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Direzione didattica statale “V. Ampolo” Surbo (Lecce) AMPOLO TV presenta
Contributo della scuola primaria Classi quarte e quinte Per le Olimpiadi dell’amicizia 2015 Gara di scrittura creativa Copertino, 11 aprile 2015
UNICEF E CONSIGLI COMUNALI DELLE RAGAZZE E DEI RAGAZZI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI LECCE OLIMPIADI DELLA AMICIZIA 2015 GARA DI SCRITTURA CREATIVA Temi:
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[Scena n. 1]
Ladies and gentlemen, pardon, siamo ormai abituate al pubblico newyorchese…!, scusateci…
Signore e signori, dopo il David Letterman Show, siamo liete di presentarvi, qui in diretta su Ampolo TV, il Surbo’s Aurora Show, il primo talk show che fa parlare le ragazze e i ragazzi di Surbo sui temi che più stanno loro a cuore: amicizia, pace, tolleranza, benessere alimentare. Innanzitutto introduciamo i nostri graditi ospiti: per favore, indicate i vostri nomi e la vostra età [Gli ospiti si presentano] Ora è venuto il momento di svelarvi un segreto rispondendo a quella che sicuramente è una vostra curiosità… Sapete il motivo del titolo di questo programma? Facile! Indovinate qual è il nome delle tre conduttrici? … Giusto! Bel nome, vero? E soprattutto evocativo: pensate a come il poeta si appella all’aurora con queste parole: O bella e vaga aurora, l’aura è tua messaggera, e tu de l’aura ch’ogni arso cor restaura. Allora quale titolo migliore per far raccontare la speranza dell’amicizia e della pace a coloro che sono al primo chiarore della loro vita?
Ma ora bando alle ciance… Lasciamo parlare le nostre amiche e i nostri amici!
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[Scena n. 2]
Che cos’è per te l’amicizia?
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L’amicizia è importante per la nostra vita, è talmente importante che non possiamo considerare amici tutti coloro che ci circondano e che al massimo 5
sono conoscenti. La vera amicizia, quella con la a maiuscola, è un legame profondo… Amico è colui che ci sta sempre accanto, nei momenti tristi e nei momenti felici. È colui che sa renderci felici, che sa ascoltarci senza giudicarci. È colui che non parla alle spalle: se ha qualcosa da rimproverarti te lo dice di persona. Io ho molti amici, ma ne ho uno in particolare, anzi una, è la mia migliore amica. È una persona speciale, di cui fidarsi, a cui raccontare i problemi… Non che non ci siano stati problemi… Un giorno, durante la ricreazione vidi che sussurrava qualcosa all’orecchio di una compagna di classe: pensai subito che stessero parlando di me e ne rimasi male. Dopo, però, lei mi spiegò che avevo capito male: ci guardammo e scoppiammo a ridere. La nostra amicizia è più importante di qualsiasi malinteso! ***
Amicizia significa stare insieme e non litigare, giocare e gioire tutti insieme perché l’amicizia è sinonimo di amore. 6
Amicizia significa dare una mano a chi è in difficoltà, dare a chi sta piangendo una consolazione, aiutare il prossimo e non avere paura di chi non si conosce ancora. Quindi essere amici vuol dire sacrificarsi per qualcuno o per qualcosa, in una parola amare!
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Sentimenti, sensazioni, amore, affetto, amicizia sono una parte di ciò che un essere umano ha bisogno per poter vivere in perfetto equilibrio. L’amicizia è il primo legame che nasce, fin dalla più tenera età. Quando si usa la parola amicizia, molti la intendono come un legame 7
affettuoso, leale, eterno….. Non per me. Se si cerca un amico con queste caratteristiche, si sta cercando un fiore raro e forse non lo troverà mai: la realtà non è una fiaba e gli essere umani non sono perfetti. L’amicizia deve essere insegnata come una qualsiasi disciplina: essa è saper ascoltare, comunicare, dare una mano o il consiglio giusto… perché quindi considerarla da meno di italiano e matematica? L’amicizia ha mille volti proprio come i caratteri delle persone, può avere il volto della pazienza o quello del conflitto… pensate che una delle mie prime amicizie è stata particolarmente bellicosa! Insomma la mia amica ed io eravamo un po’ troppo in competizione… Ma questo conferma che essere amici non significa essere uguali o pensarla allo stesso modo! Poi ci sono quelle che io chiamo “amicizie speciali”. La mia amica speciale è una pappagallina di nome Mia che ho cresciuto ed educato. È simpatica, affettuosa, attiva e vivace e vola sempre in tutta la casa per cercarmi e giocare con me. Sembra l’amica ideale, di sicuro mi ha rubato il cuore. Però l’amicizia più importante è di certo quella con la mamma. Lei è l’unica persona di cui possiamo fidarci completamente! ***
L'amicizia è un sentimento bellissimo. Chi non vorrebbe tanti amici? Gli amici sono come i diamanti preziosi e l'amicizia come l'oro. Il vero amico non ti tradisce mai...
