Cittadini & Salute Giugno 2011

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Editoriale

Quando il chirurgo è uno squalo di Angelo Nardi Quanto emerso a Bari il 24

maggio ci obbliga a ripensare un

attimo sulla decisione editoriale di non toccare i casi di malasa-

nità. Si vuole esortare la classe

politica a introdurre degli elementi correttivi alla competi-

zione che c’è tra medici in corsia

per le rispettive carriere ospeda-

liere. Questo perché nella struttura statale, in cui il servizio

sanitario è inserito, non ci sono quei dinamismi in grado riconoscere i meriti ai propri operatori sanitari.

Succede, quindi, al reparto di Neurochirugia del Policli-

nico di Bari che un ambiente colmo di dissidi produca disa-

gio per i pazienti ricoverati, errori in sala chirurgica, interventi riparatori fatti passare per operazioni a pazienti

inesistenti. Questo almeno il quadro accusatorio con il quale la procura di Bari ha emesso due arresti per i chirurghi rivali. I due rivali in corsia seguivano solo i rispettivi malati.

Visite e interventi non garantite da uno dei due conten-

denti potevano attendere. La guerra per evitare la nomina di

sostituto dirigente del reparto tocca inevitabilmente anche

la produttività. Chi dei due è più in alto in grado relega l’al-

tro a comprimario facendogli effettuare solo 46 interventi

contro i 265 di un altro chirurgo da designare. La lotta per le

investiture, quindi, non risparmia i verbali e gli atti ufficiali.

Viene falsificato il registro di sala operatoria e distrutti al-

cuni verbali. Ma in questa guerra senza rispetto per il pa-

ziente si commettono inevitabilmente errori anche in sala chirurgica: viene lasciata una garza nel cranio di una pa-

ziente che rioperata in questo secondo intervento viene regi-

strata come nuova operazione, non come riparazione alla precedente.

Il 24 maggio i due chirurghi sono stati arrestati. Sicura-

mente la situazione venutasi a creare in quel reparto ha as-

sunto i caratteri estremi di competizione ai danni del malato.

La convinzione però che in altri modi stesso tipo di conflitti

avvengano in altri ospedali. Per tanto si chiede: tregua agli

operatori sanitari, controllo agli amministratori pubblici degli enti Regione.

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Il cellulare e i danni alla salute

Un dono post mortem, il proprio corpo Coltivazione biodinamica: alimentazione sana! Quarantenni da record! Rubrica Prevenzione & Salute

Il cibo, tra Intolleranza e Allergia La malattia di Alzheimer: i campanelli di allarme Allarme per i consumatori di bistecche Cancro alla bocca, prevenirlo! Paura da contagio, in Germania Nuovi farmaci, contro l’epatite B e C Omogeneizzati, l’ultima follia dietetica Fumare è male La Pillola

Fine Ottocento, la lotta contro la malaria e la pellagra

Cittadini & Salute Mensile di informazione Socio-Sanitaria della Provincia di Roma est editore e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Angelo Nardi Art Director Antonella Cimaglia Webmaster Mariano Trissati Redazione Via Galletti, 16 00012 Villanova di Guidonia (Rm) e-mail: redazione@cittadiniesalute.it Te l e F a x 0774 529498 - 0774 320278 S ta m p a Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Rm). Registrazione n. 31 del 29 giugno 2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato o spedito alla redazione, non verrà restituto. Chiusura: mercoledì 8 giugno 2011

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Attualità

Il cellulare e i danni alla salute

L’uso quotidiano dell’insostituibile ninnolo della tecnica ci fa dimenticare che il telefonino mobile può nascondere delle insidie. L’uso eccessivo del cellulare può incidere sulla salute.

Ora l’argomento dopo la relazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità torna a far discutere e mettere all’erta. Insieme all’OMS anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). In una relazione si mette in guardia tutti coloro che avevano cantato vittoria e, dati alla mano, dimostravano non esserci alcuna controindicazione per la salute nell’uso eccessivo del telefono cellulare. Non è allarme, però tanta baldanza viene ridimensionata. L’utilizzo eccessivo può aumentare le possibilità di contrarre alcuni tipi di tumore cerebrale. A dirlo sono 21 esperti di 14 Paesi. Riunitisi a Lione dal 24 al 31 maggio in un convegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), hanno snocciolato le attestazioni per classificare i telefonini a livello 2b in una classificazione di gravità che arriva fino a cinque. La classifica appunto vuole catalogare i livelli di pericolosità di alcuni prodotti “potenzialmente cancerogeni per l’uomo”. Va detto che i pareri sono ancora discordi. Secondo altri esperti, è esagerato scatenare un allarme collettivo. Sono tutti d’accordo infatti che ad

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essere nocivo è l’abuso del cellulare. Il tipo di tumore più frequente è il glioma. I rischi aumentano in soggetti predisposti allo sviluppo di certi tipi di cancro. Un tumore maligno del tessuto neuroepiteliale. Questo termine può essere usato per descrivere uno di una serie di tumori primari del cervello e del midollo spinale, tra glioblastomi, astrocitomi e oligocitomi e oligodendrogliomi ependimomi. I gliomi maligni sono i più comuni tumori primari del cervello. Comunque, questa classificazione potrebbe spingere l’OMS a rivedere le sue linee guida sui cellulari. Infatti l’OMS in precedenza aveva detto che non era stato stabilito alcun legame tra l’uso di cellulari e il cancro. Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha chiesto un parere al Consiglio superiore di sanità in merito all’allarme lanciato dell’ Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità (IARC) sull’uso dei telefoni cellulari con particolare riferimento alle misure precauzionali da intraprendere. La classificazione 2b data dalla Iarc, in base a un’analisi della letteratura scientifica da parte di un gruppo

