Dipartimento di Architettura e Design Corso di Laurea in Design e Comunicazione Visiva Anno Accademico 2018/2019
TEPEE
Sviluppo di un concept per la gestione della privacy negli spazi di accoglienza per persone senza fissa dimora
CANDIDATE
Federica Cipriani Sara Crepaldi Aurora Parvis
RELATORE
Cristian Campagnaro
SESSIONE
Dicembre 2019
INDICE Introduzione Percorso concettuale 01 Quadro normativo
p.10
1.1
Psicologia ambientale
1.2
Esigenze-requisiti-prestazioni
1.3
Regolamento comunale di igiene e sanità
1.4
OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
1.5
Qualità ambientale degli spazi interni
1.6
Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia
1.7
Sunto delle normative
1.8
Esigenze emerse dall’analisi delle normative
02 Strutture di accoglienza p.22 2.1
Analisi della casa di ospitalità notturna di via Ghedini 6, Torino
2.2
Analisi della casa residenziale di via Sidoli 18, Torino
2.3
Confronto delle due strutture di accoglienza
2.4
Esigenze emerse dall’analisi delle strutture di accoglienza
03 Questionari
p.58
3.1
Quesiti posti in via Sidoli 18
3.2
Analisi delle risposte degli operatori e degli ospiti della struttura
3.3
Esigenze emerse dall’analisi dei questionari
04 Quadro esigenziale e prestazionale
p.74
4.1
Unione delle esigenze emerse nei capitoli precedenti
4.2
Importanza delle esigenze emerse relazionate ai contesti indagati
4.3
Esigenze dell’utenza di gestione
4.4
Esigenze dell’utenza finale
05 Casi studio
p.90
5.1
Centri accoglienza, rifugi temporanei, dormitori e ostelli
5.2
Installazioni, interior design
5.3
Confronto dei casi studio di maggior rilevanza
06 TEPEE 6.1
Linee guida
6.2
Descrizione del concept
6.3
Ricerca del materiale
6.4
Idea progettuale
6.5
Ipotesi di applicazione del divisore
6.6
Componenti per il fissaggio
6.7
Storyboard di montaggio e utilizzo
6.8
Modello
07 Conclusioni Sitografia e bibliografia Ringraziamenti Contatti
p.134
p.164
INTRODUZIONE Lo scopo della presente tesi è ideare un sistema di partizione degli spazi applicabile all’interno di dormitori pubblici, funzionale ad un miglioramento della qualità della vita nella fruizione di tali ambienti da parte dei soggetti interessati. A ciascun individuo, infatti, ineriscono inconfutabilmente istanze di riservatezza della vita privata, la cui tutela si rende necessaria ai fini di una piena realizzazione della dignità personale e dell’identità del singolo. Luogo di studio per l’ideazione di tale progetto è la Casa di Ospitalità Notturna di Via Ghedini 6, situata a Torino nel quartiere di Barriera di Milano.Il concept proposto è nato dall’analisi esigenziale e prestazionale riguardante il dormitorio appartenente alla struttura sopra citata, atta a delineare le condizioni che il divisore deve assolvere al fine di garantire la privacy e il soddisfacimento di determinati bisogni degli ospiti. Inoltre, il progetto mira ad essere del tutto flessibile non soltanto rispetto alle esigenze degli utenti, ma anche riguardo al contesto di impiego ed alle necessità del personale. Infatti il progetto deve rispettare alcuni vincoli che derivano dagli studi riguardanti la Psicologia Ambientale, materia volta all’analisi del rapporto uomo - ambiente in un’ottica sociale e del conseguente benessere e comportamento umano che deriva da tale binomio. A seguito degli studi condotti nella seconda metà del ‘900 gli ambienti sono in grado di influenzare in modo rilevante il comportamento delle persone, attraverso fenomeni psicologici che modificano la percezione di se stessi ed il rapporto con le altre persone ed oggetti. Questa teoria¹ è altamente riscontrabile all’interno dei dormitori, in quanto i soggetti frequentanti tali ambienti si trovano in condizioni psicologiche delicate dovute a traumi affrontati durante il corso della loro vita che li hanno portanti a questa condizione di povertà. Partendo da questi presupposti i luoghi di
pernottamento notturno devono essere in grado di garantire sia riparo temporaneo sia la possibilità di trovare privacy personale al loro interno, permettendo così agli utenti di mantenere integra la propria identità. Queste condizioni permettono ai soggetti una migliore facilità di interazione con l’altro e di reinserimento sociale. Per quanto riguarda i vincoli legati alle esigenze degli operatori il progetto non deve isolare totalmente gli utenti in modo da garantirne la supervisione durante il pernottamento. Inoltre, deve essere comodamente installabile e rispettare le norme igieniche. Funzione del progetto non è soltanto quella di garantire privacy agli utenti, ma anche migliorare dal punto di vista estetico le stanze poiché «un luogo bello, che si percepisce essere ‘pensatò e voluto per il benessere, spiazza positivamente chi ha introiettato un’immagine negativa di sé. La bellezza stimola a prendersi cura della propria persona, degli ambienti in cui si vive, degli altri e lo spazio diventa un sistema di opportunità per esperienze possibili (Fortunati 2008)»². Infatti, l’anonimato degli spazi e la monotonia degli orari tendono ad annientare la personalità di chi li vive. Pertanto, introducendo un prodotto esteticamente “bello” si ha la possibilità di migliorare la qualità dell’ambiente dal punto di vista estetico e della privacy. Il lavoro della seguente tesi si suddivide in sei capitoli principali con conseguente conclusione su quanto trattato. In primo luogo vengono analizzate tutte le normative ambientali e igienico sanitarie in vigore, dettate dall’ OMS, dall’ ASL e dalla Normativa UNI e sono tenute in considerazione le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia”³. Attraverso questa analisi e attraverso lo studio dei principi della Psicologia Ambientale vengono delineati gli indicatori di benessere e i parametri da rispettare durante la progettazione.
Vedere Kaplan Rachel; Stephen Kaplan, Humanscape: Environments for People, 1982 ²Cristian Campagnaro, Valentina Porcellana, Il bello che cura. Benessere e spazi di accoglienza notturna per persone senza dimora, in << Cambio. Rivista sulle trasformazioni sociali>> Anno III, Numero 5, Giugno 2013, pp. 36-44 3 Primo documento ufficiale di programmazione nel settore della grave marginalità che Governo, Regioni ed Enti Locali sono chiamati a seguire per investire fondi pubblici in servizi e strategie abitative innovative, in quello che si delinea come il Primo Piano Nazionale di Lotta alla Povertà, sottoscritto nel novembre 2015 in Conferenza Unificata Stato Regioni e presentate dal Ministro Poletti 1
Nel secondo capitolo viene svolta un’analisi ambientale del dormitorio di Via Ghedini 6 e della casa residenziale di Via Sidoli 18 e vengono confrontate le due strutture. Nel terzo capitolo, attraverso questo studio e tramite l’impiego di un questionario rivolto sia agli operatori sia agli ospiti della residenza di Via Sidoli, vengono messe in risalto quelle che sono le esigenze degli utenti e di chi lavora al suo interno ed i possibili vincoli strutturali presenti in ogni stanza. Nel quarto capitolo è quindi possibile delineare il quadro esigenziale-prestazionale generale, relativo alle esigenze degli utenti e dell’utenza di gestione e le linee guida da rispettare durante la progettazione. Nel quinto capitolo sono presi in considerazione casi studio riguardanti divisori impiegati all’interno di strutture di accoglienza notturna ed ostelli; separatori di design ed installazioni artistiche. Per ogni caso studio analizzato viene riportata una breve descrizione, in cui vengono sottolineati punti di forza e debolezze del prodotto, attraverso una valutazione che prende in considerazione i bisogni ed i parametri da rispettare sopra elencati. Il sesto capitolo è dedicato allo sviluppo e del concept, il cui fine primario è quello di rispondere alle necessità emerse durante la fase di analisi. Il tutto viene specificato attraverso l’impiego di illustrazioni e disegni tecnici che ne rappresentano anche l’applicazione. Nel settimo e ultimo capitolo, infine, vengono elaborate le conclusioni cui si è giunti e, a seguire, il materiale bibliografico di riferimento necessario allo sviluppo di questo percorso progettuale.
PERCORSO PROGETTUALE
Analisi del quadro normativo
Analisi delle strutture di accoglienza
Analisi dei questionari
Quadro esigenziale e prestazionale
Analisi dei casi studio
TEPEE
Conclusioni 4
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, op. cit.
Il percorso progettuale si presenta come ramificato. Infatti, in primis sono stati analizzati tutte le normative ambientali e igienico sanitarie in vigore, le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia”⁴, in parallelo con lo studio delle strutture di accoglienza di Via Ghedini e Sidoli e l’analisi dei questionari somministrati agli utenti e agli operatori dei centri. Da questa indagine è stato possibile delineare un quadro esigenziale-prestazionale relativo alle esigenze di questi. Successivamente è stata condotta un’analisi dei casi studio relativi a modalità di separazione degli ambienti nell’ambito dell’interior ed exhibith design e dei centri di accoglienza ed ostelli con relativa valutazione che prende in considerazione i bisogni ed i parametri da rispettare sopra elencati. Dallo studio fino ad ora condotto è stato quindi possibile delineare le linee guida volte allo sviluppo del concept. Infine sono state tratte le conclusioni relative al progetto sviluppato.
Analisi del quadro normativo
10
Quadro normativo
CAPITOLO
01
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QUADRO NORMATIVO Psicologia ambientale
Nella massima funzionalità il progetto deve rispettare alcuni vincoli derivanti dalla Psicologia Ambientale, scienza che analizza il comportamento ed il benessere umano derivante dal rapporto uomo - ambiente. L’architettura interviene in modo determinante sui comportamenti, sulla psiche di ogni individuo e sui suoi stati d’animo. Infatti vanno sempre tenuti in conto la funzione e gli obiettivi per cui lo spazio è stato pensato, ed in funzione di questi va cercato il loro equilibrio nella progettazione. Importante per la percezione del senso di benessere da parte delle persone in relazione ad un determinato ambiente circoscritto è il rapporto aureo che sta alla base del concetto di armonia. Infatti questo rapporto “rappresenta, fra le molteplici opzioni, il modulo naturale più vicino alle esigenze sia fisiche sia psicologiche delle persone, rispondendo, così, in modo naturale, alle esigenze di massima funzionalità ed efficienza della progettazione”⁵. Pertanto se ne deduce che il corpo umano sia in grado di interpretare le leggi della natura, applicandole così nell’elaborazione delle sue percezioni positive o negative dello spazio che lo circonda. Da ciò deriva che l’uomo necessiti di un ambiente che stimoli positivamente l’apparato sensoriale. Per fare ciò è necessario, all’interno di uno spazio chiuso, un costante rimando a quello che è stato l’ambiente evolutivo dell’uomo, mondo prevalentemente sensoriale contraddistinto da caratteristiche naturali come la luce e gli odori. Da ciò deriva l’importanza della presenza di determinati elementi all’interno di un ambiente circoscritto. Tra questi si sottolinea l’importanza della luce naturale e dei colori che devono essere scelti in base alla loro influenza sulla psiche umana e alla loro capacità di riprodurre ed assorbire o meno la luce naturale, evocando così emozioni
positive o negative. L’analisi di uno spazio pertanto è molto importante poiché l’ambiente è in grado di modellare i comportamenti e le emozioni delle persone. Un ambiente che è in grado di attirare genera un senso di desiderio nell’abitare lo spazio nel tempo ed agevola l’interazione tra le persone, suscitando la volontà di voler tornare in quel determinato luogo. Per questo le caratteristiche di un ambiente devono essere progettate per favorire un alto coinvolgimento sensoriale. Oltre a questa teoria esistono diverse normative ambientali e igienico-sanitarie in vigore, dettate dall’ OMS, dall’ ASL e dalla Normativa UNI, in seguito descritte, attraverso le quali vengono delineati gli indicatori di benessere ed i parametri da rispettare durante la progettazione e realizzazione di un ambiente ottimale.
Camera Nazionale della Moda Italiana in collaborazione con “Goldmann & Partners” - Centro Studi per la Sostenibilità Applicata, Principi CNMI per la Sostenibilità del Retail, 2017, pp. 49-60
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Esigenze-requisiti-prestazioni Durante la progettazione è necessario tenere conto non solo di quelli che sono i bisogni delle diverse utenze, ma anche di quelle che sono le esigenze dettate dalla normativa italiana relative ad un sistema edilizio e che il prodotto non dovrà intralciare. Le classi di esigenze dell’utenza finale sono riportate nella norma UNI 8289 (1981) e vengono definite come mostrato a lato.
TABELLA DELLE CLASSI DI ESIGENZE E RELATIVE DEFINIZIONI⁶ UNI 8289 delle esigenze dell’utenza finale SICUREZZA: Insieme delle condizioni relative alla incolumità degli utenti, nonché alla difesa e prevenzione di danni in dipendenza da fattori accidentali, nell’esercizio del sistema edilizio. BENESSERE: Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute e allo svolgimento delle attività degli utenti. FRUIBILITÀ: Insieme delle condizioni relative all’attitudine del sistema edilizio ad essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività. ASPETTO: Insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio da parte degli utenti. GESTIONE: Insieme delle condizioni relative all’economia di esercizio del sistema edilizio. INTEGRABILITÀ: Insieme delle condizioni relative all’attitudine delle unità e degli elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra loro. SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE: Insieme delle condizioni relative al mantenimento e miglioramento degli stati dei sovra-sistemi di cui il sistema edilizio fa parte.
⁶ Alessandro Trivelli, Edilizia residenziale innovativa. Progettare l’housing contemporaneo, Santarcangelo di Romagna: Maggioli Editore, Febbraio 2011, pp. 27-44
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Un sistema di esigenze deve quindi rispondere a determinati requisiti cui deve assolvere il progetto finale. La normativa UNI 8290 parte 2 (1983) definisce sessantatre requisiti che sono considerati come “trasposizione a livello tecnico delle esigenze (UNI 8289), in connessione con l’approccio generale al processo edilizio”⁷. Tuttavia queste norme, nonostante abbiano un approccio prestazionale, come afferma Alessandro Trivelli non tengono conto della “qualità dello spazio architettonico e la qualità delle relazioni che si instaurano nello spazio”⁸. Pertanto durante la progettazione è necessario tenere conto anche di quello che è la fruizione percettiva del sistema da parte dell’utente. Da questo punto di vista la norma che definisce i requisiti che un sistema deve possedere in riferimento alle esigenze dell’utente è la UNI 0050. La normativa esigenziale-prestazionale, volta a definire e controllare la qualità edilizia in rapporto alle prestazioni di un sistema di costruzioni ed alle esigenze dell’utenza, può essere traslata anche all’interno di un progetto di design. Pertanto al fine di determinare la qualità di un progetto, è necessario costruire un modello di esigenziale che prevede, appunto, il binomio: esigenze (dell’utenza) e requisiti (dell’oggetto), in cui le esigenze corrispondono all’esplicitazione dei bisogni espressi dall’utenza finale e che vengono successivamente tradotte in requisiti a cui il progetto deve rispondere; questi ultimi non sono altro che le caratteristiche funzionali che deve assolvere il prodotto finale nella risposta ad una determinata esigenza; si tratta quindi di una trasposizione in termini tecnici delle esigenze.
⁷ Alessandro Trivelli, op. cit., pp. 27-44 ⁸ Alessandro Trivelli, op. cit., pp. 27-44
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Regolamento comunale di igiene e sanità Nella definizione del quadro dei bisogni cui dovrà assolvere il progetto, è anche necessario tenere conto delle norme igienico sanitarie dettate dal regolamento comunale di igiene e sanità ex. art. 116 relativo ai dormitori pubblici, riportato in seguito, che enuncia: 1. I locali destinati a dormitori pubblici notturni devono essere separati per i due sessi e devono avere: a) le pareti rivestite, sino a m. 2 dal suolo, di materiale di facile pulitura; b) i letti distribuiti in modo che corrisponda almeno mq. 6 di superficie e mc. 18 per posto letto; c) un servizio igienico almeno per ogni 6 letti; d) un servizio per la disinfezione e disinfestazione degli individui, dei panni, delle biancherie e dei letti, nonché un servizio per la bonifica individuale; e) allacciamento alla rete idrica urbana ed avere un numero di rubinetti con lavandini necessari alla pulizia del corpo, in ragione di un lavandino per ogni 6 ospiti. 2. Tutti i locali debbono essere tenuti con la massima pulizia, illuminati con luci notturne ed uniformati a tutte le regole dell’igiene. 3. Se qualcuno degli alloggiati viene colpito da malattia, il conduttore è obbligato a richiedere l’intervento medico per i primi e più urgenti soccorsi. 4. L’apertura è autorizzata dal Sindaco su parere favorevole del Servizio di Igiene Pubblica. Da ciò se ne deduce che il progetto debba garantire all’utente, un’area individuale nel rispetto del regolamento e che il materiale che lo compone sia tale da garantire una pulizia agevolata dello stesso e dell’ambiente in cui è posto.
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OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) Nel 2018 l’ OMS ha redatto quelle che sono le linee guida per l’alloggio e la salute. Infatti le condizioni abitative hanno forti impatti sulla salute umana e una scarsa qualità di queste può provocare lo sviluppo di malattie respiratorie, infettive o mentali. Le suddette linee guida sono volte ad indirizzare le politiche ed i regolamenti relativi all’edilizia abitativa a livello nazionale, regionale e locale e tutti gli attori coinvolti nel processo di costruzione degli edifici destinati ad abitazioni. In sintesi nel documento vengono elencati i principali rischi da evitare all’interno degli spazi abitativi: affollamento; temperature interne troppo basse o alte; rischi di lesioni in casa; accessibilità degli alloggi per le persone con disabilità funzionale.