Giulia è una ragazza molto allegra, buona e dolce. Ci siamo conosciute alla scuola dell’infanzia; quindi la nostra amicizia dura da un bel po', anche se all'inizio, avendo gli stessi gusti, litigavamo spesso. Adesso non è più così: col passar del tempo il nostro legame si è rafforzato facendoci capire com'è bella la vera amicizia. In tutti questi anni ci sono stati tantissimi episodi che mi hanno confermato che lei è proprio l'amica ideale… lei è la mia sorellina, a lei sono legata anche per la passione comune della danza.
Desirée è una ragazza solare, vivace, sorridente, allegra e dolce. Anche in questo caso ci siamo conosciute alla scuola dell’infanzia, ma fino alla terza elementare quasi non ci guardavamo neppure, ma dallo scorso anno qualcosa è cambiato: siamo sempre insieme e ci vogliamo un mondo di bene! Lei è leale e onesta, proprio come Giulia. A lei piacciono tutti i colori e la sua passione è cantare. Le mie due amiche rinuncerebbero a qualsiasi cosa pur di far felice me, come è successo di recente, quando in una votazione hanno preferito votare me piuttosto se stesse. Vedete? Chi l'ha detto che la migliore amica deve essere per forza una... si sa tre è il numero perfetto!
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Salve, vorrei parlarvi dell’amicizia, un valore per me molto importante a cui dare il massimo rispetto. Penso che bisogna essere sempre leali e sinceri verso i propri amici, aiutarli e star loro vicino quando ne hanno bisogno. 9
L’amicizia va protetta e difesa… Il mio legame con Dalila e Marika è iniziato all’epoca della scuola dell’infanzia (dura perciò da bel po’ di tempo! siamo vecchie, vero?!). Nel mio primo anno di scuola primaria le ho perse di vista perché frequentavo una scuola di Lecce, ma da quando sono tornata a Surbo ci siamo ritrovate e non ci siamo più lasciate! Per me loro sono vere amiche, ci aiutiamo l’un l’altra e ci vogliamo tanto bene. Siamo molto unite, anche con qualche piccola discussione o piccole gelosie. Spero davvero che questa nostra amicizia duri per sempre!
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[Scena n. 3]
Che cos’è per te la pace?
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La pace serve a tutti: senza la pace la guerra la farebbe da padrona nel mondo! 11
La pace è piena di colori, è come l’arcobaleno, anzi no, è ancora più bella! La pace nasce quando il mondo è felice. La pace è il dono più bello: non ci può essere pace senza l’amore degli uni verso gli altri, al di là di ogni confine di etnia, cultura, religione. La pace è la nostra speranza: che tutti i popoli un giorno vivano in pacifica e armoniosa convivenza!
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La pace è molto importante… Non dico che non bisogna litigare, anzi spesso litigare permette di confrontarsi e di chiarirsi le idee… Ma mai alzare 12
le mani! Dopo il litigio, bisogna riappacificarsi! Pace e rispetto… cosa significano, secondo me? Non inquinare, non offendere, non uccidere… Se facciamo buon uso della pace, faremo buon uso della nostra vita.