di esperti, è stata raggiunta in base a una scala di valutazione del rischio che prevede cinque livelli. Significa che vi è la possibilità di rischio per la salute ma anche che occorrono altre ricerche nel lungo periodo per stabilire con certezza una correlazione tra chi fa un uso intensivo del cellulare e il rischio di cancro. La classificazione si basa sull’aumento di alcuni tipi di tumore, glioma e neuroma acustico, che è stato evidenziato tra gli utilizzatori di telefoni cellulari in seguito a numerosi studi. Tuttavia la IARC precisa che non si possono trarre conclusioni per altri tipi di cancro. Le prove sono state ritenute insufficienti anche per quanto riguarda l’esposizione ambientale e lavorativa. In attesa che siano disponibili ulteriori informazioni, la IARC invita a prendere misure pratiche per ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici, per esempio l’utilizzo di auricolari o vivavoce oppure di SMS. Dopo aver raggiunto circa 4,6 miliardi di abbonamenti cellulari alla fine del 2009, l’International Telecommunication Union (ITU) prevede che il numero di abbonamenti cellulari mobile a livello globale possa raggiungere cinque miliardi nel 2010, guidata da servizi avanzati e telefoni nei paesi sviluppati e una maggiore diffusione dei servizi saw w w.cittadinies alut e.it


Attualità nitari mobile e mobile bancari del mondo in via di sviluppo. “Anche durante una crisi economica, abbiamo visto alcun calo della domanda di servizi di comunicazione", dice Hamadoun Touré Segretario Generale ITU, in occasione del Mobile World Congress di Barcellona nel febbraio 2010, “e sono sicuro che continueremo per vedere una rapida diffusione nei servizi mobili di cellulari, in particolare, nel 2010, con molte più persone utilizzano i loro telefoni per accedere a Internet”. Da parte dell’ITU ci si aspettava di vedere il numero di abbonamenti alla banda larga mobile superare il miliardo a livello globale nel corso del 2010. L’aspettativa si fondava sul fatto che nel 2009 erano stati superati i 600 milioni. In coerenza con i tassi di crescita, l’accesso al Web da parte di persone in movimento - tramite computer portatili e

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dispositivi mobili intelligenti - si era considerato probabile il superamento dell’accesso al Web dai computer desktop entro il 2014. “Anche il più semplice, il telefono cellulare di fascia bassa può fare tanto per migliorare l’assistenza sanitaria nel mondo in via di sviluppo”, aggiunge Touré. “Buoni esempi includono l'invio di messaggi di promemoria per i telefoni paziente quando hanno una visita medica, o hai bisogno di una pre-natale check-up. Oppure utilizzando i messaggi SMS per fornire istruzioni su come e quando prendere le medicine complessi come anti-retrovirali o vaccini. È una cosa semplice da fare, ma fa risparmiare milioni di dollari e può contribuire a migliorare e anche salvare la vita di milioni di persone”. Per quanto riguarda il mobile banking, mobile in rapida crescita abbonamenti cellulari ha fatto sì che ora ci sono un gran numero di persone in tutto il mondo, spe-

cialmente nei paesi in via di sviluppo, che hanno un abbonamento di telefonia mobile ma nessun conto in banca - e sempre più, gli abbonati utilizzano i loro telefoni per il settore bancario. Insomma, la pratica vorticosa di attivare ogni cosa attraverso il telefonino supera di gran lunga l’effettualità dei mezzi finanziari disponibili e delle reali cose da muovere attraverso questo grande strumento direzionale che è il telefono cellulare. L’esortazione a farne un uso moderato sono oramai inutili. Lo strumento è entrato come fulcro insostituibile della rete in cui consistono le relazioni personali di tutti noi. L’unica esortazione possibile potrebbe essere quella di moderare le relazioni - umane, sociali, professionali - anche questo abuso potrebbe riscontrarsi come eccessivo. Ma per affermare un paradosso come questo non ci sono uffici scientifici autorevoli che tengano. Beatrice Portinari

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Attualità

Un dono post mortem, il proprio corpo

In Parlamento è in esame la proposta bipartisan che arriva dagli Affari Sociali, non dalla Salute. Il mondo medico ha bisogno di fisici sui quali poter formare le nuove leve della scienza di Esculapio Il corpo umano da studiare e analizzare è un bene insostituibile per la ricerca scientifica. La formazione di giovani medici non può prescindere da questo, così come l’analisi delle funzioni corporee può esser terreno di studio anche da parte di professionisti di chiara fama. Per fare questo c’è bisogno di corpi umani. Nasce così la richiesta da parte delle facoltà di medicina, quindi la proposta di una legge firmata da esponenti di entrambi gli schieramenti di arrivare a facilitare le condizioni per disporre del corpo, dopo la morte.

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Una volta analizzata la fisiologia, il corpo verrebbe restituito ai parenti in condizioni da rispettarne la dignità della persona che non c’è più. Sono stati presentati quattro progetti di legge. La commissione Affari Sociali della Camera ha preso a cuore il problema. Sotto esame la possibilità di addivenire a una “donazione volontaria”: dove i vincoli consistono nel garantire “integrità della salma” e della sua “riconsegna” alle famiglie, una volta terminati gli studi. Il nostro ordinamento non ha norme specifiche per manifestare la propria volontà, diversamente

da quanto è previsto per la donazione di organi. Si prevede un testamento olografo, quindi senza necessità di andare dal notaio. Non si capisce bene perchè per un progetto condiviso, dichiaratemente bipartisan, debbano essere presentati diverse proposte di legge. Segna l’incapacità della classe politica di saper rispondere per tempi utili a un’esigenza sulla quale non sono in opera problemi di dissenso etico. Il corpo viene studiato, analizzato, approfondito da professori e discenti al fine di avere dimestichezza con la materia umana. La mancanza di preclusioni ideologiche - l’autopsia, come dovere di appurare circostanze sospette di una morte, è già praticata. Si tratta di farla diventare pratica comune. Piccarda Donati