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Qualità ambientale degli spazi interni La IEQ, Internal Envrironmental Quality (Qualità Ambientale degli Ambienti Interni), altro parametro fondamentale per stabilire il comfort di un edificio, prende in considerazione la qualità dell’aria ed il comfort termico, acustico e visivo. Tra i principali criteri di valutazione si trova il benessere termo-igrometrico, ovvero la sensazione termica di benessere che un individuo prova in determinate condizioni di temperatura e umidità. Questa sensazione termica si basa sui meccanismi di scambio termico tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, con condizioni ambientali variabili. Infatti, l’uomo, al variare delle condizioni termo-igrometriche dell’ambiente in cui vive, deve adattarsi continuamente alle variazioni di temperatura e umidità attraverso il suo sistema di termoregolazione corporea. Nella progettazione di un edificio a elevato comfort interno, il bilancio termico tra calore ceduto e ricevuto deve tendere a zero, ossia deve esserci un pareggio tra il calore prodotto dall’organismo per effetto del metabolismo e il calore scambiato con l’esterno. I parametri per valutare il benessere termo-igrometrico vengono delineati dalle normative europee UNI e dalla norma statunitense ANSI/ASHRAE Standard 55. Per quanto riguarda le prime, esse sono descritte dalla UNI EN ISO 7730 (1997) che specifica i metodi per la previsione della sensazione termica percepita da un essere umano all’interno degli ambienti confinati. La UNI EN 15251 determina i valori negli ambienti interni, attraverso la qualità dell’aria interna, dell’ambiente termico, dell’illuminazione e dell’acustica. L’ ANSI/ ASHRAE Standard 55 determina le condizioni in cui una specifica percentuale di utenti valuta le condizioni ambientali dello spazio occupato accettabili. L’obiettivo è quello di identificare la combinazione tra il fattore termico ambientale e le sensazioni personali dell’utenza, determinando
il giusto equilibrio per garantire il comfort delle persone che occupano lo spazio. Da ciò se ne deduce che durante un processo di progettazione di una struttura, al fine di garantire un IEQ adeguato, è necessario: fornire un comfort termico attraverso il controllo della temperatura; fornire una ventilazione adeguata per garantire una qualità dell’aria interna accettabile; utilizzare materiali che non emettano sostanze inquinanti; assicurare la privacy ed il comfort acustico impiegando materiale fonoassorbente ed isolamento delle apparecchiature; creare un ambiente luminoso ad alte prestazioni attraverso l’integrazione di sorgenti luminose naturali ed artificiali. Questi requisiti vengono rispettati all’interno della struttura di Via Ghedini da noi analizzata, attraverso l’impiego di sorgenti di calore, di finestre e luci artificiali all’interno di ogni stanza e non devono essere intralciati dal progetto. Pertanto quest’ultimo non deve ostacolare od escludere completamente le fonti di calore, di illuminazione ed areazione e non deve essere realizzato attraverso l’impiego di materiali difficilmente pulibili o dannosi alla salute.
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Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia Tutti i principi per una progettazione ottimale degli ambienti, citati nei paragrafi precedenti, vengono seguiti ne “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2015). Nello specifico dei dormitori delle strutture di accoglienza, i suggerimenti presenti nel documento a cui attenersi sono i seguenti: evitare la compresenza di un numero eccessivo di persone nella medesima struttura suddividendo eventuali immobili di grandi dimensioni in spazi di accoglienza più piccoli e differenziati in base alla tipologia di persone accolte;
preferire l’accoglienza in stanze di piccole dimensioni possibilmente dotate di un numero dispari di letti; garantire l’accoglienza in edifici che, nel rispetto delle norme vigenti, siano dichiarati idonei dalle autorità competenti dal punto di vista della sicurezza, dell’igiene, della salubrità e del risparmio energetico; prevedere una disponibilità di servizi igienico-sanitari tale da consentire un sufficiente rispetto della privacy individuale; evitare il più possibile la promiscuità interna alle strutture e cercare di garantire quanti più spazi di privacy individuale; allestire in ogni struttura box, armadietti o altri spazi che possano essere utilizzati dalle persone in via esclusiva o riservata per la custodia dei beni personali;
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Sunto delle normative Psicologia ambientale
IEQ
● Colori che suscitano emozioni positive e senso di benessere
● Garantire benessere termo-igrometrico
● Ambiente sensorialmente stimolante per favorire l’interazione sociale ● Benessere visivo e psicologico dato dal controllo dell’illuminazione naturale ed artificiale
Regolamento comunale di igiene e sanità ● 6 m² di superficie personale per ogni letto ● 1 servizio igienico ogni 6 letti ● Presenza di spazi adibiti alla custodia dei beni personali ● Presenza di dispositivi per l’illuminazione notturna ● Utilizzo di materiali ed oggetti di facile pulitura
OMS ● Evitare l’affollamento ● Evitare temperature interne troppo alte o basse ● Utilizzare materiali ed oggetti non contundenti ● Garantire l’accessibilità alle persone con disabilità funzionale
● Ventilazione adeguata degli ambienti ● Privacy garantita dal comfort visivo ed uditivo ● Luminosità naturale ed artificiale degli ambienti ● Utilizzo di materiali non nocivi
Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia ● Evitare la compresenza di più enti nella stessa struttura ● Poche postazioni letto per ogni stanza e possibilmente dispari ● Presenza di servizi igienico-sanitari nel rispetto della privacy ● Cercare di garantire più spazi di privacy individuale ● Allestire spazi adibiti alla custodia riservata di beni personali
Dalle tabelle riassuntive è possibile stilare un quadro esigenziale nato appunto dallo studio e dal confronto tra i vari regolamenti e normative. La tabella esigenziale che nasce da questo studio deve essere tenuta in considerazione durante lo sviluppo del progetto poichè il progetto dovrà assolvere ad alcune funzioni derivanti proprio da tali esigenze. 19
Esigenze emerse dall’analisi delle normative Esigenze
Prestazioni attese
● Sicurezza
● Materiali ed oggetti non nocivi o contundenti per evitare che gli ospiti danneggino se stessi o gli altri ● Materiali non vandalizzabili e difficilmente usurabili così che gli ospiti non possano compromettere in maniera permanente gli arredi presenti nella struttura ● Stoccaggio oggetti personali di piccola taglia (come telefonini o portafogli) in luoghi sicuri che si possano chiudere a chiave ed essere aperti solo dall’ospite possessore di tali beni
● Benessere
● Comfort termo-igrometrico, ottenibile mediante il controllo e la regolazione della temperatura e dell’umidità presenti nella struttura, al fine di garantire il benessere psico-fisico della persona. Condizioni invernali di benessere: temperatura tra i 20-24C° Condizioni estive di benessere: temperatura tra i 23-26C° Umidità relativa: tra il 30%-70% ● Corretto bilanciamento dell’illuminazione artificiale e naturale degli ambienti. La camera da letto deve presentare un’illuminazione diffusa il cui livello di illuminamento medio deve essere compreso tra i 200-750 lux, con una temperatura colore compresa tra i 3000-3500 K in grado di generare una luce bianco calda avente indice di resa cromatica Ra>90; sorgenti luminose direzionali sono consigliate in corrispondenza dei comodini ● Privacy uditiva per garantire una barriera acustica in modo da assicurare la quiete nel dormitorio ● Privacy visiva per garantire una barriera visiva in modo da assicurare l’intimità personale di ognuno
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● Ventilazione degli ambienti che permette di migliorare il livello di comfort all’interno di un ambiente confinato agendo sulla qualità dell’aria; per gli edifici residenziali, non artificialmente ventilati, si può assumere un tasso di ricambio d’aria pari a 0,3 volumi/h
● Fruibiltà
● 6 m² di superficie personale per ogni posto letto in modo che ogni persona disponga di uno spazio personale minimo ● Accesso per persone con disabilità funzionale, così che ogni persona abbia la possibilità di poter raggiungere il dormitorio
● Aspetto
● Impiego di colori delle tonalità di: - verde e azzurro, colori rilassanti che generano un senso di tranquillità e di relax, avendo così un effetto calmante per la mente. - giallo, colore stimolante, che attiva e da energia trasmettendo una sensazione di ottimismo. - bianco e beige, colori neutri e freddi, chiaro simbolo di purezza e di semplicità e non scatenano cambiamenti emotivi.
● Gestione
● Materiali facilmente pulibili così che all’arrivo di un nuovo ospite si possano sterilizzare
● Salvaguardia dell’ambiente
● Manutenibilità dei componenti in modo da poter sostituire facilmente le parti più usurate, senza dismettere l’intero manufatto
Necessità di privacy visiva ottenibile mediante un ostacolo che impedisce parzialmente la vista tra compagni di stanza, spesso sconosciuti, in modo da garantire al singolo momenti di intimità 21
Analisi del quadro normativo
Analisi delle strutture di accoglienza
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Strutture di accoglienza
CAPITOLO
02
23
STRUTTURE DI ACCOGLIENZA Col fine di studiare l’ambito di applicazione del progetto sono state prese come modello la casa di ospitalità notturna di Via Ghedini 6 (figura 1) e la casa Residenziale di Via Sidoli 18. Le strutture di accoglienza sono state analizzate dal punto di vista di distribuzione degli spazi, arredi e colori. In seguito al paragone condotto tra i due edifici, nel quale sono state sottolineate le differenze principali e di cui sono stati sottolineati gli aspetti positivi e negativi, in relazione a quanto dettato dalle normative e dai regolamenti igienico sanitari analizzati sino ad ora. Per quanto riguarda la casa di accoglienza notturna di Via Ghedini 6, sono state realizzate le piantine di ciascuna stanza. Questa tipologia di analisi è stata applicata solo per questo edificio in quanto, successivamente all’analisi delle strutture e alla distribuzione dei questionari (di cui verrà trattato nel capitolo III) è stato dedotto che nonostante le esigenze delle diverse utenze siano simili per ciascun dormitorio, un intervento strutturale applicato all’interno della residenza di Via Sidoli si presenterebbe come troppo invasivo in quanto gli spazi si presentano simili a quelli di un ambiente domestico e quindi più piccoli rispetto a quelli del centro di Via Ghedini. Tuttavia l’analisi di entrambe le strutture ha permesso di delineare ulteriori esigenze comuni e non , cui il progetto dovrà rispondere nella sua funzionalità.
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Analisi della casa di ospitalità notturna di via Ghedini 6, Torino La prima analisi è stata condotta nella Casa di Ospitalità Notturna di Via Ghedini 6, situata in Barriera di Milano (figura 1) e gestita dal 2013 dalla Cooperativa Animazione Valdocco. Sono state realizzate le piantine delle singole stanze e analizzata la disposizione dell’oggettistica d’arredo, col fine di ottenere uno studio dettagliato degli spazi.
FIG. 1 Inquadramento territoriale della struttura
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Il dormitorio (figura 2) offre accoglienza di bassa soglia a persone di ambo i sessi, in due dormitori separati posti su piani differenti. Lâ&#x20AC;&#x2122;edificio è stato oggetto di un recente intervento di conversione da un vecchio dormitorio a grandi cameroni ad un sistema di accoglienza costituito da camere che possono ospitare un massimo di tre persone. Le stanze sono suddivise su due piani: quello inferiore ospita il dormitorio maschile per otto uomini senza fissa dimora, i quali partecipano ad un programma di reinserimento sociale tramite tirocini formativi allâ&#x20AC;&#x2122;interno del programma Costruire Bellezza, gestito da progetto Arca; il piano superiore accoglie, invece, il dormitorio femminile con trenta posti letto (figura 3). Per quanto riguarda le camere femminili, queste sono divise in sette stanze triple, quattro doppie e una singola.
FIG. 2 Via Ghedini 6
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x4 camere doppie x7 camere triple
x1 camera singola
Ambienti neutri Pareti azzurre e bianche, permanenza a breve termine delle ospiti, maggior via vai nelle zone comuni. Arredi standardi zzati
x 30 ospiti
x4 camere doppie
Personalizzazione degli spazi Decorazioni geometriche di diverse tonalitĂ di azzurro, verde e blu sui muri, comodini e armadi. Mensole, abajour ed attaccapanni realizzati durante i tirocini dagli utenti stessi. Ambiente familiare
x8 ospiti FIG. 3 Disposizione dei dormitori 27
Tutte le camere presentano degli arredi standardizzati, eccezione fatta per la camera 15 (figura 4) che presenta delle modifiche apportate ai letti da Raffaele Passaro durante il suo progetto di tesi. Per quanto riguarda le tipologie di mobili presenti all’interno dei locali si può notare come tutti i letti siano caratterizzati da una struttura metallica con pediera e testiera in legno di colore rosso o blu. Ad ogni ospite sono associati un comodino, un armadio ed una sedia (figura 5). Per quanto concerne i comodini è possibile trovarne due tipologie diverse: la prima è costituita da uno scheletro metallico aperta che riprende la conformazione dei letti ed è composto da tre pianali di legno ed un cassetto; la seconda tipologia, invece, è realizzata in legno e si presenta come struttura chiusa e due. Infine, per quanto riguarda gli armadi questi sono a doppia anta in legno o metallo (figura 6). Il dormitorio maschile, invece, presenta un totale di quattro stanze doppie, ciascuna con due letti identici a quelli delle stanze femminili, ed anche qui ogni letto è accompagnato da un comodino di legno, con due cassetti e piedi in acciaio, un armadio a doppia anta ed una sedia. Tutte le camere posseggono una o due finestre, a doppia anta con serramenti e ante in legno ed un termosifone, generalmente posto sotto le finestre (figura 6). Le porte, di colore giallo, sono tutte contrassegnate da lettere dell’alfabeto (figura 7). In entrambi i dormitori gli armadi sono spesso chiusi con catene e lucchetti di fortuna (figura 8). Per quanto riguarda i bagni alcune stanze presentano un bagno privato, mentre altre sono servite da servizi igienici condivisi. L’assegnazione delle stanze tiene conto solamente della divisione sessuale poichè per il resto si basa esclusivamente sulla disponibilità dei posti letto liberi. Tutti i servizi igienici hanno un antibagno nei quali vi è un lavabo
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con specchio (figura 9) mentre nel bagno vi sono sanitari e doccia, in alcuni casi adatti, anche, alle esigenze di persone disabili (figura 10). La maggior parte dei servizi dispone di una finestra che ne permette l’areazione naturale. Una differenza sostanziale che si può notare tra gli ambienti maschili e quelli femminili è che nei primi vi è una maggiore personalizzazione degli spazi, infatti le pareti presentano decorazioni di pattern geometrici, rivestiti da uno strato di pittura antigraffio così da assicurare una protezione permanente, di diverse tonalità di azzurro, verde e blu; mentre le camere femminili si presentano come ambienti neutri, dalle pareti azzurre e bianche. Gli stessi elementi pittorici, nel dormitorio maschile, vengono ripetuti sui comodini e sugli armadi (figura 11), inoltre all’interno di ogni stanza vi è un numero maggiore di oggettistica, mensole o attaccapanni, realizzati durante i tirocini formativi dagli utenti stessi (figure 12, 13 e 14). Le stanze del dormitorio maschile, quindi, si presentano come un ambiente più familiare, accogliente e vivace. In conclusione, è necessario sottolineare che in entrambi i dormitori non vi è la possibilità di chiudersi a chiave nelle stanze per garantire la supervisione notturna degli utenti da parte degli operatori.
FIG. 4 Letti progettati da R. Passaro
FIG. 5 Esempio di arredo standard
FIG. 6 Armadio
FIG. 7 Porta 29
30
FIG. 8 Lucchetti di fortuna
FIG. 9 Antibagno
FIG. 10 Bagno con servizi accessibili per disabili
FIG. 11 personalizzazione degli ambienti
FIG. 12 Decorazioni realizzate dagli ospiti
FIG. 13 Decorazioni realizzate dagli ospiti
FIG. 14 Decorazioni realizzate dagli ospiti 31
Camera standard del dormitorio
quote in cm scala 1:20
450 45
Comodino
45
Sedia
Comodino
86
200
Letto
350
Letto
50
51
40
Armadio grande
ARMADIO GRANDE p: 50cm l: 95cm h: 185cm 32
50
50
95
Sedia
SEDIA p: 50cm l: 40cm h: 80cm
Armadio piccolo
Nelle stanze della Casa di Ospitalità Notturna di Via Ghedini 6 ogni persona dispone dell’utilizzo di un letto, un armadio, un comodino e una sedia. A lato è riportata la conformazione standard di una camera doppia con tutti gli arredi necessari per il benessere dell’individuo. All’incirca tutte le stanze del dormitorio, sia le camere doppie che le camere triple, misurano in media 18m². COMODINO p: 45cm l: 45cm h: 85cm
ARMADIO PICCOLO p: 51cm l: 50cm h: 185cm
LETTO p: 86cm l: 200cm h: 90cm 33
Piante del dormitorio maschile (piano rialzato) Nelle pagine seguenti vengono riportate le piantine dei dormitori e la disposizione del mobilio annesso.
x8 posti letto x4 doppie
x1 bagno privato
camera CAMERA 11
Camera doppia con letti disposti lungo le parenti, in modo da lasciare piĂš spazio libero nella parte centrale della stanza, e posizionati in direzione contraria lâ&#x20AC;&#x2122;uno rispetto allâ&#x20AC;&#x2122;altro.
scala 1:50 34
CAMERA camera 2 2
Camera doppia con tutti gli arredi disposti lungo le parenti, in modo da lasciare più spazio libero nella parte centrale della stanza creando così una disposizione ottimale. I letti sono posizionati nella stessa direzione l’uno dall’altro.
scala 1:50 35
CAMERA camera 33
Camera doppia con letti posizionati verso il centro della stanza su pareti adiacenti e a causa di ciò la disposizione non è ottimale, poichè visivamente non sembra ci sia molto spazio libero. Invece il resto degli arredi è disposto lungo il muro.
scala 1:50 36
CAMERA camera 44
bagno BAGNO
Camera doppia con bagno privato con gli arredi posizionati lungo le pareti e grazie a questa disposizione la zona di passaggio risulta molto ampia. Il raggio di apertura della porta va leggermente in contrasto con il volume del letto, creando una leggera disarmonia nella disposizione.
scala 1:50 37
Piante del dormitorio femminile (primo piano)
x 30 posti letto x4 doppie x7 triple
x1 bagno privato
x1 singole
CAMERA camera 55
Camera doppia con tutti gli arredi disposti lungo le parenti, in modo da lasciare piĂš spazio libero nella parte centrale della stanza creando cosĂŹ una disposizione ottimale.
scala 1:50 38
CAMERA camera 66
Camera doppia con tutti gli arredi disposti lungo le parenti, cosĂŹ una disposizione ottimale. I letti sono collocati su pareti adiacenti.
scala 1:50 39
CAMERA camera 7 7
Camera doppia con letti disposti lungo i muri opposti e posizionati in direzione contraria. Tutti gli arredi sono posti vicino alle pareti ed essendo lâ&#x20AC;&#x2122;area della camera particolarmente grande, si ha una spazio di passaggio molto ampio.
scala 1:50 40
CAMERA camera 8 8
bagno BAGNO
Camera doppia con bagno privato disposta in maniera corretta e con una buona gestione dello spazio. La porta del bagno non comporta un problema nella disposizione come nella camera 4.
scala 1:50 41
CAMERA camera 99
Camera tripla con arredi situati a ridosso delle pareti, lasciando un gran spazio libero nel centro. Questa si può definire come una camera che presenta una disposizione ottimale.