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[Scena n. 4]
Racconta una vicenda che confermi l’importanza dei temi delle Olimpiadi dell’amicizia
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Amici di penna Rocco è un bambino che non ha molti amici con cui passare il tempo. Ha 9 anni, è alto e robusto, ha gli occhi verdi, il naso a patatina e le orecchie piccole. 14
Un giorno Rocco vide un cartellone in cui si faceva riferimento ad un sito web, www.amicidipenna.net. Quando tornò a casa dalla sua passeggiata, andò di corsa in camera sua e digitò sul computer il sito che aveva visto. Iniziarono ad uscire diverse immagini di bambini, ma nessuno aveva le caratteristiche che a lui piacevano, improvvisamente vide un bambino con il suo stesso nome, chiese l'amicizia e l’altro accettò. Incominciarono a raccontarsi le loro abitudini, i loro hobby, le loro passioni. E così iniziò una grande e duratura amicizia. Un giorno decisero di incontrarsi e la meraviglia fu scoprire che Rocco, a cui aveva chiesto l'amicizia, era un bambino disabile. Dopo un po' di smarrimento i due amici capirono che nonostante le diversità (anzi, forse proprio grazie alle diversità!) si può essere amici per la pelle!
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Una semplice storia di amicizia Il preside di un istituto comprensivo decise di organizzare un torneo tra gli studenti; gli alunni furono sorteggiati in modo da formare delle squadre composte da cinque ragazzi. Ogni squadra doveva superare delle prove. Nella stessa squadra, per un caso fortuito, capitarono quattro amici, Marco, Daniel, Alex, Silvia, nonché Davide, un ragazzo di cui gli altri non conoscevano nulla. Marco era magro e alto, sempre sorridente e molto sicuro di sé, aveva un ciuffo non molto lungo e indossava sempre una fascia color arancio. Daniel aveva una massa di capelli rossastri, non sorrideva mai, era riflessivo, molto riservato, non esprimeva mai i suoi pensieri. Alex, un ragazzo sempre allegro e pensieroso, aveva i capelli lunghi e biondi, era impulsivo ed era il migliore amico di Marco. Silvia aveva i capelli neri e corti, era una ragazza sorridente, furba, caparbia e tenace. Durante la formazione delle squadre gli amici si accorsero che Davide non c’era; allora Alex andò a cercarlo e lo portò con sé. Si ritrovarono tutti vicino l’ingresso della scuola. Davide sembrava un tipo strano; incominciarono a fargli domande a cui lui non rispondeva sentendosi sotto interrogatorio. I ragazzi si chiesero il perché di questo comportamento. Davide era introverso, creativo, brillante, diligente e aveva ottenuto sempre ottimi voti a scuola; riusciva bene in tutte le materie, si impegnava in tutto ciò che faceva, aveva solo una grande difficoltà a socializzare. I quattro amici non si fidavano molto di Davide, lo guardavano con sospetto e fino a quel momento nessuno lo aveva mai invitato a presentarsi e scambiare due chiacchiere. Anche lui però era diffidente e scontroso, ricambiava allo stesso modo quell’ostilità. Durante gli incontri di esercitazione tutti mettevano da parte Davide, ma lui, abituato a dare il meglio di sé quando gli era assegnato un compito, cominciò a lavorare sodo e a risolvere i quesiti delle prove. I ragazzi si accorsero che era veramente in gamba, ma durante la sua assenza fecero delle riflessioni sul suo strano comportamento: “Davide si comporta male!” disse Daniel, “Non mi ha mai rivolto la parola” aggiunse Alex. Allora, il giorno seguente chiesero a Davide: “Perché ti comporti in questo modo?” Lui rispose: “Da quando sono stato messo nel gruppo, nessuno mi ha mai rivolto un sorriso, una parola buona o una gentilezza, mi avete bombardato di domande solo per sapere se fossi alla vostra altezza e se fossi abbastanza in gamba per entrare nel vostro gruppo. Voi avevate già un rapporto di amicizia basato sul rispetto, la stima e la disponibilità reciproca e per me non c’era posto. Per voi sono sempre stato un problema da
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risolvere, così anche voi lo siete diventati per me: tanti piccoli ostacoli da affrontare, ognuno con una faccia diversa!” A queste parole Marco dandogli la mano gli disse: “Fino ad oggi eravamo convinti che tu pensassi solo a te stesso e che non ti importasse degli altri, ma questo incontro è stato utile a conoscerci. Ci siamo comportati veramente male nei tuoi confronti!” 16