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Curiosità

Coltivazione biodinamica: alimentazione sana! Il profeta del metodo di coltivazione naturale, Alex Podolinsky, in tour di conferenze in Italia

Arriva dall’Australia e non si presenta come un santone, ma come una persona che ha studiato il problema e può proporre soluzioni ai coltivatori, agli studiosi, a chiunque abbia a cuore la corretta alimentazione. Il tema è Fertilità della Terra-Produzione Agricola-Alimentazione-Salute. L’organizzazione di Slow Food-Italia, Anagribios-Coldiretti in collaborazione con Associazione Agricoltura Biodinamica, Agricoltura Vivente, Centro Luigi Forenza ed Enti Locali. In giro per l’Italia dal 20 maggio al 16 giugno, Alex Podolinsky ha perfezionato il “metodo biodinamico australiano”.

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Si tratta di un metodo praticabile in moderne condizioni di agricoltura estensiva. Col suo metodo riesce a sviluppare una crescita professionale dell’agricoltore stesso, osservatore e principale responsabile delle scelte nella propria azienda in chiave olistica. L’Agricoltura Biodinamica si distingue da quella Biologica per una maggiore cura del terreno ai fini dell’incremento e miglioramento della sostanza organica, per l’uso di concimi naturali, sovesci e macchine agricole volte a ossigenare il terreno piuttosto che rivoltarlo, per un’attenzione ai cicli astronomici. Se affrontata con metodo

rigoroso la Biodinamica porta a risultati chiaramente visibili, spesso in un breve lasso di tempo: formazione di humus, ristrutturazione del terreno, riorganizzazione complessiva dell’azienda agricola, abbattimento di costi e aumento della produttività. La biodinamica è un buon affare, non solo per la salute. Maria Luisa Forenza

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Eterni giovani

Quarantenni da record! La finale di Champions League ha visto l’annunciato ritiro del quarantenne Van der Sar e la conferma del trentottenne Ryan Giggs. Ma c’è una differenza. I portieri per poca dimestichezza con la corsa hanno un agonismo diverso dai calciatori pedatori. Dopo Maldini, Costacurta, sono sempre più i calciatori professionisti quarantenni. A cosa è dovuto? Al codice genetico? Ai sistemi di allenamento? Alla fortuna di non avere avuto infortuni? Alla disciplina a cui solo pochi sportivi si sottopongono? Sta di fatto che il Manchester United vuole rimandare di almeno un altro anno il ritiro di Ryan Giggs. Basta dare un’occhiata ai numeri del “Welsh Wizard”, nato il 29 novembre del '73, per capire che si ha di fronte una carriera sensazionale. Con oltre 800 presenze con i Red Devils, il caso di longevità sportiva del gallese ha conosciuto venti anni di Manchester. Osservando altri sportivi avere un calo fisico anche prima dei 30 anni, viene da chiedersi il segreto del gallese che, tra l’altro, non si è mai risparmiato in quanto a corsa e scatti. Sicuramente il fatto di non aver mai avuto infortuni gravi lo ha agevolato, ma anche questo dato è una conferma di un professionista serio, che si è sempre allenato e che www.cittad inies alut e.it

ha condotto una vita da atleta. Il giornale inglese The Indipendent intervistandolo, ha scoperto che il “mago gallese” pratica molto yoga. Oltre a benefici allo spirito (eliminare le energie negative a favore di quelle positive), la disciplina orientale è molto utile per tonificare i muscoli e per evitare infortuni alla schiena. Giggs non é però l’unico anziano del calcio europeo ad aver mantenuto una forma fisica invidiabile, per restare nel nostro campionato si può citare l’esempio di Javier Zanetti. Il capitano dell’Inter, classe ’73, detiene anche il record di presenze consecutive con i nerazzurri, oltre a quelli di presenze con la nazionale argentina e in Serie A (tra i calciatori in attività). Una carriera che è stata tale grazie alla cura dei dettagli, come spiega il campione in un’intervista alla Gazzetta dello Sport rilasciata un anno fa. Per dettagli si intendono ovviamente tutte le piccole cose che vanno da una vita regolare, senza eccessi, alla grande dedizione all’allenamento. All’Equipe, in un’intervista recente, Zanetti parla di come è continuato a crescere tecnicamente e agonisticamente: “Oggi sono

migliore. Sono cresciuto molto negli ultimi anni, ho imparato dagli errori che commettevo quando ero giovane”. In fondo, nella voglia di crescere, nell’attenzione continua a quel che si fa, senza tralasciare nulla al caso con la convinzione di aver acquisito tutto. E in fondo questo è il segreto della longevità di uno sportivo, come di chiunque di noi nella vita più ordinaria. Gli somigliano altri due campioni di serietà: Alex Del Piero e Francesco Totti. Sebbene meno vecchietti di Giggs e Zanetti sono l’esempio che si possono combattere anche grandi infortuni se si vuole tornare ad alti livelli. Questa la dimostrazione che la longevità di uno sportivo è in stretta relazione con la sua applicazione “fuori dal campo”. Il nuotatore Mark Spitz, classe 1950, dopo aver vinto tutto alle Olimpiadi di Monaco del ’72, tentò la clamorosa rentrée alle Olimpiadi di Barcellona, nel 1992, alla veneranda età di 41 anni. Gli avevano offerto una borsa di un milione di dollari se fosse riuscito nell’impresa. Aveva già bevuto tanti avversari statunitensi che potevano essergli figli. Ma stavolta Spitz non ce la fece. Forse il business, le scommesse, il mondo del cinema non agevolano affermazioni così importanti che arrivano dallo spirito, non dalla convenienza monetaria. Giulio Dionisi

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Rubrica

Prevenzione & Salute

Prevenzione & Salute vuole informare, in maniera semplice ed efficace, sulla prevenzione e sul modo di combattere le patologie più diffuse del terzo millennio.