scala 1:50 42
CAMERA camera 10 10
Camera tripla, questa stanza a differenza della precedente non ha tutti gli arredi situati lungo i muri, infatti vi è un letto che ingombra lo spazio centrale.
scala 1:50 43
CAMERA camera 11 11
Camera triple con arredi situati a lungo pareti, lasciando un gran spazio libero nel centro, anche queste dispongono di una disposizione ottimale.
scala 1:50 44
CAMERA camera 12 12
Camere triple con arredi posizionati a ridosso dei muri creando così una disposizione ottimale. La disposizione di mobili più ingombranti è uguale a quella della camera 11.
scala 1:50 45
CAMERA camera 13 13
Camera tripla, anche questa stanza può essere presa ad esempio per la buona gestione dello spazio e per la collocazione corretta dellâ&#x20AC;&#x2122;arredamento che garantiscono una disposizione ottimale.
scala 1:50 46
camera CAMERA 14 14
Camera tripla, tutti i mobili sono disposti lungo i muri e non vi sono ingombri nel centro della stanza, si può definire anchâ&#x20AC;&#x2122;essa con una disposizione ottimale.
scala 1:50 47
CAMERA camera 15 15
Camera tripla, in questa stanza sono presenti i letti progettati appositamente per questa struttura da Raffaele Passaro. I letti, che sono fatti di legno, hanno le seguenti dimensioni: profonditĂ 100 cm, lunghezza 217 cm (vedi foto sopra)
scala 1:50 48
Analisi della casa residenziale di via Sidoli 18, Torino La seconda analisi è stata condotta nella casa residenziale di Via Sidoli 18 nel quartiere di Mirafiori (figura 15), infatti, nonostante la struttura si presenti come un ambiente maggiormente familiare, disposto su due piani (figura 16), si è deciso di prenderla in considerazione nonostante un intervento all’interno della struttura risulti essere vano e poco utile. Tuttavia dall’analisi degli ambienti di questa struttura è stato possibile delineare quelle che sono le esigenze dell’utente e degli operatori in comune o diverse da quelle della casa di ospitalità notturna di Vai Ghedini.
scala 1:50
FIG. 15 Inquadramento territoriale della struttura 49
Ambienti personalizzati Pareti bianche e lilla, permanenza a lungo termine degli ospiti, condivisione delle zone comuni. Arredi standardizzati
x2 camere triple
x3 camere doppie
x2 camere singole x 14 ospiti
FIG. 16 Disposizione del dormitorio
50
La struttura di Via Sidoli è una casa di accoglienza residenziale, aperta giorno e notte, che ospita, esclusivamente, donne adulte dai diciotto ai sessantacinque anni, per un periodo di massimo diciotto mesi, col fine di inserirle in un programma abitativo agevolato. Le ospiti iniziano il loro percorso all’interno della struttura esclusivamente su segnalazione dei servizi sociali dopo un’esperienza di accoglienza in dormitori di bassa soglia. Gli operatori che gestiscono la struttura sono presenti dalle 7.00 alle 22.00, con possibilità di reperibilità telefonica notturna in caso di emergenza. Le ospiti hanno possibilità libero accesso alla Casa sempre in tale fascia oraria, ma dopo le 22.00 non gli è più concesso uscire. Poichè vi sono ospiti anche giovani vengono concesse loro mensilmente quattro pernottamenti al di fuori della struttura, uno alla settimana. Per quanto riguarda il ricevimento di visitatori esterni al centro, questi possono accedere alla struttura durante il giorno, ma non hanno accesso alle camere e devono quindi rimanere nelle aree comuni, che constano di un salotto con divani, poltrone e un tavolo, e una cucina (figura 17) dove a turno le ospiti preparano i cibi che verranno poi consumati nel salone. Invece, relativamente ad ospiti in età minorile, questi non possono accedervi, per evitare poi problemi relativi alla separazione tra le madri e i propri figli che sono dati temporaneamente in affido ad altre persone. Per quanto concerne le stanze, invece, le ospiti hanno accesso alle loro stanze tutto il giorno e possono essere chiudibili a chiave. Le camere sono più piccole rispetto a quelle di un centro di accoglienza notturne, ma prevedono sempre una disposizione degli arredi basata sul principio dei dormitori. Infatti le stanze possono essere singole, doppie o triple, e presentano anch’esse un comodino e un armadio per ogni letto, e anche in questo caso le pareti sono decorate con
pattern geometrici come all’interno del dormitorio maschile di Via Ghedini (figura 18). Tuttavia ciò che le contraddistingue nettamente dalle stanze di un dormitorio è che sono altamente personalizzate. Per questi motivi, sopra citati, Casa Sidoli risulta quindi a tutti gli effetti una casa comune più che una struttura di accoglienza. Tuttavia persiste una criticità nella struttura in quanto la metratura delle camere da letto, risulta inappropriata poiché i sei metri quadrati di spazio personale, previsti dalle normative citate nel capitolo 1, non vengono garantiti ed il passaggio tra i letti è ridotto a causa della disposizione del mobilio presente (figura 19). Infine, nei bagni comuni, anch’essi di dimensioni ridotte (figura 20) e privi di ventilazione naturale, le ospiti non hanno la possibilità di riporre i propri effetti per l’igiene personale e sono costrette, quindi, a portarli con sè ogni volta ne avessero bisogno, e poichè tra le ospiti intercorre una fiducia tale che spesso gli effetti personali non vengono chiusi a chiave all’interno degli armadi, ma lasciati in giro, ciò si presenta come un problema perchè talvolta persiste la possibilità che questi possano essere rubati e inoltre il fatto che non vengano risposti negli spazi adibiti al loro contenimento fa sì che le stanze risultino spesso disordinate (figura 21).
51
52
FIG. 17 Cucina comune
FIG. 18 Pattern decorativi
FIG. 19 Esempio di disposizione del mobilio
FIG. 20 Esempio di bagno standard
FIG. 21 Disordine delle camere con effetti per lâ&#x20AC;&#x2122;igiene personale in vista 53
Confronto tra le due strutture di accoglienza analizzate Casa di ospitalità notturna di Via Ghedini 6
DORMITORIO FEMMINILE
L’edificio offre accoglienza notturna di bassa soglia a uomini e donne in due dormitori separati posti su piani differenti ed è stato oggetto di un recente intervento di conversione da un vecchio dormitorio a grandi cameroni ad un sistema di accoglienza costituito da camere che possono ospitare un massimo di tre persone.
DORMITORIO MASCHILE
x4 camere doppie x4 camere doppie
x7 camere triple x1 camera singola
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x 30 ospiti
x8 ospiti
BUONA GESIONE DELLO SPAZIO
NECESSITA’ DI PRIVACY VISIVA
BUONA ILLUMINAZIONE
NECESSITA’ DI PRIVACY UDITIVA
STANZE PERSONALIZZATE/ PERSONALIZZABILI
SPAZIO PERSONALE LIMITATO STIVAGGIO LIMITATO
Casa di accoglienza residenziale di Via Sidoli 18
La struttura di Via Sidoli è una casa di accoglienza residenziale, aperta h 24 che ospita donne adulte dai diciotto ai sessantacinque anni, per un periodo di massimo diciotto mesi, col fine di inserirle in un programma abitativo agevolato. Gli operatori che gestiscono la struttura sono presenti dalle 7.00 alle 22.00, con possibilità di reperibilità telefonica notturna.
DORMITORIO FEMMINILE x3 camere doppie x2 camere triple
x 14 ospiti
LIBERO ACCESSO ALLE CAMERE DA LETTO FIDUCIA TRA GLI OSPITI STANZE PERSONALIZZABILI
x2 camera singola
NECESSITA’ DI PRIVACY VISIVA STIVAGGIO LIMITATO PER IL TEMPO IN CUI STANNO LE OSPITI CAMERE DI PICCOLA METRATURA POCO MARGINE DI INTERVENTO 55
Esigenze emerse dall’analisi delle strutture di accoglienza Esigenze
Prestazioni attese
● Gestione
● Materiali lavabili e difficilmente vandalizzabili, in modo da poterli sterilizzare all’arrivo di un nuovo ospite ● Materiali economici, poiché le cooperative non dispongono di grosse somme di denaro per finanziare nuovi progetti ● Materiali manutenibili, per avere bassi costi nel ricambio pezzi
● Privacy uditiva
● Materiali fonoassorbenti per attutire: i rumori prodotti dagli ospiti nel sotto, le sveglie mattutine, lo sbattere delle porte
● Stivaggio
● Possibilità di stivare oggetti, poiché si è notato che molti costruiscono appendini fai da te e necessitano di stivare i propri oggetti per l’igiene personale che poi verranno portati in bagno ● Possibilità di stivare gli affetti personali e chiuderli a chiave
● Privacy visiva
● Possibilità di crearsi un proprio spazio personale dove poter stare in intimità con se stessi ● Possibilità di schermare la luce emessa dai cellulari o dalle lampade durante la notte ● Materiale del divisore con opacità diverse per impedire la vista altrui all’interno della propria area personale, permettendo il passaggio della luce naturale delle finestre
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● Ottimizzazione dello spazio
● Creazione di separatori che non impieghino molto spazio per lasciare libero il passaggio
● Mobilità
● Possibilità di muovere il divisore, in modo che ogni ospite possa spostarlo a proprio piacimento
● Flessibilità
● Possibilità di porre il divisore a seconda delle necessità dell’ambiente poiché deve essere adattabile a più strutture
Necessità di privacy visiva in modo da aver la possibilità di avere un proprio spazio personale con un materiale che schermi possibili molestie luminose dei compagni di stanza permettendo però il passaggio della luce solare dalle finestre
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Analisi del quadro normativo
Analisi delle strutture di accoglienza
Analisi dei questionari
58
Questionari
CAPITOLO
03
59
Quesiti posti in via Sidoli 18 La somministrazione dei questionari ha come obiettivo descrivere i comportamenti, raccogliere le percezioni e le attitudini degli individui a cui si rivolge rispetto a differenti tematiche. Il questionario è spesso utilizzato in psicologia (ambientale, sociale, etc.) per lo studio e la comprensione di fenomeni sociali o estremamente personali. Col fine, quindi, di comprendere maggiormente quali siano le esigenze cui il progetto deve rispondere, sono state somministrate due tipologie di questionario presso la struttura di accoglienza residenziale Casa Sidoli; la prima rivolta alle ospiti del centro e la seconda agli operatori che la gestiscono, in modo da poter delineare ulteriori bisogni di cui tenere conto durante la progettazione. È necessario specificare che l’utente finale del progetto sarà l’utenza di gestione, poiché il progetto, oltre a soddisfare i bisogni delle donne residenti, deve rispondere pienamente a quelle che sono le esigenze di coloro che coordinano e supervisionano la struttura e le sue dinamiche. La scelta di somministrare il questionario in questo centro è dovuta al fatto che le camere da letto presentano una metratura inferiore rispetto a quelle di Via Ghedini 6 e quindi progettare secondo le restrizioni ambientali qui presenti significa ideare un sistema di partizione utilizzabile anche in strutture aventi maggior possibilità di intervento. Nelle pagine successive vengono riportati i questionari realizzati, le risposte ricevute e la loro traduzione sotto forma di tabella esigenziale.
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Questionario per gli operatori Buongiorno, siamo tre studentesse del Politecnico di Torino che studiamo nel corso di Design e Comunicazione Visiva, stiamo lavorando ad un progetto che ha lo scopo di aumentare la riservatezza di ogni ospite nel proprio spazio privato all’interno dei centri accoglienza. Per questo motivo le chiediamo gentilmente di compilare questo questionario, facendo riferimento alle sue attuali o vecchie esperienze di lavoro presso i dormitori, in modo da aiutarci a capire le esigenze che possono avere gli ospiti e le situazioni che si possono creare tra le persone all’interno delle singole stanze. 1) Qual è il suo ruolo all’interno della struttura?
2) Da quanto tempo lavora in questo campo? 0-10 anni
11-25 anni
più di 26 anni
3) Qualora ci fosse un litigio tra compagni di stanza, quale potrebbe esserne la causa principale?
4) Qual è il luogo dove gli ospiti sentono di avere una propria zona personale?
5) Secondo lei per gli ospiti è più importante possedere una privacy uditiva o visiva? Perchè?
6) Qualora avesse la possibilità di aggiungere un oggetto/elemento ad ogni stanza per il quieto vivere degli ospiti, quale sarebbe?
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7) Gli ospiti hanno mai cercato di crearsi una barriera per la propria area personale? no
sì, come?
8) L’inserimento di separatori nelle camere, potrebbe creare una situazione di pericolo per la sicurezza del dormitorio? Se sì, come? no
sì, come?
9) Dal suo punto di vista, qual è la necessità principale che si ha nella corretta gestione delle stanze?
10) Pensa che la presenza di un separatore tra i vari letti presenti all’interno di ogni stanza possa servire a migliorare: - lo spazio personale degli ospiti sì no - la loro convivenza in dormitorio
no
sì
- il sonno
no
sì
- il senso di tranquillità
no
sì
11) C’è qualcosa che le piacerebbe dirci riguardo al nostro progetto che non ha avuto modo di poter spiegare nelle risposte precedenti?
I quesiti posti agli operatori del centro mirano ad acquisire informazioni sulla loro esperienza personale di gestione della struttura; essendo supervisori e “vivendo” i centri accoglienza da un lungo periodo, il punto di vista degli operatori è necessario per avere un giudizio obiettivo delle dinamiche interne al dormitorio. 62
Questionario per gli ospiti Buongiorno, siamo tre studentesse del Politecnico di Torino che studiamo nel corso di Design e Comunicazione Visiva, stiamo lavorando ad un progetto che ha lo scopo di aumentare la riservatezza di ogni ospite nel proprio spazio privato all’interno dei centri accoglienza. Per questo motivo le chiediamo gentilmente di compilare questo questionario, facendo riferimento alla sua attuale o alle sue vecchie esperienze in dormitorio, in modo da aiutarci a capire le esigenze che possono avere gli ospiti e le situazioni che si possono creare tra le persone all’interno della stessa stanza. 1) Quanti anni 18-40 anni
40-60 anni
2) Da quanto tempo alloggia nei centri accoglienza? 0-5 anni
6-10 anni
più di 60 anni
più di 10 anni
3) Cos’è per lei la riservatezza?
4) Il suo posto letto è un luogo dove può stare privatamente in serenità? C’è un altro luogo dove sente di avere una zona propria all’interno della struttura?
5) La condivisione della stanza è per lei fonte di: tranquillità
sconforto
Se per lei comporta una situazione di sconforto, qual è la circostanza per cui trova più difficile la convivenza con le altre persone?
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6) Le è mai successo di creare barriere in modo da avere una maggiore riservatezza? Se sì, come? sì, come?
no
7) Che cosa pensa possa migliorare la sua permanenza in dormitorio che ora non è presente nella sua stanza e perchè?
8) Pensa che la presenza di un separatore tra il suo letto e quello dei suoi compagni di stanza possa servire a migliorare: - lo spazio personale degli ospiti sì no - la loro convivenza in dormitorio
no
sì
- il sonno
no
sì
- il senso di tranquillità
no
sì
9) C’è qualcosa che le piacerebbe dirci a riguardo del nostro progetto che non ha avuto modo di spiegare nelle risposte precedenti?
I quesiti rivolti alle ospiti del centro, indagano la percezione che esse stesse hanno del proprio posto letto, inteso come luogo di intimità e benessere. La finalità dei questionari è capire se ci siano necessità inerenti il dormitorio che, una volta esaudite, possano realmente migliorare il comfort delle camere da letto.
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Analisi delle risposte degli operatori e degli ospiti della struttura Risposte degli operatori 1) Qual è il suo ruolo all’interno della struttura? 1. operatore socio sanitario 2. operatore socio sanitario 3. operatore socio sanitario 4. educatrice 5. operatore 2) Da quanto tempo lavora in questo campo? 1. 0-10 anni 2. 11-25 anni 3. 11-25 anni 4. 11-25 anni 4. 6-10 anni 5. 0-10 anni
3) Qualora ci fosse un litigio tra compagni di stanza, quale potrebbe esserne la causa principale?
1. svariati motivi: finestra aperta, russare, disordine 2. furto 3. svariati motivi: orari diversi sonno/veglia, uso del cellulare oltre il limite orario, rumori (russare, sbattere porte e ante), tapparelle alzate o abbassate, finestre chiuse o aperte, furti 4. svariati motivi: orari diversi sonno/veglia, uso del cellulare oltre il limite orario, rumori (russare, sbattere porte e ante), tapparelle alzate o abbassate, finestre chiuse o aperte, furti 5. la scarsa propensione alla convivenza e condivisione
4) Qual è il luogo dove gli ospiti sentono di avere una propria zona personale? 1. la propria stanza 2. letto 3. stanza 4. stanza con comodino e armadio 5. il bagno
5) Secondo lei per gli ospiti è più importante possedere una privacy uditiva o visiva? Perchè? 1. uditiva 2. uditiva 3. uditiva 4. uditiva 5. entrambe
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6) Qualora avesse la possibilità di aggiungere un oggetto/elemento ad ogni stanza per il quieto vivere degli ospiti, quale sarebbe? 1. armadio più ampio 2. una televisione personale per ogni ospite 3. mensole o ripiani per gli oggetti personali, reti a doghe dei letti 4. si con un cuscino 5. uno o più elementi per riporre gli oggetti personali ed un separatore
7) Gli ospiti hanno mai cercato di crearsi una barriera per la propria area personale? 1. sì, spostando letto e armadio 2. sì, girando gli armadi 3. sì, spostando letto e armadio 4. sì, spostando gli armadi 5. sì, spostando gli armadi
8) L’inserimento di separatori nelle camere, potrebbe creare una situazione di pericolo per la sicurezza del dormitorio? Se sì, come? 1. vuoto 2. no 3. no 4. no 5. dipende dalle dimensioni delle stanze 9) Dal suo punto di vista, qual è la necessità principale che si ha nella corretta gestione delle stanze? 1. vuoto 2. maggior ordine e pulizia da parte di tutti 3. spazi più ampi 4. maggior spazio, muri differenti 5. la densità’ dei letti e dei mobili è eccessiva
10) Pensa che la presenza di un separatore tra i vari letti presenti all’interno di ogni stanza possa servire a migliorare: lo spazio personale degli ospiti, la loro convivenza in dormitorio, il sonno o il senso di tranquillità? 1. vuoto 2. tutti sì 3. lo spazio personale degli ospiti, il sonno e il senso di tranquillità’, no la convivenza 4. lo spazio personale degli ospiti, il senso di tranquillità’, no convivenza e sonno 5. tutti sì
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11) C’è qualcosa che le piacerebbe dirci riguardo al nostro progetto che non ha avuto modo di poter spiegare nelle risposte precedenti? 1. vuoto 2. vuoto 3. vuoto 4. vuoto 5. vuoto
Considerazioni Per la quasi totalità degli operatori, indipendentemente dall’età o dall’esperienza di gestione di centri accoglienza, le cause principali di litigio tra compagne di stanza, qualora vi fossero, sarebbero le seguenti: orari diversi sonno/veglia, uso del cellulare oltre il limite orario, rumori (russare, sbattere porte e ante), tapparelle alzate o abbassate, finestre chiuse o aperte, furti. Gli operatori hanno notato che piccoli accorgimenti, come l’uso esclusivo di un letto, un comodino ed un armadio, possano garantire alle ospiti la sensazione di avere uno spazio proprio. Necessarie parrebbero essere la privacy visiva ed uditiva nelle camere da letto, con priorità della prima. Gli operatori hanno evidenziato la necessità di uno o più elementicontenitori per riporre gli oggetti personali delle ospiti, soprattutto nel tragitto camera da lettobagno ed un separatore tra i letti. Di particolare interesse risulta essere il commento inerente alle barriere create per aumentare la privacy personale delle donne accolte, in quanto quest’ultime sostengono di non aver mai voluto suddividere l’ambiente al contrario di quanto notato dagli operatori che evidenziano come letti e armadi vengano spostati per creare separazione.