“No, non è vero; anche io devo chiedervi scusa per non aver detto prima quello che pensavo. Se vi avessi sorriso e guardato in maniera non ostile, le cose sarebbero state diverse. Chiedo scusa a tutti!” rispose Davide, con gli occhi bassi. Così, nell'imbarazzo generale, Davide e gli altri amici compresero che un sorriso e una parola sincera aiutano a conoscersi e che conoscersi aiuta a capirsi. Da quel momento, anche Davide entrò a far parte del gruppo. Il giorno della gara i nostri amici collaborarono e si incoraggiarono a vicenda superando le prove brillantemente. Arrivarono in finale senza problemi e si scontrarono con gli altri cinque gruppi finalisti. Prima della finale il preside spiegò che ogni gruppo avrebbe dovuto comporre un testo su un argomento a scelta in un’ora e trenta minuti. I ragazzi decisero di scrivere ciò che era accaduto loro; ognuno propose le proprie idee che unite fecero nascere un bel testo sull’amicizia. Dopo aver giudicato i lavori dei vari gruppi, gli insegnanti che componevano la commissione giudicatrice decisero che il migliore era quello della squadra dei nostri amici. Il gruppo decise di mandare Davide a ritirare il premio; il ragazzo soddisfatto sul palco disse: “Questo premio va a tutto il nostro gruppo perché ce lo siamo guadagnato lavorando tutti insieme: ognuno di noi ha dato il suo contributo”. Questi ragazzi, superata la diffidenza iniziale, sono riusciti grazie alla collaborazione e all’aiuto reciproco a superare tutti gli ostacoli delle varie prove e vincere il premio finale e soprattutto a costruire una bella e forte amicizia.
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Io e Giulia Spesso mi capita di fermarmi, di pensare e di ripensare cosa ne sarà dell'amicizia che mi lega alle mie compagne di classe. Chissà, continueremo ad essere vere amiche come lo siamo state sinora? È una domanda che mi 17
pongo, ma di una cosa sono sicura: conserverò i ricordi più belli di un'amicizia pura. Ricordo ancora (e ne conservo l'emozione) il momento in cui capii che Giulia sarebbe diventata mia amica. Fino ad allora, nella mia classe, non c'era nessuna che corrispondesse all'idea romantica che avevo dell'amicizia, nessuna che ammirassi davvero, nessuna per cui avrei dato la vita. Uno dei primi giorni di scuola della prima elementare, portai in classe delle conchiglie, unici oggetti che mi ricordavano le vacanze estive. Giulia si avvicinò e mi chiese il permesso di guardarle: iniziò a toccarle come degli oggetti preziosi e mi disse che anche lei aveva una bella collezione di conchiglie: possedeva quelle tonde, schiacciate ma non aveva quelle lunghe e multicolore che, invece, avevo io. Mi sentivo tanto felice che era riuscita a rivolgermi la parola, timida com'era; io speravo tanto che non fosse l'ultima volta! All'uscita con un dolce sorriso mi disse: “Ci vediamo domani! Porta ancora le tue conchiglie!”. Frasi semplici che mi lasciarono senza parole, solo tanta voglia di urlare… per la gioia. Per tutto il pomeriggio cantai, ma la notte dormii male: pensavo che qualcun altro l'avrebbe voluta avere amica solo per sé. Invece, la mattina successiva lei era già seduta al banco accanto al mio e così le paure svanirono in un attimo, capii di aver trovato la mia amica del cuore, l'amica capace di comprendere il mio bisogno di fiducia e di lealtà! ***
Scrivere d’amicizia‌
Finalmente era arrivata l'estate e Viola, Anna, Giulia e Maria decisero di trascorrere i tre mesi di vacanza insieme. 18
Erano molto diverse, ma tra loro c'era un legame speciale che le univa. Viola era calma e riflessiva, Anna socievole e allegra, Giulia sognatrice e attenta, Maria sportiva e avventurosa. Avevano tante passioni diverse: Viola la musica, Anna i motori, Giulia la tecnologia, e Maria la natura. Per loro l'amicizia era molto importante, condividevano i loro pensieri e le loro esperienze, stavano bene insieme avendo sempre rispetto reciproco. Durante l'estate (fu un'idea di Viola!) crearono un quaderno dell'amicizia dove scrivevano i loro pensieri e osservazioni. La scrittura serviva a confermare la promessa che si erano fatte da piccole: da piccole avevano giurato che la loro amicizia non sarebbe mai svanita!