Capire l’alimento che rifiuta il tuo organismo, ti cambia la vita.

Test e consulenza con il nutrizionista per sentirti in forma.

Dottoressa Helen Costanzi Specialista della Nutrizione

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Il cibo, tra Intolleranza e Allergia Intolleranza alimentare. I sintomi Stanchezza, sonnolenza, ritenzione idrica, malessere generale, gonfiore, sudorazione, acne, dermatiti, obesità. Ma ci sono altri disturbi sull’apparato muscolo-scheletrico, neurologici e psicologici. Tutte queste manifestazioni possono esser derivate da intolleranze alimentari. Più comunemente disturbi gastrointestinali, stitichezza, malassorbimento, aerofagia. Altri legami tra intolleranza e disturbi neurologici sono oramai noti, come ansia, depressione e cefalea. I risultati ottenuti su pazienti che hanno eseguito il test delle Intolleranze sono sorprendenti. Il 70% di coloro che si sono sottoposti all’esame ha eliminato i disturbi, ma soprattutto ha acquisito un modo diverso di nutrirsi con importanti benefici quali, perdita di peso, maggior efficienza fisica, miglioramento dei parametri clinici spesso fuori limite: colesterolo, trigliceridi e glucosio nel sangue. Bene effettuare il Test per le Intolleranze Sapere cosa ci procura malessere è un bene Ma decisivo il parere dello Specialista della Nutrizione. Saper valutare la gravità delle intolleranze qualora siano presenti e soprattutto sappia consigliarvi come sostituire e alternare gli alimenti nella dieta.

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Il significato di intolleranza alimentare Allergia da alimenti è un’espressione che si associa a manifestazioni fisiche importanti, in cui l’organismo evidenzia di rigettare un determinato alimento. La forma più conosciuta è quella di tipo 1 o IgE mediata. Ne soffrono solo 1.5% delle persone. Dà manifestazioni importanti come sensazione di soffocamento, chiazze sulla pelle, vomito e nei casi più gravi, shock anafilattico. Ma in modo molto più diffuso esiste una forma di allergia alimentare ritardata che riguarda il 45% delle persone. Compaiono quantità eccessive di IgG specifiche nei confronti di determinati alimenti. (Con IgG si intendono le immunoglobuline G, cioè anticorpi speciali, molecole dedicate alla risposta immunitaria). Le IgG possono arrivare ai più disparati organi e tessuti. Quando accade provocano disturbi con sintomi. Quando uno o più fattori si combinano tra loro chi ne paga le conseguenze è l’equilibrio microbico-intestinale. Avviene quel processo chiamato DISBIOSI. (Con disbiosi si intende un’alterazione della popolazione microbica intestinale nostra alleata a favore di ceppi patogeni). Con la disbiosi la barriera intestinale diminuisce come efficienza. Diventa permeabile, porosa ed incapace di trattenere i macroelementi. Il nostro intestino diviene meno resistente ai virus, batteri, parassiti, funghi e all’infezione da Candida. w w w.cittadinies alut e.it


Italian Hospital Group

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Centro Demenze - Unità Alzheimer Italian Hospital Group

La malattia di Alzheimer: i campanelli di allarme Dott. G. Carbone – Medico Responsabile Centro Demenze – Unità Alzheimer Italian Hospital Group

L’Alzheimer è una malattia degenerativa, progressiva ed irreversibile che colpisce il cervello. La diagnosi è clinica. Non ci sono ad oggi marcatori certi, ematochimici o strumentali, di malattia. È la forma più frequente di demenza e si caratterizza per: • graduale declino delle funzioni cognitive • comparsa di disturbi dell’umore, psichici e del comportamento • progressiva perdita della capacità di vivere autonomamente. QUALI SONO I CAMPANELLI DI ALLARME? Perdita di memoria È normale scordarsi un appuntamento. Diventa preoccupante se le dimenticanze sono frequenti o si è spesso confusi e non si riesce più a fare le cose di tutti i giorni Difficoltà nelle attività quotidiane Dimenticare una volta la pentola sul fuoco è distrazione. Ma ai malati di Alzheimer capita di cucinare un pasto, scordarsi di servirlo o di averlo preparato. Problemi di linguaggio È normale avere un nome sulla punta della lingua. Il malato di Alzheimer, però, non ricorda parole semplici o le sostituisce con altre illogiche: come zuccotto al posto di cappotto. Perdita del senso dell’orientamento Non è preoccupante sbagliare la fermata dell’autobus. Lo è se si perde la strada di casa o non si capisce dove ci si trova.