L’inserimento di separatori ambientali all’interno delle camere da letto parrebbe essere un pericolo solo in relazione alle dimensioni delle stesse, in cui ci sarebbe un’esigenza imminente di alleggerire lo spazio ed un forte bisogno di maggior ordine e pulizia. Infine la presenza di un separatore tra i letti favorirebbe il senso di privacy, il sonno e la tranquillità tra i compagni di stanza, ma non la convivenza, poichè sottolineerebbe ulteriormente il senso di individualità delle ospiti.
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Risposte degli ospiti 1) Quanti anni
1. 18-40 anni 2. 18-40 anni 3. 41-60 anni 4. 41-60 anni 5. più’ di 60 anni 6. più di 60 anni
2) Da quanto tempo alloggia nei centri accoglienza? 1. 0-5 anni 2. 0-5 anni 3. 0-5 anni 3. più di 10 anni 4. 6-10 anni 5. 6-10 anni 6. 6-10 anni
3) Cos’è per lei la riservatezza?
1. un posto in cui posso stare con me stessa 2. avere la propria privacy per stare in solitudine 3. stare in disparte 4. rispettare l’altro 5. è un modo per stare tranquilla 6. un modo per stare da sola in tranquillità
4) Il suo posto letto è un luogo dove può stare privatamente in serenità? C’è un altro luogo dove sente di avere una zona propria all’interno della struttura? 1. è tranquillo ma non è casa 2. il letto in tarda serata 3. nel letto ed in bagno 4. ho i miei spazi in camera ma sento la mia riservatezza quando sono nella postazione pc 5. purtroppo no, sono in camera con un’altra persona 6. sì, io e la mia compagna di stanza rispettiamo i nostri spazi
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5) La condivisione della stanza è per lei fonte di tranquillità o di sconforto? Nel caso fosse fonte di sconforto, qual è la circostanza per cui trova più difficile la convivenza? 1. tranquillità, sempre meglio del dormitorio 2. sconforto, la convivenza mi pesa quando si è tutti nel luogo comune il giorno ed il non rispetto del sonno altrui la mattina 3. tranquillità 4. dipende dal mio umore, la convivenza mi pesa quando le altre ospiti litigano 5. sconforto, non è possibile andare d’accordo con gli altri 6. sconforto, la convivenza mi pesa per il mancato rispetto reciproco 6) Le è mai successo di creare barriere in modo da avere una maggiore riservatezza? 1. no 2. no 3. no 4. si con un cuscino 5. si ho spostato il letto 6. no
7) Che cosa pensa possa migliorare la sua permanenza in dormitorio che ora non è presente nella sua stanza e perchè? 1. nulla 2. nulla 3. nulla 4. un frigo o un microonde per poter avere uno spazio ancora più mio 5. una tendina 6. infissi che si chiudano bene
8) Pensa che la presenza di un separatore tra il suo letto e quello dei suoi compagni di stanza possa servire a migliorare: il suo spazio personale, la convivenza in dormitorio, il sonno, il senso di tranqullità? 1. tutti no 2. sì, il senso di tranquillità, no il sonno, le altre no risposta 3. tutti no 4. tutti no 5. sì, lo spazio personale e la convivenza in dormitorio, sì e no il sonno, senso di tranquillità no risposta 6. tutti no
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9) C’è qualcosa che le piacerebbe dirci a riguardo del nostro progetto che non ha avuto modo di spiegare nelle risposte precedenti? 1. tutto ok 2. no 3. vuoto 4. ascensore funzionante, para spifferi 5. no comment (cit) 6. ascensore funzionante
Considerazioni Per la quasi totalità delle ospiti, indipendentemente dall’età o dal tempo di ospitalità trascorso in dormitori, il senso di riservatezza è generato da uno spazio in cui è possibile stare tranquille in solitudine, dove le proprie esigenze vengono rispettate. Questo luogo viene identificato col proprio letto (magari in tarda serata), nei momenti d’intimità in bagno o nell’atto di utilizzare la postazione computer. La presenza di una o più persone all’interno della propria stanza genera, alternativamente, tranquillità (per la confidenza e l’empatia che si genera tra i pochi compagni di stanza, a differenza del dormitorio) e sconforto (per il mancato rispetto dell’altro in camera e nei luoghi comuni). La maggior parte delle ospiti afferma di non aver mai creato barriere attorno al proprio letto per procurarsi maggiore privacy e pensa che un eventuale separatore in stanza non possa migliorare il proprio spazio personale, la convivenza, il sonno od il senso di tranquillità. Invece, in generale, un maggior comfort della permanenza sarebbe garantito bloccando gli spifferi d’aria provenienti da infissi troppo vecchi, potendo disporre di una tendina per chiudere a piacere il proprio letto, potendo disporre di un ascensore funzionante e di un frigo e microonde personali.
70
71
Esigenze emerse dall’analisi dei questionari Esigenze Utenza Finale
Prestazioni attese
● Senso di riservatezza
● Dal punto di vista degli ospiti è emerso che avere accesso ad una postazione computer ed avere un proprio letto e comodino ad uso esclusivo accentuano la sensazione di un proprio luogo personale e riservato
● Privacy uditiva
● Materiali fonoassorbenti che riducono i rumori, possibili disturbatori della tranquillità degli ospiti, come per esempio il rumore prodotto: dallo sbattere delle porte, dal russare del vicino di letto, delle sveglie o dal compagno di stanza che si prepara al mattino
● Deposito
● Contenitore sicuro per i propri effetti personali di piccola dimensione ● Contenitore per oggetti adibiti all’igiene personale, possibilmente trasportabile comodamente dalla camera al bagno
● Privacy visiva
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● Alcuni ospiti sostengono che l’uso di una tendina possa comportare un senso di tranquillità
Esigenze Utenza di Gestione
Prestazioni attese
● Convivenza pacifica
● Garantire privacy uditiva e visiva in modo da garantire uno spazio personale agli ospiti così che siano ridotti i litigi tra compagni di stanza
● Ordine e pulizia
● Creare ripiani o tasche per lo stivaggio degli oggetti di media dimensione in modo da creare ordine nelle stanze e facilitarne la pulizia
● Relazione tra compagni di stanza
● Non introdurre separatori che isolino totalmente i letti facendo in modo che non ostacolino la relazione e l’interazione tra gli ospiti
Necessità di privacy visiva ottenibile mediante delle possibili tendine, che non isolino totalmente gli ospiti l’uno dall’altro. Si è notato che gli ospiti sentono un senso di riservatezza nel loro posto letto e nella postazione computer. Inoltre vi è una necessità di privacy uditiva ottenibile mediante materiali fonoassorbenti.
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Analisi del quadro normativo
Analisi delle strutture di accoglienza
Analisi dei questionari
Quadro esigenziale e prestazionale
74
Quadro esigenziale e prestazionale
CAPITOLO
04
75
QUADRO ESIGENZIALE E PRESTAZIONALE
Unione delle esigenze emerse nei capitoli precedenti Esigenze derivanti dall’analisi delle normative Esigenze
Prestazioni attese
● Sicurezza
● Materiali ed oggetti non nocivi o contundenti per evitare che gli ospiti danneggino se stessi o gli altri ● Materiali non vandalizzabili e difficilmente usurabili così che gli ospiti non possano compromettere in maniera permanente gli arredi dell’ambiente ● Stoccaggio oggetti personali di piccola taglia (come telefonini o portafogli) in luoghi sicuri che si possano chiudere a chiave ed essere aperti solo dall’ospite possessore di tali beni
● Benessere
● Comfort termoigrometrico, ottenibile mediante il controllo e la regolazione della temperatura e dell’umidità presenti nella struttura, al fine di garantire il benessere psico-fisico della persona. Condizioni invernali di benessere: temperatura tra i 20-24C° Condizioni estive di benessere: temperatura tra i 23-26C° Umidità relativa: trail 30%-70% ● Corretto bilanciamento dell’illuminazione artificiale e naturale degli ambienti. La camera da letto deve presentare un’illuminazione diffusa il cui livello di illuminamento medio deve essere compreso tra i 200-750 lux, con una temperatura colore compresa tra i 3000-3500 K in grado di generare una luce bianco calda avente indice di resa cromatica Ra>90; sorgenti luminose direzionali sono consigliate in corrispondenza dei comodini ● Privacy uditiva per garantire una barriera acustica in modo da assicurare la quiete nel dormitorio ● Privacy visiva per garantire una barriera visiva in modo da assicurare l’intimità personale di ognuno
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● Ventilazione degli ambienti che permette di migliorare il livello di comfort all’interno di un ambiente confinato agendo sulla qualità dell’aria; per gli edifici residenziali, non artificialmente ventilati, si può assumere un tasso di ricambio d’aria pari a 0,3 volumi/h
● Fruibiltà
● 6 m² di superficie personale per ogni posto letto in modo che ogni persona disponga di uno spazio personale minimo ● Accesso per persone con disabilità funzionale, così che ogni persona abbia la possibilità di poter raggiungere il dormitorio
● Aspetto
● Impiego di colori delle tonalità di: - verde e azzurro, colori rilassanti che generano un senso di tranquillità e di relax, avendo così un effetto calmante per la mente. - giallo, colore stimolante, che attiva e dà energia trasmettendo una sensazione di ottimismo. - bianco e beige, colori neutri e freddi, chiaro simbolo di purezza e di semplicità che non scatenano cambiamenti emotivi.
● Gestione
● Materiali facilmente pulibili così che all’arrivo di un nuovo ospite si possano sterilizzare
● Salvaguardia dell’ambiente
● Manutenibilità dei componenti in modo da poter sostituire facilmente le parti più usurate, senza dismettere l’intero manufatto
Legenda
materiali economici e manutenibili materiali non nocivi
materiali pulibili e non vandalizzabili stivaggio oggetti privacy visiva
privacy uditiva benessere
flessibilità mobilità 77
Esigenze derivanti dall’analisi delle strutture di accoglienze Esigenze
Prestazioni attese
● Gestione
● Materali lavabili e difficilmente vandalizzabili, in modo da poterli sterilizzare all’arrivo di un nuovo ospite ● Materiali economici, poichè le cooperative non dispongono di grosse somme di denaro per finanziare nuovi progetti ● Materiali manutenibili, per avere bassi costi nel ricambio pezzi
● Privacy uditiva
● Materiali fonoassorbenti per attutire i rumori prodotti dagli ospiti nel sotto, le sveglie mattutine o lo sbattere delle porte
● Stivaggio
● Possibilità di stivare oggetti, poichè si è notato che molti costruiscono appendini fai da te e necessitano di stivare i propri oggetti per l’igene personale che poi verranno portati in bagno ● Possibilità di stivare gli affetti personali e chiuderli a chiave
● Privacy visiva
● Possibilità di crearsi un proprio spazio personale dove poter stare in intimità con se stessi ● Possibilità di schermare la luce emessa dai cellulari o dalle lampade durante la notte ● Materiale del divisore con opacità diverse per impedire la vista altrui all’interno della propria area personale, permettendo il passaggio della luce naturale delle finestre
78
● Ottimizzazione dello spazio
● Creazione di separatori che non impieghino molto spazio per lasciare libero il passaggio
● Mobilità
● Possibilità di muovere il divisore, in modo che ogni ospite possa spostarlo a proprio piacimento
● Flessibilità
● Possibilità di porre il divisore a seconda delle necessità dell’ambiente poichè deve essere adattabile a più strutture
Legenda
materiali economici e manutenibili materiali non nocivi
materiali pulibili e non vandalizzabili stivaggio oggetti privacy visiva
privacy uditiva benessere
flessibilità mobilità 79
Esigenze emerse dall’analisi dei questionari Esigenze utenza finale
Prestazioni attese
● Senso di riservatezza
● Dal punto di vista degli ospiti è emerso che avere accesso ad una postazione computer ed avere un proprio letto e comodino ad uso esclusivo accentuano la sensazione di un proprio luogo personale e riservato
● Privacy uditiva
● Materiali fonoassorbenti che riducono i rumori, possibili disturbatori della tranquillità degli ospiti, come per esempio il rumore prodotto: dallo sbattere delle porte, dal russare del vicino di letto, delle sveglie o dal compagno di stanza che si prepara al mattino
● Deposito
● Contenitore sicuro per i propri effetti personali di piccola dimensione ● Contenitore per oggetti adibiti all’igene personale, possibilmente trasportabile comodamente dalla camera al bagno
● Privacy visiva
80
● Alcuni ospiti sostegono che l’uso di una tendina possa comportare un senso di tranquillità
Esigenze utenza di gestione
Prestazioni attese
● Convivenza pacifica
● Garantire privacy uditiva e visiva in modo da garantire uno spazio personale agli ospiti così che siano ridotti i litigi tra compagni di stanza
● Ordine e pulizia
● Creare ripiani o tasche per lo stivaggio degli oggetti di media dimensione in modo da creare ordine nelle stanze e facilitarne la pulizia
● Relazione tra compagni di stanza
● Non introdurre separatori che isolino totalmente i letti facendo in modo che non ostacolino la relazione e l’interazione tra gli ospiti
Legenda
materiali economici e manutenibili materiali non nocivi
materiali pulibili e non vandalizzabili stivaggio oggetti privacy visiva
privacy uditiva benessere
flessibilità mobilità 81
Importanza delle esigenze emerse relazionate ai contesti indagati Analisi delle normative Materiali economici e manutenibili
Materiali non nocivi
Materiali pulibili e non vandalizzabili
Stivaggio oggetti
Privacy visiva
Privacy uditiva
Benessere
FlessibilitĂ
MobilitĂ
82
Analisi dei qustionari
Analisi dei dormitori
Punteggio medio
LEGENDA L’esigenza compare 2 volte nell’analisi in questione L’esigenza compare 1 volta nell’analisi in questione L’esigenza compare 0 volte nell’analisi in questione
Classifica punteggio 1,6/2
- PRIVACY VISIVA
punteggio 1,3/2
- STIVAGGIO OGGETTI - PRIVACY UDITIVA - FLESSIBILITA’
punteggio 1,0/2
- MATERIALI ECONOMICI E MANUTENIBILI - MATERIALI PULIBILI E NON VANDALIZZABILI
punteggio 0,6/2
- BENESSERE
punteggio 0,3/2
- MATERIALI NON NOCIVI - MOBILITA’
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Privacy visiva Dagli studi sino ad ora condotti è possibile notare come tra tutte le esigenze la più richiesta sia quella di avere una propria privacy visiva. A ciascun individuo, infatti, ineriscono inconfutabilmente istanze di riservatezza della vita privata, la cui tutela si rende necessaria ai fini di una piena realizzazione della dignità personale e dell’identità del singolo. Infatti, qualora questi aspetti non venissero rispettati, l’uomo si sentirebbe violato nella propria dignità. Sulla base dei questionari sottoposti alla compilazione da parte degli ospiti, risulta che questi ultimi necessitino di un proprio spazio personale in cui sentirsi sicuri e liberi di essere se stessi. Per molti questo senso di privacy si rispecchia nel loro posto letto, tuttavia non viene mai percepito come completo in quanto non si verifica mai una condizione tale da poter garantire un soddisfacimento di tale bisogno. Ciò infatti è dovuto al fatto che, eccezione fatte per le camere singole, tutti gli ospiti si trovino a condividere i propri spazi personali, soventemente con perosne a loro sconosciute. Tuttavia nel rispetto di questa esigenza non è possibile intervenire in modo del tutto rivoluzionario. Infatti qualora si andasse ad introdurre un sistema di partizione ambientale nel soddisfacimento della privacy personale, bisognerebbe tenere conto delle esigenze dell’utenza di gestione, quanto gli operatori necessitano comunque di avere il controllo e la supervisione degli ospiti. tale differenza di esigenze tra utenza di gestione e di utilizzo verrà delineata nel paragrafo successivo. Infine è necessario sottolineare come a questo bisogno corrispondano però ulteriori esigenze che risultano come bisogni secondari, ma da tenere in considerazione durante la progettazione e che verranno delinaeti come linee guida alla progettazione nei capitoli successivi.
84
Esigenze relative alle varie utenze Nel delineare quelle che sono le esigenze fondamentali sino ad ora emerse è necessario distinguere i bisogni dell’utenza finale, da quelli dell’utenza di gestione. Infatti nel soddisfare le esigenze degli ospiti è necessario tenere conto di quelle che sono le esigenze degli operatori. Infatti introducendo un elemento, volto a rispondere ai requisiti espressi dall’utenza finale è necessario tenere in considerazione il fatto che la gestione di questo elemento spetterà agli operatori del centro. Pertanto è necessario tenere conto di quelli che sono gli aspetti che tengono in considerazione le esigenze relative alla gestione. Un esmpio può essere la pulizia, infatti il materiale impiegato dovrà essere facilemnete pulibile. Inoltre l’oggetto non dovrà essere motivo di pericolo per gli ospiti e quindi dovrà rispettare alcuni requisiti dettati dalla normativa quali l’uilizzo di materiali non contundenti o facilmente infiammabili. Solo rispettando le esigenze di entrambe le utenze sarà possibile un podotto funzionale e adatto a tale contesto. In seguito vengono risportati gli schemi relativi all’esigenza di privacy visiva e ai bisogni secondari cui dovrà rispondere il progetto, suddivisi in base alle diverse utenze.