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Un’amicizia speciale Linda è una ragazza tranquilla, allegra e socievole. Ha un’amica del cuore che si chiama Erica, a cui confida i suoi segreti. Linda e Erica escono, fanno i compiti insieme e condividono le loro matite colorate; insomma sono molto amiche! Però … All’improvviso, nel giro di pochi giorni, Linda nota che Erica non è più la stessa: la evita e trascorre la maggior parte della giornata con Simona, una bulla. Linda cerca di stare con loro ma le rispondono sempre: “Vattene! Tu non sei bellissima come noi! Vai via! Smamma!”. E così rimane senza amica e inizia a chiudersi in se stessa. Sul suo diario dei segreti inizia a scrivere frasi del tipo: “Non voglio avere amici! L’amicizia è stupida!”. Ormai la povera Linda è sicura che l’amicizia non serve a niente. Un giorno il papà di Linda annuncia alla famiglia l’imminente trasferimento in un’altra città e quindi l’iscrizione in una nuova scuola. La piccola non è felice perché teme di vivere la medesima delusione. Il primo giorno di scuola tutti i compagni cercano di essere gentili con lei per farla sentire a casa, ma ella è diffidente. Linda nota che nella nuova classe c’è una bambina di nome Gloria: è molto silenziosa, tranquilla ma viene isolata da tutti forse perché è una ragazza disabile. Un giorno, mentre la classe si avvia verso la palestra, in aula rimangono per ultime Gloria e Linda a sistemare i propri libri sotto il banco; ad un tratto a Gloria cade per terra il diario con l’astuccio. La ragazza non riuscendo a raccoglierli si rivolge con lo sguardo verso Linda. Questa volta Linda non riesce a rifiutare la richiesta d’aiuto della compagna e va verso di lei per raccogliere gli oggetti. Linda nota che sul diario Gloria ha attaccato delle foto della sua cantante preferita che è anche la sua. Così in un attimo le due compagne si ritrovano a parlare di lei. Da quel momento le ragazze diventano inseparabili; l’amicizia rinasce anche quando non te l’aspetti più!
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La vera amicizia dura per sempre In una fredda giornata di novembre, nella I C della scuola secondaria di 1° di Monteroni, arriva una nuova allieva. Appena entrata in classe, la nuova arrivata colpisce in particolare Sara. Sara è una ragazza molto estroversa e 20
subito chiede alla sua prof di matematica se la nuova compagna si può sedere vicino a lei. L’insegnante acconsente. “Come ti chiami? Qual è il tuo soprannome? Quando sarà il tuo compleanno? Quanti anni hai? Qual è il tuo cognome?”, le chiede subito. Lei, essendo molto timida, risponde su un foglietto, scrivendo: “Mi chiamo Gioia, il mio cognome è Veregnano, il mio soprannome è Joy. Il mio compleanno è il 20 Marzo e ho 11 anni”. Sara, allora, le fa un’ultima domanda: “Vuoi essere mia amica?”. Gioia annuisce. Da quel momento Gioia e Sara diventano inseparabili. Vanno addirittura insieme a far fare la passeggiata pomeridiana a Fufy, il cane di Sara. Purtroppo però, un mese dopo, le cose cambiano a causa del fidanzamento tra Gioia e Dario. Un giorno però, Joy capisce: le due ragazze ritornano amiche e giurano che nessuno, nemmeno il ragazzo più bello del mondo, le avrebbe mai più potute separare. L’amicizia è il tesoro più prezioso e bisogna custodirlo gelosamente! ***
Bianco o nero… qual è la differenza? Un giorno di una calda estate salentina Patrick decise di andare al mare: scelse il lido “La staffa” per giocare con i suoi amici. Arrivato lì e messosi a cercare gli amici non ne trovò nessuno e così tornò a casa triste e annoiato. 21