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Perdita della capacità di giudizio Può succedere a tutti di uscire di casa con il golf messo al rovescio. Chi è malato, però, indossa, per esempio, due giacche d’estate o infila l’accappatoio al posto del soprabito. Problemi con i soldi e i calcoli Il malato di Alzheimer non riesce più a distinguere tra uno e cento euro. Cancella dalla mente dei numeri e anche una semplice somma lo mette in crisi. Mettere la cosa giusta nel posto sbagliato e non ricordarsi di averlo fatto Cercare gli occhiali e poi accorgersi di averli in testa è pura sbadataggine. Chi soffre di Alzheimer, invece, ripone gli oggetti in luoghi strani, per esempio, il ferro da stiro in frigorifero. Cambiamenti improvvisi e immotivati dell’ umore Capita a tutti di svegliarsi con la luna storta. Ma nei malati gli sbalzi d’umore assalgono ogni giorno, di colpo e senza apparenti motivi. Cambiamenti di personalità Invecchiando certi difetti si accentuano, ma l’Alzheimer cambia completamente il carattere. Chi ne soffre, da tranquillo può diventare irascibile, diffidente. Mancanza di iniziativa e perdita di interessi Non si tratta solo di non avere più lo spirito di un tempo. Il malato di Alzheimer perde interesse in quello che fa. Per esempio, inizia a trascurare la casa. In presenza di uno o più campanelli di allarme è opportuno parlarne con il proprio medico, che valuterà se indirizzare presso un Centro UVA (Unità Valutativa Alzheimer) per gli accertamenti del caso.

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RICERCA

Allarme per i consumatori di bistecche

Il rischio di tumore all’intestino aumenta del 17% con l’abitudine di mangiare 100 grammi di carne rossa al giorno Il rischio aumenta con le carni lavorate: più 36%. A sostenerlo è il Continuous Update Project (CUP). La notizia sulla quale Umberto Veronesi da venti anni continua a ribattere - “mangiare carne fa ammalare di cancro”, - è rimbalzata sulle agenzie di tutto il mondo, ha occupato spazi importanti in tutti i notiziari ed è stata vista come il riscatto dei vegetariani. La notizia nella notizia però consiste nel fatto che lo studio non consiste nella solita ricerca di biologi che vogliono far parlare di loro attraverso una pubblicazione con esiti sensazionalistici. Lo studio è il più grande realizzato sull’argomento. Ha preso il via da una ricerca molto approfondita del World

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Cancer Research Fund (WCRF) dove ha collaborato l’American Institute for Cancer Research’s (AICR). Con carni lavorate si intendono quelle viene affumicata, salata o vengono aggiunti conservanti per consentire al prodotto di mantenersi. Sono carni lavorate: gli insaccati, alcuni tipi di salsicce e i wurstel. In sostanza, la carne rossa e gli alimenti trasformati a base di carne aumentano il rischio di cancro all’intestino. Lo sapevamo, i migliori ricercatori che lo dicono da anni. Ma ora che è stata compilata una ricerca importante come questa l’argomento sarà un tormentone sul quale dovranno regolarsi alimentaristi, ristoratori, oltre che dietologi. Chi però ama

la carne cruda può limitarne il consumo con 500 grammi cotta a settimana che corrisponde a 700-750 grammi di carne cruda -. Tradotto in bistecche fa 5 o 6 porzioni medie. L’argomento è diventato un tormentone ed è dibattuto in ogni assise di specialisti. Ultima in ordine di tempo quella del 9 e 10 aprile a Cortina dove si è tematizzato il rapporto tra alimentazione e cancro. Organizzato dagli oncologi del nordest italiano tra gli alimenti messi all’indice ci sono le carni rosse, specie se conservate. Le carni bianche, non hanno gli stessi effetti negativi e il pesce è protettivo. Il sovrappeso e l’obesità sono tra le principali cause del cancro, più dello smog e di chi fuma le sigarette. Il 30% delle neoplasie è collegabile allo stile alimentare delle persone. Luise Salomè

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Prevenzione

Cancro alla bocca, prevenirlo! La settimana della prevenzione promossa dall’ANDI si prolunga per tutto il mese, nel laboratorio di Villanova in via Galletti. Visite specialistiche gratuite con Rosa Maria D’Isanto, medico e Odontostomatologa

Il numero dei casi di tumore del cavo orale, insieme a laringe e faringe, è arrivato al dieci per cento delle neoplasie maligne, negli uomini. Il quattro per cento nelle donne. Questo nel mondo. Nel nostro Paese sono diagnosticati ogni anno circa 4.500 casi di tumori alla bocca da cui derivano 3 mila decessi. Il problema è che questo tipo di cancro solitamente è diagnosticato tardi. A parlarcene Rosa Maria D’Isanto, medico chirurgo specializzata in Odontostomatologia, direttrice sanitaria del laboratorio odontoiatrico di via Galletti a Villanova di Guidonia. Innanzitutto esistono diverse cause o fattori per l’insorgenza della patologia tumorale: agenti esterni (fumo di sigarette, sigari, radiazioni, alimenti), o predisposizioni familiari, oppure cause iatrogene come ricostruzioni incongrue. Rosa Maria D’Isanto spiega perché c’è differenza tra la causa determinante delle sigarette e dei sigari: “Oltre gli effetti cancerogeni riconosciuti al fumo in genere, i sigari sono cancerogeni anche per il fattore-calore che riesce a sviluppare lesioni sul lab-