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Esigenze dell’utenza di gestione Prestazione attesa privacy visiva garantita dalla possibilità di avere un proprio spazio personale con un materiale che schermi possibili molestie luminose dei compagni di stanza permettendo però il passaggio della luce solare dalle finestre
Requisito privacy visiva per garantire una barriera visiva che assicuri l’intimità personale di ogni utente
Prestazione attesa privacy visiva ottenibile mediante un ostacolo che impedisce parzialmente la vista tra compagni di stanza, spesso sconosciuti, in modo da garantiere al singolo momenti di intimità
Requisito possibilità di sorvegliare gli ospiti
86
PRIVACY VISIVA
Requisito relazione tra compagni di stanza
Requisito materiale del divisore con opacità diverse per impedire la vista altrui all’interno della propria area personale, permettendo il passaggio della luce naturale delle finestre
Requisito possibilità di crearsi un proprio spazio personale dove poter stare in intimità con se stessi
Prestazione attesa non introdurre separatori che isolino totalmente i letti facendo in modo che non ostacolino la relazione e l’interazione tra gli ospiti
Stivare ordinatamente gli oggetti degli ospiti per garantire più ordine e facilitare la pulizia
Possibilità di accesso per le persone con disabilità funzionali
Possibilità di modificare la configurazione del divisore a seconda delle necessità dell’ambiente
FLESSIBILITA’ STIVAGGIO OGGETTI
Creazione di separatori che non impieghino molto spazio per lasciare libero il passaggio
PRIVACY VISIVA Materiali difficilmente vandalizzabili e pulibili, in modo da poterli sterilizzare all’arrivo di un nuovo ospite
Materiali manutenibili, per aver bassi costi nel ricambio dei pezzi
Materiali economici, poichè le cooperative non dispongono di grosse somme di denare per finanziare nuovi progetti
GESTIONE
Materiali ed oggetti non nocivi e non contundenti per evitare che gli ospiti danneggino se stessi o gli altri ospiti 87
Esigenze dell’utenza finale Prestazione attesa privacy visiva garantita dalla possibilità di avere un proprio spazio personale con un materiale che schermi possibili molestie luminose dei compagni di stanza permettendo però il passaggio della luce solare dalle finestre
Requisito privacy visiva per garantire una barriera visiva che assicuri l’intimità personale di ogni utente
Prestazione attesa privacy visiva ottenibile mediante un ostacolo che impedisce parzialmente la vista tra compagni di stanza, spesso sconosciuti, in modo da garantiere al singolo momenti di intimità
Requisito maggior riservatezza quando l’utente è coricato nel proprio letto
88
PRIVACY VISIVA
Requisito possibilità di schermare la luce emessa dai cellulari o dalle lampade durante la notte
Requisito pateriale del divisore con opacità diverse per impedire la vista altrui all’interno della propria area personale, permettendo il passaggio della luce naturale delle finestre
Requisito possibilità di crearsi un proprio spazio personale dove poter stare in intimità con se stessi
Prestazione attesa privacy visiva ottenibile mediante l’impiego di “tendine” che non isolino totalmente gli spiti l’uno dall’altro
Stivare oggetti per l’igene personale, che in seguito possano essere trasportati comodamente in bagno
Possibilità di muovere il divisore, in modo che l’ospite possa spostarlo a proprio piacimento
Contenere i propri effetti personali, di piccole dimensioni, in posti sicuri
Possibilità di appendere i vestiti, poichè molti hanno costruito appendini fai da te STIVAGGIO OGGETTI
FLESSIBILITA’
PRIVACY VISIVA
PRIVACY UDITIVA
BENESSERE
Garantire una barriera acustica in modo da assicurare la quite nel dormitorio
Spazio personale di minimo 6m² per ogni persona Materiali fonoassorbenti che riducono i rumori come sveglie, porte sbattute o il russare dei compagni di stanza
Colori che seguono le tonalità di verde azzurro, verde, giallo, bianco e beige 89
Analisi del quadro normativo
Analisi delle strutture di accoglienza
Analisi dei questionari
Quadro esigenziale e prestazionale
Analisi dei casi studio
Sviluppo del concept
Conclusioni
90
Analisi dei Quadro casi studio normativo
CAPITOLO
01 05
91
CASI STUDIO
Indice di valutazione dei casi studio Col fine di approfondire l’indagine relativa a sistemi di partizione già esistenti, è stata condotta una ricerca di casi studio impiegati all’interno di strutture di accoglienza ed ostelli; e separatori di design ed installazioni artistiche. Per ogni caso studio analizzato viene riportata una breve descrizione, in cui vengono sottolineati punti di forza e debolezze del prodotto. Attraverso una valutazione che prende in considerazione l’inquadramento normativo di riferimento e i bisogni emersi dall’analisi del dormitorio e dei questionari, è possibile individuare i sette indici, riportati in seguito, con cui verranno valutati i casi studio trattati nelle pagine successive. 1. BARRIERA UDITIVA Controllo delle fonti di rumore Negli spazi di pernottamento devono essere adottate soluzioni che riducano l’incidenza dei rumori emessi da persone intente in altre attività, ma che condividono il medesimo ambiente, attraverso distanze idonee ed elementi di separazione acustica. Queste devono intervenire sia sulle possibili fonti, scegliendo una tipologia d’arredamento con ridotta emissione di rumori in caso di sollecitazioni, sia sulle modalità di propagazione dei suoni, attraverso soluzioni che ne permettano la riduzione. 2. BARRIERA LUMINOSA Controllo dell’illuminazione artificiale Deve essere garantita l’illuminazione del proprio spazio di pernottamento attraverso elementi di luce diretta, venendo applicati ad ogni postazione. Devono essere adottate soluzioni che permettano di non disturbare le altre persone presenti nell’ambiente, prevedendo la possibilità d’illuminare zone circoscritte ed evitando che possano essere direzionate. Deve essere inoltre
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permessa la gestione dell’accensione e dello spegnimento delle luci dell’ambiente in maniera agevole, attraverso sistemi che garantiscano agli utenti di poterlo fare dal proprio posto letto ed evitando di dover procedere al buio. 3. BARRIERA VISIVA Privacy visiva dell’area personale La possibilità di riservatezza nel corso dell’utilizzo degli spazi di pernottamento deve avvenire attraverso sistemi di schermatura visiva. Questi possono essere sia fissi, risultanti da scelte morfologiche e da tipologie di arredamenti, sia mobili, attraverso elementi gestibili dagli stessi utenti in base alle necessità. Devono proteggere dalla visione diretta delle altre persone, in particolar modo dalle postazioni di pernottamento degli altri utenti presenti nell’ambiente, oltre che da eventuali punti di passaggio. Lo spazio del letto risulta l’elemento principale da schermare, permettendo eventualmente anche di estenderla all’area circostante. 4. STIVAGGIO EFFETTI PERSONALI Sicurezza dai furti e condizioni agevoli d’utilizzo Devono essere presenti elementi nei quali gli ospiti possano riporre i propri beni personali, prevedendo chiusure attraverso sistemi di sicurezza, per rendere inaccessibile lo spazio agli utenti non interessati, compresi anche coloro con cui viene condiviso l’ambiente per il pernottamento. La loro gestione deve essere affidata ai singoli utenti, ma gli operatori devono avere la possibilità di accedervi in caso di situazioni di emergenza. Gli ambienti destinati al pernottamento devono prevedere elementi ed attrezzature che permettano agli utenti di riporre in spazi adeguati i propri indumenti ed oggetti personali, venendo collocati nei pressi del proprio letto. Questi spazi
devono avere dimensioni coerenti ai beni che devono essere riposti, venendo caratterizzati da suddivisioni interne per permetterne una migliore gestione. Gli elementi su cui gli utenti riposano e nei quali ripongono le proprie cose devono essere, inoltre, facilmente utilizzabili in qualsiasi stato di salute, garantendone anche un’agevole fruibilità in caso di emergenza, evitando di incorrere in situazioni di pericolo. 5. INGOMBRO MINIMO La forma segue la funzione Il divisore deve essere dimensionalmente adeguato all’ambiente in cui si inserisce, deve essere progettato partendo dalle sue funzionalità potenziali cosicchè tutte le componenti siano necessarie e non vi sia un’occupazione di spazio inutile. Considerando le dimensioni contenute dei dormitori, la presenza, spesso, di una unica finestra e di una singola via di accesso alla camerata che serve tutti gli ospiti, il sistema di partizione deve essere il meno visivamente impattante possibile per favorire aereazione ed illuminazione naturale e in tutta la stanza. 6. MOBILITÀ Facilità di installazione in diversi contesti La componibilità del sistema di partizione ne permette un facile trasporto, stivaggio ed eventuale ricollocamento. Gli utenti e gli operatori in fase di montaggio possono scegliere la configurazione che maggiormente si adatta alle proprie necessità. Le giunzioni reversibili, il design per componenti e la moularità incrementano la mobilità del sistema, che quando non è in utilizzo può essere smontato e stivato agevolmente e qualora vi fossero elementi non più del tutto integri la sostituzione o la riparazione delle stesse può essere effettuata all’istante. Tutte queste
caratteristiche valutano la facilità con cui il divisore possa essere adeguatamente installato in dormitori diversi senza perdere la sua funzionalità. 7. SICUREZZA Incolumità degli utenti e degli operatori Il sistema di partizione ambientale è stato progettato rifacendosi attentamente alla normativa italiana UNI 8289 del 1981 la quale classifica e definisce i bisogni che garantiscono lo sviluppo adeguato delle azioni, definibili come esigenze, utili al raggiungimento di una condizione di soddisfacimento materiale o morale all’interno degli ambienti di una qualsiasi struttura, garantendo l’attinenza con le richieste da parte dell’utenza. Quindi la classificazione proposta dalla normativa si compone delle seguenti voci: Fruibilità, ovvero: “Insieme delle condizioni relative all’attitudine del sistema edilizio ad essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento dell’attività”⁹. Benessere, ovvero: “Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute ed allo svolgimento delle attività degli utenti”¹⁰. Sicurezza, ovvero: “Insieme delle condizioni relative all’incolumità degli utenti, nonché alla difesa e prevenzione di danni in dipendenza da fattori accidentali, nell’esercizio del sistema edilizio”¹¹. Gestione, ovvero: “Insieme delle condizioni relative all’economia dell’esercizio del sistema edilizio”¹². L’analisi dei casi studio, secondo questi parametri è volta, insieme agli studi fino ad ora condotti , quindi, a delinare quelle che saranno le linee guida da rispettare durante lo sviluppo del concept. Infatti prendendo esempio dai vari separatori esistenti oggigiorno è possibile paragonarli tra loro e vedere in che modo le funzioni sopra elencate vengano soddisfatte in modo più appropriato.
UNI 8289:1981, Edilizia. Esigenze dell’ utenza finale. Classificazione. ¹⁰ UNI 8289:1981, op. cit. ¹¹ UNI 8289:1981, op. cit. ¹² UNI 8289:1981, op. cit.
9
93
Guida alla lettura del modello di valutazione dei casi studio La soluzione grafica realizzata per effettuare e leggere la valutazione di ciscun caso studio consta di un primo sistema circolare ed uno lineare. Il primo vede posto al centro il punteggio totale attribuito al caso studio per la garanzia della privacy individuale ed il benessere. Questi è attribuito in base alla media aritmetica dei punteggi da 1 a 10 assegnati a ciascuno degli indici di valutazione precedentemente trattati, come da esempio (figura 21). Il secondo modello, è una rappresentazione più sintetica volta a delinaresoltanto il punteggio totale attribuito al caso studio. Questo modello è stato utile per delineare quelli che sono gli aspetti positivi e negativi di ciasun sistema di partizione analizzato. Obiettivo finale infatti è quello di valutare in che modo i casi studio rispondono a determinati bisogni ed analizzare quali altre necessità dell’utenza fino ad ora non considerate possano eventualmente emergere da tale analisi. Nella pagina successiva viene riportato il modello impiegato nelle singole valutazioni.
Barriera luminosa 7
Barriera visiva 9
Barriera uditiva 2
Stivaggio effetti personali 4
5.6 Ingombro minimo 7
Sicurezza 9
Mobilità 1
1
5
10
FIG. 21 Esempio di valutazione caso studio 94
2
1
3
4
Punteggio totale attribuito al caso studio per la garanzia della privacy individuale ed il benessere (media aritmetica) 5
7 6
Visualizzazione grafica del punteggio totale attribuito al caso studio
Indici di valutazione per la constatazione del livello di privacy individuale e benessere garantito dal caso studio in analisi
1
5
10
95
Centri accoglienza, rifugi temporanei, dormitori e ostelli SOFTSHELTER 2011 Molo Design Stephanie Forsythe e Todd MacAllen Vancouver, Canada
Lo studio canadese Molo ha progettato Softshelter, un sistema di partizioni di carta kraft che crea uno spazio personale allâ&#x20AC;&#x2122;interno di dormitori al fine di fornire agli individui e alle famiglie un senso di privacy. Come una fisarmonica, le pareti di carta kraft si possono ritrarre ed espandere, grazie alla
96
struttura ad alveare. Inoltre le pareti si uniscono tra loro mediante pannelli magnetici rimovibili, quindi lâ&#x20AC;&#x2122;assemblaggio di diversi Softshelter in un dormitorio richiede il lavoro di poche persone. Infine la natura flessibile delle pareti consente il posizionamento anche in spazi irregolari.
Barriera luminosa 7
Barriera visiva 10
Barriera uditiva 4
Stivaggio effetti personali 3
5.2 Ingombro minimo 5
Sicurezza 9
Mobilità 9
1
5
10
FLESSIBILITÀ
INFIAMMABILITÀ
MODULARITÀ
SCARSA STABILITÀ 97
HOSTEL TRESOR 2014 Lubiana, Slovenia Questo ostello di Lubiana offre un’ottima privacy anche nella sua soluzione più economica, la camerata da dieci posti. Infatti ogni abitacolo, composto da un letto a castello e cassettiera, è delimitato da una struttura in ferro nero nella quale sono inserite le guide per le tende colorate in tessuto sintetico che separano gli spazi. In questo modo agli ospiti coricati è impedito il contatto visivo reciproco in ogni direzione ma in maniera reversibile.
98
Barriera luminosa 7
Barriera visiva 9
Barriera uditiva 2
Stivaggio effetti personali 4
5.6 Ingombro minimo 7
Sicurezza 9
Mobilità 1
1
5
10
SEMPLICITÀ
IMMOBILITÀ
SCHERMATURA COMPLETA
STRUTTURA A GABBIA 99
HANGAR TEMPELHOF 2015 Berlino, Germania
I dormitori, allestiti nei locali dell’ex aeroporto berlinese, sono costruiti con separé larghi al massimo 25 m² in plastica e alluminio. Oltre all’assenza di spazi privati, all’interno della struttura non ci sono bagni a disposizione, né docce. Per i bisogni personali, infatti, i circa 2.000 migranti che vivono nell’hangar devono uscire fuori
100
dall’aeroporto dove sono stati allestiti 170 bagni chimici. Una quantità che risulta essere davvero esigua rispetto al numero delle persone che ne usufruiscono. Per fare la doccia si deve utilizzare la vicina piscina pubblica, ma questo è consentito ad ognuno solo un paio di volte a settimana.
Barriera luminosa 5
Barriera visiva 10
Barriera uditiva 6
Stivaggio effetti personali 2
5.9 Ingombro minimo 7
Sicurezza 7
Mobilità 4
1
5
10
CONTABILITÀ
IMMOBILITÀ
MODULARITÀ
SCARSA FLESSIBILITÀ 101
SANT’ ELIA - centro di accoglienza profughi 2016 Italia
Nel centro di accoglienza istituito presso la chiesa greco cattolica di Sant’Elias abitano circa ottanta persone; le camere per le singole famiglie sono state ricavate da una grande sala divisa attraverso separatori di plastica scura, con finta finitura lignea, aventi una parte fissa ed una mobile “a soffietto” per consentire l’accesso all’abitacolo.
102
Nonostante l’intimità garantita ad ogni famiglia da questi separatori, sussiste il problema dello scarso controllo effettuato dal personale nei confronti degli ospiti del centro poichè i divisori isolano completamente le persone dalla sorveglianza e pertanto si riscostrano disagi come accumulo di rifiuti e scarsa igiene.
Barriera luminosa 5
Barriera visiva 10
Barriera uditiva 6
Stivaggio effetti personali 0
4.4 Ingombro minimo 3
Sicurezza 6
Mobilità 1
1
ACCESSO INDIVIDUALE
5
10
COLORI E MATERIALI SCHERMATURA TOTALE 103
COMMONWEAL PODS 2017 Aldworth, James & Bond Reed Watts Deptford, Regno Unito
Un innovativo sistema di cuccette coperte per senzatetto è stato concepito per offrire privacy e maggiore sicurezza a coloro che le utilizzano come camere temporanee. Le strutture di 2.1 metri di altezza, 2.1 di lunghezza e 1.9 di larghezza, sono realizzate in multistrato ignifugo di betulla spesso 18 mm e dispongono di divisori per la privacy composti da una piattaforma rialzata
104
su cui poggia il materasso e da uno spazio di archiviazione per gli effetti personali. Due dei pannelli laterali sono condivisi con il pod adiacente ed una tenda offre lâ&#x20AC;&#x2122;opportunitĂ di chiudere ulteriormente lo spazio personale nelle ore notturne. I pod sono stati progettati per essere pratici, convenienti e facili da assemblare senza attrezzi.
Barriera luminosa 5
Barriera visiva 9
Barriera uditiva 3
Stivaggio effetti personali 3
5 Ingombro minimo 4
Sicurezza 6
Mobilità 5
1
5
10
SEMPLICITÀ
IMMOBILITÀ
SCHERMATURA COMPLETA
STRUTTURA A GABBIA 105
PAPER PARTITION SYSTEM 2018 Sheigeru Ban Kurashiki, Prefettura di Okayama, Giappone
Vincitore del Premio Pritzker Prize, questo sistema di partizione in cartone per sfollati è opera dell’architetto giapponese Shigeru Ban, che si è unito al team del Voluntary Architects’ Network (VAN) per costruire un set di divisori di carta e tessuto volti ad ospitare all’interno delle palestre scolastiche i sopravvisuti delle piogge torrenziali abbattutesi sul Giappone quell’anno. Insieme ai
106
volontari, Ban ha eretto un sistema modulare di partizioni utilizzando tubi di carta riciclata, pannelli di cartone e tessuto per creare aree in grado di garantire un minimo di intimità e privacy ai rifugiati. I materiali impiegati nella struttura possono essere riciclati nuovamente una volta smontato il tutto. Il divisore è anche stato utilizzato dopo il terremoto di Amatrice in Italia.