Il giorno dopo tornò e trovò tre dei suoi amici spaventati e turbati perché dei bulli stavano picchiando un bambino nero. Patrick, arrabbiato, si avvicinò e disse loro: “Perché state picchiando quel bambino? Non vi ha fatto niente! Lasciatelo in pace!”. Quelli però lo ignorarono totalmente e gli risero in faccia. Allora Patrick si avvicinò ad Ahmed, così si chiamava quel bimbo, e lo rassicurò dicendogli che qualunque cosa gli avessero fatto ci sarebbe stato lui a proteggerlo. Due giorni dopo i bulli tornarono e videro Ahmed che passeggiava per il lido e, come sempre, andarono ad insultarlo. Patrick li vide e subito intervenne per difendere il suo nuovo amico dicendo ai bulli, con coraggio “Perché non ve la prendete con me? Lasciate in pace questo bambini!” I bulli lo ignorarono; allora Patrick corse velocemente a casa di Ahmed e chiamò i suoi genitori avvertendoli di quello che stava succedendo. Arrivati sulla spiaggia, misero in fuga quei bulli che, spaventati, non tornarono mai più in quel lido. Ahmed e i suoi genitori ringraziarono di cuore Patrick. I due ragazzi diventarono inseparabili e insieme da allora vissero avventure straordinarie. ***
Amici, amici! Mirko, Luca, Anna e Lisa sono molto amici, anzi sono i migliori amici e passano molto tempo insieme. Un pomeriggio, un caldo pomeriggio soleggiato, Luca invita gli altri tre ad andare a giocare in campagna, di fronte 22
a casa sua. Gli amici accettano contenti e verso le quattro si ritrovano tutti a casa di Luca, dove organizzano vari giochi divertenti. Giunti poi in campagna, iniziano però gli screzi: non sono d’accordo… sul gioco con cui incominciare. Dopo una buona mezz’ora di litigi, vanno via ognuno a casa propria, senza aver fatto pace. Luca ci rimane molto male e chiede consiglio all’amico saggio, il suo vicino di casa Adolfo, che ha molti anni esperienza più di lui. “L’amicizia è un bene prezioso, è un sentimento che unisce ed è al di sopra delle scelte di ogni uomo. Ti consiglio di far pace e di ritornare dai tuoi amici”, gli dice Adolfo. Il giorno dopo, durante la ricreazione, Luca dà agli altri un biglietto con cui li invita a ritrovarsi nel cortile della scuola. Luca racconta a tutti quello che ha detto Adolfo: i quattro amici pensano a quelle parole, si chiedono scusa l’un l’altro e si promettono di non litigare più per delle stupidaggini. Fanno pace, perché l’amicizia è la cosa più importante! ***
Amiche per sempre Il primo giorno di scuola elementare Anna e Martina scoprirono che avevano molte cose in comune, prima fra tutte la danza. Diventarono amiche per la pelle e decisero che mai si sarebbero allontanate. 23
Spesso però la vita ci conduce dove non avremmo mai pensato: Anna e Martina si separarono per un malinteso, non si parlavano più, neppure si rivolgevano lo sguardo. Il legame però era molto forte, nessuna delle due riusciva davvero a stare lontana l’una dall’altra. Le mamme delle due ragazze studiarono un piano per farle riavvicinare: organizzarono una gita in modo che le due amiche avessero l’occasione di stare insieme. Così fu. Infatti pian piano, sedute sul sedile posteriore della macchina, ripresero a parlarsi e riscoprirono la gioia di stare insieme. Quando arrivò il compleanno di Martina, Anna le regalò una collana dell’amicizia. Le due amiche fecero un patto: non avrebbero litigato mai più e la loro amicizia sarebbe durata per sempre! ***
Un’amicizia nuova…
Nel primo giorno di scuola media, Marco trovò come compagno di banco Rachél, un ragazzo di colore proveniente dal Brasile. 24
