, basate sostanzialmente nel territorio della Provincia di Pavia e che operano nell’ambito della cooperazione internazionale, tutte le competenze ingegneristiche necessarie alla realizzazione di progetti di sviluppo nel Sud del Mondo. I servizi forniti variano dalla progettazione architettonica e strutturale, alla progettazione impiantistica e di reti tecnologiche, fino alla direzione lavori, al project management e alla stesura di computi metrici, controllo e verifica costi in fase di progetto e di realizzazione.

I progetti in corso Guatemala - progetto socio-sanitario in collaborazione con l’associazione AINS, Associazione Italiana Nursing Sociale, di San Martino Siccomario

La nuova Pouponnière di Ayamè, Costa d’Avorio Pagina 10

(PV), finalizzata alla costruzione di un nuovo centro polifunzionale. Fase in corso: progetto esecutivo Senegal - progetto sanitario presso la struttura ospedaliera pubblica di Ziguinchor e progetto agricolo nelle aree rurali prossime allo stesso centro urbano. Il primo consiste nella progettazione di un nuovo reparto di rianimazione e pronto soccorso che si inserirà e sarà integrato nella struttura esistente, il secondo è finalizzato al rafforzamento della barriera antisale necessaria per la protezione delle terre coltivate a riso dalla contaminazione delle acque saline del fiume Casamance, i progetti si sviluppano in collaborazione con l’associazione CPAS Comitato Pavia Asti Senegal (PV). La Commissione si è occupata della progettazione degli interventi e della redazione della documentazione tecnica richiesta per la partecipazione a dei bandi per assegnazione di fondi. Fase in corso: progetto definitivo Kenya - progetto sul turismo sostenibile, in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia e l’Associazione FILDIS di Pavia. Fase in corso: progetto definitivo Pavia - progetto United Adolescenti Underground (UAU) in collaborazione con l’UNICEF di Pavia. La Commissione ha collaborato alla stesura di un progetto per la riqualificazione di un'area del mercato ipogeo di Pavia, da destinare a spazi ricreativi e di incontro per i giovani pavesi. Uganda - progetto scolastico in collaborazione con l’Associazione ITALIA UGANDA ONLUS di Pavia. La Commissione ha effettuato una missione

nel corso della quale ha eseguito dei rilievi topografici dell'area in collaborazione con l'Istituto Volta di Pavia. CONCLUSO Costa d'Avorio - negli ultimi dieci anni la Commissione ha progettato e seguito numerosi lavori, tra cui la costruzione all'interno dell'ospedale di Ayamè di un nuovo centro nutrizionale, del nuovo laboratorio di analisi, del nuovo padiglione di radiologia, di una seconda sala operatoria, seguendo anche i lavori di ristrutturazione dei locali della vecchia Pouponnière (orfanotrofio) destinati successivamente a laboratorio del dentista e dell'oculista, ed è stato rifatto completamente l'impianto elettrico dell'intero ospedale. Abbiamo seguito interamente la costruzione della Nuova Pouponnière, e fatto un rilievo dettagliato di tutta la rete fognaria del villaggio, che è stata oggetto di una riqualificazione e di un ammodernamento sostanziale. Inoltre sono stati progettati, ricostruiti e/o ristrutturati 9 dispensari clinici situati nella foresta intorno al villaggio di Ayamè, fino a diversi chilometri dal villaggio. Tutti gli interventi sono stati effettuati curando anche la direzione dei lavori e la gestione economica dei progetti, lavorando in collaborazione con l'Agenzia nr. 1 per Ayamè che da anni opera sul territorio, e anche con il Comune di Ayamè. CONCLUSO M.Mangiarotti Tel 038 222 070 contatti@ording.pv.it commissionepavia@gmail.com