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bro inferiore. Si pensi che fu registrata un’insorgenza, di casi in pastori sardi che di notte fumavano sigari anche in modo capovolto per evitare di farsi avvistare dal luccichio prodotto dal sigaro acceso”. Ma una causa meno letteraria guarda invece alle lesioni del cavo orale, molto spesso determinate da ricostruzioni incongrue. “Quando le ricostruzioni, metalliche o non, tagliano i tessuti - spiega D’Isanto - In modo reiterato, possono favorire la degenerazione cellulare”. La specialista in patologie medico odontoiatriche tiene a rilevare che “molte leucemie e linfomi hanno come prima sede di insorgenza cancerosa proprio il cavo orale. Se sottovalutate queste patologie si diffondono tanto da diventare malattie incurabili, per questo è importante la prevenzione”. C’è un altro fattore di attenzione importante che il dentista deve riconoscere per tempo per indirizzare il paziente all’oncologo specializzato in chirurgia maxillo facciale: “Le ghiandole salivari possono degenerare e formare tumefazioni. L’importante è

intercettare la lesione per tempo e stabilire immediatamente quella che può essere la causa di un malessere ben peggiore di quello riscontrato nel cavo orale”. In sostanza: un cancro all’interno della bocca se riconosciuto per tempo può essere curato con successo. In questo caso ci sono molte possibilità di guarigione. Sottovalutare, ferite che non si rimarginano o protesi imprecise che danno fastidio e procurano ferite costanti, può comportare ritardi nella diagnosi. Ma è pur vero che la sottovalutazione dei sintomi dipende dalla scarsa conoscenza di questo tumore. La diagnosi fatta in casa non aiuta. C’è bisogno di uno specialista. Per questo il mese della prevenzione. È la lingua la parte del cavo orale più spesso coinvolta in neoplasie. I carcinomi linguali sono il 30 per cento circa di tutti i carcinomi orali. E qui entra l’insorgenza del fumo da sigaretta, spiega sempre Rosa Maria D’Isanto: “Il tumore del cavo orale è più frequente in persone che fumano tabacco e consumano alcolici. Non dobbiamo creare allarmismi né stabilire una consequenzialità diretta. Però va detto che la coesistenza di queste due abitudini moltiplica il rischio di sviluppare neoplasie orali”. Francesca da Polenta w w w.cittadinies alut e.it


Attualità

Paura da contagio, in Germania

La corsa a stroncare l’epidemia che deriva da un ceppo del batterio fecale Escherichia coli (Ehec) coinvolge tutta l’Europa ma ha prodotto danni economici e diplomatici da stabilire.

Al momento in cui chiudono i lavori della redazione di questo numero (8 giugno) le agenzie danno in forte diminuzione il numero dei contagiati. Ma sono 1.800 le persone ammalate in ospedale. Molti di questi avranno segni irreversibili della malattia contratta dal batterio: si prevede in molti casi la perdita di funzionalità dei reni. Non si prevedono i tempi per la conclusione della certificazione epidemiologica ed è tutta da stabilire la natura batteriologica di questa peste tedesca. Anomalo anche il fatto che a fronte di 23 morti (il dato è riferito sempre al momento della chiusura del giornale) nella Germania del nord, ci sia solo un caso svedese di morte. Tutti gli ammalati hanno avuto un passaggio ad Amburgo. Smentita la prima messa all’indice del cetriolo spagnolo, confutata anche la tesi dei germogli di soia, il lume dei ricercatori si muove sul buio delle possibilità logiche. Va detto che gli Escherichia coli non sono animali cattivi. Gli Escherichia coli sono abituali fondamentali e benefici germi che abitano normalmente in noi e partecipano al metabolismo del corpo umano, e senza i quali non ci sarebbe possibile vivere. www.cittad inies alut e.it

Ma, come tutti gli altri batteri, formano una grande famiglia, all’interno della quale esistono differenze legate al “sierotipo” (vale a dire la risposta a certi anticorpi) e identificabili attraverso il DNA. Quando parliamo di Escherichia coli parliamo quindi di centinaia di individui diversi, la cui stragrande maggioranza è buona e innocente. Ne conosciamo solo due o tre tipi cattivi, come quello sospettato all’inizio di questa storia. Il problema per l’organismo consiste nel fatto che produce una tossina molto nociva. Lo fanno tutti gli Escherichia coli, quasi tutti in quantità trascurabile, ma stavolta siamo di fronte a un veleno potente che dà problemi di per sé. Chi è contagiato non soffre solo le conseguenze della forte diarrea, ma subisce una tossinfezione che può diventare fatale. In passato, i tipi di Escherichia coli più pericolosi li avevamo sempre trovati in certe carni mal cotte. Ad aver influenzato la selezione dei germi ha concorso sicuramente la pressione ambientale, di cui gli antibiotici sono parte. Questo tipo così nocivo di Escherichia coli è stato identificato come resistente ad alcuni antibiotici fa pensare che qualche contatto con quelle sostanze ci sia stato.

I primi cenni che debbono mettere in allarme sono la dissenteria emorragica. È questo uno dei più forti indizi per i quali è bene farsi visitare da un centro medico accreditato per questo tipo di cure e terapie. Il batterio è presente nella parte inferiore dell’intestino degli animali. Il primo allarme che è stato dato arriva il 25 maggio, quando già si contano tre morti. Le autorità tedesche hanno alzato il livello di guardia per cercare di limitarne la diffusione. Le regioni più colpite sono quelle della Germania settentrionale, Schleswig-Holstein e Bassa Sassonia. Il 26 maggio arrivano le prime rilevazioni dalle autorità sanitarie tedesche. Secondo l’Istituto di Igiene di Amburgo il batterio arriva da alcuni cetrioli che vengono dalla Spagna. La tesi crea un incidente diplomatico con la Spagna, poi con la Russia che emette un embargo nei confronti di tutti gli ortaggi europei. Dopo quattro giorni l’allarme-cetriolo rientra, ma non i danni prodotti all’economia. Qualche giorno e viene indicata nei germogli di soia il contenitore del batterio-killer. Anche questa tesi è smontata dopo quarantottore. In questa ricerca eccelle l’Istituto Superiore di Sanità italiano, nella sede di Roma, che in due giorni individua il batterio. Gli altri centri hanno bisogno di sei giorni. Ed è il tempo il vero avversario di questa ricorsa al batterio killer. Gertrude Stein