Barriera luminosa 2
Barriera visiva 8
Barriera uditiva 1
Stivaggio effetti personali 2
5.3 Ingombro minimo 8
Sicurezza 7
Mobilità 9
1
MATERIALI
5
10
SEPARAZIONE
COMPONIBILITÀ SEMPLICITÀ 107
DISASTER SHELTER DIVIDER MODULE 2018 Dnijel Juric Concept
Un innovativo sistema di cuccette coperte per senzatetto è stato concepito per offrire privacy e maggiore sicurezza a coloro che le utilizzano come camere temporanee. Le strutture di 2.1 metri di altezza, 2.1 di lunghezza e 1.9 di larghezza, sono realizzate in multistrato ignifugo di betulla spesso 18 mm e dispongono di divisori per la privacy composti da una piattaforma rialzata
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su cui poggia il materasso e da uno spazio di archiviazione per gli effetti personali. Due dei pannelli laterali sono condivisi con il pod adiacente ed una tenda offre lâ&#x20AC;&#x2122;opportunitĂ di chiudere ulteriormente lo spazio personale nelle ore notturne. I pod sono stati progettati per essere pratici, convenienti da realizzare e facili da assemblare senza attrezzi.
Barriera luminosa 1
Barriera visiva 8
Barriera uditiva 1
Stivaggio effetti personali 0
5.4 Ingombro minimo 9
Sicurezza 10
Mobilità 9
1
5
10
STIVAGGIO
SEPARAZIONE
SEMPLICITÀ
PRIVACY 109
LAURELWOOD CENTER 2019 Portland, OREGIN, USA
Il programma è accessibile a tutti i senzariparo poichè gli ospiti possono portare all’interno della struttura i loro animali, i loro partner ed i loro beni; l’obiettivo è quello di aiutare e “riconnettere” alla società i soggetti in condizioni di disagio economico e sociale attraverso i servizi offerti. Legalmente l’occupazione massima consentita dalla struttura sarebbe di 286 individui, però il
110
Laurelwood Center ha deciso di ospitare solamente 120 persone: donne, coppie, disabili, over 55 e veterani. Il dormitorio è composto da letti singoli e matrimoniali (indicati per le coppie), a castello e non, collocati vicino alle pareti ed al centro della stanza in cui a tutti gli ospiti è garantito un minimo di privacy da muretti divisori realizzati in cartongesso.
Barriera luminosa 1
Barriera visiva 8
Barriera uditiva 5
Stivaggio effetti personali 0
3.7 Ingombro minimo 3
Sicurezza 9
Mobilità 0
1
PRIVACY VISIVA
5
10
IMMOBILITÀ VERSATILITÀ 111
A BRIDGE HOME 2019 Los Angeles, California, USA
Bridge Housing è un modello di alloggi temporanei incluso nel ricco programma di servizi volti a portare rapidamente i senzatetto di Los Angeles fuori dalle strade ed aiutarli a ricostruire una vita. La struttura offre sicurezza 24/7 e servizi in loco come: gestione dei casi, assistenza sanitaria mentale, trattamento contro l’abuso di sostanze e supporto al collocamento in alloggi permanenti. La città sta facendo particolare attenzione al fatto che i senzatetto ospitati dal centro fossero già residenti nel quartiere, infatti l’unico requisito
112
richiesto per accedere alla struttura è la “vicinanza” al sito. La struttura di El Puente ospita 45 persone ed è costituito da cinque diversi prefabbricati: quattro sono dormitori mentre uno è adibito a bagni, docce e lavanderia. I letti dei dormitori hanno tutti a fianco un comodino in legno per contenere gli oggetti personali dell’ospite e al di sotto del letto un “baule”. Ogni ospite è diviso dal vicino da pannelli plastici autoportanti di circa due metri di altezza.
Barriera luminosa 6
Barriera visiva 8
Barriera uditiva 4
Stivaggio effetti personali 5
4.9 Ingombro minimo 3
Sicurezza 4
MobilitĂ 4
1
BOX EFFETTI PERSONALI
5
10
PRIVACY VISIVA
113
Installazioni, interior design INDEX 2012 TextileLab, Stichting Stokroos Raw Color Olanda
Durante la London Design Festival del 2016, lo studio olandese Raw Color ha esposto un certo numero di opere giocose con il nome Blend (miscela). Lo studio interdisciplinare con base ad Eindhoven a presentato una gamma di prodotti, esperimenti ed installazioni che si riferiscono alla sua ricerca nel colore basati sulla ricerca cromatica. Il titolo della mostra, presentata alla galleria Aram di Londra, si riferisce ai vari media nei quali lo studio lavora: fotografia, tessile, interattivo e stampa. Una delle opere esposte di particolare interesse è la collezione Index, del 2012, che esamina la tecnica della tessitura, utilizzando tre diverse
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serie di colori dove ogni tessuto segue lo stesso processo da monotono, attraverso due tonalità, a multitono, con la prima tonalità che assume il comando mentre un nuovo tono viene aggiunto nel passaggio successivo. Questi esperimenti sono stati tradotti in pannelli verticali, consentendo di apprezzare le diverse combinazioni cromatiche. È interessante notare come la sovrapposizione dei tessuti, oltre a creare nuove tonalità, aumenti la partizione visiva, consentendo di regolare a piacere il livello di privacy.
Barriera luminosa 3
Barriera visiva 5
Barriera uditiva 0
Stivaggio effetti personali 0
5 Ingombro minimo 10
Sicurezza 8
Mobilità 9
1
5
10
CROMATISMO
PRIVACY
INGOMBRO
BOX EFFETTI PERSONALI 115
SEPARÉ ISLANDS 2014 Citterio Spa Francesco Bettoni Italia
Islands è un sistema modulare di schermi fonoassorbenti pensato per creare privacy, microambienti in aree condivise come uffici e spazi di accoglienza. Il morbido disegno a linee verticali del pannello assicura una corretta acustica ed un alto livello di privacy. La struttura è composta da un pannello in multistrato sagomato o planare,
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imbottito e rivestito in tessuto di diversi colori. Un profilo metallico fissato su entrambe le estremità consente l’aggancio tra i pannelli. Il supporto a terra è in alluminio. La flessibilità del materiale permette di modificarne la forma in base alle esigenze.
Barriera luminosa 6
Barriera visiva 10
Barriera uditiva 9
Stivaggio effetti personali 0
6.1 Ingombro minimo 6
Sicurezza 8
Mobilità 4
1
FONOASSORBENZA
5
10
BOX EFFETTI PERSNALI
COMPONIBILITÀ INGOBRO 117
NEW OLD DIVIDER 2015 Kimu Design Kimu Design Taiwan
In questo divisore per ambienti la delicatezza dell’Oriente e l’audacia dell’Occidente sono bilanciate e simbolizzate attraverso l‘unione del ventaglio di carta e la struttura metallica della cornice. Il ventaglio cartaceo ha funzioni trasformative, permettendo di esistere sia minimalmente che decorativamente; infatti variando le sue conformazioni, lo schermo è in grado di creare diverse esperienze spaziali. Il prodotto mira ad unificare le personalità e le rappresentazioni contrastanti tra le due culture orientale - occidentale. Questa dualità è rispecchiata, anche, dalla capacità del ventaglio
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di carta di esistere in tutto lo spettro d’apertura tra minimalista e decorativo. Quando questo è collassato all’interno dei telai metallici, l’estetica semplicistica crea un senso di realtà eterea, che suggerisce visivamente una separazione spaziale, mentre quando ai ventagli è permesso di espandersi nello spazio, la bellezza classica dell’estetica orientale fornisce elementi ornamentali per l’ambiente. La struttura in alluminio può essere verniciato a polvere, legno di cenere, ottone, oppure verniciato liquido; mentre il ventaglio può essere di carta nera o poliestere bianco.
Barriera luminosa 6
Barriera visiva 5
Barriera uditiva 1
Stivaggio effetti personali 0
5.3 Ingombro minimo 8
Sicurezza 8
Mobilità 9
1
5
10
MOBILITÀ
PRIVACY
CONFIGURABILITÀ
BOX EFFETTI PERSONALI
ELEGANZA ESTETICA 119
LOOM BOUND 2016 Kvadrat, Studio 180 Rive Roshan Studio Inghilterra
Loom Bound, presentato alla Milano Design Week del 2016, è un sistema versatile e giocoso che utilizza solo materiali semplici ed essenziali per creare infinite possibilità di installazione modulare per interni contemporanei. Questa soluzione può essere utilizzata per dividere ambienti, migliorare l’acustica, creare spazio od aggiungere intimità, apportando al contempo tattilità, colore e morbidezza a qualsiasi interno. Il separatore può essere completamente disassemblato, 120
riconfigurato e ricostruito in qualsiasi momento. Il sistema si fonda sull’uso del tessuto, di produzione danese Kvadrat, come materiale costruttivo e del legno di quercia, prodotto da Studio 180, per il supporto. Il tessuto tiene unite le componenti lignee e funge da cerniera per le stesse. Grazie all’impiego del tessuto il sistema si presenta come versatile e componibile in base alle necessità e richieste dell’utente.
Barriera luminosa 4
Barriera visiva 8
Barriera uditiva 4
Stivaggio effetti personali 3
6.1 Ingombro minimo 10
Sicurezza 8
Mobilità 9
1
5
10
SEMPLICITÀ
IMMOBILITÀ
SCHERMATURA COMPLETA
STRUTTURA A GABBIA 121
EMPIRE 1 SCREEN 2016 Rossato Hangar Design Group Italia
Realizzato attraverso un sistema di paralelepipedi in marmo, ottone, pietra e legno, personalizzabili a seconda della richiesta del cliente, il divisore si presenta come un separè versatile e modulare, dal design elegante. L’alternanza di materiali offrono diversità e contrasto alla vista e al tatto conferendo
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assoluta distinzione ad un complemento che arreda e riempie lo spazio. Gli elemnti che lo compongono non sono fissi pertanto è possibile ruotarli cambiando così il passaggio della luce da un ambiente all’altro.
Barriera luminosa 4
Barriera visiva 9
Barriera uditiva 6
Stivaggio effetti personali 0
3.9 Ingombro minimo 3
Sicurezza 4
Mobilità 1
1
5
10
SEPARAZIONE ALTERNATIVA
IMMOBILITÀ
CONFIGURABILITÀ
BOX EFFETTI PERSONALI 123
CHLOÈ 2016 Gallotti e Radice Studio G&R design Italia
Il divisorio Chloé di Gallotti e Radice viene realizzato con la consapevolezza di ricreare un oggetto estremamente elegante e raffinato. Esso assolve alla sua funzione con raffinatezza e spirito. L’idea di inserire, nella sua struttura pieghevole in legno e laccato in ottone satinato, alcuni elementi in specchio extralight ed altri in tessuto allevia il compito di separare gli spazi senza dividerli nettamente, soprattutto quando ci si trova a gestire ambienti dalle dimensioni ristrette. La base
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del divisorio è stata impreziosita dall’applicazione di alcune basi in marmo Calacatta Vagli Oro che danno anche stabilità alla struttura. Il risultato è un complemento d’arredo, particolarmente elegante e brillante, idoneo per decorare spazi. Più moduli di questo separatore possono essere affiancati fra loro ove le esigenze d’arredo lo richiedano, ricreando diverse composizioni sceniche. Gli specchi collegati alle basi in marmo hanno la possibilità di ruotare creando così giochi di luce.
Barriera luminosa 3
Barriera visiva 7
Barriera uditiva 3
Stivaggio effetti personali 0
3.6 Ingombro minimo 5
Sicurezza 3
Mobilità 4
1
5
10
SEPARAZIONE ALTERNATIVA
IMMOBILITÀ
ASPETTO
BOX EFFETTI PERSONALI
SPECCHIERA 125
BAGIGIO 2017 My Your Design Simone Micheli Italia
Una soluzione flessibile, disegnata da Simone Micheli, adattabile a qualsiasi ambiente, realizzata in Poleasy, un nuovo polietilene speciale messo a punto dall’azienda padovana My your Design, con l’obiettivo di eliminare le microporosità superficiali, responsabili della formazione di patine antiestetiche. Questo materiale è in grado di garantire performance davvero uniche in fatto di durata, lavabilità e brillantezza dei colori. Un elemento componibile, unico ma aggregabile senza limite, rappresentazione tridimensionale
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del simbolo dell’infinito, nato dalla rivoluzione dello stesso intorno al proprio asse e al contempo macroimmagine spaziale di un legame atomico bipolare. Bianco o colorato è capace di accendersi di luce propria grazie ad un sistema d’illuminazione al suo interno. La struttura composta da pezzi distanziati permette di separare gli ambienti senza isolarli del tutto e permettendo alla luce di filtare da un ambiente all’altro.
Barriera luminosa 4
Barriera visiva 5
Barriera uditiva 3
Stivaggio effetti personali 0
3.6 Ingombro minimo 3
Sicurezza 6
Mobilità 4
1
5
10
LUDICITÀ
IMMOBILITÀ
COMPONIBILITÀ
INGOMBRO
ILLUMINAZIONE 127
MIRAGE 2017 Great Design Gallery Inter Faces Studio di Juliette Le Goff e Nicolas Verschaeve Francia
Mirage è un sistema divisorio dal design modulare concepito come una soluzione per spazi condivisi per il co-working e il co-living. Il divisore è composto da tredici bande di tessuto (sei sopra e sette sotto) poste in modo che si incastrino le une con le altre. La stabilità del sistema è garantito dall’inserimento di due tubolari alle estremità superiori ed inferiori delle bande. La regolazione del grado di schermatura desiderato è gestibile grazie ad altri due tubi di dimensioni inferiori posti a metà altezza. La flessibilità del materiale di cui sono composte le
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bande ne permette il movimento, in questo modo muovendo i rulli centrali è possibile sovrapporre le bande o distanziarle, avendo così la possibilità di isolare a piacimento l’ambiente. Otto colori, ispirati ai mutevoli colori del cielo nel corso della giornata, si combinano per creare atmosfere calde o fredde, scure o chiare. La struttura può essere semplicemente appesa al soffitto attraverso un sistema di ganci e fili di supporto.
Barriera luminosa 4
Barriera visiva 6
Barriera uditiva 3
Stivaggio effetti personali 0
4.7 Ingombro minimo 8
Sicurezza 7
Mobilità 5
1
SEMPLICITÀ
5
10
BOX EFFETTI PERSONALI
CONFIGURABILITÀ INGOMBRO 129
PAPER WALL 2018 Pietro Russo Pietro Russo Italia
Paper Wall è un separatore autoportantein legno che rappresenta il concetto archetipo della spazialità prendendo forma dall’idea delle geometrie tradizionalmente moderate dalla linerità e dal rigore della tecnologia. Infatti i pannelli lignei vengono inyagliati per creare elementi decorativi e piani d’appoggio, facilitando la chiusura del prodotto. Paper Wall è un separè divisorio in legno, ispirato ai libri pop-up. Le sue forme richiamano alla mente le sinuose scenografie dell’architettura
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barocca, reinterpretate attraverso un linguaggio visivo contemporaneo, più asciutto e rigoroso. Il risultato è un oggetto di arredamento pensavo per separare gli ambienti senza mai occultare del tutto uno spazio, per nascondere senza mai chiudere completamente. L’essenza di tanganika frisé incontra materiali di ultima generazione per dar vita a un suggestivo dialogo tra tecnologia e artigianato.
Barriera luminosa 7
Barriera visiva 8
Barriera uditiva 4
Stivaggio effetti personali 3
5.6 Ingombro minimo 4
Sicurezza 5
Mobilità 8
1
SEMPLICITÀ
5
10
BOX EFFETTI PERSONALI
INGOMBRO 131
Confronto dei casi studio di maggior rilevanza Barriera uditiva Barriera luminosa Barriera visiva Stivaggio effetti personali Ingombro Mobilità Sicurezza Barriera uditiva Barriera luminosa Barriera visiva Stivaggio effetti Ingombro Mobilità Sicurezza
Barriera luminosa Barriera visiva Stivaggio effetti personali
Ingombro minimo Mobilità Sicurezza
Barriera luminosa Barriera visiva Stivaggio effetti personali Ingombro minimo Mobilità
Sicurezza
132
Barriera uditiva Barriera luminosa Barriera visiva Stivaggio effetti personali Ingombro Mobilità Sicurezza Barriera uditiva Barriera luminosa Barriera visiva Stivaggio effetti personali Ingombro minimo Mobilità Sicurezza
Barriera luminosa Barriera visiva Stivaggio effetti personali
Ingombro minimo Mobilità Sicurezza
Barriera Barriera visiva
Stivaggio effetti personali Ingombro Mobilità Sicurezza
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Analisi del quadro normativo
Analisi delle strutture di accoglienza
Analisi dei questionari
Quadro esigenziale e prestazionale
Analisi dei casi studio
Sviluppo del TEPEE concept
Conclusioni
134
Quadro TEPEE normativo
CAPITOLO
01 06
135
TEPEE - Sviluppo del concept Terminata la prima fase di analisi e ricerca è stato possibile passare alla fase di sviluppo del concept. Dallo studio condotto si è compreso che l’obiettivo primario della progettazione è quello di soddisfare la necessità di privacy visiva. Da questa necessità derivano tutte le altre che sono state analizzate nei capitoli precedenti. pertanto, presa consapevolezza di quello che è il quadro esigenziale è stato possibile procedere nella fase di progettazione attraverso fasi bene definite. In primo luogo sono state delineate le linee guida da rispettare durate la progettazione. Da ciò è stato possibile delineare un concept il cui fine è appunto quello di rispettare le linee guida. da ciò si è proceduto con la scelta del materiale, fondamentale per una progettazione adeguata nel rispetto di quelli che sono i bisogni da soddisfare. Scelto il materiale è stato possibile delineare un’idea progettuale definitiva, in cui al concept sono state assegnate delle dimensioni ben definite. Sucessivamente sono state eseguite delle prove di applicazione del concept sulla base di quelli che sono gli spazi delle camere doppie e triple all’interno della casa di accoglienza notturna di Via Ghedini 6. Da questo studio si è quindi giunti a delinare un’applicazione definitiva del sistema di partizione e sono stati elaborati e definiti quelli che sono i supporti all’applicazione (moschettoni, corde, etc.). Infine per verificare l’efficacia del concept è sata verificata la rispondenza di questo alle linee guida iniziali. Il separatore deve schermare una porzione verticale di spazio idonea al range di altezze in cui l’utente solitamente agisce: una persona sdraiata sul letto ha il viso a 55 cm da terra, seduta a 1.20 m ed in posizione eretta a 2 m massimo.