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OPEN SPACE

Ayamè, una nuova rete di dispensari sanitari rurali Ayamé fa parte del Dipartimento di Aboisso ed è capoluogo di una sottoprefettura che comprende diversi villaggi e accampamenti distribuiti nella campagna (brousse) circostante. Ed è proprio l’ambito rurale a rappresentare per questo progetto il luogo d’intervento. Attraverso un approfondito studio di fattibilità si è riscontrato come essenziale sia rispondere ai bisogni urgenti degli abitanti dei villaggi rurali attorno ad Ayamé (ca. 80.000). Tali bisogni sono rappresentati dalla necessità di predisporre piccoli dispensari rurali (con lo sviluppo del dispensario urbano di Bianouan) che sappiano affrontare e assistere in loco le persone affette da patologie non gravi e che contestualmente siano in grado di comunicare prontamente e di indirizzare i casi più gravi all’Hôpital Général d’Ayamé. I villaggi di foresta sono largamente privi di servizi quali acqua potabile, corrente elettrica, servizi igienici. Le abitazioni sono a pianta rettangolare, aventi un unico locale interno o al massimo due locali, per lo più con muri perimetrali in paglia e fango e coperture in bambù. La cucina è ricavata all’esterno, generalmente in corti, data

QUADRO ECONOMICO DEL PROGETTO PER LOTTO DI REALIZZAZIONE Villaggio Quota Valuta Quota Valuta Songan 4.300.000 CFA 17.780,79 € Bianouan 13.435.000 CFA 32.939,89 € Apoisso 4.650.000 CFA 12.798,13 € Ketesso 16.875.300 CFA 34.251,53 € Yaou 18.548.900 CFA 42.263,03 € Ebikro 18.937.200 CFA 38.500,85 € Diby 8.942.600 CFA 19.412,34 € Koukourandoumi 0 CFA 0,00 € Project Management 13.100.000 CFA 20.000,00 € Spese di viaggio 5.895.000 CFA 9.000,00 € Divulgazione progetto via radio 2.000.000 CFA 3.053,44 € TOTALE 230.000,00 € l’abitudine all’uso di braceri nei quali accendere il fuoco. La maggior parte della popolazione è occupata in attività precarie e di sussistenza, non esiste una vera e propria organizzazione del lavoro. Uomini e donne lavorano stagionalmente nelle piantagioni di caffé, cacao, banane, ananas, riso, olio di palma, caucciù, sotto un datore di lavoro; alcuni lavorano appezzamenti di terreno in foresta per poi rivendere la materia prima. L’intervento prospettato prevede in larga parte il potenziamento e

Fig. 1 - Il dispensario di Ketesso dopo i lavori

l’adeguamento di risorse, sia strutturali che umane, già esistenti e predisposte dalle autorità sanitarie ivoriane. Gli investimenti e i risultati, pertanto, resteranno a beneficio del paese e della popolazione locale per quanto riguarda sia le strutture rinnovate o costruite ex novo, sia il personale sanitario medico e paramedico che verrà formato e messo in condizione di lavorare meglio. La problematica dell’infezione da HIV è ancora poco riconosciuta ed inadeguatamente affrontata. Per questo motivo, e per la radicata presenza dell’Agenzia nel territorio di Ayamé, si è avvertito il bisogno di estendere l’azione sanitaria di prevenzione e cura nei dispensari rurali che hanno come polo di riferimento l’Ospedale Generale di Ayamé.