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RICERCA

Nuovi farmaci, contro l’epatite B e C

Osservando alcuni fattori caratteristici della malattia e bloccandoli, migliora la capacità di controllare la malattia. Lo studio di European Association for the Study of the Liver. Sull’Epatite C il 46esimo Congresso dell’European Association for the Study of the Liver ha sancito che esiste un terzo farmaco ed un quarto dedicato a rafforzare la terapia attuale. Con questo farmaco si aumenta del 20-30% le probabilità di curare i malati di epatite. Si è riusciti anche ad eliminare il virus in tutti i pazienti che in precedenza non avevano risposto a interferone e ribavirina somministrati da soli. In relazione all’Epatite B ci sono comunque buone notizie. Ci si basa sulla terapia dell’interferone e degli antivirali. L’interferone ha successo limitato. La ma-

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lattia si mantiene nel tempo ma è tenuta sotto controllo. Grazie a entecavir si è verificato che malati in trattamento da 3 a 6 anni hanno visto regredire la fibrosi. I casi non sono molti, ma si è registrata anche una regressione della cirrosi. La medicina oggi controlla che la malattia non proceda o non si replichi il virus. Per fare questo bisogna allora continuare la terapia antivirale a tempo indeterminato. Ma esistono altri elementi condizionanti per la crescita dell’epatite. L’alcol è il primo elemento nell’Epatite C. Il dismetabolismo ma anche l’alterazione del metabolismo dello zucchero che è defi-

nita “insulino-resistenza”. Le steatoepatite conseguente al dismetabolismo sono in aumento in Italia. La presenza in una persona con infezione da HCV può incidere sulla progressione della malattia. I fattori metabolici sono fondamentali nell’Epatite C, ma non vanno sottovalutati neanche nella B. Basti pensare all’insulinoresistenza, condizione in cui l’insulina è presente nel sangue in quantità più elevate. N 
 elle donne la malattia ha cambiamenti nelle diverse fasi della vita. Le reazioni delle persone di sesso femminile alla malattia e ai sue terapie sono diverse per le diverse età. Di qui si è rilevato che l’azione più efficace di contrasto contro l’epatite C avviene quando si è superata la fase di gravidanza, senza aspettare la menopausa. Piccarda Donati

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Curiosità

Omogeneizzati, l’ultima follia dietetica

L’ultima nevrosi da dimagrimento dei vip si chiama Baby Food Diet. Consiste nell’alimentarsi a base di pappette per bimbi. Pippa Middleton ci insegna che per nevrosi e dieta è meglio lo sport.

Garantisce la perdita di nove chili in sei settimane. Le star di tutto il mondo l’hanno adottata e ora viene importata dall’Europa. La seguono personaggi del jet set statunitensi come Madonna, Gwyneth Paltrow, Lady Gaga, Reese Witherspoon, Jennifer Aniston per arrivare in Europa con la reginetta del pop britannico Cheryl Cole. Difficile decifrarne l’eventuale effetto negativo per la salute, visto che la nuova tendenza dietetica è stata appena lanciata. Non è una novità assoluta perché la tipologia alimentare completa per neonati ha altri precedenti come sistema alimentare per adulti, specialmente in stato di convalescenza da malattia o intervento chirurgico. La trovata è di Tracy Anderson, personal trainer di Gwyneth Paltrow e Madonna. Il principio consiste nella distribuzione dei pasti in piccole porzioni di omogeneizzati di carne, frutta o verdura. Un pasto ipocalorico al giorno è quello consentito. Deve però essere ipocalorico. La conseguenza certa si legge nei flussi commerciali: le vendite di omowww.cittad inies alut e.it

geneizzati, piuttosto che il porridge per bebè, sono aumentate nelle ultime settimane. D’altra parte è anche vero che gli omogeneizzati per bambini consentono di evitare grassi, zuccheri e sale. Gli omogeneizzati passano attraverso controlli più serrati che il resto del settore alimentare. Il contenuto controllato di 100-150 calorie ogni barattolo consente di controllare al millimetro l’ingresso nutritivo nell’organismo. Jennifer Aniston dice di averne mangiati 14 al giorno e così essere arrivata alla linea fisica per lei indispensabile nel ruolo del suo ultimo film. Laconico e sprezzante il commento del British Dietetic Association: “chi segue una dieta simile ha probabilmente qualcosa in comune con i neonati e, di conseguenza dovrebbe crescere”. D’altra parte la Baby Food Diet di per sé non avrebbe grosse controindicazioni, si ritiene che possa avere dei contro effetti negativi sull’umore: masticare e diversificare nei sapori offre sensazioni che rendono le ordinarie esperienze del quotidiano meno gravose o addirittura piacevoli. Il circo delle diete possibili non è davvero con-

cluso. Alla prossima trovata, prima che l’estate arrivi, inesorabile e con lei la verità di fianchi un po’ rotondi ma perché indicativi di una vita vissuta veramente. Una lezione di stile su come si mantiene la linea evitando rincorse affannose contro il verdetto della bilancia è data dalla neo-contessa Pippa Middleton. Altro che diete forsennate! Pippa si mantiene a suon di sport che pratica anche in gare pubbliche. E proprio là, dove nacque Winston Churchill che si vantava di aver accompagnato tutti i suoi amici al loro funerale per non aver mai fatto sport, Pippa Middelton lancia il nuovo stile di noblesse oblige. Vestire i panni democratici di una canottiera, prendere il pettorale con un numero qualsiasi - 6642 - e impegnarsi in una gara di Triathlon. Tutto questo il 5 giugno nel parco di Blenheim Palace, a Woodstock nella contea di Oxford. Lascia però a desiderare però la performance sportiva. Il tempo di 25 minuti e 30 per cinque chilometri! Un tempo da passeggiata per un corridore. Da un fisico filiforme come il suo ci si aspettava qualcosa di meglio. Va detto che la neo-contessa ha disputato anche una gara di nuoto da 750 metri e venti chilometri in bici. In ogni caso, sempre meglio dell’omogeneizzato! Margaretha Geertruida Zelle