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Linee guida Dalle esigenze emerse, relative all’utenza finale e di gestione e nel rispetto delle normative e sull’esempio dei casi studio analizzati, le cui caratteristiche è stato possibile delinare quelle che sono le linee guida per la progettazione. Vengono così delineati quattro criteri principali da rispettare più un’ipotesi di funzioe aggiunta. Le linee guida vengono qui riportate. 1. PRIVACY VISIVA Come esplicato in precedenza al fine di grantire un senso di dignità personale è necessario che il concept risponda al bisogno principale degli ospiti di privacy personale, garantendo un isolamento visivo, creando un’ interruzione reversibile nel contatto visivo tra gli ospiti. A tale proposito il separatore deve schermare una porzione verticale di spazio idonea al range di altezze in cui l’utente solitamente agisce: una persona sdraiata sul letto ha il viso a 55 cm da terra, seduta a 1.20 m ed in posizione eretta a 2 m massimo.
Inoltre bisognerà ultilizzare materiali economici, poichè le cooperative sociali non dispongono di grosse somme di denaro per finanziare nuovi progetti. Infine il materiale dovrà essere elastico in modo che il concept si presenti come versatile nella forma e adattabile a qualsiasi ambiente circostante. 4. INTERAZIONE CON LA STRUTTURA Il progetto dovrà interagire strutturalmente con l’ambiente in cui è posto, senza modificarne in modo rivoluzionarioma migliorandolo. 5. IPOTESI DI FUNZIONE AGGIUNTIVA Nel soddisfacimento di ulteriori bisogni il concept potrebbe assolvere ad una funzione secondaria come quella dello stivaggio oggetti, materiale e spazi permettendo.
2. FLESSIBILITÀ Nel rispetto delle esigenze dell’utenza di gestione è necessario che il concept si presenti come felessibile, in grado di adattarsi ad ogni ambiente. Inoltre dovrà svere la possibilità di essere movibile per facilitare la pulizia dell’ambiente e per permettere agli ospiti la scelta di farne uso o meno. 3. MATERIALE IGNIFUGO, ELASTICO ED ECONOMICO Fondamentale per il concept è l’utilizzo di un materiale approppriato che rispetti tutte le norme di sicurezza, per questo motivo il materiale da utilizzare dovrà essere ignifugo, non nocivo, difficilmente vandalizzabile e non contundente. Solo nel rispetto di questi criteri il concept si presenterà come non pericoloso per gli ospiti.
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flessibilità
La struttura che verrà progettata dovrà poter essere adattata ad ogni ambiente in cui sarà inserita, dovrà essere scomponibile e mobile per poter essere richiusa nel caso non si abbia la necessità del suo utilizzo.
PRIVACY VISIVA
Il concept deve garantire un isolamento visivo al fine di soddisfare l’esigenza di privacy visiva all’interno dei dormitori, creando un’ interruzione reversibile nel contatto visivo tra gli ospiti. A tale proposito il separatore deve schermare una porzione verticale di spazio idonea al range di altezze in cui l’utente solitamente agisce: una persona sdraiata sul letto ha il viso a 55 cm da terra, seduta a 1.20 m ed in posizione eretta a 2 m massimo.
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materiale ignifugo, elastico ed economico
interazione con la struttura
Fondamentale per il concept è l’utilizzo di un materiale appropriato che rispetti tutte le norme di sicurezza, per questo motivo il materiale da utilizzare dovrà essere ignifugo, non nocivo, difficilmente vandalizzabile e non contundente. Inoltre bisognerà utilizzare materiali economici, essendo che solitamente le cooperative sociali non dispongono di grosse somme di denaro per finanziare nuovi progetti.
Il progetto dovrà interagire strutturalmente con l’ambiente in cui è posto e dovrà migliorarlo inserendosi in esso con continuità
stivaggio oggetti
IPOTESI DI FUNZIONE AGGIUNTIVA
Come possibile funzione aggiuntiva del progetto si è ipotizzato lo stivaggio degli effetti personali, una delle esigenze più sentite e ancora insoddisfatte emerse dai questionari effettuati. 139
Descrizione del concept Il concept consiste in un sistema di partizione ambientale per dormitori pubblici, funzionale ad un miglioramento della qualità della vita dei soggetti interessati alla fruizione di tali spazi. II progetto mira ad essere del tutto conforme alle normative igieniche e di sicurezza, nonchè risulta essere flessibile sia rispetto alle esigenze di utenti e personale, sia riguardo alla struttura in cui viene impiegato. L’utente, infatti, può scegliere liberamente la disposizione ed il grado di schermatura garantito dal divisore, il quale può essere disassemblato, ricollocato e stivato dal personale qualora si presentasse la necessità.
Concept unificato per donne e uomini
Analizzando la disposizione e l’utenza dei due dormitori di Via Ghedini 6, quello maschile e quello femminile, non sono emerse sostanziali differenze nelle esigenze espresse dai due sessi, perciò non è necessaria una progettazione differenziata in base al genere.
Aderenza del concept alla tabella esigenziale - prestazionale Esigenze
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Prestazioni
Note
Privacy visiva
Partizione completa dello spazio, schermatura visiva non regolabile
Flessibilità
Disassemblaggio totale della struttura quando non è in utilizzo, mobilità e possibilità di regolazione personali nulle
Materiale ignifugo, elastico ed economico
Tiranti in acciaio e vele in PVC sono una soluzione relativamente economica e sicura, poichè i materiali citati sono atossici, ignifughi e autoestinguenti
Interazione con la struttura
Il divisore riesce a dividere lo spazio senza appesantirlo. I colori e le conformazioni del tensoarredo sono gradevoli alla vista
Stivaggio oggetti
Non è presente la possibilità di custodire i propri effetti personali
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Ricerca del materiale Col fine di rispettare le linee guida alla progettazione del concept è stata condotta una ricerca su possibili materiali da impiegare nella realizzazione del sistema di partizione. In seguito vengono analizzate le singole proprietà atte a rispettare le linee guida per la progettazione. 1. OPACITÀ La prima proprietà che il materiale deve possedere per rispondere alla necessità di privacy visiva riguarda le proprietà ottiche del materiale e più in particolare la trasmittanza superficiale, nonché il rapporto percentuale tra l’intensità della luce che attraversa un corpo e quella della luce che ne emerge. Di conseguenza il materiale dovrà possedere una trasmittanza superficiale <60% per poter presentarsi come opaco e non perdere la sua funzione primaria 2. RESISTENZA AL FUOCO Altra proprietà fondamentale che il materiale deve rispettare per non risultare pericoloso per l’utenza e quindi per garantire una sicurezza massima, è la capacità del materiale di essere ignifugo. La normativa UNI 9177:2008, Classificazione di reazione al fuoco dei prodotti combustibili, definisce sei classi di partecipazione di un materiale al fuoco. Esse si dividono in classe: 0 materiali incombustibili 1 materiali combustibili non infiammabili 2 materiali combustibili difficilmente infiammabili 3 materiali combustibili infiammabili 4 materiali combustibili facilmente infiammabili 5 materiali combustibili estremamente infiammabili 3. ELASTICITÀ La terza caratteristica che deve possedere il materiale è relativa alle proprietà meccaniche, e nello specifico riguarda il modulo di Young. Infatti,
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al fine di presentarsi come elastico il materiale deve presentare un basso modulo di elasticità, poichè a bassi valori del modulo elastico sono necessarie basse tensioni per produrre grandi deformazioni. In questo modo il prodotto finale potrà presentarsi come versatile nella forma, adattandosi allo spazio circostante e alle esigenze dell’utenza in modo ottimale, senza dover richiedere sforzi eccessivi 4. PREZZO Un altro aspetto da considerare nella scelta del materiale è il prezzo. Infatti il prodotto finale non dovrà presentare un costo eccessivo poichè come specificato precedentemente le cooperative sociali non dispongono di grosse somme di denaro per finanziare nuovi progetti. 5. PULIZIA Altra caratteristica da tenere in considerazione è la possibilità del materiale di essere pulito. Infatti il progetto finale dovrà essere pulibile in modo facile nel caso in cui venga sporcato o essere sterilizzato qualora arrivi un nuovo ospite. 6. COLORE Nel rispetto di quelle che sono le linee guida della Psicologia Ambientale, precedentemente trattate, il colore deve anche tenere conto della gestione del prodotto finale e della necessità di privacy visiva. infatti nel rispetto di questi due criteri è preferibile impiegare un colore scuro in modo che il materiale non si sporchi facilmente e sulla base di questi requisiti è stato possibile individuare il materiali in grado di rispondere a tali esigenze.
LWE Windel Chroma, tessuto elastico per chroma key Il materiale selezionato per lo sviluppo del concept è LWE Windel Chroma, tessuto elastico per chroma key, composto da un 85% di poliestere e un 15% di elastan. Il materiale è realizzato da Peroni Spa, marchio italiano conosciuto in tutto il mondo nel mondo delle produzioni teatrali per la sua produzione di ciclorami, tendaggi teatrali e tende da palcoscenico e altri materiali per la scenografia. I prodotti da noi individuati nel catalogo sono i seguenti. Grazie all’unione di elastan e poliestere il materiale presenta ottime proprietà fisiche e meccaniche. Infatti l’elastan: • presenta un comportamento elastico reversibile, poiché ha un modulo di Young molto basso (0,0135–0,0141 GPa) e può, quindi, subire vari cicli di allungamento recuperando sempre la lunghezza iniziale; • è leggera; • presenta un’alta resistenza all’abrasione; • è piacevole al tatto in quanto morbida e liscia; • è facilmente pulibile in quanto resiste ai detergenti; • è generalmente trasparente o bianca poiché difficile da tingere. Per quanto riguarda invece le fibre di poliestere queste: • hanno un’elevata resistenza allo strappo; • sono elastiche, infatti presentano modulo di Young variabile tra 3 e 6,1 GPa; • sono resistenti all’usura e alle abrasioni; • sono leggere; • resistono a muffe e batteri e sono facilmente pulibili; • presentano bassa igroscopicità; • può essere facilmente tinto; • può essere sia trasparente sia opaco.
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LWE Windel Chroma, tessuto elastico per chroma key
FIG. 24 Cartella colori 144
Reazione al fuoco Certificati
ignifugo permanente EN 13501-1 classe B s1 d0 DIN 4102 classe B1 NFP 92-503 classe M1 Composizione 85% poliestere 15% elastan Peso 260 g/m² Larghezza 200 cm Lunghezza ± 50 m Formato tessuto arrotolato Colori disponibili vedi cartella colori Colori personalizzati N.D. Elasticità max ± 40% in lunghezza Disponibilità a metro in pezze/rotoli interi realizzazioni personalizzate
L’unione di questi due materiali fa si che questa miscela sia funzionale allo scopo del concept. Infatti per quanto riguarda le proprietà ottiche il materiale si presenta come opaco grazie all’impiego delle fibre di poliestere. In relazione alla resistenza al fuoco nonostante l’elastam sia infiammabile la presenza delle fibre di poliestere fa si che nella resistenza al fuoco il materiale rientri nella classe 1 (materiali combustibili non infiammabili). Relativamenta alle proprietà meccaniche il LWE Windel Chroma è in grado di subire deformazioni elastiche reversibili sino al 40% in lunghezza. Inerentemente al prezzo, questo è di 28,70€ ogni 50m, pertanto non si presenta come eccessivamente elevato. Per quanto concerne la pulizia essendo che sia le fibre di elastam sia quelle di poliestere hanno un’elevata resistenza ai detergenti il materiale può essere facilmente pulito. Infine, per quanto riguarda l’aspetto del colore il tessuto può essere acquistabile nella tonalità di blu, colore in grado di rilassare le persone, generando un senso di tranquillità e relax, e che quindi ha un effetto calmante per la mente. Pertanto il colore rispetta quelle che sono le linee guida della Psicologia Ambientale. Inoltre il fatto di impiegare il blu fa sì che il materiale non si sporchi facilmente rispetto all’impiego di un tessuto chiaro. In conclusione il materiale si presenta come ottimale per le funzioni cui dovrà assolvere e per questo si è deciso di usare LWE Windel Chroma.
PREZZO: 28,70 € pezza intera 2 x 50 m 145
Idea progettuale Successivamente alla delineazione delle linee guida per la progettazione e alla scelta del materiale è stato possibile procedere con quella che è l’idea progettuale. Questa si basa sull’impiego di un rettangolo di tessuto del materiale scelto ancorato a quattro punti in prossimità del letto in modo da isolare l’ospite del dormitorio garantendogli intimità nella propria area personale, unico luogo in cui gli utenti percepiscono di avere uno spazio proprio. La possibilità di mettere in tensione un tessuto per creare un riparo rimanda al tepee (figura 27), tenda a forma conica caratteristica degli Indiani nomadi delle praterie nordamericane alta fino a 6 m, formata da un’intelaiatura di pali di legno inclinati intorno a un asse centrale e legati tra loro a breve distanza dalla sommità. Da qui il nome del progetto.
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Ipotesi di applicazione del divisore Al fine di comprendere a pieno la modalità di applicazione del concept è stata studiata una possibile partizione dello spazio. Lo studio è stato condotto nei dormitori di Via Ghedini 6, poichè, come già espresso in precedenza un intervento nella casa residenziale di Via Sidoli sarebbe superfluo e inoltre andrebbe a interferire in modo negativo sugli spazi presenti, rendendoli ancora più claustrofobici. Obiettivo è stato quindi quello di creare nelle camere doppie e triple un’area individuale propria per ogni ospite. Lo spazio nelle camere è stato suddiviso in modo tale che il percorso dall’entrata fino a ciascun letto fosse sempre accessibile. Negli schemi riportati in seguito si può notare come ogni linea di separazione (rappresentazione schematica del possibile sistema di partizione) inizi da una parete e termina in quella opposta. Inoltre, ogni posto letto ha la propria linea di separazione, in modo che nessuna venga condivisa, al fine che ciascun ospite possa decidere se usufruire del sistema di partizione o meno. Nella pagina seguente viene riportata l’ipotesi di partizione ambientale applicata in due camere standard, una doppia e una tripla.
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Camera doppia
LEGENDA spazio che deve rimanere parzialmente schermato o libero per garantire il passaggio della luce naturale, il controllo degli operatori o lâ&#x20AC;&#x2122;accesso degli ospiti.
scala 1:50 148
Possibile collocazione del divisore per garantire maggior privacy visiva e benessere individuale.
Camera tripla
scala 1:50 149
Applicazione del divisore In seguito ai vari tentativi di partizione ambientale effettuati negli spazi del dormitorio di Via Ghedini, col fine di garantire a ciascun individuo una propria area di privacy personale, è stata delineata la modalità di applicazione finale del sistema di partizione. Nella definizione di quella che è l’applicazione finale del concept, si è tenuto conto della necessità degli operatori di avere il costante controllo degli ospiti presenti nel dormitorio. Pertanto la configurazione finale individuata è in grado di garantire riservatezza agli utenti senza isolare completamente gli utenti. Elemento vincolante per l’utilizzo del sistema di partizione individuato è il posizionamento del letto, il quale deve essere posto adiacente a due pareti. Infatti per l’applicazione del sistema è necessaria la presenza di due pareti perpendicolari tra loro. In questo modo le estremità superiori
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del telo possono essere agganciate una su una parete e l’altra su quella adiacente. Per quanto concerne invece le estremità inferiori il sistema prevede la presenza di due agganci; uno posto sempre su parete e l’altro che utilizza come sostegno il letto, rendendolo parte del progetto. Per rendere l’applicazione del tessuto efficace, si è deciso di adottare delle dimensioni standard in larghezza ed altezza rispettivamente di metri 2 x 1. Nell’immagine sottostante viene rappresentato un render dell’applicazione del concept, descritta poi in modo più dettagliato attraverso impiego di uno storyboard di montaggio.
Componenti per il fissaggio Successivamente alla definizione delle modalità di applicazione del concept è stato necessario delineare quelle che sono le componenti adatte a supportare tale applicazione. ll concept prevede pertanto l’impiego di quattro elementi fondamentali.
In seguito vengono riportate le schede tecniche delle componenti impiegate e gli storyboard di montaggio e utilizzo.
1. OCCHIELLI Per avere la possibilità di appendere il telo alla parete è necessario che questi venga forato agli angoli e che ai fori siano applicati degli occhielli per tende. 2. TASSELLI DA PARETE Per appendere il prodotto al muro è necessario utilizzare il supporto di tesselli. 3. MOSCHETTONI L’impiego dei moschettoni ha la funzione di collegare il prodotto ai tesselli appesi alla parete. 4. CORDA La corda è l’elemento che permette all’utente di interagire con il concept e regolarlo in base alle sue esigenze. Infatti questa viene appesa alla cornice del letto e attraverso moschettone collegata al telo. L’aggancio al letto si presenta più pratico ed economico rispetto ad un possibile aggancio al pavimento. Infatti per quanto riguarda l’aspetto economico apportare un foro nel pavimento aumenterebbe il costo di realizzazione del progetto finale. Invece, per quanto concerne l’impiego del letto come punto di aggancio, attraverso il supporto della corda, l’utente può interagire in modo più pratico con il progetto senza dover essere limitato nei movimenti, grazie all’impiego di un nodo scorsoio per regolare la lunghezza della corda.
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Occhielli per tende in metallo argento Prym Ø 11 mm
Fissaggio per ponteggi GS 12 con tassello Sistema completo per ponteggi: tassello in nylon prolungato S 14 ROE o S 16 HR con vite ad occhiolo chiuso e filettatura legno
Catalogo Leroy Merlin Marca Materiale Lunghezza del tassello (mm) Diametro del tassello (mm) Diametro di foratura (mm) Profondità di foratura (mm) Peso dell’oggetto da fissare (kg) Peso indicativo supportato materiale pieno (kg) Prezzo (€) Garanzia (anni)
REF. 30272410 FISCHER Acciaio 40 9 9 50 Medio (da 20 a 50) 25 2,20/4 pezzi 2
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Ancoraggio di un ponteggio
Ponteggi di facciata
MATERIALI DI SUPPORTO
CARATTERISTICHE
S 14 ROE + GS 12 adatto per: ▪▪ Calcestruzzo ▪▪ Mattone▪pieno▪in▪laterizio ▪▪ Mattone▪pieno▪in▪silicato▪di▪calcio ▪▪ Blocco▪pieno▪in▪calcestruzzo▪alleggerito ▪▪ Pietra▪naturale▪con▪struttura▪compatta S 16 H R + GS 12 adatto anche per: ▪▪ Mattone▪semipieno▪(perforato▪verticalmente)▪in▪laterizio ▪▪ Mattone▪semipieno▪(perforato▪verticalmente)▪in▪silicato▪di▪calcio ▪▪ Calcestruzzo▪aerato▪autoclavato▪(calcestruzzo▪cellulare) Solo GS 12 adatto per: ▪▪ Legno
9
Fissaggi per ponteggi e occhioli
Tassello per materiale pieno Fischer SBS L 40 mm x Ø 9 mm 4 pezzi
VANTAGGI
APPLICAZIONI
FUNZIONAMENTO
▪▪ L’ideale▪interazione▪tra▪occhiolo▪per▪ ponteggi▪e▪fissaggio▪permette▪un’elevata▪capacità▪portante▪e▪offre▪una▪ maggiore▪sicurezza. ▪▪ L’alta▪qualità▪della▪saldatura▪impedisce▪ l’apertura▪dell’occhiolo. ▪▪ Il▪grande▪diametro▪dei▪tappi▪copriforo▪ (disponibili▪separatamente)▪ricoprono▪ totalmente▪e▪discretamente▪i▪fori,▪ anche▪se▪i▪bordi▪sono▪leggermente▪ sbrecciati.