Fig. 2 - Il dispensario di Bianouan dopo i lavori

M.Majocchi Fig. 3 - Il dispensario di Songan dopo i lavori di ripristino

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SUSTAINABLE & SOCIAL ICT

Tecnologia e impegno sociale, l’esempio di ISF prattutto strumento di supporto al superamento del disagio e della disparità sociale; 2) un diverso modo di interpretare la propria professione, meno orientata al successo personale ma piu’ impegnata verso il risultato e il bene comune, soprattutto considerando chi ha difficoltà oggettive. Innovare la nostra base tecnologica e’ importante e oggi assolutamente necessario, farlo introducendo anche innovazione sociale permette di moltiplicare il risultato e renderlo davvero sostenibile nel tempo. Partecipare alle iniziative di ISF è semplice, tutte le informazioni sono recuperabili dal sito www.informaticisenzafrontiere.org Informatici Senza Frontiere (ISF) è un’associazione Onlus senza scopo di lucro, nata nel 2005 su iniziativa di un gruppo di manager che lavorano nel settore informatico e hanno deciso di mettere a disposizione le proprie conoscenze per portare un aiuto concreto a chi vive situazioni di emarginazione e difficoltà. Oggi ISF conta circa 300 soci iscritti e 11 sezioni regionali. L’impegno dei volontari di ISF è indirizzato verso molte aree di intervento, sia in ambito nazionale che internazionale, e garantisce ai propri interlocutori un contributo sia di conoscenze tecniche e skill molto avanzati, che di esperienza di relazione e di gestione progetti complessi. In ambito nazionale ISF organizza corsi di alfabetizzazione informatica (nelle carceri, negli ospedali, tra persone che vivono situazioni di emarginazione e disagio…) e stimola iniziative legate al Digital Divide a all’utilizzo consapevole della tecnologia. Un secondo importante impegno, spesso a carattere internazionale, e’ il supporto alle Onlus e alle ONG per la definizione e la implementazione della parte informatica di progetti di solidarieta’ sociale, per esempio realizzando piccoli sistemi informativi in realtà particolari (come i reparti di lungodegenza infantile o alcuni ospedali rurali africani) e reti informatiche che permettono, con poche risorse e in completa autonomia, un miglioramento nella gestione delle operazioni quotidiane, nella comunicazione, nell’accesso alle informazioni. Quando necessario ISF sviluppa software specifici, open source e connotati dalla impostazione di un utilizzo semplice, come nel caso di Open Hospital, che permette la gestione delle operazioni quotidiane di piccoli ospedali rurali, oggi installato in diverse realtà in tutto il mondo (il software e’ freeware scaricabile da sourceforge.net). Il lavoro di ISF, di conseguenza, mette in evidenza due grandi temi legati alla Innovazione: 1) un diverso modo di vedere il contributo della tecnologia e dei professionisti ICT, non business e/o gioco in rete ma soPagina 12

oppure contattando la sezione regionale (p.e. isf.lombardia@informaticisenzafrontiere.org)


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LINK UTILI

Libriamoci...

www.ording.pv.it

Simona Argentieri, 2008, Einaudi

Ambiguità e malafede sempre piú si configurano come tratti dominanti della nostra epoca a livello individuale e collettivo. Innanzitutto nel linguaggio, nella politica, nella bioetica, nei comportamenti pubblici e privati. Ma pur senza considerare i casi limite resta il fatto che l'ambiguità è un meccanismo che fa colludere anche le cosiddette persone per bene con le più trite ipocrisie: c'è chi è favorevole alla guerra, ma che poi ammette serafico di aver fatto di tutto per evitare il servizio militare al figlio. Essere ambigui significa evitare il conflitto, il senso di colpa, la fatica della coerenza, lasciando convivere dentro di sé identità molteplici. Gli atteggiamenti mentali subdoli e sfuggenti nascondono falle del pensiero minime, ma non per questo innocue, in grado di inquinare, attraverso messaggi obliqui, i legami sociali, le stesse regole della convivenza civile, minando la fiducia tra i singoli come tra i gruppi organizzati, i cittadini e le istituzioni.

Sito Ordine di Pavia

groups.google.com/group/oicipv Gruppo Google OICIPV

www.inginformazione.it Sito CNII

www.cii-croil.it Sito collaborativo CII – CROIL

Diamo i numeri In questo numero tracciamo gli esodi dei colleghi del “terzo settore” negli ultimi tre anni, tra il 2010 e il 2012; con esodi intendiamo l’uscita dall’albo da parte di chi è iscritto. Nel grafico riportiamo l’esodo consolidato per gli anni 2010 e 2011. Si nota che l’andamento è stabile e si attesta poco al di sopra delle 20 unità. Riportiamo inoltre l’andamento ad oggi abbiamo che l’esodo è stabile e si attesta poco al di sopra delle 20 unità, per il 2012 riportiamo il dato ad oggi in nostro possesso (primo quadrimestre) che, se confermata la tendenza, la proiezione a fine anno conferma la tendenza degli anni precedenti. Fuga degli iscritti al settore dell’informazione

I prossimi impegni della Commissione 27/06/2012 Riunione periodica presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri

...e ancora... Ad oggi il numero tre della nostra rivista ha raggiunto 424 visualizzazioni da parte degli iscritti: un ottimo risultato, bene continuiamo cosi !!


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