In un primo momento Marco si mostrò diffidente nei confronti del suo nuovo compagno e del suo strano accento. Rachél non si sentiva accettato, comprendeva quel sentimento di diffidenza e si mostrava sempre scontroso con tutti. Un giorno, durante la ricreazione, uscirono tutti in giardino dove si misero a giocare a pallone. All’improvviso la palla arrivò a Rachél che era in disparte. Subito lui prese la palla e dimostrò a tutti di essere bravissimo a giocare, incantando i suoi compagni con palleggi e tiri al volo. Tutti iniziarono ad apprezzarlo per le sue qualità, compreso Marco, il quale volle iniziare a conoscere di più quel suo compagno. Presto i due capirono di avere tanti interessi in comune, come la passione per il calcio, per le figurine e per gli sci. Da quel momento divennero molto amici, iniziarono ad uscire insieme il pomeriggio, ad andare al cinema e a giocare a calcio. ***
Essere amici, non discriminare
Tempo fa in classe di Luca è arrivato un bambino di nome Ahmed. Ahmed sta sempre in disparte… Luca lo osserva da lontano incuriosito 25
dai suoi occhioni sempre attenti a quello che accade intorno. Un giorno Luca si avvicina e gli chiede se teme di essere considerato diverso; Ahmed risponde di no e sfodera un bellissimo sorriso. Luca, ammirato dal suo coraggio, comprende anche che il ragazzo ha tanto bisogno di un amico… Il giorno dopo Luca interviene a difendere il suo compagno messo in mezzo da alcuni bulli per il colore della sua pelle; lo difende, lo prende e lo portò con sé a giocare a pallone… Diventano inseparabili. Quanta gioia dà l’amicizia! Quanto sarebbe bello se gli adulti imparassero dai bambini!
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[Scena n. 5]
Che cosa ci dite del mangiar sano e del benessere alimentare?
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Di Tonio e dei suoi… grugniti! Tonio era un ragazzo molto vivace, ma poco simpatico; adorava mangiare hamburger (magari con Ketchup e maionese), Nutella, brioches e schifezze in quantità. Gli amici lo chiamavano “Tonio il maialotto”! La sua pancia sembrava il pallone di una mongolfiera, più mangiava e più ingrassava. Una sera, durante una festa di compleanno di un suo compagno, divorò tutto ciò che avevano preparato: mangiò talmente tanto che non riusciva a camminare. Tornato a casa, a pancia piena, si mise a letto e si addormentò. A questo punto cominciò a sognare… “Toniooo,... Tonioo,… Toniooo…”, si sentiva chiamare, e lui non riusciva ad alzarsi dal letto: era diventato veramente un maialotto!!! Era steso a pancia in su con le zampe in aria e cercava disperatamente di alzarsi. “Aiutoooo!!!, aiutooo, aiutatemi, non riesco ad alzarmi”, gridava…, “Aiuto per favore…!!!”. Le zampette si dimenavano e la sua schiena si muoveva come una trottola. Era troppo grosso, troppe salsicce, troppi hamburger, troppe brioches…… “Ti aiutiamo noi, ti aiutiamo noi!!”. “Chi siete? Chi vuole aiutarmi?”, gridava Tonio. “Noi, io sono Jerry l’hamburger, “Ed io sono sua moglie, Lella la signora mortadella”. “Noi siamo il cibo che ti fa forte, ti ingrassa e ti rende felice”. “Toniooo,...Tonioo,…Toniooo…”. “Ma chi è che mi chiama ora???” “Siamo noi, io sono Carmela, l’amica mela”, “Ed io sono Ada l’insalata. Noi non siamo amati dai bambini, siamo leggeri e non birichini”. “Andate via, disse Lella, siete tristi e rendete infelici i bambini”. “Non è vero”, disse Ada. “Noi siamo allegri e colorati, e soprattutto siamo il mangiar sano. Se Tonio avesse mangiato noi, sarebbe sano, pieno di allegria, di forza e di energia!! Voi non fate diventare forti, ma solo grossi e maialotti!!” “Ha ragione”, disse Tonio. “Vai via - disse alla mortadella - e pòrtati anche tuo marito. Io da oggi in avanti mangerò solo sano ed il cibo non cercherò invano”. Era mattina, Tonio si svegliò felice di non essere più un maialotto e promise alla sua mamma che nel suo piatto avrebbe voluto solo Ada, Carmela e tutti i loro amici del MANGIAR SANO.