▪▪ Ponteggi▪di▪facciata ▪▪ Funi ▪▪ Catene ▪▪ Supporti▪per▪piante▪rampicanti ▪▪ Lampadari ▪▪ Funi▪stendibiancheria ▪▪ Vasi▪per▪fiori▪appesi
▪▪ Per▪ottenere▪la▪massima▪capacità▪portante▪i▪fissaggi▪in▪nylon▪devono▪essere▪ utilizzati▪una▪volta▪sola. ▪▪ Le▪tacche▪sul▪gambo▪dell’occhiolo▪ offrono▪un▪semplice▪controllo▪visivo▪ durante▪il▪montaggio▪consentendo▪ un’installazione▪semplice▪e▪senza▪ problemi. ▪▪ Eseguire▪un▪pre-foro▪nel▪legno▪senza▪ utilizzare▪il▪fissaggio▪in▪nylon.▪Il▪diametro▪della▪punta▪deve▪essere▪uguale▪al▪ diametro▪del▪nocciolo▪della▪vite▪di▪9▪ mm. ▪▪ Utilizzare▪l’idoneo▪tappo▪copriforo▪ AD 12 x 40▪per▪chiudere▪i▪fori▪del▪ S 14 ROE▪che▪rimangono▪a▪vista. ▪▪ Non▪idoneo▪per▪altalene,▪amache,▪ecc.
Moschettone Standers in acciaio zincato Catalogo Leroy Merlin Marca Materiale Colore Finitura Larghezza (mm) Lunghezza (mm) Spessore (mm) Portata (kg) Portata massima (kg) Prezzo (â&#x201A;Ź) Garanzia (anni)
REF. 35837886 STANDERS Acciaio Grigio Zincato 5 50 5 55 220 0,60 2
Corda intrecciata in polipropilene Ă&#x2DC; 6 mm
153
Storyboard di montaggio
154
1) Il tessuto deve avere forma rettangolare di larghezza e altezza pari a 2x1 m.
2) Apportare agli angoli quattro fori aventi diametro pari a 1 cm con pinza fustellatrice.
3) Attraverso lâ&#x20AC;&#x2122; impiego di pinza occhiellatrice applicare gli occhielli
4) Agganciare i moschettoni a ciascun foro.
4) Inserire i tasselli con occhiello nel muro secondo la disposizione riportata a pagina 155.
5) Agganciare i moschettoni ai tasselli con occhiello.
6) Tagliare la corda a 45 cm di lunghezza.
7) Realizzare un nodo scorsoio ad un capo della corda. 155
8) legare lâ&#x20AC;&#x2122;altro capo della corda alla cornice della rete del letto.
156
9) Agganciare lâ&#x20AC;&#x2122;angolo libero alla corda, mediante moschettone.
Indicazioni per il corretto inserimento dei tasselli alle pareti
1.50 m
2.20 m
2.10 m
0.40 m
157
Storyboard d’utilizzo
158
1) Il tessuto quando non è in tensione rimane ancorato alla parete grazie all’aggancio moschettone-occhiello di un solo angolo e la visibiltà della stanza è totale.
2) Il tessuto una volta steso viene tensionato a piacimento dell’utente fissando tre spigoli dello stesso.
3) Il lembo di tessuto rimasto “libero” permette l’accesso al letto dell’utente.
4) Il tessuto vien ancorato al letto mediante l’impiego di un sistema corda-moschettone
5) Dettaglio del quarto angolo di tessuto agganciato alla cornice del letto. La corda, avente un nodo scorsoio, può essere estesa dai 15 ai 30cm, permettendo così all’utente di regolare la tensione del tessuto a seconda dell’altezza della struttura del letto e del materasso.
6) Configurazione in tensione del sistema di partizione ambientale.
7) Visuale dell’utente dall’interno della propria area privata con il divisore in tensione. 159
Modello Modello in scala 1:10 del progetto TEPEE su cui sono state testate le varie conformazioni del sinstema di partizione al fine di individuare la partizione ottimale.
Visuale del modello dallâ&#x20AC;&#x2122;alto, con tre differenti fasi di utilizzo del sistema di partizione
160
TEPEE visto allâ&#x20AC;&#x2122;esterno della propria area personale quando è in tensione
161
Sistema di partizione non fissato ai due tasselli ad occhiello e per questo quando non viene utilizzato si può disporre sulla testiera del letto
162
Visuale dellâ&#x20AC;&#x2122;utente dallâ&#x20AC;&#x2122;interno della propria area privata con il divisore in tensione
163
Analisi del quadro normativo
Analisi delle strutture di accoglienza
Analisi dei questionari
Quadro esigenziale e prestazionale
Analisi dei casi studio
Sviluppo del TEPEE concept
Conclusioni
164
Quadro Conclusioni normativo
CAPITOLO
01 07
165
CONCLUSIONI Lo sviluppo di questo elaborato ha permesso la realizzazione di una serie di raccomandazioni per la progettazione di un sistema di partizione ambientale atto ad aumentare la privacy visiva ed il benessere nei dormitori, permettendo di definire degli elementi in grado di rispondere alle esigenze dell’utenza. Questo sistema di indicazioni può essere applicato alla progettazione di nuove strutture all’interno di un qualsiasi contesto, poiché adattabile alle condizioni specifiche della situazione. Infatti, la soluzione progettuale delineata è applicabile in qualsiasi ambiente a patto che l’elemento da schermare, il letto in questo caso, sia adiacente a due pareti, in modo tale che ad esse vengano apposti i punti di fissaggio della stoffa rettangolare. Il grado di tensione di quest’ultima è regolabile dall’utente grazie ad un sistema corda - moschettone che permette l’aggancio del quarto lembo di tessuto alla parte di mobilio a lui maggiormente comfortevole. Le linee guida sono rivolte principalmente a tutte quelle iniziative di miglioramento ambientale di dormitori già realizzati. L’eventualità che il personale di una struttura possa in maniera autonoma, o con l’aiuto di personale qualificato, individuare ed intraprendere degli interventi per l’incremento del benessere nel dormitorio rappresenta un aspetto estremamente importante. Operando su strutture esistenti si ha la possibilità di adottare soluzioni con ricadute positive sulle utenze nel breve periodo, al contrario della realizzazione di un nuovo elemento edilizio. Il lavoro svolto fornisce inoltre la capacità di relazionare le strutture esistenti rispetto ad una condizione teorica ottimale, rendendo così distinguibile il livello del servizio che ogni dormitorio è in grado di offrire, permettendo anche il confronto tra le stesse. La tesi ha infatti sviluppato l’esigenza di maggior privacy visiva emersa dall’indagine delle camere da letto dei dormitori,
dove spesso persone sconosciute sono costrette a condividere le proprie azioni più intime senza possibilità di scelta, proponendo delle soluzioni ai relativi requisiti, ma sicuramente non rappresenta l’unico aspetto che deve essere trattato all’interno di strutture di accoglienza, in quanto sono presenti ulteriori ambiti corrispondenti ad altre scale di intervento e differenti competenze. Ad esempio le persone ospitate si trovano ad interagire con arredi ed attrezzature che devono essere predisposte a loro volta con delle valenze specifiche, per garantire la fruizione adeguata da parte degli utenti. La cura del servizio del dormitorio deve essere quindi affrontata attraverso un sistema multidisciplinare, permettendo di formare un insieme di raccomandazioni che possano supportare ogni ambito della progettazione. Un ulteriore aspetto che potrebbe essere fonte di implementazioni è rappresentato dall’aumento dei punti di vista delle persone coinvolte. Nel corso della realizzazione di questo elaborato hanno partecipato principalmente gli operatori impiegati all’interno dei due dormitori analizzati, sia durante le osservazioni degli ambienti, sia per quanto riguarda le interviste e gli scambi di opinioni. Queste persone a cui si è fatto riferimento sono soggetti con una conoscenza decennale riguardo al fenomeno delle persone senza dimora, rivestendo dei ruoli che li pongono a contatto giornalmente con questa categoria di persone e con gli aspetti inerenti ai dormitori. Sono individui in grado di offrire una visione della situazione estremamente completa del fenomeno, grazie all’esperienza accumulata nel corso del proprio servizio, permettendo anche di fare le veci delle persone senza dimora. Risulta però innegabile che tra gli operatori e gli ospiti incorrano delle sostanziali differenze su come vengano visti determinati svolgimenti delle attività nei dormitori, esemplare è il caso delle modalità
con cui deve avvenire la supervisione. Per gli operatori risulta estremamente importante poter controllare costantemente gli utenti, che i quali, dal canto loro, sentono come una limitazione della propria privacy, oltre ad essere un aspetto che può comportare stati di insofferenza se svolta in maniera troppo accentuata. Si tratta quindi di aree in cui convivono visioni conflittuali, che nel corso della fase di ricerca sono state superate attraverso un processo che permettesse di definire delle condizioni oggettive, fattore che è stato possibile perseguire proprio grazie all’esperienza degli stessi operatori a cui si è fatto riferimento. Il lavoro svolto tiene quindi in considerazione in maniera rilevante le necessità degli utenti ma la possibilità di rivolgersi ad un elevato numero di persone senza dimora permetterebbe di avere una verifica di quanto ricavato. Gli homeless rappresentano però, un ambito particolarmente complicato da indagare, poiché oltre alle possibili barriere linguistiche, possono esserci delle difficoltà nel poter giungere ad una conclusione che sia coerente ed adeguata allo sviluppo di un lavoro, in maniera specifica per eventuali considerazioni sugli ambienti. Le condizioni psicologiche degli utenti portano ad utilizzare gli spazi del dormitorio in maniera passiva, adattandosi rispetto alla situazione presente, rendendo così complicata una possibile rilevazione completa ed attinente. L’eventualità di poter sviluppare questo percorso deve essere quindi necessariamente demandato ad uno sviluppo che sia in grado di fornire un accesso ad un numero elevato di campioni, diversificati nella propria composizione. In sintesi, quindi, nelle varie fasi del progetto si è constatato il valore di lavorare su un prodotto dall’idea al modello in scala, ed è stato possibile mettere alla prova la nostra metodologia progettuale acquisita durante il percorso universitario arricchendola con
una esperienza importante e concreta. Poter ottenere, parallelamente allo sviluppo del progetto, dei feedback costruttivi e dei giudizi positivi dalle varie parti coinvolte, inclusi gli utenti finali, è stato per noi un grande traguardo. Questa tesi rappresenta un un percorso che porta con sé una storia ricca di valori ed esperienze. Abbiamo investito con passione le nostre energie per far sì che tale percorso non si concluda con la laurea ma, al contrario, tutto spinga ad un suo reale sviluppo futuro. Da questa importante tappa della nostra formazione usciamo più sicure di noi stesse e delle capacità acquisite nell’esperienza universitaria nonchè maggiormente motivate a portare avanti sia questo progetto sia le nuove sfide future.
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RINGRAZIAMENTI FEDERICA CIPRIANI Vorrei ringraziare in primis il Professor Cristian Campagnaro per la guida e la pazienza con cui ci ha condotte sin qui, senza il quale, inoltre, questa tesi non esisterebbe. Ringrazio, ovviamente, Sara ed Aurora per la tenacia, la dedizione e la collaborazione che hanno messo in campo durante questi mesi, dimostrandosi ottime colleghe e amiche. Un grazie particolare a Cinzia, Annalisa, Lorenzo, Raffaele ed Andrea che ci hanno guidate nell’analisi di un ambito lavorativo ed umano a noi sconosciuto. Dedicata a mamma Patti, papà Danilo e Iaia, sorella, amica e compagna di vita insostituibile, perchè questa sia la prima laurea della famiglia!
SARA CREPALDI
Innanzitutto vorrei ringraziare il Professor Campagnaro per avermi fatto avvicinare al mondo del Design Sociale, facendo nascere in me un interesse molto forte verso questo campo, inoltre le sono grata per averci accompagnato lungo tutto il percorso di questa tesi ed averci reindirizzato verso la giusta via quando ci smarrivamo. Vorrei dedicare questo traguardo ai miei due esempi di vita Enry Penry e Daddy Milk, che non mi hanno mai fatto mancare niente, mi hanno sempre appoggiato nelle decisioni, anche se per loro comportava del sacrificio emotivo, e mi hanno sempre incoraggiato nei miei momenti no. Vorrei anche dedicare questa tesi alla nonna, che mi ha trasmesso la tenacia di non mollare mai, allo zio Bitter, allo zio zippi e ai miei due cuginoni che mi hanno sempre amata e fatto lo sputizzo fin da piccola. Vorrei inoltre esplicitare la mia gratitudine verso Aurora e Federica, due compagne e amiche fedelissime con cui ho affrontato questo percorso dall’ inizio alla fine senza mai perderci d’animo, ringrazio Aurora per questi tre anni di amicizia dove è sempre riuscita a tirarmi su di morale ed è riuscita a farmi diventare, nei momenti necessari, una ragazza altolocata. Federica, nonché la mia super coinquilina, che è sempre riuscita a stemperare gli animi con la sua pacatezza da mamma, che è sempre riuscita a portare felicità con quei suoi occhioni verde mare e che ha cercato sempre di far appassionare tutti i nostri conoscenti allo sport del Frisbee, sconosciuto per molti. Voglio ringraziare il mio fratellone Luca, che
è sempre stato un esempio e una guida per me fin da quando ero nella culla, con cui ho condiviso i momenti più belli della mia infanzia insieme ai mie due zii fuori nel gazebo di casa come una grande famiglia; famiglia che abbiamo scelto di amare. Inoltre vorrei dire un grazie alle mie amiche da sempre Martina e Jessica, che nonostante le mie mille spiegazioni non hanno ancora capito cosa studio; alle mie amiche altocaliche, Chiara, Dajana, Giulia e Miryam con cui ho avuto i confronti più profondi sul senso della vita adolescenziale. Ultimi ma non ultimi ci sono quegli scappati di casa dei miei amici dell’università: Sofia la matta, Giorgio l’orso, Marta l’Aranzulla del Politecnico, Filippo la comara mancata ed Ivano il nuovo Maurizio Cattelan.
AURORA PARVIS Un primo ringraziamento va al Professor Campagnaro per la disponibilità dataci nello sviluppare questa tesi e per averci dato l’opportunità di conoscere un mondo totalmente diverso da quello in cui viviamo. In secondo luogo volevo ringraziare i miei genitori, mio fratello e mia sorella, a cui, nonostante la nostra diversità, voglio un bene infinito. Un grazie per il supporto a tutta la mia famiglia, anche a quelli che non ci sono più o che non ricordano. Un pensiero è rivolto in modo particolare a Marina e Francesca, donne fortissime, nonostante tutto. Un grazie enorme ai miei nonni per la pazienza, i consigli, le estati in montagna e per tutte le volte che hanno sfamato me, Sara e Federica. Un altro ringraziamento va a tutti i miei amici, quelli vicini e quelli lontani dall’altra parte del mondo. Ai mei compagni per questi tre anni stupendi. A Lollo, Fraschia, Mostro, Bea Zizi e soprattutto a Franz (che ha deciso di rompersi il braccio quando bisognava fare il modello) per i progetti portati avanti. A Filo, il King di Mirafiori, e Marta, la Queen di ZSP, amici preziosissimi e sempre presenti, per tutti i momenti passati insieme. A Giorgio che ha sempre aperto le porte di casa sua e che si è sempre beccato tutti i momenti di litigio sull’impaginazione di questa tesi, assistendo impassibile sdraiato sul divano. A Davide (M.M.P.), amico carissimo e sempre presente, pieno di risorse e guida perenne. A Veronica per la sua capacità di far sempre ridere chiunque e per i tanti bei ricordi che rimarranno sempre impressi nella foto più bella della storia. A Giulio, per aver appoggiato ogni mia idea
con grande entusiasmo, per le serate più noiose della storia, ma al contempo più divertenti , ma soprattutto per il bene che mi ha saputo dimostrare. A Peddy che è sempre stato come un fratello. A Merimori e Andre per essere la mia fonte quotidiana di meme e per avermi fatto vivere momenti assurdi. A Ires che ci ha sempre amati tutti come fossimo suoi figli. Agli RN e a Giorgio, amici storici con cui ho condiviso pensieri e momenti indimenticabili. Ma soprattutto a Giorgio che ci ha accompagnati nella nostra crescita, stando sempre al nostro fianco, e per questo sono sicura che sarà un ottimo padre. A Gianluca, al Signor Padre e alla Signora Madre per l’amore e l’ospitalità che mi hanno sempre dimostrato. A Eleonora, madre modello, che con il piccolo Leo mi ha insegnato cosa vuol dire “amore incondizionato”. A Silvia per essere cresciuta con me anche a distanza, per le risate, per l’amicizia più bella che io abbia mai avuto, ma soprattutto per l’account Netflix. Infine un grazie enorme va a Sara e Federica, perché mai avrei pensato che a quest’ora sarei stata seduta in questo trilocale che chiamiamo “casa” a concludere con loro tre anni importantissimi della mia vita. Grazie a Sara per tutti i pasti preparati e per il suo carattere folle. Grazie a Federica per la sua spontaneità e per la sua capacità di infondere felicità a tutti quanti. Ma soprattutto grazie per aver condiviso con me quello che per ora ritengo il traguardo più importante della mia vita. Vi voglio bene. Infine, un pensiero va a mio cugino Alessandro, cui dedico questa tesi, per sempre nei miei pensieri.
CONTATTI FEDERICA CIPRIANI
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SARA CREPALDI
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AURORA PARVIS
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