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RICERCA

Fumare è male

In uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità si attesta che le prime dieci qualità di sigarette più vendute al mondo ci sono gli isotopi del piombo 210 e del selenio 210

Sono elementi radioattivi e fortemente lesivi per la salute. Si calcola che chi fuma 20 di queste sigarette al giorno avrebbe lo stesso effetto di chi facesse 25 radiografie al torace in un anno. Gli antiproibizionisti del tabagismo la prenderanno come l’ennesima crociata in risposta al recente dato per cui in Italia ci sono più fumatori che l’anno scorso. Un colpo per terrorizzare e distogliere dall’abitudine di fumare sigarette. Sta di fatto che il Polonio alfa-radioattivo 2010 si trova nei fertilizzanti usati nelle piantagioni di tabacco - ricchi di polifosfati contenenti radio e piombo. Con la combustione delle sigarette il fumo diventa radioattivo e piombo e polonio raggiungono l’apparato broncopolmonare, fissandosi soprattutto nelle biforcazioni dei bronchi segmentari. Qui, in combinazione con altri agenti, si manifesta la sua attività cancerogena. Lo studio, non a caso, è stato presentato il 31 maggio durante la Giornata mondiale contro il tabacco celebrato in diversi istituti di profilassi e cura delle malattie polmonari in Italia. Infatti il 31 maggio è la giornata indetta dall’Organizzazione Mondiale www.cittad inies alut e.it

della Sanità per combattere il fumo, un male che in Italia causa 80 mila decessi l’anno e che purtroppo è in aumento fra i giovani: quasi il 16% inizia prima dei 15 anni, autodistruggendosi. Il fumo inoltre procura danni a cervello, fertilità, udito e i rischi nelle gravidanze. Dalla lotta al tabagismo nasce la Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco che riafferma il diritto di tutte le persone al più alto standard di salute e vincola i Paesi che vi hanno aderito con impegni precisi, tra i quali: proteggere le persone dall’esposizione al fumo di tabacco, informarle dei rischi che corrono in termini di salute, aiutare tutti coloro che vogliono smettere di fumare. È diffusa la coscienza dei danni da fumo, e le statistiche confermano che è un killer silente e pericoloso: il fumo risulta la seconda causa di morte a livello mondiale ed attualmente alle sigarette è attribuibile il decesso di un adulto su dieci. Di qui l’Istituto Superiore di Sanità ha fatto uno studio statistico e psicologistico degli abituali consumatori di sigarette. Mediamente, chi fuma ha iniziato a 17 anni, influenzato dagli

amici, fuma mentre guida ma non davanti ai bambini, non vuole smettere perché gli mancherebbe la compagnia della sigaretta, non conosce i centri antifumo ed è contrario ad estendere il divieto nelle aree pubbliche aperte. A fronte degli 11,8 milioni di tabagisti, pari al 22,7% della popolazione, si collocano 7,8 milioni, pari al 15% della popolazione, che hanno smesso di fumare da più 6 anni, per motivi di salute o per una maggiore consapevolezza dei danni. Secondo la fotografia dell’ISS gli ex fumatori non sono stati influenzati per smettere dai divieti di fumo ma hanno smesso senza nessun supporto. Più consapevoli appaiono i giovani e i giovanissimi. L’80,2% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni non ha mai fumato. È la percentuale nettamente maggiore rispetto a tutte le altre fasce di età Il 72,8% dei giovani fumatori tra 15-24 anni fuma meno di 15 sigarette al giorno. I giovani tra i 15-24 anni rappresentano l’unica fascia di età in cui il numero dei fumatori è diminuito tra il 2010 e il 2011 (dal 21,9% al 18,8%). La percentuale dei fumatori che ha iniziato prima dei 15 anni è diminuita costantemente negli ultimi tre anni: 19,8% nel 2009, 17,8% nel 2010 e 15,7% nel 2011. Fonte: Istituto Superiore di Sanità Cittadini & Salute

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Fine Ottocento, la lotta contro la malaria e la pellagra

Sud e Nord hanno diverse malattie ambientali che in modo nefasto caratterizzano le latitudini dello scarpone. “Le immutate caratteristiche dell’ambiente, in assenza di opere di profonda ristrutturazione, mantenevano la malaria nelle sue periodiche oscillazioni dovute alle piogge, ai ristagni delle acque e alle calamità”. Con la malaria, male del Sud, anche la pellagra, male del Nord, appare la malattia inestirpabile, tenacemente radiata nella memoria storica e nell’immaginario. L’immagine sembra scollata dalla realtà dei dati

numerici forniti dalle inchieste, che parlano di 77 mila pellagrosi nel 1881 e di 41 mila nel 1909: una malattia che si riduce, in una popolazione che cresce. Ma la difesa dalla malattia permane blanda, restando ben lontana dal risolvere alla radice il problema di una malattia che ancora si modella sulla miseria, e rivela tutte le deficienze nella lotta contro la pellagra che nella relazione recante questo titolo il clinico Luigi Devoto passa in rassegna, inaugurando il II Congresso nazionale delle malattie del lavoro (Firenze, maggio 1909). Fonte: P. Corti, Malaria e società contadina nel Mezzogiorno, in Romano, Vivanti, Storia d’Italia, Annali, vol. VII, pag. 278, Giorgio Cosmacini, Storia della medicina e della sanità nell’unità d’Italia, ed. Laterza Bari, 2005

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