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Il magico mondo dei vegetali C’era una volta un ragazzo di nome Panzotto; era molto grosso, triste e debole, non riusciva a fare due passi che gli veniva subito il fiatone. Abitava in una città chiamata Dolcilandia; si chiamava così perché le case erano fatte di caramelle e marshmallow, gli alberi di lecca-lecca e ghiaccioli, le nuove di zucchero filato, le uova erano di cioccolato. In quella città, ovunque ti girassi, vedevi solamente dolci, dolci e ancora dolci di tutte le forme e colori. Intorno sembrava tutto allegro ma le persone, stranamente, erano tristi e non se ne conosceva il motivo. Così un giorno Panzotto intraprese un viaggio in cerca della felicità e, cammina cammina, giunse in una città dai colori vivacissimi. Questa città si chiamava Nutrilandia. Qui gli alberi erano broccoli, le case pomodori, zucchine erano le macchine e carote i grattacieli. Le persone erano sane e snelle. I bambini giocavano, si rincorrevano, saltavano, tutto intorno sprizzava gioia. Panzotto, meravigliato da tutto ciò, fermò una ragazza e le chiese: “Perché siete felici” Da dove la prendete tutta questa energia? Che cosa ha di speciale questa città?” “Questo è il regno dell’energia che ci viene data dalla frutta, dalla verdura e dai legumi che vedi tutto intorno” La ragazza aggiunse: “Prova anche tu a mangiare anche solo per una settimana ciò che ti offre la natura intorno a te e vedrai che ti sentirai meglio”. Panzotto ci pensò perplesso: “Come farò a rinunciare a tutte quelle squisitezze?” Ma la voglia di giocare insieme agli altri fu più forte del desiderio di dolci… “Mi aiuti a diventare come te?” “Sono pronta: iniziamo oggi stesso!” Col passare dei giorni Panzotto notava che quelli strani alimenti non solo erano colorati ma erano anche saporiti. Iniziò a sentirsi una strana energia dentro: aveva voglia di camminare, fare lunghe passeggiate, nuotare, saltare finché un giorno notò che … gli cadevano i pantaloni” Si guardò allo specchio e per la prima volta vide un ragazzo sano, snello, felice e sereno. A quel punto decise di non tornare più nella sua città!
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Il lavoro è stato realizzato dalle alunne e dagli alunni delle classi quarte e quinte della nostra scuola: ognuno di loro, individualmente e in gruppo, 29
si è messo in gioco, ha riflettuto sui temi scelti per le Olimpiadi dell’amicizia 2015, ha composto testi utilizzando sì parole semplici di bambini, ma sicuramente sincere, paradigmatiche di un mondo interiore in cui la dimensione valoriale può ancora attecchire. Hanno voluto illustrare le proprie idee, narrare esperienze dirette o indirette, inventare storie simboliche; hanno voluto raccontare di amicizie durature e di legami che dolorosamente si spezzano, di amici che litigano per sciocchezze e poi fanno subito pace, di amicizie che nascono inaspettate e di affetto che si instaura dopo diffidenze reciproche, di legami che superano le apparenti barriere innalzate da convenzioni, stereotipi, ignoranza, stupidità (degli adulti, ovviamente!). Di tutti i testi sono stati scelti solo alcuni che hanno permesso di costruire il presente libretto in una varietà di storie e pensieri.
Chi siamo?
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[Appendice]
Quale simbolo può rappresentare meglio la forza dell’amicizia, la speranza di pace e tolleranza, il superamento delle discriminazioni, il radicamento al territorio e nello stesso una visione globale e aperta al mondo, il germoglio della vita e la radice dell’esperienza, il benessere alimentare e i valori, anche pratici e concreti, delle nostre comunità ?
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Opera realizzata dalla classe V D per il concorso “G ianserio Strafella - Voci d’ulivo” bandito dal Primo Comprensivo di Copertino – marzo 2015 PRIMO PREMIO SEZIONE ARTISTICA SCUOLA PRIMARIA #noisiamoulivi #salviamoinostriulivi
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Realizzato da Direzione didattica statale di Surbo Aprile 2015 www.circolodidatticoampolo.gov.it ufficio.alunni.ampolo@gmail.com